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7 settembre 2013

PUNISHMENT FOR UNTRAINED SLAVES

© The Vet

PENSION BALNEARIA 68


Nobili Signore, sguattera sudiciona.
Proseguo nella trascrizione della seduta di interrogatorio della perra.
La suppliziata, liberata per una breve pausa, mostra il pancione, gonfiato dall’acqua che ha dovuto ingurgitare e tenta di commuovere le giudici piangendo, senza risultato. E’riuscita a superare la tortura ordinaria, senza confessare ma non sa cosa la aspetta.
Ad un cenno della Presidente del Tribunale, le vengono legati i piedi alle funi delle carrucole con cui mi avevano issato sul cavalletto. Viene issata per i piedi, la si fa dondolare. Vomita, tra pietose contorsioni, tutta l’acqua che le ingombra lo stomaco. Viene poi calata e le si permette di orinare e scaricarsi del liquido che ormai le gonfiava anche l’intestino.
La Presidente, ora, ammonisce la suppliziata di confessare o prepararsi alla tortura straordinaria. Questa è ben più dura, le pinte di liquido da inghiottire sono 16, ma sarà acqua mista ad orina. Le presenti forniscono prontamente il loro contributo. Ben presto di fronte alla perra sono allineati 4 secchi di liquido puzzolente e schiumoso. Alla vista la suppliziata tentenna. Rifiuta comunque la resa, viene nuovamente legata sul tavolo del tormento ed arcuata ancora di più. L’accusata urla, poiché così arcuata la stessa posizione è una tortura. Si inizia con il primo bricco. L’accusata inghiotte con grandi sforzi. Al termine del bricco viene però colta da un irrefrenabile conato di vomito. Tenta nuovamente di riprendere a bere ma non ci riesce. Le chiudono il naso, ma ormai sta soffocando. Ad una nuova richiesta di confessione, tra i muggiti si percepisce un debole sì.
Viene liberata dal bavaglio ed ancora legata al tavolaccio, rende, tra le lacrime una completa confessione.
Confessione resa dall’accusata: “non sono nobile, sono solo la figlia illegittima di un appartenente al ramo cadetto di una famiglia nobile. Poiché non amo il lavoro, ho risposto, mentendo sui miei titoli, ad un inserzione per una “consultora”, che reggesse la Pension in assenza della Signora legittima.”
Per la perra, come vedete si mette molto male, non le resta che sperare nella clemenza della corte. Invece, la pazza, mantiene un atteggiamento irrispettoso. E’ora considerata colpevole di un numero impressionante di reati, il più grave, l’usurpazione della direzione della Pension.
Potrebbe essere murata viva, ma il tribunale, magnanimo la condanna a UN MINIMO di 5 anni di lavori forzati, nelle vesti di infima sguattera, presso la Pension Balnearia. Inoltre, per l’atteggiamento tenuto, subirà un “tratamiento especial”.
Finalmente rientriamo tutte alla Pension. Grandi feste di noi serve alla nostra Signora. La Signora dispone che noi si ricominci a lavorare ai suoi ordini. Niente più lavori insensati e punizioni esagerate. Quanto a perra e compagne, esse sono degradate a serve delle serve. Ci viene, però severamente ingiunto di lasciarle stare. In attesa della punizione pubblica saranno solo imprigionate. Mangeranno abbondantemente, la Signora si occuperà della loro dieta. Ci dice però, che tutto questo dura solo fino all’ “auto da fè”, la punizione pubblica. Poi pagheranno le loro malefatte e saremo noi stesse a dare loro gli ordini e punirle.
Siamo così tutte in curiosa attesa di questo fantomatico “auto da fè”…..
Sguattera Nadia
(68- continua)   

PENSION BALNEARIA 67



Nobili Signore, sguattera sudiciona.
Mi ero fermata, nel trascrivere il verbale, alla perra che stava per scottarmi col ferro rovente, mentre il cavalletto mi pareva stesse segandomi in due ed i pesi tiravano inesorabilmente in basso le mie caviglie. Sento della confusione ed una voce ferma ed autoritaria gridare FERMATEVI, TUTTI FERMI! E’ la presidente del Tribunale delle Signore. Si avvicina alla perra, che la guarda sorpresa, le toglie di mano il ferro rovente. Ad un suo cenno due guardie rimuovono i pesi dai miei piedi. Le corde che mi tengono le braccia mi sollevano dal cavalletto. Una volta deposta, subito la dottoressa mi presta le cure del caso, una provvidenziale borsa di ghiaccio lenisce un pò i dolori.
La Presidente ora si rivolge alla perra: signora L.P., questo tribunale non è riuscito a trovare negli archivi la sua “patente di nobiltà”. Entro domattina lei dovrà fornire questo documento, che attesta i suoi nobili natali, in difetto di ciò sarà il tribunale a stabilire se lei sia nobile o meno.
E così termina la mia terribile giornata. Vengo affidata alle cure della dottoressa e della nostra Padrona. Fortunatamente la scottatura infertami dalla perra è cosa di poco conto. Quanto alle mie parti intime, grazie alla borsa di ghiaccio, iniziano a dolere di meno. A causa delle tumefazioni provocate dal cavalletto faticherò ad orinare per qualche giorno.
E veniamo alla perra. Al mattino successivo si deve presentare di fronte al tribunale , che stabilirà se è una nobile, e quindi autorizzata a prendere il posto della nostra Signora, o meno. Noi serve non possiamo, naturalmente assistere ad un tribunale che inquisisca una nobile, perciò torno alla prosa notarile, che, come vi dicevo, ho avuto modo di consultare in seguito.
“Yo M.T. notario del rey….”
Il Tribunale chiede alla nobile L.P. di mostrare la sua patente di nobiltà. La nobile L.P. non è in grado di farlo, fosse pure in copia. Inoltre dà spiegazioni molto confuse. La Presidente a questo punto pronuncia la frase “sarà allora il tribunale a stabilire il suo stato nobiliare, si prepari per l’interrogatorio!”. La L.P. ribatte che, essendo nobile, non può essere sottoposta a torture. La presidente conferma che l’esenzione dalla tortura per i nobili esiste sì, eccetto che per “el agua”.
In considerazione dei nobili natali, quindi, il tribunale dispone che si proceda alla questione dell’acqua, ordinaria ed all’occorrenza straordinaria.
Una guardia porta due secchi di zinco della capacità di circa 4 pinte (circa 4,5 litri) di acqua.
La L.P. viene denudata e legata al tavolo del tormento, il tavolo, con un ingegnoso gioco di leve e volantini, costringe il corpo in una dolorosa posizione arcuata, con testa e piedi ben più in basso del ventre.
Viene applicato all’accusata un bavaglio di cuoio, che sostiene un imbuto. Tale bavaglio impedisce di muovere la testa e di serrare i denti. L’acqua verrà versata con un bricco da 1 pinta, riempito a sua volta nei secchi. Se la suppliziata facesse resistenza basterà tapparle il naso tra pollice ed indice per costringerla a bere, se non vuole affogare.
Dopo aver rivolto un ultimo invito a confessare io, notaio, faccio cenno che si può iniziare. Viene versato, lentamente , il primo bricco. L’accusata mugola e tenta disperatamente di svincolarsi, senza risultato. Dopo ogni bricco invito severamente l’accusata a confessare. Sia pur impedita da bavaglio e imbuto, si sente chiaramente, tra i suoi mugolii un ”NO”. Pertanto si continua. L’accusata inizia a soffrire, ne fanno fede i lividi che appaiono dove le corde bloccano braccia e gambe. Alla fine del primo secchio faccio togliere per un attimo il bavaglio, l’accusata rutta e tossisce penosamente. Interrogata si rifiuta ostinatamente di confessare. Ad un mio cenno si riprende a versare l’acqua. Le contorsioni dell’accusata sono via via più intense. L’unica risposta alle mie richieste continua ad essere un “NO” mugolato. Si sente nettamente il “GLUK GLUK”, l’affannoso deglutire. Il ventre dell’accusata si sta gradatamente gonfiando, nonostante ciò essa continua a negare sfacciatamente la confessione.
Termina anche il secondo secchio di acqua. L’accusata ha superato la questione ordinaria. Poiché ha, suo malgrado, inghiottito più di 4 litri di acqua il ventre è ormai dilatato come se fosse incinta.
Viene liberata e fatta brevemente riprendere, in modo che io possa interrogarla con comodo, senza l’ostacolo del bavaglio.
A tutte le mie pazienti domande nega ostinatamente una confessione………
Sguattera Nadia
(67- continua)

PENSION BALNEARIA - 66


Nobili Signore, sguattera sudiciona,
Dopo che la doctora si è accetrata delle condizioni dell’inquisita, accendo la seconda candela da 1 ora, che determinerà la durata della “pregunta extraordinaria”.
In questa seduta il peso dell’accusata sarà aumentato da pesi attaccati ai piedi. Inoltre dai 30 minuti in poi l’inquisitrice potrà utilizzare il ferro rovente, sia pur su aree limitate e sotto diretto controllo della doctora.
L’accusata viene issata sul cavalletto e l’inquisitrice ed una sua aiutante le appendono alle caviglie due sacchi di sabbia, per un peso di 10 kg cadauno. L’effetto è immediato, ora non esiste alcun modo con cui l’accusata possa alleviare la pressione. Tra continui lamenti e lacrime passano i primi 10 minuti. L’inquisita ora suda profusamente, tanto che il pavimento sotto al potro è bagnato dalle stille di sudore.
Ai 20 minuti l’accusata ha un piccolo svenimento, prontamente risolto dalla dottoressa che le fa annusare i sali.
Ai 30 minuti ammonisco l’accusata, il ferro per marchiature è già stato messo in un braciere. Ora l’inquisitrice ne afferra il manico di legno e lo mostra, rosseggiante all’inquisita, che richiesta urla di non voler confessare. Mi sento in dovere di ricordare all’interrogante le regole dell’utilizzo del ferro rovente, può essere usato solo su due aree, indicate dalla dottoressa e dovrà essere applicato solo per pochi secondi, lo scopo è terrorizzare, provocare movimentio scomposti e lasciare un marchio d’infamia L’interrogante gioca a lungo, avvicinando il ferro ai capezzoli, in modo che l’inquisita ne senta l’enorme calore ed allontanandolo, senza scottarla. Ora si inizia a fare sul serio, il ferro, non più rosso ma ancora fumante, viene appoggiato per un secondo alla pelle dell’inquisita, sul torace, sotto ad un ascella. Pare un grillo, tale è il sobbalzo che fa, sempre trattenuta sul cavalletto dai pesi appesi ai piedi. Urla scomposte e pianto a dirotto. A nuova richiesta urla nuovamente, tra le lacrime, di non confessare. Puzza di pollo bruciacchiato. L’inquisitrice scalda nuovamente il ferro e lo mostra nuovamente alla sua vittima……….
Nobili Signore, scusate la brevità ma è tanta l’emozione del racconto che sento il bisogno di fare una pausa.
Sguattera Nadia
(66- continua)