di sguattera sudiciona
Grosse Jeannette assicura sotto il
mento della schiava un collare d'acciaio ricoperto di gomma al quale
aggancia, tramite un moschettone, una catena. Afferrato saldamente il
capo della catena, la guardiana alsaziana tira senza tanti
complimenti la serva di mezza età e le due donne escono dalla umida
cella.
Il corridoio delle sette celle
Schiava e custode attraversano un lungo
corridoio sul quale si affacciano altre sei porte che chiudono
altrettante celle simili a quella che ospita la sguattera sudiciona.
Mentre camminano, improvvisamente dalla quinta cella si alza un
lamento, lungo e distinto, che sembra prolungarsi infinitamente nel
tempo.
“Sembra un muggito”, pensa la
schiava inghiottendo la saliva per evitar di rimettere. Il sudore le
ha macchiato la divisa sotto le ascelle: un sudore fresco, che va a
sovrapporsi e a risvegliare quello depositatosi in tante,
interminabili ore di lavori forzati e di punizioni. All'udire lo
strano suono, istintivamente la schiava domestica rallenta il passo.
Uno strattone alla catena la ricompone, e la sguattera sudiciona si
rimette in marcia, il butt plug che scava il retto, la pancia gravata
dalla mistura di acqua olio e sapone, le pesanti doppie mutande che
la sigillano. Le due donne procedono, scalino dopo scalino, risalendo
verso il pian terreno.
Open space a Lancy
La sguattera sudiciona avanza
faticosamente sui suoi zoccoli, il ventre che ballonzola grottesco
sotto il grembiule, il pancione ben riempito di liquido caldo e
vischioso. Cammina dietro la sua custode, attanagliata dai crampi che
arrivano intermittenti. Finalmente le scale sono terminate: al pian
terreno, dove si trova il Grande Salone di Lancy, un lusso luminoso,
sfrenato ed eclettico travolge l'enorme open space progettato da un
notissimo architetto italiano.
Mentre attraversano un labirinto di
statue, librerie, folti tappeti, lampade e paraventi, Grosse
Jeannette offre alla schiava domestica alcuni dettagli sulla sua
nuova condizione: - Tutte voi schiave faticate sempre ben piene,
sudiciona! O lavorate nel castello, o nel parco oppure venite messe
sul treadmill a sgranchirvi le gambe! - Grosse Jeannette conclude il
suo breve discorso con una fragorosa risata. Evidentemente l'ultimo
elemento l'ha particolarmente divertita. Mentre procedono
attraversando l'enorme salone, la guardiana e la sguattera sudiciona
incrociano altre due schiave domestiche: sono inginocchiate a
strofinare con minuziosa attenzione un tappeto, sorvegliate da una
custode magra e allampanata, vestita esattamente come Jeannette, ma
di qualche anno più giovane.
Altre schiave domestiche
Le due schiave domestiche hanno i
grembiuli di gomma ben gonfiati dai ventri prominenti, ma a dispetto
della rotondità della pancia, il resto del loro corpo è asciutto e
scarno, ancorchè muscoloso. I volti, tesi in una perenne smorfia,
hanno un colorito giallastro: la nuova schiava imparerà presto che
quei volti sono la cosiddetta “maschera” delle schiave di Lancy,
volti di donne perennemente alle prese con gli effetti di continue e
ripetute “gravidanze” a base della mistura escogitata dalle due
Signore del maniero. Le due serve indossano la divisa di ordinanza in
tela grigia, dalle maniche corte, grembiulone di gomma verde e guanti
dello stesso colore e materiale. Una delle due schiave, che
apparentemente sembra sui cinquant'anni, porta anche un
fazzoletto di tela grigia annodato sulla nuca; l'altra, decisamente
più giovane, è a capo scoperto, le ciocche bionde zuppe di sudore
che penzolano intorno ad un viso delicato, coperto di lentiggini.
Istintivamente, Grosse Jeannette si
ferma, mette in mano a Hilda la catena della sguattera sudiciona e si
china sulla schiava di mezza età che indossa il fazzoletto. Alla
maniera in uso fra le guardiane di Lancy, la ragazza saggia
attentamente la consistenza del ventre della serva premendolo e
schiacciandolo più volte con con le mani.
La schiava grunisce, grufola soffiando
e storcendo la bocca ma cercando, nonostante tutto, di rimanere ferma
durante la rude ispezione. Dal suo ventre proviene il solito, osceno
gorgoglio. Grosse Jeannette, senza smettere di premere il ventre
della serva e tenendo il viso fisso e concentrato sulla sua pancia,
dice all'altra guardiana: - Hilda, mi sembra che Frau Schwanger, qui,
sia stata gonfiata poco! La prossima volta riempila di più, capito?
La sguattera sudiciona osserva
impietrita la scena. Per qualche diabolica empatia, per una dannata
sincronizzazione psicofisica che, presto imparerà, misteriosamente
intercorre fra tutte le schiave domestiche di Lancy, ecco che proprio
mentre il ventre della sfortunata Frau Schwanger viene sondato dalle
mani della giovane e robusta guardiana, un violento crampo strizza le
sue immonde budella, che cercano di espellere il liquido e insieme il
tappo che lo trattiene al loro interno.
La sguattera sudiciona si piega in
avanti senza nemmeno rendersene conto, tirando la catena di cui Hilda
tiene in mano l'altra estremità. - Composta, vacca! - sibila la
guardiana alta e magra dando uno strattone alla catena. La sguattera
sudiciona lotta ancora contro il crampo: senza nemmeno essersene resa
conto, si sta massaggiando la pancia, un fatto talvolta tollerato da
alcune guardiane, ma evidentemente non da Hilda. - Mani sulla testa,
vacca! - ordina Hilda. Tremante, in preda a una colica, la sguattera
sudiciona solleva le mani guantate sopra la testa socchiudendo gli
occhi, cercando di respirare lentamente e di resistere. Le gira la testa, si sente impallidire violentemente, è sicura che fra pochi secondi cadrà a terra, svenuta. Ma ciò non accade, non ora, almeno. Con
gradualità, il crampo molla la presa, lasciando il terreno alla
sensazione di base provata da tutte le schiave domestiche di Lancy:
un irrefrenabile, impellente irrisolvibile e continuo bisogno di
evacuare.
La crisi isterica di Frau
Schwanger
Intanto Grosse Jeannette, la collega di
Hilda, rivolgendosi direttamente alla donna carponi sul tappeto,
dice, scandendo bene le parole e alzando la voce: - Capito bene, Frau
Schwanger? Non ti hanno riempito abbastanza! Al prossimo turno,
doppia dose!
A queste parole, qualcosa scatta nella
mente ottenebrata della serva: colta da una crisi isterica, crolla il
capo più volte, strizza le palpebre, poi improvvisamente si scuote
tutta, solleva oscenamente la divisa sulle reni e, drizzatasi sulle
ginocchia, scopre le doppie mutande contenitive in cuoio e in
caucciù, le afferra alla cintola in un disperato tentativo di
liberarsi e cerca di strapparsele di dosso strillando come
un'ossessa.
Grosse Jeannette e Hilde scoppiano a
ridere, e per qualche istante osservano la donna dimenarsi
grottescamente in preda alla crisi isterica, inginocchiata e con la
divisa e il grembiule arrotolati intorno alle reni, il pancione ben
chiuso e teso nell'inespugnabile doppia mutanda di sicurezza.
- Ah! Ah! Ah! Cattiva bambina, Frau
Schwanger, queste cose non si fanno! - la sgrida Frau Jeannette. -
Credo proprio che una bella sculacciata non te la levi nessuno!
Tienila ferma, Hilda!
La giovane e allampanata custode lascia
cadere sul tappeto la catena della sguattera sudiciona e si lancia
sulla serva isterica, afferrandola per le mutande. - In posizione,
vacca! - ordina Hilda alla schiava domestica, tenendola saldamente
per le mutande. Ma la schiava ha ormai perso completamente la testa:
si divincola, si contorce, il pancione che fluttua e ondeggia, in un
forsennato agitarsi di cuoio, tela e gomma. - Che succede qui? - Una
voce controllata ma tagliente come una lama mette fine di colpo alla
gazzarra. Persino la schiava impazzita ritrova, animalescamente, un
briciolo di autocontrollo e smette di agitarsi, rimanendo in
ginocchio col culo rivestito di cuoio ben in alto e la testa a terra, fra le
braccia appoggiate al suolo, come è stata abituata a fare quando
deve ricevere una punizione. Herrin Anne è bellissima, molto più
bella di quanto non le fosse sembrata nel supermercato di Lugano,
pensa la sguattera sudiciona mentre istintivamente abbassa la testa
di fronte alla bionda padrona. - Che succede qui? - ripete Herrin
Anne, senza attendersi una risposta. Poi, rivolgendosi a Grosse
Jeannette, ordina a bassa voce: - Per Frau Schwanger fustigazione
immediata, si cominci con 60 colpi sulle cosce, poi vedremo!|
L'open space di Lancy è ora piombato
in un silenzio greve, reso ancora più pieno dal quasi impercettibile lamento proveniente dalla bocca di Frau Schwanger.
(2- continua)
3 commenti:
Buona osservazione, quella dell'empatia tra le serve. Conosco il caso di una persona che non riesce a sopportare la vista di qualcuno che mima un attacco di nausea, senza venirne colta personalmente!
FrauJulia
Devo dire che si impara sempre qualcosa, l'ispezione per valutare il grado di riempimento, tramite "massaggio" del pancione è molto interessante. Deve proprio essere un bello spettacolo, vedere le serve sudare e contorcersi, sforzandosi di resistere alla insopprimibile voglia di togliere le mani dalla testa per massaggiarsi la pancia nella speranza di lenire i dolori!
FrauJulia
perche non creare un nuovo personaggio: la pony sudiciona
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