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18 ottobre 2012

LA PUNIZIONE DI SGUATTERA SUDICIONA 2/4

nota di Janine Souillon:
serva sudiciona è stata costretta dall'infermiera a correggere il suo primo indecente report in ginocchio e a scrivere il secondo ben gravida e sigillata nelle sue mutande di contenzione.
Devo dire che la gravidanza, in una sguattera che ha passato i 50 anni (seppur da poco), è davvero commovente.
JS
disegno della schiava Elisabeth Mandile © Annika Kapyzska

LA MIA PUNIZIONE – 1
di sguattera sudiciona

12 ottobre 2012

ore 5,00 del mattino
Mi hanno fatta alzare verso le cinque del mattino svegliandomi bruscamente e traendomi dalla mia posizione prona, ormai quella abituale per me. Tutte le notti infatti vengo assicurata a un lettino a pancia sotto, tenuta ferma al letto da polsiere e cavigliere che mi mantengono in una posizione dalla quale posso essere riempita a piacimento con un clistere notturno dall'infermiera Rose M., donna di fiducia di madame Janine.
L'infermiera ha infilato dei guanti di gomma, si è messa il grembiule di gomma da lavoro e ha controllato con la mano lo stato delle mie mutande di contenzione, le ha aperte con la chiave, ha controllato e ispezionato il pannolone e ha poi richiuso il tutto, non senza avermi dato un forte pizzicotto alle grandi labbra. Madame Janine aveva fatto preparare dalla sua infermiera Rose M. un carrello con un bicchiere di metallo e una brocca da due litri e mezzo di acqua: in piedi, a intervalli di 5 minuti, ho dovuto bere il contenuto della brocca. Gradualmente sentivo la vescica gonfiarsi, finchè la pressione, terminato il contenuto della brocca, è diventata quasi insopportabile. Anche lo stomaco era gonfio, sembravo già gravida.
Gli ultimi bicchieri sono stati difficili da mandar giù, ma se la serva sudiciona avesse vomitato, avrebbe dovuto leccare dal pavimento la sua deiezione, e quindi per la paura ha cercato di controllarsi fino alla fine.
L'infermiera ha poi controllato bene la chiusura della mie mutande di contenzione, mi ha fatto allargare le gambe, ha sollevato la divisa da fatica sulle mie reni, mi ha fatto tendere le braccia dritte in avanti, le palme rivolte in alto. Poi mi ha fatto accovacciare, in equilibrio sugli zoccoli di gomma, il sedere ben sporto in fuori. L'infermiera, sotto lo sguardo impassibile di Madame Janine, si è seduta su un basso sgabello a fianco dlla serva sudiciona. Dapprima ha compresso il ventre della serva sudiciona, ha dato alcuni colpi secchi sotto le mutande di contenzione, poi, ho sentito un sibilo: stava per inziare la fustigazione.
Il primo colpo è stato forte, secco e bruciante. Per chi non l'abbia mai provata, la canna della fustigazione produce sulle natiche della punita un dolore intensissimo e acuto, a metà fra una scossa elettrica e un morso. A intervalli regolari, la serva sudiciona ha subito 25 colpi, contandoli ad alta voce. Contare, come Madame Janine ha sempre detto, aiuta la serva a sopportare i morsi della canna, la tiene vitale e concentrata, le impedisce di soccombere completamente al dolore e all'umiliazione. Il difficile per la serva sudiciona è non lasciar sfuggire il piscio di cui la serva sudiciona è completamente piena. L'infermiera Rose M. ad ogni colpo mi ricorda che il piscio prodotto da serva sudiciona dovrà essere raccolto in un apposito contenitore, e che quindi non una goccia deve andare perduta dalla serva sudiciona.
Io mi concentro come posso e sono convinta di avercela fatta: il sedere brucia terribilmente e la testa mi gira, ma riesco a rimanere nella mia posizione di squatting fino alla fine degli interminabili 25 colpi. L'infermiera si ferma, posa la bacchetta e prendendomi per un'orecchia mi tira su. Mi ordina di mettere le mani sulla testa e di tenere la gambe larghe. Apre il lucchetto delle mie mutande di contenzione, estrae l pannolone e una smorfia di disgusto si disegna sul suo bel volto di altoatesina. Tocca con un dito il pannolone e mi mette l'indice sotto il naso: è bagnato. Brutalmente schiaccia il pannolone sulla faccia della serva sudiciona, che avverte l'odore della propria orina. Il pannolone viene assicurato con un robusto nastro adesivo alla faccia della serva sudiciona, come se fosse una maschera. Le mutande di contenzione mi vengono reinfilate sopra, e nuovamente chiuse. Sento il contatto della gomma spessa e solida sulla mia passera.
Voce di Madame Janine: - A quest'età può essere un problema di incontinenza?
Voce dell'infermiera Rose M.: - Dipende, la sua serva ha avuto molte gravidanze?
Madame Janine: - Che io sappia, una soltanto. Ma d'ora in poi, mia cara, questa sudiciona sarà quasi sempre gravida!
Madame Janine e Rose M., l'infermiera altoatesina, ridono di gusto.
(1- continua)

LA MIA PUNIZIONE – 2
di serva sudiciona

12 ottobre 2012

L'infermiera, istruita dalla padrona Janine Souillon, mi ordina di eseguire 30 squatting a gambe ben divaricate, a ritmo sostenuto. Con il pannolone bagnato del mio piscio attaccato alla faccia, respiro con difficoltà e il ritmo dell'esercizio presto diviene insostenibile. - Forza sudiciona, più ritmo! - incalza l'infermiera. Appena mostro di rallentare, Rose M., la rigida infermiera altoatesina mi “sculaccia” la passera con un largo cucchiaio di legno. Poichè ben presto si accorge che i colpi di incoraggiamento sono attutiti dalle mutande di contenzione, mi ordina di toglierle per tutta la durata delle flessioni.
I colpi di cucchiaio a questo punto diventano dolorosissimi, e la stanza della punizione accoglie solo tre rumori: l'affannoso respiro della serva sudiciona e il “ciaf! ciaf!” dei colpi di cucchiaio sulla sua vagina seguiti da degli squittii di dolore.
I muscoli delle gambe si irrigidiscono, rallento sempre di più, il dolore mi confonde, in prossimità del ventitreesimo colpo ho un cedimento.
L'infermiera si arrabbia molto, dice delle cose in tedesco che non capisco, si piazza davanti a me a gambe divaricate, i suoi zoccoli di gomma sono saldamente ancorati al pavimento di linoleum della saletta delle punizioni, mi afferra per le orecchie e gli ultimi squatting me li impone tirandomi per i padiglioni. Mi gira la testa, faticosamente arrivo alla fine del penoso esercizio.
Madame Janine mi ordina di accovacciarmi, mi tolgono il pannolone dalla faccia e l'infermiera mi mette davanti un contenitore di plastica e mi ordina di pisciare. Devo riempirlo velocemente. Non ci metto molto, la mia vescica scoppia, ma devo stare molto attenta a non versare fuori dal contenitore il mio "prodotto" color giallo paglierino.
Mi dicono che una Signora ha consigliato di raccogliere 500-600 cc del mio “prodotto”, e l'infermiera preme sulla mia pancia per accelerare quella che cheima la “mungitura della sudiciona”.
Finito di pisciare nel contenitore, l'infermiera mi sculaccia la pancia e dice “Das ist gut, sklavin schwein!”.
Il pannolone lo devo rimettere bagnato nelle mutande di contenzione, e subito dopo devo reindossare lo strumento col quale sarà per sempre corretta e impedita la mia odiosa e sudicia abitudine. Mi fanno mettere in ginocchio.
La divisa di punizione, mai lavata in tre anni, è bagnata sotto le ascelle, sotto i seni, sulla pancia dove è a contatto col grembiule di gomma, e sulla schiena.
- È l'ora della poppata, pisciona sudiciona! -
L'infermiera prende dal vassoio di acciaio un biberon pieno di olio di ricino.
Mi afferra il naso col pollice e l'indice, mi infila in bocca il beccuccio di gomma del biberon e mi ordina di poppare. Il sapore è disgustoso, e più volte sono scossa dai conati di vomito.
Dietro di me Madame Janine si è posizionata impugnando una canna di bambù, e mentre poppo come una disperata, mi rifila altri dieci colpi sulle gambe.
- A queste bestie da soma il sedere alla fine si incartapecorisce, così almeno dice il Marquis De Sade! Meglio quindi passare, ogni tanto, alle gambe! - dice la padrona fustigandomi fra un sorso e l'altro.
© Georges Pichard
Finito il disgustoso contenuto del biberon, vengo messa a quattro zampe per terra e mi ordinano di pulire il pavimento accuratamente. La puzza di sudore della divisa da punizione, unita al terribile oleoso sapore del contenuto del biberon mi stordiscono.
Ogni volta che ho finito di pulire il pavimento strofinandolo con uno straccio, devo prima vuotare e poi riempire nuovamente il secchio e ricominciare da capo. Lavo e rilavo per circa un'ora, sono stremata, intanto la pancia comincia a gogogliare. Al termine dell'ultima lavatura vengo rimessa in piedi dall'infermiera altoatesina Rose M. che a questo punto mi ordina di bere il mio stesso piscio. “Forza pisciona, bevi tutto fino all'ultima goccia!”. Tremante, bevo: l'orina fredda è disgustosa, anzichè sciacquarmi la bocca, il suo sapore si sovrappone al terribile gusto dell'olio di ricino. Ora sono convinta di essere davvero piena: nella vescica si è formata altrà pipì, nello stomaco ho quella che mi hanno fatto bere, insieme all'olio di ricino. Ma non basta: l'infermiera mi ordina di togliere le mutande di contenzione e il pannolone, poi mi fa salire sul lettino di ferro delle punizioni, a pancia sotto. Accanto al lettino è posizionato un grosso contenitore per clisteri in plastica bianca, da tre litri: sarò ingravidata. -Preparati, sudiciona: sarai ripulita da un vero clistere da punizione! - l'infermiera armeggia con tubi e ugelli mentre io vengo legata con le cinghia a pancia sotto dalla stessa Madame Janine. La divisa da punizione viene sollevata e rimboccata sopra le reni. L'infermiera lubrifica la mano guantata di gomma, infila una mano sotto il mio geembiule di gomma, all'altezza del ventre, poi unisce le dita della mano guantata e la infila nel mio sfintere, per allargarlo a dovere. Gradualmente la mano di Rose M. si fa strada nel retto mentre la donna mi ordina di non serrare per nessuna ragione i muscoli, altrimenti per punizione sarò resa incontinente per sempre! La mano dell'infermiera è entrata quasi per intero nel mio povero retto, lo sfintere è tesissimo, all'improvviso senza rendermene conto reagisco istintivamente all'intrusione e stringo. L'infermiera impreca in tedesco poi aggiunge in italiano: - Se Madame Janine me lo permette, ti farò un lavoretto di cui porterai le conseguenze per sempre, brutta sudiciona! Janine Souillon sibila: - Certo, ma ogni cosa a suo tempo, Rose. Ogni cosa a suo tempo.
Intanto la mano guantata e lubrificata è stata estratta dal mio sedere, per essere sostituita da quello che sembrerebbe un enorme dildo di acciaio.
In realtà è l'ugello del clistere, davvero enorme, ma io sono ancora dilatata dalla mano dell'infermera, ragion per cui il mostro d'acciaio si fa strada facilmente nel retto.
Una volta entrato, l'enorme ugello viene aperto da Rose M. e improvviso un fiotto di acqua tiepida invade il mio intestino.
La sensazione all'inizio è quasi piacevole, ma dopo quello che potrebbe essere un buon litro d'acqua, ecco che la temperatura del liquido diminuisce gradualmente. I crampi iniziano subito mentre il mio pancione tende il grembiule.
L'infermiera ogni tanto “saggia” il mio pancione per controllare lo stato di tensione, mentre I crampi aumentano e sale la nausea.
Quando i tre litri del clistere sono finiti tutti dentro di me, l'infermiera mi massaggi vigorosamente la pancia, mi slega e mi fa alzare. Mi muovo con cautela, la pancia è grossa e i crampi sono terribili, la voglia di evacuare mi ossessiona, ma l'ugello d'acciaio è rimasto in... sede e ora, chiuso ermeticamente, fa da tappo.
Vengo portata in cucina, sembro davvero incinta, il grembiule di gomma è teso sulla pancia, cammino a passettini sui miei zoccoli di legno, vengo messa al lavello.
A ondate i crampi scuotono le mie povere viscere mentre sento gorgogliare nello stomaco l'olio di ricino. Dovrò resistere in questo stato, tappata e ingravidata, per almeno 30 minuti.
Poi, se avrò lavato bene tutti i piatti e pulito il pavimento, potrò scaricarmi davanti all'infermiera. Non so come, fra atroci dolori e rivoli di sudore, riesco a portare a termine il lavoro, aiutata mio malgrado dal tappo d'acciaio.
Presa per l'orecchio vengo fatta accovacciare su un grosso secchio di zinco.
- Al mio via, toglere il tappo! - dice l'infermiera sogghignando. Io sono rossa vergogna, l'umiliazione è davvero troppo grande. “
- Via! - grida l'infermiera.
Tiro, ma l'ugello d'acciaio è molto grosso, e non esce.
L'infermiera si spazientisce, comincia a premere le mani sul mio pancione. Presa dal panico e in preda ad atroci dolori, tiro e tiro finchè il tappo viene via di colpo. Da quell'istante, inizio a scaricarmi violentemente fra i crampi, mentre l'infermiera divertita e disgustata allo stesso tempo, si gira dall'altra parte turandosi platealmente il naso.
- Che parto indecente! - commenta Madame Janine.
(2- continua)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Serva sudiciona e pisciona,
nonostante i miei rimbrotti sei riuscita a lasciare un errore di digitazione anche nella prima parte e ne hai disseminati alcuni nella seconda parte. Evidentemente ignori oppure non hai i correttori ortografici. Comunque andiamo meglio, niente errori gravi, anzi hai scritto un pezzo decisamente corposo. Che dire? Direi che hai quasi raggiunto la sufficienza direi un 5 e mezzo, ovviamente bisogna vedere come ti comporterai con i prossimi due capitoli. Direi che deve bastarti una settimana per capitolo. Ti invito ad un migliore comportamento con l'infermiera Rose, la sua cultura nordica non ammette indulgenza con le serve .
Continua ad impegnarti e, nonostante il pancione, di rileggere meglio i tuoi elaborati.
Un grazie a Madame Janine per averti imposto di scrivere questa relazione.
FrauJulia

Anonimo ha detto...

Gentilissima Madame Janine,
ha proprio ragione è un indecenza! La serva sudiciona è proprio refrattaria alla pulizia interna. Ma se si insiste, tenendo la serva rigorosamente a digiuno e ripetendo il trattamento ogni giorno, prima o poi otterrà un pò di pulizia.
Quanto al voto, anche per me è un 5 e mezzo, deve impegnarsi di più a rileggere e continuare a scrivere, in modo da tenersi esercitata.
Vostra Oliva

Anonimo ha detto...

Sguattera sudiciona, leggendoti pensavo a che bel rumore deve aver fatto il secchio di zinco all'arrivo del tuo getto! A parte questo, vorrei suggerire all'infermiera Rose di obbligarti ad utilizzare un pò di sapone. Dapprima lavandoti accuratamente la bocca con una bella saponetta profumata e facendotala succhiare a lungo. E poi sciogliere nell'acqua del clistere un bel pò di sapone neutro di marsiglia. Otterrà così un interessante aumento di crampi e contrazioni e i cattivi odori verranno, in parte, mascherati dall'profumo del sapone.
Quanto al tuo elaborato si nota un certo sforzo ed un miglioramento, resti peò sul 5.
Vostra Sara

Anonimo ha detto...

Insomma la serva sudiciona chi e veramente?siamo sicuri che e una serva? Io ho i miei seri dubbi