DISCLAIMER

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31 dicembre 2012

LE FESTE DELLA SERVA

Durante questo periodo capita alle Signore di festeggiare, vuoi invitando a casa, oppure di essere invitate o  recarsi presso un  ristorante.
Come ci comporteremo con la serva?
Ci ho pensato a lungo, senza tuttavia trovare la soluzione perfetta. Il mio orientamento è il seguente:
se ho degli ospiti la serva, ovviamente, lavorerà duramente fino al mattino per risistemare e rassettare tutto. A questo punto le verrà permesso di consumare gli avanzi. Nel caso che io sia invitata fuori, chiederò al ristorante, il "dog bag", in modo da collaborare allo smaltimento degli avanzi.  Insomma, comunque sia alla serva verrà concesso di consumare cibi a cui nonè abituata ed addirittura le concederò la classica fettina di panettone e il bicchiere di spumante. La serva avrà così un assaggio dei piaceri della tavola che a lei non sono più concessi, soffrendone alquanto.
Sicuramente abbiamo concesso uno strappo eccessivo alla dieta della serva, quindi, per evitare che il cibo troppo raffinato ne disturbi il pancione, la mattina dopo essa dovrà pagare lo scotto dei bagordi: una bella dose abbondante di olio di ricino, seguita da una giornata di idratazione forzata la terrà nelle vicinanze del suo secchio. E a sera,  un abbondante clistere, trattenuto a lungo, terminerà la pulizia, riconsegnandoci una serva efficiente e pronta alle fatiche che la attendono.

Concederemo alla serva gli avanzi, se però ci verrà il sospetto che abbia "piluccato" qualcosa mentre serve in tavola o prima che le sia stato permesso, una buona tazzona di caffè "addolcita" da tre cucchiaini di sale, rimetterà subito a posto lo stomaco della serva, permettendole di continuare il servizio.
FrauJulia

JANINE SOUILLON VISTA DALLA SCHIAVA ELISABETH MANDILE

Janine Souillon, portrayed in unknow and disguised manor near Lugano, CH, by older slave elisabeth mandile / Janine Souillon, ritratta nello sconosciuto e nascosto maniero nei pressi di Lugano, Svizzera, dalla vecchia schiava elisabeth mandile

Slave elisabeth mandile is owned by mistress Annika Kapyzska

SGUATTERA SUDICIONA

L'appellativo definitivo per la nostra sudiciona è d'ora in poi "SGUATTERA SUDICIONA", come indirettamente suggerito dalla deliziosa signora FrauJulia.
JS

27 dicembre 2012

IL CAMPANELLO

IL CAMPANELLO
FrauJulia

Documentandomi sull’epoca vittoriana mi sono accorta della mancanza, nelle case moderne, del campanello per chiamare la servitù. Ai tempi le serve dormivano nell’ala della servitù, in modo da garantire la privacy alle proprie Signore. Bastava però una scampanellata per farle alzare e richiedere i loro servizi. Durante il giorno, poi, le serve avevano assegnati i loro lavori ma, anche qui, un sistema di campanelli le poteva convocare rapidamente in maniera efficiente.

Ora, le moderne case sono più piccole, così basterà un campanello nel ripostiglio dove dorme la serva. Durante il giorno, poi, la Signora avrà a portata di mano un campanellino d’argento per convocare la serva in ogni momento, qualsiasi lavoro stia facendo.

Proporrei, come argomento di discussione, di stabilire che succede alla serva per una mancata o ritardata risposta.

Tratteremo la cosa come un rifiuto all’obbedienza?

Ascolteremo le eventuali giustificazioni poco credibili della serva?

Inoltre bisognerebbe stabilire un tempo massimo entro cui la serva deve arrivare, ovviamente con la divisa in ordine e le mani pulite.

FrauJulia

16 dicembre 2012

PENSION BALNEARIA 58


Serva sudiciona,
qui al “bar de tapas” mangiamo, è vero, un po’ meglio delle nostre compagne della “pension balnearia”, ma a volte abbiamo delle disavventure. Proprio ieri servo ad un tavolo, dove gli avventori, ormai ubriachi, lasciano delle buonissime cose nei piatti. Come ormai siamo abituate, sparecchio e riporto tutto all’acquaio, dove da buona sguattera dovrò lavare accuratamente tutto. Anziché buttare il tutto mangio voracemente, la padrona del bar, infatti, non bada a cosa mangiamo, l’importante è che i clienti siano soddisfatti, altrimenti …. sono dolori. Non mi sono, accorta della perra che era passata a controllare come stiamo lavorando, figuriamoci che LEI si lasci scappare una occasione per punirmi. Vengo strattonata e spintonata all’interno del bar, in vista di tutti gli avventori. La perra va in cucina e prende dei ceci secchi, li mette in un vassoio su cui poi vengo fatta inginocchiare. Era una vecchia punizione utilizzata nei collegi, non immaginavo fosse così dolorosa. Vengo lasciata lì, in vista di tutti, con le ginocchia che mi fanno un male d’inferno, per una buona mezz’ora. La perra nel frattempo era uscita, torna con un involto. Ben presto scopro cosa ha preparato per punirmi. Gli avventori vengono invitati a mettersi in cerchio, per vedere meglio. La perra apre il pacchetto, dalle scritte vedo che viene dalla farmacia del paese.
Prende una scatoletta, scarta qualcosa e mi porge una supposta. Cosa fareste al mio posto, conn una inflessibile padrona che vi porge una supposta? La prendo e faccio cenno di abbassarmi le mutande, facendola ridere. Mi dice “gilipollas, tu boca es como el culo, tienes que comer el supositorio!”. Cerco di oppormi, ma nelle sue mani è apparso, come per magia, il suo frustino preferito! Non vi sono possbilità, o mi faccio spellare viva o mi devo piegare. E così apro la bocca e ci metto la supposta, spero di riuscire ad inghiottirla. Invece la perra mi dice, in maniera agghiacciante: “hai que disfrutar: chupar y masticar!”. Sono così costretta a masticare. Non vi dico, la consistenza passa da dura a morbida in pochissimo tempo. È grassa, per fortuna quasi insapore. Reprimendo i conati piano piano la faccio sciogliere la inghiotto. Ma non è finita, da un'altra scatoletta appaiono altre supposte, già quando la perra le scarta mi arriva un odore di eucalipto, fastidiosissimo. Sono delle supposte per le malattie da raffreddamento! Chiudo la bocca, ma dopo un buon paio di scudisciate la perra mi prende per i capelli e mi costringe a metterne in bocca due contemporaneamente!
Mi scuso con le lettrici impressionabili, L’odore è insopportabile, cerco di masticarle per accelerare la loro dissoluzione, purtroppo il mio stomaco si ribella ed i conati mi fanno sputare il tutto. Mi guadagno così un'altra mezza dozzina di scudisciate sul culo nudo, tra i sorrisoni dei maschi presenti. E di seguito, altre tre supposte all’eucalipto! Per farla breve, ho la fortuna di non essere troppo debole di stomaco e, sollecitata dal dolore delle scudisciate, mastico, succhio ed ingoio. Stavolta ci riesco, per fortuna. Devo dire che tra le punizioni ricevute da quando sono entrata al servizio della Pension Balnearia, questa è tra le più umilianti e disgustose, tra l’altro ricevuta in presenza di avventori avvinazzati, che mi incoraggiano con lazzi e fischi.
Per consolarmi sogno di scambiare il mio ruolo con quello della perra, avrei delle meravigliose idee per insegnarle a non prendersela con delle povere serve.
Facendosi forte della sua laurea e del suo incarico di “consultora” ha trasformato la nostra vita in un inferno!
Sguattera Nadia
(58- continua)

PENSION BALNEARIA 57

Serva sudiciona,
qui al “bar de tapas” oltre alla perra ed alla ingeniera è arrivato un altro malefico inventore: un allevatore. Questo ha modificato due di quegli aggeggi che usano per mungere le vacche, adattandolo ad una mammella femminile. E come al solito tocca a me sperimentare la novità. Il mattino successivo, con già indosso il malefico corsetto ed inseriti gli odiati ovetti, arrivano la perra e l’”inventore”. L’apparecchio è in pratica una specie di coppa, o meglio di imbuto, realizzato in plastica di silicone morbidissima. Ha un bordo un po’ più rigido, che fa da tenuta alla base della mammella. Dai due imbuti partono due tubicini che finiscono in una pompetta, simile a quelle degli acquari, ma molto molto più potente. Il tutto è collegato alla centralina ed a batterie a telefonino.
Come ogni volta è stato chiesto l’intervento del cronista per l’inaugurazione del malefico attrezzo.
Cronista> cari ascoltatori, come vi avevo promesso, siamo tornati al Bar de Tapas. Una nuova opzione è stata aggiunta al corsetto delle inservienti. Signora Perra ci dica ….
Perra> Sono molto soddisfatta. Pensi, questa ultima invenzione è venuta da uno dei nostri cari clienti. Ve la descriverà direttamente lui.
Allevatore> vedendo le serve tra i tavolini ho pensato che limitarsi a inviare qualche scossetta a “las tetillas” era poco, meglio una bella stimolazione. E così, quando il giorno dopo sono andato a mungere, ho pensato, perché no? Ci è voluto un po’ per convincere il produttore per creare una coppa di dimensioni adatte e studiare anche una pompa di dimensioni minime. Però è sicuramente valsa la pena sia per le spese che per l’attesa..
Nadia> E così mi prende le tette, appena guarite dagli spilloni e, dopo una sommaria lubrificazione con una specie di gel, infila le coppe e le regola, tirando una fascetta. Non dà troppo fastidio, inizio a sperare di cavarmela con poco. Invece ….
Allevatore> “Lista para ordeñar”
perra> Bene iniziamo pure.
Macchina> Ciomp …. Ciomp …… ciomp ….. ciomp ….. ciomp …
Nadia> Ragazze, che strana sensazione, è come se una bocca gigante stesse poppando. So cosa posso aspettarmi dalla perra ma per il momento è piacevole …. Insomma, mi rilasso ed inizio a godere.
perra> Ci risiamo, “esta estupida zorra” sta godendo……. Click
Macchina> ciomp .... ciomp ….. SLAP SLAP SLAP
Nadia> AAAAAHHHH …… AIAAAA che male! E’stato come se qualcuno mi schiaffeggiasse le tette con una tavoletta di legno. Mi contorco sperando che il dolore si calmi un po’.
perra> Te gusta, puta?
Agricoltore> Ha visto, signora Perra? Come le dicevo, premendo si inverte il senso della pompa succhiante ed il risultato è notevole.
perra> Certamente, anzi adesso lo proviamo assieme al resto della centralina. E tu “zorra” smettila di lamentarti, dovresti essere onorata di provare per prima queste invenzioni!
Ingeniera> Siamo subito pronti, devo solo attaccare qualche filo alla centralina……
perra> Faccia pure con comodo. Cronista, la vedo un po’ silenzioso.
Cronista> Cari ascoltatori, il nuovo apparecchio sembra funzionare benissimo. Anche la serva sembra averlo apprezzato. Ora ci apprestiamo a seguire il funzionamento della centralina completa di tutto. Spero che le batterie abbiano sufficiente carica …
Ingeniera> Non si preoccupi, con le nuove batterie riusciamo a fare una intera serata, con un solo cambio.
perra> Ingeniera, si ricordi che ai “pezones” deve anche applicare gli elettrodi per la stimolazione elettrica, non vorrei che “esta zorra” poi si lamenti…
Nadia> Ecco, te pareva che si dimenticasse qualcosa? Questa ha proprio il bollino “bastard inside”!
Ingeniera> Lista …. CLICK …… CLICK ……. CLICK
Nadia> Ed ecco che si ricominicia! Ad ogni CLICK di un interruttore una nuova sensazione: dapprima gli ovetti, che vi avevo già descritto, iniziano a vibrare, poi iniziano le scossettine alla patata ed ai capezzoli. Vi confesso che sono già bagnata.
Perra> E’ il momento, vada!
Ingeniera> CLICK
Macchina> CIOMP …… CIOMP …… CIOMP ….. CIOMP ….. CIOMP……CIOMP
Nadia> Mmmmmmhhhh, devo appoggiarmi ad un tavolo per non cadere! Sto godendo come non mai.
Perra> Ora!
Ingeniera> CLICK…..
Macchina> ciomp …. Ciomp …… SLAP …. SLAP ….. SLAP ….. SLAP ……
Nadia> UAHHHHH …………………….. NOOOO EMPIEDAD NOOOOO …………
Cronista> Caspita, che reazione!
perra> Visto? Finalmente ho la possibilità di graduare le sensazioni della punita, dal godimento più smodato, fino al dolore più profondo. L’accoppiata dello schiaffo alle mammelle e delle scosse nei punti sensibili è perfetta.
Cronista> Anche questo verrà comandato dai clienti del bar, tramite il telefonino?
Nadia> Finalmente la seduta finisce. Mi tolgono le coppe e le mie povere mammelle sono livide.
perra> No, questo verrà utilizzato solo da me e dalle mie sorveglianti….. vede come sono sofferenti “las tetas?”. Non voglio mi rovinino le serve troppo rapidamente…..
E così, serva sudiciona, se ne è andata un'altra settimana di servizio al bar de tapas. Pensa che le altre serve della Pension Balnearia ci invidiano, poiché noi mangiamo meglio, grazie agli avanzi dei clienti. Spero che prima o poi alcune delle invidiose possano venire a sperimentare di persona le delizie del “bar de tapas”. Francamente è meglio passare un giorno alla noria nutrite a pane ed acqua che una giornata come quella di oggi!
Un saluto.
Sguattera Nadia
 (57- continua)

25 novembre 2012

LA PUNIZIONE DI SGUATTERA SUDICIONA 3/4

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drawing by slave Elisabeth Mandile ©Annika Kapyzska

LA MIA PUNIZIONE - 3
di sguattera sudiciona

Accovacciata sul secchio di zinco, mi è stato permesso di svuotarmi. La panciona si è sgonfiata, mi sento esausta e madida di sudore che sulla schiena si raffredda lentamente.
- Bene, bene bene, fra non molto l'olio di ricino dovrebbe cominciare a far effetto sul serio... è tempo di preparare la nostra bestia da soma sudiciona, vero Rose? 
Sogghignando, la possente infermiera altoatesina mi afferra di nuovo per un orecchio e bruscamente mi solleva dal secchio. Mi ordina di denudarmi completamente, poi sempre tenedomi saldamente per un orecchio mi spinge sotto la doccia per un'energica strigliata a base di acqua gelata. Indossando un grembiule di gomma bianca e guanti dello stesso materiale e colore, la donna mi strofina con una specie di spugna che in realtà è costituita da urticante crine di cavallo avvolto attorno a una mattonella di legno. 
L'effetto dello strofinìo sulla mia povera pelle è terribilmente irritante, e in breve la cute si arrossa nonostante sia costantemente innaffiata dall'acqua freddissima. 

Terminata la “pulizia della schwein”, come dice Rose M. l'infermiera altoatesina, vengo fatta rivestire in fretta, senza che mi sia permesso di asciugarmi. Questa volta devo indossare la divisa da fatica, sulla quale mi devo allacciare un pesante grembiule di gomma verde; ai piedi, zoccoli di gomma dello stesso colore e niente calze. 
Sotto, ecco pronto per me pannolone e doppie mutande: prima un paio di normali mutande di gomma da incontinenza; sopra quello, mi infilerò il mio ormai abituale paio di robustissime e impermeabili mutande da contenzione. 
Ma prima di indossare la doppia mutanda, l'infermiera mi ordina di piegarmi, di afferrare i glutei saldamente e di divaricarli. Poi in tono brusco mi grida di “spingere”, come se dovessi defecare. Per fortuna non ho più acqua nella pancia: in questo modo l'operazione non ha spiacevoli conseguenze. Ho appena iniziato a spingere, ed ecco che un grosso plug di gomma a forma conica mi viene bruscamente inserito nello sfintere: con tre colpi progressivi, di intensità crescente, l'esperta infermiera inserisce il tappo che non va a finire dentro il mio intestino solo grazie alla base di gomma, un disco circolare che lo blocca all'esterno impededogli di proseguire il suo cammino all'interno delle mie miserabili viscere di sguattera. 
Purtroppo non posso fare a meno di notare che il mio sfintere è decisamente dilatato, e ripensando alle minacce dell'infermiera, comincio a preoccuparmi davvero. Nonostante sia stata allargata parecchio, le dimensioni e la forma del tappo sono tali per cui nulla mi distoglie dal pensarci in continuazione: di fatto la presenza del plug nel mio retto diventerà nella prossima ora una delle due ossessioni su cui rimarrò costantemente concentrata.

Mentre l'infermiera chiude il lucchetto delle mutande contenitive, un orribile gorgolìo improvvisamente si scatena dentro la mia pancia e un'ondata di nausea mi sopraffà: il deleterio effetto dell'olio di ricino comincia a farsi sentire. 
L'infermiera altoatesina Rose M. sembra apprezzare particolarmente la cosa: sorridendo, mi massaggia ruvidamente la pancia e la comprime, compiaciuta. Madame Janine si siede comodamente su una poltroncina tutta rivestita di cuoio nero, accavalla le gambe, spinge leggermente indietro la testa, socchiude gli occhi, infine si accende una sigaretta e mi fissa.

- Mani sopra la testa, sudiciona! - sibila. Eseguo, mentre dentro la mia pancia avvengono sobbolimenti e movimenti a dir poco imbarazzanti. - E ora, sudiciona, per completare la tua punizione, accompagnerai Rose al supermeracato e porterai a casa la spesa. Rose M., l'infermiera altoatesina, intanto si è preparata per uscire. Indossa un meraviglioso cappotto extralungo in scintillante pvc nero che nasconde parzialmente la divisa da infermiera, anche se la sua qualifica è resa evidente dalla cuffia bianca inamidata su cui spicca la croce rossa. Al posto degli zoccoli bianchi, calza un paio di stivali in pelle dal tacco vertiginoso.

Così abbigliate, usciamo: lei davanti, io dietro nella mia divisa da fatica, sporca e macchiata di sudore, il ventre che comincia a gonfiarsi di nuovo, fasciato nel grembiule di gomma da sguattera, e il sapore dell'olio di ricino che lentamente dallo stomaco ricomincia a invadere la mia bocca. A ogni passo, lo “slosh, slosh” delle mutande di gomma si fa sentire, e il tappo di gomma sembra volersi perfidamente fare strada fra le mie viscere. Per fortuna il disco esterno lo blocca, altrimenti il mio intestino sconvolto lo inghiottirebbe senz'altro. Camminiamo per strada e io mi sento morire di vergogna al pensiero di dovermi mostrare in pubblico in queste miserabili condizioni. Sul marciapiede, fra la gente che passa frettolosa e ignara, non vengo notata più di tanto. 
La divisa e il grembiule in effetti attirano l'interesse occasionale di qualcuno, ma nell'insieme per mia fortuna passo abbastanza inosservata. Le spesse mutande di contenzione, all'aperto, diventano ancora più rigide e pesanti, ma lo sfregamento della gomma sulla mia vulva è ridotto al minimo, e comunque non abbastanza da farmi provare piacere: con queste mutande addosso, ne sono consapevole, mi attende ormai una vita completamente priva di qualsiasi tipo di soddisfazione sessuale. Ho paura, non è che per questa continua infinita frustrazione diventerò matta? E l'essere quotidianamente, perennemente ingravidata dall'infermiera che effetti collaterali avrà? Vivere in questo modo mi sembra insopportabile... eppure non ci sono alternative. 
Mentre penso furiosamente, per distrarre il mio intestino dalla pressione dolorosa e dai crampi che comincio a sentire, senza accorgermene siamo arrivate proprio davanti all'entrata del supermercato. Il mio ventre è di nuovo bello gonfio, e tende il grembiulone di gomma.

L'infermiera con un sorrisetto mi tende la lista degli acquisti, stilata nella calligrafia precisa e minuta di Madame Souillon. È una lista assai lunga, copre quasi tutta la pagina color crema, strappata da uno dei preziosi taccuini di Madame. Due signore ben vestite, belle e sulla quarantina, vicine alla cassa. hanno notato la scena. Si guardano fra di loro con sottili cenni d'intesa, una mi scruta da capo a piedi, l'altra per un attimo sembra sorridere all'infermiera
(3- continua)

10 novembre 2012

PENSION BALNEARIA 56


Serva sudiciona,
siamo sempre in servizio al “bar de tapas”, ormai da settimane. Dovendo lavorare in pubblico, la perra ha leggermente cambiato i nostri ordini: ora dobbiamo lavarci accuratamente tutte le mattine, usando il sapone da bucato. Le divise, vanno lavate almeno ogni due giorni, peccato che, non avendo ricambi ci tocchi poi stirarle ed indossarle ancora umide. Ormai si è formata una clientela “affezionata” che pretende al proprio tavolo me o Pilar. Il giochino con i telefonini sta spopolando, tanto che l’ingeniera ha dovuto costruire altre scatolette che sono applicate anche ad un paio delle cinesine. Loro hanno però meno successo, forse perché troppo basse fanno tenerezza.
L’ingeniera ha installato dei nuovi set di batterie che durano tantissimo, così ci è stata tolta anche la pausa, dobbiamo continuare a lavorare fino allo sfinimento. Come se non bastasse, ora le scosse sono molto più forti, tanto che spesso non riusciamo a reggere e ci cade qualcosa dal vassoio.
Ovviamente la perra ha provveduto: ai nostri vassoi sono state agganciate un buon numero di mollette da bucato, quelle di legno, utilizzate dalle nostre nonne. Così, ad ogni vassoio rovesciato, oltre alle scosse somministrate direttamente dal cliente, la perra ci applica una molletta. E devo dirti che, nonostante io ne abbia passate di tutte, le mollette ai capezzoli non sono per niente piacevoli quando ti vengono lasciate applicate per delle mezz’ore. E poi capita il cliente che si diverte a toglierle e massaggiarti il capezzolo, scatenando altri dolori. E se è cattivo, una volta ripresa la circolazione, rimette “in sito” la molletta, facendoti piangere. Non ti racconto in che altro posto la perra ci attacca le mollette. Per fortuna lo fa solo se l’infrazione è grave, perché diventa quasi impossibile continuare a lavorare, come lei pretende, con una molletta che ti martirizza il bottoncino!
Per nostra fortuna la perra non resta qui al bar troppo a lungo, infatti continua ad imperversare anche sulle nostre colleghe alla “pension balnearia”.
Ho potuto leggere i tuoi diari, caspita, hai una Signora di polso! Ti esorto all’obbedienza ed attendo di poter leggere il seguito.

sguattera Nadia.

20 ottobre 2012

PENSION BALNEARIA 55


Serva sudiciona,
proseguo il racconto delle mie avventure lavorando al “bar de tapas”.
Come avevo illustrato siamo ormai delle serve “on-line”, ma non sempre questo viene apprezzato. Proprio ieri mi è toccato servire ad un tavolo di una compagnia di anziani. Vestiti eleganti, con uno stile “di una volta” che qui va molto nelle occasioni formali, matrimoni eccetera.
Arrivo al tavolo per le ordinazioni e mi dicono chiaramente che di usare il telefonino non se lo sognano neanche, vogliono essere serviti in maniera tradizionale da una cameriera che si comporti “como debe ser”. E così porto la carta delle tapas e la ben più nutrita carta dei vini. Ricevuto l’ordine mi affretto a servirli, e qui commetto il primo errore, servo indifferentemente, il primo che capita uomini e donne. Non l’avessi mai fatto, l’anfitrione mi ordina di portare “el batidor de cuero”. Ora, parlo passabilmente questa benedetta lingua, ma non comprendo proprio, irritandolo ancora di più. Finisce che si alza di persona e va a parlare con la padrona. Torna al tavolo e mi mostra l’oggetto che aveva richiesto: una pesante cinghia di cuoio beni ingrassato, larga 10 centimetri e lunga almeno 60. Capisco subito quale può esserne l’uso quando il signore se la picchia sul palmo di una mano, guardandomi negli occhi. Inutile dire che prima avvampo e poi sbianco. Comunque a quanto pare il mio errore è ancora veniale, però “el cuero” resta lì sul tavolo, a portata di mano. Ma, innervosita da questo oggetto, ben presto commetto altri errori: non riempio subito un bicchiere vuoto e faccio cadere una forchetta. Con fare annoiato l’anfitrione mi ordina di passare nella saletta adiacente, dove non c’è nessuno. Qui mi fa abbassare le mutande e rialzare la divisa. Operazione facile per una che indossa il corsetto! Finalmente riesco ad eseguire l’ordine e, impugnata la cinghia all’estremità mi somministra sei sonorissimi colpi. Fanno male, penso che il rumore del cuero si sia sentito anche per strada. Poi il signore, paonazzo, inizia a palpeggiare e toccare un po’ dappertutto. E qui devo confessare che io, anziché cercare di resistere, come dovere di noi serve, vado un po’ in confusione. Finisce che quando, dopo un po’, la moglie del signore viene a controllare che sta succedendo, sono inginocchiata di fronte al signore e non sto consumando un “calippo”! La signora prima avvampa e poi sbianca. Convoca concitatamente le altre signore. Gli uomini vengono rispediti a casa. Sudo freddo e mi viene da vomitare. Se la perra viene a sapere quello che ho combinato mi fa murare viva. Piango e mi dispero, mentre la signora offesa si sfoga in silenzio, facendo a pezzi il proprio fazzoletto. Interviene la signora più anziana. Evidentemente sospetta in che situazione ci troviamo noi serve alla Pension e inoltre vuole evitare alla propria amica la vergogna di divulgare l’accaduto. Propone di chiudere la faccenda qui, tra donne, andi, come dice lei “es una question de mujeres”. In pratica devo accettare di essere punita dalla signora offesa, immediatamente, davanti a tutte, lei farà da arbitra e mediatrice. Mi avverte, però che la punizione sarà comunque molto dura, in modo da scoraggiarmi per il futuro. Che devo fare? Accetto, sempre piangendo.
Le signore confabulano, mentre io rabbrividisco in un angolo. Poi la signora più anziana si avvicina, sono giunte ad una sentenza. Mi fanno denudare completamente. Poi rimuovono dai propri scialli i decorativi enormi “imperdibles”, gli spilloni da balia. Una signora si allontana e di lì a poco torna con cotone ed alcool denaturato. Mi fanno mettere supina su di un tavolo, mi infilano un paio di mutande in bocca e mi imbavagliano ben bene, nessuno deve sapere cosa sta succedendo, questo anche nel mio interesse. Con orrore vedo che improvvisano un bruciatore e sterilizzano gli spilloni. Ora la signora offesa prende un grosso batuffolo di cotone ed inizia a disinfettarmi, dapprima i capezzoli e poi le grandi labbra. Anzi, sadicamente inizia a strofinare anche le mucose. Non vi dico il bruciore, mi sembra che mi passi un tizzone ardente. Le altre signore sono tutte attorno, serie ed interessate mi tengono ferme gambe e braccia. Una mi asciuga i goccioloni di sudore e le lacrime. Si sentono solo i miei mugolii. La cosa dura a lungo, la signora ha capito che l’alcool mi fa soffrire e ne approfitta. La signora più anziana guarda l’orologio e dice che è ora di passare a cose più serie. Mani impietose mi tirano prima un capezzolo e poi l’altro e, lentamente mi viene infilato lo spillone. Devo dire che la sofferenza è tremenda, contrariamente ad un ago di siringa che entra senza fatica questo deve essere spinto a forza e l’aguzzina vuole apprezzare fino in fondo le mie sofferenze, per cui fa durare l’operazione il più a lungo possibile.
Ma non è finita, le dita dell’aguzzina tirano le grandi labbra, le uniscono ed un atroce dolore mi fa capire quello che accade, lo spillone le attraversa ambedue. Mi vengono messi ben quattro spilloni.
Purtroppo per me, non riesco a svenire. Devo soffrire l’operazione fino alla fine. E alla fine l’aguzzina riprende il batuffolo di alcool e si diverte a lungo.
Alla fine mi fanno rialzare e mi tolgono il bavaglio. La signora più anziana mi costringe ad inginocchiarmi davanti ad una per una, e mostrare le mie vergogne praticamente cucite dagli spilloni. Mi chiederete se fa male? Mi pare di avere dei tizzoni accesi! Tra i singhiozzi devo chiedere pubblicamente scusa e auto-insultarmi a lungo.
Poi l’aguzzina mi si avvicina, mi irrigidisco temendo chissà cosa, invece mi bacia, dicendomi che per lei la faccenda è chiusa così, che io non ci riprovi più con nessuno dei loro mariti.
Le sofferenze, però non sono finite, le spille da balia devono venire aperte e sfilate. Mordo un fazzoletto, per soffocare i miei lamenti. E, gran finale, una bella ultima disinfettata che brucia come il fuoco.
Ora le signore sono soddisfatte. Fanno portare del ghiaccio e con questo posso calmare il terribile bruciore. Poi vengo fatta rivestire e, sia pur con l’aspetto stralunato e la camminata dolorante, devo tornare al lavoro, in modo che la perra non si accorga di nulla.
sguattera Nadia
(55- continua)


UN COMMENTO DELLA SGUATTERA NADIA

disegno di Georges Pichard
Serva sudiciona,
aderisco all'invito di Madame Janine, di valutare i tuoi elaborati, esteso anche alle sguattere.
Per la prima parte, sicuramente gli errori concettuali, evidenziati dalle Signore, portano ad una valutazione insufficiente. proporrei, però un 5, visto che scrivi "a pancia gonfia" e noi serve sappiamo bene cosa significhi e quanto dolore si avverta ad ogni ondata di contrazioni, mentre si "stringe" disperatamente.  La seconda parte è invece migliore, per me è un 6.
Mi resta però un dubbio, che forse verrà chiarito nella terza parte: l'olio di ricino non ha poi avuto il tempo di fare il suo effetto, mi sa che dopo il "parto" avrai avuto a lungo dolori di pancia, come se il "travaglio" continuasse inesorabile. Sai, leggendoti mi sembrava di sentire il sapore riproposto dagli infiniti "ruttini" che ti tormentano a lungo dopo averlo bevuto.
Non ti invidio, con tutte le punizioni che ho subito non mi hanno mai "inserito" una mano. Mi ha atterrito la minaccia  di romperti .... dietro, spero che la tua padrona abbia pietà, avere intorno una serva sempre imbraghettata e puzzolente non sarebbe sicuramente piacevole. Meglio le buone vecchie punizioni ad effetto immediato e che non lasciano strascichi.
Ma questa è solo la supplica di una inutile sguattera dalla lingua lunga, Madame Janine mi perdoni.
sguattera Nadia

18 ottobre 2012

LA PUNIZIONE DI SGUATTERA SUDICIONA 2/4

nota di Janine Souillon:
serva sudiciona è stata costretta dall'infermiera a correggere il suo primo indecente report in ginocchio e a scrivere il secondo ben gravida e sigillata nelle sue mutande di contenzione.
Devo dire che la gravidanza, in una sguattera che ha passato i 50 anni (seppur da poco), è davvero commovente.
JS
disegno della schiava Elisabeth Mandile © Annika Kapyzska

LA MIA PUNIZIONE – 1
di sguattera sudiciona

12 ottobre 2012

ore 5,00 del mattino
Mi hanno fatta alzare verso le cinque del mattino svegliandomi bruscamente e traendomi dalla mia posizione prona, ormai quella abituale per me. Tutte le notti infatti vengo assicurata a un lettino a pancia sotto, tenuta ferma al letto da polsiere e cavigliere che mi mantengono in una posizione dalla quale posso essere riempita a piacimento con un clistere notturno dall'infermiera Rose M., donna di fiducia di madame Janine.
L'infermiera ha infilato dei guanti di gomma, si è messa il grembiule di gomma da lavoro e ha controllato con la mano lo stato delle mie mutande di contenzione, le ha aperte con la chiave, ha controllato e ispezionato il pannolone e ha poi richiuso il tutto, non senza avermi dato un forte pizzicotto alle grandi labbra. Madame Janine aveva fatto preparare dalla sua infermiera Rose M. un carrello con un bicchiere di metallo e una brocca da due litri e mezzo di acqua: in piedi, a intervalli di 5 minuti, ho dovuto bere il contenuto della brocca. Gradualmente sentivo la vescica gonfiarsi, finchè la pressione, terminato il contenuto della brocca, è diventata quasi insopportabile. Anche lo stomaco era gonfio, sembravo già gravida.
Gli ultimi bicchieri sono stati difficili da mandar giù, ma se la serva sudiciona avesse vomitato, avrebbe dovuto leccare dal pavimento la sua deiezione, e quindi per la paura ha cercato di controllarsi fino alla fine.
L'infermiera ha poi controllato bene la chiusura della mie mutande di contenzione, mi ha fatto allargare le gambe, ha sollevato la divisa da fatica sulle mie reni, mi ha fatto tendere le braccia dritte in avanti, le palme rivolte in alto. Poi mi ha fatto accovacciare, in equilibrio sugli zoccoli di gomma, il sedere ben sporto in fuori. L'infermiera, sotto lo sguardo impassibile di Madame Janine, si è seduta su un basso sgabello a fianco dlla serva sudiciona. Dapprima ha compresso il ventre della serva sudiciona, ha dato alcuni colpi secchi sotto le mutande di contenzione, poi, ho sentito un sibilo: stava per inziare la fustigazione.
Il primo colpo è stato forte, secco e bruciante. Per chi non l'abbia mai provata, la canna della fustigazione produce sulle natiche della punita un dolore intensissimo e acuto, a metà fra una scossa elettrica e un morso. A intervalli regolari, la serva sudiciona ha subito 25 colpi, contandoli ad alta voce. Contare, come Madame Janine ha sempre detto, aiuta la serva a sopportare i morsi della canna, la tiene vitale e concentrata, le impedisce di soccombere completamente al dolore e all'umiliazione. Il difficile per la serva sudiciona è non lasciar sfuggire il piscio di cui la serva sudiciona è completamente piena. L'infermiera Rose M. ad ogni colpo mi ricorda che il piscio prodotto da serva sudiciona dovrà essere raccolto in un apposito contenitore, e che quindi non una goccia deve andare perduta dalla serva sudiciona.
Io mi concentro come posso e sono convinta di avercela fatta: il sedere brucia terribilmente e la testa mi gira, ma riesco a rimanere nella mia posizione di squatting fino alla fine degli interminabili 25 colpi. L'infermiera si ferma, posa la bacchetta e prendendomi per un'orecchia mi tira su. Mi ordina di mettere le mani sulla testa e di tenere la gambe larghe. Apre il lucchetto delle mie mutande di contenzione, estrae l pannolone e una smorfia di disgusto si disegna sul suo bel volto di altoatesina. Tocca con un dito il pannolone e mi mette l'indice sotto il naso: è bagnato. Brutalmente schiaccia il pannolone sulla faccia della serva sudiciona, che avverte l'odore della propria orina. Il pannolone viene assicurato con un robusto nastro adesivo alla faccia della serva sudiciona, come se fosse una maschera. Le mutande di contenzione mi vengono reinfilate sopra, e nuovamente chiuse. Sento il contatto della gomma spessa e solida sulla mia passera.
Voce di Madame Janine: - A quest'età può essere un problema di incontinenza?
Voce dell'infermiera Rose M.: - Dipende, la sua serva ha avuto molte gravidanze?
Madame Janine: - Che io sappia, una soltanto. Ma d'ora in poi, mia cara, questa sudiciona sarà quasi sempre gravida!
Madame Janine e Rose M., l'infermiera altoatesina, ridono di gusto.
(1- continua)

LA MIA PUNIZIONE – 2
di serva sudiciona

12 ottobre 2012

L'infermiera, istruita dalla padrona Janine Souillon, mi ordina di eseguire 30 squatting a gambe ben divaricate, a ritmo sostenuto. Con il pannolone bagnato del mio piscio attaccato alla faccia, respiro con difficoltà e il ritmo dell'esercizio presto diviene insostenibile. - Forza sudiciona, più ritmo! - incalza l'infermiera. Appena mostro di rallentare, Rose M., la rigida infermiera altoatesina mi “sculaccia” la passera con un largo cucchiaio di legno. Poichè ben presto si accorge che i colpi di incoraggiamento sono attutiti dalle mutande di contenzione, mi ordina di toglierle per tutta la durata delle flessioni.
I colpi di cucchiaio a questo punto diventano dolorosissimi, e la stanza della punizione accoglie solo tre rumori: l'affannoso respiro della serva sudiciona e il “ciaf! ciaf!” dei colpi di cucchiaio sulla sua vagina seguiti da degli squittii di dolore.
I muscoli delle gambe si irrigidiscono, rallento sempre di più, il dolore mi confonde, in prossimità del ventitreesimo colpo ho un cedimento.
L'infermiera si arrabbia molto, dice delle cose in tedesco che non capisco, si piazza davanti a me a gambe divaricate, i suoi zoccoli di gomma sono saldamente ancorati al pavimento di linoleum della saletta delle punizioni, mi afferra per le orecchie e gli ultimi squatting me li impone tirandomi per i padiglioni. Mi gira la testa, faticosamente arrivo alla fine del penoso esercizio.
Madame Janine mi ordina di accovacciarmi, mi tolgono il pannolone dalla faccia e l'infermiera mi mette davanti un contenitore di plastica e mi ordina di pisciare. Devo riempirlo velocemente. Non ci metto molto, la mia vescica scoppia, ma devo stare molto attenta a non versare fuori dal contenitore il mio "prodotto" color giallo paglierino.
Mi dicono che una Signora ha consigliato di raccogliere 500-600 cc del mio “prodotto”, e l'infermiera preme sulla mia pancia per accelerare quella che cheima la “mungitura della sudiciona”.
Finito di pisciare nel contenitore, l'infermiera mi sculaccia la pancia e dice “Das ist gut, sklavin schwein!”.
Il pannolone lo devo rimettere bagnato nelle mutande di contenzione, e subito dopo devo reindossare lo strumento col quale sarà per sempre corretta e impedita la mia odiosa e sudicia abitudine. Mi fanno mettere in ginocchio.
La divisa di punizione, mai lavata in tre anni, è bagnata sotto le ascelle, sotto i seni, sulla pancia dove è a contatto col grembiule di gomma, e sulla schiena.
- È l'ora della poppata, pisciona sudiciona! -
L'infermiera prende dal vassoio di acciaio un biberon pieno di olio di ricino.
Mi afferra il naso col pollice e l'indice, mi infila in bocca il beccuccio di gomma del biberon e mi ordina di poppare. Il sapore è disgustoso, e più volte sono scossa dai conati di vomito.
Dietro di me Madame Janine si è posizionata impugnando una canna di bambù, e mentre poppo come una disperata, mi rifila altri dieci colpi sulle gambe.
- A queste bestie da soma il sedere alla fine si incartapecorisce, così almeno dice il Marquis De Sade! Meglio quindi passare, ogni tanto, alle gambe! - dice la padrona fustigandomi fra un sorso e l'altro.
© Georges Pichard
Finito il disgustoso contenuto del biberon, vengo messa a quattro zampe per terra e mi ordinano di pulire il pavimento accuratamente. La puzza di sudore della divisa da punizione, unita al terribile oleoso sapore del contenuto del biberon mi stordiscono.
Ogni volta che ho finito di pulire il pavimento strofinandolo con uno straccio, devo prima vuotare e poi riempire nuovamente il secchio e ricominciare da capo. Lavo e rilavo per circa un'ora, sono stremata, intanto la pancia comincia a gogogliare. Al termine dell'ultima lavatura vengo rimessa in piedi dall'infermiera altoatesina Rose M. che a questo punto mi ordina di bere il mio stesso piscio. “Forza pisciona, bevi tutto fino all'ultima goccia!”. Tremante, bevo: l'orina fredda è disgustosa, anzichè sciacquarmi la bocca, il suo sapore si sovrappone al terribile gusto dell'olio di ricino. Ora sono convinta di essere davvero piena: nella vescica si è formata altrà pipì, nello stomaco ho quella che mi hanno fatto bere, insieme all'olio di ricino. Ma non basta: l'infermiera mi ordina di togliere le mutande di contenzione e il pannolone, poi mi fa salire sul lettino di ferro delle punizioni, a pancia sotto. Accanto al lettino è posizionato un grosso contenitore per clisteri in plastica bianca, da tre litri: sarò ingravidata. -Preparati, sudiciona: sarai ripulita da un vero clistere da punizione! - l'infermiera armeggia con tubi e ugelli mentre io vengo legata con le cinghia a pancia sotto dalla stessa Madame Janine. La divisa da punizione viene sollevata e rimboccata sopra le reni. L'infermiera lubrifica la mano guantata di gomma, infila una mano sotto il mio geembiule di gomma, all'altezza del ventre, poi unisce le dita della mano guantata e la infila nel mio sfintere, per allargarlo a dovere. Gradualmente la mano di Rose M. si fa strada nel retto mentre la donna mi ordina di non serrare per nessuna ragione i muscoli, altrimenti per punizione sarò resa incontinente per sempre! La mano dell'infermiera è entrata quasi per intero nel mio povero retto, lo sfintere è tesissimo, all'improvviso senza rendermene conto reagisco istintivamente all'intrusione e stringo. L'infermiera impreca in tedesco poi aggiunge in italiano: - Se Madame Janine me lo permette, ti farò un lavoretto di cui porterai le conseguenze per sempre, brutta sudiciona! Janine Souillon sibila: - Certo, ma ogni cosa a suo tempo, Rose. Ogni cosa a suo tempo.
Intanto la mano guantata e lubrificata è stata estratta dal mio sedere, per essere sostituita da quello che sembrerebbe un enorme dildo di acciaio.
In realtà è l'ugello del clistere, davvero enorme, ma io sono ancora dilatata dalla mano dell'infermera, ragion per cui il mostro d'acciaio si fa strada facilmente nel retto.
Una volta entrato, l'enorme ugello viene aperto da Rose M. e improvviso un fiotto di acqua tiepida invade il mio intestino.
La sensazione all'inizio è quasi piacevole, ma dopo quello che potrebbe essere un buon litro d'acqua, ecco che la temperatura del liquido diminuisce gradualmente. I crampi iniziano subito mentre il mio pancione tende il grembiule.
L'infermiera ogni tanto “saggia” il mio pancione per controllare lo stato di tensione, mentre I crampi aumentano e sale la nausea.
Quando i tre litri del clistere sono finiti tutti dentro di me, l'infermiera mi massaggi vigorosamente la pancia, mi slega e mi fa alzare. Mi muovo con cautela, la pancia è grossa e i crampi sono terribili, la voglia di evacuare mi ossessiona, ma l'ugello d'acciaio è rimasto in... sede e ora, chiuso ermeticamente, fa da tappo.
Vengo portata in cucina, sembro davvero incinta, il grembiule di gomma è teso sulla pancia, cammino a passettini sui miei zoccoli di legno, vengo messa al lavello.
A ondate i crampi scuotono le mie povere viscere mentre sento gorgogliare nello stomaco l'olio di ricino. Dovrò resistere in questo stato, tappata e ingravidata, per almeno 30 minuti.
Poi, se avrò lavato bene tutti i piatti e pulito il pavimento, potrò scaricarmi davanti all'infermiera. Non so come, fra atroci dolori e rivoli di sudore, riesco a portare a termine il lavoro, aiutata mio malgrado dal tappo d'acciaio.
Presa per l'orecchio vengo fatta accovacciare su un grosso secchio di zinco.
- Al mio via, toglere il tappo! - dice l'infermiera sogghignando. Io sono rossa vergogna, l'umiliazione è davvero troppo grande. “
- Via! - grida l'infermiera.
Tiro, ma l'ugello d'acciaio è molto grosso, e non esce.
L'infermiera si spazientisce, comincia a premere le mani sul mio pancione. Presa dal panico e in preda ad atroci dolori, tiro e tiro finchè il tappo viene via di colpo. Da quell'istante, inizio a scaricarmi violentemente fra i crampi, mentre l'infermiera divertita e disgustata allo stesso tempo, si gira dall'altra parte turandosi platealmente il naso.
- Che parto indecente! - commenta Madame Janine.
(2- continua)

17 ottobre 2012

DA FRAU JULIA IL VOCABOLARIO DEI CLISTERI PER LA SERVA SUDICIONA

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drawing by slave Elisabeth Mandile, property of Annika Kapyzska
Serva sudiciona,
ti invio un utile vocabolario, che ti aiuterà a capire che tipo di clisteri ti vengono imposti dalla tua signora.
FrauJulia

Serva sudiciona,
per facilitarti nel sopportare i castighi che ti attendono ti invio un intervento che meditavo da tempo:
i modi di dire utilizzati da Signore ed Infermiere per definire un clistere. Deriva da colloqui avuti, tempo fa, con una anziana infermiera austriaca, di quelle di una volta con la divisa inamidata ed un carattere inflessibile.
Pera: con questo termine si intende la vecchia pera di gomma, di varie grandezze. Attualmente poco usata.
Peretta: si intende la peretta già preparata, dai 100 ai 200 cc. Molto usate perchè pratiche. Non eccezionalmente dolorose, fatto salvo quelle di bisacodyl, detto anche Dulcolax. Questo nome ricordalo, le perette sono poco reperibili ma hanno effetti dirompenti. Un po’ meno le supposte.
Perettina o microclisma: delle micro perette di glicerina. Attenta, se ne usano 2 o 3 e te le fanno tenere a lungo danno dei bei mal di pancia, nonostante il volume irrisorio.
Clistere: il classico clistere da 2 litri. E' il clistere di base, fastidioso ma sopportabile. Diciamo che viene usato solo a scopo salutistico..
Buon clistere: intende un clistere molto abbondante, che ti gonfia parecchio. Non vengono però adottati gli accorgimenti che ti illustro in seguito, per renderlo estremamente punitivo.
Bel clistere, detto anche bel clisterino, oppure clisterone: con queste parole, in gergo, la signora comanda un vero e proprio clistere punitivo.
Preparati, le tue viscere verranno distese a dismisura. Vengono adottati tutti i perversi accorgimenti per renderlo il più possibile crampigeno. Te ne elenco alcuni:
temperatura dell’acqua bassa (acqua di rubinetto), o peggio ancora, prima parte del clistere piacevolmente calda, nel finale uno o due litri di acqua fredda di rubinetto. L’intestino si contrae, i crampi ti accompagnano inesorabili fino all’ultima goccia. Ti assicuro che urlerai.
Ma se hai fatto incazzare anche l'infermiera con le tue suppliche e piagnistei, lei durante il clistere ti inietterà anche un pò di aria. Ne basta poca, basta iniettarne una pera od una peretta vuote. Sentirai gorgogliare nella pancia. Da questo momento il liquido che entra sarà lentissimo e tu avrai dolori da partoriente, inoltre i gorgoglii della tua pancia divertiranno infermiera e signora. Ed alla fine, dopo un interminabile periodo di ritenzione supplicherai di poterti scaricare, fosse pure in pubblico ed in una bacinella!
E se tu avessi il cattivo gusto di non trattenere? Tieni conto che vi sono un infinità di cannule enormi ed altre gonfiabili, con appositi palloncini che faranno tenuta e non ti lasceranno perdere una goccia. La ritenzione, poi viene assicurata da dolorosissimi tappi che ti verranno inseriti a forza, mentre ti concentri a non perdere neanche una goccia!
E quando ti potrai accosciare per liberarti, i dolori ti accompagneranno a lungo!
Mia cara, cerca di far buon viso a cattivo gioco e sopporta da brava serva, forse la tua Signora si commuoverà e ordinerà di farti solo il normale clistere.
Auguri pisciona.....

Grazie Signora FrauJulia, la serva sudiciona si inginocchia e ringrazia. 
Questa sera dopo le punizioni e i lavori scriverò la seconda parte della descrizione della mia punizione.
serva sudiciona

drawing by slave Elisabet Mandile, property of Annika Kapyzska © Annika Kapyzska

13 ottobre 2012

UN HAIKU DELLA SERVA DI FRAUJULIA

Serva sudiciona,
le tue sordide vicende hanno turbato la mia serva, tanto che ho trovato nel solito nascondiglio altri foglietti con le sue patetiche poesie.
Le riporto qui e, se Madame Janine lo permette, le copierai anche sul blog, che ti piacciano o no! 
Inoltre vedi , sempre col permesso della tua Signora, di metterti a scrivere un decente ed esauriente, periodico diario delle tue punizioni, non vorrai che siano gli altri a scrivere per te?  E ricorda, per ogni scritto ti verrà dato il voto!


-------------------
Perchè peccare,
quando è più facile ubbidire,
o sciocca serva sudiciona?
-----------------
Ieri , dalla Signora convocata,
una pagina al computer mi ha mostrata:
una serva perennemente condannata.
Sudiciona è ora il suo soprannome,
ed ora scrivo il percome.
Anzichè dedicarsi al compito abitudinario,
si beava del piacere solitario.
Il blog aggiornava dalla mansarda,
ma invece si toccava la bernarda.
Ed ora sciagurata,
piange per sempre imbraghettata.
Scoprirà quanto prude la bernarda,
sigillata nel caucciù della mutanda!
Ed è inutile che faccia quella grinta,
il clistere la rende bene incinta.
Con il tappo, mia signora,
che vergogna, che dolore ,
la rea il bagno implora.
Tra le altre serve regna la paura,
meglio non peccare, stai sicura!
-----------------------------


FrauJulia

drawing by slave Elisabeth Mandile © Annika Kapyzska

SERVA SUDICIONA: LA MIA PUNIZIONE 1/4


NOTA DI MADAME SOUILLON
Per volere di Madame Janine, serva sudiciona stilerà il resoconto della sua punizione in quattro parti. Ogni parte sarà valutata dalle Signore, dalle lettrici e dai lettori del blog, e alla fine si tireranno le somme e si stilerà il giudizio finale sull'esito del resoconto della serva sudiciona.
JS

LA MIA PUNIZIONE – 1
di serva sudiciona

12 ottobre 2012

ore 5,00 del mattino
Mi hanno fatta alzare verso le cinque del mattino svegliandomi bruscamente e traendomi dalla mia posizione supina, ormai quella abituale per me. Tutte le notti infatti vengo assicurata a un lettino a pancia sotto, tenuta ferma al letto da polsiere e cavigliere che mi mantengono in una posizione dalla quale posso essere riempita a piacimento con un clistere notturno dall'infermiera Rose M., donna di fiducia di madame Janine.
L'infermiera ha infilato dei guanti di gomma, si è messa il grembiule di gomma da lavoro e ha controllato con la mano lo stato dellae mie mutande di contenzione, le ha aperte con la chiave, ha controllato e ispezionato l'assobente e ha poi richiuso il tutto, non senza avermi dato un forte pizzicotto alle grandi labbra. Madame Janine aveva fatto preparare dalla sua infermiera Rose M. un carrello con un bicchiere di metallo e una brocca da due litri e mezzo di acqua: in piedi, a intervalli di 5 minuti, ho dovuto bere il contenuto della brocca. Gradualmente sentivo la vescica gonfiarsi, finchè la pressione, terminato il contenuto della brocca, è diventata quasi insopportabile. Anche lo stomaco era gonfio, sembravo già gravida.
Gli ultimi bicchieri sono stati difficili da mandar giù, ma se la serva sudiciona avesse vomitato, avrebbe dovuto leccare dal pavimento la sua deiezione, e quindi per la paura ha cercato di controllarsi fino alla fine.
L'infermiera ha poi controllato bene la chiusura della mie mutande di contenzione, mi ha fatto allargare le gambe, ha sollevato la divisa da fatica sulle mie reni, mi ha fatto tendere le braccia dritte in avanti, le palme rivolte in alto. Poi mi ha fatto accovacciare, in equilibrio sugli zoccoli di gomma, il sedere ben sporto in fuori. L'infermiera, sotto lo sguardo impassibile di Madame Janine, si è seduta su un basso sgabello a fianco dlla serva sudiciona. Dapprima ha compresso il ventre della serva sudiciona, ha dato alcuni colpi secchi sotto le mutande di contenzione, poi, ho sentito un sibilo: stava per inziare la fustigazione.
Il primo colpo è stato forte, secco e bruciante. Per chi non l'abbia mai provata, la canna della fustigazione produce sulle natiche della punita un dolore intensissimo e acuto, a metà fra una scossa elettrica e un morso. A intervalli regolari, la serva sudiciona ha subito 25 colpi, contandoli ad alta voce. Contare, come Madame Janine ha sempre detto, aiuta la serva a sopportare i morsi della canna, la tiene vitale e concentrata, le impedisce di soccombere completamente al dolore e all'umiliazione. Il difficile per la serva sudiciona è non lasciar sfuggire il piscio di cui la serva sudiciona è completamente piena. L'infermiera Rose M. ad ogni colpo mi ricorda che il piscio prodotto da serva sudiciona dovrà essere raccolto in un apposito contenitore, e che quindi non una goccia deve andare perduta dalla serva sudiciona.
Io mi concentro come posso e sono convinta di avercela fatta: il sedere brucia terribilmente e la testa mi gira, ma riesco a rimanere nella mia posizione di squatting fino alla fine degli interminabili 25 colpi. L'infermiera si ferma, posa la bacchetta e prendendomi per un'orecchia mi tira su. Mi ordina di mettere le mani sulla testa e di tenere la gambe larghe. Apre il lucchetto delle mie mutande di contenzione, estrae l'assorbente di sicurezza e una smorfia di disgusto si disegna sul suo bel volto di altoatesina. Tocca con un dito il tampone e mi mette il suo indice sotto il naso: è bagnato. Brutalmente schiaccia il tampone sulla faccia della serva sudiciona, che avverte l'odore della propria orina. Il tampone viene assicurato con un robusto nastro adesivo alla faccia della serva sudiciona, come una maschera. Le mutande di contenzione vengono reinfilate sopra, e chiuse. Sento il contatto della gomma spessa e solida sulla mia passera.
Voce di Madame Janine: - A quest'età può essere un problema di incontinenza?
Voce dell'infermiera Rose M.: - Dipende, la sua serva ha avuto molte gravidanze?
Madame Janine: - Che io sappia, una soltanto. Ma d'ora in poi, mia cara, questa sudiciona sarà quasi sempre gravida!
Madame Janine e Rose M., l'infermiera altoatesina, ridono.
La serva sudiciona, con il tampone stretto in faccia, la vescica tesissima e lo stomaco pieno d'acqua, sta per vomitare.
( 1/1 - continua)

illustrazione della schiava Elisabeth Mandile (©Annika Kapyzsca)

11 ottobre 2012

PENSION BALNEARIA 54


Serva sudiciona, ti invio il racconto che avevo già preparato. Alcune mie frasi potrebbero nuovamente turbarti, spero che la lezione che stai ricevendo ti sconsigli nuove infrazioni.
E veniamo al racconto: ci eravamo lasciate … al pit-stop!
Purtroppo la pausa dura piuttosto poco, il tempo di riprendere il fiato, fare pipì e bere un bicchier d’acqua.
INGENIERA> “bateria lista” al lavoro, serve!
NADIA> E così ricominciamo: scosse, dolori, orgasmi, mancati orgasmi, sudore e soprattutto mal di piedi e di schiena, ce ne è per tutti!
FRRRR – FRRRR- FRRRR “Listado de tè, mesa 10”
Mi affretto, sono 4 donne, inequivocabilmente Padrone ….. devo comportarmi bene o sono guai…
(porgo le liste dei tè)
PRIMA SIGNORA> Hola chica, mostrame, mostrame.
NADIA> Mi rialza la gonna e guarda con curiosità i vari fili. Mi ordina di abbassare le mutande e saggia con un dito. DI FRONTE A TUTTI!!!!
PRIMA SIGNORA> Ritira il dito umido degli umori, me lo mette sotto al naso e poi mi costringe a succhiarlo: “QUE ES ESTO? SUCIA PUTA? CAMBIATE EL TAMPON Y LUEGO LAVA BIEN LAS MANOS!!!!”. Ovviamente questa umiliante frase viene gridata in modo che la sentano anche per strada!
NADIA> Non mi aspettavo una cosa del genere, in particolare qui, di fronte a parecchi maschi! AVVAMPO, vorrei potermi sotterrare…..
SECONDA SIGNORA> “RAPIDO, RAPIDO o al reves …… (ed indica lo schermo dello smartphone)
NADIA> Piangendo per la cocente umiliazione mi fiondo in bagno, sono una stupida, non solo mi sono bagnata, eccitandomi in maniera indecente, ma non ho pensato a sistemarmi durante l’intervallo. E devo anche andare dall’ Ingeniera a chidere se, cortesemente, mi fornisce qualche altro maxi tampone.
Finito…..., mi lavo accuratamente le mani.
FRRRR _ FRRRRR – FRRRRR …… AIAAAA…… AIAAAA…. “llleggo llego señora”
TERZA SIGNORA> “Tè con lemon y tarta por quatro”
NADIA> Questa è l’ordinazione da incubo, mi immaginate con un vassoio su cui ho teiera, zuccheriera, quattro tazze, piattini, forchettine, cucchiaini e 4 porzioni di torta? Facile? Beh facile se non portassi i tacchi alti e soprattutto se non fossi trasformata in una specie di centrale telefonica….
FRRR – FRRR- FRRRR …. maledizione, dal tavolo vedono che sono stracarica ed iniziano con la corrente, formicolii al basso ventre ed ai capezzoli. Mi mordo le labbra e, sempre bilanciando il pesante vassoio faccio lo slalom tra i tavoli. Riesco nella missione. Il vassoio giunge al tavolo senza troppi danni.
QUARTA SIGNORA> Tocca la teiera, “demasiado fria, mas mas caliente, RAPIDA!”
NADIA> E mi devo riportare indietro la teiera, Mi scaldano ulteriormente l’acqua, riparto in direzione del tavolo
FRRR --- FRRR ---- FRRRR ---- AIAAAA --- AIAAAA le scosse arrivano dapprima deboli e poi sempre più forti, dapprima su un lato del torace e poi sull’altro, alternativamente. Mi torco, proprio come fanno le lucertole camminando, mordendomi le labbra, sempre tentando disperatamente di bilanciare la pesante teiera bollente. Finalmente riesco a posarla a destinazione.
QUARTA SIGNORA> Sorridendo, “Brava, gracias”
NADIA> De nada…FRRR --- FRRR – FRRRR …. MMMMHHHH ….. MMMMHHHHHH ……. MMMMMHHHHHMi mordo le labbra, il flusso di corrente mi sta stimolando profondamente …….. e sul più bello….. CLICK….. basta, la Signora riattacca. Diciamo che la Signora mi ha dato una piccola mancia per il servizio ……….avrei preferito una mancia più prolungata!!
E presto, spronate dall’esempio, altre Signore, sedute ad un tavolo vicino ordinano,
SIGNORE> “Tres cervesas”
NADIA> Naturalmente quando le servo, nonostante i bicchieri siano appannati e ci siano due dita di schiuma:
SIGNORE> “Demasiado caliente, Parece PIS!” ….. CLICK
NADIA> MMMMMHHHH…….AIAAAA …..NOOO ….. DESCULPE …
SIGNORE> Pobre nina no no. (una di loro si allontana un attimo e torna con un bicchiere colmo)
“Toma, toma una cerveza con nosotros”
NADIA> (penso) Meravigliata, un attimo fa se la sono presa per niente, però mi invitano con loro, che gentili!
Mi siedo, ringrazio e assaggio la mia bevanda. E’ calda acre e schifosa, un bicchiere di pipì. Guardo le Signore e gli sguardi non promettono niente di buono, se obbietto. E così, un sorso dopo l’altro, con le Signore che si raccomandano di non bere troppo in fretta, devo inghiottire. Ora, non è la prima volta che mi puniscono così, ma è sempre sconvolgente. Tremo nel cercare di controllare la nausea, non oso pensare a cosa mi succederebbe se vomitassi qui, in mezzo ai clienti…..
SIGNORE> Brava chica, ahora AL TRABAJO
NADIA> E così riprendo il servizio, traballando sui tacchi alti e cercando di non farmi punire.
Finalmente l’ondata di clienti si attenua e anche gli ultimi ubriachi vengono buttati fuori. E ovviamente io e la povera Pilar, che ha subito più o meno le mie stesse esperienze, dobbiamo pulire i tavoli e pulire e lucidare il pavimento. Ringrazio il cielo che qualcuno abbia inventato la lavastoviglie e ne abbia imposto l’uso nei bar, altrimenti avremmo dovuto pure passare la notte a lavare bicchieri!

PERRA> magnifico, un successone, complimenti! Ora cara Ingeniera deve trovare delle batterie con maggiore durata, queste putas le consumano troppo in fretta! E prepari altri telecomandi, altri bar sono interessati alle nostre serve, come animatrici….. tutti cercano di rubarsi la clientela.
NADIA> Poi, mentre noi serve possiamo finalmente bere, rigorosamente acqua, e mangiare gli avanzi, e qui vi assicuro che mangiamo tutto quello che capita, anche le cose più rovinate e schifose, vista la fame arretrata. Le ultime parole della perra con il cronista e l’ingeniera, mentre ci riportano alla pension mi fanno pensare ad altri sviluppi: “iphone …webcam … mando a distancia, numero de telefono internacional muy caro”. Si, temo proprio che alla Pension le sperimentazioni della folle Ingeniera e della perra non si fermeranno……. vedremo il seguito…….
Fatti coraggio,
Sguattera Nadia
(54- continua)

Nota di JS
Questa puntata la pubblico direttamente io: serva sudiciona in questo momento è impegnata a trattenere il clistere notturno, sdraiata sulla sua panciona e assicurata al suo lettino. Chi l'avrebbe detto che alla sua età sarebbe tornata ad essere gravida?


9 ottobre 2012

FRAUJULIA RISPONDE A SERVA SUDICIONA

Serva sudiciona,
prima di accettare le tue scuse attendo di leggere le tue relazioni sulla o sulle punizioni ricevute. Proporrò a Madame Janine un voto per il tuo elaborato, meglio per te ottenere almeno 8/10, altrimenti seguiranno ulteriori bigliettini di punizione.
FrauJulia

Cara FrauJulia, proposta accettata.
Nel frattempo ho deciso che le manipolazioni della serva sudiciona saranno inibite, oltre che dalle mutande contenitive permanenti, da due clisteri al giorno, l'ultimo dei quali sarà praticato prima di porre la serva in posizione supina per la notte.
JS

JS RISPONDE A FRAU JULIA

Carissima FrauJulia,
ho letto la sua lettera: grazie, questo conferma i miei sospetti: la serva sudiciona da tempo mostra segni di disattenzione. La grave mancanza nei suoi confronti, mia cara, sarà punita con severità. Le sarei grata se d'ora in poi mettesse sempre in copia anche me e appellasse monika con un "serva sudiciona". È l'unico epiteto che d'ora in poi le sarà concesso. Per inciso, le mutande di contenzione le verrano tolte solo per le sue luride evacuazioni o per praticarle quotidiani, pesanti clisteri.
Sua JS

8 ottobre 2012

LA SERVA SUDICIONA SI SCUSA CON FRAU JULIA

On Oct 9, 2012, at 6:20 AM, giulia tedesco wrote:

Serva Monika, ti scrissi, mesi fa, chiedendo consigli su come punire la serva per essersi praticata un tatuaggio non autorizzato.
Mi rispondesti,  di non essere autorizzata a dare consigli in merito alle punizioni e che avresti subito girato la mail a Madame Janine.
Siamo poi sicuri che hai eseguito e non te ne sei dimenticata? Peggio ancora, non stai cercando di coprire la tua svergognata collega?
Desidero una pronta risposta, privata e/o pubblica.
Invio la mail anche a Madame Janine perchè prenda, eventualmente, opportuni e severi provvedimenti.
FrauJulia



Questa serva sudiciona ha trascurato il suo dovere
questa serva sudiciona chiede scusa alla Signora FrauJulia
questa serva sudiciona e buona a nulla sarà punita come merita
questa serva sudiciona e pigra rimarrà nelle mutande di contenzione per sempre, notte e giorno
 

serva sudiciona

7 ottobre 2012

UN HAIKU DALLA SERVA DI FRAU JULIA

Cara Monika, alcune settimane fa ho trovato, nel solito nascondiglio, un nuovo bigliettino.
Anche questo è autobiografico, infatti, colta la serva che stava docciandosi con acqua tiepida, le ho chiuso bruscamente l'acqua calda ed aperto al massimo la fredda. Da questo episodio è generato questo haiku.

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Estate

Caldo sete sudore,
poi uno strillo,
inattesa doccia ghiacciata!

FrauJulia

PENSION BALNEARIA 53


Cara Monika,
da qualche giorno la perra ci diceva che sarebbe arrivato “el esqilador”. E noi sguattere ci chiedevamo che cosa potesse avere a che fare il tosa pecore con noialtre. Ma ieri è arrivato questo vecchietto, con una macchinetta elettrica, usata per tosare le pecore. Si è messo un largo grembiule di cuoio e, una per volta ci siamo dovute denudare e ci ha rapato integralmente passera, parti intime ed ascelle. A parte la terribile umiliazione, ma questo conoscerà alla perfezione le pecore, ma l’anatomia femminile ben poco. Inoltre il porco ha continuato a stringere tirare, sfregare e palpare ben oltre lo stretto necessario per il suo lavoro, vi assicuro, aveva addirittura un filo di bava, mentre ci martoriava. Oltretutto più che tagliare la sua macchinetta ha strappato dolorosamente interi ciuffi ed ha segnato numerose volte la pelle! Insomma, la solita catastrofe!
Ci chiedevamo inoltre a che scopo depilarci, visto che a noi sguattere è sempre stato rigorosamente vietato.
Ed oggi abbiamo iniziato a scoprire il perché. La perra, l’Ingeniera ed il Cronista ci hanno caricate in macchina e portate in un “bar de tapas” dove lavoreremo come serve. Niente di particolare direte voi, ma continuate a leggere….
NADIA> Arrivate al bar mi hanno fatta spogliare nuda. Ed è apparso l’intramontabile corsetto! Mi è stato fatto indossare e, fortunatamente leggermente meno stretto, in modo da lasciarmi respirare. Ma la consolazione è stata breve, due nuovi ovetti, ben più grossi sono stati inseriti dentro di me, a seguire l’ovetto vaginale mi viene infilato pure un tampax di misura XXL. E come biancheria un paio di mutandone di cotone. Restavano fuori le mammelle, ed è apparso un reggiseno, anche questo molto robusto, fastidioso e costrittivo, dotato di placche conduttive attorno ai capezzoli.
PERRA> Ecco Cronista, la serva è quasi pronta, ora l’ingeniera farà i dovuti collegamenti e potremo fare il collaudo!
INGENIERA> Si, non ci vorrà molto, sono solo pochi fili da collegare alla centralina ed alle batterie.
CRONISTA> Non vedo l’ora, certo che le serve depilate me gustano mas!
NADIA> E fra queste facezie l’ingeniera collega i vari fili ad una scatoletta che trova posto in una delle tasche del corsetto. Nelle altre due batterie al litio… un po’più grosse di quelle dei telefonini … e in un'altra tasca trova posto …. un immancabile smartphone di quelli bianchi … tanto per non fare pubblicità occulta. Anche il telefono viene collegato alla centralina. Inoltre mi viene infilato l’auricolare ben fissato con un po’ di cerotto. Ed ora completiamo la vestizione: anziché il solito camicione grigio da serva un abito nero da cameriera, un lusso! E le scarpe? Due scarpette da sogno elegantissime, con un tacco vertiginoso….. non ci sono abituata, dovrò fare ben attenzione.
INGENIERA> “estamo listas”
PERRA> Bene. Ora “puta” di una serva ascolta bene, è meglio per te: dovrai servire ai tavoli bevande e tapas. Guai a te se sbagli un ordinazione e o fai cadere qualcosa …. “¿Lo entiendes?”
NADIA> Si, señora.
Ed ecco…. TIK …TAK …TIK .. TAK ….Con cautela barcollo un pò, camminando tra i tavoli. Entrano i primi avventori.
INGENIERA> Ora, vi spiego tutto: la serva è collegata ad una centralina per l’elettroterapia, alimentata da batterie al litio. La serva è dotata di telefonino, attaverso cui le arriveranno le ordinazioni dai clienti. Questi ultimi, potranno scaricare una costosa applicazione per gli smartphone, da cui possono comandare la centralina inviando piacevoli oppure dolorose scosse, a seconda del grado di soddisfazione del servizio…. insomma niente mance ma ben altro.
PERRA> Perfetto cara Ingeniera e ad i primi venti clienti di ogni giorno, l’app per il telecomando della serva verrà offerta GRATIS … (applausi dai tavolini).
CRONISTA> Reclamo l’onore di essere il primo cliente….. (digita un numero sullo smartphone)
“Hola, tres vasos de champan, por favor, mesa 2”
NADIA> FRRR – FRRR – FRRR …… UUUHHHH??? (gli ovetti rettale e vaginale sono vibranti, sostituiscono la vibrazione del telefonino.) ……. “Gracias de su comanda, Senor”…… CRONISTA> Demasiado lenta …. (digita sullo smartphone)
NADIA> No …..por favor…. estoy lista ….
CRONISTA> Visto come è veloce il servizio? Proprio soddisfacente….
NADIA> Vorrei potervi dire che tutto è proseguito altrettanto bene, ma più la clientela aumentava più restavamo indietro con il servizio. Per fortuna eravamo una cameriera per tavolo. Ben presto le scosse, leggere e piacevoli o dolorose, da farci torcere, infieriscono su di noi.
CRONISTA> (intento a digitare) Me gusta, me gusta mucho!
NADIA> E proprio mentre porto un vassoio arriva una scossa ai fianchi, dolorosa ed insopportabile. Inevitabilmente faccio cadere il contenuto del vassoio. Una sequela di scosse mi fa rialzare prontamente …… sempre tormentata ripulisco il pavimento e finalmente porto al Cronista le sue ordinazioni. Ora le scosse si trasformano in un piacevole pizzicorio ai capezzoli….. sono sull’orlo dell’orgasmo …. ma si interrompe….. ed arriva un'altra ordinazione.
Per farla breve: ben presto ai vari tavolini tutti sono impegnati sui telefonini, avete presente il giochino in cui un ninja taglia la frutta? Si, sembra un campionato mondiale di questo gioco. E noi serve lì a torcerci, godere, lanciare gridolini e zampettare su quei massacranti tacchi!
PERRA> Bene sono passate le prime due ore, ora inizierà a farsi il pienone…..
NADIA> Per fortuna possiamo essere “telecomandate” da un telefonino per volta…. La voce è girata e c’è la coda di curiosi fuori….. DA MORIRE!
PERRA> Un successone, complimenti cari soci, in barba alla crisi qui faremo “UN MONTON DE EUROS!!!”
INGENIERA> Ora diamo 15 minuti di pausa alle serve…. devo sostituire le batterie, non mi aspettavo un tale successo ed una tale attività. Nei prossimi giorni utilizzerò batterie 100 volte più potenti!
NADIA> Possiamo sederci per un attimo. Siamo subito circondate dai curiosi che vogliono vedere di persona come sono applicati gli elettrodi…. Pare di essere ai paddocks in formula 1. Per calmare gli animi la perra promette di mettere a disposizione una app che mostrerà tutti gli intimi particolari di tutto il marchingegno…..

Ecco Monika, come vedi non ci si annoia mai qui da noi…
Sguattera “telefonica” Nadia 

(continua- 53)

UNA PRECISAZIONE DI JS

Care amiche, cari amici.
Come potrete immaginare, Monika ha l'obbligo di inoltrarmi tutta la corrispondenza inviatale relativa a "La domestica risponde". Ebbene, noto spesso un tono molto, troppo morbido nei suoi confronti. Si tratta, per chi non l'avesse mai vista, di una donna di oltre 50 anni "scafata", segnata dalla fatica e non certo di un fiorellino leggiadro e tenero. Chiedo espressamente dunque che d'ora in poi chiunque desideri o debba scriverle, utilizzi un tono e uno stile adeguato alla sudiciona. Lettere dal tono e dal linguaggio inadeguato saranno cestinate.
Grazie
JS
PS: tutte le lettere inviate alla sguattera dovranno essere inoltrate per conoscenza anche a janinesouillon@gmail.com




12 settembre 2012

LAST DISH: MAIDS IN RUBBER GLOVES & RUBBER APRONS


PENSION BALNEARIA 52


Cara Monika,
dopo alcuni giorni di cura con l’elettroterapia alle parti basse siamo ormai devastate. Siamo diventate psicologicamente dipendenti dei ripetuti orgasmi, nonostante alla lunga risultino dolorosi. E naturalmente la perra decide che è ora di finirla con questa pacchia. Veniamo convocate nella sala per l’electroterapia. Qui ci fanno spogliare e la perra mi fa indossare una nuova tenuta. Un corsetto, sul modello di quelli di una volta con le mitiche stecche di balena, per renderlo ancora più rigido e costrittivo. Il tessuto è estremamente robusto ed all’interno si vedono le placche di contatto. Il corsetto, già stretto di suo, viene stretto all’inverosimile, mediante lunghe stringhe. Pensa che a tirare le stringhe si mettono le gigantesse Gog e Magog. Il corsetto viene stretto al punto da rendere difficile respirare. La gabbia toracica, infatti è compressa e si è costrette a fare dei piccoli frequenti respiri, manco fossimo dei cuccioli. E’un modello di quelli all’antica, lungo, stringe anche i fianchi ed in alto arriva a fornire un punto d’appoggio alle mammelle, che però restano libere. Sul davanti e sul retro del corsetto sono ricavate delle piccole tasche di cui ignoriamo l’uso.
Anche oggi la perra ha deciso di valersi dell’opera del cronista.
CRONISTA> Buongiorno cari spettatori. Sono presso la Pension Balnearia per un altro interessante servizio sull’Electroterapia. Ingeniera mi può illustrare il programma odierno?
PERRA> Prima delle spiegazioni tecniche vorrei informarvi che ho deciso di vietare le ripetute peccaminose stimolazioni delle serve. Questi lascivi trattamenti rischiavano di vanificare mesi e mesi di rigida disciplina. Per cui da oggi si cambia registro e si torna ai buoni vecchi metodi. Ingeniera a lei la parola.
INGENIERA> Come potete vedere alla serva viene fatto indossare un robustissimo corsetto, rinforzato con le tradizionali stecche di balena. E’indispensabile che il corsetto sia ben stretto, per permettere un efficiente contatto con i muscoli da sollecitare. Ora Gog e Magog prendono le stringhe e lo allacciano ben stretto, forza, non abbiate paura, tirate ben forte.
NADIA> BASTAAA MI STATE SOFFOCANDO!! Ogni respiro è uno sforzo. Le mani mi vengono fissate dietro la schiena, con delle apposite cinghie. Ed ecco che l’ingegnera mi soppesa le mammelle e tocca i capezzoli.
INGENIERA> Bene, vediamo di occuparci delle tue “tetas”, come sei sensibile ti si sono già rizzati i “pezones”.
NADIA> Mi mette delle lunghe fettucce attorno ad ogni mammella e le stringe alla base, facendo assomigliare i seni a due palloncini. Ed ora delle pinzette metalliche mi vengono applicate al capezzolo. AIAAAA ..AIIAAA che male! …non resisto…
CRONISTA> Che male, poveretta….
PERRA> Il bavaglio, mettete il bavaglio a questa puta starnazzante!
NADIA> MMMMFFFFTHH … ed ecco che sono nuovamente impossibilitata anche ad urlare. Ed ecco che l’ingegnera si avvicina e, così in piedi come sono, mi infila i soliti odiosi ovetti davanti e dietro. Vengo nuovamente fatta salire sui blocchetti isolanti. Ho la pelle d’oca e tremo visibilmente.
INGENIERA> Cominciamo a stimolare i muscoli del torace…. CLICK
NADIA> UMMFF…… il formicolio è fortissimo, doloroso e mi provoca contrazioni ritmiche dei muscoli del torace
PERRA> Vediamo puta, se godi anche così. Ingeniera, aumenti la corrente, mi sembra che l’esercizio non sia sufficientemente energico.
INGENIERA> Tranquilla, siamo solo al secondo scatto, ve ne sono altri otto, si fidi. Raddoppiamo la corrente… CLICK
NADIA> Ora le contrazioni sono tali che mi torco come una salamandra. Ben presto cado dai blocchi isolanti AUUUUUU UHHHHHHHHHHH la scossa alle parti intime è terribile.
PERRA> Caspita, che velocità a risalire sui blocchi isolanti. Vorrei che diventasse altrettanto veloce a lavorare!
NADIA> E questo supplizio continua a lungo … ogni tanto l’ingeniera rilascia il pulsante, per farmi riprendere fiato ma inesorabilmente di lì a poco lo schiaccia nuovamente provocandomi un'altra sequenza di terribili scosse. Quando ormai sono semisvenuta si fermano. E’ la pausa di riposo e ora tocca alla povera Pilar la salita sui blocchi. ….. la pausa passa in un attimo ed è nuovamente il mio turno.
CRONISTA> Ma quando viene il turno de “las tetas y pezones?”
PERRA> Proprio ora, voglio proprio vedere se ha il coraggio di godere anche oggi.
NADIA> E ricomincia il formicolio, stavolta alle mammelle. Devo dire che non è affatto doloroso, anzi ……. Mi trovo il respiro nuovamente corto …. E non dipende dal corsetto!!
PERRA> Ingeniera, non facciamo scherzi, questa puta sta nuovamente eccitandosi, alzi, alzi la corrente! “POP UP THE VOLUME!!!!”
INGENIERA> CLICK …CLICK …..CLICK….
NADIA> UUUUUUGGGHHH ……….NNNNNNNNNNOOO …..MUUUAAAAHHHHHH …..NNNNGGGHHGGAHHHHHHH……. UUUUUHHHHHHHHH….. NNNNNOOOOOO
PERRA> Ecco, ora andiamo meglio, “ESTO TE GUSTA, PUTA, VERDAD?”
NADIA> NNNNNO …….. NNNNNNNO……… UUUUUHHHHH

PERRA> “SEGURO, SEGURO TE GUSTA MUCHO” …ingeniera ci dia dentro, nessun pietismo….
NADIA> Il solito giochino, una volta imbavagliata fingono sempre di capire che sei tu a chiedere di continuare …. Dopo anni di servitù avrei dovuto impararlo ma ci casco sempre!
CRONISTA> Bellissimo, se posso dare un suggerimento, signora Ingeniera, non si potrebbe aggiungere che so, una lucetta o un led che indichi con il suo colore e la sua luminosità, quanta corrente sta passando? E poi, non so cosa darei per avere a disposizione un pulsantino, per poter dare anche io qualche scossetta alla serva ….
INGENIERA> Favoloso, caro Cronista lei ha delle idee “PRECIOSE”, la prego, mi faccia da consulente. In seguito la Signora Perra le illustrerà i piani per una nuova meravigliosa iniziativa della Pension Balnearia. Avremo un bel po’ di lavoro ed un bel po’ di esperimenti da fare su queste serve, saremo felici della sua collaborazione!
CRONISTA> Molto volentieri, vi assicuro che lavorerò gratis! Mi anticipi qualcosa, la prego….
NADIA> Purtroppo si allontanano e, presa dai miei dolori, non riesco a seguire il loro dialogo. Peccato proprio ora che si faceva interessante!
INGENIERA> Ecco, ora un altro piccolo aumento di corrente ai “Pezones”, vediamo se riesci a stare ferma sui blocchi senza cadere, ormai ti dovresti essere abituata. CLICK
NADIA> UUUUUUHHHHHHH NNNNNNN UUHHHHHH, terribile, vi assicuro, se ieri la corrente mi pareva solleticare, ora mi pare che qualcuno mi stia azzannando i capezzoli! Il dolore ben presto diviene da perderci la ragione. E quando ho la pessima idea di cadere dai blocchi si sommano anche le terribili scosse tra ano e vagina. Vi assicuro che mi sembra che le mie povere tette vengano cucinate al microonde. Inutile contorcersi, il dolore non si ferma e continua impietoso anche negli intervalli tra una scossa e l’altra. Lacrime colano lungo le mie guance ed atterrano sui seni martoriati. Sto gocciolando sudore che scende pian piano fino a formare una pozzanghera sotto di me.
CRONISTA> Ahhhh, incredibile, che pathos!
PERRA> Si ricordi che lei è il cronista, non faccia il maiale e la smetta si toccarsi!
Tu invece, “puta” scendi dai blocchi, ora si cambia esercizio, ti slego le mani e ti verrà dato un vassoio, devi imparare a non farlo MAI cadere, sennò “tiene problemas!”
INGENIERA> E poi questo è un microfono, se urli ti manda una scossa punitiva. Devi imparare a controllarti, puoi mugolare ma ricorda ad ogni urlo ZOT ZOT ZOT!
NADIA> Ed ecco che mi fanno scendere, mi slegano le mani, levano il bavaglio e mi danno il vassoio.
INGENIERA> Lista serva? CLICK
NADIA> AIIIAAA …….. KLANG ……… NOOOOO AUUUUUUU
CRONISTA> Proprio scema, gliel’hanno appena detto NIENTE URLI e comincia a starnazzare e poi il KLANG che avete sentito era il vassoio che cadeva.
PERRA> Ora stai attenta, iniziamo a fare sul serio, se non ti controlli ….. a me piace l’odore di gallina bruciacchiata…. LISTA?
NADIA> Si señora!
INGENIERA> KLICK………. KLICK ………. KLICK ……..
NADIA> (mordendosi le labbra e contorcendosi) ……….mmm …………….. mmmmmmm……………….MMMM…….MMMMMMMM
INGENIERA> Brava, andiamo meglio, ma tremi un po’ troppo. Ora l’esercizio si complica, dovrai tenere sul vassoio due bicchieri pieni a metà di acqua. Non versarne altrimenti….
NADIA> Si señora!
NADIA> …. mmmmmm …………….. MMMMMMM ……………….MMMM…….
PERRA> Bene, e adesso il vero esercizio: i due bicchieri pieni fino all’orlo e le scosse un po’ più forti!
INGENIERA> Bien, KLICK KLICK
NADIA> mmmmmmmmm……….. mmmmmmm ……. ANF ANF …………MMMHH
…….
INGENIERA> KLIK….. KLICK
NADIA> …….MMMMM…MMMMMGGGHH…..UUUUHHH…BASTA!!!! AHHHHHHH …… NOOOO …..KLANG………IHHHHHHHHH ………..NOOOOOOO AIUTOOOOOO!
PERRA> Ecco, il giusto castigo, “CALLATE” oppure le scosse proseguono! Via, un attimo per farti riprendere il controllo di te stessa e si ricomincia…. Sei proprio una serva stupida!
NADIA> Non ce la farò mai, le scosse arrivano alternativamente dagli ovetti, dai fianchi, dalle tette. Vorrei vedere voi a stare perfettamente immobili….. Ma si ricomincia
PERRA> Ecco i bicchieri sono nuovamente pieni, ora attenta, non far cadere neanche una goccia!
INGENIERA> KLIK…. KLICK
NADIA> ………….. MMM………….MMM…………….MM….
PERRA> Su fai qualche passo, stai bene attenta a non strappare i fili! Forza ingeniera metta un po’ di brio in questa serva…..
INGENIERA> KLIK…. KLICK
NADIA> ………….. MMMMMMM………………………..NNNNNNNNNN……………. MUAAAAAAAAA…………IIIIIIHHHHHHHHHH …….. AHHHHHHHHHHH…
(urla disperatamente ma riesce a non far cader il vassoio)
PERRA> “SILENCIO, CALLATE, PUTA, TRANQUILA!”
NADIA> ……………………mmmmm……….. mmmmmmm
PERRA> Brava, non gridare, ora cerca di camminare a chiappe strette e tette in fuori, un po’ di eleganza femminile, perbacco. Dai serva, forza, ancora un quarto d’ora e tocca alla tua collega
INGENIERA> KLIK…. KLICK
NADIA> ………….. mmmm…………..anf ………mmmmmm..
PERRA> Ecco vedi? Ci voleva tanto? Brava, ora sii più naturale, rilassati, non guardare l’acqua nel bicchiere, guardati attorno, dovrai camminarci a lungo portando un vassoio
.NADIA> Finalmente, la Ingeniera mi toglie gli ovetti e mi stacca le pinzette dai seni, provocandomi fortissimo dolore.
PERRA> Di che ti lamenti? Ecco, un bel massaggio ti darà un buon motivo per lamentarti!
NADIA> AIAAAA che male! (il sangue torna a scorrere nelle parti pinzettate, con forti dolori)
CRONISTA> Già finito? Il tempo è proprio volato. Signora Perra spero che mi inviti anche domani ……
PERRA> “Tranquilo sucio”
Ed ecco mia cara Monika il racconto di un altro giorno di electroterapia alla Pension..
La cosa venne ripetuta più giorni, alternando le parti del corpo tormentate. E restammo ad un regime di jogurt e minestrine, fino a che la perra e Caridad non furono contente della muscolatura e della piattezza guadagnate dalle nostre pance.
Ma sfortunatamente non era completamente finita qui con l’elettroterapia, dovevamo ancora scoprire la funzione delle tasche sui corpetti, e lo scopo dell’allenamento a portare vassoi. Ma ti racconterò tutto più avanti.
Per ora mia cara Monika ti saluto.
Sguattera “en corsé” Nadia
(52- continua)