Nobili Signore, serva sudiciona, ci eravamo lasciate con la perra di ritorno dalla punizione con i ripetuti clisteri punitivi. Chissà in quale momento la maledetta ha concepito idee di ribellione. Non riesco ancora a capacitarmene. Vi relaziono sull’accaduto. La perra era incaricata di scavare un profondo e largo pozzo, da utilizzare per prelevare l’argilla con cui fabbricare del vasellame. Il suo carattere rissoso la faceva litigare con le altre serve, da qui la solenne punizione nella sala di Hydroterapia.
Una volta scontata la punizione,
riportavo la perra nel dormitorio, ingiungendo alle altre detenute di
lasciarla un po’ in pace, vedrete poi come la maledetta mi ha
ricambiato della gentilezza.
L’indomani riporto la perra al pozzo.
Ormai lo scavo è parecchio profondo e la maggior fatica per la perra
non è più nello scavo in se stesso, ma è il trasporto del
materiale di risulta che viene da lei trasportato in superficie
usando dei secchi.
Poiché lo scavo è profondo la perra
non è ben visibile dall’alto. Ne approfitta per nascondere gli
attrezzi da scavo, vanga e piccone, sotto uno strato di soffice
terra. Approfitta poi del fatto che vengo sostituita all’ora dei
pasti da un'altra sorvegliante, per procurarsi nuovi attrezzi. Così,
all’insaputa di tutti, la perra ha a disposizione gli attrezzi per
scavarsi una via di fuga e tentare una evasione, oppure due micidiali
armi per colpire qualcuno…….
E, un paio di giorni dopo la perra ha
una ottima occasione per mettere in atto i suoi insani propositi: la
Signora della Pension Balnearia, giunge, accompagnata dalla Badessa,
per una ispezione ai lavori. L’occasione che la perra aspettava:
attende disciplinatamente che la Signora scenda gli sdrucciolevoli
irregolari gradini, scavati nelle pareti del pozzo. Poi,
approfittando del fatto che la Signora giungendo dall’alto ha non
ha ancora adattato la vista alla semioscurità del pozzo, abbranca il
manico del piccone e si prepara a sferrare un mortale colpo! Ma la
perra ignora che le Signore sono anche esperte di arti marziali, per
mantenere la loro supremazia, oltre che mentale anche fisica sulle
serve. E la Signora è rapidissima a schivare la prima, micidiale
picconata ed a reagire. La lotta si svolge sul fondo del pozzo ed è
rapidissima, tanto che dall’alto quasi non ci si accorge
dell’accaduto. La perra, visto che ha mancato con il primo colpo la
sua avversaria, prende ora la vanga: la affilata lama della vanga,
montata su di un corto manico, rappresenta una terribile arma per il
corpo a corpo, maneggevole ed in grado di tagliare letteralmente in
due l’avversaria. Ma la perra non ha alcuna possibilità: la
Signora compie una finta e ben presto la disarma. Improvvisamente io
e le altre sorveglianti, veniamo chiamate dalla Signora perché si
scenda a prelevare la perra, ormai inerme.
La perra viene subito incatenata e
messa in una cella di isolamento: l’indomani verrà giudicata e
condannata ad una durissima pena!
La cella di isolamento consiste in una
stanzetta di 2x2x2 metri. Un lusso, se non fosse che è priva di
qualunque arredo e che le uniche aperture sono la porta, sbarrata da
una impressionante serie di serrature, ed una cupoletta di vetro, di
una telecamera di sorveglianza. La stanza è illuminata a giorno 24
ore su 24. La perra giace lì, in attesa della seduta del Tribunale,
sul nudo pavimento, rabbrividendo di freddo e di paura. Ora che ha
smaltito l’adrenalina che la ha sostenuta durante il suo raptus
spero inizi a rendersi conto dei guai in cui si è cacciata, guai
che, anche se in misura molto minore, coinvolgono anche me.
Alla mattina, come tutte le altre
sorveglianti, mi alzo presto, sono curiosa di conoscere quale sarà
la condanna della perra. Il tribunale si riunisce, mentre la perra è
ancora in cella, infatti le è negato qualunque diritto, addirittura
quello di assistere alla lettura della propria condanna. Lettura a
cui possiamo assistere noi sorveglianti: la perra è condannata alla
“bara”, la massima punizione che il Tribunale delle Signore eroga
in patria.
Ci vengono fatti anche dei cenni
storici su questa durissima punizione. Questa punizione fu ideata da
una Badessa del medioevo. Consisteva nel chiudere la condannata in
una bara e lasciarvela un certo numero di ore. E se la punizione per
un piccolo peccato di una novizia era punita con 8 ore di bara, la
sadica Badessa aumentò la durata della punizioni, fino a giungere a
più giorni, cosa che causò anche la morte o la pazzia di alcune
punite. Ma, ovviamente una Nobile Badessa era intoccabile e nessuno
intervenne per fermarla.. Per sua sfortuna un giorno condannò alla
bara una monaca dai nobili natali. Sopravvissuta a fatica alla prova
la giovane monaca riuscì a fuggire e di lì a poco la sadica Badessa
venne condannata a sua volta ad essere murata viva in una celletta
per il resto dei suoi giorni.
Ma veniamo ai giorni nostri: quattro
robuste sorveglianti vanno a prelevare la perra dalla cella. Arriva
anche la Badessa. La perra viene fatta denudare completamente, ora le
viene fatto indossare un lugubre saio nero. Una sorvegliante arriva
con un grosso ugello rettale, con cinture di fissaggio. Un grosso
tubo permette di collegarlo all’esterno. L’ugello viene inserito,
facendo urlare la perra. Mi dico: ma a cosa può servire un clistere
per piegare una ribelle come la perra? Ma non è affatto finita: le
robuste sorveglianti abbrancano saldamente la perra, la costringono
ad un lungo percorso, di fronte a tutte: sorveglianti e detenute. Le
Signore vogliono proprio dare un esempio che tutte devono ricordare a
lungo! Le sorveglianti prendono la perra e la spingono verso i
sotterranei dell’istituto. Qui giunti arriviamo in una lugubre
stanza: sotterranea ed umida, con le pareti dipinte di nero. Al
centro un pianerottolo di legno, su cui attende una bara aperta. Ma
proprio una vera bara, con tanto di imbottiture viola! Le
sorveglianti ora denudano completamente la perra, questa, sentendo
avvicinarsi l’ora del proprio tormento, cerca di divincolarsi
disperata, tanto che altre quattro sorveglianti devono aiutare le
quattro già in difficoltà. Ed alla fine la perra viene messa a
destinazione. Una cinghia blocca il torace della perra, limitandone i
disperati tentativi di sollevarsi e liberarsi. In tutto questo
trambusto, vedo che una delle sorveglianti ha già collegato il tubo
che esce dal retto della perra, ad un tubo che esce dalla bara. Noto
anche che una parte della bara, ha una specie di finestrella
forellata, ricoperta da un rado velluto nero, che lascia passare
liberamente l’aria ma impedisce l’ingresso della luce. Inoltre
vedo che la sorvegliante verifica che un paio di sportellini scorrano
liberamente, permettendo l’accesso alla “sepolta” dai lati
della bara, qualora lo si desideri. Ed ora la perra, sempre bloccata
dalla cinghia, vede le restanti sorveglianti, con mantelli neri che
pongono quattro fiaccole su dei sostegni posti ai quattro angoli
delle bara. E due sorveglianti arrivano con il coperchio della bara!
La perra, che fino ad ora aveva sfidato
ed insultato con sanguinose parole le presenti, compresa la Badessa,
ora inizia a tremare e urlare. La Badessa dice con voce stentorea:
“Hai osato attentare alla vita di una Signora, verrai sepolta
viva!”.
La perra si dispera e fa di tutto per
impedire che il coperchio venga messo in posizione. Ma, per quanto
cerchi di tenere puntati contro il coperchio piedi e mani, la forza
di otto robuste donne ha presto ragione di lei. Una mano, resta
schiacciata dal coperchio ed alla fine la perra, vinta dal dolore,
deve arrendersi e ritirarla. Leste le sorveglianti bloccano con dei
“galletti” il coperchio della bara. Il momento è stato veramente
lugubre ma, ora che la bara è chiusa, la Badessa torna serena, viene
riaccesa una luce elettrica, tanto la perra non può vedere. Usciamo
tutte, mentre dalla bara si odono le urla della perra, preda di una
vera e propria crisi di nervi e di disperazione. Si sentono
chiaramente i disperati inutili colpi contro il coperchio…..
Mie Signore, sono scossa, interrompo
qui il drammatico racconto, lo continuerò presto.
Vostra sorvegliante nadia.
(94- continua)