Cara Monika,
ho trovato altri bigliettini.
Dagli scritti vedo che alla serva piacciono gli haiku, sempre autobiografici.
FrauJulia
profumo di pizza,
inghiotte saliva la serva purgata
a digiuno da ieri.
un brivido,
stringo le cosce, mi scappa Signora
ed è un rivolo caldo
DISCLAIMER
ATTENZIONE: IL CONTENUTO DI QUESTO BLOG È RISERVATO ESCLUSIVAMENTE AD UN PUBBLICO MAGGIORE DI 18 O 21 ANNI, SECONDO LE LEGISLAZIONI VIGENTI NEL PROPRIO PAESE.
CHIUNQUE PROSEGUA NELLA LETTURA LO FA CONSAPEVOLMENTE
Il blog LA DOMESTICA RISPONDE è da considerarsi completamente opera di fantasia. I personaggi e le situazioni descritte sono fittizi, e l'eventuale somiglianza con persone o fatti esistenti è da ritenersi totalmente accidentale.
RIPRODUZIONE VIETATA - TUTTI I DIRITTI RISERVATI
© JANINE SOUILLON, LUGANO, CH
30 maggio 2012
NUOVI HAIKU DALLA SERVA DI FRAU JULIA
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PENSION BALNEARIA 41
Cara Monika,
e così ora tra i compiti di noi serve
è stato aggiunto quello del servizio ai tavoli da gioco. Ci è stata
imposta una doccia giornaliera, inutile dire che in una località
termale, a noi serve la doccia è solo dotata di acqua fredda.
Inoltre, dobbiamo cercare di renderci presentabili e profumarci con
un profumo esageratamente forte e volgare. Tra i nostri compiti è
anche quello di portare sigari, vino, cerveza e bocadillos al jamon
ai giocatori, in modo che non perdano tempo. Una ulteriore tortura
per noi, che, dall’avvento della perra, mangiamo poco e malissimo,
molto spesso sopa magra, che sì, ti nutre in modo che tu possa
lavorare, ma è insipida e disgustosa.
Insomma, a sentire il profumo del
prosciutto, con la fame che ho non resisto, mi apparto un attimo ed
addento rabbiosamente un panino. Lo mangio in pochi secondi, poi un
bel sorso di birra. Ma la cosa non è sfuggita alle solite Gog e
Magog. Mi bloccano, lì in mezzo a tutti e chiamano la perra. Questa
arriva ed inizia a darmi della ladra. Cerco di balbettare qualche
scusa ma ormai è lanciata. Chiama a testimoni tutti i giocatori del
fatto che io ho rubato del cibo destinato a loro. Si allontana un
attimo e torna con la frusta che è negli incubi di tutte noi
sguattere: il nerbo di bue!
Questa frusta, costituita da nervi di
bue intrecciati e seccati è destinata alla doma dei cavalli più
feroci e riottosi, nonostante la loro pelle imparano ben presto che
chi la impugna è quello che comanda,. Figuratevi cosa può fare
sulla tenera pelle di una serva! Piango e mi dispero, ma la perra dà
ordine a Gog e Magog di rialzarmi la gonna, alza la mano, armata
della terrificante frusta e mi tira un colpo sulla coscia. Le due
energumene faticano a tenermi, fa un male incredibile e ha lasciato
una traccia livida in rilievo, da cui esce qualche goccia di sangue.
Si è fatto silenzio e tutti mi guardano, mi dispero e supplico la
perra di risparmiarmi, mi castighi pure, lo merito, ma non mi
massacri a frustate. Da quell’abile manipolatrice che è gongola,
dice a tutti che per stavolta non mi frusterà, che però, visto che
ho mangiato troppo merito una bella purga. Una delle energumene viene
spedita a prendere qualcosa. Intanto la perra mi ha fatto indossare
la divisa di fatica. La perra annuncia al pubblico che, per scusarmi
con loro offrirò a tutti “un chupito”. Giubilo dei presenti,
viene stappata una bottiglia di aguardiente e vengono portati dei
bicchierini. Poi Magog mi mette tra le mani un bicchierino più
piccolo. Mi chiedo che punizione sia brindare in compagnia, comincio
a sospettare cosa quando Magog toglie il tappo ad una bottiglietta di
vetro scuro, leggo la etichetta: “aceite de ricino”. Su
istruzioni della perra riempio il bicchierino di olio di ricino e
devo brindare col primo dei giocatori. Mi insegnano anche il brindisi
che devo fare: devo alzare il bicchierino all’ altezza del capo,
abbassarlo all’altezza dello stomaco e poi portarlo all’altezza
della bocca dicendo: “Arriba, abajo, al centro y pa' dentro” e
ovviamente, trangugiare il tutto. Di cose disgustose ne ho dovute
assaggiare molte, ultimamente, ma non ero proprio preparata a questo
“orrore oleoso” che, per quanto tu cerchi di inghiottire d’un
fiato, ti lascia l’unto e l’orribile sapore. Mi si torce lo
stomaco ma, vedendo la perra col nerbo in mano, rimando indietro i
conati.
Ma non è finita, i giocatori sono una
decina e devo brindare con ognuno. Il brindisi dura, in tutto quasi
mezz’ora, mezz’ora di brividi, sudore freddo, conati repressi e
continuo inghiottire per tenere indietro la nausea, in pratica mi
hanno costretta a bere tutta la bottiglietta, a piccoli sorsi.
Donna Conception mi ha parlato
dell’olio di ricino come tortura, ma non avevo immaginato quanto
fosse terribile.
Ma non è finita, ora la perra fa
continuare il gioco. Mi fa bere due tazzoni di tè ben caldo, per
“ayudar a purgar” e mi mette carponi a pulire i pavimenti. E il
mio povero stomaco si ribalta ancora di più, continuo a fare ruttini
che riportano su l’orribile sapore. Mi diranno poi le mie colleghe
che sono pallidissima e dalle mie smorfie capiscono che dramma sto
vivendo. E di lì a un ora iniziano i dolori di pancia, prima delle
fitte e dei gorgoglii e ben presto crampi veri e propri. Mi viene
ingiunto di continuare a lavorare, non devo fermarmi per “cualche
dolorito”. Il dolore è tale che a tratti mi piego in due con le
mani contratte sulla pancia. E poi inizia il bisogno di andare in
bagno, ma niente, devo restare lì in mezzo a tutti, a pulire in
ginocchio il pavimento, anche perché indosso solo i mutandoni di
cotone della divisa di fatica, niente mutanda di gomma! Per fortuna
riesco, non so neanche io come a resistere per un tempo infinito,
fino all’ora di chiusura quando, altrimenti sarei morta di
vergogna!
Ecco Monika cosa mi è successo, per
aver rubato un panino ed una birretta. Ti assicuro, quando penso al
sapore della purga ricevuta, mi vengono i sudori freddi anche adesso,
a distanza di mesi.
Un abbraccio dalla “purgata” Nadia
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Serva Nadia
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PENSION BALENARIA 40
la gloriosa Pension Balnearia, nelle
mani della perra, sta sputtanandosi totalmente. L’ultima pensata
per spremere soldi ai clienti, è quella di creare una gala gioco
“particolare”. In pratica un casinò, anzi un “casino
particular” con tutti i giochi di carte tradizionali spagnoli e
dadi. Il cliente punta, inutile dirlo, denaro sonante, la pension
punta noi serve, per servizi “particolari”. Sembriamo solo
spaventapasseri, magre e conciate, con i capelli che sembrano stoppa.
Le cinesine, che oltre che magre sono anche minute e non interessano
affatto ali spagnoli, ma alcune di loro, per nostra grande fortuna,
si stanno dimostrando delle giocatrici superlative, in pratica sono
in grado di vincere quasi sempre. La perra ha ordinato loro, per
ragioni commerciali, di fingere di perdere nel 10 % delle partite,
per tenere alto l’interesse di giocatori.
Così quasi ogni giorno una di noi deve
sottostare alle voglie di qualche giocatore.
Come ho detto, spesso si tratta solo di
qualche palpeggiamento, simulando che la cosa ci piaccia e ci porti
fino all’orgasmo. Purtroppo capita che qualcuno pretenda il nostro
“lato B”, visto che la sua compagna spagnola lo nega decisamente.
E c’è da sperare che non capiti qualcuno troppo ben dotato dalla
natura, come capitato alla nostra compagna Veronica. Fortunatamente
siamo riuscite a procurarci, di nascosto dalle sorveglianti e dalla
perra, un gel lubrificante che ha anche forti poteri anestetici.
Basta convincere il cliente ad utilizzarlo e all’istante i suoi
bollenti spiriti caleranno inesorabilmente. Come vedi Monika, ci
siamo dovute ingegnare ed abbiamo imparato i trucchi del “mestiere”.
Che umiliazione, però, ti assicuro che tutte sogniamo che torni la
Signora per rimettere le cose a posto e tornare ai nostri grigi,
faticosi ma sicuramente dignitosi lavori.
Un abbraccio dalla sguattera Nadia
(40- continua)
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19 maggio 2012
THE MAIDS
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L'IDRATAZIONE DELLA SERVA: UN INTERVENTO DI FRAU JULIA
Cara Monika, vorrei fare un intervento a proposito dell’idratazione a cui dovete essere sottoposte voi serve.
Prendiamo ad esempio una serva normale, che indossa una divisa di fatica abbastanza pesante di cotone o sintetica. La nostra serva è addetta anche a lavori di fatica che svolge col dovuto impegno, pavimenti eccetera. La serva suderà parecchio, in particolare se poi si troverà ad indossare indumenti punitivi impermeabili o molto più pesanti del solito. Ben presto la divisa inizierà ad inzupparsi di sudore, partendo dalle ascelle in avanti.
Se siamo nella stagione calda, oppure se abbiamo un appartamento piuttosto riscaldato, bisogna tenere ben conto dell’aumentato fabbisogno idrico della serva, non vorremo che soffra di disidratazione. Ora, se per un adulto che fa un lavoro sedentario occorrono già da 1.5 a 2 litri / giorno di acqua, è ben chiaro che la nostra domestica dovrà bere ben di più.
E qui sorgono i primi problemi, le domestiche solitamente gradiscono poco l’acqua di rubinetto. Ci si troverà di fronte alle più lagnose e fantasiose scuse per sottrarsi all’adempimento. Dalle pretese nausee: “le assicuro Signora, non ne riesco a bere neanche un altro bicchiere, ho già la nausea” , “Signora non ce la faccio più, mi sento scoppiare lo stomaco, mi viene da vomitare!” eccetera. Si passa poi ad altre puerili scuse: “Signora se bevo così tanto dovrò continuare ad andare in bagno, come posso riuscire ad andarci solo tre volte al giorno?”, “Signora le assicuro, non ho affatto sete, sa io bevo sempre pochissimo” fino alla comica: “Signora se bevo così tanto, poi mi brucia la topina a fare pipì.”
Una Signora deve esercitare la dovuta fermezza: la serva dovrà bere un minimo di tre litri di acqua di rubinetto al giorno, tale quantità verrà aumentata a quattro litri d’estate fino ad arrivare ai cinque – sei litri quando la serva farà una intensa attività lavorativa.
Per evitare che la serva tenti di barare, l’acqua verrà misurata alla mattina in pratiche bottiglie di plastica, riciclate, e la serva avrà in dotazione un bicchierone di quelli da birra, da riempire e bere d’un fiato in presenza della Signora o di una Sorvegliante, fino a terminare l’acqua assegnata nell’arco della giornata.
E saranno cavoli amari, se la serva se si troverà in arretrato. In tal caso non sarà solo l'acqua avanzata ma l’intero fabbisogno giornaliero di acqua che le verrà somministrato per clistere e dovrà essere trattenuto molto molto a lungo, in modo che l'intestino ne assorba una buona parte Vedrete che la volta successiva la serva sarà ben più previdente e assumerà il liquido "per os", con largo anticipo.
Capiterà, come qualche serva lamenta, che le tre pause per andare in bagno al giorno risultino insufficienti, qui vengono buone le tradizionali mutande di gomma, insomma, le mettiamo nel corredo delle serve e poi non vogliamo usarle?
Un bel pannolone per adulti e mutanda di gomma e la nostra serva è a posto. Se la serva si bagna, ovviamente, resterà bagnata e continuerà a lavorare fino al prossimo intervallo bagno, quando potrà cambiare il pannolone con uno asciutto, senza interrompere per questo il lavoro.
Un ultima cosa, oltre al costo dei pannoloni, mettete in conto un tubetto di pomata per le irritazioni da pannolone, la vostra umile serva ve ne sarà grata!
Ma se avete una serva pisciona come la mia il costo dei pannoloni non sarà indifferente. Ci sono due possibilità, la prima quella dei pannoloni ecologici, che la serva dovrà lavare e rilavare. Molto interessante.
Una seconda possibilità la ho scoperta durante una vacanza in Slovenia. Ho trovato in vendita degli enormi vasi da notte in ferro smaltato completi di coperchio ermetico, ne ho subito acquistato un paio. La nostra serva potrà usare per le emergenze durante il giorno e la notte, il suo bel vasetto ed avrà una sola pausa bagno propriamente detta, durante la quale svuoterà e laverà alla perfezione il fetido contenitore. Il vaso da notte viene buono anche quando la serva deve …. restituire un clistere, niente continue e pressanti richieste di tornare in bagno. Passato il dovuto tempo di ritenzione la serva se ne può andare nel proprio ripostiglio e usare il vaso da notte fino a che le serve. A cose finite pretendo di vedere il contenuto del vaso, prima di lasciarglielo svuotare. Dovreste vedere come arrossisce, in particolare se faccio commenti!
FrauJulia
Prendiamo ad esempio una serva normale, che indossa una divisa di fatica abbastanza pesante di cotone o sintetica. La nostra serva è addetta anche a lavori di fatica che svolge col dovuto impegno, pavimenti eccetera. La serva suderà parecchio, in particolare se poi si troverà ad indossare indumenti punitivi impermeabili o molto più pesanti del solito. Ben presto la divisa inizierà ad inzupparsi di sudore, partendo dalle ascelle in avanti.
Se siamo nella stagione calda, oppure se abbiamo un appartamento piuttosto riscaldato, bisogna tenere ben conto dell’aumentato fabbisogno idrico della serva, non vorremo che soffra di disidratazione. Ora, se per un adulto che fa un lavoro sedentario occorrono già da 1.5 a 2 litri / giorno di acqua, è ben chiaro che la nostra domestica dovrà bere ben di più.
E qui sorgono i primi problemi, le domestiche solitamente gradiscono poco l’acqua di rubinetto. Ci si troverà di fronte alle più lagnose e fantasiose scuse per sottrarsi all’adempimento. Dalle pretese nausee: “le assicuro Signora, non ne riesco a bere neanche un altro bicchiere, ho già la nausea” , “Signora non ce la faccio più, mi sento scoppiare lo stomaco, mi viene da vomitare!” eccetera. Si passa poi ad altre puerili scuse: “Signora se bevo così tanto dovrò continuare ad andare in bagno, come posso riuscire ad andarci solo tre volte al giorno?”, “Signora le assicuro, non ho affatto sete, sa io bevo sempre pochissimo” fino alla comica: “Signora se bevo così tanto, poi mi brucia la topina a fare pipì.”
Una Signora deve esercitare la dovuta fermezza: la serva dovrà bere un minimo di tre litri di acqua di rubinetto al giorno, tale quantità verrà aumentata a quattro litri d’estate fino ad arrivare ai cinque – sei litri quando la serva farà una intensa attività lavorativa.
Per evitare che la serva tenti di barare, l’acqua verrà misurata alla mattina in pratiche bottiglie di plastica, riciclate, e la serva avrà in dotazione un bicchierone di quelli da birra, da riempire e bere d’un fiato in presenza della Signora o di una Sorvegliante, fino a terminare l’acqua assegnata nell’arco della giornata.
E saranno cavoli amari, se la serva se si troverà in arretrato. In tal caso non sarà solo l'acqua avanzata ma l’intero fabbisogno giornaliero di acqua che le verrà somministrato per clistere e dovrà essere trattenuto molto molto a lungo, in modo che l'intestino ne assorba una buona parte Vedrete che la volta successiva la serva sarà ben più previdente e assumerà il liquido "per os", con largo anticipo.
Capiterà, come qualche serva lamenta, che le tre pause per andare in bagno al giorno risultino insufficienti, qui vengono buone le tradizionali mutande di gomma, insomma, le mettiamo nel corredo delle serve e poi non vogliamo usarle?
Un bel pannolone per adulti e mutanda di gomma e la nostra serva è a posto. Se la serva si bagna, ovviamente, resterà bagnata e continuerà a lavorare fino al prossimo intervallo bagno, quando potrà cambiare il pannolone con uno asciutto, senza interrompere per questo il lavoro.
Un ultima cosa, oltre al costo dei pannoloni, mettete in conto un tubetto di pomata per le irritazioni da pannolone, la vostra umile serva ve ne sarà grata!
Ma se avete una serva pisciona come la mia il costo dei pannoloni non sarà indifferente. Ci sono due possibilità, la prima quella dei pannoloni ecologici, che la serva dovrà lavare e rilavare. Molto interessante.
Una seconda possibilità la ho scoperta durante una vacanza in Slovenia. Ho trovato in vendita degli enormi vasi da notte in ferro smaltato completi di coperchio ermetico, ne ho subito acquistato un paio. La nostra serva potrà usare per le emergenze durante il giorno e la notte, il suo bel vasetto ed avrà una sola pausa bagno propriamente detta, durante la quale svuoterà e laverà alla perfezione il fetido contenitore. Il vaso da notte viene buono anche quando la serva deve …. restituire un clistere, niente continue e pressanti richieste di tornare in bagno. Passato il dovuto tempo di ritenzione la serva se ne può andare nel proprio ripostiglio e usare il vaso da notte fino a che le serve. A cose finite pretendo di vedere il contenuto del vaso, prima di lasciarglielo svuotare. Dovreste vedere come arrossisce, in particolare se faccio commenti!
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16 maggio 2012
QUANDO LA SGUATTERA SI CIMENTA CON GLI HAIKU
Cara Monika, anche oggi perquisendo il ripostiglio ho trovato un bigliettino.
Non è una poesia veramente detta, parrebbe un rudimentale tentativo di haiku,
ispirato ad un fatto accaduto:
Serva punita,
mollette sulle tette,
Signora che male!
Un saluto.
FrauJulia
Non è una poesia veramente detta, parrebbe un rudimentale tentativo di haiku,
ispirato ad un fatto accaduto:
Serva punita,
mollette sulle tette,
Signora che male!
Un saluto.
FrauJulia
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PENSION BALNEARIA 39
Cara Monika,
volevo farti notare una cosa: in queste
prime settimane alla Pension ho potuto fare delle osservazioni sulla
cattiveria con cui noi serve veniamo punite. In particolare, ho
potuto comparare le punizioni somministrate da qualche cliente
maschio, con le, a noi tristemente note, punizioni somministrate
dalle femmine. Salvo casi particolari, un Signore punisce le serve in
maniera piuttosto blanda, non utilizzerà mai appieno la propria
forza. Inoltre devo dire che i Signori non brillano di fantasia, al
90% la serva viene punita con una bella sculacciata, con colpi
appunto non eccessivamente forti. Ben altra cosa quando a punire è
una Signora: ben difficilmente vi saranno due punizioni uguali,
inoltre una donna sa bene dove fare male ad un'altra donna, sia sul
piano psicologico che sul piano fisico.
Ne è la dimostrazione una cliente
della Pension che, in mancanza di Pilar, impegnata in altro, ho
spalmato maldestramente di fango. La cliente in questione non
aspettava altro, ha chiamato la perra e si è lamentata del mio
operato, ottenendo di essere lei a punirmi. Mi sono dovuta denudare
ed inginocchiare di fronte a lei. Ora, a noi serve non è permesso di
portare reggiseno e a 40 anni le mie mammelle tendono ad essere un
po’ cascanti. La Signora in questione si è fatta dare un paio di
cinghiette di cuoio e mi ha stretto le mammelle alla base, così
stretti i miei seni erano belli gonfi e paonazzi. La Signora ha
iniziato a giocare con i miei “pezones”, facendoli rizzare. Devo
dire che quella Signora ci sa proprio fare, con continue
manipolazioni ma ha portato sull’orlo del godimento. Quando, il mio
respiro ha denunciato il mio deplorevole stato, la Signora ha
cambiato di colpo tattica: ha iniziato a schiaffeggiarmi le tette dal
basso in alto e viceversa. Il dolore è stato improvviso ed
inaspettato, sono restata proprio senza fiato! Ma la mia torturatrice
ha continuato imperterrita a schiaffeggiare con grande energia. Solo
quando, sull’orlo dello svenimento, ho iniziato a vacillare, ha
smesso di colpirmi. Ha ricominciato a massaggiarmi e nuovamente,
nonostante il dolore patito, mi ha riportato sulla soglia del
godimento. A questo punto la vedo prendere da un tavolino un
lunghissimo ago da siringa, lo impugna e si prepara a trafiggermi il
seno! No, io non sono coraggiosa, in particolare per quanto riguarda
il seno, sono molto sensibile e, se ne posso ricevere grande
godimento, non sopporto neanche l’idea di venire bucata. Cerco di
dimenarmi e inizio a lamentarmi, piangere e disperarmi. La mia
disperazione è tale che la Signora mi propone: anziché bucarmi una
tetta mi bucherà 10 volte il “culo” (si, si chiama come da noi).
Che fare, non gradisco neanche le punture ma scelgo il male minore.
In realtà, con il senno di poi, la
Signora mi ha abilmente manipolata. Un ago da siringa è estremamente
affilato, taglia la pelle senza bisogno di troppa forza e se è
affondato con decisione, provoca un dolore limitato. Invece la
Signora mi pungerà con uno spillone di argento, uno di quelli che
venivano usati cento anni fa. Lo spillone viene disinfettato e
passato sulla fiamma. Vengo fatta inginocchiare sul Potro ma non
legata. Dovrò stare ferma con la mia forza di volontà. E di forza
di volontà ne ho dovuta avere molta, la Signora infilava
lentissimamente lo spillone nelle mie carni, facendomi patire le pene
dell’inferno. Contrariamente all’ago da siringa lo spillone buca
la pelle molto lentamente, causando un dolore fortissimo. Già dalla
prima puntura sono in lacrime. Prima della decima, devo confessarlo,
mi scappa anche un getto di pipì. Che male Monika, un male
indescrivibile. Poiché mi erano state bucate tutte e due le natiche,
sì cinque buchi di qua e cinque di là come ha detto la Signora, non
ho potuto sedermi senza gridare dal dolore per un paio di giorni ed
il male è passato completamente dopo una settimana. Ecco, e questo è
uno dei tanti episodi che potrei citarti.
Insomma, una donna può essere
estremamente crudele, in particolare sul corpo della propria serva.
Ciao cara compagna di grembiule, ora
devo lasciarti.
sguattera Nadia
(39- continua)
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7 maggio 2012
PENSION BALNEARIA 38
le mie disgrazie continuano. La perra,
per punire l’insolenza nei confronti di un cliente non perde
occasione per umiliarci in tutti i modi. L’umiliazione più
terribile è capitata a Pilar, quella di dover servire due coppie di ragazze e ragazzi ventenni. Sono venuti ufficialmente qui per un
trattamento rilassante, quindi il suo compito sarebbe stato quello di
fare in modo che arrivi acqua alla temperatura corretta e di
rifornire le stanze di fango termale. Ma da subito Pilar si è
accorta che lo scopo per cui il gruppo è qui è ben diverso, lo
scopo è di divertirsi ad umiliare e tormentare noi serve. Infatti,
da subito è un continuo pizzicare e palpeggiare, sia da parte dei
maschi che delle femmine. Ora, ovviamente Pilar non è una verginella
di primo pelo, però a tutto c’è un limite e visto che data la
differenza di età potrebbe essere coetanea delle loro madri,
distribuisce un paio di sonori ceffoni, a scopo didattico. Ora, non
si pensi che una serva debba accettare di tutto, se vi fosse la
Signora questo sarebbe considerato un peccato veniale, se non
addirittura un comportamento lecito. Naturalmente la Signora non
c’è, ed i pivelli, anziché affrontare la nerboruta Pilar in
quattro come sono, vanno immediatamente a protestare dalla perra. La
reazione non si fa attendere: arriva la perra e si accorda con i
giovinastri, saranno loro a punire Pilar con un memorabile clistere.
La poveretta arrossisce di rabbia e di vergogna e cerca di
divincolarsi per riprendere a schiaffeggiarli, ma arrivano Gog e
Magog che la ammanettano. Poi trainano il potro e lo posizionano al
centro della stanza. Pilar viene denudata lì davanti a tutti, e
legata al potro. Portano poi un grosso apparecchio da clistere “el
irrigador”, molto più grande dei soliti apparecchi. I giovinastri
sono entusiasti: l’apparecchio viene riempito con acqua caldissima
ed iniziano a sciogliere nell’acqua un grosso pezzo di sapone.
L’acqua sembra ormai latte. Mostrano alla punita il beccuccio che
tra un po’ verrà usato nel suo povero posteriore, un pezzo da
museo, di ebanite nera, con una punta grossa come un uovo, e a
seguire una serie di quattro ingrossamenti sferici, prima di una
piastra che, evidentemente, impedirà di introdurre ulteriormente
l’arnese. Pilar tenta di dimenarsi ma è legata come un salame. Può
solo urlare la sua rabbia e insultare quesi maledetti. Magog trascina
uno specchio, in modo che la punita possa vedere lo spettacolo che
sta dando a tutti.
Una delle ragazze, Consuelo, si
impossessa della cannula, la collega al tubo dell’apparecchio, si
lubrifica il dito medio con dell’olio di oliva e lo infila più
volte nel posteriore di Pilar, bene a fondo. Si fa silenzio nella
stanza, gli occhi di tutti sono fissi su Consuleo che ora gioca come
il gatto con il topo, ora inizia ad infilare la sonda, tra i lamenti
e le lacrime di Pilar. Ora Consuelo apre di poco la chiavetta,
l’acqua inizia ad entrare. Lascia entrare circa mezzo contenitore,
poi chiude la chiavetta. Spiega a Pilar che ora faranno una pausa, in
modo che il sapone inizi ad agire, ovviamente più è lunga la pausa
più si irriterà l’intestino e più sarà penoso prendere il resto
del liquido. La pausa durerà fino a che Pilar non terminerà di
soddisfare Felipe, il ragazzo di Consuelo, con la bocca. Sono
scioccata da quanto siano grossolane le ragazze di oggigiorno!
Per farla breve, dopo qualche tentativo
di resistenza Pilar deve arrendersi. Ma Felipe è ben dotato, molto
ben dotato ed infila a fondo la bocca della poveretta, che lacrima e
cerca di non vomitare. Per fortuna Felipe non dura più di 5 minuti.
Pilar sputa, disgustata e si becca un paio di schiaffoni! Consuelo
dice che prima di potersi scaricare dovrà leccare alla perfezione il
pavimento. Ora la stronzetta riapre il rubinetto, ricominciando a
gonfiare la pancia alla povera Pilar, che ormai mugola ed è coperta
di sudore. Non so bene quanto sia il liquido, sicuramente almeno 3 o
4 litri. Questo significa una buona decina di minuti di strazio e
ondate di dolore per la povera Pilar, che ha il ventre appoggiato e
legato al potro e quindi è premuto, proprio quando l’acqua lo
dilata. Finalmente il supplizio giunge alla fine, Pilar urla che non
ce la fa più, ma anche l’altro ragazzo vuole essere soddisfatto
dalla bocca di Pilar che è costretta ad eseguire ed inghiottire. Poi
la slegano, sempre con l’enorme cannula infilata, e deve leccare lo
sperma di Felipe dal pavimento. Ma non è finita, le due ragazzette
pretendono che Pilar baci loro il sedere, cosa che ormai la poveretta
fa senza più avere la forza do obbiettare. E ora Gog porta un
secchio, così Pilar è costretta a scaricarsi davanti a tutti.
Pensate, scaricarsi in queste condizioni significa che tutti sentono
gli scrosci, ed i rumori emessi dalla pancia, non parliamo poi degli
odori! Roba da nascondere la testa in un sacco!
Ecco Monika, ti ho raccontato quella
che temo stia per diventare una delle nostre giornate tipo qui alla
Pension Balnearia, a meno che non cambino il nome in “Postibulo
Balneario”.
Tante volte noi serve ci lamentiamo
della vita che ci tocca fare, ma facciamo male, dovremmo ringraziare
la sorte perché cambiare può voler dire trovarsi in queste
situazioni.
Ciao, un abbraccio in mutande di gomma.
sguattera Nadia
sguattera Nadia
(38- continua)
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NUOVA "POESIA" DELLA SERVA DI FRAU JULIA
cara Monika,
nella odierna perquisizione del ripostiglio ho trovato un altro foglio, con la seguente poesia:
Piove
Piove, destino felice, per la serva che così il giardino non pulisce.
Piove, destino brutale, per la serva che in condominio pulisce le scale.
Piove, destino osceno, per la serva che nudo ha il seno.
Piove, destino ribelle, per la serva con mollette alle mammelle.
Piove, destino così, per la serva a cui scappa già la pipì.
Piove, destino compagno, per la serva che attende il permesso del bagno.
Piove , destino bifronte, anche per la serva della Signora di fronte.
Piove, destino bacchetta, per quella serva che pare vacchetta.
Piove, destino campione, per quella serva che massaggia il pancione.
Piove, destino infermiere, per quella serva che trattiene il clistere.
Piove, destino fetente, per quella serva assai puzzolente.
Piove, destino orco, per quella serva che in bagno lecca lo sporco!
non ho parole. Io le lascio un pò di respiro e questa ruba tempo al riposo per scrivere poesioe di dubbio gusto!
FrauJulia
nella odierna perquisizione del ripostiglio ho trovato un altro foglio, con la seguente poesia:
Piove
Piove, destino felice, per la serva che così il giardino non pulisce.
Piove, destino brutale, per la serva che in condominio pulisce le scale.
Piove, destino osceno, per la serva che nudo ha il seno.
Piove, destino ribelle, per la serva con mollette alle mammelle.
Piove, destino così, per la serva a cui scappa già la pipì.
Piove, destino compagno, per la serva che attende il permesso del bagno.
Piove , destino bifronte, anche per la serva della Signora di fronte.
Piove, destino bacchetta, per quella serva che pare vacchetta.
Piove, destino campione, per quella serva che massaggia il pancione.
Piove, destino infermiere, per quella serva che trattiene il clistere.
Piove, destino fetente, per quella serva assai puzzolente.
Piove, destino orco, per quella serva che in bagno lecca lo sporco!
non ho parole. Io le lascio un pò di respiro e questa ruba tempo al riposo per scrivere poesioe di dubbio gusto!
FrauJulia
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6 maggio 2012
PENSION BALNEARIA 37
ed eccomi rientrata a tutti gli effetti
al lavoro nella Pension Balnearia. Come mi avevano anticipato le mie
compagne, il lavoro è parecchio cambiato. Poiché non ho nessuna
abilità di massaggiatrice od altro, oltre al solito massacrante
incarico di fare da somaro trainando la noria, mi hanno inaricato di
fare la pedicure ad un cliente. Ora, contrariamente a quanto si usa
per noi serve, mi è stao ordinato di mettere del profumo, da quattro
soldi, e Gog si è incaricata di mettermi del rossetto, facendo un
pessimo lavoro, oltretutto. Tanto che quando mi sono guardata allo
specchio sono inorridita, magra come mi hanno fatta diventare e così
truccata sembro pronta per andare a lavorare sul marciapiede!
Mi reco nel camerino del cliente, con
tutte le mie carabattole ed inizio il lavoro. L’uomo è un anziano
grassone tutto sudato, e neppure si è lavato i piedi!
Lavoro un po’ e, ad un tratto questo
tipo dà in escandescenze, chiamando a gran voce la perra e
lamentandosi che gli ho fatto male. La perra arriva, arrabbiata come
una biscia e mi ordina di alzare la divisa di fatica. Mi abbassa le
mutande e dice al cliente di aiutarla a punirmi. Il grassone, ben
contento inizia a sculacciarmi. Non so che tipo di lavoro faccia, ma
dalla forza del braccio deve fare lavori manuali che richiedano una
grande forza! Ben presto urlo come una aquila. Ed è con il sedere
ben rosso che si conclude il mio primo incarico “particolare”. Mi
devo poi rialzare le mutande, sprofondandomi in scuse, e vengo
rimandata a girare la noria assieme a Pilar. Anche qui, comunque, non
c’è pace, dobbiamo fare in due il lavoro di quattro serve, inoltre
non mi ricordavo quanto sia stancante lavorare alla noria. Alla sera
sono distrutta. Nei giorni successivi continuo a fare la pedicure a
molte persone. Un altro vergognoso episodio è quando un cliente mi
vede mentre pulisco il corridoio. Nonostante io sembri uno
spauracchio si eccita ed inizia a palpeggiarmi. Mi divincolo e gli
tiro l’acqua gelida del secchio, cogliendolo proprio lì e
smorzandogli istantaneamente l’erezione. Anche in questo caso
vibrate proteste con la perra, che mi condanna a bere un bicchiere di
pipì.
Il cliente è ben contento di fare da …
donatore. Ed è così che inginocchiata davanti a tutti devo scusarmi
umilmente e bere, a piccoli sorsi la pipì calda. E sai che sfortuna?
Il cliente si era mangiato i famosi asparagi “cojonudos”, quindi
puoi immaginarti che sforzi ho dovuto fare per non vomitare e quanti
colpi di frustino mi ha dato la perra per costringermi a sorbire
l’immonda bevanda fino in fondo, ho ancora i brividi di ribrezzo
pensandoci.
Ciao cara collega di grembiule,
sguattera Nadia.
(37- continua)
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