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30 giugno 2011

VILLA PENITENZA: POSIZIONE DA PUNIZIONE


Cara Monika,
qui proseguono gli esami. Stamattina, come prima cosa controllo della pulizia delle zone intime, da parte della Sorvegliante Barbara. Stavolta mi è andata bene, del resto mi sono consumata un panetto di sapone a furia di lavarmi tutte le volte che ne avevo la possibilità. Non così bene le tedesche, tutte e due con biancheria e zone intime puzzolenti. Di seguito lezione sugli atteggiamenti che deve tenere la domestica in presenza di una Signora nei due casi, A) la Signora è presente ma non si rivolge a lei, B) viene interpellata dalla Signora. Nel caso A la domestica fa l’inchino e poi esegue i propri compiti, senza mai fissare la Signora. Nel caso B la domestica fa l’inchino e resta di fronte alla Signora con gli occhi abbassati, sarà la Signora a dare l’ordine di guardarla. Sono state inoltre esaminate le posizioni che una serva deve assumere in caso di punizione, la posizione base, con la domestica nella posizione a quattro zampe, ma con il sedere inarcato e le mammelle e la faccia premute a terra. E’ una posizione umiliante e faticosa, che mostra tutte le parti vergognose. Qui la Signora redarguirà o punirà la domestica. E’anche la posizione che la domestica raggiunge spontaneamente se deve confessare qualche colpa, per esempio la rottura di un piatto.
Di seguito abbiamo dovuto dare dimostrazione della abilità raggiunta al servizio in tavola e nel servire il tè, dapprima con le scarpe basse in dotazione e poi con gli zoccoli punitivi. Durante quest’ultimo esercizio la povera Brune ha rovesciato una tazza di acqua bollente sulla mano della Sorvegliante Barbara. La Signora Infermiera non c’era e pertanto la Sorvegliante è dovuta andare al pronto soccorso. Fortunatamente è bastata una pomatina ma è stata comunque avviata un inchiesta per verificare se c’era stato dolo o malizia. L’imputata negava recisamente, la Signora Bancaria ha allora ordinato una seduta di interrogatorio. Hanno iniziato a frustarla, poi le hanno fatto bere tre bicchieri di pipì, le hanno aperto a forza la bocca e la Sorvegliante in persona ha provveduto a tormentarla provocandole il vomito con una piuma in gola. Ma non era finita, le hanno messo anche gli elettrodi e iniziato a farla scuotere con le scosse.. A questo punto la poveretta era come impazzita e, pur di far cessare i tormenti ha confessato. Le è andata bene, perché la Sorvegliante Barbara si è dichiarata soddisfatta così, altrimenti chissà che condanna avrebbe ricevuto?
Monika, ti saluto, devo mettermi a studiare, nel tempo libero perché ci sono stati dati alcuni libretti su vari argomenti dalla cucina al pronto soccorso. Dobbiamo studiare il tutto entro dopodomani.
Ciao Monika un abbraccio dalla sguattera Lucia.

29 giugno 2011

VILLA PENITENZA: SGUATTERE SOTTO ESAME


Cara Monika,
qui le lezioni continuano, ieri lunga lezione sul tè, come si scelgono i vari tipi, a seconda dell’ora, degli ospiti e della presenza di dolcetti. Poi come si serve il tè alla padrona da sola o ad un gruppo di ospiti. Poiché eravamo poco attente siamo state tutte punite, con sei colpi di frustino e poi abbiamo seguito il resto delle lezioni in ginocchio sul sale grosso. A dirlo sembra poco, ma passarci una buona ora ti porta allo svenimento! Sempre per punizione ci hanno tenuto a pane ed acqua sia a pranzo che a cena e a me non hanno permesso di usare il PC..
E veniamo ad oggi, ci è stato detto che , poiché si avvicina la fine del corso, ci verranno posti dei quiz e poi delle prove pratiche, per giudicare la nostra preparazione.
Il quiz che mi hanno proposto è: la tua Signora riceve come ospite una sua amica. Durante il giorno la Signora esce, lasciando l’ospite a riposare. L’ospite si alza e, sapendo che sei la domestica, ti incarica di una commissione. Tu che sai di non avere il permesso di uscire tentenni e fai presente la cosa. L’ospite si arrabbia e dice che in assenza della Signora comanda lei e apre la porta, spingendoti perché tu esca. A questo punto tu che fai?
1)    Oppongo resistenza e ribatto che solo la mia Signora può darmi ordini. Reagisco alle spinte, fino alla rissa.
2)    Ribatto che purtroppo gli ordini ricevuti sono opposti ai suoi e che devo obbedire alla mia Signora. Se insiste a spingermi cedo ed esco.
3)    Ribatto che purtroppo gli ordini ricevuti sono opposti ai suoi e che devo obbedire alla mia Signora.  Opporrò resistenza passiva, senza permettermi di mancarle di rispetto ma senza violare gli ordini della Signora.
4)    In assenza della Signora può comandarmi l’ospite, possono esserci delle ragioni che non conosco e non è tenuta a spiegarmi. Obbedisco.

Nel mio caso ho indicato la risposta numero 3, infatti all’ospite della Signora devo solo rispetto. Gli ordini dati dalla Signora sono in ogni caso per me vincolanti, soprattutto in un lasso di tempo breve, Sarei interessata alle risposte ed alle relativa motivazioni dalle altre serve.
La Signora Infermiera ci ha pesate e devo dire che la dieta di Villa Penitenza ha dato i suoi frutti su tutte e tre, circa cinque chili in meno in un mese non è poco, peccato che da serva la prova costume non è contemplata.
Sul fronte delle imposizioni fatte dalla Sorvegliante Barbara su di me, sto pian piano abituandomi, a furia di sculaccioni, al gusto della mia pipì, almeno non mi vengono più gli urti, ma da qui a berla sarà dura. A proposito di questo devo precisare che a suo tempo io avevo costretto l’allora mia domestica a bersi alcuni bicchieri della MIA pipì, quindi non pensate che questo sia un accanimento contro di me, semplice giustizia.
Ciao collega, un saluto dalla sguattera Lucia

Cara Lucia, anch'io avrei scelto la risposta numero 3. Mi sembra quella più equilibrata e rispettosa.
Un abbraccio in grembiule di gomma
Monika, sguattera

26 giugno 2011

CRUEL MISTRESS

VILLA PENITENZA: L'ISTITUTO PER L'EDUCAZIONE DELLE SERVE


Cara Monika,
oggi  giornata libera dal servizio, dedicata alla cultura.
Le Signore ci hanno portato a visitare un vecchio edificio, inutilizzato, di una città vicina, era un istituto per l’educazione delle domestiche.
 La Signora Bancaria ci ha tenuto una lezione su questi istituti. Nella prima metà del 1800 nelle città vi era una forte richiesta di donne di servizio, questa possibilità di lavoro richiamava dalla campagna e dalla montagna giovani donne desiderose  di un lavoro. Però l’istruzione di queste era inesistente e sapevano poco dei fatti della vita. Risultato: lavoravano malissimo e spesso venivano messe incinte, generando una massa di figli illegittimi. Inoltre, se venivano cacciate dal lavoro, senza una lettera di benservito, non riuscivano a trovarne un altro e finivano a fare le prostitute. Per cui vennero creati istituti per l’assistenza e l’educazione delle domestiche. In tali istituti si doveva insegnare tutto, dalla igiene personale ai vari lavori richiesti ad una serva.
Teniamo conto che in quegli anni nelle scuole, e quindi su persone più giovani e più istruite, si utilizzava come metodo correzionale la bacchetta, va da sé che in questi istituti la disciplina venisse applicata con metodi molto energici.
Alla fine del corso le ragazze venivano avviate al lavoro, con una lettera di raccomandazione della scuola. Nel caso di una domestica cacciata dal lavoro per colpe gravi, le veniva offerta una possibilità di un internamento più lungo nell’istituto per una “riabilitazione”. Se resisteva fino alla fine le veniva nuovamente data la lettera di raccomandazione.
Anne e Brune davano segni di disinteresse ed insofferenza.
Per me invece, camminare per quei polverosi e bui corridoi, vedere i cameroni dove le allieve venivano ospitate, le cellette di punizione, mi ha molto turbata.
E veniamo alla dieta della domestica, devo confessare pubblicamente di avere tralasciato alcune cose.  Gli insaccati sono dannosissimi, le serve tendono ad utilizzarli per comodità, perché non richiedono di cucinare. Le carni rosse vanno evitate assolutamente. Resta il pesce che è consigliabilissimo ma molto costoso, a meno di utilizzarlo in scatola o congelato. Un pochino di carni bianche. I dolci sono assolutamente da evitare, come pure tutto ciò che contiene zuccheri raffinati. Vi chiederete cosa resta alle povere domestiche per consolarsi: se si comportano bene verrà loro concesso un frutto di stagione, come premio. In quanto agli alcoolici le serve se li scorderanno, la Signora avveduta le beccherà inevitabilmente e fioccheranno le punizioni. Da bere useranno acqua e una quantità moderata di tè, magari verde e non zuccherato.
Scusandomi ancora con la Signora Infermiera, con te e con le lettrici saluto rispettosamente.
Sguattera Lucia

25 giugno 2011

LA DIETA DELLA SERVA

ATTENZIONE
Le indicazioni che seguono non hanno alcuna patente scientifica nè possono avere alcun valore dal punto di vista medico, pertanto vanno accolte esclusivamente sotto un profilo letterario.
Monika, sguattera


Cara Monika,
oggi la Signora Infermiera ha tenuto l’attesa lezione sulla dieta per le domestiche. Saputo però della mia intenzione di riportarla sul blog, avverte però di non avere titoli per proporre diete ad altre persone. Fatta questa premessa veniamo alla lezione.
Spesso le domestiche mangiano male, complice la stanchezza e il voler risparmiare, infatti quasi tutte si accontentano degli avanzi. Inoltre, vuoi anche per non dover chiedere di andare a fare pipì, non bevono mai a sufficienza. Tutto questo si traduce in domestiche che soffrono di stitichezza ed hanno un addome gonfio. Invece una domestica deve innanzi tutto bere un minimo di due o tre litri di acqua. Qui le Signore possono aiutarle, concedendo graziosamente il permesso di bere del tè, che aiuta la serva a stare ben sveglia e pronta sul lavoro. La dieta della serva non deve assolutamente essere costosa, un piatto di pasta, magari integrale, condita con una scatoletta di tonno, ha un costo irrisorio. La parte principale dell’alimentazione dovrà però essere la verdura, le carote, per esempio costano poco e si conservano molto a lungo, lo stesso vale per i legumi: fagioli ceci e lenticchie, comprati secchi ai discount durano all’infinito e forniscono proteine vegetali e fibre. La brava domestica imparerà a consumare questi cibi, sopportando i leggeri gonfiori da questi provocati. Un'altra possibilità di approvvigionamento di verdure fresche a basso costo sono i mercati rionali. La fedele domestica selezionerà le parti migliori per la tavola della Signora e avrà la possibilità di consumare le parti scartate, magari bollite. Se la nostra serva avesse poi bisogno di ulteriori fibre, si potrà costringerla a ingurgitare della crusca, comperata all’ingrosso da un mugnaio.
Se la serva tenderà a calare di peso le si aumenteranno leggermente le calorie, se invece aumentasse si ridurranno sostanzialmente le razioni, con un corrispondente aumento del lavoro.
Insomma, al giorno d’oggi le Signore non devono pensare solo alla propria forma fisica, devono costringere le domestiche a curare la propria. E’impensabile che una serva che segue i precedenti consigli dietetici soffra di stitichezza, questa, pertanto, va considerata dalle Signore come una colpa e sanzionata di conseguenza. Per evitare che la serva menta sui propri ritmi biologici, la previdente Signora la obbligherà almeno ogni due tre giorni a prendere i semini, in modo che una eventuale bugia venga subito rivelata. E in caso di necessità, niente lassativi o supposte costosi, ci sono sempre l’economicissimo olio di ricino o il buon vecchio apparecchio da clistere che una volta comperato non ha nessun costo!

Sguattera Lucia

VILLA PENITENZA: LE SGUATTERE A LEZIONE DI BUCATO

Questo resoconto, il ventiduesimo, scritto dalla sguattera Lucia ma per una dimenticanza o un disguido della  medesima mai inviato, è giunto insieme a quello della stiratura. Lo pubblico ora, scusandomi anche a nome della sguattera Lucia.

Monika, sguattera

Cara Monika,
oggi il nostro apprendistato è continuato, lezioni di bucato, ovviamente fatto a mano, con sapone di marsiglia. E naturalmente, oltre a montagne di biancheria delle Signore, ci siamo dovute lavare anche numerose lenzuola. Non so se con l’allenamento la cosa migliori ma non so decidere se duole più la schiena, spalle o braccia.
Poiché eravamo troppo stanche la prevista lezione di servizio in tavola è stata rimandata, al suo posto la Sorvegliante ha voluto addestrarci a… fare buon viso a cattivo gioco. Infatti ha notato che spesso quando eseguiamo un ordine sgradito lo si vede chiaramente dal nostro viso. Per abituarci a dissimulare i nostri sentimento ci ha costrette ad orinare in una ciotola e poi berla a piccoli sorsi, di fronte a lei, con stampato un bel sorriso sulla faccia.
Inutile dire che per me, non ancora domata, è stata molto dura e che anche solo per convincermi ad avvicinare la ciotola alle labbra si sono sprecati gli sculaccioni. Per ora ne sono riuscita ad assaggiare solo un piccolo sorso che poi ho sputato, ma la Signora Barbara ha detto che c’è tutto il tempo, tanto la pipì mi scappa ogni giorno. Se domani farò ancora tante storie, mi ha già detto che passerò la notte, e in futuro anche le giornate, chiusa nello stanzino delle punizioni, al buio e senza cibo né acqua. “poi vedrai che sarai tu a chiedere un bicchiere di pipì” ha detto la Sorvegliante.
Come vedi dovrò piegarmi, anche se la repulsione e lo schifo sono più forti di me, infatti sto scrivendoti tra le lacrime. Non credo che riuscirò a sorridere, per quanto mi faccia subire. Sono proprio disperata.
Ciao Monika, un abbraccio dalla sguattera Lucia.

VILLA PENITENZA: LE SERVE STIRANO


Cara Monika,
è passato quasi un mese da quando è iniziata la mia detenzione a Villa Penitenza. Le lezioni proseguono sempre regolari, e siamo arrivate a quelle che noi serve temiamo di più: le lezioni di stiratura. Utilizzare un ferro rovente, che manda sbuffi di vapore, chiuse in un afoso stanzino, magari senza finestre, stare in piedi per interminabili ore e nel contempo togliere tutte le grinze e piegare artisticamente la biancheria, senza rovinarla e facendo in modo che una volta piegata possa essere impilata in pile con tutti i  capi piegati con la stessa dimensione. Ti lascio immaginare che incubo per la povera serva, anche perché la Signora farà in modo da controllarla e stressarla, magari con la richiesta di servire una tazza di tè. Insomma, dopo aver subito una intera giornata dedicata alla stiratura posso affermare che è il lavoro che mi è più sgradito, sempre considerando, però, che una serva esegue fedelmente gli ordini della Signora, graditi o sgraditi che siano. Anche le colleghe tedesche hanno dato il loro contributo di sudore, scottature e lacrime.
La divisa di punizione è stata pienamente collaudata sulla povera Brune, che, indisposta per il ciclo, cercava di sottrarsi alle lunghe ore di stiratura. La Sorvegliante Barbara gliela ha fatta indossare e le ha bloccato le braccia, in modo che non potesse fare il minimo movimento. Le ha poi stretto con due fasce le già abbondanti mammelle, in modo che si inturgidissero di più ed ha iniziato a passarle dapprima con un mazzo di ortiche e poi schiaffeggiandogliele. Il trattamento ha subito rinvigorito la poveretta, che cercava disperatamente di muovere le braccia per proteggersi, ma senza il minimo risultato.
E veniamo a me, ho fortunatamente restituito i semini. Comunque nei prossimi giorni è prevista una lezione della Signora Infermiera sulla dieta che noi serve dobbiamo seguire, per evitare questo genere di problemi, ti terrò informata.
Ti saluto cara collega.
Sguattera Lucia

Attento le istruzioni sulla dieta, collega sguattera: credo che molte padrone siano interessate all'argomento.
Monka, sguattera

23 giugno 2011

VILLA PENITENZA: NUOVE DIVISE DA PUNIZIONE


Cara Monika,
oggi, la Signora Bancaria ci ha detto che era arrivato un artigiano per sistemare la nostra divisa di punizione. Infatti di lì a poco è arrivato un allegro vecchietto, ho saputo poi che è un artigiano calzolaio e sellaio. Ci è stato ordinato di indossare pannolone e mutande di plastica. Il vecchietto, con gli occhi lucidi e l’aspetto arrapato ha cominciato a prenderci misure su misure, palpandoci abbondantemente, tanto eravamo state ammonite, in sua presenza, dalla Signora Bancaria di non ostacolare assolutamente il suo lavoro, pena la frusta. In breve taglia di qua e cuci di là ci ha preparato una specie di camicia di forza, con la quale le Signore possono, tramite un infinità di strategiche cinghiette, stringerci nelle parti più fastidiose della nostra anatomia. Inoltre, tramite polsiere e cavigliere possono essere limitati i nostri movimenti, dal costringerci a fare i passettini, via via fino alla immobilità più completa. Su richiesta della Signora Infermiera  il tutto è realizzato in materiali lavabili, in modo da garantire l’igiene di noi serve.
Ma veniamo alle lezioni odierne, servire in tavola, pare semplice, quando si vede un cameriere volteggiare tra i tavoli, ma vi assicuro che non lo è, soprattutto sotto l’incubo delle punizioni se si rovescia qualcosa o, peggio si rompe un piatto! E come se non bastasse, il peso sul vassoio che porti viene via via aumentato e una Signora un po’ cattivella sperimenta le cavigliere con la cinghietta che ti costringe a fare i passettini da gheisha.
Insomma anche oggi ci siamo dovute guadagnare la sbobba, infatti anche le altre due alla fine erano stravolte.
Altre cose stanno andando male, i famosi semini non sono ancora usciti, spero che sia l’effetto di tutte le purghe prese e domani possa riconsegnarli, evitando spiacevoli cure. E stasera la Sorvegliante Barbara mi ha imposto nuovamente di assaggiare la mia pipì. Fortunatamente sono riuscita a trangugiarne un mezzo bicchiere, e per oggi si è accontentata, ma ha ribadito che prima della fine ne berrò un bicchiere, come se fosse acqua fresca e pure sorridendo!
Ciao Monika dalla sguattera Lucia

22 giugno 2011

VILLA PENITENZA: PULIZIA DENTRO E FUORI



Cara Monika, “oggi la festa è finita”, con questa frase siamo state accolte nel salone, per le lezioni odierne. La Sorvegliante Barbara si è incaricata di tenercele. Però, invece di partire con le lezioni di stiratura, l’ha presa molto alla lontana: ci ha attrezzate di spazzolini e via a pulire la tazza del wc ed i pavimenti, in ginocchio. Poi lavaggio pavimenti, in tutti i modi possibili, indi lavaggio vetri, anche qui con tutte le varianti. Si è fatto mezzogiorno, però nessun cibo per noi, infatti ci aspettavano le spiacevoli operazioni di pulizia intestinale. Qui penso che la Signora Barbara abbia voluto togliersi un sassolino dalla scarpa, infatti ha chiamato la Signora Infermiera ed ha detto “Mia cara ci sarebbe una bella maxi purghetta per la nostra sguattera Lucia?”. Mi sono venute subito le lacrime agli occhi pensando a cosa mi attendeva, infatti è stato approntato un secchio contenente un doppia dose di purga: otto litri. Non credevo ai miei occhi e cercavo febbrilmente una qualche idea per salvarmi. Ma a togliermi ogni speranza è arrivata la Signora Infermiera brandendo un enorme imbuto a cui era collegata una grossa sonda di gomma di lunghezza spaventosa, sarà stata un metro e mezzo. “O bevi da sola oppure ci penso io a riempirti, te la infilo dalla bocca fino nello stomaco!” è stata la sua minaccia. Dopo ciò che ci fece soffrire con la piuma strofinata in fondo alla gola, mi butterei anche nel fuoco pur di evitare altri maltrattamenti medici, ed allora ho acconsentito. Ma non era finita, per non fare perdere troppo tempo mi è stato ordinato di finire tutto in 4 ore, cioè nel tempo in cui normalmente somministrano solo 4 litri! Che dirti, Monika, di 4 ore passate a trangugiare un liquido vomitevole e leggermente salato, continuando ad inghiottire costringere lo stomaco a non rivoltarsi? E che dirti dei dolori di pancia che sono cominciati ad un certo punto, costringendomi a stare sul secchio per quattro ore, mentre continuavo a trangugiare purga e contemporaneamente scaricarmi? E’ stata una vera tortura.
E alle due tedesche non è andata meglio, la Signora Infermiera ha provveduto a fare loro due bei clisteroni, l’ultimo dei quali punitivo, consistente in un clistere di 3 litri di cui i primi 2 litri di acqua molto calda e il terzo litro di acqua fredda di rubinetto, somministrato con la sonda a due palloncini.
Non capivo cosa supplicassero in tedesco, ma hanno sofferto veramente tanto. Dovevi vederle, nonostante le avessero fissate al lettino di contenzione si torcevano come anguille, col loro pancione gonfio e dolorante. Non contenta di ciò la Signora Infermiera le ha costrette a sfilare a pancia gonfia, in presenza delle altre Signore e fare a tutte un perfetto inchino, prima di portarle al loro secchio, per le operazioni di svotamento. E da domani riprenderà la disgustosa routine dei semini da inghiottire.
Intanto il nostro apprendistato si allunga a vista d’occhio, sono già state previste lezioni di bucato, servizio in tavola, cucina, stiratura, ikebana, cerimonia del tè e chissà che altro.  
Come vedi qui alle domestiche non basta più la voglia di lavorare, occorre una laurea!
Ciao cara Monika, scusa i miei sfoghi. Un abbraccio dalla sguattera Lucia.

21 giugno 2011

VILLA PENITENZA: LE SERVE ALLA PROVA



Cara Monika,
come ti avevo annunciato oggi c’è stata la visita di alcune Signore ospiti, di alto grado. Noi siamo state fatte alzare presto per le ultime pulizie, innaffiare il giardino e disporre graziosi mazzi di fiori nel salone. All’arrivo delle Signore sono cominciate le cerimonie. Non ti posso raccontare molto, buona parte dei discorsi erano in una lingua che non conosco (forse serbo)  e la Signora Victoria traduceva per le sue colleghe italiane. Durante un momento di pausa è stata ufficializzata la mia assunzione da parte della Signora Barbara.
Le cerimonie si sono molto dilungate, tanto che stare immobili è diventato un vero tormento. Fortunatamente dai vari buffet è avanzato un sacco di cibo, per cui ci siamo potute saziare allegramente. L’allegria è scomparsa di colpo, però, quando una delle ospiti ha voluto verificare la nostra bravura come serve, consegnandoci camicia e gonna da smacchiare e stirare seduta stante. Come immaginerete io non ho mai avuto occasione di fare questi lavori, ho però visto altre a farli. Mi sono così data da fare ma con pessimi risultati. La sorpresa sono state però Anne e Brune, se i miei risultati erano esteticamente pessimi il loro è stato un disastro, hanno addirittura rovinato irrimediabilmente i capi bruciacchiandoli!
La scoperta della nostra assoluta impreparazione, di fronte alle ospiti, ha lasciato basite le Signore, anche perché è una macchia sul loro curriculum. Ci siamo prese un bel po’ di sculaccioni e ci hanno minacciate di terribili castighi alla partenza delle ospiti. Da domani seguiremo un corso tenutoci dalla Sorvegliante Barbara, sui lavori delle domestiche e delle sguattere. Dovremo scontare la mangiata fatta oggi con una accurata pulizia intestinale, se non apprenderemo rapidamente ad eseguire i nostri compiti ci attendono feroci punizioni.
Come vedi, Monika, la situazione non migliora affatto, anzi, dopo tre settimane siamo messe peggio che alla prima! Comunque si deve sopravvivere. Non so se, con i ritmi che ci verranno imposti mi sarà possibile scriverti tutti i giorni, ti prometto, però di fare il possibile.
Ciao Monika, un saluto dalla sguattera Lucia.

18 giugno 2011

VILLA PENITENZA: LUCIA RIMANE SERVA


Cara Monika,
a Villa Penitenza sono in arrivo grosse novità. Stamattina, dopo gli ultimi ritocchi e dopo di aver innaffiato il giardino siamo state convocate nel salone. Sono arrivate le Signore, quasi non le riconoscevamo, vestite tutte con un lungo abito scuro, lo si direbbe quasi un saio. E’l’abito da cerimonia. La Signora Bancaria prende la parola e ci comunica le novità. La Novizia Barbara viene promossa da oggi al ruolo di Sorvegliante. In questo ruolo, per noi equivale ad una Signora a tutti gli effetti. Infatti può darci ordini e punirci in assoluta autonomia. Ci è fatto obbligo di chiamarla Signora oppure Sorvegliante. Domani ci sarà la festa per la sua promozione, con degli invitati. A questo proposito noi serve dovremo avere un comportamento impeccabile, perché una mancanza  ci costerebbe la condanna a qualche mese di Istituto Correzionale per domestiche ribelli. Dovremo presenziare alla cerimonia di nomina stando immobili in piedi molto a lungo, per evitare problemi ci fanno indossare pannolone e mutande impermeabili.  Poi dovremo tenerci umilmente in disparte durante i vari rinfreschi e brindisi. Ci saranno però dati gli avanzi, e già oggi ci sono state date razioni migliori e più abbondanti, per cui la vita torna a sorriderci.
Non ci sono state particolari attività, la Villa è stata da noi tirata ancora più a lucido, abbiamo lavato tutto il nostro corredo e lucidato scarpe e zoccoli punitivi. Ci siamo accuratamente lavate col sapone di marsiglia. Speriamo proprio che domani vada tutto bene e di non finire all’Istituto Correzionale, visto la durezza di Villa Penitenza, quello deve essere proprio un inferno.
E veniamo alla mia situazione, come ormai immaginavate, almeno per quest’anno non si parla assolutamente di una mia riabilitazione, anzi, verrò messa senz’altro a servizio. La Sorvegliante Barbara può assumere una domestica e si è detta disponibile ad assumermi.  Monika, tu che sei da anni a servizio, vorrei  mi dessi un consiglio, accettare questo posto, con l’umiliazione di servire dove prima comandavo o chiedere rispettosamente un alternativa?
Ciao Monika, un abbraccio dalla sguattera Lucia

Cara Lucia, ecco il mio parere, da serva a serva: credo che, nella posizione in cui ti ritrovi, non sarebbe affatto opportuno chiedere un'alternativa. Ora sei una serva a tutti gli effetti e qualunque richiesta da parte tua equivarrebbe al mettere in discussione l'autorità che dispone di te.
Con tutta la mia solidarietà
Monika, domestica

disegno © G. Pichard

17 giugno 2011

VILLA PENITENZA: LE FORZATE DEL CONCIME


Cara Monika,
scusa il ritardo ma ieri sera non ero proprio in condizioni di scrivere il report.
I miei guai sono cominciati prestissimo, quando camminando ho involontariamente urtato la Signora Infermiera. Mi è venuto istintivo scusarmi, dimenticando di essere una sguattera, dicendo “Scusami”. Gravissima infrazione all’etichetta. Di lì a poco la Signora Infermiera è tornata, accompagnata dalla Novizia Barbara che mi ha consegnato una saponetta, già ammorbidita nell’acqua calda. Mi hanno costretto, dapprima a leccarla con tutta la lingua, poi a tenerla in bocca per 15 minuti e per finire a masticarne un pezzo per poi risputarlo. Non vi dico lo schifo, anche perché era una saponetta profumata. Mi hanno permesso di sciacquarmi la bocca ma il sapore mi è restato in bocca per tutta la giornata.
Ma il peggio doveva ancora venire, le Signore hanno fretta di terminare il giardino, poiché vogliono festeggiare qualcosa ed allora non possono attendere i nostri ... tempi digestivi. La Signora Portinaia ha avuto l’idea del pozzo nero: essendo la casa in montagna non è collegata alla rete fognaria ma ha il pozzo nero, che deve essere vuotato periodicamente. Detto fatto, siamo state messe tutte e tre ai lavori forzati. Io, l’ultima ad avere meritato una punizione, ho dovuto indossare lo “Scafandro” ed ho avuto l’invidiabile compito di sollevare il tombino e poi, con un secchio, a cui era stato fissato in qualche modo un pezzo di legno, prelevare il contenuto del pozzo nero. Poi il secchio veniva passato alle colleghe che provvedevano a svuotarlo sul terreno. La puzza all’imbocco del tombino era tale che le Signore hanno deciso di legarmi in vita con una corda, per evitare che svenendo potessi cadere nel pozzo. Immaginatevi lavorare per quattro interminabili ore dentro uno scafandro impermeabile, sotto il sole e potendo a malapena respirare. E naturalmente guai a rallentare il ritmo o, peggio a fermarsi un attimo, subito appariva la Novizia per ricordarci a frustate il nostro dovere.
Alla fine io ero talmente sporca ed in tali condizioni che la Novizia ha dovuto lavarmi con l’idrante del giardino.
E il compito successivo è stato di zappare il terreno, in modo che assorbisse il concime e sparisse il cattivo odore da questo esalato.
Finito il lavoro la Signora Infermiera ha detto a me e Brune di non preoccuparci, che alla pulizia di quei pozzi neri dei nostri intestini si sarebbe  comunque provveduto nei prossimi giorni, che premurosa, vero?   
Per cui ieri sera, appena ricevuto il nostro pasto e terminati i lavori serali sono crollata addormentata sul materassino.
Stamattina ci hanno svegliato prestissimo, fatte indossare le divise e spedite in paese, trainando un carrettino, per fortuna senza gli zoccoli punitivi. Due Signore, naturalmente ci controllavano dal SUV. Abbiamo trainato il carrettino fino ad un fiorista, dove sono stati acquistati dei bei cespugli fioriti. Vedere tre sguattere a trainare un carretto ha lasciato allibiti tutti i presenti, ci sono state occhiate stupite e gente che ridacchiava, noi eravamo paonazze. E poi via, trainare indietro il carrettino ora carico, in salita. Alla fine del viaggio, subito alle vanghe, sotto la direzione della Signora Severa, per piantare i fiori  ed i cespugli. Ed infine un ora per innaffiare abbondantemente il giardino. Insomma siamo arrivate a sera saltando anche il pranzo. Finalmente ci siamo potute dissetare e nutrire.
Come vedi qui a Villa Penitenza si fa in modo che noi sguattere non si resti con le mani in mano.
Un caro saluto dalla sguattera Lucia.

15 giugno 2011

VILLA PENITENZA: CONTROLLO PSICOLOGICO E FISIOLOGICO DELLE SGUATTERE


Cara Monika,
questa mattina, svolti i soliti lavori di routine, anziché essere ammesse nel Salone, siamo state portate sotto il portico, dove la Maestra delle Novizie e la Novizia Barbara ci hanno fatto fare una serie di esercizi simili alle parate militari, camminare in maniera sincronizzata, obbedire  all’unisono ai vari comandi sinistra, destra, avanti ferme, dietrofront. La cosa è proseguita molto a lungo. Non ci è stato rivelato cosa è stato detto, ma come cronista, sono riuscita a conoscere l’argomento odierno: il condizionamento psicologico ed il lavaggio del cervello delle domestiche. Posso quindi immaginare che anche gli strani esercizi eseguiti stamattina fossero in qualche modo legati all’argomento e forse le Signore non vogliono che noi si conoscano i particolari delle loro sofisticate tecniche di dominazione.
Dopo il pranzo, che con nostra gioia continua ad essere abbondante, anche se sono solo fagioli, siamo state convocate nel salone.
La Novizia Barbara ci ha fatto abbassare le mutande e le ha annusate, potete immaginarvi la vergogna che ho provato, quando ha annunciato  che “la sguattera Lucia puzza di piscio, questa vecchia incontinente deve imparare a tenersi pulita”. Mi ha fatto mettere a sedere nudo sulle sue ginocchia e mi ha sculacciata di santa ragione. La Maestra delle Novizie le dava consigli sulla tecnica per sculacciare a lungo senza stancarsi o indolenzirsi troppo la mano. Devo dire che la Novizia Barbara sta imparando rapidamente … fin troppo!.
E’giunta l’ora della pulizia intestinale. Per non perdere tempo le Signore hanno deciso di trattare una serva per giorno a turno. Tocca alla Novizia Barbara  provvedere a queste operazioni, istruita dalla Signora Infermiera. Si decide che impiegherà per Anne una doppia dose di olio di ricino. La meschina deve mettersi in ginocchio e la Novizia le somministra, cucchiaio per cucchiaio il fetido liquido. Non contenta di come la poveretta succhia l’olio la obbliga a pulire meglio il cucchiaio leccandolo accuratamente. Ovviamente la povera Anne stasera non sarà in grado di cenare e credo che nella notte farà vari pellegrinaggi dal giaciglio al secchio!

Un saluto dalla sguattera Lucia.

14 giugno 2011

VILLA PENITENZA: CONCIME DI SERVA

UN ERRORE PAGATO CARO

Cara Monika,
devo subito confessare di aver commesso un gravissimo errore, nel descrivere la gerarchia di Villa Penitenza: i livelli servili sono: sguattera, domestica femme de chambre. I livelli intermedi: postulante, NOVIZIA, sorvegliante  ed infine al top la Signora.
Questa dimenticanza, sommata alla mia tendenza a nominare le Signore per nome, omettendo il titolo, mi è costata una dura punizione da parte della Novizia Barbara, infatti già ieri sera tardi, le Signore riunite la hanno accettata. E’stata anche nominata la Maestra delle Novizie, la Signora Severa, che guida ed istruisce le Novizie nei loro compiti, e probabilmente le castiga, anche se noi serve non veniamo a conoscenza di ciò.
Anne e Brune, con un lavoro durissimo, hanno finalmente terminato di dissodare il giardino. Dove erano erbacce e sterpi, ora ci sono graziose aiuole. Le loro mani si sono indurite e sembrano quelle di un contadino. Prima però di piantare i fiori, bisogna concimare il terreno. La Signora Bancaria ha deciso che “in mancanza di sterco di vacca, concimeremo con sterco di serva”. Si è pertanto deciso di sottoporci ad una dieta molto ricca di scorie e di praticarci una radicale pulizia intestinale una volta ogni due giorni. Anne e Brune dovranno occuparsi di ritirare i secchi da noi usati per gabinetto ed utilizzarli per concimare.
Detto fatto, da oggi alla nostra razione di pastone sono stati aggiunti due mestoli di fagioli e della cicoria selvatica, che siamo andate a raccogliere in grandi quantità. Affamate come siamo divoriamo il tutto, però poi ti lascio immaginare il brontolio di pancia e l’odore che aleggia nel nostro dormitorio!
E veniamo al pomeriggio. Date le mie mancanze sarò io ad essere punita. La Novizia Barbara mi fa mettere sul lettino e provvede, guidata dalla Maestra delle Novizie, alla dilatazione anale. Mi fa parecchio male, poiché passa alla misura successiva a quella a cui ormai ero abituata.
Segue la lezione avanzata di elettroterapia: la Signora Victoria, e la Novizia Barbara, mi collocano diversi elettrodi, compresi il vaginale e il rettale, collegandoli  con gli appositi fili e mi fanno indossare lo “scafandro” e gli stivali di gomma. Mi mettono anche l’elettrodo per la lingua.
E’stata portata una scaletta di 3 gradini che devo salire e scendere decine di volte, a passo di corsa. Non vi dico in che stato sono! Ma ogni volta che rallento, la terribile macchinetta se ne accorge, non so grazie a che sensore, e mi manda dolorose scariche nei punti più delicati. Mi contorco come una marionetta e sudo come se fossi in un forno, il sudore cola dal fondo dello scafandro negli stivali. Inoltre le scariche alla lingua mi fanno sbavare e cola in lunghi fili dalla mia bocca, poiché non ho neanche la forza di asciugarmi. Quando finiscono mi devono svestire e riportare al mio posto perché non mi reggo in piedi.
Insomma, come puoi vedere ogni giorno a Villa Penitenza porta i suoi dolori!
Un saluto dalla sguattera Lucia.

13 giugno 2011

VILLA PENITENZA: RIPRENDE L'EDUCAZIONE DELLE SERVE


LA VITA SI FA ANCORA PIU’DURA

Cara Monika,
e siamo arrivati alla temuta ripresa dei corsi. La Signora Bancaria ci ha tenuto un breve discorso. Oggi riprendono i corsi, con un argomento non ancora toccato: l’elettroterapia. E’molto in voga, anche nel campo medico e sportivo. Inoltre ci ha ricordato che sarebbero continuate le punizioni già da noi meritate. Una novità, invece, riguarda Barbara: le Signore hanno deciso di presentare la sua candidatura come Postulante. Per farla breve ripassiamo i vari gradi organizzativi: al gradino più basso la sguattera, poi la domestica e poi la femme de chambre, che è il grado più alto a cui può aspirare una donna di servizio, a meno che non frequenti appositi corsi. Esistono poi due gradini intermedi: postulante e sorvegliante  ed infine la laurea a Signora.  Non credetevi che i passaggi a postulante e sorvegliante siano semplici: innanzitutto le postulanti sono sottoposte alla stessa identica disciplina delle altre serve, solo che a loro toccano sempre le punizioni più lunghe e dolorose ed i lavori più pesanti. Se dimostrano di saper sopportare, e se alle Signore piace l’idea, passano a sorveglianti. Ora cambia lo status sociale, sorvegliano noi serve e ci somministrano le punizioni. Non sopportano la nostra disciplina, ma vengono punite in privato, molto duramente, se le serve non si comportano bene o se i lavori lasciano a desiderare. Solo un convegno di Signore può assegnare il titolo di Signora. Solitamente si promuove solo una per volta, per cui la mia riabilitazione è in forse. Però sono felicissima per Barbara, le parlerò per dirglielo e per esortarla a non aver alcuna pietà quando si tratterà di punirmi, poiché le signore controllano anche questo.
Ma veniamo alla giornata. Dopo una esaustiva lezione teorica, tenuta dalle tre tedesche, ci vengono presentati i due apparecchi procurati da Infermiera ed in dotazione a Villa Penitenza. Il primo è un apparecchio ad alta tensione, genera un alone luminoso rosa-violetto ed emette un sinistro crepitio. Ci viene avvicinato alle mani, partono lunghe scintille che paiono aghi. L’altro apparecchio è invece una scatoletta per la elettrostimolazione, proprio come quella degli sportivi, è stata potenziata da un amico di Severa, un genio dell’elettronica. Vengono spiegati estesamente i rischi connessi all’uso di questi apparecchi, se non si conoscono a fondo possono presentare rischi gravissimi, per cui “DON’T TRY THIS AT YOUR HOME!”.
La prima che avrà il dubbi piacere di sperimentare il tutto è Barbara, nel suo nuovo ruolo di postulante. Viene legata al lettino, inizia Victoria con l’apparecchio ad alta tensione. Nel suo globo di vetro si vedono scariche viola. Victoria inizia ad avvicinarlo ai seni di Barbara che si lamenta a gran voce. Passa poi alla zona genitale, le grida aumentano. Continua così per un buon quarto d’ora.
Finalmente smette e libera Barbara, che deve ringraziare, rivestirsi e raggiungere il suo posto.
Tocca ora ad Anne, Victoria cambia apparecchio, quello che utilizza ora è molto più complicato, dotato di display, molte manopoline ed una serie di lucette. Le vengono incollati una serie di elettrodi all’interno delle cosce e sul ventre. Vengono collegati dei fili e la torturatrice accende lo strumento. Anne inizia a dare segno, prima di fastidio e poi di sofferenza. Si vedono chiaramente i muscoli che , sotto l’effetto della corrente, si contraggono ritmicamente. Ora l’aguzzina mette delle pinzette ai seni ed inizia a mandare delle scosse anche lì. Aumenta gradualmente l’intensità degli impulsi e la vittima inizia prima a lamentarsi a gran voce, poi ad urlare. Piange e si dimena, ma i legacci sembrano d’acciaio Ma le urla belluine iniziano quando le infila in vagina un grosso dildo, collegato alla scatola delle scosse. Urla e si dispera fino a che la torturatrice non si stanca di sentirla.
E’ora il turno di Brune. Ha assistito al tormento della sua amica e trema di paura. Viene fatta accomodare sul lettino e legata. L’aguzzina le infila un elettrodo davanti ed uno dietro. Per buona misura le mette una specie di bavaglio che pinza la lingua, impedendo di parlare, ma lascia respirare. Anche questo aggeggio è collegato alla scatoletta. Iniziano le scosse. Brune si agita scompostamente , ma può solo mugolare. Victoria spiega che inizierà a mandare scosse anche alla lingua. Bastano cinque minuti e la povera Brune si fa la pipì addosso dal male.
Vorrei potervi raccontare di essermi comportata meglio delle altre, ma quando è stato il mio turno ho urlato, sbavato, mugolato e pianto senza ritegno. La cosa più terribile è che le scosse lanciate  dalla scatoletta non sono continue e neanche ripetute con un certo ritmo, no, arrivano di sorpresa, quando meno te l’aspetti e vanno dalla più leggera che ti fa contrarre tutta, fino alla scarica che ti toglie il respiro. Insomma, mi devono far scendere dal lettino ed accompagnarmi al mio posto dove mi accascio sul tappetino punitivo, non ho neanche la forza di stare inginocchiata.
A sera io e Barbara dobbiamo sottostare alla punizione per l’aiuto dato alle due tedesche. Riceviamo una dozzina di scudisciate a testa, date con tutta la forza della Rottermayer.
Ci pratica poi un clistere di acqua e sale, sono solo 2 litri, ma il sale impedisce che l’intestino assorba il liquido, che così ti tormenta per un tempo infinito. Veniamo poi impannolinate e ci fanno mettere le mutande impermeabili. Ci ordinano di tenere tutto e di non perdere neanche una goccia.. Ci fanno mettere gli zoccoli puntuti e dobbiamo salire e scendere la scalinata, a pancia piena. Ci fanno continuare a camminare, preda delle contrazioni peristaltiche. A un certo punto non ce la faccio più, cerco di stringere, come mi ha insegnato Victoria ed in effetti per dieci minuti ci riesco. Ma è una battaglia persa  ed alla fine riempio le mutande. Le Signore se ne accorgono e mi prendo una nuova dozzina di frustate sulla schiena.
Dovremo restare bagnate, sporche e puzzolenti fino al mattino. Ora sto digitando inginocchiata sul tappetino di punizione. Ho avuto modo di parlare con Barbara, di nascosto. Mi sono felicitata sinceramente per la sua nomina. Se c’è una che merita è lei, l’avevo promossa io a femme de chambre. Le ho chiesto, comunque vadano le cose, che noi si possa restare insieme, che sia io o sia lei la Signora. Poiché so come vanno le cose, soprattutto quando diventerà sorvegliante, le ho detto di non fare favoritismi,. Anzi di trattarmi in maniera giusta ma molto dura, non vorrei che pregiudichi la sua carriera per causa mia.
Ciao Monika, ora mi ritiro. Cosa pensi della situazione?
Un saluto dalla postulante e dalla sguattera.

Un saluto dalle sguattere Lucia e Barbara

Lucia, penso che dal tuo racconto stiamo emergendo spunti molto interessanti e che, inequivocabilmente, il regime e le punizioni a cui sei sottoposta mettano in luce una tua naturale predisposizione al servizio e alla schiavitù domestica. Forse mi sbaglio, ma sarà il tempo a dircelo (e le Signore che sovaintendono alla tua educazione).
Ti abbraccio e nel farlo ringrazio le signore di Villa Penitenza che ti permettono di tenerci informati sugli sviluppi del vostro affascinante percorso educativo e punitivo.
Monika, domestica

Monika, domestica

12 giugno 2011

VILLA PENITENZA: LE SGUATTERE IN "VACANZA"


UNA BREVE VACANZA

Cara Monika,
oggi aria di vacanza a Villa Penitenza. Appena alzate ci ordinarono di lavare immediatamente tutto il nostro corredo, e così le quattro misere serve, nude lavarono, chine sulla fontana in giardino, i loro panni e li stesero poi al sole sulle frasche. Dobbiamo lavarci accuratamente anche noi, sotto una doccia gelida, usando il sapone del bucato. Si attende che i vestiti asciughino al sole, fortissimo, intanto, sempre nude facciamo le pulizie “di fino” in tutta Villa Penitenza. Bancaria ci controlla e ci  riprende più volte, se un oggetto ha la minima traccia di polvere dobbiamo pulirlo nuovamente. Il solito pastone costituisce il nostro pasto. Finalmente le divise sono pulite, ci fanno rivestire e poi, in fila indiana ci fanno uscire. Barbara viene mandata a guidare la fila con l’ordine di farci marciare il più spedite possibile e ci facciamo a piedi i tre chilometri che ci separano dal paese. Qui  ci fanno prendere una corriera fino alla città più vicina. Ci chiediamo a che scopo siamo state portate in città, sogno che magari, ci portino a prendere una pizza o un gelato. Niente di tutto questo, la gita è a scopo culturale, ci portano a visitare il “Museo della Tortura”. Un cupo edificio, già utilizzato nei secoli passati come prigione. Qui sono esposti e illustrati tutti i mezzi utilizzati per far soffrire, Dai più raffinati ai più sanguinari. Mi sento quasi svenire, ma le nostre sorveglianti ci costringono a vedere tutto fino in fondo. L’umore è ora molto più cupo, nonostante il sole.
Ma la cosa che ci fa più soffrire sono i tre chilometri a piedi. Anziché le nostre calzature, ci costringono ad indossare degli zoccoli di legno, al cui interno, a contatto della pianta del piede, sono stati montati numerosi bulloncini a forma di piramide tronca. Sono messi ogni mezzo centimetro e coprono tutta la suola. Non sono pungenti e sono relativamente morbidi, essendo di materiale plastico. Ma vi ricordate il fastidio ed il dolore quando, camminando vi finisce un sassolino nella scarpa? Ecco, qui si tratta di almeno una trentina di sassolini. Camminiamo come papere, come se dovessimo camminare sulle uova. Barbara deve sempre dirigere la fila, se all’andata ci avevamo messo meno di un ora, visto che eravamo in discesa, al ritorno ci mettiamo tre ore. A tratti togliamo gli zoccoli, per cercare un po’ di sollievo, ma il terreno è sassoso e pieno di spine. Inoltre due delle Signore ci controllano da vicino dal loro SUV e ci impediscono di fare soste.
Rientrate a Villa Penitenza, la Signora Infermiera viene a cercarmi e mi dice che mi aspettano per proseguire la mia riabilitazione intestinale. E io che avevo sperato di cavarmela almeno oggi!
Vengo fatta mettere sul lettino, però stavolta a quattro zampe. Inginocchiata fino ad appoggiare le mammelle sul piano. Mi dicono di non preoccuparmi , non mi faranno soffrire troppo. Viene preparato il solito gigantesco apparecchio da clistere pieno di acqua. Prendono una sonda di gomma rossa, che ha all’estremità due palloncini della grandezza di un uovo. Mi preoccupo pensando che sono ancora troppo stretta e non entreranno, ma Infermiera mi mostra ch i palloncini sono sgonfiabili ed entrano anche da un buchetto molto piccolo. Intanto Victoria ricomincia a stimolarmi con il vibratore. Sento che Infermiera mi inserisce qualcosa, un po’ di fastidio e mi dicono “ecco fatto!”. Ora Infermiera mi mette in mano una pompetta, mi dicono serve a gonfiare i palloncini. Lasciano che sia io a farlo. Stimolata a quel modo do un paio di pompate, la sensazione del palloncino interno che si ingrossa non è poi dolorosa, anzi, do altre due o tre pompate. Tanto che a un certo punto Infermiera mi dice, che per le prime volte basta così. Inizia ad entrare il liquido, sento il suo tepore. Anche la sensazione di pieno contribuisce ad eccitarmi. Passano i minuti, sto sempre godendo come una porcella. Ora fermano l’acqua, ho già preso i regolamentari due litri. Mi dicono di rilassarmi pure, coi palloncini non  uscirà una goccia. Dopo un po’ mi dicono di cercare si “stringere”, in modo da riprendere il controllo dei miei sfinteri. Si continua così per un buon quarto d’ora, alternando rilassamento a “strizzate”.  Ora mi accompagnano sul secchio, dove potrò scaricarmi, sgonfiano e tolgono la sonda. Victoria è soddisfatta, le cose sono andate come pensava e da domani potrò subire i regolamentari clisteri punitivi come tutte le altre, senza che ricomincino quelle spaventose coliche.
Non è finita, per espiare il godimento che mi è stato devo sopportare 15 colpi di elastico. Vi assicuro che se non mi avessero fissato saldamente al lettino, sarei saltata giù, un dolore terribile!
Stiamo per coricarci quando Le Signore, capitanate da Bancaria arrivano nel nostro garage – dormitorio. Ci viene detto che questa giornata di riposo è quella di metà corso. Da domani tutto riprende come prima e la Signora Victoria presenterà le punizioni tramite elettroterapia. Ci viene ricordato che siamo, comunque tutte in punizione, Anne e Brune ai lavori forzati, io e Barbara che dobbiamo scontare la condanna per favoreggiamento. Pertanto da domani riprenderanno le punizioni.
È con queste parole che ci spengono la luce. Siamo tutte ancora turbate dalle scene e dagli oggetti visti al museo, perché tanta cattiveria?

Un saluto dalle sguattere Lucia e Barbara

11 giugno 2011

VILLA PENITENZA: PREPARAZIONE DELLE SGUATTERE


NUOVI MALTRATTAMENTI

Cara Monika,
stamattina a digiuno ci siamo presentate nel salone. Nonostante la divisa da domestica tremavamo di freddo ed apprensione. E’prevista una approfondita visita infermieristica per determinare quali punizioni applicarci nelle settimane seguenti. Vengo fatta entrare e spogliare di fronte alle due infermiere. Mi prendono i soliti parametri fisici, altezza peso, pulsazioni e pressione. Passano poi ad una visita ginecologica e ad una esplorazione rettale.  Mi dicono che intendono metterci un catetere per l’urina, ma di calibro piuttosto grosso, quanto i cateteri utilizzati per i maschi (l’uretra maschile è molto più lunga e di grosso calibro). Per facilitare l’inserzione bisogna fare delle dilatazioni progressive utilizzando delle apposite sonde dilatatorie. Mi legano al lettino a cosce aperte. Sento che mi allargano le grandi labbra, mi puliscono con una garzina e mi forzano il buchino della pipì. Una sensazione fastidiosissima ed un bruciore intenso! Inoltre Victoria imprime al dilatatore ben lubrificato, un movimento di va e vieni che sollecita tutte le mie terminazioni nervose. Quando appoggiano un oggetto vibrante al dilatatore mi viene una crisi isterica. Victoria allora sospende la seduta, continueranno nel pomeriggio. Esco camminando con le gambe strette, per la sensazione di bruciore e lo stimolo, a vuoto, di fare pipì. Dopo di me tocca alle altre, che non hanno migliore fortuna, almeno a giudicare dai lamenti e da come cammineranno uscendo dal salone.
Dobbiamo poi sbrigarci per riuscire ad assolvere i nostri lavori prima di pranzo, altrimenti ce lo fanno saltare. Nel pomeriggio veniamo chiamate per la pulizia intestinale. Devo confessare che, nonostante abbia punito innumerevoli volte Barbara con dei clisteri somministrati da me o dall’Infermiera, io i clisteri non li sopporto proprio. Questo è forse dovuto al primo clistere che mi venne somministrato in gioventù in clinica, da una brutale monaca, senza la minima delicatezza e causandomi terribili crampi, una vera colica. Non è che una sguattera possa obbiettare agli ordini di due infermiere. Guardo con terrore il voluminoso apparecchio, che apprenderò è di 3 litri. Mi infilano la sonda ed iniziano. Dopo meno di un minuto spruzzo di liquido tutto il lettino. Mi colgono terribili dolori di pancia e mi rannicchio in posizione fetale, senza quasi riuscire a respirare. Devo riconoscere la professionalità delle due infermiere: anziché prendersela con me mi somministrano delle gocce facendomele mettere sotto la lingua, in  capo a qualche minuto i crampi si diradano e mi riprendo. Mi interrogano e racconto la mia storia. Victoria dice che crede di sapere come farmi superare il blocco, devo avere assoluta fiducia in lei ed in capo ad un paio di sedute sarò in grado di ricevere clisteri come le altre. Accetto ed allora mi legano al lettino, ora Victoria inizia a stimolarmi clitoride e vagina con un oggetto vibrante, costituito dalla testina di uno spazzolino elettrico. In breve sono preda di un orgasmo spaziale, nel mentre mi infilano la sonda e sento l’acqua entrare. Sono però preda delle ondate di piacere e, quando inizierò a provare disagio avrò già ricevuto un litro di clistere. Victoria è orgogliosa della propria intuizione, domani, secondo lei sarò già in grado di ricevere tutti e due i litri e la volta successiva non ci sarà più bisogno di eccitarmi.
Devo però scontare di aver goduto come una porcella, nel salone, di fronte a tutte le altre mi vengono somministrati 20 colpi di battipanni. Inoltre mi viene applicato il “torchio mammillare”: si tratta di due assicelle di legno che possono essere strette tra di loro tramite tre viti con manopoline di plastica. Si applicano le assicelle una sopra ed una sotto i seni, si mettono le viti e si inizia a stringere. Semplice e molto doloroso, in particolare se qualcuna ti pizzica i capezzoli già paonazzi per la compressione a cui sono sottoposte le tette.
Le Signore mi incaricano di riferire che hanno molto apprezzato i vostri suggerimenti per le punizioni. Verranno gradatamente adottati.
Insomma, anche  questa dolorosa giornata è finita, se permetti Monika, io mi ritiro, sperando di riuscire a dormire, perché mi sento ancora tutta scombussolata per i trattamenti e i maltrattamenti ricevuti.
Un saluto dalle sguattere Lucia e Barbara

disegno © Georges Pichard

10 giugno 2011

VILLA PENITENZA: ARRIVA IL LETTINO


UN NUOVO ARRIVO

Cara Monika,
mi pare siano ormai due settimane che siamo rinchiuse a Villa Penitenza, a tratti vengo assalita dallo sconforto. Mi era stato detto che il periodo di servizio sarebbe stato di un mese, ma le Signore mi hanno comunicato che terminerà  solo quando mi considereranno redenta e che allora verrà deciso se potrò tornare ad essere una Signora o se la mia vita resterà di sguattera. Non ti dico quante lacrime nel buio della notte. Come se non bastasse  sono mestruata, ho cercato di non far notare la cosa ma Teutonica e Rottermeyer si sono divertite a tormentarmi con strizzate e schiacciamenti del seno dolorante.  Teutonica ha ripreso a somministrarci i semini, con le conseguenti operazioni di recupero. Ti avevo detto del viaggio della Signora Infermeira per rifornire la Villa di mezzi disciplinari, è tornata col SUV carico di pacchi, oltre a quelli c’era un lettino di contenzione, simile a quelli degli studi medici. Ed in tarda mattinata è arrivata Frau Victoria, una collega tedesca di Infermiera. E’stata informata dell’accaduto ed ora aspettiamo tremando che termini la riunione delle Signore. Intanto non restiamo con le mani in mano, Anne e Brune continuano nel loro lavoro, sempre più ustionate e con le mani piene di vesciche, provocate dai manici degli attrezzi, infatti è stato loro proibito nella maniera più assoluta di utilizzare i guanti, altrimenti potrebbero danneggiarli. Io e Barbara, intanto abbiamo dovuto lucidare la villa e scaricare il bagagliaio del SUV portando tutto il materiale nella sala. Non ti dico la fatica col lettino. Tra l’altro questo lettino è proprio come quello dei ginecologi ed ha una serie di cinghie per fissare la malcapitata nella posizione desiderata. Continua l’allenamento con i dilatatori, ormai io e Barbara siamo “cresciute” permanentemente di una misura. Anne e Brune, grazie all’intenso allenamento hanno già guadagnato tre misure.
Pare che domani Infermiera e Victoria vogliano iniziare una serie di trattamenti su di noi. Per stasera ci  hanno fatto prendere una pastiglia ed una tazza di tisana, domani mattina verremo tenute digiune.

Un abbraccio dalle serve Barbara e Lucia.

disegno ©  G. Pichard

ALCUNE PROPOSTE PUNITIVE PER LE SGUATTERE LUCIA E BARBARA

PRIMI SUGGERIMENTI PER LE PUNIZIONI DELLE SGUATTERE LUCIA E BARBARA

Abbiamo ricevuto finora due proposte che giriamo alle gentili Signore di Villa Penitenza.
Restiamo in attesa di eventuali altri suggerimenti.
Monika, domestica

"Domestica Monika,
suggerisco alle care signore di Villa Penitenza di applicare alle due sguattere Lucia e Barbara un severo programma di esercizi disciplinari (per la durata di 5 ore al giorno per una settimana) in tenuta completamente impermeabile (mutande di gomma, "scafandro" impermeabile, grembiule di gomma pesante, guanti e fazzoletto pure dello stesso materiale),  seguito da una fustigazione quotidiana in crescendo (10 colpi il primo giorno, 20 il secondo e così via).
Ciò non esonererà le punite dai loro doveri di serve, ovviamente.
Con stima assoluta per le Signore della Villa,
Sandra B."

"Serva, comunica alle gentili educatrici della Villa questa mia proposta: che le due sguattere si sculaccino a vicenda una sulle ginocchia dell'altra per tre volte al giorno per sette giorni sotto stretta sorveglianza delle Signore. Ogni energica sculacciata sia di come minimo di 20 minuti a testa nei seguenti orari: alle 8 del mattino, alle 14 del pomeirggio e alle 19 della sera. A conclusione della giornata, prima di dormire ogni sguattera, abbigliata con le proprie mutande impermeabili praticherà all'altra un consistente clistere punitivo. La prima che avrà il cattivo gusto di liberarsi nelle proprie mutande riceverà una fustigazione supplementare dalle buone Dame della Villa, SENZA POTERSI TOGLIERE LA PROTEZIONE GOMMATA. Grazie alle care Dame per il loro lavoro, il loro sacrificio educativo e la loro generosa abnegazione.
Contessa Marisol"

"Mi sento rimescolare la pancia, al pensiero di cosa ci attende. Spero che almeno non ci gonfino la pancia come un otre! E poi quel lettino e quei preoccupanti attrezzi, che abbiamo dovuto preparare in una vetrinetta, penso che stanotte non dormirò molto.
Un saluto dalla preoccupata Lucia."


disegno © G. Pichard

9 giugno 2011

VILLA PENITENZA: LA RIPRESA DEI CORSI


LA RIPRESA DEI CORSI

Cara Monika,
stamattina dovevano riprendere i corsi. Dopo la sveglia siamo state convocate nel salone, dove la Signora Bancaria ha spiegato i cambiamenti che ci sarebbero stati sia nel trattamento di noi serve che nel programma.
Si è giunti quindi al temuto momento della marchiatura delle due ladre. Esse verranno marchiate con una L impressa a fuoco nelle loro carni. Infermiera ha portato un fornello da campeggio su cui è stato posto un ferro da marchiatura costituito da un profilato metallico, appunto a forma di L, di dimensioni ragguardevoli. Un brivido è serpeggiato tra noi serve, alla vista dell’orribile attrezzo, pensando al dolore che avrebbe fatto nelle carni delle condannate. La prima a venire trascinata nel salone è Anne. Viene legata prona, a sedere nudo e bendata. A questo punto, la Signora Infermiera sostituisce il grosso ferro da marchiatura con un altro molto più piccolo, la suppliziata, essendo bendata non lo sa. Si sente il sibilo del fornello, Anne suda copiosamente, devono essere momenti di terribile paura. Finalmente Infermiera giudica che il ferro è pronto, Rottermayer e Teutonica si siedono sulla condannata per tenerla perfettamente immobile, Infermiera avvicina il ferro alle carni, fa in  modo che la condannata senta il calore che si avvicina inesorabile e poi affonad con decisione il ferro nella chiappa della tedesca. L’urlo disperato di Anne quasi ci assorda, ma Infermiera non demorde, continua a spingere il ferro contro la carne, si alza una nuvoletta di fumo e si sente il tipico odore di pollo ai ferri. La scena sarà durata magari un solo minuto, ma mi è parssa un eternità. Tolto il ferro, le tedesche si sono alzate dalla propria vittima, che, sebbene trattenuta dai legami cercava di divincolarsi, per tentare di calmare il dolore. Non c’è stato nulla da fare, per 5 minuti ha dovuto sentirsi un discorsetto del tribunale sull’espiazione delle sue colpe. Poi finalmente Infermiera l’ha medicata. Anne non lo ha disto ma il suo marchio è piuttosto piccolo, anche se le ha fatto un male esagerato, tutto sommato è anche una cosa di moda, il ricordo permanente della sua colpa. La stessa scena si ripete per Brune. Ora le due marchiate vengono fatte mettere in ginocchio sui loro tappetini. Riprendono i corsi, per me e Barbara si riprende la lezione sull’allargamento dello sfintere e l’utilizzo delle apposite pomate. Infatti ci vengono insegnate le particolarità dei vari lubrificanti, a partire da quelli da cucina, burro ed olio d’oliva, alla intramontabile vasellina, per giungere alla moderne pomate per utilizzi medici, alcune delle quali contengono anche un componente anestetico. Nonostante le pomatine passiamo una buona mezz’ora di dolori, in particolare quando ci mettono al misura superiore alla nostra capienza. Dice Infermiera che dopo tre – quattro sedute saremo già in grado di passare alla misura successiva, se ci impegnamo. Speriamo che non ci dia anche i compiti a casa!
Nel pomeriggio, anzichè la lezione pratica siamo state convocate all’esterno, per essere testimoni di un ulteriore punizione per Anne e Brune, sono state legate nude a quattro paletti infissi nel terreno e Severa ha buttato loro addossso palettate di terra e formiche prelevate da un formicaio del giardino. Inutile dire che erano formiche rosse, di quelle che quando mordono iniettano un acido che duole a lungo.
Monica, ora ti salutiamo, vi ricordo le nostre punizioni, altrimenti finisce che è la Signora Infermiera  a punirci e testare i suoi nuovi, spiacevoli attrezzi.
Un abbraccio dalle serve Barbara e Lucia.

VILLA PENITENZA: I LAVORI FORZATI


I LAVORI FORZATI

Cara Monika,
stamattina siamo state convocate in salone. Il tribunale, presieduto da Bancaria era già riunito. Sono state trascinate le colpevoli, pallidissime, che si tenevano in piedi a fatica. Mi hanno fatto molta pena, torturate, maltrattate e tenute a digiuno, senza bere e rinchiuse in condizioni terribili per tre lunghissimi giorni e notti. Siamo state tutte fatte inginocchiare sui nostri tappetini di penitenza.
Le durissime sentenze sono state lette: Anne e Brune sono riconosciute colpevoli di furto, effrazione e attentato alla salute delle ospiti di Villa Penitenza. Verranno marchiate a fuoco, messe ai lavori forzati ed utilizzate come cavie per tutte le punizioni che verranno presentate da adesso in poi. Ma non era finita! Siamo state chiamate anche io e Barbara, immaginatevi la nostra sorpresa e la paura: siamo state viste da Severa ieri sera, mentre davamo da bere alle due detenute, mosse a compassione dalle loro condizioni dopo due giorni di maltrattamenti, sete e fame.
Siamo riconosciute colpevoli di favoreggiamento. Il tribunale però stabilisce che le punizioni a cui dovremo essere sottoposte dovranno essere stabilite da una giuri di nostre pari.
Pertanto Monika, chiederei in particolare a te ed alle altre serve del blog di suggerire, magari tramite i commenti, le punizioni da assegnarci. Vi preghiamo di farlo in modo che anche noi si possa espiare la nostra colpa, anche perché altrimenti provvederanno le nostre temibili Signore!
Appena tolta la seduta del tribunale, Infermiera e Severa si sono recate nella città più vicina per rifornirsi degli opportuni mezzi correttivi. Le restanti Signore hanno fatto denudare Anne e Brune, sono poi stati fatti indossare stivali di gomma, mutande impermeabili e grembiule da giardiniere, oltre al fazzoletto da testa. Così rivestite sono state portate nel terreno all’esterno di Villa Penitenza, richiuso da alte mura. Qui è il regno delle erbacce, non è mai stato coltivato dai tempi in cui la villa venne costruita. Sono stati loro consegnati piccone, badile e zappa. Dovranno dissodare il terreno e trasformarlo in un giardino impeccabile. Per oggi hanno iniziato a sradicare le erbacce a mani nude! Inutile dire che tra le erbe ve ne sono di urticanti e spinose. Inoltre sono il rifugio di innumerevoli specie di insetti e di molti formicai di formiche particolarmente feroci. Le ho viste quando sono state fatte rientrare per il pasto serale, la pelle nuda, esposta al sole era già paonazza, un magnifico contrasto con le parti coperte da mutande, gambali e grembiule. Portinaia ha tastato loro la schiena provocando gemiti di dolore, penso che stanotte dormiranno a pancia sotto!
Monika, vi saluto tutte Signore e serve.
Un abbraccio dalle sguattere Barbara e Lucia

foto © Monika
diesgno © G. Pichard

7 giugno 2011

LA SGUATTERA LUCIA SVELA IL MISTERO DI VILLA PENITENZA - 2


LA SEDUTA INQUISITORIA
Cara Monika,
stamattina, abbiamo potuto fare la solita misera colazione, poi io e Barbara siamo state convocate in salone. Le Signore sono arrivate e sono state portate anche le colpevoli.
Bancaria le ha interrogare e, di fronte al loro silenzio ha detto di iniziare la seduta inquisitoria.
Una alla volta, le poverette entrano nella stanza delle torture dove vengono costrette, sotto minaccia del frustino, a bere a piccoli sorsi alcuni bicchieroni di pipì, poi con il brutale metodo di ieri le costringono nuovamente a rigettare, una scena veramente orribile. Le poverette sono sfinite.
Per ritemprarle Teutonica massaggia energicamente i loro posteriori col frustino. Non sono molti colpi ma vi assicuro che li sentono!
L’Infermiera parlotta con Bancaria, ora Anne viene costretta  a mettersi inginocchiata davanti alla panca e deve appoggiarvi il busto, la legano strettamente con svariati giri di nastro. E’completamente inerme.
Infermiera prende il vasetto di pomata al mentolo e ne sfrega un po’ sulle gengive di Anne, in modo che questa si renda conto del bruciore provocato alle mucose. Prende il divaricatore della misura di Anne e lo spalma accuratamente di pomata al mentolo, poi con molta calma inizia ad usarlo. Per i primi secondi la punita non sembra quasi soffrire, poi evidentemente il bruciore cresce rapidamente, tanto che tenta di divincolarsi, piange ed inizia ad urlare. Naturalmente questo non smuove la sua aguzzina che, dopo un po’ estrae l’attrezzo e ne prende uno della misura superiore. Solita lubrificazione e tenta di inserirlo. Evidentemente il bruciore ha ristretto anche di più lo sfintere perché Anne urla come un maiale sgozzato. Per farla breve, la poveretta deve prendersi 4 divaricatori del set di 8. Le viene messa la pomata lenitiva per ridurre un po’ l’infiammazione e viene riportata nel salone a meditare sulle proprie disgrazie.. E’ora il turno di Brune. Si vede che udire le urla della collega l’ha terrorizzata, tanto che, sperando in chissà che possibilità di clemenza dichiara di avere il proprio ciclo. Ciò le vale un bel po’ di strizzate ai seni gonfi e doloranti, che sicuramente le fanno capire che non si scherza. Infermiera mette anche a lei la pomata al mentolo sulle gengive, gli occhi della tedesca ruotano per il terrore. Viene inserito il primo divaricatore, fra urla e pianti. Bastano quindici minuti e l’introduzione della misura successiva,  per convincere la colpevole a confessare le proprie colpe e quelle dell’amica. Per evitare di essere colte sul fatto mettevano del sonnifero nel cibo delle Signore. Anche a noi veniva somministrato il sonnifero, ma eravamo comunque talmente stanche da dormire anche quando ci tennero a digiuno. Una volta che tutti dormivano, aprivano la porta della dispensa, non con la chiave, ma togliendo i cardini. Si abbuffavano allegramente, sicure che nessuno potesse sorprenderle e poi tornavano a coricarsi. Ora si spiega la mia stanchezza, il mal di testa e, mi dice Infermiera, la stitichezza di cui più d’una ha sofferto, dovute appunto a questo potente sonnifero!
Con tutti gli avvenimenti l’attività educativa di Villa Penitenza si è fermata, siamo in attesa che il Tribunale Inquisitorio arrivi ad una decisione ed emetta una sentenza. Per la prima volta da giorni e giorni a me e Barbara sono state arricchite le razioni, sarà perché tanto le due disgraziate vengono tenute digiune.
Ciao Monika,
un abbraccio dalle sguattere Barbara e Lucia