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24 ottobre 2013

PENSION BALNEARIA 70


Nobili Signore, sguattera sudiciona,
mi ero fermata con la perra e compagne, rapate come lampadine, in procinto di essere aggiogate al rullo compressore. Ma vedo che arriva il farmacista del paese, con una cassa di legno. Le Signore, con fare soddisfatto ne estraggono delle bottiglie. Paiono bottiglie di birra artigianale o di vino bianco. A perra e compagne viene consegnata una bottiglia a testa ed un bicchiere. Vedo la perra aprire la bottiglia, annusare il contenuto e rivolgersi con fare atterrito alla Presidente del Tribunale, questa assente. Non si sente volare una mosca….. veniamo chiamate, armate delle nostre bacchette…. E capisco cosa succede: la bottiglia da un litro contiene olio di ricino. Ad ognuna delle condannate hanno dato una bottiglia da un litro. La perra crede che le Signore bluffino, che sia uno scherzo, insomma, un bicchiere è anche possibile, ma un litro……
No, la Presidente glielo conferma, ne berranno un litro a testa. E qui appare il dottore: arriva e, rapidamente, pratica d ognuna una grossa iniezione. La Presidente spiega: il dottore ha appena somministrato un potentissimo antiemetico, così non rischiano di vomitare. E per incoraggiarle consegna ad ognuna una ventina di guindillas, i diabolici peperoncini tra i più piccanti al mondo.
E così dovranno mangiare i peperoncini, mandandoli giù con bicchieri su bicchieri di olio di ricino. Se fanno resistenza, sarà nostra cura utilizzare le nostre bacchette. E così con l’aiuto di qualche buona bacchettata la perra e compagne, molto ma molto controvoglia masticano il primo peperoncino. Pare vedere il fumo uscire dalle orecchie, deve bruciare moltissimo ed ora, cercano di bere il più rapidamente possibile l’olio di ricino, ma io, memore delle punizioni subite, obbligo la perra al brindisi: “Arriba, abajo, al centro y a dentro”.
Non vi dico la soddisfazione al vedere le smorfie di orrore di quella che fino a pochi giorni fa era la nostra aguzzina. E dagli spalti della Plaza sono urla, risa e fischi, all’indirizzo di perra e compagne. Molti dei paesani sanno che succedeva qui ed alcuni sono parenti delle mie compagne di servitù.
Ci vuole parecchio perché le punite finiscano di degustare la loro prelibata bevanda. Per dovere di cronaca devo dire che di peperoncini non ne hanno mangiato che un paio a testa, si vede che non piace loro il piccante.
Ed ora la Presidente ordina che vengano aggiogate al rullo. Noi raggiungiamo i nostri posti. E’un rullo molto pesante e perra e compagne devono impegnarsi per muoverlo e tenerlo in movimento. Se rallentano, al passare dalla più vicina di noi, si beccano una scarica di bacchettate, devo dire che qualche bacchettata la beccano anche se trascinano con impegno, se la sono ampiamente meritata.
E ben presto si sentono morire di sete. La Signora, saggiamente, sconsiglia loro di bere, così riusciranno a completare i giri di pista assegnati prima ….. dell’inevitabile. Ma la perra e compagne sono delle zuccone, o, chissà la sete è così forte. Si attaccano al secchi di acqua concesso e bevono, proprio come delle vacche. Bevono e bevono. Riprendono poi a girare ma in capo ad una mezz’ora, aiutata dal liquido bevuto, la tremenda quantità di purga si fa sentire. Iniziano a tenersi la pancia, ma le nostre bacchettate le costringono a continuare. Ben presto iniziano le prime scariche, rivelate perfettamente dai mutandoni di cotone bianco, su cui si allargano le macchie marrone. Ed il pubblico si sbellica dalle risa, alla loro umiliazione. Quella è la perra che una settimana fa, profumatissima ed elegantissima, ci puniva in tutti i modi più fantasiosi, facendoci provare le pene dell’inferno. Quelle sono le sue fedeli aguzzine. Indescrivibilmente sporche e puzzolenti. Ed alla fine dei giri a loro assegnati, le laviamo con l’idrante con cui di solito viene bagnata la Plaza de Toros prima delle corride. L’acqua del getto le lava, le scuote, le fa cadere a terra. Gli spettatori, ormai appagati, se ne vanno a pranzo. Per la perra e compagne, invece è l’inizio di un incubo. Forse non si sono ancora ben rese conto di quale sarà la loro vita di espiazione, noi ci impegneremo perché lo capiscano presto.
Sguattera Nadia
(70- continua)




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