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21 giugno 2013

LANCY 9 - LE FATICHE DI FRAU SCHWANGER


Francisco Goya
LANCY 9 – LE FATICHE DI FRAU SCHWANGER
di sguattera sudiciona

La mula è quasi pronta
Dopo esser stata ben riempita di “Eau de Lancy” e sigillata con il Bardex harness, il cui ugello sporge lievemente dall'apposito foro praticato nelle doppie mutande, la mula (d'ora in avanti, per comodità, la chiameremo semplicemente così) viene preparata per il duro lavoro quotidiano che d'ora in poi sarà la sua vita. Innanzitutto le viene fatta indossare la pancera di gomma e di crine di cavallo: servirà a contenere e sostenere il pancione durante il lavoro forzato. Una volta reindossata la divisa a righe e il grembiulone di gomma marrone sulla pancera, l'imbragatura di cuoio le viene fissata mediante cinghie intorno al busto, al ventre e sulla schiena. Alla robusta struttura di vecchio cuoio irrigidito dal sudore di molte altre schiave che l'hanno precedentemente indossata, sono fissati degli anelli di acciaio che serviranno ad applicare Frau Schwanger ai marchingegni di fatica scelti e imposti di volta in volta dalle Signore di Lancy secondo un piano prestabilito oppure dettati da un semplice capriccio. Incappucciata, con la lingua rosa che fuorisce dal taglio praticato nel cappuccio, la mula viene avviata al suo destino, reggendo fra le mani la sacca di gomma contenente le sue deiezioni.

La marcia di Frau Schwanger
Slosh! Slosh! Slosh! La donna viene fatta marciare velocemente fuori dalla Clinica. Volutamente, il suo passaggio attraverso le sale di Lancy non passa certo inosservato: l'avvio "pubblico" al lavoro forzato della nuova mula serve come monito alle altre sguattere di Lancy, oltre che a provocare un particolare piacere e compiacimento nelle Signore e nelle guardiane. 

Il rumore degli stivali di gomma, del grembiule, dei liquami che sciacquano dentro la sacca, la lingua rosa che sporge, il cappuccio, il pancione: tutti elementi che concorrono a formare un quadro bizzarro, grottesco e a suo modo inquietante. Ci vorrebbe un talento come quello espresso da Francisco Goya nei suoi terribili “Caprichos”, per rendere appieno l'effetto provocato da una mula avviata al luogo di espiazione conclusivo.

Una nota iconografica di Janine Souillon
Apro una parentesi nel racconto della sguattera sudiciona per sottolineare come una abile illustratrice sia già operativa da tempo sia a Lancy che presso la mia tenuta: si tratta della schiava Elisabeth Mandile, di proprietà della amica polacca Annika K.
Elisabeth, semianalfabeta e schiava di fatica, è dotata di un raro e drammatico talento descrittivo, di un segno rapido ed efficace. Sovente, al termine dei suoi turni di lavoro, viene sollecitata a riprodurre sulla carta alcune delle sue impressioni e testimonianze oculari. Mentre i suoi lavori vengono sovente pubblicati, nessuna fotografia, per ovvi motivi, giunge allo stato di pubblicazione. Immagini fotografiche di Lancy, conservate in archivi segreti e debitamente criptati, sono consultabili solo dalle Signore.

In viaggio verso il campo delle mule
La processione formata da Brunilde, dalla mula e dalla guardiana Patricia O'Hara, una irlandese di 29 anni col volto pieno di lentiggini e le labbra carnose e sensuali, esce dalla magione e si dirige verso una zona del parco riparata e segreta. 

Il percorso
Prima si attraversa un sentiero immerso nella pineta, poi si arriva di fronte a un ponte di legno e di corda, sospeso sul fiume. Il ponte è sbarrato: quattro guardiane hanno il compito di sorvegliarlo, a turno, giorno e notte. Aperto lo sbarramento, il trio attraversa il ponte. Di tanto in tanto Pat O'Hara, quando si accorge che la sguattera sta rallentando l'andatura, assesta un colpo di verga sul suo sedere, stando ben attenta a non colpire l'ugello del Bardex Harness. Il percorso effettivo in linea d'aria è in realtà assai meno complesso di quanto lo si voglia fa apparire. Le deviazioni che i sentieri compiono, creano un lungo giro vizioso che le Signore in visita al campo delle mule possono facilmente evitare, grazie a un tunnel sotterraneo che collega Lancy al campo. Quello che per le schiave, bardate nella loro nuova ed estremamente affliggente tenuta da mule è un lungo e faticoso cammino, per le Signore è solo un veloce trasporto su un tapis roulant che scorre lungo un tunnel sotterraneo rinfrescato da un efficace sistema di ventilazione.

Il campo delle mule
Protetto dagli sguardi indiscreti da un alto muro di pietra, il quadrilatero detto “campo delle mule” ricorda una specie di monastero medioevale, e di fatto, per molti versi, a quel tipo di istituzione assomiglia e si ispira. 
Come un tempo, in certe segrete costruzioni della Francia venivano segregate donne riottose e ribelli, costringendole a un duro regime punitivo per il bene della loro anima, così a Lancy, nel riparato campo delle mule vengono purgate le irriducibili, le isteriche, le riottose che non vogliono adattarsi alle condizioni desiderate dalle buone Signore della magione.

Un muro di pietra viva, dicevamo, alto e con piccole finestre protette da inferriate, circonda il luogo di espiazione. Un tetto di pietra traforato permette il passaggio della luce, della pioggia e della neve, rendendolo pervio agli elementi naturali e al clima tutto l'anno, ma nascondendo alla vista il perimetro adibito al lavoro delle sguattere. 

All'interno, su un terreno brullo di sabbia e pietrisco che si estende per circa quattrocento metri per ciascun lato, si trovano i cosiddetti “marchingegni di fatica”, disegnati e creati quasi due secoli prima dalla misteriosa Fondatrice di Lancy. Hanno nomi apparentemente gentili, ma per ragioni che anfremo ad esaminare, fanno tremare le schiave al solo sentirli nominare. Sono tre: La Collina, La Giostra, Il Giardino. 
Sui marchingegni, sulla loro genesi, sulla loro natura e il loro funzionamento, dedicheremo prossimamente un capitolo a parte. 
Per ora limitiamoci a dire che lo spazio disponibile è occupato principalmente da loro e in seconda battuta dai Bagnes Des Femmes: questi altro non sono che il complesso di macchine di riempimento delle mule, chiamato così in omaggio ai Penitenziari Femminili del secolo scorso (“Bagnes”, appunto). Fra le spesse mura ci sono due appartamenti per le guardiane, il cucinotto per le pappa di tapioca delle mule, l'abbeveratoio. 
Le “stalle” delle mule sono sotterranee, scavate direttamente nella roccia dalle prime mule di Lancy, circa 150 anni orsono. Ben diverse per scopo e struttura dalle “stalle” della altrettanto temuta “Fattoria”, nascondono alla vista delle guardiane le lamentose mule, che però spesso sono “visitate” dalle loro carceriere nel cuore della notte per controlli improvvisi, ed altro.

Le altre mule
Nel campo ci sono, attualmente, altre tre mule: Lady Gwen, inglese di 38 anni, ex modella; Frau Schwein, tedesca di 53 anni e infine la misteriosissima Madame X, di 41 anni. 
Ed ora, scattiamo una fotografia virtuale del campo al momento dell'ingresso del nostro terzetto: Lady Gwen è stata appena riempita e sta per essere riagganciata alla Giostra; Frau Schwein è in fase di svuotamento da parte della sua operosa ed energica guardiana, mentre Madame X sta salendo la Collina per la tredicesima volta consecutiva. Inutile dire che il suo pancione è davvero notevole.
(9- continua)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Madame, i lavori della schiava elizabeth sono veramente ottimi. Oserei dire che se venisse opportunamente pungolata e la produzione diventasse più costante, un giorno ritroveremmo esposti i disegni su qualche sito web assieme alle opere di indiscussi maestri del settore.
FrauJulia