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20 ottobre 2014

PENSION BALNEARIA 89 / PRIVAZIONE E SOVRABBONDANZA


Nobili Signore, serva sudiciona,
nel prosieguo del nostro corso di Sorveglianti ci vengono presentati due efficacissimi metodi di afflizione delle detenute: la privazione e la sovrabbondanza.
La perra, ormai segnata come cavia preferita, deve, suo malgrado subire ancora. Tenete conto che è il giorno successivo al parto. Finalmente lo sconvolgimento intestinale dato dal contemporaneo impiego di purgante e clistere, si è calmato. La perra ha ora semplicemente fame, una fame da lupi. Ma il destino ha voluto che oggi le tocchi la privazione. Le viene imposto un bavaglio, costituito da una pallina elastica, che mantiene aperta la bocca, impedendo qualsiasi tentativo di alimentarsi e facendola sbavare. La perra farà oggi un turno in cucina. Il suo compito è quello di pelare le poche patate ed i pochi vegetali concessi alle detenute. Il tutto finemente sminuzzato, verrà messo in un paio di secchi di acqua in cui verranno sciolti anche alcuni pani secchi. La preparazione viene fatta bollire per interminabili ore ed alla fine dà la famosa “sopa magra”, il piatto principale dei locali istituti di correzione.
La perra, sbavando per il bavaglio e per la vista del cibo, non può neanche bere un sorso d’acqua. Ed il turno in cucina dura per un intero giorno!
Come vi ho già accennato, il saio penitenziale, mortifica alquanto la pelle della perra. Ad un certo punto, credendo di non essere vista, infila una mano sotto al saio, cercando di calmare in qualche modo il prurito.
Ma la sordida operazione della detenuta non è sfuggita alla Capo-Cuoca: non sia mai che una sguattera manipoli le proprie vergogne mentre è di servizio in cucina! E così la perra viene portata in un ripostiglio, le viene rialzato il saio e “CIAK, CIAK, CIAK”, pensavate che i molteplici strati di juta, uniti alle mutande impermeabili rendessero difficile sculacciarla? Niente è difficile per una Capo_Cuoca munita del suo fedele cucchiaio di legno. La perra riceve così due dozzine di colpi di cucchiaio sulle natiche e, per buona misura, anche quattro terribili colpi per mano.
Ma la privazione non termina qui, la sopa magra, dopotutto non è così appetitosa. La perra però, si vede passare sotto gli occhi le vivande destinate alla Badessa , alle Sorveglianti ed a noi allieve.
Il tormento dura una buona ora. Ma adesso la perra deve trasformarsi in sguattera lavapiatti. Senza il bavaglio avrebbe almeno la possibilità teorica, se la Capo_Cuoca si distrae, di prelevare qualcosa dai capaci piatti di portata, con parecchi avanzi o di almeno limitarsi a leccare qualche delizia dai piatti sporchi. Ma la privazione è così, niente le viene concesso. E ben presto, dato il continuo sbavare, indotto dal bavaglio, per la perra inizia il tormento della sete. Sapete che si di sete si muore in tre-quattro giorni, mentre alla fame si può resistere per settimane? Bene la perra ha sete, una sete incredibile, e deve tenere le mani nell’acqua per lavare pile impressionanti di piatti. Questo aumenta ancora di più la sua terribile arsura.
Ma arriviamo all’ultima delle privazioni: la Capo-Cuoca è stata chiarissima, dopo avere controllato lo stato delle mutande della perra prima che questa iniziasse il servizio: “nella mia Cucina a nessuna sguattera è permesso di pisciarsi addosso. Pertanto la tieni, finché non ti darò io il permesso.” Fortunatamente per la perra, non potendo bere la vescica si riempie ad un ritmo più lento. Verso sera però, vediamo la nostra perra, lavare i piatti utilizzati per la cena. Doveri immergere per un ora le mani nell’acqua le stimola la vescica. La perra è costretta a lavorare tenendo le cosce ermeticamente serrate e facendo strani movimenti per resistere ai fiotto di orina che preme sul suo sfintere. E finalmente anche per la perra termina il servizio. Buon per lei che riesce a uscire dalla cucina, prima che si aprano le …. cateratte ed un rivolo caldo e maleodorante, sfuggito alle doppie mutande, riveli a tutte che la perra si è pisciata addosso. Ovviamente viene sorpresa i n quello stato e la punizione per questo è che la perra deve asciugare il laghetto fatto sul pavimento del corridoio utilizzando le proprie mutande di juta e il proprio saio penitenziale. Gli indumenti zuppi le verranno fatti tenere tutta la notte, in modo che si asciughino lentamente con il calore del corpo, aumentando il puzzo che ormai la accompagna e moltiplicando ancora di più il terribile prurito che le impedisce anche di dormire.
Ed il giorno successivo è il giorno della sovrabbondanza. La perra è ancora di servizio in cucina. La Capo_Cuoca, istruita dalla Badessa, permette finalmente alla perra di mangiare. Una, due, tre scodelle di sopa magra molto molto molto diluita. Ben presto lo stomanco della perra è pieno, ma bisogna lavare i piatti ed alla fine la Capo_Cuoca , indicando la sciacquatura in cui nuotano molti rifiuti, le ingiunge di mangiare pure quella. E così la perra, armata della sua scodella e del suo cucchiaio di stagno, deve consumare lo stomachevole pasto. Ben presto lo stomaco si ribella e la perra vomita. Ma il lavello è ancora pieno fino a metà e la perra deve ricominciare a mangiare controvoglia una scodella di sciacquatura dietro l’altra, inframmezzate da nausee, vomitini e sculacciate date di santa ragione con il cucchiaio di legno..
La morale di tutto questo, ci dice l’istruttrice, è che l’alternanza intelligente di privazioni, percosse e sovrabbondanza, può aver ragione anche delle criminali più incallite
Vostra umile sorvegliante Nadia. 
(89- continua)

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