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16 maggio 2012

PENSION BALNEARIA 39

Cara Monika,
volevo farti notare una cosa: in queste prime settimane alla Pension ho potuto fare delle osservazioni sulla cattiveria con cui noi serve veniamo punite. In particolare, ho potuto comparare le punizioni somministrate da qualche cliente maschio, con le, a noi tristemente note, punizioni somministrate dalle femmine. Salvo casi particolari, un Signore punisce le serve in maniera piuttosto blanda, non utilizzerà mai appieno la propria forza. Inoltre devo dire che i Signori non brillano di fantasia, al 90% la serva viene punita con una bella sculacciata, con colpi appunto non eccessivamente forti. Ben altra cosa quando a punire è una Signora: ben difficilmente vi saranno due punizioni uguali, inoltre una donna sa bene dove fare male ad un'altra donna, sia sul piano psicologico che sul piano fisico.
Ne è la dimostrazione una cliente della Pension che, in mancanza di Pilar, impegnata in altro, ho spalmato maldestramente di fango. La cliente in questione non aspettava altro, ha chiamato la perra e si è lamentata del mio operato, ottenendo di essere lei a punirmi. Mi sono dovuta denudare ed inginocchiare di fronte a lei. Ora, a noi serve non è permesso di portare reggiseno e a 40 anni le mie mammelle tendono ad essere un po’ cascanti. La Signora in questione si è fatta dare un paio di cinghiette di cuoio e mi ha stretto le mammelle alla base, così stretti i miei seni erano belli gonfi e paonazzi. La Signora ha iniziato a giocare con i miei “pezones”, facendoli rizzare. Devo dire che quella Signora ci sa proprio fare, con continue manipolazioni ma ha portato sull’orlo del godimento. Quando, il mio respiro ha denunciato il mio deplorevole stato, la Signora ha cambiato di colpo tattica: ha iniziato a schiaffeggiarmi le tette dal basso in alto e viceversa. Il dolore è stato improvviso ed inaspettato, sono restata proprio senza fiato! Ma la mia torturatrice ha continuato imperterrita a schiaffeggiare con grande energia. Solo quando, sull’orlo dello svenimento, ho iniziato a vacillare, ha smesso di colpirmi. Ha ricominciato a massaggiarmi e nuovamente, nonostante il dolore patito, mi ha riportato sulla soglia del godimento. A questo punto la vedo prendere da un tavolino un lunghissimo ago da siringa, lo impugna e si prepara a trafiggermi il seno! No, io non sono coraggiosa, in particolare per quanto riguarda il seno, sono molto sensibile e, se ne posso ricevere grande godimento, non sopporto neanche l’idea di venire bucata. Cerco di dimenarmi e inizio a lamentarmi, piangere e disperarmi. La mia disperazione è tale che la Signora mi propone: anziché bucarmi una tetta mi bucherà 10 volte il “culo” (si, si chiama come da noi). Che fare, non gradisco neanche le punture ma scelgo il male minore.
In realtà, con il senno di poi, la Signora mi ha abilmente manipolata. Un ago da siringa è estremamente affilato, taglia la pelle senza bisogno di troppa forza e se è affondato con decisione, provoca un dolore limitato. Invece la Signora mi pungerà con uno spillone di argento, uno di quelli che venivano usati cento anni fa. Lo spillone viene disinfettato e passato sulla fiamma. Vengo fatta inginocchiare sul Potro ma non legata. Dovrò stare ferma con la mia forza di volontà. E di forza di volontà ne ho dovuta avere molta, la Signora infilava lentissimamente lo spillone nelle mie carni, facendomi patire le pene dell’inferno. Contrariamente all’ago da siringa lo spillone buca la pelle molto lentamente, causando un dolore fortissimo. Già dalla prima puntura sono in lacrime. Prima della decima, devo confessarlo, mi scappa anche un getto di pipì. Che male Monika, un male indescrivibile. Poiché mi erano state bucate tutte e due le natiche, sì cinque buchi di qua e cinque di là come ha detto la Signora, non ho potuto sedermi senza gridare dal dolore per un paio di giorni ed il male è passato completamente dopo una settimana. Ecco, e questo è uno dei tanti episodi che potrei citarti.
Insomma, una donna può essere estremamente crudele, in particolare sul corpo della propria serva.
Ciao cara compagna di grembiule, ora devo lasciarti.
sguattera Nadia
(39- continua)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Un grazie alla sguattera Nadia per la compagnia che ci tiene con l'interessante racconto delle sue avventure. Complimenti anche a Monika per la vignetta scelta per questo post, molto intrigante!
FrauJulia