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2 ottobre 2010

I CLISTERI PUNITIVI

IL CLISTERE PUNITIVO
di Lucia Marchi, coadiuvata dalla sua amica infermiera

La pratica del clistere, detto anche enema, è di solito considerata una cosa più o meno fastidiosa, da alcuni è considerata fonte di eccitazione sessuale. Ne esiste però una variante detta clistere punitivo (da adesso in poi CP) abbastanza temuta poichè può essere più o meno prolungato e che può comportare, per colui o colei che vi è sottoposta, la necessità di evacuare pubblicamente o in situazioni particolarmente umilianti (pannolone), spesso dopo aver sopportato a lungo, nell'impossibilità di liberarsi, i forti crampi conseguenti al clistere stesso.
Alla punita sarà permesso lamentarsi, questo è un buon feedback che permette di capire se la punizione funziona: i soliti lamenti "basta non ce la faccio più", "mi fa male", "scoppio", "mi sento l'acqua in gola" ci indicano che stiamo opearando bene, grida scomposte ed esagerate ci indicano di interrompere.
Alla punita verrà impedito di vedere il livello dell'acqua, anzi, meglio, le verranno bendati gli occhi, in modo da focalizzarla sulle sensazioni interne.


Esistono molte variabili coinvolte nella somministrazione di un clistere punitivo e nelgli effetti che questo provocherà:

1) strumento utilizzato
2) tipo di cannula
3) tipo di liquido
4) volume somministrato
5) temperatura
6) pressione
7) velocità di riempimento
8) aria nell'intestino o tubi
9) posizione da assumere durante la somministrazione
10) tempo e modalità di ritenzione
11) modalità di evacuazione
12) ripetizioni eventuali del tutto


1) l'attrezzo di più facile reperibilità per la somministrazione è l'enteroclisma da viaggio, si trova in ogni farmacia, ha una capacità di 2 litri. Per volumi superiori prepareremo l'ulteriore liquido in bottiglie di plastica, in modo da non concedere alla punita "pause" in attesa che l'acqua sia pronta, alla temperatura giusta.

2) Utilizzeremo come minimo la cannula vaginale (la più lunga). Su internet è possibile ordinare vari accessori per il clistere, si possono trovare cannule enormi, in modo da associare al CP la sodomizzazione, ed anche cannule gonfiabili che renderanno impossibile qualsiasi involontaria perdita perdita di liquido alla punita.

3) Tipo di liquido:
se si desidera unicamente umiliare la punita vanno benissimo i microclismi alla glicerina, nonostante la piccola quantità (pochi cc) sono molto efficaci, in particolare se se ne somministrano 2 - 3 e si impone un tempo di ritenzione di 30 minuti dopo aver fatto indossare le mutande impermeabili ed il pannolone. La punita dovrà scegliere se umiliarsi subito sporcandosi o cercare invano di resistere soffrendo.
Per un'indimenticabile punizione praticheremo un CP di grosso volume, dunque utilizzeremo acqua che è il liquido più sicuro, eventualmente aggiungendo un cucchiaino colmo di sale ogni litro d'acqua, per impedire che l'intestino assorba troppa acqua (nel caso di una serie di clisteri).

4) volume somministrato: partiamo da un minimo di 2 litri a 3 - 4 litri, a seconda del grado di pulizia dell'intestino (il primo clistere di una serie è bene sia di volume inferiore) e a seconda della corporatura e della resistenza della punita.

5) Temperatura: la temperatura di base Ë quella del corpo 37∞, possiamo avere clisteri pi˘ caldi da 38 a 42 gradi ma attenzione a non superarli, per il pericolo di ustioni al colon (testare sempre la temperatura con una guancia o la parte interna dell'avambraccio appoggiati alla sacca o al contenitore.
Solitamente i clisteri caldi sono sopportati meglio poichè generano crampi meno intensi, ottimi per una pulizia a fondo dell'intestino e per poter vedere la punita col pancione gonfio.
Clisteri freddi da 35 ai 20 - 25 gradi: qui siamo nel vero CP. A volte i crampi sono così forti che per la punita è impossibile resistere, se non si utilizzano cannule di ritenzione possiamo aspettarci addirittura espulsioni impreviste di liquido. Preferibilmente il clistere freddo può essere l'ultimo di una serie, in modo che la punita, gi‡ spinta ai limiti della sua resistenza dai clisteroni precedenti sopporti dei crampi ancora più forti ed eventualmente subisca l'onta della sconfitta.

6) pressione del liquido: conviene posizionare il contenitore da un minimo di 30 cm fino a un max di 1 metro d'altezza. Vedi anche velocità di riempimento.

7) velocità di riempimento: possiamo andare dal clistere somministrato molto lentamente a quello somministrato in 2 - 3 minuti. La velocità di riempimento può essere regolata con l'apertura dell'eventuale rubinetto o con l'altezza del contenitore. Solitamente più è veloce la somministrazione più è efficace, però alcune infermiere preferiscono somministrare il liquido in lunghi getti. Consideriamo anche le pause eventualmente concesse alla punita per riuscire a superare crisi dolorose momentanee: si ferma momentaneamente il liquido e le si massaggia il ventre. Si riuscirà ad apprezzare il gonfiore causato dal contrasto tra il crampo e il liquido in ingresso. Non esageriamo, però: 3 - 4 pause di un paio di minuti l'una sono il massimo che concedo, e solo in caso di volumi importanti e/o clisteri freddi.

8) la presenza di aria nel tubo: è sempre controproducente, l'aria disturba il libero flusso del liquido nei tubi e se finisce nell' intestino e crea dei crampi incontrollati e rende impossibile somministrare grossse quantità. È preferibile eliminare bene l'aria dal tubo prima di iniziare il clistere. A meno che si voglia sfruttare la cosa per avere evacuazioni pi˘ rumorose ed umilianti.

9) posizione: qui possiamo sbizzarrirci. La preferita potrebbe essere quella definita dalle infermiere genu-pettorale: in ginocchio, però con il busto abbassato fino ad appoggiare testa e petto sul materasso: è una posizione imbarazzante poichè espone perfettamente le parti intime della punita e non preme sull'intestino. Va bene anche la posizione supina, soprattutto se si vuole effettuare un massaggio durante l'introduzione del liquido. Una posizione che rende ancora più impegnativo il CP per la punita è il clistere all'impiedi, poichè il movimento ascendente dell'acqua viene contrastato dalla forza di gravità.

10) tempo e modalità di ritenzione: i tempi di ritenzione che impongo vanno dai 5 minuti alla mezz'ora. Vanno modulati in modo da spingere la punita ogni volta oltre i propri limiti. Modalità di ritenzione: bello tenere la punita all'impiedi, in modo da apprezzarne la pancia gonfia e apprezzare le controsioni imposte dai crampi che la attanagliano. Si potrebbe farla camminare in corridoio, magari con i tacchi alti, in modo da aumentare gli stimoli, ma è più sicuro posizionare la punita nella vasca da bagno o nel box doccia, a scanso di "incidenti".
In caso di clisteri di grosso volume non impongo il pannolone: serve a poco, ma sporattutto offre alla punita la possibilità di sfuggire ai crampi scaricandosi anzitempo. Molto meglio tappare la punita con un butt-plug o una sonda gonfiabilie.

11) modalità di evacuazione: qui sta a noi decidere, anche in base a quale livello di umiliazione vogliamo giungere. Se la punita si è comportata accettabilmente, non infierisco, le permetto di utilizzare privatamente il bagno, altrimenti dovrà usare l'immancabile secchio oppure farsela addosso, magari messa nella vasca da bagno in una posizione in cui l'acqua evacuata le ricada addosso.

12) ripetizioni: preferisco somministrare sempre una serie di clisteri. Il primo, caldo o molto caldo, di volume ridotto, 1- 2 litri inizia a ripulire grossolanamente ed elimina l'aria dall'intestino. Poi seguito da 1 - 2 clisteri molto caldi di alto volume. Se la punizione deve essere particolarmente dura, gli ultimi due Clisteri sarnno di acqua fredda a 20 gradi. Solitamente le punite vengono avvertite che, se non sopportano fino alla fine e per tutto il tempo di ritenzione imposto un clistere, questo verrà ripetuto subito dopo l'evacuazione.

Dopo una buona seduta di clisteri punitivi avremo una serva umiliata e prostrata dai crampi e dalle evacuazioni, che di certo si guarderà bene dal commettere altre mancanze.