i clisteri della perra si susseguono
regolari. E pian piano la punita inizia a trattenerne ogni giorno
mezzo bicchiere in più. Ormai utilizzo la cannula grossa come un
pene (la penultima) ed insisto violando più volte il suo sordido
buco. Il fatto che subisca il giornaliero clistere non la esime dai
suoi turni alla noria. E il suo peso inizia a scendere. Poiché mi
occupo personalmente di lei le tengo i capelli cortissimi. Ormai
dimagrita, con la testa come una lampadina ha gli occhi spiritati. La
Signora segue dalle schede il costante aumento di capacità
intestinale.
Ma nuove ombre si addensano sulla
perra. Causa le quotidiane violazioni con la grossa cannula, per non
parlare dell’unguento…., si sviluppa una forte infiammazione.
Ormai le urla che la condannata emette infastidiscono la Signora.
Viene così concessa una settimana di pausa unita ad un trattamento
con miracolose pomate rinfrescanti.
Privata del mio quotidiano compito ne
invento un'altra. Altra passeggiata mattutina nei campi e rientro con
un vasetto di plastica che ripongo prontamente in frigo. Racconto a
Pilar della cosa ed orchestriamo un terribile scherzo ai danni della
perra. Alla prima occasione di punirla la lego alla solita “silla
de la verguenza” dinanzi a tutte. E le ingiungo di inghiottire ….
le mie prede, conservate in frigorifero: delle cimici verdi della
soia. Ora, chi ne ha fatto la conoscenza ricorderà il pestifero
odore. Sappiate che se vengono ibernate vanno in letargo, in questo
modo sopportano un minimo di manipolazione senza appestare, ma basta
metterle a contatto con qualcosa di caldo perché appestino
l’ambiente con il loro micidiale fluido. E la perra dovrà
inghiottirle!
Le altre condannate, presenti fanno
smorfie di orrore. La perra cerca di sottrarsi, ma è pronto
l’apribocca, vuole forse che la si costringa con la forza? Le
pratichiamo la solita iniezione per inibirle il vomito.
E la perra si piega, con grande
lentezza prende dalle mie mani il cucchiaino con la prima cimice, la
appoggia sulla lingua ed attende un attimo di troppo, l’insetto
emette il suo liquido, la, perra diventa paonazza ma nulla può
contro la nostra inesorabile presa, è costretta ad inghiottire un
primo, un secondo, un terzo ed un quarto insetto. Passano i minuti.
Ma la perra non sa cosa abbiamo
tramato, ben presto inizia a vomitare una bava verde, spaventosa. Un
fiotto continuo di vomito che forma una pozzanghera verde schiumosa.
Terrorizzata la perra si rotola a terra, tra le urla delle altre
condannate, che la credono agonizzante. Appare la Signora, venuta a
vedere l’origine della gazzarra. Ordina a Pilar, che oltre che
massaggiatrice è infermiera, di soccorrere la perra. Pilar non se lo
fa dire due volte, ha già pronta una grossa sonda con imbuto, mette
l’apribocca alla perra e tra spaventosi conati infila la sonda in
fondo alla gola, fin giù nello stomaco. Pratica una estenuante,
interminabile, lavanda gastrica che lascia la perra più morta che
viva. E la perra, una volta ripresa, deve umilmente ringraziare
Pilar.
La Signora ci convoca arrabbiatissima
nel suo studio, ha parzialmente indovinato cosa abbiamo combinato.
Minacciandoci di terribili punizioni ci estorce la confessione: si è
trattato di una specie di burla. La perra ha sì inghiottito una
cimice verde, praticamente innocua, ma solo una, le successive erano
gusci vuoti di cimice, in cui avevamo pazientemente iniettato un
potente colorante verde ed altre in cui avevamo messo bicarbonato e
polvere di sapone. Da qui la spaventosa colata di schiuma verde che
tanto ha terrorizzato la perra e le altre condannate.
Lo scherzo ci costa una reprimenda da
parte della Signora, che fatica a trattenere le risa al ricordo del
terrore della nostra vittima.
Sguattera Nadia
(79- continua)
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