Cara Monika,
e così, come ti raccontavo, ci
troviamo in procinto di essere nuovamente punite, in presenza della
televisione, che riprenderà ogni istante e che poi realizzerà
pubblicità, documentari e, temo, filmetti a luci rosse.
Veniamo spintonate dalle simpatiche Gog
e Magon fino alla sala di hydroterapia. E’un ambiente incredibile,
vale quasi da solo una puntata del mio racconto: un enorme sala
liberty, dotata di ampie vetrate, però con i vetri smerigliati. Al
centro della sala delle pareti di legno, alte un paio di metri,
delimitano una stanza più piccola, le pareti di questa saletta hanno
dei fori, in corrispondenza dei quali è disposto una versione più
comoda del potro, una specie di mezzo lettino. In pratica chi occupa
questo lettino si trova prono, con la testa ed il torace nella
saletta interna e il resto del corpo nella sala esterna, messo a 90
gradi, con i piedi a terra, appoggiati in una grossa tinozza. Al
centro della saletta interna un elegante tavolino da tè. In pratica,
viene spiegato dal documentario realizzato, che ho avuto occasione di
vedere, questo era il “salon de enema”. Qui le ricche clienti
porgevano il posteriore alle energiche cure idrauliche di robuste
infermiere, mentre dall’altro lato del muro, chiacchieravano
amabilmente con le compagne di cura, leggevano, sentivano musica
classica ed addirittura, veniva servito loro il tè. Insomma, un
modo di salvare la faccia e di ignorare tutto il corollario di
spiacevolezze associato al trattamento. Da non credere!
Ma veniamo a me, poiché come dice la
perra ho “cometido la felacion” verrò punita anche attraverso la
bocca. Mi fanno mettere su di un inginocchiatoio e mi legano con le
apposite cinghie. A questo punto la perra, che per l’occasione si è
data un look da dottoressa, mi si avvicina con una bottiglietta scura
ed un cucchiaio. Capisco subito che intende purgarmi. Mi dice di non
pensare neanche a disobbedire, altrimenti mi farà pentire di essere
nata. Versa un cucchiaio di purga e mi costringe ad inghiottirla.
Ora, come già raccontato, non è la prima volta che subisco questa
punizione, ma stavolta l’odore ed il sapore sono mille volte
peggio. Non sono passati neanche cinque secondi e sono squassata dai
conati di vomito. Evidentemente se lo aspettavano, le cinghie mi
trattengono, altrimenti cadrei anche per terra. Appena ripreso fiato
la perra ghigna e mi dice “te gusta? Es el aceite de ricino
tradicional, no es desodorizado”. E giù una seconda cucchiaiata.
Tra un conato e l’altro mi costringe ad “disfrutar” il
contenuto della bottiglietta fino a che non giudica che me ne sia
restato giù abbastanza!. La intera operazione dura un interminabile
quarto d’ora. Non mi reggo in piedi, gog e magog mi tirano su e mi
legano su uno dei lettini. Lo stesso accade a Pilar.
Poichè abbiamo il torso affacciato nel
salottino non vedremmo niente di cosa stanno preparando per noi. La
perra, però, generosa come sempre, si premura di far portare un
monitor in modo che non ci perdiamo il vergognoso spettacolo delle
nostre parti posteriori. Poi la perra dice che bisogna rispettare la
tradizione, ma, anziché del tè fa portare dello spumante e, sotto
l’occhio delle telecamere dobbiamo brindare più volte con lei. Lo
spumante ci dà inevitabilmente alla testa, inoltre una delle
aguzzine si premura di stimolarci intimamente con un aggeggio
vibrante. Comprendo subito che lo scopo è di avere un filmato in cui
pare che noi ci si diverta e si venga eccitate, durante i trattamenti
che ci verranno inflitti. Comunque che vergogna, ora la perra ha
costruito una prova televisiva in cui pare che noi si sia sue, se non
complici almeno collaborazioniste!
A proposito del salottino, non capisco
una cosa, se le clienti della Pension erano così rilassate durante
questi trattamenti, da addirittura ascoltare musica e prendere il tè,
a cosa servivano le robuste cinghie imbottite con cui siamo state
legate? Inoltre, una volta che i trattamenti avessero sortito
l’effetto desiderato, essendo legate come potevano “ir a los
aseos?”.
Ma ecco che nel monitor vedo la perra,
nel suo camice che armeggia con una gigantesca “pera de goma”.
Spiega, a beneficio della televisione che, poiché soffro di una
forte stitichezza, inizierà con una bella “pera de aceite de oliva
por lubricar”. E ben presto sento penetrare il beccuccio. L’olio
tiepido è piacevole, ma dalla perra ci si deve sempre aspettare il
peggio, la “pera” è stata riempita solo a metà ed alla fine,
con forte gorgoglio mi inietta, anzi direi che mi “spara” dentro
una grossa bolla d’aria, sicuramente molto meno confortevole
dell’olio tiepido. E ad operazione eseguita resto lì, legata.
Nessun effetto particolare, ma l’olio è subdolo, nonostante io
stringa ben bene, lo sento colare pian piano dal buchetto lungo
l’interno delle cosce, la cosa è ben documentata dai cameraman.
Passata una mezz’ora, la perra torna alla carica, spiega che ora
c’è bisogno di un “tratamiento radical” per iniziare a
sbloccarmi, e viene consigliato “un robusto enema de jabon”.
Ben presto viene portato un antico
marchingegno, una piantana con un apparecchio di vetro, pieno fino
all’orlo di acqua talmente carica di sapone da parere latte, dalla
parte superiore trabocca della schiuma. E qui la perra mostra la
cannula di ebanite nera: la punta è ingrossata quanto un oliva. La
cannula viene inserita senza toppi complimenti ed il rubinetto viene
aperto. L’acqua è caldissima, la avverto distintamente entrare. E
l’effetto della mistura non si fa attendere, inizio a sentirmi
piena e a sudare come una fontana. Nel monitor vedo che l’apparecchio
è stato messo piuttosto basso, segno che la perra vuole che la
somministrazione sia lunga, interminabile. Ma ha fatto male i suoi
conti sulla mia resistenza. Dopo aver implorato che mi sleghino, che
devo andare in bagno eccetera, cedo ignominiosamente, non è entrata
neanche metà dell’acqua. Sento il getto di liquido ancora
caldissimo scendere lungo le gambe, nella tinozza entro cui appoggio
i piedi. Le riprese mostrano vergognosamente che non è più solo
acqua! Che vergogna! E cerco di non pensare che chissà in che mani
finiranno le riprese che stanno facendo!
Mi aspetto chissà che castigo, ma non
ho tenuto conto dei tempi televisivi, è ora il turno di Pilar. Lei
la fortunata è destinata ai tanto pubblicizzati trattamenti moderni,
quelli che la perra intende pubblicizzare. Poi la perra mostra la
cannula destinata alla povera Pilar, è decisamente molto grossa, un
piccolo pene, da cui si dipartono due grossi tubi che finiscono in un
avveniristica macchina di plastica bianca, tutta lucette e
pulsantini, mi viene in mente che, dato il colore e la moda del
momento potrebbero battezzarla iEnema!
Ma non è il momento di scherzare, un
minimo di lubrificazione e la cannula viene lentamente inserita in
Pilar, che dai gemiti, non gradisce affatto l’intrusione. Il tutto,
come spiega la voce di una presentatrice, assicura un “tratamiento”
piacevole, indolore ed inodore. E la perra schiaccia bottoncini e
regola rubinetti, ma ci sono difficoltà, ripete più volte la
sequenza di operazioni ma niente. Vediamo la produttrice del
marchingegno che riprova senza successo, poi estraggono la cannula da
Pilar, si è intasata! E così alla perra viene consegnata una nuova
cannula, se la precedente era grossa, questa ha quasi le dimensioni
di un pene! E, dopo una bella lubrificata, Pilar è costretta ad …
inghiottire anche questa. Nuova sequenza di pulsanti e rubinetti e
l’apparecchio si mette in moto. Ora, viene presentato come un
piacevole lavaggio, ma lì, legate sui lettini sento distintamente
Pilar ansimare e cercare di respirare come un cagnolino. Le chiedo
come va e mi risponde sussurrando che è un continuo sentirsi
pienissima e che ha parecchi crampi. L’operazione dura una buona
mezz’ora. Poi la perra, inquadrata dalle telecamere, annuncia che
il trattamento preliminare del primo giorno è terminato e che nei
giorni successivi vi saranno dei “tratamientos mas eficaz”.
Ovviamente, una volta spente le telecamere, veniamo slegate e
dobbiamo ripulire, inginocchiate, le tracce della nostra vergogna
dalle tinozze, nonché lucidare il tutto per il giorno dopo.
Veniamo rinchiuse in due stanzette tipo
clinica. La perra ci annuncia che ci verrà dato solo dello yogurt.
Ora, qui è tradizione che i pasti principali finiscano con il
“postre”, il dolce che spesso è sostituito da yogurt,
sicuramente più salutare. Dall’arrivo della perra non abbiamo più
assaggiato alcun postre, sono contenta della notizia, ma poi capisco
che per chissà quanti giorni vivremo solo di quel vasetto di yogurt
“mugnificamente” concessoci.
Cara Monika, un abbraccio
“paciente” Nadia
(47- continua)
1 commento:
Veramente originale il salottino da clistere, aggiunge un tocco di eleganza ad operazioni che eleganti non sono! Mi immagino una elegantona che chiacchera amabilmente con le compagne di trattamento, ad un tratto la fronte si imperla di sudore e lascia sfuggire un gemito, scusandosi poi con le compagne e continuando a chiaccerare facendo finta di nulla. In realtà sta soffrendo le pene dell'inferno, tenuta ferma dalle cinghie e costretta a scaricarsi in bella vista delle infermiere che si divertono a tormentare posteriori e ventri di quelle mogli di bottegai arricchiti.
FrauJulia
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