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23 giugno 2013

PENSION BALNEARIA 65


Nobili Signore, sguattera sudiciona,
ho passato una notte insonne, piangendo a lungo.
Io e la perra oggi verremo interrogate per stabilire la verità. I metodi di interrogatorio del Tribunale sono ancora quelli di Torquemada, la perra, in virtù dei nobili natali, non verrà torturata, anzi, sarà lei a torturarmi, in presenza di un notaio, per estorcermi la confessione di essermi inventata tutto. L’unico limite posto dal Tribunale è che nella seduta di interrogatorio non dovrà essere versato del sangue.
All’alba due robuste sorveglianti mi trascinano nelle cantine della Pension. Qui è stata allestita la sala degli interrogatori. Il mio terrore è tale che non riesco quasi a descriverla: anelli ai muri ed al pavimento, un tavolaccio robustissimo, corde, catene, secchi e, illuminato da un candeliere il medioevale cavalletto. Con le mani ed i piedi incatenati, sono alla mercè della perra e delle sue due aiutanti preferite. Mi viene mostrato ed illustrato ogni oggetto di tortura, dilungandosi ampiamente sui dolori insopportabili che causerà.
Batto i denti ma non cedo, se la perra vuole una confessione non è col terrore che la otterrà.
Nessuno me l’ha detto, ma la perra ha a disposizione due sedute di un ora per ottenere una piena confessione, che il notaio trascriverà agli atti.
Anzi, visto che non ero di certo in condizioni di memorizzare gli avvenimenti, mi rifaccio al verbale del notaio. Verbale che ho avuto in seguito modo di studiare approfonditamente.
Inizia con “Yo M.T. notario del rey….”
Io M.T. notaia del Re presenzio all’interrogatorio della sguattera nadia, inquisita per ribellione ed incitamento all’ammutinamento delle altre serve. La signora L.P. (la perra) interroga la serva. Detta serva viene denudata. La inquisitrice decide di utilizzare il cavalletto. Tale cavalletto, con l’angolo arrotondato, viene abbondantemente spalmato di unguento al peperoncino. L’accusata, piangente, viene issata sul cavalletto, in modo che le parti impure poggino sull’angolo arrotondato. Le braccia, legate in alto non permettono che l’accusata possa cadere dal cavalletto. Accendo la candela da 1 ora, che determinerà la durata della “questione ordinaria”. L’accusata mostra con lamenti e sospiri quanto sia scomoda e dolorosa la posizione. Periodicamente chiederò all’accusata se confessa, accusandosi così di ribellione. Dopo 10 minuti, l’accusata inizia a sudare visibilmente, infatti stringe spasmodicamente le cosce e fa forza sulle corde che le tengono in alto le braccia, allo scopo di alleggerire il peso sulle parti impure. Alla mia domanda risponde bruscamente di non voler assolutamente confessare.
Sono passati 20 minuti, l’accusata ormai gocciola sudore fin sul pavimento. Non riesce più ad alleggerire il proprio peso e l’unguento al peperoncino la fa soffrire molto. A domanda risponde con la voce rotta dal pianto di non voler confessare. Sono passati 30 minuti, ormai l’accusata respira affannosamente, si sostiene ancora debolmente con le braccia. Si lamenta del bruciore sempre più insopportabile. Da questo momento l’interrogante ha il permesso di utilizzare uno scudiscio sul corpo dell’accusata, inizia pertanto a dare i primi colpi.
Dopo 40 minuti, l’accusata, ripetutamente colpita, in particolare sulle braccia e sulla schiena, è molto provata. Non ha più forze e non riesce più ad alleviare la pressione sulle parti impure.
L’interrogante prosegue con le scudisciate, insistendo prima su di un seno e poi sull’altro. Ammirevole la mira, ogni colpo cade esattamente dove aveva colpito il precedente. A 50 minuti, le scudisciate continuano a fioccare. L’accusata ora incassa i colpi senza reagire, la doctora, comunque stabilisce che si può proseguire perché non è svenuta. A 60 minuti termina la candela e termina la sessione di tortura ordinaria. L’accusata viene calata dal cavalletto e fatta stendere, in modo che la dottoressa possa visitarla. All’accusata v
iene permesso di orinare, cosa che fa tra grandi stenti, visto lo stato delle parti intime. Più volte invitata a confessare dall’accusatrice e da me, rifiuta.
Sta per iniziare la seduta di tortura straordinaria……
Sguattera Nadia
(65- continua)

21 giugno 2013

LANCY 9 - LE FATICHE DI FRAU SCHWANGER


Francisco Goya
LANCY 9 – LE FATICHE DI FRAU SCHWANGER
di sguattera sudiciona

La mula è quasi pronta
Dopo esser stata ben riempita di “Eau de Lancy” e sigillata con il Bardex harness, il cui ugello sporge lievemente dall'apposito foro praticato nelle doppie mutande, la mula (d'ora in avanti, per comodità, la chiameremo semplicemente così) viene preparata per il duro lavoro quotidiano che d'ora in poi sarà la sua vita. Innanzitutto le viene fatta indossare la pancera di gomma e di crine di cavallo: servirà a contenere e sostenere il pancione durante il lavoro forzato. Una volta reindossata la divisa a righe e il grembiulone di gomma marrone sulla pancera, l'imbragatura di cuoio le viene fissata mediante cinghie intorno al busto, al ventre e sulla schiena. Alla robusta struttura di vecchio cuoio irrigidito dal sudore di molte altre schiave che l'hanno precedentemente indossata, sono fissati degli anelli di acciaio che serviranno ad applicare Frau Schwanger ai marchingegni di fatica scelti e imposti di volta in volta dalle Signore di Lancy secondo un piano prestabilito oppure dettati da un semplice capriccio. Incappucciata, con la lingua rosa che fuorisce dal taglio praticato nel cappuccio, la mula viene avviata al suo destino, reggendo fra le mani la sacca di gomma contenente le sue deiezioni.

La marcia di Frau Schwanger
Slosh! Slosh! Slosh! La donna viene fatta marciare velocemente fuori dalla Clinica. Volutamente, il suo passaggio attraverso le sale di Lancy non passa certo inosservato: l'avvio "pubblico" al lavoro forzato della nuova mula serve come monito alle altre sguattere di Lancy, oltre che a provocare un particolare piacere e compiacimento nelle Signore e nelle guardiane. 

Il rumore degli stivali di gomma, del grembiule, dei liquami che sciacquano dentro la sacca, la lingua rosa che sporge, il cappuccio, il pancione: tutti elementi che concorrono a formare un quadro bizzarro, grottesco e a suo modo inquietante. Ci vorrebbe un talento come quello espresso da Francisco Goya nei suoi terribili “Caprichos”, per rendere appieno l'effetto provocato da una mula avviata al luogo di espiazione conclusivo.

Una nota iconografica di Janine Souillon
Apro una parentesi nel racconto della sguattera sudiciona per sottolineare come una abile illustratrice sia già operativa da tempo sia a Lancy che presso la mia tenuta: si tratta della schiava Elisabeth Mandile, di proprietà della amica polacca Annika K.
Elisabeth, semianalfabeta e schiava di fatica, è dotata di un raro e drammatico talento descrittivo, di un segno rapido ed efficace. Sovente, al termine dei suoi turni di lavoro, viene sollecitata a riprodurre sulla carta alcune delle sue impressioni e testimonianze oculari. Mentre i suoi lavori vengono sovente pubblicati, nessuna fotografia, per ovvi motivi, giunge allo stato di pubblicazione. Immagini fotografiche di Lancy, conservate in archivi segreti e debitamente criptati, sono consultabili solo dalle Signore.

In viaggio verso il campo delle mule
La processione formata da Brunilde, dalla mula e dalla guardiana Patricia O'Hara, una irlandese di 29 anni col volto pieno di lentiggini e le labbra carnose e sensuali, esce dalla magione e si dirige verso una zona del parco riparata e segreta. 

Il percorso
Prima si attraversa un sentiero immerso nella pineta, poi si arriva di fronte a un ponte di legno e di corda, sospeso sul fiume. Il ponte è sbarrato: quattro guardiane hanno il compito di sorvegliarlo, a turno, giorno e notte. Aperto lo sbarramento, il trio attraversa il ponte. Di tanto in tanto Pat O'Hara, quando si accorge che la sguattera sta rallentando l'andatura, assesta un colpo di verga sul suo sedere, stando ben attenta a non colpire l'ugello del Bardex Harness. Il percorso effettivo in linea d'aria è in realtà assai meno complesso di quanto lo si voglia fa apparire. Le deviazioni che i sentieri compiono, creano un lungo giro vizioso che le Signore in visita al campo delle mule possono facilmente evitare, grazie a un tunnel sotterraneo che collega Lancy al campo. Quello che per le schiave, bardate nella loro nuova ed estremamente affliggente tenuta da mule è un lungo e faticoso cammino, per le Signore è solo un veloce trasporto su un tapis roulant che scorre lungo un tunnel sotterraneo rinfrescato da un efficace sistema di ventilazione.

Il campo delle mule
Protetto dagli sguardi indiscreti da un alto muro di pietra, il quadrilatero detto “campo delle mule” ricorda una specie di monastero medioevale, e di fatto, per molti versi, a quel tipo di istituzione assomiglia e si ispira. 
Come un tempo, in certe segrete costruzioni della Francia venivano segregate donne riottose e ribelli, costringendole a un duro regime punitivo per il bene della loro anima, così a Lancy, nel riparato campo delle mule vengono purgate le irriducibili, le isteriche, le riottose che non vogliono adattarsi alle condizioni desiderate dalle buone Signore della magione.

Un muro di pietra viva, dicevamo, alto e con piccole finestre protette da inferriate, circonda il luogo di espiazione. Un tetto di pietra traforato permette il passaggio della luce, della pioggia e della neve, rendendolo pervio agli elementi naturali e al clima tutto l'anno, ma nascondendo alla vista il perimetro adibito al lavoro delle sguattere. 

All'interno, su un terreno brullo di sabbia e pietrisco che si estende per circa quattrocento metri per ciascun lato, si trovano i cosiddetti “marchingegni di fatica”, disegnati e creati quasi due secoli prima dalla misteriosa Fondatrice di Lancy. Hanno nomi apparentemente gentili, ma per ragioni che anfremo ad esaminare, fanno tremare le schiave al solo sentirli nominare. Sono tre: La Collina, La Giostra, Il Giardino. 
Sui marchingegni, sulla loro genesi, sulla loro natura e il loro funzionamento, dedicheremo prossimamente un capitolo a parte. 
Per ora limitiamoci a dire che lo spazio disponibile è occupato principalmente da loro e in seconda battuta dai Bagnes Des Femmes: questi altro non sono che il complesso di macchine di riempimento delle mule, chiamato così in omaggio ai Penitenziari Femminili del secolo scorso (“Bagnes”, appunto). Fra le spesse mura ci sono due appartamenti per le guardiane, il cucinotto per le pappa di tapioca delle mule, l'abbeveratoio. 
Le “stalle” delle mule sono sotterranee, scavate direttamente nella roccia dalle prime mule di Lancy, circa 150 anni orsono. Ben diverse per scopo e struttura dalle “stalle” della altrettanto temuta “Fattoria”, nascondono alla vista delle guardiane le lamentose mule, che però spesso sono “visitate” dalle loro carceriere nel cuore della notte per controlli improvvisi, ed altro.

Le altre mule
Nel campo ci sono, attualmente, altre tre mule: Lady Gwen, inglese di 38 anni, ex modella; Frau Schwein, tedesca di 53 anni e infine la misteriosissima Madame X, di 41 anni. 
Ed ora, scattiamo una fotografia virtuale del campo al momento dell'ingresso del nostro terzetto: Lady Gwen è stata appena riempita e sta per essere riagganciata alla Giostra; Frau Schwein è in fase di svuotamento da parte della sua operosa ed energica guardiana, mentre Madame X sta salendo la Collina per la tredicesima volta consecutiva. Inutile dire che il suo pancione è davvero notevole.
(9- continua)

7 giugno 2013

LANCY 8 - LA "CORRIGENDA MULA"


LANCY 8 - FRAU SCHWANGER, “CORRIGENDA MULA”
di sguattera sudiciona

La preparazione della "Corrigenda Mula"
Fraulein Brunilde M., coadiuvata dall'infermiera, si mette personalmente all'opera. Mentre l'impianto di diffusione della saletta spande nell'aria le note delle “Variazioni Goldberg” per pianoforte magistralmente eseguite da Glenn Gould, l'infermiera mescola due cucchiai di sapone di Marsiglia grattugiato con mezzo litro d'olio d'oliva, poi versa la densa mistura nel primo contenitore di ceramica. Al litro di vischiosa pappa punitiva, chiamata "Eau de Lancy", la donna aggiunge due litri di acqua calda. - Bene, mammina cara: questa prima dose servirà a saggiare le tue budella: innanzi tutto per ripulirti ben bene e poi per farle abituare al carico che d'ora in poi dovrai portare! - annuncia Brunilde.
Da sotto il cappuccio di gomma marrone, viene fuori il solito mugolio.
- Mi raccomando, panciona: niente crisi isteriche, d'ora in poi! Sopporta pazientemente la tua nuova condizione e forse eviterai provvedimenti ben più spiacevoli! - La voce di Brunilde scene di tono ma non di volume: - Da questo momento Frau Schwanger passa dallo status di sguattera a quella di “Corrigenda Mula”. Tale status non è revocabile, come del resto non lo è alcuno degli step progressivi di Lancy! Una volta iniziata la discesa, per una schiava di Lancy non c'è mai possibilità di risalita, semmai può guadagnarsi la possibilità di rimanere nella condizione in cui si trova!
Dal contenitore di porcellana si spande un aroma di olio e sapone. 

Il primo clistere da Corrigenda Mula
Le gambe aperte sul tavolo ginecologico, la Corrigenda Mula Frau Schwanger attende l'introduzione del primo clistere subìto nella sua nuova condizione. Brunilde appoggia contro l'ano della schiava il grosso ugello metallico e incomincia a spingere lentamente ma inesorabilmente. Il diametro dell'ugello è davvero notevole, se non altro in rapporto alla relativa tonicità dell'anello di carne della "Corrigenda Mula". La schiava si contorce quel tanto che le cinghie strette ai polsi, agli avambracci, alle caviglie e alle cosce le consentono: ma si tratta di movimenti minimi, che di certo non impediscono alla mano di Brunilde di portare a termine la sua missione. Con uno schiocco seguito da risucchio, l'ugello è definitivamente alloggiato nelle budella della punita! Finalmente l'infermiera può vendicarsi dell'affronto subito dalla schiava: senza esitare apre il rubinetto del contenitore di porcellana e il liquido caldo invade le viscere di Frau Schwanger. Iniziano, da parte della schiava, contorsioni un poco più pronunciate delle precedenti. Dal cappuccio provengono insistenti mugolii, segno che il liquido sta facendo il suo effetto. Molto rapidamente i tre litri di “eau de Lancy” si trasferiscono dalla caraffa di porcellana all'intestino della "Corrigenda Mula". Il ventre si tende sotto il grembiule, fino ad assumere il classico aspetto della panciona adibita ai lavori forzati. Svuotato completamente l'irrigatore, la padrona-figlia chiude il rubinetto lasciando in sede l'ugello. Da sotto il cappuccio giungono incessanti soffi e lamenti. Brunilde osserva soddisfatta il risultato dell'operazione, scatta un paio di immagini con l'iPhone e poi si gira verso l'infermiera: - Mia cara, d'ora in poi questa sarà la dose standard. Se la “mula” dovesse recalcitrare o peggio ribellarsi in qualsiasi modo, la dose verrà aumentata di un terzo. - Bien sur, madamoiselle! - risponde l'infermiera prendendo nota sul suo taccuino nero.

- Molto bene, ragazza mia! Per il momento lasceremo la neo "Corrigenda Mula" tranquilla a meditare sulle sue malefatte, come una brava bambina che ha subito il giusto castigo! Le metta sopra un telo di gomma, infermiera. Spegniamo la luce e lasciamola riposare! 

L'infermiera esegue l'ordine: un pesante lenzuolo gommato viene steso sulla schiava, lasciandole scoperto il viso incappucciato. Le due donne si dirigono verso la porta, spengono la luce ed escono, chiudendo a chiave la porta d'acciaio inossidabile.

Due ore dopo
Brunilde M. e l'infermiera rientrano nella Sala del Reparto Interventi. L'infermiera accende la lampada da sala operatoria, si avvicina al tavolo ginecologico d'acciaio e con gesto elegante toglie il lenzuolo di gomma dalla punita. Brunilde M. si avvicina, si china sulla "Corrigenda Mula" e ne saggia il pancione, premendo qua e là. Ad ogni schiacciamento, da sotto il cappuccio partono dei grufolii che, alla lunga, ottengono solo l'effetto di spazientire la padrona. - Ascolta bene, schiava: ora ti sarà tolto il bavaglio. Ti consiglio di imparare da subito a controllarti, se non vuoi che la dose di “Eau de Lancy” venga aumentata da subito! Se pensi di riuscire a controllarti, fai un cenno con la testa.
Dopo un attimo di esitazione, Frau Schwanger abbassa la testa due volte, in cenno di assenso. 
- Parfait! Infermiera, tolga il bavaglio a questa panciona! 
L'infermiera estrae dalla bocca della schiava il cilindro di gomma inserito fra i denti. La schiava rotea gli occhi, respirando pesantemente dalla bocca. Si intuisce che fa fatica a controllarsi, ma nonostante i crampi riesce a dominarsi e a rimanere in silenzio. - Molto bene, brava bambina! E ora, fuori la lingua! Ecco, così, fuori bene... Dovrai imparare a farlo sempre, quando non sei imbavagliata. Non è troppo difficile, vedrai... 
Frau Schwanger apre, la bocca, sporge una lingua impastata, che la sua padrona immediatamente afferra e stringe fra pollice e indice gommate. - Brava, così! Ricordati di tenerla sempre ben fuori, se ci tieni a conservarla!

(Dal manuale segreto di Lancy: la “regola della lingua”

“Ogni Corrigenda Mula, qualora non sia imbavagliata, durante le ore diurne e lavorative sarà tenuta a sporgere incessantemente la lingua in presenza di guardiane, infermiere, padrone o Signore, in segno di sottomissione”.)

Svuotamento
- E ora, infermiera, procediamo al primo svuotamento!
L'infermiera preme un bottone e con un ronzio il piano del tavolo si raddrizza lentamente, mettendo la schiava in posizione verticale. Sotto di lei, viene collocata una sacca di gomma marrone per la raccolta dei liquami: dopo l'espulsione e il secondo riempimento sigillato dal Bardex harness, saranno trasportati in giardino per la concimazione dalla stessa schiava che li ha prodotti: una regola economica di Lancy che sottolinea come “da una schiava non si butti via niente”. 

Brunilde ora appoggia le due mani sul pancione della madre e preme con forza. La schiava grugnisce, sporgendo la lingua a più non posso, mentre con un gesto secco e netto l'infermiera, inginocchiata ai piedi della sguattera, estrae il grosso ugello metallico. L'infermiera si scosta in tempo, stavolta: un getto denso, maleodoreante e dal colorito marrone fuoriesce da Frau Schwanger! Brunilde continua a schiacciare e a rilasciare il ventre pieno, e ogni volta un getto schizza fuori, sempre meno copioso, sempre meno veloce. Finchè, dopo un'ultima “spremitura”, le budella della schiava sembrano essere state completamente svuotate. Dalla sacca di gomma proviene un odore nauseabondo. Brunilde M. inarca un sopracciglio, e senza degnare di uno sguardo il “prodotto” della mungitura della madre, si rivolge al volto coperto dal cappuccio: - Ora sarai riempita di nuovo, verrai imbracata per il tuo nuovo lavoro e uscirai di qui portando con te quella schifezza: servirà a far crescere la tapioca di cui ti nutrirai fino alla fine dei tuoi giorni.
(8- continua)

2 giugno 2013

HELGA




Helga, swiss maid of all works

JS cerca donne di fatica

Janine Souillon cerca donne di fatica fra i 35 e i 60 anni.
Scrivere allegando foto a
janinesouillon@gmail.com