Disclaimer
Attenzione! quello che segue è un racconto di fantasia, e i personaggi nonchè i fatti che vi sono descritti sono da considerarsi completamente immaginari. Ogni riferimento a persone o a fatti realmente accaduti è da ritenersi puramente casuale. Inoltre si avvisa che il racconto è assolutamente vietato ai minori di 18 anni, e che qualsiasi sua riproduzione o divulgazione in altri siti o documenti privati senza autorizzazione scritta va contro la volontà dell’autrice.
CARO DIARIO
© 2001 Janine Souillon
sabato 16 ottobre
Oggi arrivano le due nuove “collaboratrici famigliari”. Mamma ha appena fatto in tempo a dare il benservito alla cuoca, alle due cameriere, alla sguattera e alla donna di fatica.
lunedì 18 ottobre
La zia sul principio non voleva crederci: pensava di starsene tutto il giorno a chiaccherare con mamma, magari dandole qualche consiglio culinario! Quando mammina le ha detto di spogliarsi e di indossare l’uniforme della nostra (ex) sguattera, la zia cinquantenne prima è impallidita, poi ha cercato di scappare trascinandosi dietro Arianna. Ma la mamma quando vuole è molto decisa, e sa farsi rispettare dalla servitù. Non basta: ha anche degli ottimi avvocati: mentre la sculacciava, spiegava a mia zia che non ci avrebbero messo un minuto, i suoi avvocati, a dimostrare che il fallimento del negozio altro non era che un espediente per rastrellare quattrini con l’assicurazione. Piangendo, la zia ha detto che sua sorella era diventata un mostro, che lei non ci poteva credere che avrebbe ordito una tale macchinazione ai danni suoi e di sua figlia. Mia mamma si è limitata a sculacciarla anche sulla pancia. In quanto a Arianna, alla mia antipatica cugina saputella di vent'anni (sprecati) ho riservato una vecchia uniforme marrone, sformata e unta, lunga fino a metà polpaccio; un grembiule di gomma verde, un vecchio fazzoletto in testa, e zoccoli di legno. Nient’altro. Non ha un ricambio, quindi una volta alla settimana le ho ordinato di fare un bucato prima di dormire, di appendere la sua roba ad asciugare, e di rimettersela su, asciutta o bagnata che sia, pronta per eseguire i miei ordini.
(2- continua)
DISCLAIMER
ATTENZIONE: IL CONTENUTO DI QUESTO BLOG È RISERVATO ESCLUSIVAMENTE AD UN PUBBLICO MAGGIORE DI 18 O 21 ANNI, SECONDO LE LEGISLAZIONI VIGENTI NEL PROPRIO PAESE.
CHIUNQUE PROSEGUA NELLA LETTURA LO FA CONSAPEVOLMENTE
Il blog LA DOMESTICA RISPONDE è da considerarsi completamente opera di fantasia. I personaggi e le situazioni descritte sono fittizi, e l'eventuale somiglianza con persone o fatti esistenti è da ritenersi totalmente accidentale.
RIPRODUZIONE VIETATA - TUTTI I DIRITTI RISERVATI
© JANINE SOUILLON, LUGANO, CH
13 marzo 2011
CARO DIARIO (2)
Etichette:
Caro diario,
Janine Souillon,
racconti
donna di servizio & artista
(maid & artist)
monikarubbermaid@gmail.com
PENITENZE E PUNIZIONI: UNA RISPOSTA DELLA SIGNORA LUCIA
Riceviamo dalla signora Lucia una nota che prontamente pubblichiamo.
(M.)
Gentile Monika,
le invio alcune mie considerazioni, in risposta alla richiesta di chiarimenti da parte di una “serva ignorante”. Sono considerazioni personali, saranno benvenuti i contributi di signore e domestiche su questi argomenti.
PENITENZA: sacrificio che si affronta per espiare colpe o peccati o per fortificare lo spirito. Solitamente viene autosomministrata, deve essere sempre autorizzata dalla Signora, per evitare accuse di godimento masochista.
Esempi di penitenza sono indossare il cilicio, praticarsi docce fredde ecc.
PUNIZIONE: atto che provoca sofferenza inteso a correggere una persona o a farle espiare il male commesso, viene di solito inflitto personalmente dalla Signora o da una sua incaricata.
Non faccio esempi: sul blog ve ne sono più che a sufficienza.
TORTURA: non viene MAI applicata nel rapporto tra Signora e domestica. E’ cosa da codice penale. Definizione: tormento corporale che si infliggeva a un imputato per estorcergli una confessione, atto crudele e violento commesso su una persona per brutalità, sadismo o vendetta.
CILICIO: Tessuto grossolano, pungente, di lana di capra o di crini di cavallo oppure cintura o fascia di crine pungente fatta a nodi, portata sotto la veste sulla pelle nuda come pratica religiosa di penitenza. Una variante moderna può essere costituita da pannoloni, braghette e corpetti di ruvida tela di sacco o ricavati da spinosissime coperte di lana militari. Tali cilici vanno portati molto a lungo, anche per giorni, senza alcuna possibilità di toglierli, neanche per lavarsi e, per espiare colpe particolarmente gravi, neanche per fare pipì. L’effetto va da un iniziale prurito ma con il sudore ed altri liquidi “salini” si arriva fino alle dolorose irritazioni “da pannolone”.
Un saluto
Lucia
Etichette:
castighi,
correzione della serva,
penitenze,
punizioni,
serve indisciplinate
donna di servizio & artista
(maid & artist)
monikarubbermaid@gmail.com
8 marzo 2011
Un racconto inedito di Janine Souillon: "CARO DIARIO" (1)
Disclaimer
Attenzione! quello che segue è un racconto di fantasia, e i personaggi nonchè i fatti che vi sono descritti sono da considerarsi completamente immaginari. Ogni riferimento a persone o a fatti realmente accaduti è da ritenersi puramente casuale. Inoltre si avvisa che il racconto è assolutamente vietato ai minori di 18 anni, e che qualsiasi sua riproduzione o divulgazione in altri siti o documenti privati senza autorizzazione scritta va contro la volontà dell’autrice.
CARO DIARIO
© 2001 Janine Souillon
Giovedì 14 settembre
Mia madre mi ha detto che sua sorella Stefania ha dei grosso problemi finanziari, dovuti all’improvviso incendio e conseguente incenerimento del suo negozio di erboristeria. Così lei si trova all’improvviso a dover trovare un altro lavoro per mantenere sè stessa e mia cugina Arianna, una saputella che peraltro non ho mai potuto soffrire. Mamma ha chiesto alla zia se sarebbe disposta a dare una mano in casa, magari portando con sè la figlia. In cambio avrebbero vitto e alloggio, in attesa di tempi migliori...
venerdì 15 ottobre
La zia prima ha detto grazie no, poi ha tergiversato per una settimana, infine ha accettato. Molto bene. Mamma sta preparando loro una bella accoglienza.
(1-continua)
Attenzione! quello che segue è un racconto di fantasia, e i personaggi nonchè i fatti che vi sono descritti sono da considerarsi completamente immaginari. Ogni riferimento a persone o a fatti realmente accaduti è da ritenersi puramente casuale. Inoltre si avvisa che il racconto è assolutamente vietato ai minori di 18 anni, e che qualsiasi sua riproduzione o divulgazione in altri siti o documenti privati senza autorizzazione scritta va contro la volontà dell’autrice.
CARO DIARIO
© 2001 Janine Souillon
Giovedì 14 settembre
Mia madre mi ha detto che sua sorella Stefania ha dei grosso problemi finanziari, dovuti all’improvviso incendio e conseguente incenerimento del suo negozio di erboristeria. Così lei si trova all’improvviso a dover trovare un altro lavoro per mantenere sè stessa e mia cugina Arianna, una saputella che peraltro non ho mai potuto soffrire. Mamma ha chiesto alla zia se sarebbe disposta a dare una mano in casa, magari portando con sè la figlia. In cambio avrebbero vitto e alloggio, in attesa di tempi migliori...
venerdì 15 ottobre
La zia prima ha detto grazie no, poi ha tergiversato per una settimana, infine ha accettato. Molto bene. Mamma sta preparando loro una bella accoglienza.
(1-continua)
Etichette:
Caro diario,
Janine Souillon,
punizioni,
racconti
donna di servizio & artista
(maid & artist)
monikarubbermaid@gmail.com
3 marzo 2011
MARIA ROMEY: NUOVA DIVISA
Riceviamo e volentieri pubblichiamo un racconto di Maria Romey
NUOVA DIVISA
di Maria Romey
Laura cammina spedita, fasciata da un tailleur color malva. I capelli biondi rimbalzano compatti sulle spalle a ogni passo, i tacchi battono il selciato con un suono secco. Dietro di lei la domestica, Roberta, la segue a una certa distanza. Roberta porta tre pesanti sacchetti di plastica, colmi della spesa appena fatta al supermercato.
- Dopo, - le ha detto la padrona mentre passavano sotto la grande insegna al neon - andremo a comprare le nuove divise.
Flac! Flac! Flac! Roberta, 47 anni compiuti, procede il più velocemente possibile dietro alla sua signora; ma gli zoccoli bianchi in cui sono infilati i piedi (avvolti dai classici gambaletti di cotone) non la aiutano. Dentro l’uniforme di nylon rosa, la donna ricomincia a sudare. Sotto le ascelle, il pesante tessuto rosato è segnato da due mezzelune scure. Croc! Croc! Croc! A ogni passo lo spesso grembiule di plastica crepita, a ogni passo lì sotto fa sempre più caldo, sempre più caldo.
Sono quasi arrivate da Robinetti, il migliore negozio della città, dove ogni giorno si guardano, si scelgono e si comprano le più pratiche ed eleganti uniformi per il personale di servizio.
- Flac! Flac! Flac! La suola di gomma degli zoccoli striscia sul marciapiede: è mezzogiorno, e per Roberta è stata una mattinata pesante: di primo mattino ha pulito a fondo la cucina, ha avuto appena il tempo di preparare e servire la colazione per la padrona, e subito le è stato ordinato di lavare tutti i pavimenti della casa.
Due ore carponi, e poi la spesa, sempre con la signora Laura alle calcagna, mai un momento da sola. Infatti Laura, giovane account in una agenzia pubblicitaria multinazionale, si è presa un giorno intero di vacanza per seguire da vicino la cerimonia della nuova vestizione della serva.
Per uscire a fare la spesa, la padrona le ha imposto di non togliersi il grembiule di plastica blu, e ora Roberta sfila vergognosa e accaldata per le strade della città, carica di pacchi e impegnata a tenere il passo della sua datrice di lavoro.
Ecco, sono arrivate. Laura entra e lascia che la sua serva se la sbrighi con la porta a vetri e i sacchetti ricolmi. Una commessa, impietosita, accenna un passo verso la maniglia, ma Laura la blocca subito: - Non si preoccupi, se la cava benissimo da sola!
La commessa si blocca, resta dov’è e osserva la scena con occhio fintamente distaccato. La domestica attende in piedi, avvolta in quell’assurdo, umiliante grembiulone di plastica blu, tutto arricciato sul ventre, là dove la donna si è piegata tante volte durante il suo lavoro (deve avere un bel caldo là sotto, pensa di sfuggita la ragazza). Ferma, con i sacchetti ancora in mano, mentre la sua padrona si guarda intorno e osserva con calma le divise e i grembiuli.
Finalmente Laura sembra ricordarsi della sua domestica, la testa si volta di scatto, una ruota di capelli biondi si allarga intorno al viso dai lineamenti fini e appuntiti: - Roberta, coraggio, fatti dire dalla signorina dove puoi appoggiare la spesa!
La domestica segue la ragazza, che le indica senza parlare un punto dietro al bancone. Lì Roberta si china e con cautela appoggia le sporte. Mentre la donna in grembiule compie il movimento, la commessa senza volerlo avverte nell’aria un sentore di traspirazione pungente.
- Vede, il nostro problema, - dice Laura alle spalle della commessa - è che Roberta suda, suda molto, e questi grembiuli di nylon sono... come dire... poco pratici e... sgradevoli, a lungo andare. Specie se ci sono ospiti, lei mi capisce.
La commessa, imbarazzata, non sa cosa rispondere.
Il volto di Laura si indurisce, un sorriso sprezzante le taglia la bocca.
- Non ci crede? Ma sa che alla fine della giornata non si riesce ad averla d’attorno, questa qua? Roberta, metti le mani sopra la testa!
Dopo una brevissima esitazione, la sguattera obbedisce. Le braccia seminude si sollevano, le mani arrossate si appoggiano sul fazzolettone blu che le raccoglie i capelli. Ora le chiazze di sudore sotto le ascelle della donna sono perfettamente visibili.
- No, dico, senta!
- Cosa?!
- Si avvicini, senta anche lei!
La ragazza non si muove.
- M... ma forse le dovrebbe cambiare il tipo di divisa... e poi quel grembiule di plastica... capisce...
Roberta tiene lo sguardo basso.
- Lo so, lo so... Ma le sta tanto bene! Inoltre le è vietato qualsiasi deodorante o profumo!
Una cliente, in compagnia della sua cameriera filippina, sbircia la scena affascinata.
- Insomma, allora cosa mi consiglia?
Scossa dal tono della giovane donna, la commessa si riprende, pensa febbrilmente mentre la serva se ne sta lì, vicino al bancone, ferma nella posizione imposta dalla padrona.
- Va bene, Roberta, abbassa le braccia!
La domestica esegue.
- Vediamo... qualcosa di cotone...
- Sì, ma niente di lussuoso, voglio una divisa per i lavori pesanti...
- Sì, certo...
- Ecco! Questa va bene!
Laura indica una divisa grigia, di cotone spesso, allacciato sul davanti.
- Benissimo, allora ci vuole un grembiule, adesso...
- Lo voglio di cotone, spesso, a righe bianche e blu, come un grembiule da macellaia...
E con i lacci abbastanza lunghi da poterlo annodare sul ventre.
- Benissimo, signora, credo di avere quello che fa per lei...
Dopo mezz’ora, il grosso pacco con i nuovi abiti da lavoro della domestica giace sul bancone. Un rapido passaggio di una carta di credito, e la transazione è fatta.
La commessa passa l’involto a Roberta: - Ecco, prendilo: ce la fai?
- Ce la fa, ce la fa!
Laura esce dal negozio seguita da Roberta. In mano la donna oltre ai sacchetti della spesa ha il voluminoso pacco che contiene le nuove divise grigie, comprate assieme a una serie di grembiuli di cotone blu a righe bianche verticali.
Croc! Croc! Croc! Roberta affretta il passo, mentre perle di sudore le scendono dalla fronte. Una di queste cade sulla pettorina del grembiule di plastica, e splende per un attimo al sole, come una perla.
© 2011 Maria Romey
tutti i idritti riservati
NUOVA DIVISA
di Maria Romey
Laura cammina spedita, fasciata da un tailleur color malva. I capelli biondi rimbalzano compatti sulle spalle a ogni passo, i tacchi battono il selciato con un suono secco. Dietro di lei la domestica, Roberta, la segue a una certa distanza. Roberta porta tre pesanti sacchetti di plastica, colmi della spesa appena fatta al supermercato.
- Dopo, - le ha detto la padrona mentre passavano sotto la grande insegna al neon - andremo a comprare le nuove divise.
Flac! Flac! Flac! Roberta, 47 anni compiuti, procede il più velocemente possibile dietro alla sua signora; ma gli zoccoli bianchi in cui sono infilati i piedi (avvolti dai classici gambaletti di cotone) non la aiutano. Dentro l’uniforme di nylon rosa, la donna ricomincia a sudare. Sotto le ascelle, il pesante tessuto rosato è segnato da due mezzelune scure. Croc! Croc! Croc! A ogni passo lo spesso grembiule di plastica crepita, a ogni passo lì sotto fa sempre più caldo, sempre più caldo.
Sono quasi arrivate da Robinetti, il migliore negozio della città, dove ogni giorno si guardano, si scelgono e si comprano le più pratiche ed eleganti uniformi per il personale di servizio.
- Flac! Flac! Flac! La suola di gomma degli zoccoli striscia sul marciapiede: è mezzogiorno, e per Roberta è stata una mattinata pesante: di primo mattino ha pulito a fondo la cucina, ha avuto appena il tempo di preparare e servire la colazione per la padrona, e subito le è stato ordinato di lavare tutti i pavimenti della casa.
Due ore carponi, e poi la spesa, sempre con la signora Laura alle calcagna, mai un momento da sola. Infatti Laura, giovane account in una agenzia pubblicitaria multinazionale, si è presa un giorno intero di vacanza per seguire da vicino la cerimonia della nuova vestizione della serva.
Per uscire a fare la spesa, la padrona le ha imposto di non togliersi il grembiule di plastica blu, e ora Roberta sfila vergognosa e accaldata per le strade della città, carica di pacchi e impegnata a tenere il passo della sua datrice di lavoro.
Ecco, sono arrivate. Laura entra e lascia che la sua serva se la sbrighi con la porta a vetri e i sacchetti ricolmi. Una commessa, impietosita, accenna un passo verso la maniglia, ma Laura la blocca subito: - Non si preoccupi, se la cava benissimo da sola!
La commessa si blocca, resta dov’è e osserva la scena con occhio fintamente distaccato. La domestica attende in piedi, avvolta in quell’assurdo, umiliante grembiulone di plastica blu, tutto arricciato sul ventre, là dove la donna si è piegata tante volte durante il suo lavoro (deve avere un bel caldo là sotto, pensa di sfuggita la ragazza). Ferma, con i sacchetti ancora in mano, mentre la sua padrona si guarda intorno e osserva con calma le divise e i grembiuli.
Finalmente Laura sembra ricordarsi della sua domestica, la testa si volta di scatto, una ruota di capelli biondi si allarga intorno al viso dai lineamenti fini e appuntiti: - Roberta, coraggio, fatti dire dalla signorina dove puoi appoggiare la spesa!
La domestica segue la ragazza, che le indica senza parlare un punto dietro al bancone. Lì Roberta si china e con cautela appoggia le sporte. Mentre la donna in grembiule compie il movimento, la commessa senza volerlo avverte nell’aria un sentore di traspirazione pungente.
- Vede, il nostro problema, - dice Laura alle spalle della commessa - è che Roberta suda, suda molto, e questi grembiuli di nylon sono... come dire... poco pratici e... sgradevoli, a lungo andare. Specie se ci sono ospiti, lei mi capisce.
La commessa, imbarazzata, non sa cosa rispondere.
Il volto di Laura si indurisce, un sorriso sprezzante le taglia la bocca.
- Non ci crede? Ma sa che alla fine della giornata non si riesce ad averla d’attorno, questa qua? Roberta, metti le mani sopra la testa!
Dopo una brevissima esitazione, la sguattera obbedisce. Le braccia seminude si sollevano, le mani arrossate si appoggiano sul fazzolettone blu che le raccoglie i capelli. Ora le chiazze di sudore sotto le ascelle della donna sono perfettamente visibili.
- No, dico, senta!
- Cosa?!
- Si avvicini, senta anche lei!
La ragazza non si muove.
- M... ma forse le dovrebbe cambiare il tipo di divisa... e poi quel grembiule di plastica... capisce...
Roberta tiene lo sguardo basso.
- Lo so, lo so... Ma le sta tanto bene! Inoltre le è vietato qualsiasi deodorante o profumo!
Una cliente, in compagnia della sua cameriera filippina, sbircia la scena affascinata.
- Insomma, allora cosa mi consiglia?
Scossa dal tono della giovane donna, la commessa si riprende, pensa febbrilmente mentre la serva se ne sta lì, vicino al bancone, ferma nella posizione imposta dalla padrona.
- Va bene, Roberta, abbassa le braccia!
La domestica esegue.
- Vediamo... qualcosa di cotone...
- Sì, ma niente di lussuoso, voglio una divisa per i lavori pesanti...
- Sì, certo...
- Ecco! Questa va bene!
Laura indica una divisa grigia, di cotone spesso, allacciato sul davanti.
- Benissimo, allora ci vuole un grembiule, adesso...
- Lo voglio di cotone, spesso, a righe bianche e blu, come un grembiule da macellaia...
E con i lacci abbastanza lunghi da poterlo annodare sul ventre.
- Benissimo, signora, credo di avere quello che fa per lei...
Dopo mezz’ora, il grosso pacco con i nuovi abiti da lavoro della domestica giace sul bancone. Un rapido passaggio di una carta di credito, e la transazione è fatta.
La commessa passa l’involto a Roberta: - Ecco, prendilo: ce la fai?
- Ce la fa, ce la fa!
Laura esce dal negozio seguita da Roberta. In mano la donna oltre ai sacchetti della spesa ha il voluminoso pacco che contiene le nuove divise grigie, comprate assieme a una serie di grembiuli di cotone blu a righe bianche verticali.
Croc! Croc! Croc! Roberta affretta il passo, mentre perle di sudore le scendono dalla fronte. Una di queste cade sulla pettorina del grembiule di plastica, e splende per un attimo al sole, come una perla.
© 2011 Maria Romey
tutti i idritti riservati
Etichette:
divise e grembiuli,
grembiuli di gomma,
Maria Romey,
Nuova divisa,
racconti
donna di servizio & artista
(maid & artist)
monikarubbermaid@gmail.com
Iscriviti a:
Post (Atom)