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16 marzo 2013

LANCY 2 - DENTRO LANCY

LANCY 2
di sguattera sudiciona

Grosse Jeannette assicura sotto il mento della schiava un collare d'acciaio ricoperto di gomma al quale aggancia, tramite un moschettone, una catena. Afferrato saldamente il capo della catena, la guardiana alsaziana tira senza tanti complimenti la serva di mezza età e le due donne escono dalla umida cella.

Il corridoio delle sette celle
Schiava e custode attraversano un lungo corridoio sul quale si affacciano altre sei porte che chiudono altrettante celle simili a quella che ospita la sguattera sudiciona. Mentre camminano, improvvisamente dalla quinta cella si alza un lamento, lungo e distinto, che sembra prolungarsi infinitamente nel tempo.
“Sembra un muggito”, pensa la schiava inghiottendo la saliva per evitar di rimettere. Il sudore le ha macchiato la divisa sotto le ascelle: un sudore fresco, che va a sovrapporsi e a risvegliare quello depositatosi in tante, interminabili ore di lavori forzati e di punizioni. All'udire lo strano suono, istintivamente la schiava domestica rallenta il passo. Uno strattone alla catena la ricompone, e la sguattera sudiciona si rimette in marcia, il butt plug che scava il retto, la pancia gravata dalla mistura di acqua olio e sapone, le pesanti doppie mutande che la sigillano. Le due donne procedono, scalino dopo scalino, risalendo verso il pian terreno.

Open space a Lancy
La sguattera sudiciona avanza faticosamente sui suoi zoccoli, il ventre che ballonzola grottesco sotto il grembiule, il pancione ben riempito di liquido caldo e vischioso. Cammina dietro la sua custode, attanagliata dai crampi che arrivano intermittenti. Finalmente le scale sono terminate: al pian terreno, dove si trova il Grande Salone di Lancy, un lusso luminoso, sfrenato ed eclettico travolge l'enorme open space progettato da un notissimo architetto italiano.

Mentre attraversano un labirinto di statue, librerie, folti tappeti, lampade e paraventi, Grosse Jeannette offre alla schiava domestica alcuni dettagli sulla sua nuova condizione: - Tutte voi schiave faticate sempre ben piene, sudiciona! O lavorate nel castello, o nel parco oppure venite messe sul treadmill a sgranchirvi le gambe! - Grosse Jeannette conclude il suo breve discorso con una fragorosa risata. Evidentemente l'ultimo elemento l'ha particolarmente divertita. Mentre procedono attraversando l'enorme salone, la guardiana e la sguattera sudiciona incrociano altre due schiave domestiche: sono inginocchiate a strofinare con minuziosa attenzione un tappeto, sorvegliate da una custode magra e allampanata, vestita esattamente come Jeannette, ma di qualche anno più giovane.

Altre schiave domestiche
Le due schiave domestiche hanno i grembiuli di gomma ben gonfiati dai ventri prominenti, ma a dispetto della rotondità della pancia, il resto del loro corpo è asciutto e scarno, ancorchè muscoloso. I volti, tesi in una perenne smorfia, hanno un colorito giallastro: la nuova schiava imparerà presto che quei volti sono la cosiddetta “maschera” delle schiave di Lancy, volti di donne perennemente alle prese con gli effetti di continue e ripetute “gravidanze” a base della mistura escogitata dalle due Signore del maniero. Le due serve indossano la divisa di ordinanza in tela grigia, dalle maniche corte, grembiulone di gomma verde e guanti dello stesso colore e materiale. Una delle due schiave, che apparentemente sembra sui cinquant'anni, porta anche un fazzoletto di tela grigia annodato sulla nuca; l'altra, decisamente più giovane, è a capo scoperto, le ciocche bionde zuppe di sudore che penzolano intorno ad un viso delicato, coperto di lentiggini.
Istintivamente, Grosse Jeannette si ferma, mette in mano a Hilda la catena della sguattera sudiciona e si china sulla schiava di mezza età che indossa il fazzoletto. Alla maniera in uso fra le guardiane di Lancy, la ragazza saggia attentamente la consistenza del ventre della serva premendolo e schiacciandolo più volte con con le mani.

La schiava grunisce, grufola soffiando e storcendo la bocca ma cercando, nonostante tutto, di rimanere ferma durante la rude ispezione. Dal suo ventre proviene il solito, osceno gorgoglio. Grosse Jeannette, senza smettere di premere il ventre della serva e tenendo il viso fisso e concentrato sulla sua pancia, dice all'altra guardiana: - Hilda, mi sembra che Frau Schwanger, qui, sia stata gonfiata poco! La prossima volta riempila di più, capito?
La sguattera sudiciona osserva impietrita la scena. Per qualche diabolica empatia, per una dannata sincronizzazione psicofisica che, presto imparerà, misteriosamente intercorre fra tutte le schiave domestiche di Lancy, ecco che proprio mentre il ventre della sfortunata Frau Schwanger viene sondato dalle mani della giovane e robusta guardiana, un violento crampo strizza le sue immonde budella, che cercano di espellere il liquido e insieme il tappo che lo trattiene al loro interno.

La sguattera sudiciona si piega in avanti senza nemmeno rendersene conto, tirando la catena di cui Hilda tiene in mano l'altra estremità. - Composta, vacca! - sibila la guardiana alta e magra dando uno strattone alla catena. La sguattera sudiciona lotta ancora contro il crampo: senza nemmeno essersene resa conto, si sta massaggiando la pancia, un fatto talvolta tollerato da alcune guardiane, ma evidentemente non da Hilda. - Mani sulla testa, vacca! - ordina Hilda. Tremante, in preda a una colica, la sguattera sudiciona solleva le mani guantate sopra la testa socchiudendo gli occhi, cercando di respirare lentamente e di resistere. Le gira la testa, si sente impallidire violentemente, è sicura che fra pochi secondi cadrà a terra, svenuta. Ma ciò non accade, non ora, almeno. Con gradualità, il crampo molla la presa, lasciando il terreno alla sensazione di base provata da tutte le schiave domestiche di Lancy: un irrefrenabile, impellente irrisolvibile e continuo bisogno di evacuare.

La crisi isterica di Frau Schwanger
Intanto Grosse Jeannette, la collega di Hilda, rivolgendosi direttamente alla donna carponi sul tappeto, dice, scandendo bene le parole e alzando la voce: - Capito bene, Frau Schwanger? Non ti hanno riempito abbastanza! Al prossimo turno, doppia dose!
A queste parole, qualcosa scatta nella mente ottenebrata della serva: colta da una crisi isterica, crolla il capo più volte, strizza le palpebre, poi improvvisamente si scuote tutta, solleva oscenamente la divisa sulle reni e, drizzatasi sulle ginocchia, scopre le doppie mutande contenitive in cuoio e in caucciù, le afferra alla cintola in un disperato tentativo di liberarsi e cerca di strapparsele di dosso strillando come un'ossessa.

Grosse Jeannette e Hilde scoppiano a ridere, e per qualche istante osservano la donna dimenarsi grottescamente in preda alla crisi isterica, inginocchiata e con la divisa e il grembiule arrotolati intorno alle reni, il pancione ben chiuso e teso nell'inespugnabile doppia mutanda di sicurezza.

- Ah! Ah! Ah! Cattiva bambina, Frau Schwanger, queste cose non si fanno! - la sgrida Frau Jeannette. - Credo proprio che una bella sculacciata non te la levi nessuno! Tienila ferma, Hilda!
La giovane e allampanata custode lascia cadere sul tappeto la catena della sguattera sudiciona e si lancia sulla serva isterica, afferrandola per le mutande. - In posizione, vacca! - ordina Hilda alla schiava domestica, tenendola saldamente per le mutande. Ma la schiava ha ormai perso completamente la testa: si divincola, si contorce, il pancione che fluttua e ondeggia, in un forsennato agitarsi di cuoio, tela e gomma. - Che succede qui? - Una voce controllata ma tagliente come una lama mette fine di colpo alla gazzarra. Persino la schiava impazzita ritrova, animalescamente, un briciolo di autocontrollo e smette di agitarsi, rimanendo in ginocchio col culo rivestito di cuoio ben in alto e la testa a terra, fra le braccia appoggiate al suolo, come è stata abituata a fare quando deve ricevere una punizione. Herrin Anne è bellissima, molto più bella di quanto non le fosse sembrata nel supermercato di Lugano, pensa la sguattera sudiciona mentre istintivamente abbassa la testa di fronte alla bionda padrona. - Che succede qui? - ripete Herrin Anne, senza attendersi una risposta. Poi, rivolgendosi a Grosse Jeannette, ordina a bassa voce: - Per Frau Schwanger fustigazione immediata, si cominci con 60 colpi sulle cosce, poi vedremo!|

L'open space di Lancy è ora piombato in un silenzio greve, reso ancora più pieno dal quasi impercettibile lamento proveniente dalla bocca di Frau Schwanger.
(2- continua)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Buona osservazione, quella dell'empatia tra le serve. Conosco il caso di una persona che non riesce a sopportare la vista di qualcuno che mima un attacco di nausea, senza venirne colta personalmente!
FrauJulia

Anonimo ha detto...

Devo dire che si impara sempre qualcosa, l'ispezione per valutare il grado di riempimento, tramite "massaggio" del pancione è molto interessante. Deve proprio essere un bello spettacolo, vedere le serve sudare e contorcersi, sforzandosi di resistere alla insopprimibile voglia di togliere le mani dalla testa per massaggiarsi la pancia nella speranza di lenire i dolori!
FrauJulia

Anonimo ha detto...

perche non creare un nuovo personaggio: la pony sudiciona