Diario di un'educazione – 3
I giorni di servizio si allungano
monotoni: pulizia dei pavimenti, con la Oberschwester che spesso fa
rifare pretestuosamente il lavoro con la serva ginocchioni. Poi
lavare, stirare e …. Ripartire dall’inizio. La serva riga dritto,
ha capito che non conviene sgarrare, lavora duramente ed in silenzio,
come le sta insegnando la Oberschwester.
Ma c’è un altro problema: sarà il
grande impegno messo nel lavoro, saranno le pause per il bagno
concesse ad orari rigorosamente fissi, insomma, il già lento
intestino della serva si blocca completamente. La povera stupida,
anziché chiedere consiglio ed aiuto, rimanda di giorno in giorno,
sperando…. Ma le scodelle di zuppa di cavoli che la Oberschwester
tanto gradisce, alla povera serva stitica creano dei problemi: la
serva si ritrova con un pancione dolorante e gonfio d’aria. E’
inevitabile che, piegandosi per passare lo straccio sotto al letto…..
la serva ammorbi l’aria. La Oberschwester sottopone la serva ad uno
stringente interrogatorio: da quanti giorni … non va? La serva
cerca di tergiversare, ma la minaccia di una sculacciata la convince
a confessare: “cinque”. “Cinque cosa?” inquisisce la
Oberschwester “non mi scarico da cinque giorni” è la risposta
della serva. La cosa è grave, una lunga telefonata alla Signora ed
una alla Farmacista, fanno sì che in serata le due donne arrivino.
La serva sente le donne discutere, la
Oberschwester, stavolta pare in disaccordo con le altre due. La
serva, “origliando distrattamente” sente la Signora dire: “Mia
cara, siamo d’accordo che la glicerina possa dare ottimi risultati
ma, qui da noi si è soliti andarci un po’ più leggere, vedrà che
comunque i risultati non mancheranno, glielo assicuro”.
La serva viene spedita in fretta per
un acquisto urgente: “Prendi del sapone neutro da bucato e
dell’olio di oliva. Prendi il più economico”. La serva si
meraviglia un po’: la Signora chiede sempre il meglio, che strano.
Al ritorno la serva trova le tre donne
ad attenderla. La Signora le ordina di spogliarsi e restare solo con
le mutande disciplinari. La bottiglia di olio viene scaldata a
bagnomaria. Poi la Farmacista prende dalla propria borsa una “pera”
pera di gomma rossastra. La pera viene lentamente riempita di olio
tiepido. Alla serva vengono abbassate le mutande disciplinari e deve
mettersi prona, sulle ginocchia della Oberschwester, riparate da un
lungo grembiule. La Signora dirige attentamente le operazioni. Il
dito guantato della Oberschwester lubrifica accuratamente, poi il
beccuccio di gomma della pera si fa strada nel buchetto della serva.
Una leggera pressione rivela che il beccuccio si è intasato. Questo
richiede l’estrazione e la pulizia del beccuccio ed una nuova
inserzione. L’iniezione di olio caldo non è affatto dolorosa,
anzi, alla serva piace molto venire accudita dalle tre donne. La
serva viene ammonita di non perdere neanche una goccia, comunque la
Farmacista mette nelle mutande disciplinari un pannolone, l’olio
tiepido ha la particolarità si trovare sempre una strada per uscire,
meglio evitare macchie. Alla serva pare di sognare, lasciata
tranquilla a pisolare sul divano, nel tepore di una coperta. Che
bello fare la “malatina”. Ma di lì ad un ora la Farmacista
giudica che l’olio abbia fatto il suo effetto, ora di smuovere un
po’ le cose. Viene preparato un catino con acqua calda in cui
grattugiano un buon pezzo di sapone. L’acqua si fa densa e
scivolosa, la consistenza è più di panna che latte. Nuova
introduzione, la serva sente il caldo liquido entrare, dà po’ di
fastidio ma niente più. La pera svuotata viene nuovamente riempita e
reinserita più volte. Ora il pancione dà ondate di dolore che la
stimolano ad andare in bagno. Ma le tre donne la trattengono sulle
ginocchia della Obershwester: bisogna fare le brave bambine e
resistere. Ma man mano che passa il tempo resistere diventa un
impresa, la serva suda e smania. Ancora un po’ e non ce la farà a
reggere fino al bagno. Ma la Farmacista ha pensato a tutto: va in
macchina un attimo e torna…. Con un capace secchio a cui è
adattata l’asse del water. Ecco, mia cara, dice la Signora, non
preoccuparti, al momento opportuno ti accomoderai qui. Ormai la serva
soffre talmente che non le interesserà scaricarsi così
pubblicamente. Ma non è ancora giunto il momento, i massaggi al
pancione continuano e anche le ondate di dolore. Di lì a poco la
serva capisce che la prossima ondata non riuscirà a reggere. La
Signora ora la incoraggia, stringi ancora un attimo, ecco, ora puoi
sederti. Ed ora fai pure. Ma nonostante lo stimolo così forte, la
serva fatica, è dopo un buon cinque minuti di “spinte” che un
urlo di dolore ed un tonfo nel secchio annunciano alle Signore che è
saltato il “tappo”. La serva, persa nelle coliche e nelle
scariche che la devastano, quasi non nota la gioia delle Signore: non
ci sarà bisogno di portare la serva al pronto soccorso, anzi, dopo
un bidet ghiacciato e l’applicazione di una bella cremina lenitiva
uniti ad una nottata di riposo, il buchetto della serva sarà
nuovamente disponibile per l’intensivo programma di rieducazione e
condizionamento intestinali che le Signore hanno ideato.
(3- continua)
(3- continua)