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28 aprile 2013

LANCY 5 - VITA QUOTIDIANA A LANCY


disegno di Elisabeth Mandile


LANCY 5
di sguattera sudiciona

Vita quotidiana a Lancy
Per la sguattera sudiciona inizia una vita quotidiana scandita da riempimenti e svuotamenti del pancione, dai lavori ai quali viene adibita durante le “gravidanze”, dal riposo notturno rigorosamente fruito a pancia sotto, il ventre riempito da un clistere “leggero” (un litro e mezzo di acqua tiepida), dosato appositamente per non sconvolgere troppo le ore dedicate al sonno delle schiave, dal nutrimento condizionato da alcuni escamotage pavloviani che andiamo subito ad illustrare.

La pappona delle serve
A Lancy, per tutte le schiave indistintamente, il pasto è costituito da una pappa a base di acqua e tapioca, nella quale vengono disciolte le vitamine necessarie al fabbisogno delle sguattere. Per consentire l'assorbimento delle sostanze nutritive, l'ingravidamento delle serve viene interrotto durante e dopo i pasti, quanto basta per permettere le funzioni digestive essenziali, ma attenzione: per una serva non deve esserci alcun piacere nell'ora del pasto. Quindi, per evitare insulsi e indecenti compiacimenti, le guardiane hanno l'ordine di fustigare le detenute durante tutta la durata del pasto, che le sguattere consumano in piedi tenendo la ciotola sulla pancia.

Veglia, riposo e mansioni
I ritmi delle punite prevedono un'alzata alle 6 del mattino, lo svuotamento del pancione, indi un lavaggio delle parti intime eseguito dalle guardiane introducendo un getto d'acqua fredda dentro le mutande contenitive mediante un tubo di gomma, per una volta non inserito direttamente nell'ano delle lazzarone.
I lavori “leggeri” consistono nel servire a tavola le Signore in visita a Lancy, nelle pulizie ordinarie e straordinarie, nella cura del parco. I lavori “pesanti” prevedono l'impiego delle schiave come bestie da soma, come cavalle da tiro, come donne di fatica. In tal caso la serva indossa una speciale pancera elastica, simile a quella indossata dalle donne in avanzato stato di gravidanza, tessuta con lana e crine di cavallo urticanti misti a strisce di gomma, per non allentare sulle serve la stretta punitiva e afflittiva, che a Lancy è l'unica regola di vita per le schiave.
La pancera, naturalmente, serve a contenere il ventre ben riempito dalla mistura di acqua, olio e sapone, evitando che la pressione interna, durante lo sforzo, possa provocare danni. La giornata di ogni schiava termina alle 23 della sera.

Il crank e il treadmill
Mutuata dalle prigioni femminili vittoriane (le cosiddette “Brideswell”), la punizione ordinaria delle donne di Lancy, fustigazione a parte, si applica con due strumenti finalizzati al lavoro forzato, il crank e il treadmill. Sempre ben piene, le forzate punite devono, se adibite al crank, girare la manovella della macchina 10.000 volte al giorno costantemente controllate da una guardiana, mentre le donne sul treadmill (una sorta di grande ruota fatta di lunghe sbarre di ferro che gira su se stessa, da tenere in costante movimento “salendo” i gradini costituiti dalle sbarre di ferro), devono compiere 4.000 passi al giorno, camminando sulla macchina per dodici minuti di fila, riposando per altri cinque, e così via.
Entrambi i lavori, spossanti e ripetitivi, non hanno alcuna finalità se non quello di impegnare al massimo le forze delle prigioniere.

La “fattoria”
Per le recidive, o semplicemente per quelle che, a loro avviso, meritano una vita di rigore assoluto, le due algide Signore di Lancy hanno escogitato quello che si può a tutti gli effetti considerare il capolavoro occulto di questa occulta casa di schiave: la “fattoria”. Annidata nei sotterranei più profondi del maniero, perfettamente celata agli occhi delle stesse schiave, la “fattoria” occupa un intero piano molto vicino alle fondamenta della grande costruzione, ed è incassata nella parte del castello che confina con il lago, cosicchè di fatto, la labirintica struttura è perennemente immersa nell'umidità. Ma della “fattoria”, di cosa si celi in quella misteriosa struttura, avremo modo di parlare diffusamente in seguito.
(5- continua)

PENSION BALNEARIA 62


Nobili Signore, serva sudiciona,
tra grandi stenti finisce anche il periodo di punizione e vengo riassegnata ai soliti noiosi e faticosi lavori della Pension, in attesa che la perra mi rispedisca al bar de tapas o a qualche altro “trabajo especial”. Finalmente riacquisto un minimo di libertà, non più incatenata alla noria e rinchiusa in cella. Approfitto di una momentanea assenza di gog e magog, nessuno mi sta guardando, dal mio pagliericcio recupero la borsina con i grossi pezzi di sapone da bucato. Mi sforzo in tutti i modi di romperli, anche con unghie e denti (a proposito, questo sapone ha un sapore veramente orribile). Estraggo alcuni oggetti piccoli e piatti. Come da istruzioni ricevute, li piazzo nei punti adatti. Poi, alla sera, accendo e spengo la luce in una determinata stanza alcune volte. Ecco, il dado è tratto, sono ormai diventata una traditrice. Se la perra sapesse cosa ho commesso mi torturerebbe a morte.
A questo punto vi posso spiegare l’accaduto: ero di servizio al bar de tapas, trasformata come sempre in una centrale elettrica, mi chiamano in uno dei separè e quasi cado in terra dalla sorpresa, la nostra vera Signora, ricordate? Quella che si è dovuta assentare per malattia e lasciare la gestione della Pension alla “consultora”, la perra. Noi serve ci sentiamo ancora fedeli alla Signora , a cui abbiamo giurato fedeltà, la perra è a tutti gli effetti un usurpatrice. Infatti, mi racconta la Signora, la perra si rifiuta di incontrarla, tanto meno di restituirle il potere. Occorre dunque che le malefatte della perra vengano documentate, poiché il problema verrà sottoposto ad un Tribunale di Signore, che deciderà in merito. Non penso a che rischi corra chi si oppone alla perra, do immediatamente la mia disponibilità. E così mi vengono dati dei pezzi di sapone, al cui interno sono nascoste delle avveniristiche microspie. Nessuno penserà a perquisire dei pezzi di sapone. Ho così inscenato l’attacco isterico per essere riportata alla Pension. Non avevo messo in conto il trattamento riservatomi dalla perra, ma sono una delle sue vittime preferite. Piazzate le microspie, il mio compito, per il momento è terminato, devo ora tenere un profilo basso. Ho, per ora, confidato la cosa solo alla mia amica e compagna di sventura Pilar.
Sguattera Nadia, spia e provocatrice.
(62- continua)


27 aprile 2013

LANCY 4 - SGUATTERA SUDICIONA ENTRA A LANCY


LANCY 4
di sguattera sudiciona

Primo svuotamento della sguattera sudiciona
Dopo un'interminabile ora passata a strofinare pavimenti in ginocchio, la sguattera sudiciona viene ricondotta in cella da Grosse Jeannette per essere svuotata e godere di quindici minuti di riposo. In questo lasso di tempo l'intestino della serva potrà brevemente distendersi, prima di essere nuovamente riempito in vista di un'altra ora di lavoro. La sguattera, bagnata di sudore e in preda ai crampi, non sa che il colorito del suo volto ha già preso quella sfumatura giallastra che è il marchio delle schiave gravide di Lancy. Trascinata per il collo dalla sua guardiana, la schiava arranca, il pancione che tende il grembiule di gomma, le gambe larghe, per cercare istintivamente sollievo dalle pesanti mutande contenitive e dal butt plug che le scava il retto. Prima di raggiungere la cella numero 1, quella che ospita la nuova schiava di Lancy, passano accanto alla porta della cella numero 2. Un rumore regolare e meccanico proviene dall'interno, accompagnato da pesanti grugniti e dall'inconfondibile schiocco che fa il “cane” quando secco s'abbatte sulla pelle di una donna punita.
Raggiunta la cella, alla sguattera sudiciona viene immediatamente ordinato di prepararsi ad accovacciarsi sul secchio di zinco per scaricarsi in presenza della sua guardiana. La sudiciona solleva rapidamente la divisa, arrotola il grembiule di gomma sulla panciona mentre la guardiana sceglie le chiavi del lucchetto che chiude le doppie mutande della corrigenda.

Nuove mutande
- Da oggi, nuove mutande per la nostra sudiciona! - annuncia garrula Grosse Jeannette.
Da un gancio del soffito sfila un doppio paio di pesantissime mutande in cuoio e in gomma, più spesse di quelle finora portate dalla miserabile sguattera. Il paio di cuoio è macchiato in più punti, e irrigidito dal sudore di altre schiave che l'hanno precedentemente indossato. Quello in gomma emana un forte odore di orina femminile e guttaperca, evocando sentori ospedalieri e manicomiali; è quello che rimarrà permanentemente a contatto con la pelle della sguattera, e presenta un foro rinforzato da un anello in osso in corrispondenza dell'ano della schiava, mentre quello in cuoio, ugualmente forato e allo stesso modo rinforzato, è dotato anche di una guarnizione filettata che permette l'avvitamento di un tappo dello stesso diametro del foro delle mutande di gomma. 
- In questo modo, lurida schiava, le tue graziose doppie mutande NON TI VERRANO TOLTE PIÙ: basterà svitare il tappo e inserire l'ugello di bachelite per riempirti, mentre per svuotarti, sarà inserito nel tuo buco un bel tubo di gomma: ti svuoterai da quello! - mentre pedantemente spiega, Grosse Jeannette procede a togliere le vecchie mutande della sudiciona. Il doppio paio, ormai in disuso, viene assicurato allo stesso gancio che tratteneva le “nuove” mutande. Per l'ultima volta durante la sua permanenza a Lancy, la sudiciona sente l'aria fresca accarezzare le sue parti intime. E, una volta estratto brutalmente dal suo sfintere il butt plug, può scaricarsi seduta a contatto con il metallo del suo secchio, e sentire il bordo metallico a contatto della pelle: un privilegio che d'ora in poi non le sarà più concesso. Ed ecco: all'improvviso, il getto puzzolente e rumoroso invade l'immondo secchio. Alla vista dello sconcio prodotto, Grosse Jeannette emette plateali versi di disgusto, turandosi il naso con il pollice e l'indice: benchè sia ormai abituata alle deiezioni delle schiave, si diverte ogni volta a mostrare tutta la sua disapprovazione e a umiliarle. Terminato l'abietto svuotamento, la custode preme ben bene il ventre della sudiciona, per essere sicura che la serva si sia svuotata a dovere. - Puah!!! Quando il secchio sarà pieno, lo svuotarai in giardino: abbiamo sempre bisogno di concime, ah, ah, ah! E adesso, lurida, mettiamo su le nuove mutande, coraggio!

Nuovo corredo
La guardiana allunga alla sguattera sudiciona il nuovo corredo di indumenti contenitivi. La schiava infila prima il paio in guttaperca gialla e Grosse Jeannette controlla che il foro sia ben messo in corrispondenza con l'ano della donna, poi si procede col paio in cuoio. Le mutande sono larghe, molto spesse e, come si diceva prima, intostite dal sudore e dalle tracce di deiezioni precedenti, prodotte dalle tante donne che prima della punita hanno indossato i vergognosi indumenti. Una volta infilato il pesante paio di cuoio, Grosse Jeanne chiude la cerniera d'acciaio inossidabile col lucchetto, e poi chiude il tappo sul culo della sguattera. - Cammina un po', troia, fammi vedere come ti stanno!
Con divisa e grembiuli ancora rimboccati attorno alla vita, la donna cammina. Ad ogni passo, un rumore di gomma e cuoio sfregati l'uno sull'altro si fa sentire distintamente. La guardiana osserva soddisfatta il movimento di contrazione e di distensione del materiale attorno alle carni della punita.
- Molto bene, puttana! Potrei farti fare qualche esercizio di dilatazione, ma visto che hai quindici minuti di riposo prima del prossimo riempimento, andiamo a fare una visitina alla cella accanto: quella pigrona di Madame Delacroix ci aspetta!
Ciò detto, la ragazza afferra un capo della catena che pende dal collo della schiava, e le due donne si dirigono alla cella numero 2.

Il “crank”
Dalla porta chiusa della cella numero 2, continua imperterrito il rumore meccanico, accoppiato a intervalli irregolari a quello tipico della fustigazione. Grosse Jeannette spalanca la porta senza tanti complimenti, e immediatamente un forte lezzo di sudore femminile investe le narici della guardiana e della prigioniera. Al centro della piccola cella, una donna dell'età della sguattera sudiciona, nella divisa e nei grembiuli di ordinanza, è impegnata a girare una lunga manovella di acciaio, dal lungo manico di legno consunto. La manovella è collegata ad una ruota di ferro a sua volte collegata tramite una catena a una frizione che può essere regolata costringendo la prigioniera ad uno sforzo minimo di 1 fino ad uno massimo di 10. Chi regola lo sforzo della punita è naturalmente una guardiana la quale, seduta a fianco della schiava, ha per ora impostato l'indice di resistenza della frizione sul 5. Il dorso della schiava è completamente bagnato di sudore. Il ventre, teso dalla mistura ingravidante, ballonzola ad ogni compimento di giro del “crank”. Ad ogni minima esistazione della forzata, la guardiana assesta sul suo sedere un colpo di canna sulle cosce o sui polpacci, dal momento che il sedere della scansafatiche è relativamente protetto dalle doppie mutandone.

La colpa di Laure Delacroix
La prigioniera Laure Delacroix, schiava a vita di Lancy, si è resa colpevole di pigrizia, in quanto è stata scoperta in flagranza mentre cercava di sedersi durante il servizio nel salone al pianterreno. Approfittando di un momento di distrazione delle padrone, e credendo di non essere vista, la schiava pigrona aveva cercato per qualche istante di appoggiare il culo rivestito di gomma e cuoio sul bordo di un prezioso tavolo di cristallo: ma un'altra schiava aveva notato lo sconsiderato gesto, e prontamente l'aveva denunciata alle guardiane. La punizione era stata decisa immediatamente: 10.000 giri di manovella al giorno, per una settimana, sotto il controllo diretto di squadra di guardiane, capeggiata dalla giovanissima e crudele Fraulein Clarette. Il pancione riempito regolarmante della oleosa mistura ogni ora, la donna è dunque sottoposta al lavoro forzato dalle 6 del mattino alle 22 della sera. Per impedire che le guardiane siano infastidte dai suoi lamenti, le viene applicata un bavaglio con una lunga lingua di cuoio che entra nella bocca, costringendola a muggire e mugolare sotto i colpi del “cane”. Grosse Jeannette, senza interrompere l'esercizio della schiava, si avvicina e preme il pancione, per controllarne la tensione, poi si accosta a Fraulein Clarette e le due confabulano brevemente. La sguattera sudiciona crede di intuire l'oggetto della rapida conversazione: si parla di aumentare la quantità di acqua e sapone del prossimo clistere della “paresseuse”. E infatti la conferma arriva direttamente dalla bocca della stessa Grosse Jeannette: - Coraggio, pigrona, manca poco alla conclusione dell'ora, fra poco sarai svuotata, ma il prossimo rabbocco ti assicuro che ti farà rimpiangere il precedente! A queste parole, la “paresseuse” Delacroix reagisce esattamente come Frau Schwanger: con una crisi isterica, cercando di scuotersi e di dimenarsi tutta. Ma essendo saldamente aggiogata al meccanismo per i polsi, e assicurata al pavimento con anelli catene e cavigliere, imbavagliata com'è e sottoposta al sibilo della canna, la pigrona può fare ben poco per dar sfogo alle sue ignobili intemperanze: tutto quel che ne esce, di quella sua potente crisi, è solo un incrementato e grottesco sculettare, accompagnato da muggiti più forti e prolungati. In piedi, le mani conserte sul ventre, la sguattera sudiciona registra automaticamente i due tratti distintivi delle “donne di Lancy”: il colorito giallastro e una netta propensione alla crisi isteriche.
(4- continua)

7 aprile 2013

PENSION BALNEARIA 61


Nobili Signore, Serva sudiciona,
la perra, ovviamente non ha ancora finito con me. La sento parlare di “tratamiento especial y lavado intestinal”. Sono sempre rinchiusa nella gabbia, costretta in una posizione quasi fetale. 

Arriva la perra , aiutata da Gog. Un carrello, coperto da un panno, mostra preoccupanti tubi. Vedo la perra prendere un lungo tubo di gomma rossa, ho già avuto modo di vedere tubi del genere: una sonda intestinale. Non ne avevo, però, mai visti di così grossi e lunghi. Attraverso le sbarre lubrificano il mio povero sedere, ancora sofferente per i maltrattamenti subiti. Poi, piano piano inseriscono la punta della sonda. Il contenitore del clistere è una vera e propria piccola damigiana! Viene sollevata su di un apposito sostegno che la pone almeno un metro al di sopra di me. La perra è intanto al telefonino con una sua amica e fa la radiocronaca della mia punizione. Viene aperto il rubinetto. Sento l’acqua, caldissima, entrare. Ora la perra, spinge inesorabile la sonda . E’come venire sodomizzata da un idrante. Presto però l’inserzione si ferma. Sarà entrato più o meno un litro, ben al di sotto dei clisteri solitamente affibbiati dalla perra. La sonda viene lasciata in posizione. Sento il rumore di un grosso contenitore di zinco, un enorme bacile, che viene spinto sotto di me. E, subdola, inizia una piccola contrazione. Cerco di resistere ma ben presto sono preda di dolori atroci.. Apprenderò poi che all’acqua erano state aggiunte glicerina ed una sostanza purgativa. L’effetto è inarrestabile come uno tsunami, con grande fragore espello la sonda, acqua e… sostanza organica. Finalmente lo stimolo si placa. E’quello che aspettava la perra, la sonda viene nuovamente inserita. Il liquido, stavolta acqua, sempre molto caldo. E nuovamente la sonda penetra inesorabile. Solo che stavolta viene spinta sempre più a fondo. Sento nel mio interno la sonda arrivare alle curve dell’intestino, mi lamento. La perra ritrae di qualche centimetro la sonda e poi la inserisce ancora più a fondo. Gocciolo sudore, per i dolori di ventre e per il calore del liquido. Finalmente la sonda è entrata completamente, penso fosse lunga un metro! Il liquido entra inesorabile e la posizione fetale a cui sono costretta ingigantisce il mio tormento. La pancia non può espandersi liberamente e, mi dicono sia fisiologicamente impossibile che l’acqua risalga così tanto, ma ad un certo punto vengo colta addirittura da conati di vomito.
La perra, nel frattempo, sempre al telefonino con la sua amica, fa la radiocronaca delle mie vergognose sofferenze. Su suggerimento telefonico, mi impone di respirare veloce come un cagnolino. Pian piano la nausea si placa. Il liquido è ormai entrato tutto. Ora devo sforzarmi di trattenere il tutto. La sonda viene sfilata. Stringo disperatamente, ma il tempo è il mio avversario. Dopo un tratto le contrazioni ricominciano e nuovamente mi scarico. La perra, felice riscontra che l’acqua è già un po’ più pulita, purtroppo però, visto che non ho trattenuto a sufficienza, bisogna ripetere il tutto, e verrà usata acqua tiepida per l’ultima volta, se fallisco, minaccia di usare acqua fredda, gelida, che da
rà dolori ancora più forti. Mi dice che devo assolutamente cercare di resistere o mi farà scoppiare!
E nuovamente la sonda che entra, irrorandomi a fondo. La pancia si gonfia sempre di più, le contrazioni ed i dolori ben presto riprendono. Nonostante la respirazione sono attanagliata dalla nausea. Sono concentrata, tengo gli occhi (e non solo quelli!) stretti. Finalmente finisce il liquido. Cerco di non pensare alle contrazioni, occasionalmente respiro veloce. Ed il tempo scorre, sempre con la perra che chiacchiera al telefono, lamentandosi della puzza che si alza dal bacile in cui mi sono scaricata. La perra infila una mano tra le sbarre e mi preme sul pancione, massaggiando a lungo e brutalmente. Resisto, con i denti tanto stretti che mi dolgono anche le mascelle.
E finalmente accade ciò che speravo, la perra mi pizzica un capezzolo e mi permette di scaricarmi. Un interminabile scroscio sancisce la mia vergogna.
Anche questa punizione è terminata, sono talmente stanca che mi addormento, nonostante la scomodità della gabbia.
sguattera Nadia
(61- continua)

LA SERVA NOVIZIA, resoconto di FrauJulia


FrauJulia ha inviato un dinamico e spigliato resoconto su un  tema indubbiamente affascinante: quello dell'educazione di una serva novizia. È con piacere che, tramite la sguattera sudiciona, sottopongo il suo contributo all'attenzione delle lettrici e dei lettori del blog.
JS

La serva novizia

Madame Janine,
ho avuto di recente una piacevole incombenza: assistere un amica nell’educazione di una serva novizia. Ho dovuto affrontare alcune ore di viaggio ma ne valeva proprio la pena.
Pensate, la novizia in questione è una giovane donna che ronzava insistentemente attorno alla mia amica, alla fine ha confessato alla mia amica il proprio amore, dichiarandosi disposta a servirla e a diventare la sua schiava. Da notare che la aspirante serva in questione, è una giovane professionista a cui si sta schiudendo una brillante carriera.
Dopo essermi consultata con la mia amica, ho deciso di assumere il ruolo di “avvocato del diavolo” e di verificare che la volontà di servire della giovane, fosse genuina e non derivante da un fatuo invaghimento momentaneo. Mi sono portata anche la serva, una serva già ampiamente domata, anche se non usurata e ridotta come la sguattera sudiciona, da usare come maestra e confidente della novizia. Che dire, partecipare alla prima educazione di una servetta è un grande privilegio. Vi racconterò alcuni degli episodi accaduti in quei giorni, episodi seguiti anche grazie al sofisticato sistema di controllo audiovisivo fatto installare dalla mia amica.
Una delle prime cose è stata la vestizione della novizia, compito assegnato alla mia serva. Le è stata fornita una elegante divisa di un colore viola scuro. La giovane si spoglia, restando con la biancheria intima. La serva maestra interviene, annusa e commenta il profumo della ragazza, le fa annusare le proprie ascelle dicendo: - Carina, da adesso in poi i profumi te li scordi. Inoltre togliti tutto, niente reggiseno e niente culottes fascianti, eccoti delle igieniche mutandone di cotone. Un'altra cosa, vedi di tenerti pulita, può capitare che non ti concedano di cambiare le mutande tutti i giorni, mi sono spiegata?
La novizia, senza abbassare lo sguardo, indossa le mutande prescritte e toglie il reggiseno, mostrando delle notevoli poppe. Quello che appare chiaro è che questa giovane ha delle notevoli difese psicologiche, non sarà facile domarla.
Facciamo varie prove per trovare un varco nelle sue difese. La sottoponiamo ad una umiliante ispezione intima, con nostri commenti grossolani sul fatto che non è più vergine e sul fatto che il suo ano pare già sfondato, una bugia ovviamente, ma niente, lo sguardo resta fiero e combattivo. La facciamo lavorare a lungo, sottoponendola due giorni ad un vero tour de force, sempre senza risultati. Anche l’applicazione di moderate punizioni, sculacciate e pizzicotti al seno la fa gridare di dolore, ma lo sguardo è sempre indomabile. Un osso duro.
Scarsi risultati vengono ottenuti anche da una lunga seduta di mollette ai capezzoli, resta qualche piccolo livido, ma niente sguardo a terra, da serva.
Passano le ore, mentre la studio attentamente. Ad un certo punto la novizia inizia a sentire piena la vescica. Chiede, come la aveva istruita la maestra, “Signora, la novizia chiede di poter fare la pipì” ed ecco, un impercettibile ritardo prima delle parole “fare la pipì”. Gioisco, forse ora so come scardinare le sue difese. Concedo il permesso, voglio che la novizia sia rilassata, prima di assestare la botta. Mentre lavora la faccio parlare, e, senza parere pongo domande sulla sua salute, per esempio, soffre di mal di testa? E, forse, il mal di testa non è forse derivante da stitichezza? E così mi confida che sì, in realtà non è affatto regolare, anzi negli ultimi due giorni … niente. Materna dico che non va bene così, come provvede di solito?
Altra leggerissima pausa, - Una suppostina, signora...
- No, no, quella delle supposte è la soluzione sbagliata, si rischia di diventarne dipendenti. Ti mostro come risolvo problemi del genere….
Ordino alla mia serva di portare la mia borsa da viaggio. Non mi muovo mai senza un piccolo kit, tra cui spicca un enteroclisma pieghevole. In realtà è il kit per punire la serva, ma tralascio questo fatto, è una serva giovane ed inesperta, non occorre impressionarla.
Sempre tenendo conto di età ed inesperienza, preparo solo un litro di acqua ben calda in cui sciolgo un cucchiaio di bicarbonato ed una piccola quantità di sapone neutro. Mi serve solo procurarle un bel mal di pancia, vediamo come reagirà.
- Vieni qui, abbassati le mutande alle caviglie ed inginocchiati.
Esegue avvampando, oh che vista le guance imporporate!
- Ora chinati in avanti ed appoggia testa e spalle al pavimento.
- AHI….che fa Signora?
- Ti lubrifico ben bene
- MMMH………MMMMHHH
- Brava, ben ferma che metto la cannuccia. Te ne hanno già fatti?
- AHIA…….. sì Signora, da piccola…ma solo perette, mai apparecchi così … enormi.
- Stupida, non vedi che è solo metà, ora fai la brava, adesso apro l’acqua. Ben ferma, rilassati e respira profondo….. la senti l’acqua?
- UUUHHH … sì Signora l’acqua scotta……. brucia!
- Bugiarda, è appena calda!
- Mmmmmhh che male….. non ce la faccio
- Un po’ di pazienza, l’acqua non scorre bene, alzo un po’ il recipiente...
- Ufffff ……UFFFF…….UFFFFF…..UFFF….UFFFF……Signora……. mi sento malissimo
- Zitta, stupidina ….
- Bastaaaaaaa. Non ce la faccio più!
- Quasi fatto
- Mi sento scoppiare!!!!! Bastaaaaaa Scoppio!!!!
- Ecco…….. finito.
Le porgo un paio di mutande impermeabili con pannolone. Fa tanto d’occhi.
- Ma Signora…non…
- Poche storie stupida, rivestiti subito! Ora prendi scopa e straccio ed inizia a pulire i pavimenti…. SUBITO!
Passano cinque minuti.
- Signora, la prego non ce la faccio, ho bisogno del bagno
- Zitta e lavora
- Non ce la faccio più, la prego. Posso andare in bagno?
- E che ci vuoi andare a fare in bagno?
- Ecco……. Ho male alla pancia
- Si, ma che vuoi fare in bagno?
- Ma ….dovrei….
- Beh, se non vuoi dirmelo non importa, ma finisce che dovrai usare il pannolone…….
- NOOOO no Signora, per pietà non potrei….. non resisto …. devo…..oh che vergogna!
- Allora, che devi fare?
Avvampa in volto
- Uhhhh che male devo ….. devo…devo ….devo …... DEVO CAGARE!!!
Ed inizia a piangere disperata.
Per la cronaca, data l’inesperienza della novizia non ho voluto calcare la mano ed ho graziosamente concesso il tanto agognato permesso e si è potuta appartare in bagno.
Ma occorreva una verifica, una verifica alla quale la novizia si sottoponesse, per ordine della propria Signora a qualcun altro.
- Serva novizia, vieni qui! - ordino.
- Ora, io e la tua signora vogliamo vedere quanto tu sia obbediente, portami il centro tavola
Il centro tavola in questione è una pregevole opera di artigianato, una grossa coppa di vetro soffiato.
Prendo la coppa e mi apparto un attimo, torno, la coppa è piena a metà di liquido giallo caldo e spumeggiante, sì, la mia pipì.
Ora, la pipì di una estranea non era sicuramente nelle fantasie della giovane. Se la berrà è perché è finalmente domata.
La mia amica ordina: - Ora voglio che tu beva a piccoli sorsi. Tieni in bocca un po’. Poi inghiotti. Conta fino a 60 e prendi il sorso successivo.
Stiamo tutte e due fissando i suoi occhi, lo sguardo altero, pian piano si spegne. Non so che darei per saper leggere il pensiero. Impallidisce leggermente, inghiotte, fa per ribattere, poi:
- Tutta Signora?
- Certo, stupida, dai, non perdere tempo intanto che è calda
- Obbedisco.
E avvicina la bocca al contenitore, prendendo il primo sorso. Chiude gli occhi, arrossisce. Si vedono chiaramente i muscoli del collo muoversi, fa fatica a costringersi ad inghiottire. Riapre gli occhi, è sull’orlo delle lacrime, un espressione mal dissimulata di profondo disgusto, guarda la mia amica ed obbediente, prende il secondo sorso.
Non vi racconterò che ha bevuto tutto senza fatica, ci sono state pause, momenti in cui rabbrividiva e tremava, cercando di sopprimere lo stimolo del vomito.
Un quarto d'ora in cui la sua psiche è mutata, finalmente e completamente domata. Il suo sguardo trasformato, da altero a quello di una serva, sempre uno sguardo intelligente, ma indubbiamente sottomesso
La novizia è stata pienamente e soddisfacentemente domata ottenendo il titolo di serva.
E, quando me ne sono andata, ha chiesto alla sua Signora il permesso di potermi umilmente ringraziare!
FrauJulia



LANCY 3 - ENTRA IN SCENA FRAU SCHWANGER


Elisabeth Mandile, She's facing her destiny
LANCY 3
di sguattera sudiciona

La storia di Frau Schwanger
Quarantasette anni da poco compiuti, nata a Monaco di Baviera, Frau Schwanger in realtà si chiama Beatrix M., è laureata in filologia ed è madre di due figli, nati dal precoce matrimonio col barone E.M. di Tubingen. Inveterato ed incorreggibile giocatore, il barone ha messo in palio e conseguentemente perso la consorte in una sventurata serie di partite telematiche a scacchi con Louise W., due anni orsono. Da allora la sciagurata signora M. è diventata una schiava domestica di Lancy, e tale resterà fino al suo ultimo giorno di vita: come per il famoso Hotel California cantato dagli Eagles, a Lancy si può entrare in qualsiasi momento, ma non se ne esce mai, a meno di non chiamarsi Anne H. o Louise W.
Ufficialmente, la signora Beatrix è ricoverata in una lussuosa clinica privata: il ricovero, stando alle accorate testimonianza del suo sposo, è dovuto ad un esaurimento nervoso di cui non si conoscono nè i limiti, nè i termini.

La fustigazione di Frau Schwanger
È la guardiana Longue Hilda, preposta al controllo delle due schiave Simone e Frau Schwanger, ad assicurare quest'ultima al tavolo delle fustigazioni. Sdraiata sulla schiena, il pancione all'aria, i grembiuli ripiegati sul seno, i mutandoni contenitivi ben esposti e le cosce divaricate, la donna viene assicurata saldamente per i polsi e le caviglie a due sbarre d'acciaio che scendono dall'altissimo soffitto del salone. Collegate con delle catene a delle carrucole, le sbarre si possono tendere o allentare a piacere. Così sistemata, la recalcitrante e piagnucolosa Frau Schwanger sembra sdraiata su uno strano tavolo ginecologico. Il silenzio è totale, la sguattera sudiciona, in piedi e con le mani sulla testa, assiste per la prima volta ad una punizione comminata a Lancy, il tetro e splendido maniero segreto immerso fra gli alberi e retto dalle sue coltissime, raffinate ed eleganti signore: Anne H. e Louise W.
Frau Jeannette rovista in un alto vaso di ceramica bianca e sceglie un cane adatto alle cosce della punita, la quale ha ricominciato a divincolarsi e a contorcersi sul rozzo tavolaccio di legno. Mentre il sibilo della verga serpeggia nell'aria, Longue Hilda controlla la tensione nella pancia di Frau Schwanger schiacciandole il ventre con le mani guantate di gomma. Mentalmente prende nota: il prossimo riempimento della schiava domestica sarà raddoppiato, la vecchia gravida ce la può fare a sostenerlo.

Inizia il castigo
- Mi auguro, cara Frau Schwanger, che sarai in grado di affrontare la tua punizione con dignità e compostezza! - dice Anne H. fissando negli occhi la schiava domestica. - In caso contrario, sai cosa ti aspetta.
Gli occhi di Anne guizzano verso Grosse Jeannette, e il primo colpo di verga colpisce l'interno coscia sinistro della punita, che emette un grido soffocato. Per un po' la gravida riesce bene o male a contenere lo stress, ma al settimo colpo ecco che Frau Schwanger perde di nuovo il controllo e inizia a strillare come un'aquila, riprendendo le contorsioni. Il pancione della sguattera è leggermente meno teso perchè l'acqua è stata in piccola parte riassorbita dall'intestino, ma è sempre prominente e, grazie ai continui contorcimenti, ondeggia grottescamente di qua e di là. Le bianche cosce della schiava quarantatreenne di Monaco sono ora segnate da diciotto strisce ben visibili e violacee, mentre gli indegni movimenti continuano e soprattutto proseguono gli strilli isterici della corrigenda. Visibilmente infastidita dal rumore molesto, la padrona alza una mano e interrompe bruscamente la punizione. 

La maschera da scrofa
- Hilda, la maschera! - ordina la bionda signora. Subito Longue Hilda arriva con una maschera di cuoio che all'esterno rappresenta il grugno di un maiale, laccato di rosa pallido. All'interno, una mordacchia di gomma sporgente, inserita nella bocca della schiava, trasformerà I suoi strilli in un sordo e contenuto grufolìo. La maschera viene sganciata e aperta, la mordacchia infilata a forza nella bocca della serva, il tutto è poi richiuso con uno scatto secco delle molle. Ora la punita giace stordita, mascherata da scrofa, nei suoi grembiuli e nelle sue mutande da contenzione, pronta a subire il resto della dolorosissima punizione. Per venti minuti il silenzio è rotto dalla voce di Grosse Jeannette che scandisce il numero progressivo dei colpi: ogni sordo schioccare del cane sulle cosce della domestica è seguito da un sussulto accompagnato da una cotorsione e dall'indecente grufolìo che esce dalla bocca della maschera. Giunti al sessantesimo colpo, le cosce di Frau Schwanger sono decorate da un fitto reticolo di strisce viola, in alcuni punti stilla del sangue. Le contorsioni si sono fatte via via meno violente e ora, finalmente, giunta al termine della sua punizione, la donna viene slegata e fatta rialzare dalle due guardiane. La maschera da scrofa viene riaperta, e sul viso della schiava viene lanciato un secchio di acqua gelida. - Fatela riposare dieci minuti e poi rimettetele la maschera e fatele terminare il lavoro! - ordina compiaciuta la Signora Anne.

Anne H. e la sguattera sudiciona
Mentre Frau Schwanger viene ricondotta al suo destino, la bionda padrona si gira verso colei che viene chiamata sguattera sudiciona. Appoggiando il peso del corpo sulla lunga e magra gamba destra, Anne incrocia le braccia e fissa sorridendo la sua nuova schiava gravida. - Quanto è stata riempita e da quando? - domanda la bionda signora a Grosse Jeannette senza smettere di fissare negli occhi la serva. - Due litri e mezzo, circa quindici minuti fa, Signora! - risponde la guardiana usando un tono di voce alto e impersonale. - Bene, mia cara: la dolce Jeanine ti ha ceduta alle nostre attenzioni per un mese, pregandoci di raddrizzare le tue sconce abitudini.
Abitudini, sia detto per inciso, che non sono tollerabili in qualsiasi schiava, tantomeno a Lancy. Per correggere tali sordide inclinazioni, la tua buona padrona Janine ha deciso di adottare il nostro metodo di controllo, imponendoti le doppie mutande contenitive e punitive vita natural durante: in questo modo ti sarà per sempre impedita qualsiasi lurida manipolazione. Ma Madame Janine vuole di più: per un mese ha anche scelto di farti assaggiare il “metodo Lancy” integralmente. In cosa consista questo metodo, credo che in quel tuo cervello da gallina una qualche idea approssimativa si stia già formando. Sbaglio?

Prima che la sguattera sudiciona possa rispondere, dalla sua pancia proviene improvviso un orrendo gorgoglio, seguito da un forte crampo. 

Sempre mantenendo le mani a contatto con la testa fasciata dal fazzoletto di tela grigia della divisa, la sguattera sudiciona istintivamente allarga di poco le gambe e flette il busto in avanti, cercando di alleviare il dolore. Uno schiaffo, veloce e bruciante, le centra la guancia destra: Hanne H. è mancina.

Il piacere di Hanne H.
- Ti sembra questo il modo di rispondere alla tua Signora, brutta panciona? Mettiti subito in ginocchio, tenendo le mani sulla testa. La sguattera sudiciona esegue faticosamente, il grembiule di gomma, appoggiato al suolo, si distende ai piedi della bella padrona. Anne solleva il vestito di Chanel e lo arrotola intorno ai fianchi, rivelando una vulva perfettamente depilata. Sul monte di Venere bianco e liscio, è tatuata un'aquila con un serpente nel becco. - Ora, sguattera sudiciona, mentre continuo a far entrare nella tua testa vuota le regole di Lancy, inizia a fare il tuo dovere! - Senza farselo ripetere due volte, la schiava inizia istintivamente a leccare, come da tempo le è stato insegnato: piccoli colpi precisi e diretti, alternati a morbide lappate. Mentre la sguattera sudiciona si occupa del piacere della sua padrona, quest'ultima riprende la spiegazione. - A Lancy ogni schiava lavora per un'ora gravida, poi vien e fatta svuotare dalla sua sorvegliante, riposa quindici minuti nella sua cella e poi viene riempita di nuovo. Il procedimento viene interrotto per due ore all'orario dei pasti, per permettere l'assunzione del cibo, ma senza esagerare. Durante la notte voi schiave dormite gravide, ma con una quantità di mistura... inferiore, circa... un litro...
Mentre parla, il bel viso di Hanne si inclina all'indietro, si distende, prende luce. Le palpebre sono socchiuse, il respiro si fa più affannoso, le parole sono pronunciate sempre più lentamente, il ventre piatto e tonico si contrae sotto le lappate regolari della sguattera sudiciona, inginocchiata sotto di lei. 

Per un po', regna il silenzio, rotto solo dallo sciacquio regolare della lingua della sguattera gravida e dal respiro pesante della padrona. Poi, un nuovo brontolio dirompe dallla panciona della schiava, la bionda si china, afferra per le orecchie la testa della sguattera sudiciona e il respiro di Hanne H. si scioglie in un orgasmo silenzioso, prolungato e perfetto.
(3- continua)