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12 maggio 2013

LANCY 6 - UNA VISITA PER FRAU SCHWANGER


LANCY 6 - UNA VISITA PER FRAU SCHWANGER
di sguattera sudiciona

Un piovoso pomeriggio di fine aprile
È un piovoso mercoledì di fine aprile, da giorni grevi nuvole primaverili si addensano sul maniero di Lancy, scaricando senza posa il loro liquido contenuto. Giù, in basso, adiacente al lago, fra le mura di mattoni rossi stillanti, le “mucche” della “fattoria” muggiscono incessantemente: al loro stato di perenne e mai sufficientemente alleviata pressione del ventre, si aggiunge un aumento terribile dell'umidità, che le “mucche” avvertono attraverso le maschere, con loro estremo disagio. Molto più in alto, all'aria aperta, ben 15 donne di età variabile fra i 25 e i 55 anni sono adibite all'opera di drenaggio e pulizia dei canali di irrigazione dell'immenso giardino che circonda l'impenetrabile tenuta. Le schiave giardiniere, naturalmente ingravidate a dovere, sopra la sporca divisa grigia e il grembiuone verde di ordinanza indossano un pesante mantello di gomma, stivali e un grottesco cappello a cono, anch'esso rigorosamente di gomma. Scortate dalle guardiane, le sguattere giardiniere rastrellano, spalano sabbia, terra e detriti dai canali in cemento e li caricano su dei carretti di legno, tirati dalle “bestie da soma”, altre schiave adibite al traino.

Arriva una Aston Martin del 1966
Alle 15,30 in punto una Aston Martin grigio metallico del 1966 attraversa a tutta velocità il lungo viale alberato, facendo schizzare ai lati la ghiaia. Il veicolo si arresta con una brusca frenata, il motore da 3.995 cc sale di giri bruscamente, per poi acquietarsi di colpo. Dall'auto balza fuori, elegante e altera, una giovane bionda, di poco sopra la ventina. Gli occhiali da sole (così incongruenti in una giornata come quella!) e un cappello a tesa larga in pelle nera impermeabilizzata fanno pendant con un lungo cappotto dello stesso materiale, ben stretto in vita da una cintura lucida. Stivali di vernice nera, altissimi, calpestano nervosi la ghiaia, in attesa. Ed ecco che, caracollando, due sguattere, infagottate con tanto di mantello e cappello, coi loro prominenti pancioni, si fanno avanti impugnando due ombrelli neri. Scortata faticosamente dalle due arrancanti serve, che data la loro condizione faticano a tener dietro al passo della padrona, la giovane si dirige a lunghi passi verso la scalinata del maniero, dove ad attenderla ci sono le esili ed eleganti figure di Anne H. e Louise W.

L'ospite di Lancy
Anne e Louise, congedate le sguattere che tornano velocemente a lavorare in giardino scortate dalle guardiane, si accostano alla giovane e, disponendosi una a destra e l'altra a sinistra, l'accompagnano all'interno dell'open space situato al primo piano di Lancy. 
Le teste si avvicinano, e mentre le vediamo entrare, intuiamo che le tre donne si stiano scambiando qualche piacevole confidenza.

Interno salone: accanto a due gigantesche statue di pietra, opera della scultrice maledetta Ylenia Marceguada, le tre donne sono ora sedute ciascuna in un'ampia poltrona di vimini. Accanto ad ognuna, in piedi, sta ritta una sguattera gravida, un vassoio d'argento fra le mani. La giovane, senza smettere di parlare con le due proprietarie di Lancy, infila la mano sotto la divisa della serva che le sta accanto, e controlla la tenuta delle doppie mutande contenitive. Poi, con un gesto naturale che l'accomuna alle sue ospiti, preme il pancione della sguattera, ottenendone un grugnito dalla bocca serrata e un sordo brontolio dagli intestini. I bicchieri di cristallo posati sul vassoio tintinnano, la schiena della schiava si copre di sudore: la sguattera sa bene che la rottura di un solo bicchiere di cristallo le potrebbe costare un anno intero nella “stalla”.

Colei che si chiama “B. M.”
La ragazza si è tolta cappello, occhiali e impermeabile: mostra ora un corpo magrissimo, avvolto in un corpetto di cuoio indossato sopra una camicetta bianca a maniche lunghe, con gemelli di platino ai polsini. Un paio di pantaloni da cavallerizza completano il suo abbigliamento. Se potessimo avvicinarci di più, vedremmo che le iniziali incise sui gemelli sono “B.M.”. 

Anne H. si rivolge ora affabilmente alla ragazza: - Allora, Brunilde, cara, vuoi davvero vederla? Credo che avresti un ottimo influsso su di lei, sai? 
- Certo, Anne! Le vostre lettere da qualche tempo mi segnalano dei suoi comportamenti assai poco dignitosi, e credo che sia giunto il momento di mettere le cose in chiaro una volta per tutte! 
- Perfetto, Brunilde! - ora è il turno di Louise a parlare. 
Con l'indice preme il tasto dell'interfono appoggiato su un tavolino di cristallo. 
- Portate subito qui Frau Schwanger! - ordina seccamente. 
Poi, le tre donne rimangono in silenzio, a sorseggiare gli aperitivi. Le tre "pancione"in piedi fissano il vuoto, mentre ogni tanto dai loro ventri proviene il classico brontolio delle schiave di Lancy, tipico quanto il loro perenne colorito giallastro.

Una visita per Frau Schwanger
Dopo una decina di minuti di attesa, arriva, accompagnata dalla sua guardiana, una schiava sulla cinquantina, la testa rasata avvolta in uno sporco fazzoletto di tela grigia. Il grembiulone di gomma verde mostra un ventre decisamente teso, che ballonzola grottescamente. La sguattera infatti è stata fatta arrivare al cospetto delle padrone facendole eseguire il “trotto punitivo di Lancy”, ovvero procedere a saltelli, sollevando le ginocchia ben in alto, all'altezza del seno. Anche da ferma, la schiava continua ad eseguire il faticoso “trotto”, finchè Louise si rivolge alla guardiana: - Bene, basta così, Longue Hilde. - La guardiana assesta un colpo secco sul sedere della schiava, che smette di trottare sul posto. 
Il pancione si stabilizza, mentre gocce di sudore colano da sotto il fazzoletto della pigrona.
Per un attimo, il silenzio cala sulla strana scena, silenzio rotto solo dall'ansimare di Frau Schwanger.
Poi la giovane ospite prende la parola. 

Il discorso di "B. M."
- Da un po' di tempo sembra che tu non ti stia comportando dignitosamente, sguattera Frau Schwanger. Le mie amiche mi hanno scritto che ti fai venire frequenti crisi isteriche, che la tua infida indole di pigrona fa costantemente capolino nella tua miserabile vita di schiava, che insomma, tendi a resistere al luminoso cammino di redenzione che ti aspetta. Un cammino certamente non sempre dei più facili, lo ammetto, ma un cammino che è stato studiato per farti risplendere nella punizione e nell'umiliazione perenni, mia cara! 
Ora, dal momento che sono stata ufficialmente adottata dalle Signore Anne e Louise, con tanto di atto notarile e definitivo beneplacito di mio padre, che della sua responsabilità biologica e legale nei miei confronti se ne lava definitivamente le mani, potrei abbandonarti per sempre al tuo triste destino. Nondimeno, sento di avere ancora delle responsabilità nei tuoi confronti. E soprattutto non voglio che tu mi faccia fare brutte figure, non fosse altro che per il nome che un tempo portavi. Per questo, tesoro, ho deciso di stabilirmi qui per un certo tempo. Il tempo necessario per supervisionare e, se necessario, per inasprire la tua educazione. Tanto per cominciare, facciamoci tastare ben bene quel pancione! Vediamo se è il caso di riempirlo ancora un pochino! Secondo te, Longue Hilde, di spazio ce n'è ancora, nelle sue trippe? Sì? Bene! Coraggio, che aspetti? Vieni subito qui, mamma. Di corsa.

(6- continua)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Racconto sempre più coinvolgente. Magnifica la vignetta, mi ricorda "Madame Colette" da me conosciuta 20 anni fa. Tale Signora aveva realizzato un equivalente sedile, modificando una cyclette. La serva di turno, una volta faticosamente e dolorosamente salita in sella, doveva pedalare allo spasimo e veniva "dissetata" tramite il poderoso cannello inserito nel sellino.
FrauJulia