Il sapone
Capita che le serve in addestramento,
siano piuttosto goffe nei lavori. Ed una in particolare lo è
all’ennesima potenza, succede che ha appena terminato di pulire i
balconi e, nel rientrare in casa, rovescia tutta l’acqua sporca che
pare inchiostro. Una serva ben addestrata, a questo punto, si
rimboccherebbe le maniche e rimedierebbe ben presto al malfatto.
Invece la nostra serva, esasperata si lascia sfuggire un “Cazzo,
cazzo, cazzo!!”. L’esclamazione richiama immediatamente
l’attenzione della Oberschwester. Inutile dire che la serva è nei
guai. “Per il momento lasciamo da parte la tua goffaggine,
imparerai con l’esperienza ed il lavoro ad evitare questi disastri,
ma non posso assolutamente passare sopra alla tua imprecazione. Una
brava serva impara a non lasciarsi prendere dalle emozioni e, se
questo accadesse, una brava serva tiene la lingua sottochiave. La
serva prima della punizione, deve rapidamente rimediare al disastro.
Ora la Oberschwester può occuparsi della sua educazione. La serva,
sempre con la divisa di fatica, viene fatta inginocchiare sul
pavimento. La Oberschwester pone di fronte a lei un basso sgabello
con un piattino. La serva si chiede a cosa servirà questo piattino.
La Oberschwester si allontana e torna con un piccolo involto
profumatissimo. Lo apre e ne estrae una ricercata saponetta, una
delle saponette che una serva non si sogna neanche, costretta ad
usare per lavarsi solo ed unicamente il sapone da bucato. La
saponetta viene posta sul piattino di fronte alla serva. “Bene, mia
cara, oggi ci occuperemo della pulizia della tua boccaccia. Sono
certa che questa saponetta ti insegnerà a tenere a freno la lingua.”
La serva non crede alle proprie
orecchie, forse non ha capito bene, cosa deve fare con la saponetta?
La Obertschwester è una donna di
azione, prende la saponetta la passa sotto al rubinetto, pinza il
naso della serva e, quando questa apre la bocca per respirare, vi
infila a fondo la saponetta. “Ecco mia cara, ora ti succhi questa
bella caramellina. Succhiala ben bene, voglio vederla andare dentro e
fuori.”
La serva si sforza di ubbidire. Ma la
saponetta, a contatto con la saliva, inizia a sciogliersi,
richiamando ancora più saliva, ben presto al bocca della serva è
piena di sapone e saliva. La Oberschwester, che sta osservandola
avverte: “non ti azzardare a sputare, da brava serva inghiotti
tutto e, continua a succhiare la saponetta”. Poi la Oberschwester
pone sullo sgabello anche una sveglia, “per questa volta smetterai
quando la sveglia suona, fra mezz’ora. Ma ricorda, la prossima
volta potrei non essere così clemente e potrei obbligarti a
succhiare tutta la saponetta, completamente.”.
La serva deve ora inghiottire, la
saliva insaponata è terribile, irrita le pareti della bocca e la
serva la sente benissimo scendere per l’esofago. E non parliamo del
profumo, quello che, sulla pelle è un lusso da Signore, in bocca è
una cosa abominevole. Ma la serva sa di essere osservata dalla
Oberschwester ed inghiotte, anche se lo stomaco si ribella ed ha
voglia di vomitare. Ma ora la serva deve continuare a succhiare
spingendola dentro e fuori la saponetta che, dal canto suo si
rammollisce in superficie e lascia ancora più schiuma. I minuti
passano interminabili, con la fatica di inghiottire la densa ed
irritante schiuma che causa crampi e conati. Finalmente la sveglia
suona, la serva inghiotte l’ultima schiuma e, finalmente può
togliersi dalla bocca la saponetta. Come le fa notare la
Oberschwester la saponetta si è consumata abbastanza poco, la serva
si può immaginare quanto deve essere terribile dovere consumare
completamente la saponetta. Ora la serva può bere un bicchiere di
acqua e sciacquarsi la bocca ma, per coronamento della punizione,
dovrà inghiottire anche l’acqua utilizzata per sciacquarsi.
E di lì a qualche ora la serva
scoprirà all’improvviso delle capacità purgative della saponetta,
quando dovrà supplicare a lungo la Oberschwester per poter usare il
bagno.
Vi assicuro che da questo momento la
nostra serva penserà a lungo, prima di aprire la bocca!
(10- continua)
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