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26 novembre 2014

PENSION BALNEARIA 91 / I LAVORI FORZATI DELLA PERRA


drawing by slave elisabeth mandile © Annika Kapyzska
Nobili Signore, serva sudiciona,
Ci eravamo lasciate con le raggelanti parole della Badessa: “TU sei la responsabile dell’accaduto, quanto alla detenuta le farò rimpiangere di essere nata, ora prendo un bagno, poi presentati con la detenuta nel mio studio per ascoltare le vostre sentenze!”.
Quella maledetta della perra mi ha nuovamente fregato, chissà in che guai mi ha cacciata. Arrabbiatissima la porto a calci, schiaffi e spintoni nella sua cella. Di lì ad una mezz’ora una sorvegliante mi avverte che la Badessa è tornata nel suo studio. Riprendo la perra per un orecchio e, non troppo entusiasta per cosa mi attende, la trascino fino allo studio.
“Ci ho pensato un po’” dice la Badessa, un po’ più rilassata, dopo il bagno, “per te basteranno due dozzine di frustate”, “Quanto a questa vipera, provvederemo domani mattina, vediamo se non la piego. Ho chiamato anche la Signora della Pension Balnearia, mi sembra giusto che anche lei sia messa al corrente dell’inqualificabile comportamento.”. Con queste partole veniamo congedate. Quattro robuste sorveglianti prendono in consegna la perra, quanto a me devo seguire, controvoglia Alejandra per ricevere il mio castigo. Ventiquattro frustate, di quelle buone. Vi assicuro che i miei denti sono penetrati a fondo nella cinghia di cuoio, ripiegata più volte che mi è stata data da mordere. Infatti una futura sorvegliante deve accettare qualsiasi castigo senza discutere e sopportarlo in silenzio. Alla fine ho letteralmente il sedere a quadri, infatti l’esecutrice, anziché insistere sempre sullo stesso punto, e farmi così sanguinare, ha preferito distribuire i colpi uniformemente e giunta a metà li ha incrociati coi precedenti, una vera anima d’artista.
Quanto alla perra, viene riportata in cella, e viene tenuta a digiuno.
La mattina giunge dopo una notte quasi insonne per me, causa i dolori al sedere e per la perra per i morsi della fame.
La sentenza della perra è che dovrà scavare da sola un nuovo pozzo di estrazione della creta. Un lavoro immane, visto che il pozzo dovrà essere rotondo di diametro approssimativo di un paio di metri. Se teniamo conto che la terra è dura e pesante e che occorrerà scendere di 5 o 6 metri, la perra dovrà scavare ininterrottamente per un buon mese. Ben contente le altre scavatrici, che si limiteranno a sollevare la terra scavata con un secchio, legato ad un arganello. All’arrivo della Signora, viene tracciato, sul terreno un bel cerchio. Alla perra vengono consegnati una nuova vanga ed un secchio. Per i primi giorni potrà lavorare da sola, poi quando lo scavo lo richiederà, verrà aiutata da un'altra. Alle caviglie della perra vengono messe due cavigliere, collegate da una catena. Tanto non dovrà poi fare dei grandi viaggi. E, per toglierle la voglia di combinare guai, viene messa a mezza razione di cibo ed acqua. La Badessa fa installare un bianco gazebo, in modo che la sorvegliante stia comoda.
E così la perra, sorvegliata continuamente da una guardiana e “visitata” spesso dalla Badessa e dalla Signora inizia a fare la conoscenza con il Lavoro. E non ne è affatto entusiasta. Vesciche alle mani, dolori muscolari, fame e sete. Già la prima sera, al suono della campanella che segnala la fine delle interminabili ore di lavoro, sviene. Dobbiamo portarla in mensa a braccia e farla rinvenire, altrimenti a furia di saltare i pasti non dura neanche una settimana. Vediamo la perra durante il lavoro, due giorni dopo l’inizio. Lo scavo, in realtà un po’ più largo di 2 metri, è ora profondo 1 metro. Sono stati rimossi più di 3 metri cubi di terreno compatto e duro. La perra deve scavare faticosamente con la vanga ed un piccone la terra, poi riempie il grosso secchio e, dopo esserselo caricato sulle spalle, deve ingegnarsi a salire due rozzi scalini lasciati nella terra. Il materiale di risulta dello scavo viene utilizzato per colmare i dislivelli del terreno all’intero della recinzione dell’Istituto.
La divisa della perra è ormai consumata ma è tale la quantità di terra che la imbeve, che manterrebbe la forma della perra, se mai le fosse permesso di toglierla. Poiché ormai vive solo per lo scavo, non ha bisogno di lavarsi, ormai anche la perra è del colore della terra ed emana un odore terribile. Visto che ha iniziato a lavorare duramente, la Signora ha concesso alla perra razione intera di cibo ed acqua. Le mani della perra cominciano a sviluppare calli duri come il ferro.Se le facciamo togliere per un momento la divisa, vediamo che la pelle è molto arrossata per il continuo sfregare contro la juta sudicia ed umida, anche questo si aggiunge alle fatiche. Ma lo scavo avanza inesorabile e le Signore si accorgono che la perra là in fondo, immersa fino alla caviglia nel fango e nella terra smossa, è un po’ fuori portata, infatti non hanno nessuna voglia di scendere per correggerla. Ed ora alla perra viene ordinato di restare con solo le mutandone punitive, niente divisa di fatica, un bel sollievo per lei, laggiù in fondo allo scavo, in un ambiente umido e caldo. Inoltre le viene imposto un pesante cappuccio di cuoio con lenti di plastica per riparare gli occhi. Perché tutto ciò?
La Signora della Pension Balnearia ne ha ideata un'altra: da un abile artigiano armaiolo ha fatto modificare una di quelle armi giocattolo utilizzate per il soft-air. Dopo le modifiche, quello che sembrava un fucile, ora sembra un bastone. Ma un bastone in grado si sparare pallini ben più duri e pesanti di quelli utilizzati per gioco. E posso assicurarvi che fanno male, ad un mio sorrisetto, vedendo l’oggetto, la Signora mi ha sparato una raffica di pallini sul polpaccio: come se fossero punture di vespa, ma il peggio viene poi, restano dei segni rossi dolorosissimi, che pian piano diventano scuri e ci mettono giorni per scomparire. Ed ora la perra, in fondo al suo pozzo, non ha possibilità di fuga. Ben presto capisce che ha due opzioni: la sottomissione ed obbedienza assoluta, rompendosi … la schiena con i secchi di terra, oppure non le resta che mettersi in posizione fetale, aspettando la dolorosa ed inevitabile raffica di pallini. La perra si mette in questa posizione perchè ha scoperto che i pallini sulle tette fanno molto molto più male che altrove. Un ultima cosa: alla perra non sono concesse risalite per la pausa bagno: i mutandoni punitivi sono stati riempiti con un adeguato pannolone che le è permesso di lavare solo la sera. Lo stesso avviene per il cibo, il pranzo le viene servito gettandole dei pezzi di pane e calando una grossa gamella di sopa molto liquiida, che funge anche da bevanda.
Tale regime sta modificando il fisico della perra: se prima era una donna antipatica ma aggraziata, ora la vediamo sotto al cappuccio: cortissimi capelli brizzolati, appena spuntati, viso dimagrito in cui spiccano i suoi soliti occhi strafottenti e spiritati. Labbra screpolate. Il torace ed il torso nudi rivelano gli stenti e le numerose piccole ecchimosi rivelano dove è stata “picata” dai pallini punitivi. Le tette cascanti. Le spesse mutande punitive, rigonfie di un puzzolente e bagnato pannolone. Le gambe dimagrite, coperte di terra, che almeno qui riesce a mascherare le ecchimosi.
Insomma, la perra sta scendendo la spirale dell’annullamento, ma non è ancora affatto domata. Temo che per lei ci voglia ben altro!
Vostra sorvegliante nadia
(91- continua)

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