Avevamo momentaneamente tralasciato le
vicende Fatty. Torniamo a vedere come se la cava. Sono le ore 6.00,
ora dell’adunata, in cui le detenute debbono tassativamente avere
riordinato i giacigli ed essere schierate, nella fresca aria del
mattino. Allo sguardo della “marescialla” delle sorveglianti, che
sta rimirando il perfetto quadrato disegnato dalle detenute che
devono disporsi “a distanza di un braccio sia dalla detenuta avanti
che dalle detenute ai lati”, non sfugge una grassona che con ben 15
minuti di ritardo, cerca di unirsi alle detenute inquadrate. Un colpo
di fischietto, seguito dalle urla belluine della Marescialla,
obbligano la colpevole a farsi avanti: è Fatty. La ritardataria
cerca di farsi piccola, la testa e lo sguardo abbassati a terra.
Resta ferma, in atteggiamento umile e si sorbisce la sfuriata della
marescialla. Le viene ordinato di fare 100 piegamenti sulle braccia.
Fatty si mette nella posizione regolamentare, ma, data la sua mole,
non riesce a completarne neanche i primi 10. Questo le costerà un
turno come pony. Il difficile è trovare una divisa gommata di
punizione per una tale panzona, le sorveglianti rimediano infilandole
un grande e spesso sacco della spazzatura nero e stringendoglielo
addosso con alcune cinghie allacciate molto strette. Si vede
distintamente che le cinghie sono penetrate almeno 5 centimetri
della ciccia di Fatty. Un sacco più piccolo sostituisce il
cappuccio. Fatty, come tutte le grassone, gronda già di sudore e non
si è ancora mossa. Nel frattempo Madame Rocio è giunta. Viene
portato il calesse e a Fatty viene messo il morso. I finimenti la
collegano indissolubilmente al calesse. Data la pericolosità della
detenuta, le vengono messe delle manette, collegate da una corta
catena. In questo modo la detenuta non potrà in alcun modo cercare
di rivoltarsi. Madame Rocio non è preoccupata di questo, invece
pensa che la puledra, coperta dagli strati di grasso, non sentirà lo
scudiscio, fa quindi applicare alle mammelle di Fatty degli
elettrodi, in modo da poterle inviare dolorosissime scariche, per
costringerla ad ubbidire. Si sono intanto fatte le 10, il sole scalda
moltissimo, in particolare all’interno dei sacchi di plastica nera
che insalamano la puledra. Ma ora Madame Rocio prende posto sul
calesse. Una leggera scossa segnala alla detenuta l’ordine di
partire. Ma Fatty è dura di comprendonio, cammina con un passo
lentissimo, ci vogliono numerose scariche elettriche per farle capire
che deve andare al trotto. Passa una decina di minuti. Fatty ha
completato il primo chilometro, il trotto è decisamente troppo lento
ma Madame Rocio ha tutto il tempo che vuole. Fatty, dal canto suo è
ormai cotta, il sudore scorre ed entra negli occhi, a causa delle
mani incatenate non può neanche sfregarsi gli occhi. Ma questo è il
minore dei problemi, Fatty ha un fiatone terribile, non riesce a
respirare bene, stretta dalle cinghie. Il cuore batte affannosamente,
ormai è sull’orlo dello svenimento. La puledra fa ancora alcuni
passi e poi crolla miseramente svenuta. Madame Rocio non si scompone
più di tanto, lascia alla sua vittima qualche minuto di riposo e poi
preme con nonchalance un pulsante della centralina. Una doppia scossa
attraversa i capezzoli di Fatty che rinviene istantaneamente. Può
darsi che fingesse. Madame tiene premuto il pulsante per
interminabili secondi, mentre dalla sua vittima, impedita dal morso,
si alza un muggito. E presto la corsa riprende. La cicciona ora corre
con tutte le sue forze, ma è destino che oggi le cose non vadano
bene: si inciampa e cade rovinosamente sbucciandosi le ginocchia. La
cosa non impensierisce Madame che aumenta l’intensità della
scossa. Fatty salta in piedi come un grillo e riprende a trottare. Un
primo giro della proprietà è stato terminato. La puledra è ormai
ridotta male. Madame Rocio decide di rientrare per il pranzo.
Riprenderà con comodo nel pomeriggio. Quanto alla puledra, che
aspetti in piedi sotto al sole, è l’ordine lasciato alle
sorveglianti, assieme al permesso di abbeverarla alla latrina.
(7/1- CONTINUA)
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