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26 dicembre 2013

PENSION BALNEARIA 74 - DISINFEZIONE DELLA PERRA


Nobili Signore, sguattera sudiciona,
vi raccontavo del mio desiderio di “curare” la perra. Sono stata preceduta! Da giorni sia la perra che le russe, venivano osservate spesso a grattarsi furiosamente la vulva. Ciò è costato loro numerose punizioni. Ma continuando la cosa nonostante le botte …. La Signora ha deciso di sottoporle a visita medica. Un compiacente dottore, un vecchio cliente della Pension ed amico della Signora, è stato chiamato. Si è portato anche la sua infermiera. Chiunque debba andare dal medico per una visita, fa in modo di fare una doccia ed essere pulito. Niente di ciò per le neo sguattere. La perra, in particolare, non ha potuto fare la doccia da una settimana ed il bidè da tre giorni. La cosa infastidisce alquanto il medico che chiede all’infermiera di praticare seduta stante un abbondante bidè alla perra. Segue una visita approfondita che rivela scarse condizioni igieniche ed una infezione da funghi causata dalla sporcizia. Il medico parla con la Signora, lasciando le sue prescrizioni: bisognerà provvedere giornalmente a due lavande vaginali, effettuate con acqua contenente un disinfettante e caldissima, anche l’intestino dovrà essere tenuto sgombro. Inoltre i genitali esterni dovranno essere disinfettati almeno quattro volte al giorno con batuffoli di cotone imbevuti di “alcool de romero”, un alcool aromatico solitamente utilizzato per massaggi.
Così io e Pilar veniamo incaricate di fare da infermiere e provvedere alla cura per perra e compagne. Ovviamente non possiamo lasciarci sfuggire una simile occasione ed accettiamo con entusiasmo. Ci rechiamo subito nei saloni della Pension dedicati alle cure idroterapiche, per procurarci il necessario. Un enorme apparecchio per clisteri, della capacità si almeno tre litri, tubi di gomma, alcune cannule di ebanite nera, di forma fallica, veramente gigantesche. Saprò ben io ripulire a fondo la perra. Ma, non contenta ho recuperato anche una nostra vecchia conoscenza: la parte finale dell’apparecchio per l’idromassaggio estremo. Così potrò fare impazzire la perra alternando getti di acqua calda e getti violentissimi di acqua ghiacciata.
Insomma, un bel programma. Purtroppo, come apprenderete più in seguito, avevo fatto i conti senza l’oste, pardon la Signora.
E ben presto trascino con cattiveria la perra verso la prima delle terapie. Ho pensato di alternare piacere e dolore. Voglio sconvolgere ed annientare la perra.
E si inizia con l’idroterapia, in modo da lavare bene le puzzolenti parti basse della perra. Come già spiegato la vittima viene bloccata in una vasca da bagno, le viene posizionata la parte di idrogetto di fronte alla passera. L’inizio è un getto di acqua tiepida, che compie movimenti circolari e sensuali, spruzzando dolcemente i genitali della perra. La cosa continua fino a che vedo la respirazione alterarsi, chiaro segno di eccitazione. A questo punto giro con decisione il rubinetto. Il getto diffuso della doccia diventa un getto sottile come una matita, caricato da una pressione di decine di atmosfere di acqua gelata! L’effetto è istantaneo, come già accadeva a me la perra resta senza fiato. Le cosce aperte, legate al lettino ginecologico impediscono di cercare di muoversi o ripararsi. La perra può solo soffrire, urlare e piangere. Ed alla fine lascio che la perra si illuda che i dolori siano finiti. Mi armo della grossa cannula di forma fallica. Con dolci movimenti la penetro, facendo in modo da avviarla verso il godimento. L’acqua caldissima la infastidisce un po’ ma ben presto torna a godere. Ma è tornato il momento del dolore. Chiudo il rubinetto, faccio drenare l’acqua che è ancora al suo interno e, non facendomi notare, mi armo di un batuffolo di cotone inzuppato di alcool. Con cattiveria inizio a massaggiarla. Vi posso raccontare in prima persona cosa le accade, poi spiego il perché. Come l’alcool raggiunge le mucose inizia il bruciore, un bruciore fortissimo. Quello che non sapete è che su un livello da 1 a 10 sarete si e no a 2. da quel momento in poi il bruciore crescerà, crescerà, crescerà e crescerà. A nulla varranno i vostri sforzi per resistere, urlerete come galline spennate.
Le urla della perra, ahimè, richiamano la Signora. Mi contesta immediatamente che l’alcool di romero doveva venire usato soprattutto all’esterno, doveva disinfettare, non punire. La perra viene rimandata nella sua cella. E così io mi trovo a sostituire la perra sul lettino, con la Signora che mi punisce con le stesse modalità, spiegandomi il perché della punizione. Mi racconta anche di Padrone che hanno piegato dei servi lussuriosi, solo ponendo batuffoli imbevuti di alcool sulla pelle sottile ESTERNA del pene. L’alcool penetrava attraverso i pori causando bruciori furibondi.
Il tutto mentre, sopraffatta dal dolore, piango, urlo e mi dimeno.
Anche la mia punizione finisce. La Signora mi esorta, mentre sto ancora asciugandomi gli occhi, a tornare dalla perra, vuole interrogarla a fondo su alcune questioni finanziarie……
Sguattera Nadia
(74- continua)

PENSION BALNEARIA 73 - IL TATUAGGIO DELLA PERRA


Nobili Signore, sguattera sudiciona,
la sguattera sudiciona
prima ancora di metterci a “curare” la perra, ci siamo accorte che non ha neanche un tatuaggio. Che fare? La proposta di Pilar è la migliore, le tatueremo “Esclava, Pension Balnearia”. Restano due incognite: dove scriverlo e a chi fare eseguite l’opera. Il dove è presto individuato, vogliamo che la scritta sia in un punto abbastanza intimo ma in sua perfetta vista, decidiamo così di fare la scritta sul ventre e di eseguirla speculare, in modo che sia più insolita e che la perra la possa leggere perfettamente allo specchio. Niente di straordinario, direte voi. Ma non dimentichiamo che le sguattere, ora sorveglianti, della Pension sono donne rotte a tutte le difficoltà. Una delle nostre compagne è stata a lungo “ospitata dallo stato”, cioè è stata in prigione. Ricorda benissimo la procedura con cui lì le carcerate si tatuavano: disegnato con una biro il tatuaggio, una si armava di tre aghi di quelli normali da cucito, legati con un pezzetto di filo metallico arrotolato attorno. Una rapida disinfettata sulla fiamma e alla fine gli aghi venivano “pucciati” nella china . Poi tre nerborute bloccavano la tatuanda e l’”artista” iniziava il suo lungo e doloroso lavoro.
La scritta, in stile con la Pension, la abbiamo ispirata alle scritte liberty che qui abbondano, hanno parecchi svolazzi, un vero peccato per la perra che si vedrà sottoposta a sedute di tatuaggio molto lunghe. Sedute che comprendono una buona dose di schiaffi su pancia e cosce, ogni volta che la vittima ha un sussulto e si sposta, rendendo difficile per l’”artista” seguire il disegno a biro. Ma quello che fa disperare la perra è che il disegno verrà eseguito in quadricromia: ogni lettera della scritta dovrà così venire eseguita in quattro sedute, una per colore e le sedute successive alla prima bucano parti già ampiamente irritate dalle bucature della sessione del giorno precedente.
Inutile raccontare gli strepiti e i pianti della perra, un po’ per il dolore ma sicuramente per l’indelebile umilazione. Ed adesso possiamo ammirare orgogliose la nostra opera d’arte vivente, tutte le volte che la maltrattiamo!
Nel frattempo la Signora tiene accuratamente monitorato il peso di perra e compagne. Nonostante l’intenso lavoro manuale e le privazioni alimentari, non calano prontamente di peso, come desiderava la Signora. Inoltre le condannate osano ancora guardare in faccia le loro sorveglianti. Ora, dovrebbero sapere che delle infime sguattere come loro devono sempre tenere lo sguiardo a terra e guardare in faccia Padrone e sorveglianti solo se viene loro ordinato di farlo. La Signora ha deciso di stare a vedere per un paio di altre settimane, se l’obbiettivo di ridurre il peso ed inculcare in loro un po’ di sana umiltà non verrà raggiunto avremo carta bianca sui (mal)trattamenti da imporre alle punite, per raddrizzarle..
A presto
Sguattera Nadia

(73- continua)




3 dicembre 2013

LANCY 12 - LA SUDICIONA SU E GIÙ PER LA COLLINA

drawing by slave elisabeth mandile

LANCY 12 – LA SUDICIONA SU E GIÙ PER LA COLLINA
di sguattera sudiciona

E mentre Frau Schwanger riceve la rumorosa sculacciata tra le cosce, Grosse Jeanne sta preparando la sguattera sudiciona per la sua prima Collina. La sudiciona deve innanzitutto venire riempita a dovere, Grosse Jeannette prepara attentamente i tre litri canonici di Eau de Lancy. La sudiciona, seppur impedita dal cappuccio e dalle proprie puzze, sente il forte aroma del sapone di marsiglia in polvere, mescolato all’acqua e ad una buona dose di olio. Grosse Jeannette mescola accuratamente la mistura ed effettua il “test delle dita”: pollice ed indice guantati vengono immersi nel contenitore e poi, sfregati tra loro, devono scorrere perfettamente. Grosse Jeannette aggiunge, a titolo di incoraggiamento: “Ecco pronto un bel brodino” ben caldo per il pancione della sudiciona”.
La mistura viene versata in un capace apparecchio di porcellana bianca. Tra l’altro, l’uso di questi apparecchi, anziché di analoghi di vetro impedisce alle corrigende di adocchiare la quantità di liquido che devono ancora assorbire. Dicevamo, l’apparecchio, posto su di una apposita piantana, viene alzato quasi al massimo da Grosse Jeannette. La sudiciona deve assumere la prescritta “posizione di riempimento” a quattro zampe, inclinata in avanti fino ad appoggiare fronte e naso al terreno. In questa scomoda posizione la sudiciona sente aprire il tappo posteriore. Il freddo ugello di bakelite, molto poco lubrificato le viene appoggiato all’ano e poi, con una manovra di rotazione ed avanzamento, viene infilato senza troppi complimenti fino in fondo. La sudiciona, sempre con la lingua fuori emette lamento. Grosse Jeannette domanda retoricamente “Entrato ?”Poi la sudiciona sente armeggiare. Inaspettatamente arriva il fiotto di acqua. Calda, molto calda. Tra l’altro il foro del cannello deve essere piuttosto grosso ed il rubinetto tutto aperto. La sudiciona sente le viscere dilatarsi e subito un forte stimolo, la pancia inizia a gorgogliare. Sarà il male o la temperatura del liquido, la sudiciona suda a fiumi, le viene da vomitare. La sua divisa di punizione, è madida di sudore, rivoli scendono sulle braccia iniziando a riempire l’interno dei guanti di gomma. . Intanto il capace vaso si svuota molto rapidamente. La guardiana tira uno sculaccione alla sudiciona, dicendo: “ecco, già finito, occorreva fare tante storie?” La guardiana ammonisce la sudiciona: “ora stringi, non devi perdere neanche una goccia o ti spello il sedere!” ed estrae il cannello. La sudiciona mugola, Grosse Jeannette inserisce profondamente l’apposito plug ed infine rimette il tappo. Tirando un orecchio alla sudiciona la fa alzare. La sudiciona è sconvolta, nausea, pancia gonfia e dolorante, capogiri. Ma ora la sorvegliante controlla il buon riempimento, preme gradatamente ed a lungo vari punti del pancione, scatenando contrazioni e gorgoglii. La sudiciona è senza fiato. Ma ora un altro supplizio, la sorvegliante prende da un ripiano la pancera e la stringe moltissimo. Alla sudiciona pare di sentire l’acqua risalire fino alla gola, inghiotte più volte a vuoto. Ed ora non ci sono altri preparativi da espletare. Grosse Jeannette la mette al trotto fino alla base della collina. Nei minuti di attesa che la mula precedente lasci libera la collina alla sudiciona viene ordinato di prendere il giogo. Il giogo di Lancy è in qualche modo simile al “dong hang”, il bilanciera con cui le donne portano i carichi in estremo oriente. Una grossa canna di bambù, flessibile ma praticamente indistruttibile, lunga un metro e mezzo. Viene portata sulle spalle, alle estremità due secchi o due panieri permettono di portare carichi.
Una persona trasporta con il dong hang fino ad una ottantina di chili, quaranta per ogni cesto ma, per portarlo, deve camminare "per saltelli": infatti, facendo oscillare lievemente il bilanciere di bambù quando alza il piede attiva l'elasticità del bambù facendolo funzionare come una sorta di "balestra" che "ritorna verso l'alto" così producendo una piccola diminuzione del peso dei cesti.
Grosse Jeannette prende un badile e riempie i secchi fino a metà, per il primo turno sulla collina basteranno 30 kg in tutto, poi la guardiana punirà inflessibilmente la sudiciona aggiungendo badilate di pietre ad ogni secchio, secondo una precisa “tabella dei carichi di punizione”.
La guardiana indica alla sudiciona un sacco, abbandonato da parte. La sudiciona non capisce, poi vede che le altre corrigende mule ripiegano il sacco più volte e se ne servono per fare da cuscinetto tra il bilanciere e le proprie spalle. In realtà le sorveglianti permettono l’uso del sacco per evitare che si usurino troppo rapidamente le divise sulle spalle. Ed ora la sudiciona si abbassa flettendo le ginocchia. Si mette il bilanciere sulle spalle e si rialza. Ora le spalle della sudiciona supportano tutto il peso. Fatti i primi passi la sudiciona capisce che se fatica così in paino, la collina sarà terribile. La sudiciona mette il piede, calzato nei regolamentari zoccoli sul primo gradino. Lo sforzo è enorme, la sudiciona è costretta a contrarre i muscoli, scatenando così inattese pressioni nel pancione, per fortuna la pancera impedisce possibili danni! La sudiciona sa che se si ferma la sua guardiana interverrà a colpi di scudiscio, stringe i denti e si sforza di fare un nuovo passo. Se fosse in piano riuscirebbe a camminare bene, nonostante il bilanciere, ma la collina è ripidissima, la sudiciona inizia a sentire il cuore in gola e i muscoli di cosce e polpacci bruciare per la fatica. Alla sudiciona inizia a colare il sudore negli occhi. Si rende conto di non riuscire a proseguire, Grosse Jeannette, a dispetto del nome, sale rapidissima la collina, tira una bella scudisciata sui polpacci nudi della sudiciona e poi la spinge puntandole un piede nel sedere. Questo sblocca la sudiciona e la fa ripartire. Finalmente la sudiciona è sopra la collina. Inclinando la testa riesce a strofinare il cappuccio sul muscolo del braccio destro. Questo deterge temporaneamente il sudore e le ridona la vista. Ora la sudiciona è pronta alla difficile e pericolosa discesa. La discesa viene fatta a balzelloni, col rischio continuo di cadere, dati anche i malfermi zoccoli. E ad ogni balzellone della sudiciona il carico fa un sobbalzo, nonostante il sacco ripiegato, il bambù sta segnando profondamente la pelle delle spalle. Il sudore ha ormai impregnato la divisa, la sudiciona sente le gocce sul petto e sulla schiena. E finalmente la sudiciona, che ormai si muove meccanicamente, non trova il gradino più in basso, la discesa è terminata. La sudiciona è semisvenuta, i crampi la devastano, Grosse Jeannette le ordina il “Giù, tre minuti di respiro”. La sudiciona si abbassa, in modo che il carico appoggi per terra. La guardiana lascia così modo alla sudiciona di ossigenarsi e ricuperare un briciolo di lucidità, sa bene che il primo giorno ben poche mule completano indenni il turno sulla collina. La sudiciona, vorrebbe urlare ma sa che l’unica opzione che le lasciano è l’espiazione. Ma ora la sudiciona deve superare un altro scoglio, la verifica del riempimento del pancione. La guardiana pone la sinistra dietro al sedere della sudiciona, in modo da impedirle di arretrare, ed inizia a premere lentamente con la destra il pancione, penetrando in profondità. Esegue l’operazione in vari punti, notando i mugolii ed il respiro affannato della sudiciona. Purtroppo nota anche i borbotti e gorgoglii che le doppie mutande, la divisa ed i grembiuli gommati non attenuano affatto. La guardiana telefona alla Dottoressa, Frau Helga Von Bernhardt, la temutissima Direttrice della Clinica di Lancy. La sudiciona, intanto approfitta di questo breve riposo per cercare di riprendersi. “Anche la corrigenda numero 14 ha coliche gassose, Frau Doktor” dice la guardiana, poi ascolta a lungo, assentendo.
Rivolgendosi alla sudiciona la guardiana sorride: “Bene numero 14, adesso provvediamo ai tuoi brontolii di pancia, subito all’infermeria!”. Qui giunte la guardiana indica alla sudiciona un secchio, al cui interno una sacca di gomma attende le deiezioni. Rimuove il tappo posteriore ed il plug. Subito un fiotto di liquidi nauseabondi, misti a scorregge, prende ad uscire dalla sudiciona. La guardiana preme in maniera decisa su ventre, spremendo rapidamente il liquido dal ventre della sudiciona. Poi con un forte getto d’acqua, nel foro delle mutande, la guardiana ripulisce sudiciona e mutande. Giunge la Dottoressa Helga. Per la sudiciona viene preparato un bell’ Enema Harness, con una bella sonda Bardex di gomma arancio, a due palloni. La sonda, leggermente unta, verrà inserita, in modo che il primo pallone scompaia all’interno della sudiciona. Il secondo pallone resterà all’esterno. Premendo due apposite pompette i due palloni possono essere più o meno gonfiati, per adattarsi all’anatomia ed impedire perdite. La sudiciona, ora paziente numero 14, sente la sonda dilatarle il buchetto e scivolare all’interno. Il pallone sgonfio entra senza difficoltà, anche perché la sudiciona ha rilassato lo sfintere. Poi la Dottoressa inizia a pompare aria nei palloncini: “fut …..fut ….fut”. La sudiciona sente benissimo gonfiarsi il pallone interno. La sensazione è indescrivibile, la sudiciona mugola un po’, tanto per conservare le apparenze. Poi la Dottoressa passa al pallone esterno. Anche qui il pallone si gonfia, appoggiandosi alle natiche della paziente 14. Il pallone interno, per reazione, viene tirato verso l’esterno, appoggiando ancora di più sullo sfintere e dilatandolo leggermente. La sudiciona sente tutti questi movimenti. E qui il suo vizio si manifesta in pieno, anziché sentire dolore ed odiare l’applicazione di questa cannula punitiva, la sudiciona gode , eseguendo movimenti scomposti ed emettendo mugolii rivelatori. Frau Helga apre la cerniera delle mutande di gomma e verifica. Le dita guantate rivelano una intensa e filante lubrificazione vaginale, la paziente numero 14 ha inequivocabilmente ripetutamente goduto. La Dottoressa è esterrefatta, le avevano descritto il caso della paziente 14 come un caso difficoltoso, ma una corrigenda che gode durante l’applicazione dei clisteri punitivi e della sonda Bardex è un caso da pubblicare! “Bene, dice la Dottoressa, vediamo cosa possiamo fare per calmare i bollenti spiriti di questa scrofa”, dice la Dottoressa, prendendo uno spruzzatore. La sudiciona sente gli spruzzi sulle parti intime, mentre le esperte mani della Dottoressa dilatano le labbra vaginali per esporre allo spruzzo anche il clitoride. Un odore di alcool e di mentolo si sparge nell’aria. La sudiciona sente dapprima una intensa sensazione di freddo, sostituita poi, gradatamente da una sensazione di calore che cresce e cresce, fino ad un forte bruciore. Stringe le cosce, ma niente, il bruciore continua ad aumentare. La Dottoressa sorride: “bene, questo ti terrà momentaneamente lontano dal tuo vizio. L’alcool mentolato evapora rapidamente, poi il bruciore passa”.Poi la dottoressa richiusi cerniera e lucchetto delle mutande disciplinari dà disposizioni a Grosse Jeannette: “Ora riempi la 14 con la solita dose di Eau de Lancy e le fai completare il turno sulla collina. Domani la porterai al reparto mungitura. Qui diverrà la mucca numero 14. Sono certa che le cure delle infermiere mungitrici, unite alla nuova “macchina per riempimento” avranno ragione di questi comportamenti indegni. Vedrai”, dice rivolta alla sudiciona, “dopo la cura ti verrà la pelle d’oca al solo nominare una peretta. E sappi che laggiù, anziché una spruzzatina di alcool mentolato, che brucia per pochi minuti, ti avrebbero messo una bella pomata all’alcool mentolato e zenzero, il cui bruciore continua per ore ed ore”
Detto questo la sudiciona viene nuovamente riempita e tappata. Tornata il piedi della collina, Grosse Jeannette ringrazia la sudiciona del trambusto provocato, aggiungendo due belle palettate di pietre al carico che la sudiciona dovrà portare per altre interminabili 6 salite e discese della collina.
(12- continua)








PENSION BALNEARIA 71 - 72


Nobili Signore, sguattera sudiciona,
in questa puntata vedremo le “avventure” della perra, seguite alla umiliazione pubblica. Ci sono stati degli strascichi, la Signora ha dovuto chiamare un medico che ha curato la gastroenterite provocata dal purgante. Ma di lì a tre giorni, sono state dichiarate completamente guarite. La Signora ci ha riunite per la “vestizione” delle nuove serve. Dagli armadi della Pension sono così spuntate delle nuove divise da fatica, ancora piegate ed inamidate. Abbasso lo sguardo sulla mia divisa macchiata e stracciata e scambio alcune parole con la Signora che assente entusiasta. Mi porto davanti alla perra ed inizio a sbottonare la divisa e me la sfilo, restando con i mutandoni di servizio. Mi dico che la perra va umiliata fino in fondo. Tolgo anche le mutande, le raccolgo e le porgo alla perra indicandole di annusarle. Inizierà a capire cosa vuol dire dover vivere circondate dai propri odori: il sudore che lascia aloni bianchi di cristalli di sale sotto le ascelle, la puzza di orina delle mutande, perché ci veniva razionata anche la carta igienica e non ne potevamo usare per asciugarci dopo la pipì. Mutande lavate solo una volta alla settimana, dietro suo preciso ordine. La obbligo ad indossare la mia puzzolente divisa e indosso quella nuova che sarebbe andata a lei. Lo stesso accade alle russe, le mie compagne, Pilar in testa mi imitano.
La Signora ride soddisfatta alla scena, ci annuncia che , seppure restiamo serve, nei confronti delle neo sguattere punite saremo “supervisores”, sorveglianti insomma.
Non via avevo mai parlato di una cosa: perra è il nome “in codice” con cui la chiamavamo noi, mai ci saremmo azzardate a dirlo in sua presenza: letteralmente significa cagna ma anche puttana. Da adesso la Signora ha stabilito che non solo noi la si chiami così, ma anche la perra, risponderà a quel nome.
A proposito di perra: la Signora ci ha ordinato di non sfogare subito la nostra rabbia su perra e compagne: abbiamo anni a disposizione per rendere loro la vita difficile.
E veniamo ai lavori: la noria, ovviamente, ha il posto d’onore. Ricordate il campanello che suona se non si va alla velocità programmata? E’tutto un offrirsi volontarie, tra noi sorveglianti, per supervisionare, armate di frustino, il lavoro delle sguattere, purtroppo tale ambito incarico ci tocca a turno, gli interminabili corridoi dalla Pension attendono i nostri stracci per essere lucidati….
Ed è una gioia, per me mentre passo lo straccio, vedere la perra trascinare per i corridoi i carrelli di fango bollente. La guardo, nuove macchi di sudore segnano la divisa sotto le ascelle e sotto i seni, il fazzoletto da testa è zuppo e dai capelli cadono gocce di sudore. Fingo pietà, la costringo a bere molta acqua, scoprirà presto che per le sguattere in punizione di rigore non è permessa alcuna pausa pipì, che si pisci pure addosso. Cominci a capire cosa vuol dire sentire la propria puzza, lei che era sempre elegantina e profumatina!
E veniamo ai pasti, dubito che le sguattere sperassero in pasti luculliani, ma di sicuro non si aspettavano questo: un tozzo di pane ed una cipolla. Sì, la Signora ha deciso di metterle a dieta strettissima fino a che saranno dimagrite in maniera soddisfacente, quello che viene negato a loro finisce nei nostri piatti che, in loro presenza, possiamo sfamarci a dovere!
Devo dire che perra e compagne si impegnano nel lavoro, ma ovviamente noi sorveglianti non siamo mai contente, fioccano i colpi di scudiscio su sederi, gambe e schiene. La Signora ci ha ordinato a limitarci a quello. Trasgressioni più gravi vanno segnalate a Lei che disporrà in merito.
E poi le piccole cattiverie, attendere quando hanno l’attesissimo permesso di usare il bagno e passare davanti a loro, occupando lo stanzino per tutto il tempo a loro disposizione.
Tra l’altro abbiamo realizzato, a beneficio delle neo-sguattere, la nostra versione della “bofetada del soldado”, lo “schiaffo del soldato”. La sguattera “sotto” deve allargare la cosce, flettendo le ginocchia. Così “aperta” deve mettersi le mani sugli occhi. Da dietro le altre sguattere e sorveglianti, devono, a turno random, dare un forte schiaffo sulla vulva alla vittima. Il “gioco” prevede che la vittima, ancora dolorante indichi una delle presenti, se indovina verrà sostituita, altrimenti continuerà ad essere “sotto”. Va da sé che se si azzarda ad indicare una delle sorveglianti resterà “sotto” molto ma molto a lungo. Un altro gioco molto gettonato è quello di mettere delle mollette ai “pezones” di una delle sguattere e poi scommettere su chi riuscirà a staccare la molletta dando un buffetto con il dito medio, usato come se di dovesse lanciare una biglia. Sono solo piccole cattiverie, per vedere di rendere loro la vita difficile e cercare di farle ribellare. A quel punto la Signora penserà ben lei a punizioni ben più adeguate.
E di lì ad un paio di giorni ci siamo, la perra tenta di ribellarsi!
Tutto inizia alla noria, la perra è aggiogata assieme a Gog. Approfittando della stazza della compagna tenta di battere la fiacca. Per sua sfortuna la sorvegliante sono io. La richiamo un paio di volte, senza ottenere risultati. Così stacco dal giogo Gog, a proposito: per evitare rischi le gigantesche russe sono costantemente incatenate con corte catene che limitano i movimenti delle braccia. E così la perra, da sola, dovrà impegnarsi. Ben presto il sudore macchia profondamente la divisa. Ma il campanello continua a suonare, la perra non gira con velocità sufficiente. E così posso finalmente riempire di segni rossi le chiappe della perra! Perra che ad un tratto ha una reazione rabbiosa e nonostante le catene con cui è aggiogata, tenta di strapparmi lo scudiscio. Chiamo Pilar ed insieme portiamo la perra a suon di scudisciate fino alla studio della Signora. Signora che si arrabbia parecchio, la perra in una settimana, non solo dimostra scarso impegno nel lavoro, ma addirittura dà segni di ribellione. Ci sono tutti gli estremi per una punizione pubblica.
Nel frattempo la perra viene rinchiusa in una celletta, fatta costruire dalla Signora su mio suggerimento: un cubo di lastre di cemento di quelle ricoperte da sassi arrotondati. Diventa così impossibile per chi è rinchiusa riposare o dormire, i sassi premono dolorosamente le carni e si deve continuare a cambiare posizione. A sera la Signora fa riunire tutte: le nuove sguattere da una parte e le nuove sorveglianti dall’altra. In mezzo la perra. Perra che deve denudarsi davanti a tutte. Devo dire che la stronza ha un bel corpo, è sovrappeso, ma sicuramente perderà i chili superflui. Ed ora la Signora si fa avanti, la perra mantiene uno sguardo di sfida. E’proprio stupida, nelle sue condizioni lo sfidare, sia pur con lo sguardo, la Signora può portare solo guai, grossi guai…..
A presto
Sguattera Nadia
(71- continua)

PENSION BALNEARIA 72

Nobili Signore, sguattera sudiciona,
ed infatti i guai per la perra cominciano in men che non si dica: la Signora, infastidita dallo sguardo di sfida le fa applicare il “toro”, qualcuna ricorderà la maschera che trasforma le urla in muggiti. E subito due di noi sorveglianti, già istruite, allacciano alle caviglie della perra due strette cavigliere imbottite, collegate a due corde che scendono dal soffitto. Quattro di noi sono pronte a tirare le corde. La perra si trova appesa per i piedi, a cosce divaricare. Qui ho rispettosamente insistito con la Signora per essere io a trattare” la perra. Ricordate il “cuero”, la pesante cinta di cuoio? Ecco, me ne sono costruita una. La impugno e picchio, con forza moderata sull’interno coscia della perra. Dà subito uno scatto che la fa oscillare e dalla maschera esce un grugnito. La Signora verifica lo stato della parte colpita, grazie al fatto che il cuero è molto largo, il colpo, sia pure doloroso, non ha quasi lasciato segno. La Signora sorride e mi fa segno di darci dentro. Ma anziché tirare una gragnuola di colpi, lo ho imparato proprio dalla perra, tiro forti colpi, intervallati da pause irregolari di decine di secondi. La punita ha così modo di assaporare il dolore a fondo, mentre le contrazioni le fanno fare l’altalena. E, soprattutto, non mi metto a massacrarle subito la vulva, gioco come il gatto col topo e faccio in modo di averle ben arrossato le cosce. Gli ultimi colpi, invece, dritti sul bersaglio. Avreste dovuto sentire i muggiti che uscivano dalla maschera, chapeau a chi ha inventato “el toro!”.
Ed una piccola invenzione, per la gioia di perra e compagne, la ho fatta anche io: guardavo le travi di legno del tetto della Pension ed ammiravo i chiodi di ferro. Non i chiodi che trovereste in ogni “ferreteria” no, chiodi importanti, forgiati uno ad uno da antichi ignoti fabbri. E vedendo le “teste” di questi chiodi che noto la loro forma: una specie di piramide tronca.Poco dopo, camminando sui sentieri del giardino mi capita una delle solite fastidiose inezie: un sassolino entra tra piede ed i miei zoccoli da serva (si, perché la promozione ottenuta non ha cambiato nulla nelle nostre calzature). Inizio immediatamente a zoppicare, mi risulta doloroso fare un altro passo e devo fermarmi e togliere il sassolino. Ideona: se potessi avere dei mini chiodi forgiati, potrei piantarne qualcuno nelle suole degli zoccoli della perra, non per impedire che scivoli, ovviamente, le capocchie a contatto col piede. La forma piramidale tronca, non riuscirebbe a rompere la pelle, ma camminare diventerebbe un tormento. Chiedo il permesso alla Signora, spiegandole il motivo. E così mi reco presso il maniscalco del paese, proprio vicino alla Plaza de Toros. L’artigiano ci conosce benissimo ed è ben disposto. Spiego la mia idea e con quattro martellate ecco pronto il prototipo. Meglio ancora di quanto pensassi, la capocchia è ben larga a piramide smussata con gli spigoli ben arrotondati, nessun pericolo che buchi la pelle, ma come mi dice il fabbro “haceran muy mal” ed inoltre “brotan ampollas como setas” e cioè “spunteranno vesciche come funghi”. Ben presto cinque chiodi vengono posizionati sulla pianta degli zoccoli. Voglio proprio vedere la perra ad utilizzarli.
Ed al ritorno sostituisco subito gli zoccoli della perra. Una gioia vederla soffrire e camminare come se cercasse di non rompere delle uova! Ad ogni passo fa delle smorfie che danno un idea di cosa stia soffrendo. Poiché non sono poi così cattiva,. le restituisco gli zoccoli lisci per farla lavorare alla noria, non voglio possa accampare ferite od infermità per sfuggire alla nostra vendetta!
Inutile dire che, visto il successone, anche le altre sono state fornite di bellissimi “zuecos con clavos” e via, a marciare per le strade del paesino tra due ali di donne divertite che le sbeffeggiano turandosi il naso, per ricordare la figuraccia dell’olio di ricino!
Insomma, grazie alla posizione di sorveglianti da noi raggiunta possiamo esercitare un po’ di “nonnismo” unito alla nostra strameritata vendetta su queste stronze, capitanate dalla perra, la più “de mierda” di tutte!
E non è finita qui, abbiamo pensato di riperendere a sperimentare gli ormai ben più che “vintage” impianti ed oggetti medicali antichi della Pension. La Perra era così interessata a questi oggetti, mi sembra giusto permetterle di continuare in proprio gli studi sui loro effetti.
A presto
Sguattera Nadia
(72- continua)