La manicure
Mentre si svolge il rigoroso programma
di dieta ed esercizio di Fatty, su cui torneremo in seguito, la perra
sta studiando un nuovo modo per mettersi nei guai: infatti inizia a
farsi notare da Madame Rocio ……… intendo ….. a lanciare a
Madame inequivocabili messaggi di sottomissione e disponibilità. Mi
spiego meglio, in breve la perra passa da detenuta super punita ad
amante di Madame Rocio.
Ora, non mi posso certo ergere ad
esempio delle altre detenute, ma prima di diventare l’amante di una
Direttrice lesbica ed appassionata di BDSM e giochi Medical, ci
penserei.
E per circa un mese la perra ha un
trattamento di favore: niente lavori pesanti, cibo e soprattutto
acqua a volontà. Addirittura la libidine di poter fare una doccia
ogni giorno, e di indossare una divisa nuova e biancheria intima
morbida e pulita.
Insomma, la perra si gode questo mese
di pacchia, si rimette in carne e non sembra più la stessa,
comparata a noi povere disgraziate, sottoposte alla dura disciplina
del Centro. Tutte le medaglie hanno, però un rovescio. Infatti di lì
a un po’ a Madame inizia ad interessare una nuova giovane detenuta.
Si dice che la perra, faccia una
scenata di gelosia a Madame Rocio, altre pensano che la perra abbia
addirittura colpito la nuova favorita.
Madame Rocio, esasperata, decide di
punire in maniera memorabile la perra.
La perra, caduta in disgrazia, sotto la
scorta di quattro sorveglianti, deve faticosamente indossare la
vecchia divisa di punizione. La puzzolente tuta gommata viene ben
stretta e richiusa da una cerniera, la guardiana fatica addirittura a
calzare lo stretto cappuccio sulla testa della perra. Come se non
bastasse le mettono anche il grembiule con il cinturone stretto al
massimo. Lunghi guanti di gomma sulle mani.
Ora la perra, nella sua mise nera,
viene messa al sole, con l’ordine di “fare l’aeroplano”, cioè
di tenere le braccia distese perpendicolari al corpo, senza fare il
minimo movimento. Questo banale esercizio, prolungato per mezz’ora,
sotto il sole del deserto è in grado di mettere in crisi anche
l’ergastolana più incallita. Infatti ben presto i muscoli delle
braccia, in quella posizione obbligata, iniziano a bruciare, come se
si stesse facendo un gran lavoro. Se a questo si sommano le
temperature raggiunte dall’interno della tuta nera, capite bene che
per la perra è una partita persa. Infatti di lì a dieci minuti è
costretta dai crampi a riabbassare le braccia.
Madame Rocio aspettava solo questo
momento. Ad un suo ordine le quattro sorveglianti trascinano la perra
verso una rustica pesante poltrona di legno massiccio, munita di
robusti e larghi braccioli.
Nonostante le sue condizioni, la perra
rabbrividisce per la paura di una punizione inevitabile e
sconosciuta. Le guardiane la costringono a sedersi. Alla detenuta
vengono sfilati i guanti della divisa di punizione, le mani e le
dita, biancastre per il sudore colato all’interno del guanto. Una
sorvegliante prende il polso della punita e fa appoggiare la mano sul
bracciolo, fatto a forma di vaschetta, dotata sul fondo di una serie
di anelli a scatto, proprio come quelli dei classificatori. Gli
anelli, una volta che la mano è in posizione corretta si chiudono
con un sinistro click bloccando sia il polso che, singolarmente ogni
dito. Impossibile togliere le dita, se non utilizzando un apposita
leva per rilasciare gli anelli. L’operazione si ripete per tutte e
due le mani. Analoga operazione per i piedi, bloccati da un anello
alla caviglia ed un altro al pollicione. Madame ha indossato un
camice azzurro. Un comodo sgabello la posiziona all’altezza delle
mani della punita. E con grazia Madame asciuga la mano, poi taglia e
rifinisce le unghie della perra.
Questo è solo un gioco con cui Madame
a volte indulge: giocare come il gatto col topo con la sua prossima
vittima, che dal canto suo si sta pisciando addosso dalla paura. E
Madame si inebria dell’odore di’adrenalina del sudore dalla sua
vittima: l’odore della paura!
Ora Madame avvicina un vassoio
chirurgico, impugna un lucido oggetto di acciaio: l’oggetto è
simile alla “lesina” che utilizzavano gli antichi calzolai per
bucare il cuoio: una impugnatura che sorregge un lungo punteruolo a
sezione rettangolare. Madame posiziona il punteruolo ben parallelo al
dito ed inizia ad infilarlo sotto l’unghia del dito medio della
punita. Il dolore è allucinante, come quando si viene colpiti da una
inaspettata scossa elettrica. La perra grida con quanto fiato ha in
gola, deliziando Madame. Gocce di sudore scorrono lungo il corpo. Il
punteruolo avanza un millimetro per volta, separando la delicata e
sensibile carne dall’unghia soprastante, il sangue inizia a
stillare attorno all’ago del punteruolo. Ma non è finita, quando
il punteruolo è ormai immerso fino a mezza unghia, Madame applica
una lenta torsione, così che l’ago dilati ancora di più il foro
che si è dolorosamente scavato. L’effetto è devastante, il corpo
cerca di arcuarsi, trattenuto dagli anelli, dalla bocca della perra
esce un urlo terribile. Madame non fa una piega, si rivolge alle
astanti dicendo: “sentito che acuti?” Vediamo la perra ciondolare
la testa, l’insopportabile dolore le sta facendo perdere
conoscenza. Ma Madame non permette queste svenevolezze: dal vassoio
spunta pronta una grossa siringa, il cui contenuto viene prontamente
iniettato nel braccio della vittima. Il medicinale fa rapidamente
ritornare in sé la perra. La punita si guarda incredula il dito da
cui continuano a stillare gocce di sangue. Deve fare malissimo. La
perra ricorre al puerile sistema di soffiare in direzione del dito,
sperando di affievolire il dolore. Ma la punizione deve ancora
iniziare: Madame Rocio, ora prende una capace brocca e ne versa il
contenuto nella vaschetta in cui sono immerse le dita della vittima.
Cosa pensate che possa fare una bella
salamoia di aceto e sale al dito della perra? Beh, una delle risposte
potrebbe essere che il liquido ferma lo stillicidio di sangue e
disinfetta alla perfezione la parte. In realtà lo scopo non è così
caritatevole, l’acido ed il sale aggrediscono la tenera carne
separata dall’unghia ed alla perra pare le sia stato dato fuoco al
dito. La vediamo, la “pelata” paonazza per il dolore, il viso
trasfigurato da una terribile smorfia. Ormai a forza di urlare la
perra è quasi diventata afona. Un lago di pipì si sta allargando
sotto la poltrona, la perra ha perso il controllo. Madame gongola,
questa stupida detenuta, si ricorderà di non mancarle più di
rispetto. Con fare gioviale dice alla propria vittima: e non vorremo
lasciare solo questo povero ditino, ce ne sono altri 19 che
reclamano a gran voce la manicure. E, con decisione Madame Rocio
passa al dito indice della vittima che, stimolata dal medicinale
iniettatole, non ha neanche la facile scappatoia dello svenimento!.
La tortura della perra continua a
lungo. Finita la prima mano, comunque, Madame si stanca e decide di
proseguire la punizione nei giorni successivi. Bisogna dire che
grazie alla dolorosissima salamoia, la perra non avrà neanche
bisogno di bendaggi e, grazie al fatto che la lesina non è stata
spinta fino alla base dell’unghia, le unghie guariranno, anche se
dopo lunghe settimane, in cui la perra sarà in ogni caso costretta a
lavorare e camminare come tutte le altre. Non si pensi che Madame
agisca per spirito umanitario, se la condannata conserva le unghie, è
possibile ripetere la punizione.
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