© Maria Caviezel |
mi trovo a cercare una idea originale per far cedere la perra. La maledetta ha già subito molte punizioni, lacrime urla e strepiti, ma poi ripete ugualmente l’infrazione per cui l’avevo punita.
Arrabbiata esco dalla Pension per una passeggiata nel parco e nei campi vicini, cerco le famigerate “ortigas” ma purtroppo stanno iniziando a spuntare, non ci sono ancora i famigerati peli carichi di veleno urticante. E passeggiando inizio a notare gli innumerevoli insetti che popolano l’incontaminato parco della Pension. Torno veloce sui miei passi e mi munisco di alcune scatolette. Un altro viaggetto nel parco e sono soddisfatta, perra passerai un guaio! Chiedo udienza alla Signora che batte le mani per la gioia, finalmente un idea originale che metterà in crisi la perra.
Al mattino successivo mi faccio trovare fuori dalla cella delle detenute. Come la perra ne esce le applico al collo un cartellino con scritto “ayuno”, oggi non le verrà data neanche l’acqua, in attesa della punizione. La mattinata della perra è comunque piena di attività, divisa tra il trasporto di vagoncini di fango e l’inevitabile pulizia delle immancabili tracce lasciate sui pavimenti degli infiniti corridoi della Pension. E finalmente arriva l’ora di pranzo. La cuciniera porta il grande contenitore con la sbobba per le detenute, queste sfilano con la loro scodella e poi si siedono, in perfetto silenzio per mangiare, con un cucchiaio di stagno. La perra siede sconsolata senza nessuna scodella ma…… da-dan ….. arriviamo io e la Signora. Porto una piccola zuppiera coperta e la scodella della perra. Gli occhi della detenuta si riempiono di speranza, so perfettamente quanta sete e fame senta, dopo la lavorata a stomaco vuoto. Pongo la zuppiera davanti a lei, la scoperchio e le servo ….. tre lumache vive, o meglio tre limelle, la versione di lumaca senza guscio non commestibile. L’aspetto è schifoso, anche perché in questa regione anziché essere rossicce sono di un funereo nero. I tre animali sono ben grossi e lasciano lunghe scie di bava sul piatto. Vedo la perra inghiottire ed impallidire. Poi fa un cenno di no con la testa. La Signora dice “Si, mia cara , è il tuo pasto. Le mangerai in ogni caso, vedi tu se dobbiamo costringerti!”: ma lo schifo è così forte che la perra non cede. Ed allora, ad un cenno della Signora, porto un altro attrezzo: un marchingegno per aprire e mantenere aperta a forza la bocca. Il marchingegno è completato da uno stantuffo che permette di obbligare la vittima ad inghiottire ciò che si desidera. La Signora guarda sorniona la perra “ti voglio mostrare un breve filmato, sull’uso di questo oggetto, poi deciderai se vuoi ancora rifiutarti di obbedire!”. E mostra sul telefonino un filmato in cui una serva ribelle è sottoposta a questo tormento. La bocca viene aperta, grazie ad un gioco di leve comandato da un volantino. Ma l’orrore arriva ora: la bocca viene lubrificata schizzando all’interno dell’olio di ricino con una peretta e poi lo stantuffo infila a forza il boccone nell’esofago, causando la più penosa serie di conati che io abbia mai visto. Alla fine si vede chiaramente la punita semisvenuta per la sofferenza.
La perra è impallidita ancora di più, guarda la Signora ed accenna un sì con la testa.
Gongolo, ne vedremo delle belle. La perra viene fatta sedere di fronte al suo piatto, la Signora le consiglia di inghiottire le limaccie senza masticare, dato il loro cattivo sapore. Porge alla perra una ampollina di olio di ricino, in caso le lumache fossero troppo asciutte!
E la perra, dopo molte esitazioni, trova finalmente il coraggio, prende la limaccia più piccola e la mette in bocca, ci vuole quasi un minuto di sforzi, prima che riesca ad inghiottirla. Inutile vi descriva i singulti e i rumori emessi dalla perra, evidentemente l’animale fa presa sulle pareti dell’esofago, facendo soffrire ancora di più la perra, mentre cerca disperatamente di inghiottire. La Signora la sprona a sbrigarsi con la seconda, lacrime scendono sul viso della perra e gocce di sudore bagnano il pavimento. La perra capisce l’utilità di lubrificarsi ed implora “una cuchara de aceite” e così ne trangugia un capiente cucchiaio prima dell’orribile boccone , immagino quanto deve essere difficile inghiottire, nelle sue condizioni, se ricorre a quello schifo. Afferra anche la seconda lumaca e, con grande sforzo, inghiotte anche quella. Resta solo l’ultima, la più grossa, la perra si tiene lo stomaco a due mani, poi con un ultimo sforzo afferra la limaccia più grossa, la guarda chiede un secondo cucchiaio di olio di ricino. E con grandissimi sforzi, di interi minuti, riesce a costringersi ad inghiottire. Resta, prostrata al suo posto. Ma improovvisamente le si rizzano i capelli, si comprime lo stomaco ed esclama “están vivos, se muove todavia!”. Infatti le bestie, protette dal loro muco si muovono e emettono ancora più bava. Pongo davanti alla perra un secchio. Scusate la crudezza della descrizione, ma ben presto la perra vomita la bava schiumosa emessa dalle limacce ancora in vita. La scena dura quasi una intera ora, di fronte a noi sorveglianti ed alle atterrite condannate. Finalmente i conati si placano e la perra deve venire sostenuta fino alla sua cella, tanto è esausta dalla punizione.
Nobili Signore, se questa cruda descrizione non vi ha nauseate, sappiate che la perra ha dovuto inghiottire anche di peggio, ma questo lo vedremo nel futuro……
Sguattera Nadia
(75- continua)