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3 ottobre 2014

DIARIO DI UN'EDUCAZIONE 5

Diario di una educazione – 5

L’educazione della sguattera prosegue con giorni tutti uguali di piccole umiliazioni sul lavoro, quasi sempre eseguito sotto il controllo di una Oberschwester maniaca della “prezisione” e di una Signora severa ma anche materna. Alla sguattera è infatti concessa l’ “ora d’aria”, ora in cui può fare una pausa e recarsi ai giardinetti per rilassarsi con la moltitudine di serve e badanti. Una babele di lingue e di colori. Su ogni panchina si riunisce un gruppo di amiche. Lì, chiacchierando come oche, vengono raccontate le fatiche, i sudori, le umiliazioni ed i maltrattamenti subiti, quasi fosse una terapia di gruppo. Ed è lì che la vostra indegna cronista riceve le confidenze della sguattera “in educazione”.
Non crediate che la sguattera sia una mosca bianca, un ascoltatore attento che passi di lì, nella babele di lingue riuscirà certamente a sentire le lamentele su padrone troppo severe o troppo materne, padroncine e padroncini sporcaccioni, senza poi menzionare i racconti di indisposizioni e malesseri, con relative spiacevoli cure ricevute.
L’indomani la sguattera è lì che lavora, in fondo al cervello ha un tarlo, si ricorda l’ordine speciale effettuato dalla Oberschwester in farmacia. Il pacco è lì, in un armadietto. La curiosità è femmina, sia pur consapevole dei guai a cui potrebbe andare incontro, la serva approfitta della momentanea assenza della Oberschwester. Porta il pacco sul tavolo di cucina, solleva con insospettata abilità il nastro adesivo che lo chiudeva. Finalmente può rovistare tra quegli oggetti che la terrorizzano ma nel tempo stesso la eccitano.
Il più grosso viene estratto dal sacchetto che lo protegge, una specie di tanichetta, con un grosso occhiello per appenderla, il fondo inclinato ad imbuto, termina con un raccordo delle dimensioni del tubo, ordinatamente posto accanto, nel suo sacchetto. Ma quello che la sguattera nota sono le tacche sulla parete della tanichetta, 1,2,3 la serva legge le tacche principali, sgranando gli occhi. Tra le tacche principali ve ne sono di secondarie, inoltre oltre il 3 c’è ancora posto, può darsi che il massimo sia un 4. La tanichetta è chiusa con un tappo a vite, precauzione utile contro i rovesciamenti, evidentemente un oggetto professionale per ospedali e cliniche. La serva stringe le cosce, un clistere con quell’aggeggio deve essere atroce, si vede già ad urlare “basta non ce la faccio più!”. Ma quello che cercava, quello che attrae la sua curiosità al punto da rischiare chissà che punizione è lì in un lungo contenitore cilindrico di cartone. La serva, dopo aver nuovamente verificato di essere sola, si azzarda a prendere la scatola cilindrica, con mani tremanti le toglie il tappo e la inclina verso il tavolo, scivola fuori un oggetto di gomma rossa: la sonda Bardex! La serva la guarda, al tempo stesso affascinata e terrorizzata. Guarda il tubo, lungo, leggermente conico, con delle scritte indecifrabili, sicuramente la misura, non c’è neanche bisogno di leggerla, ricorda benissimo la Oberschwester al momento dell’ordine: “la più krande!”.
L’oggetto di per sé ha una sua bellezza: il tubo della sonda inizia con una parte leggermente conica, evidentemente destinata ad un raccordo, poco più avanti nel tubo entra un sottile tubicino, sempre di gomma, questo piuttosto sottile, a metà una specie di sacchettino o valvola, la serva vede il raccordo, più o meno delle dimensioni del cono di una siringa, il raccordo, poi, può essere sigillato con un tappo, sempre di gomma, collegato indissolubilmente. Vi è poi un lungo tratto liscio. Verso i ¾ del tubo principale, vi sono due ingrossamenti sempre di gomma rossa, a forma di palloncino delle dimensioni approssimative di un uovo di medie dimensioni. La sguattera li saggia con un dito, mmm morbidissimi, tra i due palloncini un breve tratto del tubo della sonda. Il tubo prosegue qualche centimetro oltre i palloncini e poi ha una punta arrotondata di gomma spessa nella quale sono ricavati due buchi a diverse altezze. L’oggetto è costruito con grande maestria, non vi sono spigoli od altri intoppi, destinato come è a scivolare all’interno.
Ma la insana curiosità della porcella non è ancora soddisfatta, rovista brevemente e la mano ricompare con una altro sacchetto, una pompetta di gomma, con un cono che pare fatto apposta per il tubicino della sonda. La serva controlla ancora di essere sola. Le mani tremanti e sudaticce collegano i due oggetti, la serva dà una piccola pompata di assaggio, i due palloncini iniziano a gonfiarsi, alcune pompate dopo i palloncini hanno raggiunto le dimensioni di una grossa cipolla, le pareti sono diventate dure ed indeformabili. La sguattera stringe ancora le cosce, chissà cosa si prova. Nonostante la sua ignoranza, ha istintivamente capito che un palloncino viene infilato dentro e l’altro, premendo dall’esterno fa tenuta. Rabbrividisce istintivamente, nonostante stia sudando a profusione per la tensione. Si immagina mentre la Oberschwester le infila la sonda lubrificata, poi la gonfiatura del palloncino, chissà che male farà e poi si vede che piange, il pancione dilatato e l’impossibilità di espellere la più piccola goccia, grazie al tappo costituito da quella diabolica sonda. Stringe ritmicamente le cosce, le mutande di servizio rivelano una larga chiazza umida…..
Ma è ora di metter via tutto e nascondere le proprie tracce. Gli oggetti tornano nelle condizioni iniziali, la serva nel riporli nota altre cose: un grosso tubo di pomata, legge l’etichetta: lubrificante per sonde. Inoltre rubinetti, raccordi ed altro. Altri involti vengono ispezionati in fretta: olio di ricino, sale inglese, soluzione per lavaggio intestinale, savon de Marseille, la serva conosce questi prodotti di fama, ma che razza di regime vogliono farle seguire le sue aguzzine? Gli oggetti riposti ben bene, la serva richiude l’involto e, con l’esperienza ancestrale di serve e portinaie che aprivano la corrispondenza col vapore, rimette il nastro…. Perfetto, nessuno si accorgerà mai che è stato aperto. La scatola viene rimessa al suo posto e la sguattera riprende il lavoro. Il sudore della tensione e della paura di essere sorpresa chiazza la divisa in vari punti. La sguattera si dà da fare, viste le premesse non è il caso di sgarrare.
(5- continua)


- Posted by sguattera sudiciona

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