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26 settembre 2015

CENTRO DE DETENCION MADAME ROCIO 5 / LA PUNIZIONE DI "FATTY"


Nobili Signore, serva sudiciona,
mi accorgo che il mio racconto si è, per ora, focalizzato solo sulle ben meritate disavventure della perra. Non fatevi trarre in inganno, né io né la perra contiamo nulla qui al campo. Vi sono molte detenute e atre punizioni, per nostra fortuna.

La gallina ripiena.
Mi si permetta questo insolito titolo che richiama un delizioso piatto dei tempi andati.
Al Centro giungono detenute di tutte le razze e tutte le condizioni. Un gruppo di detenute di colore è arrivato direttamente dai bassifondi di Brooklin. Si tratta delle componenti di una vera e propria banda di serve che sono stata spedite da Madame Rocio da un altro istituto di correzione. Le componenti della banda sono segnalate come estremamente pericolose, aggrediscono e schiavizzano anche le compagne di prigionia.
Infatti ben presto anche nell’istituto di Madame iniziano le aggressioni alle altre detenute da parte della banda. La banda è comandata da Fatty, una gigantesca nera, una lottatrice di wrestling mancata. Fatty, durante le risse a cui partecipa fa largo uso di colpi “proibiti”, neanche fosse Chuck Norris. Prima di finire la propria vittima ormai semisvenuta con un micidiale colpo di gomito sferrato all’addome oppure schiacciarla sedendosi sopra, Fatty ha preso l’abitudine di fare un a specie di balletto, imitando le mosse di un pollo. Le altre componenti della banda, giunte a questo punto, esortano Fatty a fare “el baile del pollo”.
E veniamo agli avvenimenti, Fatty e la sua banda se la stanno prendendo con una delle loro vittime preferite: una povera cinesina che tormentano e vessano in tutti i modi. La poveretta, ad un certo punto si rifiuta di fare non so che cosa, causando una brutale aggressione da parte di Fatty. La gigantessa non si limita a pestare la poveretta ma aizzata ed applaudita dalle altre inizia la “danza del pollo”, preparandosi a finirla. Ma Fatty ha fatto male i propri conti: improvvisamente appare Madame Rocio con numerose sorveglianti. I due gruppi si fronteggiano. Le sorveglianti, però sono armate. Nonostante si renda conto di avere perso Fatty utilizza la solita tattica utilizzata negli altri istituti di correzione: aggredisce verbalmente la direttrice e di fronte al suo silenzio passa ad accusarla di razzismo. In altre situazioni la mossa può riuscire ad intimorire una direttrice senza pieni poteri. Ma Madame Rocio, l’ho già detto, ha su di noi detenute diritto di vita e di morte, come dicono “no question asked”.
E così le sorveglianti ammanettano rapidamente tutte le componenti della banda.
Madame Rocio è categorica: a tutte toccherà una settimana di “canile”, più un mese di lavoro forzato straordinario. “Vi assicuro che tra un mese striscerete, invece di camminare” sono le parole di Madame alle componenti della banda. Ora che le fiancheggiatrici sono sistemate, Madame Rocio passa ad occuparsi della capobanda. Per lei Madame annuncia un “tratamiento especial”.
Ed il trattamento ha un inizio graduale: Fatty viene rinchiusa in una stretta gabbia bene in vista di tutte noi. Per lei deve essere una bella sofferenza, grossa come è stare così ripiegata.
Il trattamento “di ammorbidimento” prevede che alla ingabbiata si somministri dapprima una “robusta” dose di olio di ricino. Di seguito vengono praticati tre grossi clisteri al giorno per tre giorni di seguito, in cui viene tenuta ingabbiata e completamente a digiuno. La somministrazione di uno dei clisteri viene mostrata a tutte noi tramite il “teatrino”. E vediamo la gigantessa lamentarsi e smaniare durante l’introduzione. Appena tolto il cannello Fatty, incurante dell’ordine di trattenersi, inonda rabbiosamente gabbia e pavimento. Ma sta solo aggravando la propria posizione. Alla fine dei tre giorni di “pulizia”, la gigantessa è un po’ meno aggressiva. Ma ora deve assaporare fino in fondo le terribili punizioni per cui è famosa Madame Rocio. Due robuste sorveglianti legano Fatty, completamente nuda, alle cinghie di un lettino ginecologico. Fa un po’ impressione vedere una grassona come lei legata ed impotente. Il lettino è posto nel “teatrino”, in modo che tutte possano seguire la punizione di Fatty, in particolare le componenti della sua banda, ben ammanettate e ben sorvegliate.
Ed arrivano Madame Rocio, accompagnata da una sorvegliante-infermiera. L’infermiera indossa un completo in latex bianco, con vistose croci rosse. Madame, al contrario, indossa una preoccupante mise in latex nero.
L’infermiera costringe la castigata ad aprire la bocca e le applica tra le arcate dentarie un apribocca metallico a scatto che le permette solo di mugolare e sbavare. Una ulteriore cinghia blocca la testa, in modo che non posa essere ruotata in alcun modo. Di seguito l’infermiera avvicina un carrello coperto da un lenzuolo verde. Ad un ordine di Madame l’infermiera toglie, con una mossa ad effetto, il lenzuolo. Sul carrello una preoccupante distesa di attrezzi medici: siringoni, cateteri, sacchetti per urina, tubi.
Madame si avvicina a Fatty che, a dispetto della propria pelle, è impallidita. “Bene cara, adesso io e te avremo una approfondita discussione a proposito della poca educazione che dimostri.
Per prima cosa voglio occuparmi della tua puzzolentissima patata”.
E la solerte infermiera porge a Madame Rocio un preoccupante plug vaginale: un cetriolone di plastica, dalla cui superficie sporgono numerosi bitorzoli arrotondati, una pompetta permette di gonfiare ancora di più il già ragguardevole oggetto. Il cetriolone viene accuratamente spalmato di un unguento balsamico che, come dice Madame, profumerà l’ambiente e irriterà le mucose.
Poi Madame palpa ben bene il voluminoso ventre della punita: “ottimo è proprio morbido, brava infermiera, ottima preparazione. La vescica è però ben piena, non vorrei che questa pisciona ci spruzzasse di orina durante il trattamento, mettile un catetere del 14.” L’infermiera seleziona tra i cateteri disponibili quello richiesto. Si avvicina alla punita e, sorridendo le fa l’occhiolino: “sei fortunata è il più grosso che abbiamo”. Ed inesorabile il tubicino si fa largo, bruciante, fino alla vescica. Un sacchetto si incaricherà di raccogliere la pipì di Fatty.
Ed è il momento adatto per l’introduzione del cetriolone, vediamo che la punita sera occhi e labbra, la faccia che mostra il male che sta soffrendo a causa dell’azione combinata di bitorzoli e pomata irritante. Quando il voluminoso oggetto è ben inserito, Madame prende la pompetta, e lo gonfia ulteriormente. Fatty si lascia sfuggire un lungo lamento, Madame le ingiunge di risparmiare il fiato.
Ora Madame apre un cassetto del carrello ed estrae un lungo serpente nero: un endoscopio. Lo mostra, con la punta che emette luce e muovendolo in vari modi alla punita, poi con fare colloquiale: “Ecco qua, poiché tu sei una vera dura non ti annoierò somministrandoti dei sedativi, sono sicura che apprezzerai di poter dimostrare il tuo coraggio. Ora fai la brava ed inghiotti questo senza fare storie”.
Vediamo gli occhi di Fatty dilatati dalla paura. Madame continua: “Pensa le mie colleghe in clinica hanno cambiato questi endoscopi ancora nuovi per sostituirli con altri più sottili, ecco da dove arrivano gli sprechi nella sanità. Io comunque li ho ritirati volentieri, sono sempre oggetti molto interessanti, sei d’accordo?”
Fatty, impedita dall’apribocca, risponde solo con un mugolio terrorizzato. Madame lubrifica l’attrezzo ed inizia ad infilarlo, lentamente nella gola della punita. Punita che, dal canto suo, delizia noi tutte con gorgogli, conati, mugolii e disperati colpi di tosse. Ma l’attrezzo, guidato dalle spietate mani di Madame, avanza inesorabile. La punita cerca in tutti i modi di divincolarsi, ma le robustissime cinghie la bloccano inesorabili, vediamo scendere lacrime che si mescolano ai goccioloni di sudore che dal viso scendono sul corpo della punita.. Madame segue il percorso del doloroso tubo su di un monitor. L’avanzamento è volutamente lento, anzi a tratti Madame ritira di alcuni centimetri il tubo, per poi tornare ad inserirlo ancora più profondamente. Il castigo dura una buona mezz’ora. Ormai il tubo è inserito completamente dalla bocca della punita fino allo stomaco ed ancora più giù.
Fatty è ormai semisvenuta. Madame si fa portare una secchio di acqua freddissima su cui galleggiano dei pezzi di ghiaccio, nel prosieguo ne avrà bisogno più volte per impedire a Fatty di svenire. Ne tira un mescolo in faccia alla punita, la sferzata di freddo la risveglia ben bene, pronta per proseguire. Madame annuncia “Poiché vedo lo hai apprezzato, adesso facciamo un altro giochetto, molto molto più bello”. Naturalmente l’unica risposta possibile è un mugolio.
Madame apre un secondo cassetto ed appare un endoscopio di calibro maggiore ed ancora più lungo. Credo lungo addirittura un metro e mezzo.
A quella vista vediamo la punita agitarsi e mugolare disperata. Ma nulla, le cinghie sono rinforzate con fili di acciaio.
Madame impugna l’oggetto serpentiforme ed inizia a strofinarlo, lascivamente con del lubrificante. Poi mostra alla sua vittima quanto è lungo l’oggetto: “lo mando ad incontrare l’altro” dice Madame. Non so quali cognizioni abbia la punita di fisiologia, evidentemente crede alla minaccia perché rotea disperata gli occhi edi suoi tentativi di divincolarsi si fanno ancora più forti
Ma ora Madame è pronta, lubrifica con attenzione l’ano della vittima, entrando ed uscendo con prima una poi due ed infine tre dita guantate, ben spalmate di lubrificante chirurgico. Vedo che Madame si sta eccitando, questi giochi sado-erotici le piacciono immensamente. Quanto a Fatty sentiamo solo i mugolii ed il respiro terrorizzato. Ed ora il nero serpente, da cui già esce un potente fascio di luce, viene posto sotto gli occhi della punita perché veda cosa la sta per invadere.
Se prima l’operazione era stata lunga, stavolta, tenendo conto delle curve e controcurve che l’oggetto dovrà fare faremo notte. E ben presto Fatty scopre le curve del proprio intestino. Scopre anche un giochetto che piace molto a Madame: attaccata allo strumento c’è una pompetta: serve a mandare aria per “gonfiare” la strada da percorrere, un pulsante, poi permette, volendolo, di fare uscire l’aria in eccesso. Bene, Madame si diverte a pompare la pancia della vittima con cinque o sei pompate, scatenando forti lamenti. Poi, improvvisamente Madame preme il pulsante permettendo all’aria di uscire. Vediamo che Fatty dal dolore apre e chiude i pugni e muove disperatamente le dita dei piedi: gli unici movimenti concessi. Lo strumento si fa strada inesorabile. Ogni tanto un po’ dell’aria pompata in eccesso riesce a sfuggire dall’ano della punita, con un rumore gorgogliante di scoreggina. Madame ha fatto disporre bene in vista della punita una lavagnetta magnetica con un disegno schematico dell’intestino. Di tanto in tanto un magnetino viene spostato in avanti dall’infermiera, per segnare fin dove si è arrivati, purtroppo per Fatty il budello ancora da percorrere pare infinito!
E mano a mano che lo strumento avanza i dolori della vittima si fanno ancora più forti. Dato che non le è stato dato alcun calmante per il dolore, ogni tanto Fatty viene colta da un principio di svenimento,. Cosa che non sfugge a Madame, un'altra generosa dose di acqua ghiacciata in faccia e sul torace della punita la risvegliano prontamente. L’ultimo tratto da superare, poi strappa addirittura delle urla alla vittima. E finalmente Madame è soddisfatta, ordina che venga acceso un monitor, posto in modo che la vittima possa vedersi, una impietosa telecamera mostra i due strumenti profondamente inseriti e la sua faccia stralunata. A questo punto Madame Rocio si rivolge alla povera panzona, chiedendole se non le pare di essere diventata un tacchino …. ripieno. E finalmente la punizione termina, i dolori per la punita non ancora, visto che ora Madame estrae, sempre lentamente i due strumenti, provocando ulteriori terribili conati di vomito e coliche intestinali, un'altra buona mezz’ora di sofferenze. Alla fine la barcollante Fatty viene rimessa in piedi dall’infermiera. Tutte guardiamo con attenzione e vediamo la panzona inginocchiarsi davanti a Madame Rocio, baciarle i piedi ed iniziare a fare il richiesto bidet con la lingua.
Madame accetta l’omaggio di Fatty, poi le annuncia quale sarà la vita nei prossimi mesi: Fatty verrà messa ad una dieta feroce, tutti i giorni, oltre a dei lavori punitivi, dovrà fare da pony trainando il carrettino di Madame per tutta la proprietà: “Grazie alla rigorosa dieta ed all’esercizio fisico presto tornerai ad avere un peso normale, dovresti esserne contenta” dice Madame.
Inoltre Fatty non dovrà mai più scambiare neanche una occhiata con le componenti della sua banda, pena la ripetizione del trattamento odierno per tutti i giorni di una intera settimana.
“Quanto alle tue prepotenze verso le altre detenute”, conclude Madame, “quando non lavori avrai sempre le mani incatenate tra loro e collegate alla cintura ed ai piedi, voglio proprio vedere quanto ti divertirai a venire pestata dalle altre detenute” dice Madame.
Fatty che ha terminato il suo lungo lavoro di lingua, abbassa la testa e bisbiglia un “Si Signora”, meritandosi un colpo di scudiscio, infatti dovrà ripetere la formula di obbedienza a voce ben alta.
Che differenza rispetto alla tracotante ed aggressiva capobanda di neanche una settimana fa!
(5- continua)


13 settembre 2015

TRANSFORMATION D'UNE BURGEOISE 3


TRANSFORMATION D'UNE BURGEOISE 3
by Conchita
translated from French and adapted by Monica 

I followed her instructions like a robot. I was about to finish filling
the tub when I heard her voice form the bedroom : "Marie Benedicte, could
you come here for a moment?" I went back to the bedroom, she was wearing
one of my bathrobes. She looked mischievously at me : "I decided to test
your good intentions, I thought that when I'll be having my bath you can
go down and finish the housework that I left undone. Would you like to do
that for me?" I was about to refuse it, proposing something of the type
' I can wait for you to finish your bath and we can do it together like
partners', but she didn't give me the chance. Instead she continued :
"I won't take no for an answer, be a good sport and play our little game."

I blushed again and said meekly : "Ok Monique, I'll do it, tell me what
you want me to do". I thought I saw a triumphant glimpse in her eyes but
she kept her cool and said in a 'giving instructions or orders tone':
" Just finish the dusting and vacuuming in the living, dining area and
then do the kitchen properly, do the dishes, clean the tops and mop the
floor thoroughly. Ok pet?" now she started calling me pet. I started to
go out of the room but she stopped me again : "Did you forget something
Marie Benedicte?" I turned around looking puzzled and with a big grin
she indicated at the pile of clothes on top of the bed. "You forgot
your working clothes dear!" And she was pointing to her overall dress,
apron and head scarf.

This time I did turn red from embarassment. "But Monique I don't have to
be dressed like you to do the housework, I can do it in my T-shirt and
jeans." This time she got red but from pure anger and said to me abruptly
: "Listen to me Marie Benedicte, either you do it my own way or I get
dress and go this instant and you will not see me again!" She stopped
to catch her breath, boy she was angry now, and continued : "I have been
doing that all my life and I am over 40 now, cleaning houses and offices
and public toilets and being an hotel maid and anything menial you can
think off. I am fed up of being a Portuguese maid, probably you can get
the feeling what it is like not to be an arrogant bourgeoise and be in
the other side of the fence."
(3- à suivre)