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14 luglio 2012

PENSION BALNEARIA 47


Cara Monika,
e così, come ti raccontavo, ci troviamo in procinto di essere nuovamente punite, in presenza della televisione, che riprenderà ogni istante e che poi realizzerà pubblicità, documentari e, temo, filmetti a luci rosse.
Veniamo spintonate dalle simpatiche Gog e Magon fino alla sala di hydroterapia. E’un ambiente incredibile, vale quasi da solo una puntata del mio racconto: un enorme sala liberty, dotata di ampie vetrate, però con i vetri smerigliati. Al centro della sala delle pareti di legno, alte un paio di metri, delimitano una stanza più piccola, le pareti di questa saletta hanno dei fori, in corrispondenza dei quali è disposto una versione più comoda del potro, una specie di mezzo lettino. In pratica chi occupa questo lettino si trova prono, con la testa ed il torace nella saletta interna e il resto del corpo nella sala esterna, messo a 90 gradi, con i piedi a terra, appoggiati in una grossa tinozza. Al centro della saletta interna un elegante tavolino da tè. In pratica, viene spiegato dal documentario realizzato, che ho avuto occasione di vedere, questo era il “salon de enema”. Qui le ricche clienti porgevano il posteriore alle energiche cure idrauliche di robuste infermiere, mentre dall’altro lato del muro, chiacchieravano amabilmente con le compagne di cura, leggevano, sentivano musica classica ed addirittura, veniva servito loro il tè. Insomma, un modo di salvare la faccia e di ignorare tutto il corollario di spiacevolezze associato al trattamento. Da non credere!
Ma veniamo a me, poiché come dice la perra ho “cometido la felacion” verrò punita anche attraverso la bocca. Mi fanno mettere su di un inginocchiatoio e mi legano con le apposite cinghie. A questo punto la perra, che per l’occasione si è data un look da dottoressa, mi si avvicina con una bottiglietta scura ed un cucchiaio. Capisco subito che intende purgarmi. Mi dice di non pensare neanche a disobbedire, altrimenti mi farà pentire di essere nata. Versa un cucchiaio di purga e mi costringe ad inghiottirla. Ora, come già raccontato, non è la prima volta che subisco questa punizione, ma stavolta l’odore ed il sapore sono mille volte peggio. Non sono passati neanche cinque secondi e sono squassata dai conati di vomito. Evidentemente se lo aspettavano, le cinghie mi trattengono, altrimenti cadrei anche per terra. Appena ripreso fiato la perra ghigna e mi dice “te gusta? Es el aceite de ricino tradicional, no es desodorizado”. E giù una seconda cucchiaiata. Tra un conato e l’altro mi costringe ad “disfrutar” il contenuto della bottiglietta fino a che non giudica che me ne sia restato giù abbastanza!. La intera operazione dura un interminabile quarto d’ora. Non mi reggo in piedi, gog e magog mi tirano su e mi legano su uno dei lettini. Lo stesso accade a Pilar.
Poichè abbiamo il torso affacciato nel salottino non vedremmo niente di cosa stanno preparando per noi. La perra, però, generosa come sempre, si premura di far portare un monitor in modo che non ci perdiamo il vergognoso spettacolo delle nostre parti posteriori. Poi la perra dice che bisogna rispettare la tradizione, ma, anziché del tè fa portare dello spumante e, sotto l’occhio delle telecamere dobbiamo brindare più volte con lei. Lo spumante ci dà inevitabilmente alla testa, inoltre una delle aguzzine si premura di stimolarci intimamente con un aggeggio vibrante. Comprendo subito che lo scopo è di avere un filmato in cui pare che noi ci si diverta e si venga eccitate, durante i trattamenti che ci verranno inflitti. Comunque che vergogna, ora la perra ha costruito una prova televisiva in cui pare che noi si sia sue, se non complici almeno collaborazioniste!
A proposito del salottino, non capisco una cosa, se le clienti della Pension erano così rilassate durante questi trattamenti, da addirittura ascoltare musica e prendere il tè, a cosa servivano le robuste cinghie imbottite con cui siamo state legate? Inoltre, una volta che i trattamenti avessero sortito l’effetto desiderato, essendo legate come potevano “ir a los aseos?”.
Ma ecco che nel monitor vedo la perra, nel suo camice che armeggia con una gigantesca “pera de goma”. Spiega, a beneficio della televisione che, poiché soffro di una forte stitichezza, inizierà con una bella “pera de aceite de oliva por lubricar”. E ben presto sento penetrare il beccuccio. L’olio tiepido è piacevole, ma dalla perra ci si deve sempre aspettare il peggio, la “pera” è stata riempita solo a metà ed alla fine, con forte gorgoglio mi inietta, anzi direi che mi “spara” dentro una grossa bolla d’aria, sicuramente molto meno confortevole dell’olio tiepido. E ad operazione eseguita resto lì, legata. Nessun effetto particolare, ma l’olio è subdolo, nonostante io stringa ben bene, lo sento colare pian piano dal buchetto lungo l’interno delle cosce, la cosa è ben documentata dai cameraman. Passata una mezz’ora, la perra torna alla carica, spiega che ora c’è bisogno di un “tratamiento radical” per iniziare a sbloccarmi, e viene consigliato “un robusto enema de jabon”.
Ben presto viene portato un antico marchingegno, una piantana con un apparecchio di vetro, pieno fino all’orlo di acqua talmente carica di sapone da parere latte, dalla parte superiore trabocca della schiuma. E qui la perra mostra la cannula di ebanite nera: la punta è ingrossata quanto un oliva. La cannula viene inserita senza toppi complimenti ed il rubinetto viene aperto. L’acqua è caldissima, la avverto distintamente entrare. E l’effetto della mistura non si fa attendere, inizio a sentirmi piena e a sudare come una fontana. Nel monitor vedo che l’apparecchio è stato messo piuttosto basso, segno che la perra vuole che la somministrazione sia lunga, interminabile. Ma ha fatto male i suoi conti sulla mia resistenza. Dopo aver implorato che mi sleghino, che devo andare in bagno eccetera, cedo ignominiosamente, non è entrata neanche metà dell’acqua. Sento il getto di liquido ancora caldissimo scendere lungo le gambe, nella tinozza entro cui appoggio i piedi. Le riprese mostrano vergognosamente che non è più solo acqua! Che vergogna! E cerco di non pensare che chissà in che mani finiranno le riprese che stanno facendo!
Mi aspetto chissà che castigo, ma non ho tenuto conto dei tempi televisivi, è ora il turno di Pilar. Lei la fortunata è destinata ai tanto pubblicizzati trattamenti moderni, quelli che la perra intende pubblicizzare. Poi la perra mostra la cannula destinata alla povera Pilar, è decisamente molto grossa, un piccolo pene, da cui si dipartono due grossi tubi che finiscono in un avveniristica macchina di plastica bianca, tutta lucette e pulsantini, mi viene in mente che, dato il colore e la moda del momento potrebbero battezzarla iEnema!
Ma non è il momento di scherzare, un minimo di lubrificazione e la cannula viene lentamente inserita in Pilar, che dai gemiti, non gradisce affatto l’intrusione. Il tutto, come spiega la voce di una presentatrice, assicura un “tratamiento” piacevole, indolore ed inodore. E la perra schiaccia bottoncini e regola rubinetti, ma ci sono difficoltà, ripete più volte la sequenza di operazioni ma niente. Vediamo la produttrice del marchingegno che riprova senza successo, poi estraggono la cannula da Pilar, si è intasata! E così alla perra viene consegnata una nuova cannula, se la precedente era grossa, questa ha quasi le dimensioni di un pene! E, dopo una bella lubrificata, Pilar è costretta ad … inghiottire anche questa. Nuova sequenza di pulsanti e rubinetti e l’apparecchio si mette in moto. Ora, viene presentato come un piacevole lavaggio, ma lì, legate sui lettini sento distintamente Pilar ansimare e cercare di respirare come un cagnolino. Le chiedo come va e mi risponde sussurrando che è un continuo sentirsi pienissima e che ha parecchi crampi. L’operazione dura una buona mezz’ora. Poi la perra, inquadrata dalle telecamere, annuncia che il trattamento preliminare del primo giorno è terminato e che nei giorni successivi vi saranno dei “tratamientos mas eficaz”. Ovviamente, una volta spente le telecamere, veniamo slegate e dobbiamo ripulire, inginocchiate, le tracce della nostra vergogna dalle tinozze, nonché lucidare il tutto per il giorno dopo.
Veniamo rinchiuse in due stanzette tipo clinica. La perra ci annuncia che ci verrà dato solo dello yogurt. Ora, qui è tradizione che i pasti principali finiscano con il “postre”, il dolce che spesso è sostituito da yogurt, sicuramente più salutare. Dall’arrivo della perra non abbiamo più assaggiato alcun postre, sono contenta della notizia, ma poi capisco che per chissà quanti giorni vivremo solo di quel vasetto di yogurt “mugnificamente” concessoci.
Cara Monika, un abbraccio
“paciente” Nadia
(47- continua)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Veramente originale il salottino da clistere, aggiunge un tocco di eleganza ad operazioni che eleganti non sono! Mi immagino una elegantona che chiacchera amabilmente con le compagne di trattamento, ad un tratto la fronte si imperla di sudore e lascia sfuggire un gemito, scusandosi poi con le compagne e continuando a chiaccerare facendo finta di nulla. In realtà sta soffrendo le pene dell'inferno, tenuta ferma dalle cinghie e costretta a scaricarsi in bella vista delle infermiere che si divertono a tormentare posteriori e ventri di quelle mogli di bottegai arricchiti.
FrauJulia