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23 luglio 2012

PENSION BALNEARIA 48


Cara Monika,
inutile dirti che con la fame niente affatto placata dallo yogurt, il mal di pancia dato dal trattamento subito e dalll’olio di ricino che mi era restato giù, non ho dormito affatto, ho passato parte della notte sul secchio destinato ai bisogni.
Né mi ha aiutato a rilassarmi il pensiero che la cosa si sarebbe ripetuta all’indomani. Alla mattina ci alziamo e dobbiamo svolgere parte dei nostri lavori, poi veniamo nuovamente convocate “por l’hydroterapia”. Veniamo nuovamente fatte mettere in posizione e legate ben strette. Sono la prima per il trattamento. Vedo la perra portarsi davanti a me con una larga scatola piatta, contiene un assortimento di sonde di gomma. Trasecolo, sono tutte lunghissime, di tre misure diverse. La più corta sarà sui 20 – 30 centimetri, grossa come un mignolo, con una punta arrotondata e un paio di fori posti leggermente prima della punta. La media è preoccupante: lunga 50 – 60 centimetri ed è larga come un dito medio. La lunga è spaventosa: lunga 80 – 90 centimetri e larga come un dito pollice. La perra gioca come il gatto col topo, fingendo di fare una immaginaria conta, per la scelta della sonda. Viene scelta la seconda, stavolta la piantana sostiene due enormi contenitori, delle vere e proprie botticelle, dotate di rubinetto e di un tubo ad Y che le riunisce e si collega alla sonda. La perra si mette allegramente i guanti, lubrifica ammiccando la sonda e si porta dietro di me, vedo l’azione nel monitor. La sonda viene inserita e spinta lentamente. E’molto fastidiosa. La sento scorrere in punti inarrivabili dentro di me. Ad un tratto non avanza più ed allora la perra fa aprire l’acqua, un fiotto caldissimo mi invade e, aiutata da questo, la sonda riprende la inesorabile e dolorosa marcia, a tratti viene estratta un pezzo e poi affondata dolorosamente ancora di più. E finalmente la sonda è tutta dentro di me, l’acqua inizia a gonfiarmi. Ben presto non ne posso più, ma inutile contrarre la pancia, il getto della sonda è inarrestabile. Finalmente la perra ritira la sonda, ammonendomi che se non terrò l’acqua sufficientemente a lungo dovrà ripetere l’operazione.
La frase ti mette in agitazione, vorresti obbedire per evitare altri dolori, ma poi iniziano i dolori e tua a stringere e soffrire … fino a che cedi, e subito l’aguzzina a dirti che dovrà ripetere il clistere con ancora più acqua, visto che non collabori. Comunque la perra mi annuncia che potrò riposarmi un po’, mentre passa al trattamento di Pilar.
Anche a Pilar, ora, tocca il trattamento tradizionale e anche per lei la sonda da 60 cm. Anche per lei la dolorosa introduzione e l’interminabile fiotto di liquido. Inutile dire che neanche lei riesce a soddisfare la perra come tempo di ritenzione.
Veniamo fatte rialzare un momento. La perra ci guarda e confabula a lungo con Caridad e la venditrice degli apparecchi di idroterapia. Si vede che sono abbastanza contrariate, sento dei brandelli di frasi, “estan gordas”, “vientre flacido”, “parecen un barril”. A quanto pare i trattamenti non hanno raggiunto l’obbiettivo e le donne si innervosiscono.
Dobbiamo svuotare le tinozze poste sotto di noi. Tra purghe e clisteri il liquido è ormai abbastanza pulito.
Ora la perra inserisce la sonda più lunga, la inserisce come prima con un fastidioso e doloroso va e vieni, che rende l’operazione lunghissima. Giurerei che si sta divertendo, io un po’ meno! Poi viene aperta l’acqua caldissima come prima, però giunti a metà riempimento la perra chiude il rubinetto di un contenitore ed apre l’altro. Dopo pochi istanti sento nell’intestino una lama gelata. L’acqua del secondo contenitore è fredda e provoca dei fortissimi crampi. Non posso che piangere e supplicare che si fermi. La perra mi massaggia lungamente la pancia, beandosi delle contrazioni che mi sta provocando. Poi diminuisce un po’ l’apertura del rubinetto. Ma la situazione è ancora peggiore, infatti il riempimento diventerà interminabile, con crampi gorgoglii e dolori. Sempre con la perra che preme dolorosamente la pancia un po’ da una parte un po’ dall’altra e divertendosi a sentire lo sciacquio. Stavolta, non fidandosi della mia tenuta, la perra mi tappa utilizzando una specie di suppostona intagliata nel jabon “hiel de vaca”, un sapone da bucato molto irritante. Infatti, dove il buchetto stringe la base assottigliata del tappo, brucia moltissimo. E così mi trovo tra incudine e martello, per trattenere il mare di liquido che mi gonfia come un otre devo stringere disperatamente il buchetto ma questa operazione provoca un terribile bruciore. Inoltre il sapone che, a contatto con l’acqua del clistere, si scioglie contribuisce ad aumentare il mal di pancia.
E non mi consola il fatto che mentre io sono preda della nausea per l’acqua che sento risalire fino in gola e smanio per i dolori, anche Pilar riceva il medesimo trattamento. Resistiamo per una buona mezz’ora, da brave pazienti, con i pancioni gonfi, gorgoglianti e dolori da partorienti.
Ma un altro stimolo doloroso supera ormai tutti gli altri: tutta l’acqua ricevuta mi ha riempito la vescica e ormai se non faccio pipì esplodo. E quando dico alla perra che non ce la faccio più mi guadagno una altra bella schiacciata di pancia proprio in corrispondenza della vescica!
Sembra che abbiano aperto una diga, le contrazioni sparano fuori il tappo e un fiume di acqua va a riempire la tinozza e finalmente posso dolorosamente liberarmi.
A cose fatte le nostre tormentatrici non si capacitano: le pance sono ancora gonfie e l’acqua emessa è ancora perfettamente limpida.
C’è sconcerto tra la perra e le altre, evidentemente il messaggio che si vuol dare è che per risolvere i problemi di pancia gonfia basti venire alla Pension Balnearia e sottoporsi ad un trattamento idroterapico, ma le nostre pance le contraddicono.
Nell’attesa di una loro decisione veniamo rimandate barcollanti, tremanti e prede dei morsi della fame, a lavorare.
Ciao Monika, prossimamente ti racconto le ultime dolorose invenzioni di perra & C per trasformarci con un ventre sgonfio e tonico.
sguattera “vaciada” Nadia.
(48- continua)

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