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7 luglio 2013

LANCY 10 - IL CAMPO DELLE MULE

© Georges Pichard

LANCY 10 – IL CAMPO DELLE MULE
di sguattera sudiciona

La misteriosa fondatrice di Lancy
Il cosiddetto Campo delle mule, ove Frau Schwanger trascorrerà il resto della sua vita insieme alla sue tre compagne di sventura espiando la propria inettitudine al servizio è, se così possiamo dire, la pietra miliare di quello che 150 anni dopo sarebbe diventata la Lancy che incominciamo a conoscere e svelare attraverso questo imperfetto e per necessità di cose incompleto resoconto.

Fondazione
Nel 1863 la misteriosa fondatrice di Lancy, ereditiera con una spiccatissima attitudine al comando unita ad un carattere di ferro e ad un patrimonio così imponente da essere difficilmente quantificabile, decise di istituire un luogo in cui poter creare a proprio piacimento e lontano da sguardi indiscreti una genìa di serve perfettamente adeguate al totale servizio e alla assoluta devozione alle proprie padrone. 

Per ottenere questo risultato, la proba Fondatrice si ispira ai sistemi punitivi dei Bagnes Des Femmes e dei Conventi femminili di punizione creati nel 1700, secolo baciato da una straordinaria inventiva per quanto riguarda la correzione di “donne perdute” che andavano riportate sulla retta via ad ogni costo. In particolare, la generosa filantropa individua due elementi cardine del proprio sistema correzionale: i clisteri e i lavori di fatica.

Justine, o le disavventure della virtù
L'idea di redimere le “donne perdute” tenendole occupate da un operoso, incessante lavoro e mantenendole in uno stato di “gravidanza” pressochè continuo grazie a profonde irrigazioni intestinali viene mutuato dalle ferree regole dei Bagnes e dalla attenta lettura del Marchese De Sade, in particolare dagli interessanti spunti offerti da una delle sue opere migliori, nonchè sua opera prima: Justine, o le disavventure della virtù, pubblicata nel 1791.

Ancora bellissima e appena trentaseienne, subito dopo l'improvvisa quanto auspicata morte dell'anziano marito, la misteriosa Fondatrice si trasferisce dalla natia Parigi a Lugano nel 1860. In seguito a minuziose ricerche, valutazioni politiche e sociali e dopo la costruzione di una fitta rete protettiva costituita da amicizie altolocate ben consolidate da un attento uso del suo patrimonio, la virtuosa Signora individua in Lancy il luogo ideale ove costruire il suo primo “falansterio dedicato alla remissione dei peccati delle serve perdute”. Compra in contanti una villa immersa nel bosco, ettari ed ettari di terreno circostante, ed inizia la sua pia opera.

Dopo imponenti lavori di ristrutturazione durati tre anni, realizzati da una infinita serie di imprese a ciascuna della quale viene affidata a rotazione solo una minima parte dei lavori, Lancy viene completata e resa operativa nell'anno di grazia 1863. 

Lancy nel 1863
All'epoca la struttura è soltanto un terzo di quello che oggi conosciamo, e consta del palazzo principale, del Campo delle Mule e dei locali sotterranei segreti che più tardi verranno adibiti a contenere le “mucche” della Fattoria. Il Campo delle Mule viene reso immediatamente operativo con l'introduzione dei tre “Marchingegni di fatica”, ovvero la Giostra, la Collina e il Giardino. Progettati dalla nostra amorevole filantropa, ecco una sommaria descrizione dei tre apparati, così come la stessa misteriosa gentildonna li riassume nei suoi appunti progettuali:

Per redimere le più riottose e recalcitranti delle serve, che io definirei “mule”, ho ideato tre sistemi di correzione che non mancheranno di ingentilire quelle povere anime perdute, restituendo finalmente a loro stesse la loro anima servile, che ritengo essere, per una schiava, il suo più alto sentire possibile su questa Terra.

Ed ecco dunque la Giostra, ovvero una sorta di bindolo che, in questo caso, non servirà a tirare su un ben niente eccetto che la ritrovata dignità di bestia da soma della serva, la quale sarà attaccata mediante imbracatura al bindolo, al posto di un povero asino innocente.

E poi ancora la Collina, ovvero un terrapieno di sassi e terriccio ripidissimo alto non più di 7 metri, che la mula dovrà salire e scendere per tutto il giorno, amorevolmente sollecitata da una guardiana, meglio se con indosso un giogo carico di pietre e sterpi.

Infine il Giardino, luogo consacrato allo scavo di buche tanto profonde da farci entrare la schiava al completo in piedi, con di fuora solo la testa, e che dopo l'entrata della schiava per constatarne l'effettiva profondità, sarà dalla medesima serva issofatto nuovamente riempita.

Come avveniva nei nostri beneamati e rimpianti “Bagnes des Femmes” che ho avuto modo di conoscere de visu da piccola in Francia, le nostre corrigende svolgeranno i loro compiti con le budella ben riempite di acqua e olio, rabboccati ad intervalli prestabiliti.  Onde far sì che le infide mule non si liberino del loro giusto carico interno, saranno sigillate secondo il metodo dell'italiano Ramolino, metodo che si avvale di due eccellenti ritrovati: un godemichet di caucciù inserito nel loro orifizio minore e indosso mutande di pelle molto aderenti. Completeranno il corredo delle mule una palandrana di tela grigia e uno zinale adatto ai lavori di fatica. Per l'inverno saranno approntati dei mantelli di lana, unitamente a delle cuffie ugualmente di lana”.

Insieme alle note, la generosa Fondatrice aggiunge di suo pugno degli schizzi che serviranno alla realizzazione delle Macchine.

Frau Schwanger entra nel Campo delle Mule
Ma distogliamoci ora dal passato, e ritorniamo nel presente focalizzandoci sull'ingresso della nuova mula all'interno di quella che sarà la sua definitiva dimora. 

Rievochiamo dunque nuovamente la figura di Frau Schwanger: risentiamo il rumore degli stivali di gomma, delle doppie mutande, dei liquami che sciacquano dentro la sacca e dentro il ventre della detenuta, rivediamo la lingua rosa che sporge, il cappuccio, il pancione che tende il grembiule marrone ben allacciato. Rivediamo anche l'immagine scattata al termine del precedente capitolo: nel momento dell'ingresso delle tre donne al campo, ecco le altre tre mule: Lady Gwen, inglese di 38 anni, ex modella; Frau Schwein, ex barista tedesca di 53 anni e infine la misteriosa Madame X, di 41 anni.

Come avevamo già scritto, Lady Gwen è stata appena riempita e sta per essere rimessa al lavoro sulla Giostra; Frau Schwein viene energicamente svuotata dalla sua guardiana ed è pronta a riempire nuovamente la sua buca, mentre Madame X sta salendo la Collina per la tredicesima volta. I cesti di vimini del suo giogo sono carichi fino all'orlo di pietrisco. 

Con una sommaria cerimonia officiata dalla Signora Brunilde, nonchè figlia delle nuova corrigenda, la Guardiana Pat O'Hara viene ufficialmente assegnata a Frau Schwanger. Tranne brevi periodi, le loro vite saranno una lunga, continua, dolorosa simbiosi fra schiava e padrona.

Prima di essere definitivamente accolta nel Campo delle Mule, la schiava Frau Schwanger viene minuziosamente esaminata. Viene misurato il pancione, controllato lo stato dell'uniforme, dei grembiuli (a quello marrone ne viene aggiunto uno di spessa gomma blu) e le condizioni delle mutande punitive. 

Frau Schwanger viene condotta al suo primo Marchingegno di Fatica
Dopo aver versato il nauseabondo contenuto della sacca di gomma nell'Orto delle Mule, alla schiava, sempre con la lingua tenuta ben fuori dalla fessura del cappuccio, viene fatta assumere la posizione "on fours", ovvero carponi, e le viene permesso di abbeverarsi alla bassa vasca di granito che raccoglie l'acqua piovana mista ad acqua attinta al vicino torrente. 

Ora viene condotta a piccoli e secchi colpi di verga al primo “marchingegno di fatica” che sentirà il suo odore, che percepirà la sua fatica, che accoglierà con amore il suo corpo sfiancato. Si tratta, su consiglio di Brunilde, della Collina.
(10- continua)


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