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6 novembre 2014

DIARIO DI UN'EDUCAZIONE 7

Diario di una educazione – 7
E’ tornata un po’ di pace e regolarità nella vita della sguattera. I giorni si succedono indistinguibili, scanditi dal lavoro, pasti ed ora d’aria. Chi si annoia di più è la Oberschwester. Ora di provocare una nuova stitichezza indotta alla serva. Ad Elize piace variare i suoi metodi, stavolta vuol vedere cosa succede se la serva riduce, colpevolmente la propria idratazione. Ed in che modo ottenere il risultato? Basta costringere la serva a trattenere la pipì per tempi lunghissimi. La sguattera, ubbidiente beve le sue quattro bottigliette di acqua al giorno, va da sé che dopo un buon mezzo litro d’acqua, di lì a un tempo che va da mezz’ora ad un ora, la serva abbia bisogno della pausa bagno. Ma la Oberschwester si diverte a dilazionarla: “devi prima pulire il salone”, “l’hai fatta da poco, ora aspetti”, “no adesso finisci il bucato, non mi interessa se chinandoti e tenendo le mani a bagno ti scappa ancora di più”. Ed ogni volta, per buona misura aggiunge: “e non provarti a fartela addosso, se non vuoi che ti metta un bel catetere XXL”.
La serva così tartassata, beve sempre meno. Le va bene per qualche giorno, tutto continua regolarmente, ma ben presto, sulle lavagnette della Oberschwester tornano ad apparire gli zeri!
La serva è combattuta tra la paura e la curiosità, chissà cosa le faranno, che brividi, che sonda useranno?
Ma la sguattera si sbaglia, viene convocata nello studio di Madame. Viene fatta inginocchiare, Madame la sovrasta, con una faccia burrascosa. “hai qualcosa da confessarmi?” esordisce. La sguattera avvampa, poi, con una certa faccia tosta nega. Madame, allora si siede e prende il proprio tablet. La serva deve, ginocchioni raggiungerla. Madame le dice “vorrei mostrarti che bel filmato ho trovato nelle registrazioni delle telecamere di sorveglianza”, la sguattera avvampa, possibile che abbiano messo telecamere dappertutto? E la cosa è vera, i filmati mostrano in HD i movimenti della serva, le occhiate furtive per controllare di essere sola, l’apertura del pacco, la curiosità ed infine le curiose manipolazioni della sonda e le strizzate di cosce, che alla fine culminano in un chiaro orgasmo. La serva pare una statua di sale, la paura le blocca il cervello, una sola angosciosa domanda: “e adesso?”.
Madame gioca come il gatto con il topo, si accende una sigaretta e fuma lentissimamente, soffiando il fumo in faccia ala sguattera, sempre in ginocchio. Finita la sigaretta Madame ha preso una decisione: “e così ti eccita il clistere? Avrai modo di divertirti, tra un pò con qualche bel clistere punitivo. Ma per oggi voglio punirti per aver goduto senza permesso e allo stesso tempo rimetterti in moto l’intestino, no, niente clistere, fammi pensare……. cosa aveva proposto la Oberschwester il rizi …. rizi …. rizi”. Prontamente la Oberschwester completa il nome “Madame, il Rizinol, qui lo chiamano olio di ricino…… oppure potrei anche rispettosamente suggerire l’Epsomsalz.”
A Madame il nome piace, la Oberschwester traduce il nome in italiano, a beneficio della sguattera: il Sale Inglese detto anche Sale Amaro.
Madame telefona alla Farmacista, ma sfortunatamente questa non può venire, comunque approva incondizionatamente l’uso del sale Amaro, vedrà che effetto, dice a Madame.
E così la serva, deve andare a prendere il vaso da notte, poi viene mandata a scaldare un buon mezzo litro d’acqua. Nel bicchierone finisce l’acqua calda, seguita dai cristalli di una intera busta di purgante. I cristalli si dissolvono prontamente. Madame immerge il ditino e assaggia, “Ma è amarissimo, che schifo! E’ il suo incoraggiamento.”
E la serva deve rimettersi in ginocchio. “Stavolta devi bere un piccolo sorso alla volta, tienilo in bocca a lungo” ordina Madame.
Al primo sorso la serva scopre che il purgante è incredibilmente amaro. Essere poi costrette a tenerlo a lungo in bocca, facendolo ben girare in bocca, pone ancora di più il liquido in contatto con i recettori dell’amaro”. La sguattera fa una faccia orripilata, ma Madame incalza: “mia cara ma non sei mai contenta, la purga dolce della volta scorsa non ti piaceva, adesso non ti lamenterai pure di quella amara?”.
La Oberschwester rincalza la dose minacciando la sguattera che se si azzarda a vomitare la costringerà a bere un bicchiere di orina al giorno per una settimana. E così, di sorsetto in sorsetto, la sguattera beve, tra brividi e suppliche, tutto il bicchierone di purga. Viene poi messa a ripulire minuziosamente il pavimento dello studio, Madame infatti vuole sorvegliare gli effetti della purga. La serva deve bere un ulteriore litro di acqua pura nella mezz’ora successiva. Dover bere così in fretta è di per sé una punizione. Ma ben presto gli effetti della potente purga si fanno sentire, la pancia della sguattera inizia a brontolare. La punita, sia pur continuando a lavorare, si ferma a tratti, con le mani sul ventre preda di atroci crampi, Il lavoro continua, fino a che la serva ad un certo punto salta su come spiritata, “Madame, devo ….. devo……. la prego …… SUBITO”. Madame non ha cuore di trattenerla, inoltre non vuole assistere allo scempio del proprio pavimento. La serva pare impazzita, si alza, si abbassa le mutande e si fionda sul vaso da notte. I rumori sono degni di un temporale estivo: diciamo tuoni e scrosci in abbondanza. I crampi durano a lungo, la sofferenza appare chiaramente sul viso sbattuto della serva. Madame, per comprensibili ragioni, si fuma nel frattempo un ulteriore sigaretta. Ed al termine, la serva viene spedita a pulire il vaso e farsi un bidè. Tornando pensa che sia finita, ma Madame le ricorda: “mia cara, sappi che la prossima che combini ti attende un bel clistere punitivo, uno di quelli memorabili, di quelli che Schwester Elize amava praticare alle pazienti della clinica. Vedrai che ai tempi nella DDR non si scherzava affatto!
E la sguattera viene congedata. Vi assicuro che l’eccitazione e la curiosità per gli oggetti del famoso pacco è, per il momento, sparita completamente. Ma diamo tempo un paio di giorni alla porcella e credo provocherà la nuova punizione.
(7- continua)

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