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27 febbraio 2012

PENSION BALNEARIA 25

Cara Monika,
altro cambiamento alla Pension Balnearia: per tre giorni siamo state messe a fare delle approfondite pulizie: tutto deve essere lucido e profumato. Ci sono stati consegnati innumerevoli panetti di sapone e via, a strofinare, strizzare e sciacquare. Ci è stato ordinato inoltre di lavarci accuratamente, sempre con il sapone di marsiglia e di indossare divise pulite. In pratica sembra di stare, anziché nella Pension Balnearia, in una grande lavanderia.
Il motivo di tutto questo? Lo abbiamo scoperto ieri: una ispezione “a sorpresa” di una commissione formata da un funzionario, tre medici ed un infermiera che sono venuti a controllare la salubrità dei locali e l’idoneità del personale. Va da sé che la perra e le sue aiutanti lo sapevano in anticipo e ci hanno costretto a questo tour de force. Ovviamente al funzionario vengono mostrati solo i locali “neutri”, quindi non vede la noria, la stanza delle punizioni, la cella di segregazione ecc. L’ispezione, comunque, rivela che i locali in cui soggiorniamo lasciano molto a desiderare. L’infermiera ha praticato a tutte una dolorosa iniezione ed una due – tre perette fastidiosissime. Poi i medici ci hanno sottoposte, tutte indistintamente, a visite accuratissime, tra cui una esplorazione rettale ed una visita ginecologica completa. E’ risultato che noi serve siamo pallide ed abbiamo uno scarso tono muscolare. I funzionari vengono invitati ad una grande cena da quella ruffiana della perra e poi congedati con grandi salamelecchi.
E così ben presto viene riesumato un altro dei pezzi di antiquariato: una bicicletta. Viene chiamato un artigiano che la sistema, su indicazioni della perra. In pratica con le modifiche fatte, l’antica bicicletta è diventata una bicicletta stazionaria da allenamento e grazie ad un marchingegno la pedalata può essere resa più o meno faticosa, fino a simulare gli sforzi di una salita estrema.
La perra mi convoca e mi dice “usted tiene que entrenar para la Vuelta” e cioè: devi allenarti per il Giro. Ora, non mi è mai piaciuta la bicicletta, ma non immaginavo di certo quello che mi aspettava. Mi vengono fatti indossare dei mutandoni di cotone pesante ed un reggiseno molto stretto. Mi fanno salire sulla “bicicleta”, posta in pieno sole, ed iniziare a pedalare. Una specie di tachimetro indica, con una lancetta, quante pedalate vengono fatte, se si rallenta al di sotto di una certa velocità inizia a suonare un campanello e, come per la noria, è bene che la ciclista acceleri, altrimenti sono dolori.
Viene lasciata una nuova aiutante a sorvegliarmi. Per una mezz’ora pedalo, sia pure con una certa fatica, ormai sono tutta sudata, ringrazio il cielo che non mi sia stata imposta la divisa di fatica, altrimenti mi sarei sciolta di sudore.
Arriva la perra e mi dice che ora che mi sono riscaldata è ora di affrontare un po’ di salita, muove una leva … e quasi mi blocco, la pedalata diventa faticosissima. Mi sollevo sui pedali, in modo da usare il peso del corpo per farli girare, proprio come i ciclisti professionisti. Ma di lì a poco mi dolgono le gambe e mi risiedo sul sellino. La perra non è contenta della cosa e dopo avermi redarguito senza troppi risultati si fa portare qualcosa che ha preparato per me: un paio di calzoncini da ciclista di materiale elasticizzato. Solo che mentre i calzoncini da ciclista hanno un pannolone che attutisce il contatto con il sellino, qui sul pannolone sono state cucite delle puntine da disegno, di quelle a 3 punte. Lo stesso per il reggiseno, devo cambiare anche quello, con uno ancora più stretto e dotato delle fastidiosissime puntine. Non per niente nella mia città queste puntine erano chiamate “piattole”, infatti, al pari di questi parassiti, danno delle fastidiosissime punture. Non riescono in effetti a bucare la pelle, ma la segnano profondamente se ci si appoggia di peso e comunque il loro attrito irrita la pelle, va da sé che il fatto di essere sudate fa bruciare come il fuoco la parte tormentata. E’ così che con ….. le parti vergognose doloranti, sono costretta a pedalare in piedi, facendo comunque smorfie di dolore. Non so per quanto sia durato, so solo che a tratti venivo colta dallo sconforto e mi mettevo a piangere, la perra, per svegliarmi mi rovesciava una secchiata di acqua gelata sulla testa. E il mio destino sarà seguito anche dalle altre sventurate, la perra vuole che noi tutte si riesca fare l’equivalente di un centinaio di chilometri, per cui a turni di due o tre giorni, ci toccherà questo supplizio.
Vengo fatta scendere, barcollante dalla bicicletta, la perra ispeziona le mie parti intime, evidentemente sono più disastrate di quanto immaginava. La assistente provvedere a curarmi: mi lava con un catino di acqua tiepida, in cui ha messo del disinfettante che brucia come il fuoco, poi prende una crema ed inizia a massaggiare ... molto a lungo e molto a fondo.
Ciao cara Monika, un saluto dalla “gregaria” Nadia.
(25- continua)

21 febbraio 2012

PUNIZIONE PER LA SERVA SCIATTA DI FRAU JULIA

19 febbraio 2012
Gentile Monika,
certamente hai il permesso di pubblicare, infatti, come ben dici, è un problema affrontato da molte Signore. Si, la soluzione che viene applicata a te mi pare la migliore, una volta sigillata non potresti nuocere neanche volendo. Prossimamente invierò una altro contributo: appena inviato il precedente messaggio quella sciattona della serva ha rovesciato il tè, inondando il portatile con cui scrivevo. Fortunatamente per lei i danni si sono limitati a dover sciacquare ed asciugare, ma, ovviamente, la punizione deve essere inflitta.
Un saluto
FrauJulia

20 febbraio 2012
Gentile Monika,
ho pensato a lungo, su quale potesse essere il castigo da infliggere ad una serva distratta e maldestra.
Avrei pensato di dividere in due parti la punizione: una prima parte in cui la serva medita a lungo su quali sarebbereo potute essere le conseguenze della sua sbadataggine: un PC contenente dati importantissimi reso inservibile. Questa colpa la sconterà in ginocchio, nuda e bendata, inginocchiata su un vassoio ceci secchi. Penso che una meditazione da mezz'ora o un ora possa bastare.
Per il rischio di ustionare la propria padrona, le imporrò di riempire e poi bere due - tre  tazze  di pipì ben calda, in modo che l'aroma della bevanda le ricordi di essere più prudente.
Sarei grata se vorrai pubblicare questo intervento, chiederei inoltre un tuo commento, e quello di quante volessero intervenire.
Grazie,
FrauJulia

Gentilissima Signora,
come serva e sguattera, non posso che riconoscere la sue indubbie capacità di paziente e generosa educatrice. La ringrazio per il Suo intervento che pubblico immediatamente.
Monika, sguattera.

20 febbraio 2012

PREVENIRE I COMPORTAMENTI ABERRANTI DELLE DOMESTICHE

Gentile Monika,
stamattina ho fatto visita ad un'amica, una anziana Signora. È stata una lunga e piacevole chiaccherata, di cui tralascio i particolari inutili. Siamo poi arrivate all'argomento serve: di come sia difficile, oggigiorno trovare una serva brava e rispettosa, di come una Signora debba mantenere la disciplina. E qui sono partita raccontando alla mia amica le difficoltà che si incontrano oggi con il personale e di come doveva essere molto più facile gestire le serve qualche decennio fa. La risposta della mia amica mi ha lasciato di sasso, sì nei tempi andati le Signore mantenevano una disciplina molto più severa, ma le serve si vendicavano a loro insaputa. Infatti mi raccontava che erano più volte state scoperte, ne parlarono addirittura i giornali scandalistici, serve e cameriere che, per vendicarsi di presunti torti ricevuti dalla Padrona avevano orinato nel tè o nella minestra prima di servirla in tavola. Tale notizia mi ha sconvolto alquanto. Monika, tu che sei a servizio, sei mai venuta a conoscenza di queste cose? La mia paura è che magari tali malefatte continuino tuttora, del resto è inevitabile che una Signora sia costretta, suo malgrado, ad imporsi alla serva, anche e soprattutto per il suo bene. Monika, che mi  consigli, mi fido, installo un sistema di videosorveglianza o devo essere costretta a cucinare da sola?
FrauJulia


Gentilissima Signora,
effettivamente il problema è esistito ed esiste tuttora, almeno come rischio potenziale. La mia padrona per sicurezza preferisce "sigillarmi" con delle mutande speciali di contenzione a due strati, internamente di gomma ed esternamente di cuoio, chiuse con una fascia metallica inossidabile dotata di serratura e lucchetto. Altre Signore si fidano, altre ancora installano, come dice Lei, un sistema di videosorveglianza che però non sempre è costantemente controllabile. La soluzione di cucinarsi da sè i pasti poi mi sembra, con tutto il rispetto, improponibile per una Signora. Resterebbe dunque la prima soluzione, semplice ed efficace.
Una buona giornata a Lei
Monika, sguattera

drawing by slave Elisabeth Mandile
© Annika Kapyzska

18 febbraio 2012

PENSION BALNEARIA 24

Cara Monika,
il report che ti ho precedentemente inviato non è completo, vi sono stati ulteriori, umilianti sviluppi.
Che devo dire, il vedere un amica come Pilar, oscenamente sottoposta ad una pratica odiosa, vedere le sue sofferenze, ben conoscendo, quali sono le sensazioni ed i dolori che sta provando, insomma la testa mi è andata nel pallone e mi sentivo perversamente eccitata. Pure quando ho massaggiato la pancia alla poveretta, con la scusa di aiutarla a sopportare le contrazioni, lo ho fatto premendo forse più del dovuto e inebriandomi della sensazione di tensione e delle contrazioni che avvertivo chiaramente al tatto. Quando ho finalmente accompagnato in bagno la compagna, la perra mi ha fatto alzare la gonna, mi ha abbassato i ruvidi mutandoni ed ha potuto “toccare con dito” il vergognoso stato di eccitazione in cui mi trovavo. Anziché a riposare sono stata rimessa a lavare i pavimenti in ginocchio. Speravo di essermela cavata con poco, invece la sera successiva arrivo in sala mensa e trovo pronta la “silla de la verguenza”. Ho avuto un tuffo al cuore, infatti ben presto mi sono trovata legata nuda ed a cosce aperte di fronte a tutte. La perra ha tenuto un discorsetto illustrando pubblicamente le mie mancanze, poi Magog ha portato un grosso vaso da fiori. Guardo e vedo che, anziché fiori contiene dei fasci di ortiche!
Ora, non voglio sminuire le ortiche italiane, ma “las ortigas” del sud della spagna detengono senz’altro il primato per il potere urticante. La perra si mette dei lunghi guanti di gomma, prende un bel ramoscello ed inizia a giocare come il gatto col topo, sfiorandomi delicatamente braccia e seno. Inizio a sentire le dolorose punture, la perra aumenta la pressione con cui mi ortica, ben presto ad ogni colpo mi arriva una ondata di bruciore! Ed almeno si limitasse alle braccia ed al seno, scende ed insiste particolarmente sotto le ascelle e sul torace (per fortuna noi serve non siamo depilate). Poi si toglie i guanti di gomma, si infila un guanto di crine e passa ad irritare ulteriormente, grattando la miriade di vesciche che mi ha provocato, comincio a lamentarmi e ad urlare, così mi mettono anche il toro, in modo che io possa solo mugolare. Mi vedo riflessa in uno specchio, faccio paura. Ma non è finita, l’aguzzina si rimette i guanti di gomma, si fa portare un secondo fascio di ortiche e stavolta è il turno del ventre e dell’interno cosce. Ma il parossismo della sofferenza deve ancora venire, ad un tratto mi dilata le grandi labbra, passando ad urticare le mucose intime! Vi assicuro che i miei muggiti devono averli sentiti anche in paese!
Finalmente anche questa prova finisce. Pilar viene a curarmi, passando batuffoli di cotone imbevuti di una lozione rinfrescante sulle vesciche lasciate dal trattamento, è una cara amica, mi dice di non vergognarmi per l’accaduto e che dobbiamo restare amiche e sostenerci a vicenda, qualunque cosa accada. Speriamo tutte nel ritorno della Signora, chissà quanto dovremo aspettare.
un abbraccio dalla sguattera Nadia

IL TAGLIO DEI CAPELLI

"Cara Monika,
la mia serva Ludovica ha i capelli molto lunghi. Io per un discorso di igiene glieli vorrei far tagliare. Cosa mi consigli di fare?"

Gentile signora Ludovica, le riporto il consiglio di Madame Souillon:
"È bene tenere i capelli di serve e domestiche ben corti, sia per evidenti ragioni di igiene sia per facilitare lo svolgimento delle loro mansioni. In ultimo, esiste una ragione estetica: la serva non deve presentare mai elementi che possano in qualche modo migliorarne l'aspetto o peggio metterla in condizione di competere con la loro padrona. Consiglio un taglio a spazzola, in alternativa il taglio "a scodella". Per le donne di fatica è raccomandata la rasatura a zero. Copriremo la testa d'uovo con un bel fazzolettone a righe o con una cuffia di plastica o gomma.
Janine Souillon"

TRE NOTE DALLA SIGNORA LUCIA

Dalla signora Lucia ecco tre interventi che riguardano la vita quotidiana della sua serva. Inutile dire che gli argomenti discussi sono perfettamemnte condivisibili da altre signore e, pur se da un opposto punto di vosta, dalle loro serve. Ringrazio la signora Lucia per queste note davvero preziose.
Monika, domestica


Il Centro Commerciale
I compiti della nostra serva vengono svolti di solito tra le mura domestiche, ma vi sono occasioni in cui deve rendersi utile anche all’esterno. Una volta a settimana, infatti mi accompagna al centro commerciale. Indosserà una divisa nuova, pulita e stirata di fresco, e calzerà un paio di zoccoli.
Parcheggio sempre piuttosto lontano dall’ingresso in modo che sia costretta a fare un po’ di esercizio. All’interno del centro commerciale, dovrà rispettosamente seguirmi, spingendo il carrello ed incaricandosi di prelevare dagli scaffali tutto ciò che è pesante o scomodo da raggiungere. Una volta che gli acquisti sono fatti le toccherà farsi la coda alle casse. Poi mi concedo una buona ora di shopping nei vari negozi del centro commerciale, mentre la serva attende pazientemente in piedi accanto al carrello.

La Schiena
Sollecitata anche dall’intervento di Janine, ho notato che spesso la mia domestica, dopo lunghe ore passate a pulire i pavimenti o a lavare i panni, fatica a raddrizzare la schiena e si massaggia la zona lombare. Ciò indica che la serva non mantiene un corretta postura. A scanso di futuri problemi, ho deciso di intervenire prontamente. La ho accompagnata in un negozio di ortopedia e la ho costretta ad acquistare un corsetto rigidissimo, che si può stringere moltissimo mediante pratiche chiusure in velcro. E’ il toccasana per la sua situazione, è molto costrittivo e la costringe a stare perfettamente dritta. Inutile dire che il suo uso è sgraditissimo, sia per la limitazione di libertà dei movimenti, dato che diventa difficile anche sedersi sul bagno, che per la frizione che crea in alcuni punti irritando la pelle. Pertanto è entrato subito di diritto a far parte degli indumenti punitivi.

Il Super Pannolone Ecologico
Mi è molto piaciuta l’idea … ecologica della Signora Julia per i pannoloni di cotone, sicuramente dover lavare il proprio … prodotto dal pannolone porta l’umiliazione e lo schifo di sé della punita al massimo. Non so se la mia serva ha lo stomaco abbastanza forte per sopportare questa punizione, ma a volte basta la minaccia…. per cui le ho fatto preparare una buona scorta di pannoloni costituiti da una ventina di strati di mollettone di cotone. Sopra a questo va indossata una mutandina impermeabile in gomma, riutilizzabile. Per prevenire perdite, in caso di lavori pesanti o di lavori fuori casa, oltre a pannolone e mutande farò indossare una tuta dimagrante impermeabile, i cui calzoni lunghi convogliano l’eventuale sgocciolamento residuo negli stivali di gomma. All’esterno per garantirsi da manipolazioni, come consigliato da Julia, un jeans bianco largo, per accomodare l’ingombro del pannolone, con cerniera e cintura bloccate da un piccolo lucchetto di cui solo io ho la chiave.

Lucia M.

16 febbraio 2012

PENSION BALNEARIA 23

Cara Monika,
l’accanimento della perra verso me e Pilar ci ha messe in un'altra incresciosa situazione. Avevamo da poco terminato il giardino zen e dopo tante fatiche avremmo anche avuto il diritto ad un po’ di riposo. Invece siamo subito state rimesse alla noria. In pratica la perra vuole annientarci di fatica. Inutile dire che con la stanchezza accumulata e con i piedi rovinati, la povera Pilar non riesce a lavorare con la velocità richiesta e così Gog e Magog che la portano subito in direzione. Grande gioia della perra, che decide di punirla pubblicamente la sera stessa. E’una specialità spagnola il trasformare la sofferenza in spettacolo, dai roghi dell’inquisizione, fino ai giorni nostri, in cui resistono ancora le corride. La perra, naturalmente, non viene meno a questa usanza: quando decide per una punizione pubblica viene organizzato quello che potremmo chiamare “il teatrino”. Le punizioni, anziché infliggerle immediatamente o nel suo studio, vengono inflitte in sala mensa, viene illustrata a tutte la tua colpa, poi devi chiedere pubblicamente “la giusta punizione ed il perdono”. Ovviamente si fa in modo che ti sia impossibile mascherare la sofferenze che ti vengono inflitte, con la certezza che lo spettacolo terrorizzerà le tue compagne.
Ed è così che Pilar deve presentarsi, indossando la divisa di fatica e “las bragas de goma”, per ricevere la sua punizione. Al centro della stanza il potro, al suo fianco una piantana, che sostiene due serbatoi di vetro graduato, grossi come piccole damigiane. Dai boccioni scendono due tubi che entrano in un apparecchio di regolazione, irto di rubinetti e tubi di vetro, da quest’ultimo esce un altro tratto di tubo. La povera Pilar viene denudata e legata strettamente al potro, in posizione prona, sotto alla sua pancia hanno messo un cuscinetto e poi la cinghia ventrale è stata allacciata molto stretta. Già così la posizione è poco confortevole. La perra sceglie una delle cannule più grosse, spreme sulla lingua di Pilar un bel po’ di vasellina e le dice di lubrificare bene la cannula, se non vuole che questa la faccia sanguinare. Figuratevi l’umiliazione, anche perché, oltre che spargere il lubrificante con la lingua, la cannula viene anche infilata a fondo in gola, simulando una fellatio. La perra annuncia che ora inizia la parte dolorosa e passa la cannula alle cinesine, che non si fanno pregare ed iniziano ad infilarla nel posteriore della povera Pilar, immaginatevi lo strazio provocato da questo oggetto, dalla punta grossa come un piccolo uovo.
Ora le cinesine aprono dei rubinetti sull’apparecchio di regolazione, si sente distintamente un gorgoglio proveniente dagli intestini di Pilar. Il liquido è molto caldo e ben presto il corpo della poveretta si imperla e grosse gocce di sudore prendono a cadere. L’operazione è resa dolorosa dal cuscinetto ventrale, su cui è legata in posizione prona, questo impedisce al ventre di dilatarsi. Presto si sentono i sospiri di Pilar, che inizia a respirare molto velocemente, cercando di tenere sotto controllo i crampi. Ma questo non sarebbe niente, la perra le chiede come va l’acqua, alla risposta della poveretta “Signora è troppo calda, non la sopporto!” la perra, con sguardo diabolico, dice: “come preferisci, mia cara” e fa un cenno alla cinesina che gira una manovella, quella che era acqua molto calda diventa acqua molto fredda, infatti se il primo boccione è di liquido caldo, il secondo è di liquido molto freddo. Il contrasto di temperatura provoca dei crampi terribili, per parecchi minuti la poveretta boccheggia, poi inizia a supplicare che smettano, che si sente scoppiare, che la uccidano, ma non in questo modo terribile. Ovviamente i lamenti della punita provocano le risate delle aguzzine. La perra indica a tutte un tubo di vetro verticale, ci dice che il livello del liquido indica quanta fatica faccia il liquido ad entrare, se il livello è basso significa che il liquido entra senza difficoltà e non dà dolore, se il livello è alto significa che vi sono delle contrazioni. Il livello per la povera Pilar è praticamente il massimo. La poveretta viene lasciata a lungo in posizione, se prima gocciolava di sudore, ora è scossa da brividi continui di freddo e a tratti batte i denti. Finalmente la perra giudica sufficiente l’irrigazione, ad un suo ordine della perra le cinesi chiudono i rubinetti. Il livello nel tubo verticale continua a rivelare, impietoso, il sopraggiungere delle coliche. Attendiamo per un buon quarto d’ora, finalmente slegano la poveretta e la fanno mettere in posizione verticale. La perra le dice che dovrà trattenere il liquido fino a che non avrà il suo permesso e dopo averle ingiunto di stringere, per non perdere neanche una goccia, le strappa l’enorme cannula. Le vengono subito rialzate le “bragas de goma” e viene lasciata lì, a contorcersi per cercare di resistere allo stimolo. Conoscendo le spagnole, ed in particolare Pilar, so che cercherà di resistere a costo di morire, la pancia della poveretta è gonfia, come se fosse incinta di sei - sette mesi. Finalmente, dopo un interminabile quarto d’ora abbiamo il permesso e posso accompagnarla, passettino dopo passettino, fino al bagno.
Cara Monika un abbraccio dalla sguattera Nadia

6 febbraio 2012

PENSION BALNEARIA 22

Cara Monika,
finalmente nella nostra triste e grigia vita è apparsa una speranza: una delle vecchie clienti, a cui Pilar era riuscita ad accennare la nostra situazione, è tornata con la scusa di un trattamento, anche se era restata molto scontenta. Ha fatto in modo di incrociarci, ci ha strizzato l’occhio e, mentre passava accanto mi sono trovata tra le mani un bigliettino. Lo ho prontamente nascosto, di notte lo abbiamo finalmente potuto leggere: è un bigliettino che ci dà notizie della Signora e ci esorta a sopportare e resistere. La Signora è stata informata delle nostre sofferenze ed appena le sarà possibile, purtroppo tra qualche tempo, tornerà per cercare di riguadagnare il comando e punire l’usurpatrice e le sue aiutanti. Nel frattempo siamo invitate a fingere la più completa obbedienza, per evitarci inutili sofferenze. Sofferenze che, comunque continuano, infatti la perra ha scoperto che alcuni dei dilatatori sono in realtà delle grosse cannule da clistere, ed ha disposto che le cinesine facciano pratica su di noi, pulendoci internamente, alla minima infrazione.
Un preoccupato abbraccio dalla sguattera Nadia
(22- continua)

PENSION BALNEARIA 21

Cara Monika,
io e Pilar abbiamo continuato a posticipare la richiesta di un incontro con la perra, però alla fine siamo state costrette dalle nostre colleghe, in maniera abbastanza brusca. Stavolta la perra ha chiamato anche gog e magog, puoi immaginare il groppo che avevamo nello stomaco! La voce quasi non mi usciva ed invece del discorsetto che ci eravamo preparate uscivano frasi lamentose, proprio da serva ignorante. Puoi già immaginare il risultato: prese a calci dalla perra e trascinate nella sala del potro, Qui la perra ha fatto riunire tutte le dipendenti ed ha illustrato le nostre colpe: sedizione e ribellione. Poiché ho tentato di ribattere mi hanno imposto il toro. Poi gog e magog mi hanno legata con le cinghie stringendo fino a farmi male. Quando sei legata sul potro ed indossi il toro la tua visuale è limitata, la perra si è messa in modo che potessi vederla e mi ha mostrato i grossi dilatatori che avrebbero usato su di me, ingrossati alla punta e rastremati più in basso. Il più grosso con la punta grossa come un uovo! Mi ha anche spiegato che vengono usati per la riabilitazione dello sfintere: una volta introdotti ad essi viene collegato un peso, sta alla paziente trattenere il dilatatore dentro di sé stringendo il buchetto. Detto fatto, ho sentito che mi lubrificavano e poi ho sentito spingere, sembrava mi infilassero una bottiglia, un dolore che non ti dico. La parte iniziale del dilatatore finalmente è entrata, dopo qualche minuto in cui mi hanno lasciato riprendere fiato, la perra mi ha mostrato il peso, uno di quelli delle antiche bilance. Mi ha detto che se avessi lasciato cadere il dilatatore sarei stata sottoposta ad una frustata da levarmi la pelle. Ho sentito armeggiare dietro e l’effetto del peso che cercava di sradicare il dilatatore. Ho iniziato a stringere con tutte le mie forze, anche perché la perra, per incoraggiarmi, mi ha dato un paio di colpi dolorosissimi. E’passato così un quarto d’ora. Cominciavo ad abituarmi, quando la perra mi ha detto che ora sarebbe venuta la parte difficile, il dilatatore mi è stato sfilato e me ne ha mostrato uno ancora più grosso, nuova lubrificata e …. un male che non ti dico. Sento attaccare il peso, ma il bruciore, invece di calare cresce in continuazione, la perra si porta in vista e ghignando mi dice se mi piace lo zenzero! Insomma, immaginati, dovevo stringere per non lasciar cadere il peso, ma più stringevo e più l’unguento alla zenzero bruciava. Come se non bastasse arrivavano le frustate “di incoraggiamento”,. Dopo una buona mezz’ora di lagrime e muggiti, ho ceduto molto violentieri il posto a Pilar, che ha subito la mia stessa sorte. Ho potuto così rendermi conto dell’indecente spettacolo dato alle colleghe e della “zebratura” lasciata dai colpi di frustino. Insomma, se con il lavoro del giardino zen eravamo sfuggite a qualche punizione, le abbiamo dovute recuperare con gli interessi!
tua sguattera Nadia
(21- continua)

1 febbraio 2012

PENSION BALNEARIA 20

Cara Monika,
e così, mentre noi, al ritmo di tre carriole al giorno stiamo approntando il giardino zen, con la perra che si è scoperta l’anima di architetto e ci dà gli ordini più assurdi. Come se non bastasse i rozzi zoccoli di legno ci stanno massacrando i piedi, ormai pieni di vesciche, inoltre non ci viene data la possibilità ed il tempo per lavarci, per cui puzziamo tremendamente, come ci è stato fatto notare molto grossolanamente dalla perra che ha annusato l’aria vicino alle mie ascelle e si è tappata il naso.
I lavoro alla pension e le relative punizioni stanno toccando alle altre dipendenti, ora retrocesse a sguattere. Alla agognata ora di fine lavoro, quando possiamo andare in  mensa per la sbobba che ormai costituisce il pasto delle dipendenti, vediamo sulle guance di alcune i segni delle lacrime e spesso ci vengono confidate le angherie ricevute. Per tenere sottomesse le dipendenti la scelta della perra è la paura, paura della segregazione nel quarto oscuro, paura di percosse da parte di gog e magog, paura delle punizioni sempre più dolorose.  Il potro è una delle punizioni più assegnate: una volta legate là sopra bisogna solo sperare nella clemenza delle aguzzine. Mi vengono riferite dolorosissime bacchettate, ma la cosa più temuta sono una serie di dilatatori che vengono infilati dietro. Si tratta di una  terribile umiliazione, visto che la cosa avviene in pubblico e che qui in spagna …. l’entrata del lato B è un tabu femminile. Oltretutto è anche doloroso, viste le dimensioni dei dilatatori, e per fortuna non si fa economia sulla vasellina!
Il guaio mio e di Pilar è che ora tutte le nostre compagne di sventura pretendono che, come loro rappresentanti, chiediamo udienza alla perra, per contrattare condizioni più umane di lavoro e punizioni meno dolorose. Visti i maltrattamenti ricevuti in precedenza per esserci fatte sentire, abbiamo cercato di sottrarci ma se non vogliamo venire picchiate dalle colleghe, dovremo andare di nuovo dalla perra. Insomma si tratta di scegliere da chi essere picchiate, terribile dilemma.
Cara Monika, ti farò sapere gli sviluppi,
uno zoppicante saluto in divisa di fatica,
tua sguattera Nadia
(20- continua)
© disegno Georges Pichard