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7 maggio 2012

PENSION BALNEARIA 38

Cara Monika,
le mie disgrazie continuano. La perra, per punire l’insolenza nei confronti di un cliente non perde occasione per umiliarci in tutti i modi. L’umiliazione più terribile è capitata a Pilar, quella di dover servire due coppie di ragazze e ragazzi ventenni. Sono venuti ufficialmente qui per un trattamento rilassante, quindi il suo compito sarebbe stato quello di fare in modo che arrivi acqua alla temperatura corretta e di rifornire le stanze di fango termale. Ma da subito Pilar si è accorta che lo scopo per cui il gruppo è qui è ben diverso, lo scopo è di divertirsi ad umiliare e tormentare noi serve. Infatti, da subito è un continuo pizzicare e palpeggiare, sia da parte dei maschi che delle femmine. Ora, ovviamente Pilar non è una verginella di primo pelo, però a tutto c’è un limite e visto che data la differenza di età potrebbe essere coetanea delle loro madri, distribuisce un paio di sonori ceffoni, a scopo didattico. Ora, non si pensi che una serva debba accettare di tutto, se vi fosse la Signora questo sarebbe considerato un peccato veniale, se non addirittura un comportamento lecito. Naturalmente la Signora non c’è, ed i pivelli, anziché affrontare la nerboruta Pilar in quattro come sono, vanno immediatamente a protestare dalla perra. La reazione non si fa attendere: arriva la perra e si accorda con i giovinastri, saranno loro a punire Pilar con un memorabile clistere. La poveretta arrossisce di rabbia e di vergogna e cerca di divincolarsi per riprendere a schiaffeggiarli, ma arrivano Gog e Magog che la ammanettano. Poi trainano il potro e lo posizionano al centro della stanza. Pilar viene denudata lì davanti a tutti, e legata al potro. Portano poi un grosso apparecchio da clistere “el irrigador”, molto più grande dei soliti apparecchi. I giovinastri sono entusiasti: l’apparecchio viene riempito con acqua caldissima ed iniziano a sciogliere nell’acqua un grosso pezzo di sapone. L’acqua sembra ormai latte. Mostrano alla punita il beccuccio che tra un po’ verrà usato nel suo povero posteriore, un pezzo da museo, di ebanite nera, con una punta grossa come un uovo, e a seguire una serie di quattro ingrossamenti sferici, prima di una piastra che, evidentemente, impedirà di introdurre ulteriormente l’arnese. Pilar tenta di dimenarsi ma è legata come un salame. Può solo urlare la sua rabbia e insultare quesi maledetti. Magog trascina uno specchio, in modo che la punita possa vedere lo spettacolo che sta dando a tutti.
Una delle ragazze, Consuelo, si impossessa della cannula, la collega al tubo dell’apparecchio, si lubrifica il dito medio con dell’olio di oliva e lo infila più volte nel posteriore di Pilar, bene a fondo. Si fa silenzio nella stanza, gli occhi di tutti sono fissi su Consuleo che ora gioca come il gatto con il topo, ora inizia ad infilare la sonda, tra i lamenti e le lacrime di Pilar. Ora Consuelo apre di poco la chiavetta, l’acqua inizia ad entrare. Lascia entrare circa mezzo contenitore, poi chiude la chiavetta. Spiega a Pilar che ora faranno una pausa, in modo che il sapone inizi ad agire, ovviamente più è lunga la pausa più si irriterà l’intestino e più sarà penoso prendere il resto del liquido. La pausa durerà fino a che Pilar non terminerà di soddisfare Felipe, il ragazzo di Consuelo, con la bocca. Sono scioccata da quanto siano grossolane le ragazze di oggigiorno!
Per farla breve, dopo qualche tentativo di resistenza Pilar deve arrendersi. Ma Felipe è ben dotato, molto ben dotato ed infila a fondo la bocca della poveretta, che lacrima e cerca di non vomitare. Per fortuna Felipe non dura più di 5 minuti. Pilar sputa, disgustata e si becca un paio di schiaffoni! Consuelo dice che prima di potersi scaricare dovrà leccare alla perfezione il pavimento. Ora la stronzetta riapre il rubinetto, ricominciando a gonfiare la pancia alla povera Pilar, che ormai mugola ed è coperta di sudore. Non so bene quanto sia il liquido, sicuramente almeno 3 o 4 litri. Questo significa una buona decina di minuti di strazio e ondate di dolore per la povera Pilar, che ha il ventre appoggiato e legato al potro e quindi è premuto, proprio quando l’acqua lo dilata. Finalmente il supplizio giunge alla fine, Pilar urla che non ce la fa più, ma anche l’altro ragazzo vuole essere soddisfatto dalla bocca di Pilar che è costretta ad eseguire ed inghiottire. Poi la slegano, sempre con l’enorme cannula infilata, e deve leccare lo sperma di Felipe dal pavimento. Ma non è finita, le due ragazzette pretendono che Pilar baci loro il sedere, cosa che ormai la poveretta fa senza più avere la forza do obbiettare. E ora Gog porta un secchio, così Pilar è costretta a scaricarsi davanti a tutti. Pensate, scaricarsi in queste condizioni significa che tutti sentono gli scrosci, ed i rumori emessi dalla pancia, non parliamo poi degli odori! Roba da nascondere la testa in un sacco!
Ecco Monika, ti ho raccontato quella che temo stia per diventare una delle nostre giornate tipo qui alla Pension Balnearia, a meno che non cambino il nome in “Postibulo Balneario”.
Tante volte noi serve ci lamentiamo della vita che ci tocca fare, ma facciamo male, dovremmo ringraziare la sorte perché cambiare può voler dire trovarsi in queste situazioni.
Ciao, un abbraccio in mutande di gomma.
sguattera Nadia
(38- continua)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Vorrei incoraggiare la sguattera Nadia e le sue compagne ad esercitare la dovuta modestia. La serva non mostrerà le parti intime per nessun motivo, se non costretta dalle superiori, per ragioni punitive. Anche in tal caso la serva farà in modo di fare almeno simbolicamente un gesto di pudore nascondendo per qualche istante, con le mani, le parti vergognose. Inoltre la serva punita cercherà di ridurre il più possibile le urla, sono molto più adatti mugolii e lacrime. E mi raccomando, la divisa di fatica va tenuta pulita ed indossata con orgoglio, al contrario della divisa di punizione, che non deve essere lavata e va indossata con timore e vergogna.
FrauJulia