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20 luglio 2013

AUTOCONTROLLO DELLA SERVA

Pubblichiamo un prezioso contributo della Signora FrauJulia


Care Signore,

con l’arrivo dell’estate ho deciso di sottoporre la serva ad una periodica accurata igiene intestinale. Del contempo le ho assegnato l’obbiettivo di migliorare il proprio autocontrollo. Per ottenere entrambi gli scopi, niente di meglio dell'applicazione periodica di qualche buon clistere.

Riflettevo però sulle modalità di applicazione dei clisteri disciplinari. Troppo facile per le serve sopportarli loro malgrado, grazie a plug e mutande di gomma, per migliorare l’autocontrollo occorre la “collaborazione” attiva della serva. E così ha preso avvio il “lavement sans culottes”. Niente di nuovo sotto al sole, come vedrete. Con frequenza almeno bisettimanale alla serva viene applicato un clistere di media grandezza, diciamo un litro o un litro e mezzo di Eau de Lancy o, più prosaicamente, acqua e sale, a temperatura ambiente, diciamo intorno ai 24 gradi. A seguire inietto anche una peretta da 250 cc di aria, in modo da stimolare i crampi e rendere la pancia “gorgogliante”. La serva viene avvertita che dovrà resistere per un certo tempo diciamo dai 15 minuti le prime volte, aumentando poi gradualmente fino a 45 minuti. Nessun ausilio per aiutarla a trattenersi, anzi, dovrà restare in piedi e lavorare. Magari, per ridurre la possibilità di “incidenti”, in particolare le prime volte, il tempo di ritenzione verrà passato in piedi nella doccia o nella vasca da bagno, con le mani legate in alto, in modo che non possa massaggiarsi il pancione o aiutarsi in qualche modo a “tappare”.

Nonostante la quantità di liquido sia molto ragionevole, i movimenti peristaltici scatenati dall’acqua fredda e dall’aria, sommati alla forza di gravità, metteranno a dura prova la capacità di sopportazione della serva. Infatti ciclicamente la serva avrà delle contrazioni e delle ondate di dolore in coincidenza dei movimenti peristaltici, contrazioni chiaramente avvertibili dal sordo gorgoglio proveniente dal ventre della serva.  Solo stringendo disperatamente gli sfinteri, riuscirà a resistere, ma non potrà fermarsi, il lavoro deve continuare. Vedrete che, nonostante il clistere fosse di acqua relativamente fredda, ben presto il sudore macchierà la divisa della sguattera, impegnata a fondo dallo sforzo di controllarsi.  Alla fine del tempo, la serva potrà infine dolorosamente e rumorosamente svuotarsi nel “cesso della servitù” o, se non ce la facesse a reggere fino a raggiungerlo, in apposito secchio.

Ovviamente se non raggiungesse l’obbiettivo, la punizione consisterà, al secondo “tentativo” di due litri con 250 cc di aria, da ritenere, sempre senza ausilio, per il tempo di 20 – 30 minuti.

Se la serva fallisse anche il secondo tentativo deciderò io se procedere ad un terzo “tentativo” con 3 litri o più di acqua da sopportare per soli 10 - 20 minuti, permettendole di aiutarsi con un “tampone” di carta igienica, oppure ricorrere direttamente alla intramontabile ed odiata dose di olio di ricino che assicurerà una ancora migliore igiene intestinale (cfr. miei commenti riguardo alle purghe punitive).

Risulati ottenuti:

direi abbastanza incoraggianti. Fatto salo le prime due somministrazioni, in cui ho dovuto ricorrere ad un secondo ed un terzo “tentativo”, ormai la serva ha sviluppato un buon autocontrollo e riesce a superare la “prova” se non sempre al primo, almeno al secondo “tentativo”. Quanto alla temuta “assuefazione” a questo metodo disciplinare, per ora non si è manifestata, anzi la serva odia il tutto ed all'avvicinarsi del giorno della pulizia intestinale sono sospiri e preghiere per dilazionare la “prova”. Ovviamente non prendo lontanamente in considerazione la cosa e il programma di “lavement san culottes” proseguirà, magari aumentando leggermente le “difficoltà” del primo livello, che ne dite?

FrauJulia

 

 

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