altro cambiamento alla Pension
Balnearia: per tre giorni siamo state messe a fare delle
approfondite pulizie: tutto deve essere lucido e profumato. Ci sono
stati consegnati innumerevoli panetti di sapone e via, a strofinare,
strizzare e sciacquare. Ci è stato ordinato inoltre di lavarci
accuratamente, sempre con il sapone di marsiglia e di indossare
divise pulite. In pratica sembra di stare, anziché nella Pension
Balnearia, in una grande lavanderia.
Il motivo di tutto questo? Lo abbiamo
scoperto ieri: una ispezione “a sorpresa” di una commissione
formata da un funzionario, tre medici ed un infermiera che sono
venuti a controllare la salubrità dei locali e l’idoneità del
personale. Va da sé che la perra e le sue aiutanti lo sapevano in
anticipo e ci hanno costretto a questo tour de force. Ovviamente al
funzionario vengono mostrati solo i locali “neutri”, quindi non
vede la noria, la stanza delle punizioni, la cella di segregazione
ecc. L’ispezione, comunque, rivela che i locali in cui soggiorniamo
lasciano molto a desiderare. L’infermiera ha praticato a tutte una
dolorosa iniezione ed una due – tre perette fastidiosissime. Poi i
medici ci hanno sottoposte, tutte indistintamente, a visite
accuratissime, tra cui una esplorazione rettale ed una visita
ginecologica completa. E’ risultato che noi serve siamo pallide ed
abbiamo uno scarso tono muscolare. I funzionari vengono invitati ad
una grande cena da quella ruffiana della perra e poi congedati con
grandi salamelecchi.
E così ben presto viene riesumato un
altro dei pezzi di antiquariato: una bicicletta. Viene chiamato un
artigiano che la sistema, su indicazioni della perra. In pratica con
le modifiche fatte, l’antica bicicletta è diventata una bicicletta
stazionaria da allenamento e grazie ad un marchingegno la pedalata
può essere resa più o meno faticosa, fino a simulare gli sforzi di
una salita estrema.
La perra mi convoca e mi dice “usted
tiene que entrenar para la Vuelta” e cioè: devi allenarti per il
Giro. Ora, non mi è mai piaciuta la bicicletta, ma non immaginavo di
certo quello che mi aspettava. Mi vengono fatti indossare dei
mutandoni di cotone pesante ed un reggiseno molto stretto. Mi fanno
salire sulla “bicicleta”, posta in pieno sole, ed iniziare a
pedalare. Una specie di tachimetro indica, con una lancetta, quante
pedalate vengono fatte, se si rallenta al di sotto di una certa
velocità inizia a suonare un campanello e, come per la noria, è
bene che la ciclista acceleri, altrimenti sono dolori.
Viene lasciata una nuova aiutante a
sorvegliarmi. Per una mezz’ora pedalo, sia pure con una certa
fatica, ormai sono tutta sudata, ringrazio il cielo che non mi sia
stata imposta la divisa di fatica, altrimenti mi sarei sciolta di
sudore.
Arriva la perra e mi dice che ora che
mi sono riscaldata è ora di affrontare un po’ di salita, muove una
leva … e quasi mi blocco, la pedalata diventa faticosissima. Mi
sollevo sui pedali, in modo da usare il peso del corpo per farli
girare, proprio come i ciclisti professionisti. Ma di lì a poco mi
dolgono le gambe e mi risiedo sul sellino. La perra non è contenta
della cosa e dopo avermi redarguito senza troppi risultati si fa
portare qualcosa che ha preparato per me: un paio di calzoncini da
ciclista di materiale elasticizzato. Solo che mentre i calzoncini da
ciclista hanno un pannolone che attutisce il contatto con il sellino,
qui sul pannolone sono state cucite delle puntine da disegno, di
quelle a 3 punte. Lo stesso per il reggiseno, devo cambiare anche
quello, con uno ancora più stretto e dotato delle fastidiosissime
puntine. Non per niente nella mia città queste puntine erano
chiamate “piattole”, infatti, al pari di questi parassiti, danno
delle fastidiosissime punture. Non riescono in effetti a bucare la
pelle, ma la segnano profondamente se ci si appoggia di peso e
comunque il loro attrito irrita la pelle, va da sé che il fatto di
essere sudate fa bruciare come il fuoco la parte tormentata. E’
così che con ….. le parti vergognose doloranti, sono costretta a
pedalare in piedi, facendo comunque smorfie di dolore. Non so per
quanto sia durato, so solo che a tratti venivo colta dallo sconforto
e mi mettevo a piangere, la perra, per svegliarmi mi rovesciava una
secchiata di acqua gelata sulla testa. E il mio destino sarà seguito
anche dalle altre sventurate, la perra vuole che noi tutte si riesca
fare l’equivalente di un centinaio di chilometri, per cui a turni
di due o tre giorni, ci toccherà questo supplizio.
Vengo fatta scendere, barcollante dalla
bicicletta, la perra ispeziona le mie parti intime, evidentemente
sono più disastrate di quanto immaginava. La assistente provvedere a
curarmi: mi lava con un catino di acqua tiepida, in cui ha messo del
disinfettante che brucia come il fuoco, poi prende una crema ed
inizia a massaggiare ... molto a lungo e molto a fondo.
Ciao cara Monika, un saluto dalla
“gregaria” Nadia.
(25- continua)