DISCLAIMER

ATTENZIONE: IL CONTENUTO DI QUESTO BLOG È RISERVATO ESCLUSIVAMENTE AD UN PUBBLICO MAGGIORE DI 18 O 21 ANNI, SECONDO LE LEGISLAZIONI VIGENTI NEL PROPRIO PAESE. CHIUNQUE PROSEGUA NELLA LETTURA LO FA CONSAPEVOLMENTE Il blog LA DOMESTICA RISPONDE è da considerarsi completamente opera di fantasia. I personaggi e le situazioni descritte sono fittizi, e l'eventuale somiglianza con persone o fatti esistenti è da ritenersi totalmente accidentale. RIPRODUZIONE VIETATA - TUTTI I DIRITTI RISERVATI © JANINE SOUILLON, LUGANO, CH

23 luglio 2012

POESIA DELLA SERVA DI FRAU JULIA

Cara Monika,
ho trovato un nuovo bigliettino nel nascondiglio della serva.
Anche stavolta ha scritto una poesia autobiografica,
te la giro, in modo che tu possa pubblicarla.
FrauJulia

-------------------------------------------

Tempo d’estate

La serva rinchiusa in cantina,
un banchetto ha preparato in cucina.
La Signora riceve l’amante,
la serva nel buio circostante.
Udirà la serva ogni orgasmo,
la mano sfiorerà fino a causare lo spasmo.
Ed infine, a cose finite,
le colpe non passeranno impunite.
Toccarsi per le serve è peccato,
e sicuramente non sarà dimenticato.
Penitenza lunga e dolorosa,
quella che attende la smorfiosa.
Per calmare le serve eccitate,
prima l'ortica e poi le nerbate.
Ed infine sul sedere rosseggiante,
la rea lacrimando rialzerà le mutande.
Bacerà la mano giustiziera e
di servire la Signora andrà assai fiera.

PENSION BALNEARIA 48


Cara Monika,
inutile dirti che con la fame niente affatto placata dallo yogurt, il mal di pancia dato dal trattamento subito e dalll’olio di ricino che mi era restato giù, non ho dormito affatto, ho passato parte della notte sul secchio destinato ai bisogni.
Né mi ha aiutato a rilassarmi il pensiero che la cosa si sarebbe ripetuta all’indomani. Alla mattina ci alziamo e dobbiamo svolgere parte dei nostri lavori, poi veniamo nuovamente convocate “por l’hydroterapia”. Veniamo nuovamente fatte mettere in posizione e legate ben strette. Sono la prima per il trattamento. Vedo la perra portarsi davanti a me con una larga scatola piatta, contiene un assortimento di sonde di gomma. Trasecolo, sono tutte lunghissime, di tre misure diverse. La più corta sarà sui 20 – 30 centimetri, grossa come un mignolo, con una punta arrotondata e un paio di fori posti leggermente prima della punta. La media è preoccupante: lunga 50 – 60 centimetri ed è larga come un dito medio. La lunga è spaventosa: lunga 80 – 90 centimetri e larga come un dito pollice. La perra gioca come il gatto col topo, fingendo di fare una immaginaria conta, per la scelta della sonda. Viene scelta la seconda, stavolta la piantana sostiene due enormi contenitori, delle vere e proprie botticelle, dotate di rubinetto e di un tubo ad Y che le riunisce e si collega alla sonda. La perra si mette allegramente i guanti, lubrifica ammiccando la sonda e si porta dietro di me, vedo l’azione nel monitor. La sonda viene inserita e spinta lentamente. E’molto fastidiosa. La sento scorrere in punti inarrivabili dentro di me. Ad un tratto non avanza più ed allora la perra fa aprire l’acqua, un fiotto caldissimo mi invade e, aiutata da questo, la sonda riprende la inesorabile e dolorosa marcia, a tratti viene estratta un pezzo e poi affondata dolorosamente ancora di più. E finalmente la sonda è tutta dentro di me, l’acqua inizia a gonfiarmi. Ben presto non ne posso più, ma inutile contrarre la pancia, il getto della sonda è inarrestabile. Finalmente la perra ritira la sonda, ammonendomi che se non terrò l’acqua sufficientemente a lungo dovrà ripetere l’operazione.
La frase ti mette in agitazione, vorresti obbedire per evitare altri dolori, ma poi iniziano i dolori e tua a stringere e soffrire … fino a che cedi, e subito l’aguzzina a dirti che dovrà ripetere il clistere con ancora più acqua, visto che non collabori. Comunque la perra mi annuncia che potrò riposarmi un po’, mentre passa al trattamento di Pilar.
Anche a Pilar, ora, tocca il trattamento tradizionale e anche per lei la sonda da 60 cm. Anche per lei la dolorosa introduzione e l’interminabile fiotto di liquido. Inutile dire che neanche lei riesce a soddisfare la perra come tempo di ritenzione.
Veniamo fatte rialzare un momento. La perra ci guarda e confabula a lungo con Caridad e la venditrice degli apparecchi di idroterapia. Si vede che sono abbastanza contrariate, sento dei brandelli di frasi, “estan gordas”, “vientre flacido”, “parecen un barril”. A quanto pare i trattamenti non hanno raggiunto l’obbiettivo e le donne si innervosiscono.
Dobbiamo svuotare le tinozze poste sotto di noi. Tra purghe e clisteri il liquido è ormai abbastanza pulito.
Ora la perra inserisce la sonda più lunga, la inserisce come prima con un fastidioso e doloroso va e vieni, che rende l’operazione lunghissima. Giurerei che si sta divertendo, io un po’ meno! Poi viene aperta l’acqua caldissima come prima, però giunti a metà riempimento la perra chiude il rubinetto di un contenitore ed apre l’altro. Dopo pochi istanti sento nell’intestino una lama gelata. L’acqua del secondo contenitore è fredda e provoca dei fortissimi crampi. Non posso che piangere e supplicare che si fermi. La perra mi massaggia lungamente la pancia, beandosi delle contrazioni che mi sta provocando. Poi diminuisce un po’ l’apertura del rubinetto. Ma la situazione è ancora peggiore, infatti il riempimento diventerà interminabile, con crampi gorgoglii e dolori. Sempre con la perra che preme dolorosamente la pancia un po’ da una parte un po’ dall’altra e divertendosi a sentire lo sciacquio. Stavolta, non fidandosi della mia tenuta, la perra mi tappa utilizzando una specie di suppostona intagliata nel jabon “hiel de vaca”, un sapone da bucato molto irritante. Infatti, dove il buchetto stringe la base assottigliata del tappo, brucia moltissimo. E così mi trovo tra incudine e martello, per trattenere il mare di liquido che mi gonfia come un otre devo stringere disperatamente il buchetto ma questa operazione provoca un terribile bruciore. Inoltre il sapone che, a contatto con l’acqua del clistere, si scioglie contribuisce ad aumentare il mal di pancia.
E non mi consola il fatto che mentre io sono preda della nausea per l’acqua che sento risalire fino in gola e smanio per i dolori, anche Pilar riceva il medesimo trattamento. Resistiamo per una buona mezz’ora, da brave pazienti, con i pancioni gonfi, gorgoglianti e dolori da partorienti.
Ma un altro stimolo doloroso supera ormai tutti gli altri: tutta l’acqua ricevuta mi ha riempito la vescica e ormai se non faccio pipì esplodo. E quando dico alla perra che non ce la faccio più mi guadagno una altra bella schiacciata di pancia proprio in corrispondenza della vescica!
Sembra che abbiano aperto una diga, le contrazioni sparano fuori il tappo e un fiume di acqua va a riempire la tinozza e finalmente posso dolorosamente liberarmi.
A cose fatte le nostre tormentatrici non si capacitano: le pance sono ancora gonfie e l’acqua emessa è ancora perfettamente limpida.
C’è sconcerto tra la perra e le altre, evidentemente il messaggio che si vuol dare è che per risolvere i problemi di pancia gonfia basti venire alla Pension Balnearia e sottoporsi ad un trattamento idroterapico, ma le nostre pance le contraddicono.
Nell’attesa di una loro decisione veniamo rimandate barcollanti, tremanti e prede dei morsi della fame, a lavorare.
Ciao Monika, prossimamente ti racconto le ultime dolorose invenzioni di perra & C per trasformarci con un ventre sgonfio e tonico.
sguattera “vaciada” Nadia.
(48- continua)

14 luglio 2012

PENSION BALNEARIA 47


Cara Monika,
e così, come ti raccontavo, ci troviamo in procinto di essere nuovamente punite, in presenza della televisione, che riprenderà ogni istante e che poi realizzerà pubblicità, documentari e, temo, filmetti a luci rosse.
Veniamo spintonate dalle simpatiche Gog e Magon fino alla sala di hydroterapia. E’un ambiente incredibile, vale quasi da solo una puntata del mio racconto: un enorme sala liberty, dotata di ampie vetrate, però con i vetri smerigliati. Al centro della sala delle pareti di legno, alte un paio di metri, delimitano una stanza più piccola, le pareti di questa saletta hanno dei fori, in corrispondenza dei quali è disposto una versione più comoda del potro, una specie di mezzo lettino. In pratica chi occupa questo lettino si trova prono, con la testa ed il torace nella saletta interna e il resto del corpo nella sala esterna, messo a 90 gradi, con i piedi a terra, appoggiati in una grossa tinozza. Al centro della saletta interna un elegante tavolino da tè. In pratica, viene spiegato dal documentario realizzato, che ho avuto occasione di vedere, questo era il “salon de enema”. Qui le ricche clienti porgevano il posteriore alle energiche cure idrauliche di robuste infermiere, mentre dall’altro lato del muro, chiacchieravano amabilmente con le compagne di cura, leggevano, sentivano musica classica ed addirittura, veniva servito loro il tè. Insomma, un modo di salvare la faccia e di ignorare tutto il corollario di spiacevolezze associato al trattamento. Da non credere!
Ma veniamo a me, poiché come dice la perra ho “cometido la felacion” verrò punita anche attraverso la bocca. Mi fanno mettere su di un inginocchiatoio e mi legano con le apposite cinghie. A questo punto la perra, che per l’occasione si è data un look da dottoressa, mi si avvicina con una bottiglietta scura ed un cucchiaio. Capisco subito che intende purgarmi. Mi dice di non pensare neanche a disobbedire, altrimenti mi farà pentire di essere nata. Versa un cucchiaio di purga e mi costringe ad inghiottirla. Ora, come già raccontato, non è la prima volta che subisco questa punizione, ma stavolta l’odore ed il sapore sono mille volte peggio. Non sono passati neanche cinque secondi e sono squassata dai conati di vomito. Evidentemente se lo aspettavano, le cinghie mi trattengono, altrimenti cadrei anche per terra. Appena ripreso fiato la perra ghigna e mi dice “te gusta? Es el aceite de ricino tradicional, no es desodorizado”. E giù una seconda cucchiaiata. Tra un conato e l’altro mi costringe ad “disfrutar” il contenuto della bottiglietta fino a che non giudica che me ne sia restato giù abbastanza!. La intera operazione dura un interminabile quarto d’ora. Non mi reggo in piedi, gog e magog mi tirano su e mi legano su uno dei lettini. Lo stesso accade a Pilar.
Poichè abbiamo il torso affacciato nel salottino non vedremmo niente di cosa stanno preparando per noi. La perra, però, generosa come sempre, si premura di far portare un monitor in modo che non ci perdiamo il vergognoso spettacolo delle nostre parti posteriori. Poi la perra dice che bisogna rispettare la tradizione, ma, anziché del tè fa portare dello spumante e, sotto l’occhio delle telecamere dobbiamo brindare più volte con lei. Lo spumante ci dà inevitabilmente alla testa, inoltre una delle aguzzine si premura di stimolarci intimamente con un aggeggio vibrante. Comprendo subito che lo scopo è di avere un filmato in cui pare che noi ci si diverta e si venga eccitate, durante i trattamenti che ci verranno inflitti. Comunque che vergogna, ora la perra ha costruito una prova televisiva in cui pare che noi si sia sue, se non complici almeno collaborazioniste!
A proposito del salottino, non capisco una cosa, se le clienti della Pension erano così rilassate durante questi trattamenti, da addirittura ascoltare musica e prendere il tè, a cosa servivano le robuste cinghie imbottite con cui siamo state legate? Inoltre, una volta che i trattamenti avessero sortito l’effetto desiderato, essendo legate come potevano “ir a los aseos?”.
Ma ecco che nel monitor vedo la perra, nel suo camice che armeggia con una gigantesca “pera de goma”. Spiega, a beneficio della televisione che, poiché soffro di una forte stitichezza, inizierà con una bella “pera de aceite de oliva por lubricar”. E ben presto sento penetrare il beccuccio. L’olio tiepido è piacevole, ma dalla perra ci si deve sempre aspettare il peggio, la “pera” è stata riempita solo a metà ed alla fine, con forte gorgoglio mi inietta, anzi direi che mi “spara” dentro una grossa bolla d’aria, sicuramente molto meno confortevole dell’olio tiepido. E ad operazione eseguita resto lì, legata. Nessun effetto particolare, ma l’olio è subdolo, nonostante io stringa ben bene, lo sento colare pian piano dal buchetto lungo l’interno delle cosce, la cosa è ben documentata dai cameraman. Passata una mezz’ora, la perra torna alla carica, spiega che ora c’è bisogno di un “tratamiento radical” per iniziare a sbloccarmi, e viene consigliato “un robusto enema de jabon”.
Ben presto viene portato un antico marchingegno, una piantana con un apparecchio di vetro, pieno fino all’orlo di acqua talmente carica di sapone da parere latte, dalla parte superiore trabocca della schiuma. E qui la perra mostra la cannula di ebanite nera: la punta è ingrossata quanto un oliva. La cannula viene inserita senza toppi complimenti ed il rubinetto viene aperto. L’acqua è caldissima, la avverto distintamente entrare. E l’effetto della mistura non si fa attendere, inizio a sentirmi piena e a sudare come una fontana. Nel monitor vedo che l’apparecchio è stato messo piuttosto basso, segno che la perra vuole che la somministrazione sia lunga, interminabile. Ma ha fatto male i suoi conti sulla mia resistenza. Dopo aver implorato che mi sleghino, che devo andare in bagno eccetera, cedo ignominiosamente, non è entrata neanche metà dell’acqua. Sento il getto di liquido ancora caldissimo scendere lungo le gambe, nella tinozza entro cui appoggio i piedi. Le riprese mostrano vergognosamente che non è più solo acqua! Che vergogna! E cerco di non pensare che chissà in che mani finiranno le riprese che stanno facendo!
Mi aspetto chissà che castigo, ma non ho tenuto conto dei tempi televisivi, è ora il turno di Pilar. Lei la fortunata è destinata ai tanto pubblicizzati trattamenti moderni, quelli che la perra intende pubblicizzare. Poi la perra mostra la cannula destinata alla povera Pilar, è decisamente molto grossa, un piccolo pene, da cui si dipartono due grossi tubi che finiscono in un avveniristica macchina di plastica bianca, tutta lucette e pulsantini, mi viene in mente che, dato il colore e la moda del momento potrebbero battezzarla iEnema!
Ma non è il momento di scherzare, un minimo di lubrificazione e la cannula viene lentamente inserita in Pilar, che dai gemiti, non gradisce affatto l’intrusione. Il tutto, come spiega la voce di una presentatrice, assicura un “tratamiento” piacevole, indolore ed inodore. E la perra schiaccia bottoncini e regola rubinetti, ma ci sono difficoltà, ripete più volte la sequenza di operazioni ma niente. Vediamo la produttrice del marchingegno che riprova senza successo, poi estraggono la cannula da Pilar, si è intasata! E così alla perra viene consegnata una nuova cannula, se la precedente era grossa, questa ha quasi le dimensioni di un pene! E, dopo una bella lubrificata, Pilar è costretta ad … inghiottire anche questa. Nuova sequenza di pulsanti e rubinetti e l’apparecchio si mette in moto. Ora, viene presentato come un piacevole lavaggio, ma lì, legate sui lettini sento distintamente Pilar ansimare e cercare di respirare come un cagnolino. Le chiedo come va e mi risponde sussurrando che è un continuo sentirsi pienissima e che ha parecchi crampi. L’operazione dura una buona mezz’ora. Poi la perra, inquadrata dalle telecamere, annuncia che il trattamento preliminare del primo giorno è terminato e che nei giorni successivi vi saranno dei “tratamientos mas eficaz”. Ovviamente, una volta spente le telecamere, veniamo slegate e dobbiamo ripulire, inginocchiate, le tracce della nostra vergogna dalle tinozze, nonché lucidare il tutto per il giorno dopo.
Veniamo rinchiuse in due stanzette tipo clinica. La perra ci annuncia che ci verrà dato solo dello yogurt. Ora, qui è tradizione che i pasti principali finiscano con il “postre”, il dolce che spesso è sostituito da yogurt, sicuramente più salutare. Dall’arrivo della perra non abbiamo più assaggiato alcun postre, sono contenta della notizia, ma poi capisco che per chissà quanti giorni vivremo solo di quel vasetto di yogurt “mugnificamente” concessoci.
Cara Monika, un abbraccio
“paciente” Nadia
(47- continua)

7 luglio 2012

PENSION BALNEARIA 46


Cara Monika,
mi accorgo di non averti descritto la troupe televisiva. La regista si chiama Caridad, una morettina di Barcellona, piccola e tutto pepe. I suoi aiutanti sono due ragazzoni un po’ timidi che unici tra tutti chiamano anche noi serve “senorita”.
Per qualche momento avevamo sperato che la presenza della televisione avrebbe limitato la cattiveria della perra nei nostri confronti, invece è ancora peggio. Inoltre, poiché tutto viene registrato la perra ha la possibilità di vedere anche cose che prima ignorava. Una di queste è l’ “omaggio alla Signora”, in pratica in uno dei corridoi c’era una foto della Signora e noi serve, passando di lì facevamo un inchino. Come la perra se ne è accorta, guardando le riprese, siamo state tutte punite tenendoci a digiuno due giorni e la foto della Signora è stata rimossa e bruciata davanti a noi.
Altra novità: anziché l’uso di un normale wc, ora dobbiamo usare un wc “alla turca”. La cosa è particolarmente fastidiosa perché, essendo usato anche dai giocatori è sempre molto sporco e puzzolente. Così non possiamo più sederci neanche durante la pausa bagno e abbiamo sempre il pensiero che qualcuno ci stia guardando anche in quei momenti.
Come richiesto sul blog, ho avuto una deroga alla regola di raccontare tutto in ordine di tempo.
Accadde , un mesetto dopo l’arrivo dei televisivi, che io e Pilar venissimo destinate alla sala da gioco. Come già accaduto, uno dei clienti è riuscito a battere il banco, tenuto dalle cinesine. Inevitabile la richiesta di accompagnarsi alle serve e .. di usare il lato B.
Io e Pilar ci guardiamo ammiccando e seguiamo il vincitore in una saletta privata. Nascosta nella tasca della divisa da fatica ho la miracolosa cremina anestetica. Il cliente ordina di spogliarci l’una con l’altra ed inizia a pastrugnare il posteriore di Pilar. Gli suggeriamo di utilizzare una cremina lubrificante, ma non ne vuole sapere, mi dice di lubrificarglielo con la saliva, dovrò succhiarlo e poi, al momento giusto Pilar dovrà accoglierlo. Cerchiamo di fargli cambiare idea ma niente, allora faccio la pensata di mettermi la cremina sulla lingua, in modo da spalmargliela ben bene ed ottenere l’effetto “crollo” da noi già sperimentato. La cremina è amarissima, ma sopporto e mi do da fare (arrossisco ancora al pensiero di cosa avranno pensato gli aiutanti di Caridad, che ci vedono sui loro monitor in ogni momento). L’effetto non si fa attendere, il membro di affloscia clamorosamente ed il cliente, abbastanza imbarazzato, accenna a salutarci ed andarsene.
Non avevamo, però incluso nei nostri piani la perra. Questa, evidentemente, seguiva la scena sui monitor e ci accusa di avere barato. Il sospetto diviene certezza, quando io riesco a rispondere solo biascicando le parole, perché l’anestetico ha fatto effetto anche sulla mia lingua, una rapida perquisizione fa trovare il corpo del reato, e purtroppo la scritta crema anestetica è inequivocabile!
La perra si sprofonda in scuse con il cliente e gli assicura che, tra qualche giorno, quando si sentirà nuovamente in forze potrà aiutarla nella nostra punizione.
Quanto a noi, dovremo sfruttare questo tempo per la “Limpieza interna”. E’un termine che ignoravo, purtroppo scoprimmo presto di cosa si trattava, infatti, come ci aveva già minacciato la perra ci ha destinate alla sperimentazione delle antiche procedure medico-igieniche, praticate alla Pension.
Ma prima ancora, per alcuni giorni dobbiamo bere un infuso, fornito da un erboristeria. Questo infuso ci blocca completamente, intendo … andiamo in bagno ma … niente risultati. Caridad e la sua troupe seguono il gonfiarsi dei nostri pancioni, riprendendoci tutte le mattine. In capo a 4 giorni abbiamo le pance gonfie e stiamo malissimo.
E’la mattina del quinto che veniamo portate in un ala della Pension destinata alle cure idroterapiche. Qui i nostri destini si dividono, io che, secondo la perra, sono la più colpevole dovrò sperimentare su di me le procedure di purificazione adottate un secolo fa. Pilar, invece, sarà sottoposta al trattamento di una modernissima macchina di idroterapia. Ovviamente la troupe televisiva realizzerà un servizio pubblicitario riprendendo il tutto.
Ecco Monika, presto ti invierò l’umiliante racconto di cosa ci è capitato nell’ala “Tratamiento de idroterapia” della pension.
sguattera “costipada” Nadia