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30 maggio 2012

PENSION BALNEARIA 41

Cara Monika,
e così ora tra i compiti di noi serve è stato aggiunto quello del servizio ai tavoli da gioco. Ci è stata imposta una doccia giornaliera, inutile dire che in una località termale, a noi serve la doccia è solo dotata di acqua fredda. Inoltre, dobbiamo cercare di renderci presentabili e profumarci con un profumo esageratamente forte e volgare. Tra i nostri compiti è anche quello di portare sigari, vino, cerveza e bocadillos al jamon ai giocatori, in modo che non perdano tempo. Una ulteriore tortura per noi, che, dall’avvento della perra, mangiamo poco e malissimo, molto spesso sopa magra, che sì, ti nutre in modo che tu possa lavorare, ma è insipida e disgustosa.
Insomma, a sentire il profumo del prosciutto, con la fame che ho non resisto, mi apparto un attimo ed addento rabbiosamente un panino. Lo mangio in pochi secondi, poi un bel sorso di birra. Ma la cosa non è sfuggita alle solite Gog e Magog. Mi bloccano, lì in mezzo a tutti e chiamano la perra. Questa arriva ed inizia a darmi della ladra. Cerco di balbettare qualche scusa ma ormai è lanciata. Chiama a testimoni tutti i giocatori del fatto che io ho rubato del cibo destinato a loro. Si allontana un attimo e torna con la frusta che è negli incubi di tutte noi sguattere: il nerbo di bue!
Questa frusta, costituita da nervi di bue intrecciati e seccati è destinata alla doma dei cavalli più feroci e riottosi, nonostante la loro pelle imparano ben presto che chi la impugna è quello che comanda,. Figuratevi cosa può fare sulla tenera pelle di una serva! Piango e mi dispero, ma la perra dà ordine a Gog e Magog di rialzarmi la gonna, alza la mano, armata della terrificante frusta e mi tira un colpo sulla coscia. Le due energumene faticano a tenermi, fa un male incredibile e ha lasciato una traccia livida in rilievo, da cui esce qualche goccia di sangue. Si è fatto silenzio e tutti mi guardano, mi dispero e supplico la perra di risparmiarmi, mi castighi pure, lo merito, ma non mi massacri a frustate. Da quell’abile manipolatrice che è gongola, dice a tutti che per stavolta non mi frusterà, che però, visto che ho mangiato troppo merito una bella purga. Una delle energumene viene spedita a prendere qualcosa. Intanto la perra mi ha fatto indossare la divisa di fatica. La perra annuncia al pubblico che, per scusarmi con loro offrirò a tutti “un chupito”. Giubilo dei presenti, viene stappata una bottiglia di aguardiente e vengono portati dei bicchierini. Poi Magog mi mette tra le mani un bicchierino più piccolo. Mi chiedo che punizione sia brindare in compagnia, comincio a sospettare cosa quando Magog toglie il tappo ad una bottiglietta di vetro scuro, leggo la etichetta: “aceite de ricino”. Su istruzioni della perra riempio il bicchierino di olio di ricino e devo brindare col primo dei giocatori. Mi insegnano anche il brindisi che devo fare: devo alzare il bicchierino all’ altezza del capo, abbassarlo all’altezza dello stomaco e poi portarlo all’altezza della bocca dicendo: “Arriba, abajo, al centro y pa' dentro” e ovviamente, trangugiare il tutto. Di cose disgustose ne ho dovute assaggiare molte, ultimamente, ma non ero proprio preparata a questo “orrore oleoso” che, per quanto tu cerchi di inghiottire d’un fiato, ti lascia l’unto e l’orribile sapore. Mi si torce lo stomaco ma, vedendo la perra col nerbo in mano, rimando indietro i conati.
Ma non è finita, i giocatori sono una decina e devo brindare con ognuno. Il brindisi dura, in tutto quasi mezz’ora, mezz’ora di brividi, sudore freddo, conati repressi e continuo inghiottire per tenere indietro la nausea, in pratica mi hanno costretta a bere tutta la bottiglietta, a piccoli sorsi.
Donna Conception mi ha parlato dell’olio di ricino come tortura, ma non avevo immaginato quanto fosse terribile.
Ma non è finita, ora la perra fa continuare il gioco. Mi fa bere due tazzoni di tè ben caldo, per “ayudar a purgar” e mi mette carponi a pulire i pavimenti. E il mio povero stomaco si ribalta ancora di più, continuo a fare ruttini che riportano su l’orribile sapore. Mi diranno poi le mie colleghe che sono pallidissima e dalle mie smorfie capiscono che dramma sto vivendo. E di lì a un ora iniziano i dolori di pancia, prima delle fitte e dei gorgoglii e ben presto crampi veri e propri. Mi viene ingiunto di continuare a lavorare, non devo fermarmi per “cualche dolorito”. Il dolore è tale che a tratti mi piego in due con le mani contratte sulla pancia. E poi inizia il bisogno di andare in bagno, ma niente, devo restare lì in mezzo a tutti, a pulire in ginocchio il pavimento, anche perché indosso solo i mutandoni di cotone della divisa di fatica, niente mutanda di gomma! Per fortuna riesco, non so neanche io come a resistere per un tempo infinito, fino all’ora di chiusura quando, altrimenti sarei morta di vergogna!
Ecco Monika cosa mi è successo, per aver rubato un panino ed una birretta. Ti assicuro, quando penso al sapore della purga ricevuta, mi vengono i sudori freddi anche adesso, a distanza di mesi.

Un abbraccio dalla “purgata” Nadia

(41- continua)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Complimenti alla sguattera Nadia per come scrive, il suo raccontino settimanale è diventato un must. Magari fatto leggere ad alta voce alla serva inginocchiata su un tappetino spinoso, come stimolo a evitare le lamentele, visto che vi sono serve ben più sfortunate.
Mi ha molto interessata l'uso disciplinare dell'olio di ricino, avendolo già somministrato una volta alla serva. Nadia, è stato impiegato altre volte? Potrebbe descrivere le modalità di impiego?
FrauJulia

Anonimo ha detto...

Grazie Signora per il suo interessamento alle mie vicende.
Rispettosamente, posso rispondere esaurientemente solo alla prima delle due domande: si l'olio di ricino è stato usato altre volte.
Purtroppo non ho il permesso di anticipare parti del racconto, per cui mi devo limitare a dire che la punita, con indosso la divisa di punizione oppure quella di fatica, deve inginocchiarsi e bere quell'orrore, senza fare storie.
Mi scusi ancora, se avrà la bontà di seguirmi non resterà delusa.
Umilmente
sguattera Nadia