Diario di una educazione – 6
Eravamo rimasti con la nostra sguattera
nuovamente sofferente di stitichezza, indotta dalla timidezza di
scaricarsi davanti alla Oberschwester. La sguattera, cerca di
procrastinare promettendo che forse oggi avverrà il miracolo, una
sottile eccitazione, al pensiero del contenuto del famoso scatolone.
Ma Elize ha raggiunto scopo di intimidire e causare un nuovo blocco
alla sguattera. Telefona a Madame e di seguito chiama anche la
Farmacista. La cerca di giustificarsi con la frase: “non lo faccio
apposta, mi vergogno ad usare il vasetto!”. Inutile dire che si
becca una nuova sculacciata. Madame è stata chiara, le cure del caso
dovranno assolutamente venire praticate in serata, al di fuori
dell’orario di servizio. Ed infatti la serva, rientrando, come
sempre sorvegliata dalla Oberschwester, troverà ad attenderle la
Signora e la Farmacista. Alla sguattera, ancora in divisa da lavoro,
viene ordinato di indossare un grembiule di gomma che viene
fortemente stretto sul ventre, come se non bastasse le fanno
indossare anche i lunghi guanti verdi da lavoro. Deve poi
inginocchiarsi di fronte al vaso da notte. Alla vista dell’oggetto
avvampa involontariamente, provocando le risatine delle presenti. La
Farmacista non ha perso tempo, dal famoso pacco estrae varie scatole
di medicinali. Una gigantesca brocca graduata viene riempita d’acqua.
Si vede che la donna fa un certo sforzo per sostenerla, la sguattera
allibisce niente apparecchi da clistere in vista, che vogliono fare
con tutta quell’acqua? Nel frattempo nell’acqua finiscono
numerose grandi buste di polvere. La Farmacista rimesta il tutto con
un cucchiaio, la polverina si scioglie frizzando leggermente e
spargendo un vago odore di agrumi. La sguattera attende, sempre più
preoccupata. Intanto la Farmacista sta illustrando la propria
soluzione alle altre due: questo nuovo purgante è efficacissimo, ne
devono essere somministrati almeno quattro litri. Devono essere
bevuti, in quattro ore, il che vuol dire un bicchierone da ¼ di
litro, possibilmente tutto d’un fiato, ogni quindici minuti. Se
però c’è fretta, ed è questo il nostro caso, non vogliamo
perdere troppo tempo per una purga, si può accelerare la
somministrazione arrivando anche alle due ore, un bicchierone ogni 7
minuti.
La serva, decisamente riottosa, non
pare voler ubbidire, fa no con la testa. Le Signore, per blandirla
assaggiano, o almeno fanno finta di assaggiare il liquido.
La Farmacista è la prima ad immergere
un dito nella brocca, per provare il sapore della soluzione, Madame
pure lei, con fare schifato, e non trattiene una smorfia, è dolce ed
ha l’aroma di agrumi ma è …. un po’ strano e salato. La
Oberschwester assaggia senza problemi, precisa però che a suo parere
è solo uno spreco di tempo e denaro, vuoi mettere il tradizionale
“Rizinöl”?
Madame risponde che ci saranno tempo ed
occasioni a bizzeffe in futuro, anche per quello.
La brocca viene messa sul pavimento di
fronte alla sguattera, le viene messo in mano un gigantesco mug di
plastica, su cui la Farmacista ha segnato col pennarello il livello
di riempimento. Le tre donne si siedono, comode, sul divano di fronte
alla sguattera, Madame si è messa a portata di mano lo scudiscio, un
sempre ottimo “mezzo di persuasione”. La farmacista la avverte:
“sguattera non pensare neanche di vomitare, ogni volta che vomiti
aggiungerò un litro di acqua, c’è una seconda scatola di purgante
proprio per questo scopo”. E’ la Oberchwester che si incarica di
controllare gli orari di somministrazione, col suo orologio militare,
ex-DDR, fornito pure di cronometro. La sguattera deve alzare, con
grande sforzo la brocca e riempire fino al segno il bicchiere. La
Oberschwester fa un conteggio alla rovescia e ordina “bevi!” la
sguattera resta bloccata, non riesce a forzarsi all’obbedienza,
anzi, per enfatizzare il suo rifiuto si tappa la bocca con le due
mani. La Farmacista salta su inviperita, questa stupida non ha
capito che qui si fa sul serio! Dalla borsetta viene estratto
prontamente un involto, di quelli sterili. La Farmacista lo mostra
alla sguattera: la vedi questa? E’una sonda per la lavanda
gastrica, vedi l’imbuto? La si caccia giù per la bocca e arriva
fino allo stomaco. Poi si versa la purga nell’imbuto. Hai mai fatto
una gastroscopia? La Farmacista tocca uno dei terrori della
sguattera, anni prima le è stata fatta una gastroscopia, ricorda
ancora le due iniezioni di barbiturici e nonostante quelle, due
robuste infermiere hanno dovuto legarla al lettino con robuste
cinghie, per tenerla ferma, le sono restati i lividi per una
settimana. La sguattera aveva rimosso la sensazione di soffocamento,
la tosse disperata e una nausea tale da parerle che i conati le
rivoltassero lo stomaco da dentro a fuori, mentre il medico spingeva
su e giù per la gola e lo stomaco, quello che, nel delirio dei
barbiturici, le pareva un lunghissimo, infinito, pene. Anche se le
manca la voce per rispondere la faccia che fa parla chiaro, la
sguattera ha recepito il messaggio. “Vedrete che adesso fa la
brava” dice la Farmacista alle altre due. Infatti la serva inizia
subito ad ingurgitare il beverone. La capacità del mug è tale che
per la serva è impossibile bere tutto in una volta, si interrompe
per prendere fiato e il gusto dolce, salato, mandarino uniti ad un
forte inconfondibile retrogusto di medicinale, invadono le sue
papille gustative. La serva sbianca, inizia a lacrimare e le viene un
conato, afferra il vaso da notte e restituisce il liquido appena
bevuto. Nessuna mano le regge la fronte, anzi la Farmacista, come
promesso, aggiunge un litro di beverone. Ora la sguattera ha capito
che si fa sul serio. Ed infatti la sguattera inghiotte, inghiotte,
inghiotte, anche quando non sta bevendo, è l’unico modo per tenere
giù il beverone. Le pare che stiano facendole un clistere … per
bocca, lo stomaco a tratti si contrae cercando di espellere il
liquido, contrastato dai disperati sforzi della serva. I minuti
passano con lentezza, scanditi dai conteggi alla rovescia della
Oberschwester e dai rumori di sforzi deglutitori della sguattera. Lo
stomaco e la pancia iniziano a gonfiarsi, contrastati dallo stretto
grembiule, aumentando il senso di oppressione della poveretta. La
divisa di fatica si inzuppa pian piano di sudore, si può sentirne
chiaramente la puzza. Alla serva iniziano forti dolori di pancia, la
Farmacista se li aspettava, infatti il “bugiardino” del purgante
li elenca tra gli effetti collaterali delle somministrazioni veloci
soprattutto per le stiticone. E’colpa della sguattera che non
rilassa il pancione, accusa la Farmacista. Madame concede una pausa
di dieci minuti, mentre si gusta una delle sue ricercate sigarette,
osservando la serva affranta che viene obbligata a camminare per la
stanza nel tentativo di farle rilassare il pancione, ma senza
risultati, la pancia, sempre più gonfia, duole sempre. La Farmacista
insiste, bisogna che la sguattera si rilassi, volente o nolente. La
Oberschwester si avvicina alla Signora e le parla brevemente in
tedesco, Madame alza le spalle e risponde, “provveda, dopotutto
siamo tra donne!”. La Oberschwester slaccia il grembiule ed
abbassa le mutande zuppe di sudore della sguattera, massaggia
brevemente il pancione dolorante ed infilando una mano tra le cosce,
sibila all’orecchio della sguattera “ fai che non ti trovi mai
con le dita qui sotto o te le spezzo!”, iniziando poi a massaggiare
la patata della sguattera. Niente di voluttuoso, movimenti precisi e
a tempo, parrebbe quasi di sentire il tempo “ein – zwei – drei
- vier”. Ben presto la serva raggiunge un rapido orgasmo. Grazie al
rilassamento che segue l’orgasmo forzato, il pancione emette dei
forti gorgoglii ed i dolori si calmano. La serva può così
continuare a bere l’interminabile purga. Giunta al terzo litro la
sguattera inizia ad avere un forte bisogno di usare il bagno, la
Signora le indica il vaso da notte: “mia cara devi superare i tuoi
futili pudori, devi usare questo!”.
La sguattera ha talmente bisogno che
stavolta non bada agli scrosci, ai peti ed ai tonfi, né alle tre
spettatrici, comodamente sistemate sul divano, neanche stessero
guardando la televisione! La serva riprende a bere ma vomita
nuovamente, lancia uno sguardo supplicante, ma la Farmacista è
inflessibile, aggiunge un altro litro, “la purga è da finire fino
all’ultima goccia!”. E presto per la serva un ulteriore
umiliazione, deve andare a svuotare il vaso da notte, ornai colmo in
un grande secchio, da svuotare in seguito nella fogna del garage, con
la raccomandazione di non spargere neanche una goccia di quello
schifo! Tornata si troverà a lungo nella condizione di ingurgitare
liquido da sopra e di restituirne da sotto, praticamente un
corto-circuito!
La nauseante procedura dura ancora
molto a lungo, la serva è esausta fatica a tenersi eretta.
Finalmente il supplizio finisce e i dolori di pancia pian piano
terminano. La serva rabbrividisce, Madame, magnanima, le ordina di
vuotare e lavare il vaso da notte, poi concede una provvida doccia
ben calda. Al ritorno la serva sente le Signore che chiacchierano
rilassate: “tutto sommato queste, sia pur efficaci,moderne purghe
sono una grossa perdita di tempo, tre ore di lavoro perse, alla
prossima crisi di stitichezza utilizzeremo i collaudati ed efficaci
metodi tradizionali. La sguattera rabbrividisce, per il momento ne ha
avuto più che a sufficienza!
L’indomani racconterà, quasi come
fosse una martire, l’orrore per la purga ricevuta, esagerando pure
sulle sofferenze patite, “mie care, sapeste che vuol dire bere sei
litri di purga, non ho mai provato un dolore così forte, mi pareva
di morire con quel pancione gonfio come un otre, e poi quei dolori di
pancia che parevano non finire mai…..”.
(6- continua)
(6- continua)
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