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3 dicembre 2015

DIARIO DI UN'EDUCAZIONE 10


Diario di una educazione – 10
Il sapone
Capita che le serve in addestramento, siano piuttosto goffe nei lavori. Ed una in particolare lo è all’ennesima potenza, succede che ha appena terminato di pulire i balconi e, nel rientrare in casa, rovescia tutta l’acqua sporca che pare inchiostro. Una serva ben addestrata, a questo punto, si rimboccherebbe le maniche e rimedierebbe ben presto al malfatto. Invece la nostra serva, esasperata si lascia sfuggire un “Cazzo, cazzo, cazzo!!”. L’esclamazione richiama immediatamente l’attenzione della Oberschwester. Inutile dire che la serva è nei guai. “Per il momento lasciamo da parte la tua goffaggine, imparerai con l’esperienza ed il lavoro ad evitare questi disastri, ma non posso assolutamente passare sopra alla tua imprecazione. Una brava serva impara a non lasciarsi prendere dalle emozioni e, se questo accadesse, una brava serva tiene la lingua sottochiave. La serva prima della punizione, deve rapidamente rimediare al disastro. Ora la Oberschwester può occuparsi della sua educazione. La serva, sempre con la divisa di fatica, viene fatta inginocchiare sul pavimento. La Oberschwester pone di fronte a lei un basso sgabello con un piattino. La serva si chiede a cosa servirà questo piattino. La Oberschwester si allontana e torna con un piccolo involto profumatissimo. Lo apre e ne estrae una ricercata saponetta, una delle saponette che una serva non si sogna neanche, costretta ad usare per lavarsi solo ed unicamente il sapone da bucato. La saponetta viene posta sul piattino di fronte alla serva. “Bene, mia cara, oggi ci occuperemo della pulizia della tua boccaccia. Sono certa che questa saponetta ti insegnerà a tenere a freno la lingua.”
La serva non crede alle proprie orecchie, forse non ha capito bene, cosa deve fare con la saponetta?
La Obertschwester è una donna di azione, prende la saponetta la passa sotto al rubinetto, pinza il naso della serva e, quando questa apre la bocca per respirare, vi infila a fondo la saponetta. “Ecco mia cara, ora ti succhi questa bella caramellina. Succhiala ben bene, voglio vederla andare dentro e fuori.”
La serva si sforza di ubbidire. Ma la saponetta, a contatto con la saliva, inizia a sciogliersi, richiamando ancora più saliva, ben presto al bocca della serva è piena di sapone e saliva. La Oberschwester, che sta osservandola avverte: “non ti azzardare a sputare, da brava serva inghiotti tutto e, continua a succhiare la saponetta”. Poi la Oberschwester pone sullo sgabello anche una sveglia, “per questa volta smetterai quando la sveglia suona, fra mezz’ora. Ma ricorda, la prossima volta potrei non essere così clemente e potrei obbligarti a succhiare tutta la saponetta, completamente.”.
La serva deve ora inghiottire, la saliva insaponata è terribile, irrita le pareti della bocca e la serva la sente benissimo scendere per l’esofago. E non parliamo del profumo, quello che, sulla pelle è un lusso da Signore, in bocca è una cosa abominevole. Ma la serva sa di essere osservata dalla Oberschwester ed inghiotte, anche se lo stomaco si ribella ed ha voglia di vomitare. Ma ora la serva deve continuare a succhiare spingendola dentro e fuori la saponetta che, dal canto suo si rammollisce in superficie e lascia ancora più schiuma. I minuti passano interminabili, con la fatica di inghiottire la densa ed irritante schiuma che causa crampi e conati. Finalmente la sveglia suona, la serva inghiotte l’ultima schiuma e, finalmente può togliersi dalla bocca la saponetta. Come le fa notare la Oberschwester la saponetta si è consumata abbastanza poco, la serva si può immaginare quanto deve essere terribile dovere consumare completamente la saponetta. Ora la serva può bere un bicchiere di acqua e sciacquarsi la bocca ma, per coronamento della punizione, dovrà inghiottire anche l’acqua utilizzata per sciacquarsi.
E di lì a qualche ora la serva scoprirà all’improvviso delle capacità purgative della saponetta, quando dovrà supplicare a lungo la Oberschwester per poter usare il bagno.
Vi assicuro che da questo momento la nostra serva penserà a lungo, prima di aprire la bocca!
(10- continua)


LANCY 18 / LA MUCCA N°14


LANCY 18 – Mucca per sempre

di sguattera sudiciona
Per la mucca 14 si sta avvicinando un nuovo traguardo: il termine del periodo di internamento a Lancy. Inutile dire che gli obbiettivi che erano stati prefissati non sono ancora stati raggiunti. La Dottoressa in persona studia pertanto nuovi metodi per aumentare la scarsa produzione lattifera.
Ed è la Dottoressa a presentarsi dalla mucca 14 con un enorme biberon: uno dei biberon usati in veterinaria per i vitellini. Il biberon è pieno di un liquido lattescente, all’apparenza molto denso, è ricoperto dalla condensa, sintomo che è stato conservato a bassa temperatura. Una Mungitrice arriva portando un pentolone di acqua calda ed il biberon finisce a bagnomaria. La sudiciona si chiede il perché di tutte queste premure ma non riesce a capire. Dopo un certo tempo il liquido ha raggiunto la temperatura richiesta attorno ai 38 – 40 gradi. Tempo per la sudiciona della poppata. La Dottoressa in persona controlla l’operazione. La sudiciona inizia ad inghiottire a fatica il denso liquido. Il sapore è molto insolito, leggermente salato. Inevitabilmente la sudiciona deve riprendere fiato numerose volte. Ed è circa a metà biberon che la Dottoressa dice alla sudiciona: “allora mucca 14, vedo che lo sperma di toro non ti dispiace affatto”. La sudiciona resta come folgorata. Lo stomaco le si contrae. Le viene da vomitare ed inizia a sudare profusamente. Ma basta una severa occhiata della Dottoressa per farle capire che deve bere tutto fino all’ultima goccia, se vuole evitare qualche terribile trattamento. E così, la sudiciona continua ad inghiottire con grandi sforzi. Il sudore le imperla la fronte. Finalmente, dopo un tempo lunghissimo, la sudiciona termina la vomitevole bevanda. Ora la Dottoressa ordina alla Infermiera Mungitrice di raddoppiare gli esercizi di mungitura della sudiciona. La gran quantità di ormoni somministrati, dovrebbe stimolarle grandemente la produzione lattifera. E possiamo così assistere ad una dolorosissima mungitura da parte delle nerborute mani della Mungitrice. Mani che strizzano energicamente le poppe della sudiciona, per trarne dei modesti schizzi di latte, il tutto tra pietosi muggiti. Ed anche stavolta il secchiello conterrà solo un dito del prezioso latte.

Finalmente la sudiciona viene lasciata in pace, ma per poco. L’Infermiera mungitrice viene chiamata al telefono: “certamente Madame, la mucca 14 viene subito in reception. Si, le metto il reggiseno numero 2”. La mucca 14, nella sua stolidezza si chiede di cosa stiano parlando: a Lancy i reggiseno non esistono, tanto più reggiseno per mucche! Ma l’Infermiera arriva con uno strano aggeggio: due gabbiette di lucido acciaio, dotate di larghe cinghie di nylon. Nelle gabbiette vengono, a fatica, infilate le turgide mammelle della mucca 14. Accade che con i trattamenti a cui è stato sottoposto il seno della sudiciona sia aumentato di un paio di misure ed il reggiseno metallico non sia più adatto. Ma non importa, le robuste cinghie, tirate con forza, tengono il tutto in posizione. L’Infermiera guarda la sudiciona: le gabbiette penetrano in profondità nelle carni, più che un paio di tette sembrano due salami. Ma ora la sudiciona deve venire accompagnata in reception. Il morso le viene allacciato ancora più strettamente. Una fermata alla fontana, dove viene lavata con il solito idrante, poi alla sudiciona viene fatta indossare la divisa di fatica. Ed è a passo di marcia punitiva che la sudiciona, grondante sudore per le rampe salite, entra nel salone della reception. Alcune Signore la valutano, dal fondo della stanza. La sudiciona non vede bene: per settimane è stata rinchiusa nei sotterranei della fattoria e non è più abituata a tanta luce. Poi viene percorsa da una specie di scarica elettrica: quella, quella è la voce della sua Padrona. Infatti Madame Janine ha deciso di accertarsi di persona dei progressi della sua pupilla. Le altre Signore, inutile dirlo sono Anne e Louise con la Dottoressa. La sudiciona capisce che parlano di lei. Resta rispettosamente in attesa con lo sguardo a terra e la mente in subbuglio. Infatti alla sudiciona è stato detto che avrebbe dovuto scontare un breve periodo di detenzione a Lancy, durante il quale si sarebbe potuta rendere conto di cosa la aspettava insistendo nei suoi riprovevoli vizi. Ora la sudiciona si immagina già al ritorno nella villa di Madame Janine. Ma, come sempre accade, la troppa fantasia sta per giocarle un brutto scherzo. Nel frattempo la Dottoressa e Madame Janine si avvicinano, sempre discorrendo tra loro. La Dottoressa ci tiene a mostrare l’aumento di volume del seno, bene evidenziato dalle dolorose gabbiette. Ma ora Madame Janine affronta lo spinoso problema del viziaccio della sudiciona. La Dottoressa si crede abbastanza sicura anche in questo: di certo la mucca 14 ha ricevuto una sufficiente lezione che farà da deterrente. Per dimostrarlo la Dottoressa, indossati dei guanti chirurgici, inizia a titillare sapientemente il sesso della sudiciona. Ora, in condizioni normali la sudiciona sarebbe riuscita a resistere a lungo, ma la presenza di Madame Janine la ha messa in uno stato di pre-eccitazione. Inutile dire che i movimenti ed il muggito rendono chiara la situazione: la sudiciona è ancora dedita al suo vizio. Ora la Dottoressa è abbastanza infuriata e vuole andare a fondo della faccenda, toglie alla sudiciona il morso, in modo che possa rispondere: cosa le è passato per la testa, per godere in maniera così indecente? La sudiciona cerca di negare di avere avuto delle fantasie. La Dottoressa la minaccia: “se non confessi subito confesserai dopo che ti ho iniettato 100 cc di capsaicina concentrata nella vescica tramite un bel catetere. Vedrai l’effetto del peperoncino là dentro, altro che cistite. E poi, ricordati che dovrai orinare e per una settimana urlerai ogni volta. La sudiciona confessa così, tra le lacrime, che si è immaginata di ricevere uno dei dolci clisteri punitivi di Madame Janine. “Ecco spiegato l’arcano: l’eccessivo uso di clisteri non sufficientemente dolorosi, ha creato questa situazione, in questi casi meglio punire con dei bei purganti. Ora occorrerebbe effettuare un lungo periodo di ricondizionamento, per rimuovere del tutto gli istinti goderecci.
La sudiciona, nello stato di confusione e prostrazione in cui si trova, non si accorge di una certa tensione nell’aria. Le sfugge anche la Signora Anne che fa un cenno di intesa ad alcune sorveglianti che erano lì nei dintorni. L’Infermiera, preavvertita rimette rapidamente il morso alla sudiciona, alla cciandolo ben stretto. Madame Janine pare convinta dagli argomenti della Dottoressa: “Bene, mi ha convinta. Tra l’altro ho accolto in casa una giovane sguattera in dressage e non vorrei che questa vecchia vacca la rovini mostrandole i propri vizi. Penso di trovare un soddisfacente accordo con la Signora Anne e lasciare la sudiciona qua da voi per un periodo indefinito.”
Lacrime brucianti scendono dagli occhi della vacca 14, le sta crollando il mondo addosso. Ha sopportato l’ultimo mese di tormenti sorretta dalla speranza di tornare, ormai perdonata, al servizio di Madame Janine e si scopre invece, ormai più che cinquantenne, sostituita da una giovane cerbiatta. Lunghi disperati muggiti si alzano. L’Infermiera Mungitrice, ad un discreto cenno della Dottoressa, aggancia una corda al morso della sudiciona e, aiutata da due robuste sorveglianti trascina la sudiciona, in piena crisi isterica, verso le ombrose stalle di Lancy. sentiamo i muggiti della povera vacca 14 risuonare a lungo in distanza nei corridoi. Che dire? Madame Janine giunge presto ad un accordo con la Signora Anne. Pagando una modica retta la sguattera sudiciona rimarrà a lungo a Lancy, il lavoro continuo, unito al prezioso latte prodotto pagheranno la differenza della retta. La Dottoressa, da canto suo è ben contenta degli ultimi sviluppi: la mucca 14 farà da “guinea pig” a lungo, per gli studi sul completo riempimento tramite clistere, per non parlare degli studi sul condizionamento pavloviano per rimuovere l’immondo vizio masturbatorio.
Mie Signore, è con la tastiera bagnata da qualche lacrimuccia che questa indegna narratrice si congeda da Voi. Ma non disperate, Madame Janine può, in ogni momento richiamare in servizio la vecchia sguattera soprannominata “Sudiciona M”, ora conosciuta come “Mucca 14”
Vostra miserabile sguattera sudiciona N.
(18- continua)