drawing by slave elisabeth mandile © Annika Kapyzska |
Nobili Signore, serva sudiciona,
Ci eravamo lasciate con le raggelanti
parole della Badessa: “TU sei la responsabile dell’accaduto,
quanto alla detenuta le farò rimpiangere di essere nata, ora prendo
un bagno, poi presentati con la detenuta nel mio studio per ascoltare
le vostre sentenze!”.
Quella maledetta della perra mi ha
nuovamente fregato, chissà in che guai mi ha cacciata.
Arrabbiatissima la porto a calci, schiaffi e spintoni nella sua
cella. Di lì ad una mezz’ora una sorvegliante mi avverte che la
Badessa è tornata nel suo studio. Riprendo la perra per un orecchio
e, non troppo entusiasta per cosa mi attende, la trascino fino allo
studio.
“Ci ho pensato un po’” dice la
Badessa, un po’ più rilassata, dopo il bagno, “per te basteranno
due dozzine di frustate”, “Quanto a questa vipera, provvederemo
domani mattina, vediamo se non la piego. Ho chiamato anche la Signora
della Pension Balnearia, mi sembra giusto che anche lei sia messa al
corrente dell’inqualificabile comportamento.”. Con queste partole
veniamo congedate. Quattro robuste sorveglianti prendono in consegna
la perra, quanto a me devo seguire, controvoglia Alejandra per
ricevere il mio castigo. Ventiquattro frustate, di quelle buone. Vi
assicuro che i miei denti sono penetrati a fondo nella cinghia di
cuoio, ripiegata più volte che mi è stata data da mordere. Infatti
una futura sorvegliante deve accettare qualsiasi castigo senza
discutere e sopportarlo in silenzio. Alla fine ho letteralmente il
sedere a quadri, infatti l’esecutrice, anziché insistere sempre
sullo stesso punto, e farmi così sanguinare, ha preferito
distribuire i colpi uniformemente e giunta a metà li ha incrociati
coi precedenti, una vera anima d’artista.
Quanto alla perra, viene riportata in
cella, e viene tenuta a digiuno.
La mattina giunge dopo una notte quasi
insonne per me, causa i dolori al sedere e per la perra per i morsi
della fame.
La sentenza della perra è che dovrà
scavare da sola un nuovo pozzo di estrazione della creta. Un lavoro
immane, visto che il pozzo dovrà essere rotondo di diametro
approssimativo di un paio di metri. Se teniamo conto che la terra è
dura e pesante e che occorrerà scendere di 5 o 6 metri, la perra
dovrà scavare ininterrottamente per un buon mese. Ben contente le
altre scavatrici, che si limiteranno a sollevare la terra scavata con
un secchio, legato ad un arganello. All’arrivo della Signora, viene
tracciato, sul terreno un bel cerchio. Alla perra vengono consegnati
una nuova vanga ed un secchio. Per i primi giorni potrà lavorare da
sola, poi quando lo scavo lo richiederà, verrà aiutata da un'altra.
Alle caviglie della perra vengono messe due cavigliere, collegate da
una catena. Tanto non dovrà poi fare dei grandi viaggi. E, per
toglierle la voglia di combinare guai, viene messa a mezza razione di
cibo ed acqua. La Badessa fa installare un bianco gazebo, in modo che
la sorvegliante stia comoda.
E così la perra, sorvegliata
continuamente da una guardiana e “visitata” spesso dalla Badessa
e dalla Signora inizia a fare la conoscenza con il Lavoro. E non ne è
affatto entusiasta. Vesciche alle mani, dolori muscolari, fame e
sete. Già la prima sera, al suono della campanella che segnala la
fine delle interminabili ore di lavoro, sviene. Dobbiamo portarla in
mensa a braccia e farla rinvenire, altrimenti a furia di saltare i
pasti non dura neanche una settimana. Vediamo la perra durante il
lavoro, due giorni dopo l’inizio. Lo scavo, in realtà un po’
più largo di 2 metri, è ora profondo 1 metro. Sono stati rimossi
più di 3 metri cubi di terreno compatto e duro. La perra deve
scavare faticosamente con la vanga ed un piccone la terra, poi
riempie il grosso secchio e, dopo esserselo caricato sulle spalle,
deve ingegnarsi a salire due rozzi scalini lasciati nella terra. Il
materiale di risulta dello scavo viene utilizzato per colmare i
dislivelli del terreno all’intero della recinzione dell’Istituto.
La divisa della perra è ormai
consumata ma è tale la quantità di terra che la imbeve, che
manterrebbe la forma della perra, se mai le fosse permesso di
toglierla. Poiché ormai vive solo per lo scavo, non ha bisogno di
lavarsi, ormai anche la perra è del colore della terra ed emana un
odore terribile. Visto che ha iniziato a lavorare duramente, la
Signora ha concesso alla perra razione intera di cibo ed acqua. Le
mani della perra cominciano a sviluppare calli duri come il ferro.Se
le facciamo togliere per un momento la divisa, vediamo che la pelle è
molto arrossata per il continuo sfregare contro la juta sudicia ed
umida, anche questo si aggiunge alle fatiche. Ma lo scavo avanza
inesorabile e le Signore si accorgono che la perra là in fondo,
immersa fino alla caviglia nel fango e nella terra smossa, è un po’
fuori portata, infatti non hanno nessuna voglia di scendere per
correggerla. Ed ora alla perra viene ordinato di restare con solo le
mutandone punitive, niente divisa di fatica, un bel sollievo per lei,
laggiù in fondo allo scavo, in un ambiente umido e caldo. Inoltre
le viene imposto un pesante cappuccio di cuoio con lenti di plastica
per riparare gli occhi. Perché tutto ciò?
La Signora della Pension Balnearia ne
ha ideata un'altra: da un abile artigiano armaiolo ha fatto
modificare una di quelle armi giocattolo utilizzate per il soft-air.
Dopo le modifiche, quello che sembrava un fucile, ora sembra un
bastone. Ma un bastone in grado si sparare pallini ben più duri e
pesanti di quelli utilizzati per gioco. E posso assicurarvi che fanno
male, ad un mio sorrisetto, vedendo l’oggetto, la Signora mi ha
sparato una raffica di pallini sul polpaccio: come se fossero punture
di vespa, ma il peggio viene poi, restano dei segni rossi
dolorosissimi, che pian piano diventano scuri e ci mettono giorni per
scomparire. Ed ora la perra, in fondo al suo pozzo, non ha
possibilità di fuga. Ben presto capisce che ha due opzioni: la
sottomissione ed obbedienza assoluta, rompendosi … la schiena con i
secchi di terra, oppure non le resta che mettersi in posizione
fetale, aspettando la dolorosa ed inevitabile raffica di pallini. La
perra si mette in questa posizione perchè ha scoperto che i pallini
sulle tette fanno molto molto più male che altrove. Un ultima cosa:
alla perra non sono concesse risalite per la pausa bagno: i mutandoni
punitivi sono stati riempiti con un adeguato pannolone che le è
permesso di lavare solo la sera. Lo stesso avviene per il cibo, il
pranzo le viene servito gettandole dei pezzi di pane e calando una
grossa gamella di sopa molto liquiida, che funge anche da bevanda.
Tale regime sta modificando il fisico
della perra: se prima era una donna antipatica ma aggraziata, ora la
vediamo sotto al cappuccio: cortissimi capelli brizzolati, appena
spuntati, viso dimagrito in cui spiccano i suoi soliti occhi
strafottenti e spiritati. Labbra screpolate. Il torace ed il torso
nudi rivelano gli stenti e le numerose piccole ecchimosi rivelano
dove è stata “picata” dai pallini punitivi. Le tette cascanti.
Le spesse mutande punitive, rigonfie di un puzzolente e bagnato
pannolone. Le gambe dimagrite, coperte di terra, che almeno qui
riesce a mascherare le ecchimosi.
Insomma, la perra sta scendendo la
spirale dell’annullamento, ma non è ancora affatto domata. Temo
che per lei ci voglia ben altro!
Vostra sorvegliante nadia
(91- continua)
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