Durante questo periodo capita alle Signore di festeggiare, vuoi invitando a casa, oppure di essere invitate o recarsi presso un ristorante.
Come ci comporteremo con la serva?
Ci ho pensato a lungo, senza tuttavia trovare la soluzione perfetta. Il mio orientamento è il seguente:
se ho degli ospiti la serva, ovviamente, lavorerà duramente fino al mattino per risistemare e rassettare tutto. A questo punto le verrà permesso di consumare gli avanzi. Nel caso che io sia invitata fuori, chiederò al ristorante, il "dog bag", in modo da collaborare allo smaltimento degli avanzi. Insomma, comunque sia alla serva verrà concesso di consumare cibi a cui nonè abituata ed addirittura le concederò la classica fettina di panettone e il bicchiere di spumante. La serva avrà così un assaggio dei piaceri della tavola che a lei non sono più concessi, soffrendone alquanto.
Sicuramente abbiamo concesso uno strappo eccessivo alla dieta della serva, quindi, per evitare che il cibo troppo raffinato ne disturbi il pancione, la mattina dopo essa dovrà pagare lo scotto dei bagordi: una bella dose abbondante di olio di ricino, seguita da una giornata di idratazione forzata la terrà nelle vicinanze del suo secchio. E a sera, un abbondante clistere, trattenuto a lungo, terminerà la pulizia, riconsegnandoci una serva efficiente e pronta alle fatiche che la attendono.
Concederemo alla serva gli avanzi, se però ci verrà il sospetto che abbia "piluccato" qualcosa mentre serve in tavola o prima che le sia stato permesso, una buona tazzona di caffè "addolcita" da tre cucchiaini di sale, rimetterà subito a posto lo stomaco della serva, permettendole di continuare il servizio.
FrauJulia
DISCLAIMER
ATTENZIONE: IL CONTENUTO DI QUESTO BLOG È RISERVATO ESCLUSIVAMENTE AD UN PUBBLICO MAGGIORE DI 18 O 21 ANNI, SECONDO LE LEGISLAZIONI VIGENTI NEL PROPRIO PAESE.
CHIUNQUE PROSEGUA NELLA LETTURA LO FA CONSAPEVOLMENTE
Il blog LA DOMESTICA RISPONDE è da considerarsi completamente opera di fantasia. I personaggi e le situazioni descritte sono fittizi, e l'eventuale somiglianza con persone o fatti esistenti è da ritenersi totalmente accidentale.
RIPRODUZIONE VIETATA - TUTTI I DIRITTI RISERVATI
© JANINE SOUILLON, LUGANO, CH
31 dicembre 2012
LE FESTE DELLA SERVA
Etichette:
consigli delle padrone,
FrauJulia,
punizioni,
vita quotidiana della serva
donna di servizio & artista
(maid & artist)
monikarubbermaid@gmail.com
JANINE SOUILLON VISTA DALLA SCHIAVA ELISABETH MANDILE
Janine Souillon, portrayed in unknow and disguised manor near Lugano, CH, by older slave elisabeth mandile / Janine Souillon, ritratta nello sconosciuto e nascosto maniero nei pressi di Lugano, Svizzera, dalla vecchia schiava elisabeth mandile
Slave elisabeth mandile is owned by mistress Annika Kapyzska
Slave elisabeth mandile is owned by mistress Annika Kapyzska
SGUATTERA SUDICIONA
27 dicembre 2012
IL CAMPANELLO
IL CAMPANELLO
FrauJulia
Documentandomi sull’epoca vittoriana mi sono accorta della mancanza, nelle case moderne, del campanello per chiamare la servitù. Ai tempi le serve dormivano nell’ala della servitù, in modo da garantire la privacy alle proprie Signore. Bastava però una scampanellata per farle alzare e richiedere i loro servizi. Durante il giorno, poi, le serve avevano assegnati i loro lavori ma, anche qui, un sistema di campanelli le poteva convocare rapidamente in maniera efficiente.
Ora, le moderne case sono più piccole, così basterà un campanello nel ripostiglio dove dorme la serva. Durante il giorno, poi, la Signora avrà a portata di mano un campanellino d’argento per convocare la serva in ogni momento, qualsiasi lavoro stia facendo.
Proporrei, come argomento di discussione, di stabilire che succede alla serva per una mancata o ritardata risposta.
Tratteremo la cosa come un rifiuto all’obbedienza?
Ascolteremo le eventuali giustificazioni poco credibili della serva?
Inoltre bisognerebbe stabilire un tempo massimo entro cui la serva deve arrivare, ovviamente con la divisa in ordine e le mani pulite.
FrauJulia
FrauJulia
Documentandomi sull’epoca vittoriana mi sono accorta della mancanza, nelle case moderne, del campanello per chiamare la servitù. Ai tempi le serve dormivano nell’ala della servitù, in modo da garantire la privacy alle proprie Signore. Bastava però una scampanellata per farle alzare e richiedere i loro servizi. Durante il giorno, poi, le serve avevano assegnati i loro lavori ma, anche qui, un sistema di campanelli le poteva convocare rapidamente in maniera efficiente.
Ora, le moderne case sono più piccole, così basterà un campanello nel ripostiglio dove dorme la serva. Durante il giorno, poi, la Signora avrà a portata di mano un campanellino d’argento per convocare la serva in ogni momento, qualsiasi lavoro stia facendo.
Proporrei, come argomento di discussione, di stabilire che succede alla serva per una mancata o ritardata risposta.
Tratteremo la cosa come un rifiuto all’obbedienza?
Ascolteremo le eventuali giustificazioni poco credibili della serva?
Inoltre bisognerebbe stabilire un tempo massimo entro cui la serva deve arrivare, ovviamente con la divisa in ordine e le mani pulite.
FrauJulia
Etichette:
campanello,
divise di fatica,
educazione della domestica,
FrauJulia
donna di servizio & artista
(maid & artist)
monikarubbermaid@gmail.com
16 dicembre 2012
PENSION BALNEARIA 58
Serva sudiciona,
qui al “bar de tapas” mangiamo, è
vero, un po’ meglio delle nostre compagne della “pension
balnearia”, ma a volte abbiamo delle disavventure. Proprio ieri
servo ad un tavolo, dove gli avventori, ormai ubriachi, lasciano
delle buonissime cose nei piatti. Come ormai siamo abituate,
sparecchio e riporto tutto all’acquaio, dove da buona sguattera
dovrò lavare accuratamente tutto. Anziché buttare il tutto mangio
voracemente, la padrona del bar, infatti, non bada a cosa mangiamo,
l’importante è che i clienti siano soddisfatti, altrimenti ….
sono dolori. Non mi sono, accorta della perra che era passata a
controllare come stiamo lavorando, figuriamoci che LEI si lasci
scappare una occasione per punirmi. Vengo strattonata e spintonata
all’interno del bar, in vista di tutti gli avventori. La perra va
in cucina e prende dei ceci secchi, li mette in un vassoio su cui poi
vengo fatta inginocchiare. Era una vecchia punizione utilizzata nei
collegi, non immaginavo fosse così dolorosa. Vengo lasciata lì, in
vista di tutti, con le ginocchia che mi fanno un male d’inferno,
per una buona mezz’ora. La perra nel frattempo era uscita, torna
con un involto. Ben presto scopro cosa ha preparato per punirmi. Gli
avventori vengono invitati a mettersi in cerchio, per vedere meglio.
La perra apre il pacchetto, dalle scritte vedo che viene dalla
farmacia del paese.
Prende una scatoletta, scarta qualcosa
e mi porge una supposta. Cosa fareste al mio posto, conn una
inflessibile padrona che vi porge una supposta? La prendo e faccio
cenno di abbassarmi le mutande, facendola ridere. Mi dice
“gilipollas, tu boca es como el culo, tienes que comer el
supositorio!”. Cerco di oppormi, ma nelle sue mani è apparso, come
per magia, il suo frustino preferito! Non vi sono possbilità, o mi
faccio spellare viva o mi devo piegare. E così apro la bocca e ci
metto la supposta, spero di riuscire ad inghiottirla. Invece la perra
mi dice, in maniera agghiacciante: “hai que disfrutar: chupar y
masticar!”. Sono così costretta a masticare. Non vi dico, la
consistenza passa da dura a morbida in pochissimo tempo. È grassa,
per fortuna quasi insapore. Reprimendo i conati piano piano la faccio
sciogliere la inghiotto. Ma non è finita, da un'altra scatoletta
appaiono altre supposte, già quando la perra le scarta mi arriva un
odore di eucalipto, fastidiosissimo. Sono delle supposte per le
malattie da raffreddamento! Chiudo la bocca, ma dopo un buon paio di
scudisciate la perra mi prende per i capelli e mi costringe a
metterne in bocca due contemporaneamente!
Mi scuso con le lettrici
impressionabili, L’odore è insopportabile, cerco di masticarle per
accelerare la loro dissoluzione, purtroppo il mio stomaco si ribella
ed i conati mi fanno sputare il tutto. Mi guadagno così un'altra
mezza dozzina di scudisciate sul culo nudo, tra i sorrisoni dei
maschi presenti. E di seguito, altre tre supposte all’eucalipto!
Per farla breve, ho la fortuna di non essere troppo debole di stomaco
e, sollecitata dal dolore delle scudisciate, mastico, succhio ed
ingoio. Stavolta ci riesco, per fortuna. Devo dire che tra le
punizioni ricevute da quando sono entrata al servizio della Pension
Balnearia, questa è tra le più umilianti e disgustose, tra l’altro
ricevuta in presenza di avventori avvinazzati, che mi incoraggiano
con lazzi e fischi.
Per consolarmi sogno di scambiare il
mio ruolo con quello della perra, avrei delle meravigliose idee per
insegnarle a non prendersela con delle povere serve.
Facendosi forte della sua laurea e del
suo incarico di “consultora” ha trasformato la nostra vita in un
inferno!
Sguattera Nadia
(58- continua)
Etichette:
Pension Balnearia,
punizioni,
Serva Nadia,
supposte
donna di servizio & artista
(maid & artist)
monikarubbermaid@gmail.com
PENSION BALNEARIA 57
qui al “bar de tapas” oltre alla
perra ed alla ingeniera è arrivato un altro malefico inventore: un
allevatore. Questo ha modificato due di quegli aggeggi che usano per
mungere le vacche, adattandolo ad una mammella femminile. E come al
solito tocca a me sperimentare la novità. Il mattino successivo, con
già indosso il malefico corsetto ed inseriti gli odiati ovetti,
arrivano la perra e l’”inventore”. L’apparecchio è in
pratica una specie di coppa, o meglio di imbuto, realizzato in
plastica di silicone morbidissima. Ha un bordo un po’ più rigido,
che fa da tenuta alla base della mammella. Dai due imbuti partono due
tubicini che finiscono in una pompetta, simile a quelle degli
acquari, ma molto molto più potente. Il tutto è collegato alla
centralina ed a batterie a telefonino.
Come ogni volta è stato chiesto
l’intervento del cronista per l’inaugurazione del malefico
attrezzo.
Cronista> cari ascoltatori, come vi
avevo promesso, siamo tornati al Bar de Tapas. Una nuova opzione è
stata aggiunta al corsetto delle inservienti. Signora Perra ci dica
….
Perra> Sono molto soddisfatta.
Pensi, questa ultima invenzione è venuta da uno dei nostri cari
clienti. Ve la descriverà direttamente lui.
Allevatore> vedendo le serve tra i
tavolini ho pensato che limitarsi a inviare qualche scossetta a “las
tetillas” era poco, meglio una bella stimolazione. E così, quando
il giorno dopo sono andato a mungere, ho pensato, perché no? Ci è
voluto un po’ per convincere il produttore per creare una coppa di
dimensioni adatte e studiare anche una pompa di dimensioni minime.
Però è sicuramente valsa la pena sia per le spese che per
l’attesa..
Nadia> E così mi prende le tette,
appena guarite dagli spilloni e, dopo una sommaria lubrificazione con
una specie di gel, infila le coppe e le regola, tirando una fascetta.
Non dà troppo fastidio, inizio a sperare di cavarmela con poco.
Invece ….
Allevatore> “Lista para ordeñar”
perra> Bene iniziamo pure.
Macchina> Ciomp …. Ciomp ……
ciomp ….. ciomp ….. ciomp …
Nadia> Ragazze, che strana
sensazione, è come se una bocca gigante stesse poppando. So cosa
posso aspettarmi dalla perra ma per il momento è piacevole ….
Insomma, mi rilasso ed inizio a godere.
perra> Ci risiamo, “esta estupida
zorra” sta godendo……. Click
Macchina> ciomp .... ciomp …..
SLAP SLAP SLAP
Nadia> AAAAAHHHH …… AIAAAA che
male! E’stato come se qualcuno mi schiaffeggiasse le tette con una
tavoletta di legno. Mi contorco sperando che il dolore si calmi un
po’.
perra> Te gusta, puta?
Agricoltore> Ha visto, signora
Perra? Come le dicevo, premendo si inverte il senso della pompa
succhiante ed il risultato è notevole.
perra> Certamente, anzi adesso lo
proviamo assieme al resto della centralina. E tu “zorra” smettila
di lamentarti, dovresti essere onorata di provare per prima queste
invenzioni!
Ingeniera> Siamo subito pronti, devo
solo attaccare qualche filo alla centralina……
perra> Faccia pure con comodo.
Cronista, la vedo un po’ silenzioso.
Cronista> Cari ascoltatori, il nuovo
apparecchio sembra funzionare benissimo. Anche la serva sembra averlo
apprezzato. Ora ci apprestiamo a seguire il funzionamento della
centralina completa di tutto. Spero che le batterie abbiano
sufficiente carica …
Ingeniera> Non si preoccupi, con le
nuove batterie riusciamo a fare una intera serata, con un solo
cambio.
perra> Ingeniera, si ricordi che ai
“pezones” deve anche applicare gli elettrodi per la stimolazione
elettrica, non vorrei che “esta zorra” poi si lamenti…
Nadia> Ecco, te pareva che si
dimenticasse qualcosa? Questa ha proprio il bollino “bastard
inside”!
Ingeniera> Lista …. CLICK ……
CLICK ……. CLICK
Nadia> Ed ecco che si ricominicia!
Ad ogni CLICK di un interruttore una nuova sensazione: dapprima gli
ovetti, che vi avevo già descritto, iniziano a vibrare, poi iniziano
le scossettine alla patata ed ai capezzoli. Vi confesso che sono già
bagnata.
Perra> E’ il momento, vada!
Ingeniera> CLICK
Macchina> CIOMP …… CIOMP ……
CIOMP ….. CIOMP ….. CIOMP……CIOMP
Nadia> Mmmmmmhhhh, devo appoggiarmi
ad un tavolo per non cadere! Sto godendo come non mai.
Perra> Ora!
Ingeniera> CLICK…..
Macchina> ciomp …. Ciomp
…… SLAP …. SLAP ….. SLAP ….. SLAP ……
Nadia> UAHHHHH
…………………….. NOOOO EMPIEDAD NOOOOO …………
Cronista> Caspita, che reazione!
perra> Visto? Finalmente ho la
possibilità di graduare le sensazioni della punita, dal godimento
più smodato, fino al dolore più profondo. L’accoppiata dello
schiaffo alle mammelle e delle scosse nei punti sensibili è
perfetta.
Cronista> Anche questo verrà
comandato dai clienti del bar, tramite il telefonino?
Nadia> Finalmente la seduta finisce.
Mi tolgono le coppe e le mie povere mammelle sono livide.
perra> No, questo verrà utilizzato
solo da me e dalle mie sorveglianti….. vede come sono sofferenti
“las tetas?”. Non voglio mi rovinino le serve troppo
rapidamente…..
E così, serva sudiciona, se ne è
andata un'altra settimana di servizio al bar de tapas. Pensa che le
altre serve della Pension Balnearia ci invidiano, poiché noi
mangiamo meglio, grazie agli avanzi dei clienti. Spero che prima o
poi alcune delle invidiose possano venire a sperimentare di persona
le delizie del “bar de tapas”. Francamente è meglio passare un
giorno alla noria nutrite a pane ed acqua che una giornata come
quella di oggi!
Un saluto.
Sguattera Nadia
(57- continua)
(57- continua)
Etichette:
mungitura delle serve,
Pension Balnearia,
punizioni,
Serva Nadia
donna di servizio & artista
(maid & artist)
monikarubbermaid@gmail.com
25 novembre 2012
LA PUNIZIONE DI SGUATTERA SUDICIONA 3/4
-->
drawing by slave Elisabeth Mandile ©Annika Kapyzska |
LA MIA PUNIZIONE - 3
di sguattera sudiciona
Accovacciata sul secchio di zinco, mi è
stato permesso di svuotarmi. La panciona si è sgonfiata, mi sento
esausta e madida di sudore che sulla schiena si raffredda lentamente.
- Bene, bene bene, fra non molto l'olio di ricino
dovrebbe cominciare a far effetto sul serio... è tempo di preparare la
nostra bestia da soma sudiciona, vero Rose?
Sogghignando, la possente
infermiera altoatesina mi afferra di nuovo per un orecchio e
bruscamente mi solleva dal secchio. Mi ordina di denudarmi
completamente, poi sempre tenedomi saldamente per un orecchio mi
spinge sotto la doccia per un'energica strigliata a base di acqua
gelata. Indossando un grembiule di gomma bianca e guanti dello stesso
materiale e colore, la donna mi strofina con una specie di spugna che
in realtà è costituita da urticante crine di cavallo avvolto
attorno a una mattonella di legno.
L'effetto dello strofinìo sulla
mia povera pelle è terribilmente irritante, e in breve la cute si
arrossa nonostante sia costantemente innaffiata dall'acqua
freddissima.
Terminata la “pulizia della schwein”, come dice Rose
M. l'infermiera altoatesina, vengo fatta rivestire in fretta, senza
che mi sia permesso di asciugarmi. Questa volta devo indossare la
divisa da fatica, sulla quale mi devo allacciare un pesante grembiule
di gomma verde; ai piedi, zoccoli di gomma dello stesso colore e
niente calze.
Sotto, ecco pronto per me pannolone e doppie mutande:
prima un paio di normali mutande di gomma da incontinenza; sopra
quello, mi infilerò il mio ormai abituale paio di robustissime e
impermeabili mutande da contenzione.
Ma prima di indossare la doppia
mutanda, l'infermiera mi ordina di piegarmi, di afferrare i glutei
saldamente e di divaricarli. Poi in tono brusco mi grida di
“spingere”, come se dovessi defecare. Per fortuna non ho più
acqua nella pancia: in questo modo l'operazione non ha spiacevoli
conseguenze. Ho appena iniziato a spingere, ed ecco che un grosso
plug di gomma a forma conica mi viene bruscamente inserito nello
sfintere: con tre colpi progressivi, di intensità crescente,
l'esperta infermiera inserisce il tappo che non va a finire dentro il
mio intestino solo grazie alla base di gomma, un disco circolare che
lo blocca all'esterno impededogli di proseguire il suo cammino
all'interno delle mie miserabili viscere di sguattera.
Purtroppo non posso fare
a meno di notare che il mio sfintere è decisamente dilatato, e
ripensando alle minacce dell'infermiera, comincio a preoccuparmi
davvero. Nonostante sia stata allargata parecchio, le dimensioni e la
forma del tappo sono tali per cui nulla mi distoglie dal pensarci
in continuazione: di fatto la presenza del plug nel mio retto diventerà nella
prossima ora una delle due ossessioni su cui rimarrò costantemente
concentrata.
Mentre l'infermiera chiude il lucchetto
delle mutande contenitive, un orribile gorgolìo improvvisamente si
scatena dentro la mia pancia e un'ondata di nausea mi sopraffà: il
deleterio effetto dell'olio di ricino comincia a farsi sentire.
L'infermiera altoatesina Rose M. sembra apprezzare particolarmente la
cosa: sorridendo, mi massaggia ruvidamente la pancia e la comprime,
compiaciuta. Madame Janine si siede comodamente su una poltroncina
tutta rivestita di cuoio nero, accavalla le gambe, spinge leggermente
indietro la testa, socchiude gli occhi, infine si accende una
sigaretta e mi fissa.
- Mani sopra la testa, sudiciona! -
sibila. Eseguo, mentre dentro la mia pancia
avvengono sobbolimenti e movimenti a dir poco imbarazzanti. - E ora,
sudiciona, per completare la tua punizione, accompagnerai Rose al
supermeracato e porterai a casa la spesa. Rose M., l'infermiera
altoatesina, intanto si è preparata per uscire. Indossa un
meraviglioso cappotto extralungo in scintillante pvc nero che nasconde
parzialmente la divisa da infermiera, anche se la sua qualifica
è resa evidente dalla cuffia bianca inamidata su cui spicca la
croce rossa. Al posto degli zoccoli bianchi, calza un paio di stivali in pelle dal tacco vertiginoso.
Così abbigliate, usciamo: lei davanti, io dietro nella
mia divisa da fatica, sporca e macchiata di sudore, il ventre che
comincia a gonfiarsi di nuovo, fasciato nel grembiule di gomma da
sguattera, e il sapore dell'olio di ricino che lentamente dallo
stomaco ricomincia a invadere la mia bocca. A ogni passo, lo “slosh, slosh” delle mutande di gomma si fa sentire, e il tappo di gomma
sembra volersi perfidamente fare strada fra le mie viscere. Per fortuna il disco
esterno lo blocca, altrimenti il mio intestino sconvolto lo
inghiottirebbe senz'altro. Camminiamo per strada e io mi sento
morire di vergogna al pensiero di dovermi mostrare in pubblico in
queste miserabili condizioni. Sul marciapiede, fra la gente che passa
frettolosa e ignara, non vengo notata più di tanto.
La divisa e il grembiule
in effetti attirano l'interesse occasionale di qualcuno, ma
nell'insieme per mia fortuna passo abbastanza inosservata. Le spesse
mutande di contenzione, all'aperto, diventano ancora più rigide e
pesanti, ma lo sfregamento della gomma sulla mia vulva è ridotto al
minimo, e comunque non abbastanza da farmi provare piacere: con
queste mutande addosso, ne sono consapevole, mi attende ormai una
vita completamente priva di qualsiasi tipo di soddisfazione
sessuale. Ho paura, non è che per questa continua infinita
frustrazione diventerò matta? E l'essere quotidianamente,
perennemente ingravidata dall'infermiera che effetti collaterali
avrà? Vivere in questo modo mi sembra insopportabile... eppure non
ci sono alternative.
Mentre penso furiosamente, per distrarre il mio
intestino dalla pressione dolorosa e dai crampi che comincio a
sentire, senza accorgermene siamo arrivate proprio davanti
all'entrata del supermercato. Il mio ventre è di nuovo bello
gonfio, e tende il grembiulone di gomma.
L'infermiera con un sorrisetto mi
tende la lista degli acquisti, stilata nella calligrafia precisa e
minuta di Madame Souillon. È una lista assai lunga, copre quasi
tutta la pagina color crema, strappata da uno dei preziosi taccuini
di Madame. Due signore ben vestite, belle e sulla quarantina, vicine
alla cassa. hanno notato la scena. Si guardano fra di loro con
sottili cenni d'intesa, una mi scruta da capo a piedi, l'altra per
un attimo sembra sorridere all'infermiera
(3- continua)
Etichette:
clisteri,
enema,
la punizione di serva sudiciona,
mutande di contenzione,
mutande di gomma,
punizioni,
resoconti,
serva sudiciona
donna di servizio & artista
(maid & artist)
monikarubbermaid@gmail.com
10 novembre 2012
PENSION BALNEARIA 56
Serva sudiciona,
siamo sempre in servizio al “bar de
tapas”, ormai da settimane. Dovendo lavorare in pubblico, la perra
ha leggermente cambiato i nostri ordini: ora dobbiamo lavarci
accuratamente tutte le mattine, usando il sapone da bucato. Le
divise, vanno lavate almeno ogni due giorni, peccato che, non avendo
ricambi ci tocchi poi stirarle ed indossarle ancora umide. Ormai si è
formata una clientela “affezionata” che pretende al proprio
tavolo me o Pilar. Il giochino con i telefonini sta spopolando, tanto
che l’ingeniera ha dovuto costruire altre scatolette che sono
applicate anche ad un paio delle cinesine. Loro hanno però meno
successo, forse perché troppo basse fanno tenerezza.
L’ingeniera ha installato dei nuovi
set di batterie che durano tantissimo, così ci è stata tolta anche
la pausa, dobbiamo continuare a lavorare fino allo sfinimento. Come
se non bastasse, ora le scosse sono molto più forti, tanto che
spesso non riusciamo a reggere e ci cade qualcosa dal vassoio.
Ovviamente la perra ha provveduto: ai
nostri vassoi sono state agganciate un buon numero di mollette da
bucato, quelle di legno, utilizzate dalle nostre nonne. Così, ad
ogni vassoio rovesciato, oltre alle scosse somministrate direttamente
dal cliente, la perra ci applica una molletta. E devo dirti che,
nonostante io ne abbia passate di tutte, le mollette ai capezzoli non
sono per niente piacevoli quando ti vengono lasciate applicate per
delle mezz’ore. E poi capita il cliente che si diverte a toglierle
e massaggiarti il capezzolo, scatenando altri dolori. E se è
cattivo, una volta ripresa la circolazione, rimette “in sito” la
molletta, facendoti piangere. Non ti racconto in che altro posto la
perra ci attacca le mollette. Per fortuna lo fa solo se l’infrazione
è grave, perché diventa quasi impossibile continuare a lavorare,
come lei pretende, con una molletta che ti martirizza il bottoncino!
Per nostra fortuna la perra non resta
qui al bar troppo a lungo, infatti continua ad imperversare anche
sulle nostre colleghe alla “pension balnearia”.
Ho potuto leggere i tuoi diari,
caspita, hai una Signora di polso! Ti esorto all’obbedienza ed
attendo di poter leggere il seguito.
sguattera Nadia.
Etichette:
castighi,
correzione della serva,
Pension Balnearia,
punizioni,
Serva Nadia
donna di servizio & artista
(maid & artist)
monikarubbermaid@gmail.com
20 ottobre 2012
PENSION BALNEARIA 55
Serva sudiciona,
proseguo il racconto delle mie
avventure lavorando al “bar de tapas”.
Come avevo illustrato siamo ormai delle
serve “on-line”, ma non sempre questo viene apprezzato. Proprio
ieri mi è toccato servire ad un tavolo di una compagnia di anziani.
Vestiti eleganti, con uno stile “di una volta” che qui va molto
nelle occasioni formali, matrimoni eccetera.
Arrivo al tavolo per le ordinazioni e
mi dicono chiaramente che di usare il telefonino non se lo sognano
neanche, vogliono essere serviti in maniera tradizionale da una
cameriera che si comporti “como debe ser”. E così porto la carta
delle tapas e la ben più nutrita carta dei vini. Ricevuto l’ordine
mi affretto a servirli, e qui commetto il primo errore, servo
indifferentemente, il primo che capita uomini e donne. Non l’avessi
mai fatto, l’anfitrione mi ordina di portare “el batidor de
cuero”. Ora, parlo passabilmente questa benedetta lingua, ma non
comprendo proprio, irritandolo ancora di più. Finisce che si alza di
persona e va a parlare con la padrona. Torna al tavolo e mi mostra
l’oggetto che aveva richiesto: una pesante cinghia di cuoio beni
ingrassato, larga 10 centimetri e lunga almeno 60. Capisco subito
quale può esserne l’uso quando il signore se la picchia sul palmo
di una mano, guardandomi negli occhi. Inutile dire che prima avvampo
e poi sbianco. Comunque a quanto pare il mio errore è ancora
veniale, però “el cuero” resta lì sul tavolo, a portata di
mano. Ma, innervosita da questo oggetto, ben presto commetto altri
errori: non riempio subito un bicchiere vuoto e faccio cadere una
forchetta. Con fare annoiato l’anfitrione mi ordina di passare
nella saletta adiacente, dove non c’è nessuno. Qui mi fa abbassare
le mutande e rialzare la divisa. Operazione facile per una che
indossa il corsetto! Finalmente riesco ad eseguire l’ordine e,
impugnata la cinghia all’estremità mi somministra sei sonorissimi
colpi. Fanno male, penso che il rumore del cuero si sia sentito anche
per strada. Poi il signore, paonazzo, inizia a palpeggiare e toccare
un po’ dappertutto. E qui devo confessare che io, anziché cercare
di resistere, come dovere di noi serve, vado un po’ in confusione.
Finisce che quando, dopo un po’, la moglie del signore viene a
controllare che sta succedendo, sono inginocchiata di fronte al
signore e non sto consumando un “calippo”! La signora prima
avvampa e poi sbianca. Convoca concitatamente le altre signore. Gli
uomini vengono rispediti a casa. Sudo freddo e mi viene da vomitare.
Se la perra viene a sapere quello che ho combinato mi fa murare viva.
Piango e mi dispero, mentre la signora offesa si sfoga in silenzio,
facendo a pezzi il proprio fazzoletto. Interviene la signora più
anziana. Evidentemente sospetta in che situazione ci troviamo noi
serve alla Pension e inoltre vuole evitare alla propria amica la
vergogna di divulgare l’accaduto. Propone di chiudere la faccenda
qui, tra donne, andi, come dice lei “es una question de mujeres”.
In pratica devo accettare di essere punita dalla signora offesa,
immediatamente, davanti a tutte, lei farà da arbitra e mediatrice.
Mi avverte, però che la punizione sarà comunque molto dura, in modo
da scoraggiarmi per il futuro. Che devo fare? Accetto, sempre
piangendo.
Le signore confabulano, mentre io
rabbrividisco in un angolo. Poi la signora più anziana si avvicina,
sono giunte ad una sentenza. Mi fanno denudare completamente. Poi
rimuovono dai propri scialli i decorativi enormi “imperdibles”,
gli spilloni da balia. Una signora si allontana e di lì a poco torna
con cotone ed alcool denaturato. Mi fanno mettere supina su di un
tavolo, mi infilano un paio di mutande in bocca e mi imbavagliano ben
bene, nessuno deve sapere cosa sta succedendo, questo anche nel mio
interesse. Con orrore vedo che improvvisano un bruciatore e
sterilizzano gli spilloni. Ora la signora offesa prende un grosso
batuffolo di cotone ed inizia a disinfettarmi, dapprima i capezzoli e
poi le grandi labbra. Anzi, sadicamente inizia a strofinare anche le
mucose. Non vi dico il bruciore, mi sembra che mi passi un tizzone
ardente. Le altre signore sono tutte attorno, serie ed interessate mi
tengono ferme gambe e braccia. Una mi asciuga i goccioloni di sudore
e le lacrime. Si sentono solo i miei mugolii. La cosa dura a lungo,
la signora ha capito che l’alcool mi fa soffrire e ne approfitta.
La signora più anziana guarda l’orologio e dice che è ora di
passare a cose più serie. Mani impietose mi tirano prima un
capezzolo e poi l’altro e, lentamente mi viene infilato lo
spillone. Devo dire che la sofferenza è tremenda, contrariamente ad
un ago di siringa che entra senza fatica questo deve essere spinto a
forza e l’aguzzina vuole apprezzare fino in fondo le mie
sofferenze, per cui fa durare l’operazione il più a lungo
possibile.
Ma non è finita, le dita dell’aguzzina
tirano le grandi labbra, le uniscono ed un atroce dolore mi fa capire
quello che accade, lo spillone le attraversa ambedue. Mi vengono
messi ben quattro spilloni.
Purtroppo per me, non riesco a svenire.
Devo soffrire l’operazione fino alla fine. E alla fine l’aguzzina
riprende il batuffolo di alcool e si diverte a lungo.
Alla fine mi fanno rialzare e mi
tolgono il bavaglio. La signora più anziana mi costringe ad
inginocchiarmi davanti ad una per una, e mostrare le mie vergogne
praticamente cucite dagli spilloni. Mi chiederete se fa male? Mi
pare di avere dei tizzoni accesi! Tra i singhiozzi devo chiedere
pubblicamente scusa e auto-insultarmi a lungo.
Poi l’aguzzina mi si avvicina, mi
irrigidisco temendo chissà cosa, invece mi bacia, dicendomi che per
lei la faccenda è chiusa così, che io non ci riprovi più con
nessuno dei loro mariti.
Le sofferenze, però non sono finite,
le spille da balia devono venire aperte e sfilate. Mordo un
fazzoletto, per soffocare i miei lamenti. E, gran finale, una bella
ultima disinfettata che brucia come il fuoco.
Ora le signore sono soddisfatte. Fanno
portare del ghiaccio e con questo posso calmare il terribile
bruciore. Poi vengo fatta rivestire e, sia pur con l’aspetto
stralunato e la camminata dolorante, devo tornare al lavoro, in modo
che la perra non si accorga di nulla.
sguattera Nadia
(55- continua)
Etichette:
donne che puniscono donne,
Pension Balnearia,
punizioni,
Serva Nadia
donna di servizio & artista
(maid & artist)
monikarubbermaid@gmail.com
UN COMMENTO DELLA SGUATTERA NADIA
disegno di Georges Pichard |
aderisco all'invito di Madame Janine, di valutare i tuoi elaborati, esteso anche alle sguattere.
Per la prima parte, sicuramente gli errori concettuali, evidenziati dalle Signore, portano ad una valutazione insufficiente. proporrei, però un 5, visto che scrivi "a pancia gonfia" e noi serve sappiamo bene cosa significhi e quanto dolore si avverta ad ogni ondata di contrazioni, mentre si "stringe" disperatamente. La seconda parte è invece migliore, per me è un 6.
Mi resta però un dubbio, che forse verrà chiarito nella terza parte: l'olio di ricino non ha poi avuto il tempo di fare il suo effetto, mi sa che dopo il "parto" avrai avuto a lungo dolori di pancia, come se il "travaglio" continuasse inesorabile. Sai, leggendoti mi sembrava di sentire il sapore riproposto dagli infiniti "ruttini" che ti tormentano a lungo dopo averlo bevuto.
Non ti invidio, con tutte le punizioni che ho subito non mi hanno mai "inserito" una mano. Mi ha atterrito la minaccia di romperti .... dietro, spero che la tua padrona abbia pietà, avere intorno una serva sempre imbraghettata e puzzolente non sarebbe sicuramente piacevole. Meglio le buone vecchie punizioni ad effetto immediato e che non lasciano strascichi.
Ma questa è solo la supplica di una inutile sguattera dalla lingua lunga, Madame Janine mi perdoni.
sguattera Nadia
Etichette:
incontinenza,
punizioni,
Serva Nadia
donna di servizio & artista
(maid & artist)
monikarubbermaid@gmail.com
18 ottobre 2012
LA PUNIZIONE DI SGUATTERA SUDICIONA 2/4
nota di Janine Souillon:
serva sudiciona è stata costretta dall'infermiera a correggere il suo primo indecente report in ginocchio e a scrivere il secondo ben gravida e sigillata nelle sue mutande di contenzione.
Devo dire che la gravidanza, in una sguattera che ha passato i 50 anni (seppur da poco), è davvero commovente.
JS
LA MIA PUNIZIONE – 1
di sguattera sudiciona
12 ottobre 2012
ore 5,00 del mattino
Mi hanno fatta alzare verso le cinque del mattino svegliandomi bruscamente e traendomi dalla mia posizione prona, ormai quella abituale per me. Tutte le notti infatti vengo assicurata a un lettino a pancia sotto, tenuta ferma al letto da polsiere e cavigliere che mi mantengono in una posizione dalla quale posso essere riempita a piacimento con un clistere notturno dall'infermiera Rose M., donna di fiducia di madame Janine.
L'infermiera ha infilato dei guanti di gomma, si è messa il grembiule di gomma da lavoro e ha controllato con la mano lo stato delle mie mutande di contenzione, le ha aperte con la chiave, ha controllato e ispezionato il pannolone e ha poi richiuso il tutto, non senza avermi dato un forte pizzicotto alle grandi labbra. Madame Janine aveva fatto preparare dalla sua infermiera Rose M. un carrello con un bicchiere di metallo e una brocca da due litri e mezzo di acqua: in piedi, a intervalli di 5 minuti, ho dovuto bere il contenuto della brocca. Gradualmente sentivo la vescica gonfiarsi, finchè la pressione, terminato il contenuto della brocca, è diventata quasi insopportabile. Anche lo stomaco era gonfio, sembravo già gravida.
Gli ultimi bicchieri sono stati difficili da mandar giù, ma se la serva sudiciona avesse vomitato, avrebbe dovuto leccare dal pavimento la sua deiezione, e quindi per la paura ha cercato di controllarsi fino alla fine.
L'infermiera ha poi controllato bene la chiusura della mie mutande di contenzione, mi ha fatto allargare le gambe, ha sollevato la divisa da fatica sulle mie reni, mi ha fatto tendere le braccia dritte in avanti, le palme rivolte in alto. Poi mi ha fatto accovacciare, in equilibrio sugli zoccoli di gomma, il sedere ben sporto in fuori. L'infermiera, sotto lo sguardo impassibile di Madame Janine, si è seduta su un basso sgabello a fianco dlla serva sudiciona. Dapprima ha compresso il ventre della serva sudiciona, ha dato alcuni colpi secchi sotto le mutande di contenzione, poi, ho sentito un sibilo: stava per inziare la fustigazione.
Il primo colpo è stato forte, secco e bruciante. Per chi non l'abbia mai provata, la canna della fustigazione produce sulle natiche della punita un dolore intensissimo e acuto, a metà fra una scossa elettrica e un morso. A intervalli regolari, la serva sudiciona ha subito 25 colpi, contandoli ad alta voce. Contare, come Madame Janine ha sempre detto, aiuta la serva a sopportare i morsi della canna, la tiene vitale e concentrata, le impedisce di soccombere completamente al dolore e all'umiliazione. Il difficile per la serva sudiciona è non lasciar sfuggire il piscio di cui la serva sudiciona è completamente piena. L'infermiera Rose M. ad ogni colpo mi ricorda che il piscio prodotto da serva sudiciona dovrà essere raccolto in un apposito contenitore, e che quindi non una goccia deve andare perduta dalla serva sudiciona.
Io mi concentro come posso e sono convinta di avercela fatta: il sedere brucia terribilmente e la testa mi gira, ma riesco a rimanere nella mia posizione di squatting fino alla fine degli interminabili 25 colpi. L'infermiera si ferma, posa la bacchetta e prendendomi per un'orecchia mi tira su. Mi ordina di mettere le mani sulla testa e di tenere la gambe larghe. Apre il lucchetto delle mie mutande di contenzione, estrae l pannolone e una smorfia di disgusto si disegna sul suo bel volto di altoatesina. Tocca con un dito il pannolone e mi mette l'indice sotto il naso: è bagnato. Brutalmente schiaccia il pannolone sulla faccia della serva sudiciona, che avverte l'odore della propria orina. Il pannolone viene assicurato con un robusto nastro adesivo alla faccia della serva sudiciona, come se fosse una maschera. Le mutande di contenzione mi vengono reinfilate sopra, e nuovamente chiuse. Sento il contatto della gomma spessa e solida sulla mia passera.
Voce di Madame Janine: - A quest'età può essere un problema di incontinenza?
Voce dell'infermiera Rose M.: - Dipende, la sua serva ha avuto molte gravidanze?
Madame Janine: - Che io sappia, una soltanto. Ma d'ora in poi, mia cara, questa sudiciona sarà quasi sempre gravida!
Madame Janine e Rose M., l'infermiera altoatesina, ridono di gusto.
(1- continua)
LA MIA PUNIZIONE – 2
di serva sudiciona
12 ottobre 2012
L'infermiera, istruita dalla padrona Janine Souillon, mi ordina di eseguire 30 squatting a gambe ben divaricate, a ritmo sostenuto. Con il pannolone bagnato del mio piscio attaccato alla faccia, respiro con difficoltà e il ritmo dell'esercizio presto diviene insostenibile. - Forza sudiciona, più ritmo! - incalza l'infermiera. Appena mostro di rallentare, Rose M., la rigida infermiera altoatesina mi “sculaccia” la passera con un largo cucchiaio di legno. Poichè ben presto si accorge che i colpi di incoraggiamento sono attutiti dalle mutande di contenzione, mi ordina di toglierle per tutta la durata delle flessioni.
I colpi di cucchiaio a questo punto diventano dolorosissimi, e la stanza della punizione accoglie solo tre rumori: l'affannoso respiro della serva sudiciona e il “ciaf! ciaf!” dei colpi di cucchiaio sulla sua vagina seguiti da degli squittii di dolore.
I muscoli delle gambe si irrigidiscono, rallento sempre di più, il dolore mi confonde, in prossimità del ventitreesimo colpo ho un cedimento.
L'infermiera si arrabbia molto, dice delle cose in tedesco che non capisco, si piazza davanti a me a gambe divaricate, i suoi zoccoli di gomma sono saldamente ancorati al pavimento di linoleum della saletta delle punizioni, mi afferra per le orecchie e gli ultimi squatting me li impone tirandomi per i padiglioni. Mi gira la testa, faticosamente arrivo alla fine del penoso esercizio.
Madame Janine mi ordina di accovacciarmi, mi tolgono il pannolone dalla faccia e l'infermiera mi mette davanti un contenitore di plastica e mi ordina di pisciare. Devo riempirlo velocemente. Non ci metto molto, la mia vescica scoppia, ma devo stare molto attenta a non versare fuori dal contenitore il mio "prodotto" color giallo paglierino.
Mi dicono che una Signora ha consigliato di raccogliere 500-600 cc del mio “prodotto”, e l'infermiera preme sulla mia pancia per accelerare quella che cheima la “mungitura della sudiciona”.
Finito di pisciare nel contenitore, l'infermiera mi sculaccia la pancia e dice “Das ist gut, sklavin schwein!”.
Il pannolone lo devo rimettere bagnato nelle mutande di contenzione, e subito dopo devo reindossare lo strumento col quale sarà per sempre corretta e impedita la mia odiosa e sudicia abitudine. Mi fanno mettere in ginocchio.
La divisa di punizione, mai lavata in tre anni, è bagnata sotto le ascelle, sotto i seni, sulla pancia dove è a contatto col grembiule di gomma, e sulla schiena.
- È l'ora della poppata, pisciona sudiciona! -
L'infermiera prende dal vassoio di acciaio un biberon pieno di olio di ricino.
Mi afferra il naso col pollice e l'indice, mi infila in bocca il beccuccio di gomma del biberon e mi ordina di poppare. Il sapore è disgustoso, e più volte sono scossa dai conati di vomito.
Dietro di me Madame Janine si è posizionata impugnando una canna di bambù, e mentre poppo come una disperata, mi rifila altri dieci colpi sulle gambe.
- A queste bestie da soma il sedere alla fine si incartapecorisce, così almeno dice il Marquis De Sade! Meglio quindi passare, ogni tanto, alle gambe! - dice la padrona fustigandomi fra un sorso e l'altro.
Finito il disgustoso contenuto del biberon, vengo messa a quattro zampe per terra e mi ordinano di pulire il pavimento accuratamente. La puzza di sudore della divisa da punizione, unita al terribile oleoso sapore del contenuto del biberon mi stordiscono.
Ogni volta che ho finito di pulire il pavimento strofinandolo con uno straccio, devo prima vuotare e poi riempire nuovamente il secchio e ricominciare da capo. Lavo e rilavo per circa un'ora, sono stremata, intanto la pancia comincia a gogogliare. Al termine dell'ultima lavatura vengo rimessa in piedi dall'infermiera altoatesina Rose M. che a questo punto mi ordina di bere il mio stesso piscio. “Forza pisciona, bevi tutto fino all'ultima goccia!”. Tremante, bevo: l'orina fredda è disgustosa, anzichè sciacquarmi la bocca, il suo sapore si sovrappone al terribile gusto dell'olio di ricino. Ora sono convinta di essere davvero piena: nella vescica si è formata altrà pipì, nello stomaco ho quella che mi hanno fatto bere, insieme all'olio di ricino. Ma non basta: l'infermiera mi ordina di togliere le mutande di contenzione e il pannolone, poi mi fa salire sul lettino di ferro delle punizioni, a pancia sotto. Accanto al lettino è posizionato un grosso contenitore per clisteri in plastica bianca, da tre litri: sarò ingravidata. -Preparati, sudiciona: sarai ripulita da un vero clistere da punizione! - l'infermiera armeggia con tubi e ugelli mentre io vengo legata con le cinghia a pancia sotto dalla stessa Madame Janine. La divisa da punizione viene sollevata e rimboccata sopra le reni. L'infermiera lubrifica la mano guantata di gomma, infila una mano sotto il mio geembiule di gomma, all'altezza del ventre, poi unisce le dita della mano guantata e la infila nel mio sfintere, per allargarlo a dovere. Gradualmente la mano di Rose M. si fa strada nel retto mentre la donna mi ordina di non serrare per nessuna ragione i muscoli, altrimenti per punizione sarò resa incontinente per sempre! La mano dell'infermiera è entrata quasi per intero nel mio povero retto, lo sfintere è tesissimo, all'improvviso senza rendermene conto reagisco istintivamente all'intrusione e stringo. L'infermiera impreca in tedesco poi aggiunge in italiano: - Se Madame Janine me lo permette, ti farò un lavoretto di cui porterai le conseguenze per sempre, brutta sudiciona! Janine Souillon sibila: - Certo, ma ogni cosa a suo tempo, Rose. Ogni cosa a suo tempo.
Intanto la mano guantata e lubrificata è stata estratta dal mio sedere, per essere sostituita da quello che sembrerebbe un enorme dildo di acciaio.
In realtà è l'ugello del clistere, davvero enorme, ma io sono ancora dilatata dalla mano dell'infermera, ragion per cui il mostro d'acciaio si fa strada facilmente nel retto.
Una volta entrato, l'enorme ugello viene aperto da Rose M. e improvviso un fiotto di acqua tiepida invade il mio intestino.
La sensazione all'inizio è quasi piacevole, ma dopo quello che potrebbe essere un buon litro d'acqua, ecco che la temperatura del liquido diminuisce gradualmente. I crampi iniziano subito mentre il mio pancione tende il grembiule.
L'infermiera ogni tanto “saggia” il mio pancione per controllare lo stato di tensione, mentre I crampi aumentano e sale la nausea.
Quando i tre litri del clistere sono finiti tutti dentro di me, l'infermiera mi massaggi vigorosamente la pancia, mi slega e mi fa alzare. Mi muovo con cautela, la pancia è grossa e i crampi sono terribili, la voglia di evacuare mi ossessiona, ma l'ugello d'acciaio è rimasto in... sede e ora, chiuso ermeticamente, fa da tappo.
Vengo portata in cucina, sembro davvero incinta, il grembiule di gomma è teso sulla pancia, cammino a passettini sui miei zoccoli di legno, vengo messa al lavello.
A ondate i crampi scuotono le mie povere viscere mentre sento gorgogliare nello stomaco l'olio di ricino. Dovrò resistere in questo stato, tappata e ingravidata, per almeno 30 minuti.
Poi, se avrò lavato bene tutti i piatti e pulito il pavimento, potrò scaricarmi davanti all'infermiera. Non so come, fra atroci dolori e rivoli di sudore, riesco a portare a termine il lavoro, aiutata mio malgrado dal tappo d'acciaio.
Presa per l'orecchio vengo fatta accovacciare su un grosso secchio di zinco.
- Al mio via, toglere il tappo! - dice l'infermiera sogghignando. Io sono rossa vergogna, l'umiliazione è davvero troppo grande. “
- Via! - grida l'infermiera.
Tiro, ma l'ugello d'acciaio è molto grosso, e non esce.
L'infermiera si spazientisce, comincia a premere le mani sul mio pancione. Presa dal panico e in preda ad atroci dolori, tiro e tiro finchè il tappo viene via di colpo. Da quell'istante, inizio a scaricarmi violentemente fra i crampi, mentre l'infermiera divertita e disgustata allo stesso tempo, si gira dall'altra parte turandosi platealmente il naso.
- Che parto indecente! - commenta Madame Janine.
(2- continua)
serva sudiciona è stata costretta dall'infermiera a correggere il suo primo indecente report in ginocchio e a scrivere il secondo ben gravida e sigillata nelle sue mutande di contenzione.
Devo dire che la gravidanza, in una sguattera che ha passato i 50 anni (seppur da poco), è davvero commovente.
JS
disegno della schiava Elisabeth Mandile © Annika Kapyzska |
LA MIA PUNIZIONE – 1
di sguattera sudiciona
12 ottobre 2012
ore 5,00 del mattino
Mi hanno fatta alzare verso le cinque del mattino svegliandomi bruscamente e traendomi dalla mia posizione prona, ormai quella abituale per me. Tutte le notti infatti vengo assicurata a un lettino a pancia sotto, tenuta ferma al letto da polsiere e cavigliere che mi mantengono in una posizione dalla quale posso essere riempita a piacimento con un clistere notturno dall'infermiera Rose M., donna di fiducia di madame Janine.
L'infermiera ha infilato dei guanti di gomma, si è messa il grembiule di gomma da lavoro e ha controllato con la mano lo stato delle mie mutande di contenzione, le ha aperte con la chiave, ha controllato e ispezionato il pannolone e ha poi richiuso il tutto, non senza avermi dato un forte pizzicotto alle grandi labbra. Madame Janine aveva fatto preparare dalla sua infermiera Rose M. un carrello con un bicchiere di metallo e una brocca da due litri e mezzo di acqua: in piedi, a intervalli di 5 minuti, ho dovuto bere il contenuto della brocca. Gradualmente sentivo la vescica gonfiarsi, finchè la pressione, terminato il contenuto della brocca, è diventata quasi insopportabile. Anche lo stomaco era gonfio, sembravo già gravida.
Gli ultimi bicchieri sono stati difficili da mandar giù, ma se la serva sudiciona avesse vomitato, avrebbe dovuto leccare dal pavimento la sua deiezione, e quindi per la paura ha cercato di controllarsi fino alla fine.
L'infermiera ha poi controllato bene la chiusura della mie mutande di contenzione, mi ha fatto allargare le gambe, ha sollevato la divisa da fatica sulle mie reni, mi ha fatto tendere le braccia dritte in avanti, le palme rivolte in alto. Poi mi ha fatto accovacciare, in equilibrio sugli zoccoli di gomma, il sedere ben sporto in fuori. L'infermiera, sotto lo sguardo impassibile di Madame Janine, si è seduta su un basso sgabello a fianco dlla serva sudiciona. Dapprima ha compresso il ventre della serva sudiciona, ha dato alcuni colpi secchi sotto le mutande di contenzione, poi, ho sentito un sibilo: stava per inziare la fustigazione.
Il primo colpo è stato forte, secco e bruciante. Per chi non l'abbia mai provata, la canna della fustigazione produce sulle natiche della punita un dolore intensissimo e acuto, a metà fra una scossa elettrica e un morso. A intervalli regolari, la serva sudiciona ha subito 25 colpi, contandoli ad alta voce. Contare, come Madame Janine ha sempre detto, aiuta la serva a sopportare i morsi della canna, la tiene vitale e concentrata, le impedisce di soccombere completamente al dolore e all'umiliazione. Il difficile per la serva sudiciona è non lasciar sfuggire il piscio di cui la serva sudiciona è completamente piena. L'infermiera Rose M. ad ogni colpo mi ricorda che il piscio prodotto da serva sudiciona dovrà essere raccolto in un apposito contenitore, e che quindi non una goccia deve andare perduta dalla serva sudiciona.
Io mi concentro come posso e sono convinta di avercela fatta: il sedere brucia terribilmente e la testa mi gira, ma riesco a rimanere nella mia posizione di squatting fino alla fine degli interminabili 25 colpi. L'infermiera si ferma, posa la bacchetta e prendendomi per un'orecchia mi tira su. Mi ordina di mettere le mani sulla testa e di tenere la gambe larghe. Apre il lucchetto delle mie mutande di contenzione, estrae l pannolone e una smorfia di disgusto si disegna sul suo bel volto di altoatesina. Tocca con un dito il pannolone e mi mette l'indice sotto il naso: è bagnato. Brutalmente schiaccia il pannolone sulla faccia della serva sudiciona, che avverte l'odore della propria orina. Il pannolone viene assicurato con un robusto nastro adesivo alla faccia della serva sudiciona, come se fosse una maschera. Le mutande di contenzione mi vengono reinfilate sopra, e nuovamente chiuse. Sento il contatto della gomma spessa e solida sulla mia passera.
Voce di Madame Janine: - A quest'età può essere un problema di incontinenza?
Voce dell'infermiera Rose M.: - Dipende, la sua serva ha avuto molte gravidanze?
Madame Janine: - Che io sappia, una soltanto. Ma d'ora in poi, mia cara, questa sudiciona sarà quasi sempre gravida!
Madame Janine e Rose M., l'infermiera altoatesina, ridono di gusto.
(1- continua)
LA MIA PUNIZIONE – 2
di serva sudiciona
12 ottobre 2012
L'infermiera, istruita dalla padrona Janine Souillon, mi ordina di eseguire 30 squatting a gambe ben divaricate, a ritmo sostenuto. Con il pannolone bagnato del mio piscio attaccato alla faccia, respiro con difficoltà e il ritmo dell'esercizio presto diviene insostenibile. - Forza sudiciona, più ritmo! - incalza l'infermiera. Appena mostro di rallentare, Rose M., la rigida infermiera altoatesina mi “sculaccia” la passera con un largo cucchiaio di legno. Poichè ben presto si accorge che i colpi di incoraggiamento sono attutiti dalle mutande di contenzione, mi ordina di toglierle per tutta la durata delle flessioni.
I colpi di cucchiaio a questo punto diventano dolorosissimi, e la stanza della punizione accoglie solo tre rumori: l'affannoso respiro della serva sudiciona e il “ciaf! ciaf!” dei colpi di cucchiaio sulla sua vagina seguiti da degli squittii di dolore.
I muscoli delle gambe si irrigidiscono, rallento sempre di più, il dolore mi confonde, in prossimità del ventitreesimo colpo ho un cedimento.
L'infermiera si arrabbia molto, dice delle cose in tedesco che non capisco, si piazza davanti a me a gambe divaricate, i suoi zoccoli di gomma sono saldamente ancorati al pavimento di linoleum della saletta delle punizioni, mi afferra per le orecchie e gli ultimi squatting me li impone tirandomi per i padiglioni. Mi gira la testa, faticosamente arrivo alla fine del penoso esercizio.
Madame Janine mi ordina di accovacciarmi, mi tolgono il pannolone dalla faccia e l'infermiera mi mette davanti un contenitore di plastica e mi ordina di pisciare. Devo riempirlo velocemente. Non ci metto molto, la mia vescica scoppia, ma devo stare molto attenta a non versare fuori dal contenitore il mio "prodotto" color giallo paglierino.
Mi dicono che una Signora ha consigliato di raccogliere 500-600 cc del mio “prodotto”, e l'infermiera preme sulla mia pancia per accelerare quella che cheima la “mungitura della sudiciona”.
Finito di pisciare nel contenitore, l'infermiera mi sculaccia la pancia e dice “Das ist gut, sklavin schwein!”.
Il pannolone lo devo rimettere bagnato nelle mutande di contenzione, e subito dopo devo reindossare lo strumento col quale sarà per sempre corretta e impedita la mia odiosa e sudicia abitudine. Mi fanno mettere in ginocchio.
La divisa di punizione, mai lavata in tre anni, è bagnata sotto le ascelle, sotto i seni, sulla pancia dove è a contatto col grembiule di gomma, e sulla schiena.
- È l'ora della poppata, pisciona sudiciona! -
L'infermiera prende dal vassoio di acciaio un biberon pieno di olio di ricino.
Mi afferra il naso col pollice e l'indice, mi infila in bocca il beccuccio di gomma del biberon e mi ordina di poppare. Il sapore è disgustoso, e più volte sono scossa dai conati di vomito.
Dietro di me Madame Janine si è posizionata impugnando una canna di bambù, e mentre poppo come una disperata, mi rifila altri dieci colpi sulle gambe.
- A queste bestie da soma il sedere alla fine si incartapecorisce, così almeno dice il Marquis De Sade! Meglio quindi passare, ogni tanto, alle gambe! - dice la padrona fustigandomi fra un sorso e l'altro.
© Georges Pichard |
Ogni volta che ho finito di pulire il pavimento strofinandolo con uno straccio, devo prima vuotare e poi riempire nuovamente il secchio e ricominciare da capo. Lavo e rilavo per circa un'ora, sono stremata, intanto la pancia comincia a gogogliare. Al termine dell'ultima lavatura vengo rimessa in piedi dall'infermiera altoatesina Rose M. che a questo punto mi ordina di bere il mio stesso piscio. “Forza pisciona, bevi tutto fino all'ultima goccia!”. Tremante, bevo: l'orina fredda è disgustosa, anzichè sciacquarmi la bocca, il suo sapore si sovrappone al terribile gusto dell'olio di ricino. Ora sono convinta di essere davvero piena: nella vescica si è formata altrà pipì, nello stomaco ho quella che mi hanno fatto bere, insieme all'olio di ricino. Ma non basta: l'infermiera mi ordina di togliere le mutande di contenzione e il pannolone, poi mi fa salire sul lettino di ferro delle punizioni, a pancia sotto. Accanto al lettino è posizionato un grosso contenitore per clisteri in plastica bianca, da tre litri: sarò ingravidata. -Preparati, sudiciona: sarai ripulita da un vero clistere da punizione! - l'infermiera armeggia con tubi e ugelli mentre io vengo legata con le cinghia a pancia sotto dalla stessa Madame Janine. La divisa da punizione viene sollevata e rimboccata sopra le reni. L'infermiera lubrifica la mano guantata di gomma, infila una mano sotto il mio geembiule di gomma, all'altezza del ventre, poi unisce le dita della mano guantata e la infila nel mio sfintere, per allargarlo a dovere. Gradualmente la mano di Rose M. si fa strada nel retto mentre la donna mi ordina di non serrare per nessuna ragione i muscoli, altrimenti per punizione sarò resa incontinente per sempre! La mano dell'infermiera è entrata quasi per intero nel mio povero retto, lo sfintere è tesissimo, all'improvviso senza rendermene conto reagisco istintivamente all'intrusione e stringo. L'infermiera impreca in tedesco poi aggiunge in italiano: - Se Madame Janine me lo permette, ti farò un lavoretto di cui porterai le conseguenze per sempre, brutta sudiciona! Janine Souillon sibila: - Certo, ma ogni cosa a suo tempo, Rose. Ogni cosa a suo tempo.
Intanto la mano guantata e lubrificata è stata estratta dal mio sedere, per essere sostituita da quello che sembrerebbe un enorme dildo di acciaio.
In realtà è l'ugello del clistere, davvero enorme, ma io sono ancora dilatata dalla mano dell'infermera, ragion per cui il mostro d'acciaio si fa strada facilmente nel retto.
Una volta entrato, l'enorme ugello viene aperto da Rose M. e improvviso un fiotto di acqua tiepida invade il mio intestino.
La sensazione all'inizio è quasi piacevole, ma dopo quello che potrebbe essere un buon litro d'acqua, ecco che la temperatura del liquido diminuisce gradualmente. I crampi iniziano subito mentre il mio pancione tende il grembiule.
L'infermiera ogni tanto “saggia” il mio pancione per controllare lo stato di tensione, mentre I crampi aumentano e sale la nausea.
Quando i tre litri del clistere sono finiti tutti dentro di me, l'infermiera mi massaggi vigorosamente la pancia, mi slega e mi fa alzare. Mi muovo con cautela, la pancia è grossa e i crampi sono terribili, la voglia di evacuare mi ossessiona, ma l'ugello d'acciaio è rimasto in... sede e ora, chiuso ermeticamente, fa da tappo.
Vengo portata in cucina, sembro davvero incinta, il grembiule di gomma è teso sulla pancia, cammino a passettini sui miei zoccoli di legno, vengo messa al lavello.
A ondate i crampi scuotono le mie povere viscere mentre sento gorgogliare nello stomaco l'olio di ricino. Dovrò resistere in questo stato, tappata e ingravidata, per almeno 30 minuti.
Poi, se avrò lavato bene tutti i piatti e pulito il pavimento, potrò scaricarmi davanti all'infermiera. Non so come, fra atroci dolori e rivoli di sudore, riesco a portare a termine il lavoro, aiutata mio malgrado dal tappo d'acciaio.
Presa per l'orecchio vengo fatta accovacciare su un grosso secchio di zinco.
- Al mio via, toglere il tappo! - dice l'infermiera sogghignando. Io sono rossa vergogna, l'umiliazione è davvero troppo grande. “
- Via! - grida l'infermiera.
Tiro, ma l'ugello d'acciaio è molto grosso, e non esce.
L'infermiera si spazientisce, comincia a premere le mani sul mio pancione. Presa dal panico e in preda ad atroci dolori, tiro e tiro finchè il tappo viene via di colpo. Da quell'istante, inizio a scaricarmi violentemente fra i crampi, mentre l'infermiera divertita e disgustata allo stesso tempo, si gira dall'altra parte turandosi platealmente il naso.
- Che parto indecente! - commenta Madame Janine.
(2- continua)
Etichette:
clisteri,
enema,
Janine Souillon,
punizioni,
serva sudiciona
17 ottobre 2012
DA FRAU JULIA IL VOCABOLARIO DEI CLISTERI PER LA SERVA SUDICIONA
-->
drawing by slave Elisabeth Mandile, property of Annika Kapyzska |
Serva sudiciona,
ti invio un utile vocabolario, che ti aiuterà a capire che tipo di clisteri ti vengono imposti dalla tua signora.
FrauJulia
ti invio un utile vocabolario, che ti aiuterà a capire che tipo di clisteri ti vengono imposti dalla tua signora.
FrauJulia
Serva sudiciona,
per facilitarti nel sopportare i
castighi che ti attendono ti invio un intervento che meditavo da
tempo:
i modi di dire utilizzati da Signore ed
Infermiere per definire un clistere. Deriva da colloqui avuti, tempo
fa, con una anziana infermiera austriaca, di quelle di una volta con
la divisa inamidata ed un carattere inflessibile.
Pera: con questo termine si
intende la vecchia pera di gomma, di varie grandezze. Attualmente
poco usata.
Peretta: si intende la peretta
già preparata, dai 100 ai 200 cc. Molto usate perchè pratiche. Non
eccezionalmente dolorose, fatto salvo quelle di bisacodyl, detto
anche Dulcolax. Questo nome ricordalo, le perette sono poco
reperibili ma hanno effetti dirompenti. Un po’ meno le supposte.
Perettina o microclisma: delle
micro perette di glicerina. Attenta, se ne usano 2 o 3 e te le fanno
tenere a lungo danno dei bei mal di pancia, nonostante il volume
irrisorio.
Clistere: il classico clistere
da 2 litri. E' il clistere di base, fastidioso ma sopportabile.
Diciamo che viene usato solo a scopo salutistico..
Buon clistere: intende un
clistere molto abbondante, che ti gonfia parecchio. Non vengono però
adottati gli accorgimenti che ti illustro in seguito, per renderlo
estremamente punitivo.
Bel clistere, detto anche bel
clisterino, oppure clisterone: con queste parole, in gergo, la
signora comanda un vero e proprio clistere punitivo.
Preparati, le tue viscere verranno
distese a dismisura. Vengono adottati tutti i perversi accorgimenti
per renderlo il più possibile crampigeno. Te ne elenco alcuni:
temperatura dell’acqua bassa (acqua
di rubinetto), o peggio ancora, prima parte del clistere
piacevolmente calda, nel finale uno o due litri di acqua fredda di
rubinetto. L’intestino si contrae, i crampi ti accompagnano
inesorabili fino all’ultima goccia. Ti assicuro che urlerai.
Ma se hai fatto incazzare anche
l'infermiera con le tue suppliche e piagnistei, lei durante il
clistere ti inietterà anche un pò di aria. Ne basta poca, basta
iniettarne una pera od una peretta vuote. Sentirai gorgogliare nella
pancia. Da questo momento il liquido che entra sarà lentissimo e tu
avrai dolori da partoriente, inoltre i gorgoglii della tua pancia
divertiranno infermiera e signora. Ed alla fine, dopo un
interminabile periodo di ritenzione supplicherai di poterti
scaricare, fosse pure in pubblico ed in una bacinella!
E se tu avessi il cattivo gusto di non
trattenere? Tieni conto che vi sono un infinità di cannule enormi ed
altre gonfiabili, con appositi palloncini che faranno tenuta e non ti
lasceranno perdere una goccia. La ritenzione, poi viene assicurata da
dolorosissimi tappi che ti verranno inseriti a forza, mentre ti
concentri a non perdere neanche una goccia!
E quando ti potrai accosciare per
liberarti, i dolori ti accompagneranno a lungo!
Mia cara, cerca di far buon viso a
cattivo gioco e sopporta da brava serva, forse la tua Signora si
commuoverà e ordinerà di farti solo il normale clistere.
Auguri pisciona.....
Grazie Signora FrauJulia, la serva sudiciona si inginocchia e ringrazia.
Questa sera dopo le punizioni e i lavori scriverò la seconda parte della descrizione della mia punizione.
serva sudiciona
drawing by slave Elisabet Mandile, property of Annika Kapyzska © Annika Kapyzska
Etichette:
enema,
FrauJulia,
Janine Souillon,
punizioni,
serva sudiciona
donna di servizio & artista
(maid & artist)
monikarubbermaid@gmail.com
13 ottobre 2012
UN HAIKU DELLA SERVA DI FRAUJULIA
Serva sudiciona,
le tue sordide vicende hanno turbato la mia serva, tanto che ho trovato nel solito nascondiglio altri foglietti con le sue patetiche poesie.
Le riporto qui e, se Madame Janine lo permette, le copierai anche sul blog, che ti piacciano o no!
Inoltre vedi , sempre col permesso della tua Signora, di metterti a scrivere un decente ed esauriente, periodico diario delle tue punizioni, non vorrai che siano gli altri a scrivere per te? E ricorda, per ogni scritto ti verrà dato il voto!
-------------------
Perchè peccare,
quando è più facile ubbidire,
o sciocca serva sudiciona?
-----------------
Ieri , dalla Signora convocata,
una pagina al computer mi ha mostrata:
una serva perennemente condannata.
Sudiciona è ora il suo soprannome,
ed ora scrivo il percome.
Anzichè dedicarsi al compito abitudinario,
si beava del piacere solitario.
Il blog aggiornava dalla mansarda,
ma invece si toccava la bernarda.
Ed ora sciagurata,
piange per sempre imbraghettata.
Scoprirà quanto prude la bernarda,
sigillata nel caucciù della mutanda!
Ed è inutile che faccia quella grinta,
il clistere la rende bene incinta.
Con il tappo, mia signora,
che vergogna, che dolore ,
la rea il bagno implora.
Tra le altre serve regna la paura,
meglio non peccare, stai sicura!
-----------------------------
FrauJulia
drawing by slave Elisabeth Mandile © Annika Kapyzska
le tue sordide vicende hanno turbato la mia serva, tanto che ho trovato nel solito nascondiglio altri foglietti con le sue patetiche poesie.
Le riporto qui e, se Madame Janine lo permette, le copierai anche sul blog, che ti piacciano o no!
Inoltre vedi , sempre col permesso della tua Signora, di metterti a scrivere un decente ed esauriente, periodico diario delle tue punizioni, non vorrai che siano gli altri a scrivere per te? E ricorda, per ogni scritto ti verrà dato il voto!
-------------------
Perchè peccare,
quando è più facile ubbidire,
o sciocca serva sudiciona?
-----------------
Ieri , dalla Signora convocata,
una pagina al computer mi ha mostrata:
una serva perennemente condannata.
Sudiciona è ora il suo soprannome,
ed ora scrivo il percome.
Anzichè dedicarsi al compito abitudinario,
si beava del piacere solitario.
Il blog aggiornava dalla mansarda,
ma invece si toccava la bernarda.
Ed ora sciagurata,
piange per sempre imbraghettata.
Scoprirà quanto prude la bernarda,
sigillata nel caucciù della mutanda!
Ed è inutile che faccia quella grinta,
il clistere la rende bene incinta.
Con il tappo, mia signora,
che vergogna, che dolore ,
la rea il bagno implora.
Tra le altre serve regna la paura,
meglio non peccare, stai sicura!
-----------------------------
FrauJulia
drawing by slave Elisabeth Mandile © Annika Kapyzska
Etichette:
clisteri,
Frau Julia,
FrauJulia,
haiku,
mutande di contenzione,
mutande di gomma,
punizioni
donna di servizio & artista
(maid & artist)
monikarubbermaid@gmail.com
SERVA SUDICIONA: LA MIA PUNIZIONE 1/4
NOTA DI MADAME SOUILLON
Per volere
di Madame Janine, serva sudiciona stilerà il resoconto della sua
punizione in quattro parti. Ogni parte sarà valutata dalle Signore,
dalle lettrici e dai lettori del blog, e alla fine si tireranno le
somme e si stilerà il giudizio finale sull'esito del resoconto della
serva sudiciona.
JS
LA MIA PUNIZIONE – 1
di serva sudiciona
12 ottobre 2012
ore 5,00 del mattino
Mi hanno fatta alzare verso le cinque
del mattino svegliandomi bruscamente e traendomi dalla mia posizione
supina, ormai quella abituale per me. Tutte le notti infatti vengo
assicurata a un lettino a pancia sotto, tenuta ferma al letto da
polsiere e cavigliere che mi mantengono in una posizione dalla quale
posso essere riempita a piacimento con un clistere notturno
dall'infermiera Rose M., donna di fiducia di madame Janine.
L'infermiera ha infilato dei guanti di
gomma, si è messa il grembiule di gomma da lavoro e ha controllato
con la mano lo stato dellae mie mutande di contenzione, le ha aperte
con la chiave, ha controllato e ispezionato l'assobente e ha poi
richiuso il tutto, non senza avermi dato un forte pizzicotto alle
grandi labbra. Madame Janine aveva fatto preparare dalla sua
infermiera Rose M. un carrello con un bicchiere di metallo e una
brocca da due litri e mezzo di acqua: in piedi, a intervalli di 5
minuti, ho dovuto bere il contenuto della brocca. Gradualmente
sentivo la vescica gonfiarsi, finchè la pressione, terminato il
contenuto della brocca, è diventata quasi insopportabile. Anche lo
stomaco era gonfio, sembravo già gravida.
Gli ultimi bicchieri sono stati
difficili da mandar giù, ma se la serva sudiciona avesse vomitato,
avrebbe dovuto leccare dal pavimento la sua deiezione, e quindi per
la paura ha cercato di controllarsi fino alla fine.
L'infermiera ha poi controllato bene la
chiusura della mie mutande di contenzione, mi ha fatto allargare le
gambe, ha sollevato la divisa da fatica sulle mie reni, mi ha fatto
tendere le braccia dritte in avanti, le palme rivolte in alto. Poi mi
ha fatto accovacciare, in equilibrio sugli zoccoli di gomma, il
sedere ben sporto in fuori. L'infermiera, sotto lo sguardo
impassibile di Madame Janine, si è seduta su un basso sgabello a
fianco dlla serva sudiciona. Dapprima ha compresso il ventre della
serva sudiciona, ha dato alcuni colpi secchi sotto le mutande di
contenzione, poi, ho sentito un sibilo: stava per inziare la
fustigazione.
Il primo colpo è stato forte, secco e
bruciante. Per chi non l'abbia mai provata, la canna della
fustigazione produce sulle natiche della punita un dolore
intensissimo e acuto, a metà fra una scossa elettrica e un morso. A
intervalli regolari, la serva sudiciona ha subito 25 colpi,
contandoli ad alta voce. Contare, come Madame Janine ha sempre detto,
aiuta la serva a sopportare i morsi della canna, la tiene vitale e
concentrata, le impedisce di soccombere completamente al dolore e
all'umiliazione. Il difficile per la serva sudiciona è non lasciar
sfuggire il piscio di cui la serva sudiciona è completamente piena.
L'infermiera Rose M. ad ogni colpo mi ricorda che il piscio prodotto
da serva sudiciona dovrà essere raccolto in un apposito contenitore,
e che quindi non una goccia deve andare perduta dalla serva
sudiciona.
Io mi concentro come posso e sono
convinta di avercela fatta: il sedere brucia terribilmente e la testa
mi gira, ma riesco a rimanere nella mia posizione di squatting fino
alla fine degli interminabili 25 colpi. L'infermiera si ferma, posa
la bacchetta e prendendomi per un'orecchia mi tira su. Mi ordina di
mettere le mani sulla testa e di tenere la gambe larghe. Apre il
lucchetto delle mie mutande di contenzione, estrae l'assorbente di
sicurezza e una smorfia di disgusto si disegna sul suo bel volto di
altoatesina. Tocca con un dito il tampone e mi mette il suo indice
sotto il naso: è bagnato. Brutalmente schiaccia il tampone sulla
faccia della serva sudiciona, che avverte l'odore della propria
orina. Il tampone viene assicurato con un robusto nastro adesivo alla
faccia della serva sudiciona, come una maschera. Le mutande di
contenzione vengono reinfilate sopra, e chiuse. Sento il contatto
della gomma spessa e solida sulla mia passera.
Voce di Madame Janine: - A quest'età
può essere un problema di incontinenza?
Voce dell'infermiera Rose M.: -
Dipende, la sua serva ha avuto molte gravidanze?
Madame Janine: - Che io sappia, una
soltanto. Ma d'ora in poi, mia cara, questa sudiciona sarà quasi
sempre gravida!
Madame Janine e Rose M., l'infermiera
altoatesina, ridono.
La serva sudiciona, con il tampone stretto in faccia, la vescica tesissima e lo stomaco pieno d'acqua, sta per vomitare.
( 1/1 - continua)
illustrazione della schiava Elisabeth Mandile (©Annika Kapyzsca)
Etichette:
donne che puniscono donne,
la mia punizione,
serva sudiciona
donna di servizio & artista
(maid & artist)
monikarubbermaid@gmail.com
11 ottobre 2012
PENSION BALNEARIA 54
Serva sudiciona, ti invio il racconto che avevo già preparato. Alcune mie frasi potrebbero nuovamente turbarti, spero che la lezione che stai ricevendo ti sconsigli nuove infrazioni.
E veniamo al racconto: ci eravamo lasciate … al pit-stop!
Purtroppo la pausa dura piuttosto poco, il tempo di riprendere il fiato, fare pipì e bere un bicchier d’acqua.
INGENIERA> “bateria lista” al lavoro, serve!
NADIA> E così ricominciamo: scosse, dolori, orgasmi, mancati orgasmi, sudore e soprattutto mal di piedi e di schiena, ce ne è per tutti!
FRRRR – FRRRR- FRRRR “Listado de tè, mesa 10”
Mi affretto, sono 4 donne, inequivocabilmente Padrone ….. devo comportarmi bene o sono guai…
(porgo le liste dei tè)
PRIMA SIGNORA> Hola chica, mostrame, mostrame.
NADIA> Mi rialza la gonna e guarda con curiosità i vari fili. Mi ordina di abbassare le mutande e saggia con un dito. DI FRONTE A TUTTI!!!!
PRIMA SIGNORA> Ritira il dito umido degli umori, me lo mette sotto al naso e poi mi costringe a succhiarlo: “QUE ES ESTO? SUCIA PUTA? CAMBIATE EL TAMPON Y LUEGO LAVA BIEN LAS MANOS!!!!”. Ovviamente questa umiliante frase viene gridata in modo che la sentano anche per strada!
NADIA> Non mi aspettavo una cosa del genere, in particolare qui, di fronte a parecchi maschi! AVVAMPO, vorrei potermi sotterrare…..
SECONDA SIGNORA> “RAPIDO, RAPIDO o al reves …… (ed indica lo schermo dello smartphone)
NADIA> Piangendo per la cocente umiliazione mi fiondo in bagno, sono una stupida, non solo mi sono bagnata, eccitandomi in maniera indecente, ma non ho pensato a sistemarmi durante l’intervallo. E devo anche andare dall’ Ingeniera a chidere se, cortesemente, mi fornisce qualche altro maxi tampone.
Finito…..., mi lavo accuratamente le mani.
FRRRR _ FRRRRR – FRRRRR …… AIAAAA…… AIAAAA…. “llleggo llego señora”
TERZA SIGNORA> “Tè con lemon y tarta por quatro”
NADIA> Questa è l’ordinazione da incubo, mi immaginate con un vassoio su cui ho teiera, zuccheriera, quattro tazze, piattini, forchettine, cucchiaini e 4 porzioni di torta? Facile? Beh facile se non portassi i tacchi alti e soprattutto se non fossi trasformata in una specie di centrale telefonica….
FRRR – FRRR- FRRRR …. maledizione, dal tavolo vedono che sono stracarica ed iniziano con la corrente, formicolii al basso ventre ed ai capezzoli. Mi mordo le labbra e, sempre bilanciando il pesante vassoio faccio lo slalom tra i tavoli. Riesco nella missione. Il vassoio giunge al tavolo senza troppi danni.
QUARTA SIGNORA> Tocca la teiera, “demasiado fria, mas mas caliente, RAPIDA!”
NADIA> E mi devo riportare indietro la teiera, Mi scaldano ulteriormente l’acqua, riparto in direzione del tavolo
FRRR --- FRRR ---- FRRRR ---- AIAAAA --- AIAAAA le scosse arrivano dapprima deboli e poi sempre più forti, dapprima su un lato del torace e poi sull’altro, alternativamente. Mi torco, proprio come fanno le lucertole camminando, mordendomi le labbra, sempre tentando disperatamente di bilanciare la pesante teiera bollente. Finalmente riesco a posarla a destinazione.
QUARTA SIGNORA> Sorridendo, “Brava, gracias”
NADIA> De nada…FRRR --- FRRR – FRRRR …. MMMMHHHH ….. MMMMHHHHHH ……. MMMMMHHHHHMi mordo le labbra, il flusso di corrente mi sta stimolando profondamente …….. e sul più bello….. CLICK….. basta, la Signora riattacca. Diciamo che la Signora mi ha dato una piccola mancia per il servizio ……….avrei preferito una mancia più prolungata!!
E presto, spronate dall’esempio, altre Signore, sedute ad un tavolo vicino ordinano,
SIGNORE> “Tres cervesas”
NADIA> Naturalmente quando le servo, nonostante i bicchieri siano appannati e ci siano due dita di schiuma:
SIGNORE> “Demasiado caliente, Parece PIS!” ….. CLICK
NADIA> MMMMMHHHH…….AIAAAA …..NOOO ….. DESCULPE …
SIGNORE> Pobre nina no no. (una di loro si allontana un attimo e torna con un bicchiere colmo)
“Toma, toma una cerveza con nosotros”
NADIA> (penso) Meravigliata, un attimo fa se la sono presa per niente, però mi invitano con loro, che gentili!
Mi siedo, ringrazio e assaggio la mia bevanda. E’ calda acre e schifosa, un bicchiere di pipì. Guardo le Signore e gli sguardi non promettono niente di buono, se obbietto. E così, un sorso dopo l’altro, con le Signore che si raccomandano di non bere troppo in fretta, devo inghiottire. Ora, non è la prima volta che mi puniscono così, ma è sempre sconvolgente. Tremo nel cercare di controllare la nausea, non oso pensare a cosa mi succederebbe se vomitassi qui, in mezzo ai clienti…..
SIGNORE> Brava chica, ahora AL TRABAJO
NADIA> E così riprendo il servizio, traballando sui tacchi alti e cercando di non farmi punire.
Finalmente l’ondata di clienti si attenua e anche gli ultimi ubriachi vengono buttati fuori. E ovviamente io e la povera Pilar, che ha subito più o meno le mie stesse esperienze, dobbiamo pulire i tavoli e pulire e lucidare il pavimento. Ringrazio il cielo che qualcuno abbia inventato la lavastoviglie e ne abbia imposto l’uso nei bar, altrimenti avremmo dovuto pure passare la notte a lavare bicchieri!
PERRA> magnifico, un successone, complimenti! Ora cara Ingeniera deve trovare delle batterie con maggiore durata, queste putas le consumano troppo in fretta! E prepari altri telecomandi, altri bar sono interessati alle nostre serve, come animatrici….. tutti cercano di rubarsi la clientela.
NADIA> Poi, mentre noi serve possiamo finalmente bere, rigorosamente acqua, e mangiare gli avanzi, e qui vi assicuro che mangiamo tutto quello che capita, anche le cose più rovinate e schifose, vista la fame arretrata. Le ultime parole della perra con il cronista e l’ingeniera, mentre ci riportano alla pension mi fanno pensare ad altri sviluppi: “iphone …webcam … mando a distancia, numero de telefono internacional muy caro”. Si, temo proprio che alla Pension le sperimentazioni della folle Ingeniera e della perra non si fermeranno……. vedremo il seguito…….
Fatti coraggio,
Sguattera Nadia
(54- continua)
Nota di JS
Questa puntata la pubblico direttamente io: serva sudiciona in questo momento è impegnata a trattenere il clistere notturno, sdraiata sulla sua panciona e assicurata al suo lettino. Chi l'avrebbe detto che alla sua età sarebbe tornata ad essere gravida?
9 ottobre 2012
FRAUJULIA RISPONDE A SERVA SUDICIONA
Serva sudiciona,
prima di accettare le tue scuse attendo di leggere le tue relazioni sulla o sulle punizioni ricevute. Proporrò a Madame Janine un voto per il tuo elaborato, meglio per te ottenere almeno 8/10, altrimenti seguiranno ulteriori bigliettini di punizione.
FrauJulia
Cara FrauJulia, proposta accettata.
Nel frattempo ho deciso che le manipolazioni della serva sudiciona saranno inibite, oltre che dalle mutande contenitive permanenti, da due clisteri al giorno, l'ultimo dei quali sarà praticato prima di porre la serva in posizione supina per la notte.
JS
prima di accettare le tue scuse attendo di leggere le tue relazioni sulla o sulle punizioni ricevute. Proporrò a Madame Janine un voto per il tuo elaborato, meglio per te ottenere almeno 8/10, altrimenti seguiranno ulteriori bigliettini di punizione.
FrauJulia
Cara FrauJulia, proposta accettata.
Nel frattempo ho deciso che le manipolazioni della serva sudiciona saranno inibite, oltre che dalle mutande contenitive permanenti, da due clisteri al giorno, l'ultimo dei quali sarà praticato prima di porre la serva in posizione supina per la notte.
JS
JS RISPONDE A FRAU JULIA
Carissima FrauJulia,
ho letto la sua lettera: grazie, questo conferma i miei sospetti: la serva sudiciona da tempo mostra segni di disattenzione. La grave mancanza nei suoi confronti, mia cara, sarà punita con severità. Le sarei grata se d'ora in poi mettesse sempre in copia anche me e appellasse monika con un "serva sudiciona". È l'unico epiteto che d'ora in poi le sarà concesso. Per inciso, le mutande di contenzione le verrano tolte solo per le sue luride evacuazioni o per praticarle quotidiani, pesanti clisteri.
Sua JS
ho letto la sua lettera: grazie, questo conferma i miei sospetti: la serva sudiciona da tempo mostra segni di disattenzione. La grave mancanza nei suoi confronti, mia cara, sarà punita con severità. Le sarei grata se d'ora in poi mettesse sempre in copia anche me e appellasse monika con un "serva sudiciona". È l'unico epiteto che d'ora in poi le sarà concesso. Per inciso, le mutande di contenzione le verrano tolte solo per le sue luride evacuazioni o per praticarle quotidiani, pesanti clisteri.
Sua JS
8 ottobre 2012
LA SERVA SUDICIONA SI SCUSA CON FRAU JULIA
On Oct 9, 2012, at 6:20 AM, giulia tedesco wrote:
Serva Monika, ti scrissi, mesi fa, chiedendo consigli su come punire la serva per essersi praticata un tatuaggio non autorizzato.
Mi rispondesti, di non essere autorizzata a dare consigli in merito alle punizioni e che avresti subito girato la mail a Madame Janine.
Siamo poi sicuri che hai eseguito e non te ne sei dimenticata? Peggio ancora, non stai cercando di coprire la tua svergognata collega?
Desidero una pronta risposta, privata e/o pubblica.
Invio la mail anche a Madame Janine perchè prenda, eventualmente, opportuni e severi provvedimenti.
FrauJulia
Questa serva sudiciona ha trascurato il suo dovere
questa serva sudiciona chiede scusa alla Signora FrauJulia
questa serva sudiciona e buona a nulla sarà punita come merita
questa serva sudiciona e pigra rimarrà nelle mutande di contenzione per sempre, notte e giorno
serva sudiciona
Serva Monika, ti scrissi, mesi fa, chiedendo consigli su come punire la serva per essersi praticata un tatuaggio non autorizzato.
Mi rispondesti, di non essere autorizzata a dare consigli in merito alle punizioni e che avresti subito girato la mail a Madame Janine.
Siamo poi sicuri che hai eseguito e non te ne sei dimenticata? Peggio ancora, non stai cercando di coprire la tua svergognata collega?
Desidero una pronta risposta, privata e/o pubblica.
Invio la mail anche a Madame Janine perchè prenda, eventualmente, opportuni e severi provvedimenti.
FrauJulia
Questa serva sudiciona ha trascurato il suo dovere
questa serva sudiciona chiede scusa alla Signora FrauJulia
questa serva sudiciona e buona a nulla sarà punita come merita
questa serva sudiciona e pigra rimarrà nelle mutande di contenzione per sempre, notte e giorno
serva sudiciona
Etichette:
le mie punizioni,
mutande di contenzione,
serva sudiciona
donna di servizio & artista
(maid & artist)
monikarubbermaid@gmail.com
7 ottobre 2012
UN HAIKU DALLA SERVA DI FRAU JULIA
Cara Monika, alcune settimane fa ho trovato, nel solito nascondiglio, un nuovo bigliettino.
Anche questo è autobiografico, infatti, colta la serva che stava docciandosi con acqua tiepida, le ho chiuso bruscamente l'acqua calda ed aperto al massimo la fredda. Da questo episodio è generato questo haiku.
----------------------------
Estate
Caldo sete sudore,
poi uno strillo,
inattesa doccia ghiacciata!
FrauJulia
Anche questo è autobiografico, infatti, colta la serva che stava docciandosi con acqua tiepida, le ho chiuso bruscamente l'acqua calda ed aperto al massimo la fredda. Da questo episodio è generato questo haiku.
----------------------------
Estate
Caldo sete sudore,
poi uno strillo,
inattesa doccia ghiacciata!
FrauJulia
Etichette:
Frau Julia,
haiku
donna di servizio & artista
(maid & artist)
monikarubbermaid@gmail.com
PENSION BALNEARIA 53
da qualche giorno la perra ci diceva
che sarebbe arrivato “el esqilador”. E noi sguattere ci
chiedevamo che cosa potesse avere a che fare il tosa pecore con
noialtre. Ma ieri è arrivato questo vecchietto, con una macchinetta
elettrica, usata per tosare le pecore. Si è messo un largo grembiule
di cuoio e, una per volta ci siamo dovute denudare e ci ha rapato
integralmente passera, parti intime ed ascelle. A parte la terribile
umiliazione, ma questo conoscerà alla perfezione le pecore, ma
l’anatomia femminile ben poco. Inoltre il porco ha continuato a
stringere tirare, sfregare e palpare ben oltre lo stretto necessario
per il suo lavoro, vi assicuro, aveva addirittura un filo di bava,
mentre ci martoriava. Oltretutto più che tagliare la sua macchinetta
ha strappato dolorosamente interi ciuffi ed ha segnato numerose volte
la pelle! Insomma, la solita catastrofe!
Ci chiedevamo inoltre a che scopo
depilarci, visto che a noi sguattere è sempre stato rigorosamente
vietato.
Ed oggi abbiamo iniziato a scoprire il
perché. La perra, l’Ingeniera ed il Cronista ci hanno caricate in
macchina e portate in un “bar de tapas” dove lavoreremo come
serve. Niente di particolare direte voi, ma continuate a leggere….
NADIA> Arrivate al bar mi hanno
fatta spogliare nuda. Ed è apparso l’intramontabile corsetto! Mi è
stato fatto indossare e, fortunatamente leggermente meno stretto, in
modo da lasciarmi respirare. Ma la consolazione è stata breve, due
nuovi ovetti, ben più grossi sono stati inseriti dentro di me, a
seguire l’ovetto vaginale mi viene infilato pure un tampax di
misura XXL. E come biancheria un paio di mutandone di cotone.
Restavano fuori le mammelle, ed è apparso un reggiseno, anche questo
molto robusto, fastidioso e costrittivo, dotato di placche conduttive
attorno ai capezzoli.
PERRA> Ecco Cronista, la serva è
quasi pronta, ora l’ingeniera farà i dovuti collegamenti e potremo
fare il collaudo!
INGENIERA> Si, non ci vorrà molto,
sono solo pochi fili da collegare alla centralina ed alle batterie.
CRONISTA> Non vedo l’ora, certo
che le serve depilate me gustano mas!
NADIA> E fra queste facezie
l’ingeniera collega i vari fili ad una scatoletta che trova posto
in una delle tasche del corsetto. Nelle altre due batterie al litio…
un po’più grosse di quelle dei telefonini … e in un'altra tasca
trova posto …. un immancabile smartphone di quelli bianchi …
tanto per non fare pubblicità occulta. Anche il telefono viene
collegato alla centralina. Inoltre mi viene infilato l’auricolare
ben fissato con un po’ di cerotto. Ed ora completiamo la
vestizione: anziché il solito camicione grigio da serva un abito
nero da cameriera, un lusso! E le scarpe? Due scarpette da sogno
elegantissime, con un tacco vertiginoso….. non ci sono abituata,
dovrò fare ben attenzione.
INGENIERA> “estamo listas”
PERRA> Bene. Ora “puta” di una
serva ascolta bene, è meglio per te: dovrai servire ai tavoli
bevande e tapas. Guai a te se sbagli un ordinazione e o fai cadere
qualcosa …. “¿Lo entiendes?”
NADIA> Si, señora.
Ed ecco…. TIK …TAK …TIK .. TAK
….Con cautela barcollo un pò, camminando tra i tavoli. Entrano i
primi avventori.
INGENIERA> Ora, vi spiego tutto: la
serva è collegata ad una centralina per l’elettroterapia,
alimentata da batterie al litio. La serva è dotata di telefonino,
attaverso cui le arriveranno le ordinazioni dai clienti. Questi
ultimi, potranno scaricare una costosa applicazione per gli
smartphone, da cui possono comandare la centralina inviando piacevoli
oppure dolorose scosse, a seconda del grado di soddisfazione del
servizio…. insomma niente mance ma ben altro.
PERRA> Perfetto cara Ingeniera e ad
i primi venti clienti di ogni giorno, l’app per il telecomando
della serva verrà offerta GRATIS … (applausi dai tavolini).
CRONISTA> Reclamo l’onore di
essere il primo cliente….. (digita un numero sullo smartphone)
“Hola, tres vasos de
champan, por favor, mesa 2”
NADIA> FRRR –
FRRR – FRRR …… UUUHHHH??? (gli ovetti rettale e
vaginale sono vibranti, sostituiscono la vibrazione del telefonino.)
……. “Gracias de su comanda, Senor”…… CRONISTA>
Demasiado lenta …. (digita sullo smartphone)
NADIA> No …..por favor…. estoy
lista ….
CRONISTA> Visto come è veloce il
servizio? Proprio soddisfacente….
NADIA> Vorrei potervi dire che tutto
è proseguito altrettanto bene, ma più la clientela aumentava più
restavamo indietro con il servizio. Per fortuna eravamo una cameriera
per tavolo. Ben presto le scosse, leggere e piacevoli o dolorose, da
farci torcere, infieriscono su di noi.
CRONISTA> (intento a digitare) Me
gusta, me gusta mucho!
NADIA> E proprio mentre porto un
vassoio arriva una scossa ai fianchi, dolorosa ed insopportabile.
Inevitabilmente faccio cadere il contenuto del vassoio. Una sequela
di scosse mi fa rialzare prontamente …… sempre tormentata
ripulisco il pavimento e finalmente porto al Cronista le sue
ordinazioni. Ora le scosse si trasformano in un piacevole pizzicorio
ai capezzoli….. sono sull’orlo dell’orgasmo …. ma si
interrompe….. ed arriva un'altra ordinazione.
Per farla breve: ben presto ai vari
tavolini tutti sono impegnati sui telefonini, avete presente il
giochino in cui un ninja taglia la frutta? Si, sembra un campionato
mondiale di questo gioco. E noi serve lì a torcerci, godere,
lanciare gridolini e zampettare su quei massacranti tacchi!
PERRA> Bene sono passate le prime
due ore, ora inizierà a farsi il pienone…..
NADIA> Per fortuna possiamo essere
“telecomandate” da un telefonino per volta…. La voce è girata
e c’è la coda di curiosi fuori….. DA MORIRE!
PERRA> Un successone, complimenti
cari soci, in barba alla crisi qui faremo “UN MONTON DE EUROS!!!”
INGENIERA> Ora diamo 15 minuti di
pausa alle serve…. devo sostituire le batterie, non mi aspettavo un
tale successo ed una tale attività. Nei prossimi giorni utilizzerò
batterie 100 volte più potenti!
NADIA> Possiamo sederci per un
attimo. Siamo subito circondate dai curiosi che vogliono vedere di
persona come sono applicati gli elettrodi…. Pare di essere ai
paddocks in formula 1. Per calmare gli animi la perra promette di
mettere a disposizione una app che mostrerà tutti gli intimi
particolari di tutto il marchingegno…..
Ecco Monika, come vedi non ci si annoia
mai qui da noi…
Sguattera “telefonica” Nadia
(continua- 53)
Etichette:
condizionamenti psicologici,
depilazione della serva,
Pension Balnearia,
punizioni,
Serva Nadia
donna di servizio & artista
(maid & artist)
monikarubbermaid@gmail.com
UNA PRECISAZIONE DI JS
Care amiche, cari amici.
Come potrete immaginare, Monika ha l'obbligo di inoltrarmi tutta la corrispondenza inviatale relativa a "La domestica risponde". Ebbene, noto spesso un tono molto, troppo morbido nei suoi confronti. Si tratta, per chi non l'avesse mai vista, di una donna di oltre 50 anni "scafata", segnata dalla fatica e non certo di un fiorellino leggiadro e tenero. Chiedo espressamente dunque che d'ora in poi chiunque desideri o debba scriverle, utilizzi un tono e uno stile adeguato alla sudiciona. Lettere dal tono e dal linguaggio inadeguato saranno cestinate.
Grazie
JS
PS: tutte le lettere inviate alla sguattera dovranno essere inoltrate per conoscenza anche a janinesouillon@gmail.com
Come potrete immaginare, Monika ha l'obbligo di inoltrarmi tutta la corrispondenza inviatale relativa a "La domestica risponde". Ebbene, noto spesso un tono molto, troppo morbido nei suoi confronti. Si tratta, per chi non l'avesse mai vista, di una donna di oltre 50 anni "scafata", segnata dalla fatica e non certo di un fiorellino leggiadro e tenero. Chiedo espressamente dunque che d'ora in poi chiunque desideri o debba scriverle, utilizzi un tono e uno stile adeguato alla sudiciona. Lettere dal tono e dal linguaggio inadeguato saranno cestinate.
Grazie
JS
PS: tutte le lettere inviate alla sguattera dovranno essere inoltrate per conoscenza anche a janinesouillon@gmail.com
12 settembre 2012
LAST DISH: MAIDS IN RUBBER GLOVES & RUBBER APRONS
Etichette:
domestiche,
guanti di gomma,
mistress and maid,
rubber apron,
rubber gloves,
sguattere,
video
donna di servizio & artista
(maid & artist)
monikarubbermaid@gmail.com
PENSION BALNEARIA 52
dopo alcuni giorni di cura con
l’elettroterapia alle parti basse siamo ormai devastate. Siamo
diventate psicologicamente dipendenti dei ripetuti orgasmi,
nonostante alla lunga risultino dolorosi. E naturalmente la perra
decide che è ora di finirla con questa pacchia. Veniamo convocate
nella sala per l’electroterapia. Qui ci fanno spogliare e la perra
mi fa indossare una nuova tenuta. Un corsetto, sul modello di quelli
di una volta con le mitiche stecche di balena, per renderlo ancora
più rigido e costrittivo. Il tessuto è estremamente robusto ed
all’interno si vedono le placche di contatto. Il corsetto, già
stretto di suo, viene stretto all’inverosimile, mediante lunghe
stringhe. Pensa che a tirare le stringhe si mettono le gigantesse Gog
e Magog. Il corsetto viene stretto al punto da rendere difficile
respirare. La gabbia toracica, infatti è compressa e si è costrette
a fare dei piccoli frequenti respiri, manco fossimo dei cuccioli.
E’un modello di quelli all’antica, lungo, stringe anche i fianchi
ed in alto arriva a fornire un punto d’appoggio alle mammelle, che
però restano libere. Sul davanti e sul retro del corsetto sono
ricavate delle piccole tasche di cui ignoriamo l’uso.
Anche oggi la perra ha deciso di
valersi dell’opera del cronista.
CRONISTA> Buongiorno cari
spettatori. Sono presso la Pension Balnearia per un altro
interessante servizio sull’Electroterapia. Ingeniera mi può
illustrare il programma odierno?
PERRA> Prima delle spiegazioni
tecniche vorrei informarvi che ho deciso di vietare le ripetute
peccaminose stimolazioni delle serve. Questi lascivi trattamenti
rischiavano di vanificare mesi e mesi di rigida disciplina. Per cui
da oggi si cambia registro e si torna ai buoni vecchi metodi.
Ingeniera a lei la parola.
INGENIERA> Come potete vedere alla
serva viene fatto indossare un robustissimo corsetto, rinforzato con
le tradizionali stecche di balena. E’indispensabile che il corsetto
sia ben stretto, per permettere un efficiente contatto con i muscoli
da sollecitare. Ora Gog e Magog prendono le stringhe e lo allacciano
ben stretto, forza, non abbiate paura, tirate ben forte.
NADIA> BASTAAA MI STATE SOFFOCANDO!!
Ogni respiro è uno sforzo. Le mani mi vengono fissate dietro la
schiena, con delle apposite cinghie. Ed ecco che l’ingegnera mi
soppesa le mammelle e tocca i capezzoli.
INGENIERA> Bene, vediamo di
occuparci delle tue “tetas”, come sei sensibile ti si sono già
rizzati i “pezones”.
NADIA> Mi mette delle lunghe
fettucce attorno ad ogni mammella e le stringe alla base, facendo
assomigliare i seni a due palloncini. Ed ora delle pinzette
metalliche mi vengono applicate al capezzolo. AIAAAA ..AIIAAA che
male! …non resisto…
CRONISTA> Che male, poveretta….
PERRA> Il bavaglio, mettete il
bavaglio a questa puta starnazzante!
NADIA> MMMMFFFFTHH … ed ecco che
sono nuovamente impossibilitata anche ad urlare. Ed ecco che
l’ingegnera si avvicina e, così in piedi come sono, mi infila i
soliti odiosi ovetti davanti e dietro. Vengo nuovamente fatta salire
sui blocchetti isolanti. Ho la pelle d’oca e tremo visibilmente.
INGENIERA> Cominciamo a stimolare i
muscoli del torace…. CLICK
NADIA> UMMFF…… il formicolio è
fortissimo, doloroso e mi provoca contrazioni ritmiche dei muscoli
del torace
PERRA> Vediamo puta, se godi anche
così. Ingeniera, aumenti la corrente, mi sembra che l’esercizio
non sia sufficientemente energico.
INGENIERA> Tranquilla, siamo solo al
secondo scatto, ve ne sono altri otto, si fidi. Raddoppiamo la
corrente… CLICK
NADIA> Ora le contrazioni sono tali
che mi torco come una salamandra. Ben presto cado dai blocchi
isolanti AUUUUUU UHHHHHHHHHHH la scossa alle parti intime è
terribile.
PERRA> Caspita, che velocità a
risalire sui blocchi isolanti. Vorrei che diventasse altrettanto
veloce a lavorare!
NADIA> E questo supplizio continua a
lungo … ogni tanto l’ingeniera rilascia il pulsante, per farmi
riprendere fiato ma inesorabilmente di lì a poco lo schiaccia
nuovamente provocandomi un'altra sequenza di terribili scosse. Quando
ormai sono semisvenuta si fermano. E’ la pausa di riposo e ora
tocca alla povera Pilar la salita sui blocchi. ….. la pausa passa
in un attimo ed è nuovamente il mio turno.
CRONISTA> Ma quando viene il turno
de “las tetas y pezones?”
PERRA> Proprio ora, voglio proprio
vedere se ha il coraggio di godere anche oggi.
NADIA> E ricomincia il formicolio,
stavolta alle mammelle. Devo dire che non è affatto doloroso, anzi
……. Mi trovo il respiro nuovamente corto …. E non dipende dal
corsetto!!
PERRA> Ingeniera, non facciamo
scherzi, questa puta sta nuovamente eccitandosi, alzi, alzi la
corrente! “POP UP THE VOLUME!!!!”
INGENIERA> CLICK …CLICK …..CLICK….
NADIA> UUUUUUGGGHHH
……….NNNNNNNNNNOOO …..MUUUAAAAHHHHHH …..NNNNGGGHHGGAHHHHHHH…….
UUUUUHHHHHHHHH….. NNNNNOOOOOO
PERRA> Ecco, ora andiamo meglio,
“ESTO TE GUSTA, PUTA, VERDAD?”
NADIA> NNNNNO …….. NNNNNNNO………
UUUUUHHHHH
PERRA> “SEGURO, SEGURO TE GUSTA
MUCHO” …ingeniera ci dia dentro, nessun pietismo….
NADIA> Il solito giochino, una volta
imbavagliata fingono sempre di capire che sei tu a chiedere di
continuare …. Dopo anni di servitù avrei dovuto impararlo ma ci
casco sempre!
CRONISTA> Bellissimo, se posso dare
un suggerimento, signora Ingeniera, non si potrebbe aggiungere che
so, una lucetta o un led che indichi con il suo colore e la sua
luminosità, quanta corrente sta passando? E poi, non so cosa darei
per avere a disposizione un pulsantino, per poter dare anche io
qualche scossetta alla serva ….
INGENIERA> Favoloso, caro Cronista
lei ha delle idee “PRECIOSE”, la prego, mi faccia da consulente.
In seguito la Signora Perra le illustrerà i piani per una nuova
meravigliosa iniziativa della Pension Balnearia. Avremo un bel po’
di lavoro ed un bel po’ di esperimenti da fare su queste serve,
saremo felici della sua collaborazione!
CRONISTA> Molto volentieri, vi
assicuro che lavorerò gratis! Mi anticipi qualcosa, la prego….
NADIA> Purtroppo si allontanano e,
presa dai miei dolori, non riesco a seguire il loro dialogo. Peccato
proprio ora che si faceva interessante!
INGENIERA> Ecco, ora un altro
piccolo aumento di corrente ai “Pezones”, vediamo se riesci a
stare ferma sui blocchi senza cadere, ormai ti dovresti essere
abituata. CLICK
NADIA> UUUUUUHHHHHHH NNNNNNN
UUHHHHHH, terribile, vi assicuro, se ieri la corrente mi pareva
solleticare, ora mi pare che qualcuno mi stia azzannando i capezzoli!
Il dolore ben presto diviene da perderci la ragione. E quando ho la
pessima idea di cadere dai blocchi si sommano anche le terribili
scosse tra ano e vagina. Vi assicuro che mi sembra che le mie povere
tette vengano cucinate al microonde. Inutile contorcersi, il dolore
non si ferma e continua impietoso anche negli intervalli tra una
scossa e l’altra. Lacrime colano lungo le mie guance ed atterrano
sui seni martoriati. Sto gocciolando sudore che scende pian piano
fino a formare una pozzanghera sotto di me.
CRONISTA> Ahhhh, incredibile, che
pathos!
PERRA> Si ricordi che lei è il
cronista, non faccia il maiale e la smetta si toccarsi!
Tu invece, “puta” scendi dai
blocchi, ora si cambia esercizio, ti slego le mani e ti verrà dato
un vassoio, devi imparare a non farlo MAI cadere, sennò “tiene
problemas!”
INGENIERA> E poi questo è un
microfono, se urli ti manda una scossa punitiva. Devi imparare a
controllarti, puoi mugolare ma ricorda ad ogni urlo ZOT ZOT ZOT!
NADIA> Ed ecco che mi fanno
scendere, mi slegano le mani, levano il bavaglio e mi danno il
vassoio.
INGENIERA> Lista serva? CLICK
NADIA> AIIIAAA …….. KLANG ………
NOOOOO AUUUUUUU
CRONISTA> Proprio scema, gliel’hanno
appena detto NIENTE URLI e comincia a starnazzare e poi il KLANG che
avete sentito era il vassoio che cadeva.
PERRA> Ora stai attenta, iniziamo a
fare sul serio, se non ti controlli ….. a me piace l’odore di
gallina bruciacchiata…. LISTA?
NADIA> Si señora!
INGENIERA> KLICK………. KLICK
………. KLICK ……..
NADIA> (mordendosi le labbra e
contorcendosi) ……….mmm ……………..
mmmmmmm……………….MMMM…….MMMMMMMM
INGENIERA> Brava, andiamo meglio, ma
tremi un po’ troppo. Ora l’esercizio si complica, dovrai tenere
sul vassoio due bicchieri pieni a metà di acqua. Non versarne
altrimenti….
NADIA> Si señora!
NADIA> …. mmmmmm ……………..
MMMMMMM ……………….MMMM…….
PERRA> Bene, e adesso il vero
esercizio: i due bicchieri pieni fino all’orlo e le scosse un po’
più forti!
INGENIERA> Bien, KLICK KLICK
NADIA> mmmmmmmmm……….. mmmmmmm
……. ANF ANF …………MMMHH
…….
INGENIERA> KLIK….. KLICK
NADIA>
…….MMMMM…MMMMMGGGHH…..UUUUHHH…BASTA!!!! AHHHHHHH ……
NOOOO …..KLANG………IHHHHHHHHH ………..NOOOOOOO AIUTOOOOOO!
PERRA> Ecco, il giusto castigo,
“CALLATE” oppure le scosse proseguono! Via, un attimo per farti
riprendere il controllo di te stessa e si ricomincia…. Sei proprio
una serva stupida!
NADIA> Non ce la farò mai, le
scosse arrivano alternativamente dagli ovetti, dai fianchi, dalle
tette. Vorrei vedere voi a stare perfettamente immobili….. Ma si
ricomincia
PERRA> Ecco i bicchieri sono
nuovamente pieni, ora attenta, non far cadere neanche una goccia!
INGENIERA> KLIK…. KLICK
NADIA> …………..
MMM………….MMM…………….MM….
PERRA> Su fai qualche passo, stai
bene attenta a non strappare i fili! Forza ingeniera metta un po’
di brio in questa serva…..
INGENIERA> KLIK…. KLICK
NADIA> …………..
MMMMMMM………………………..NNNNNNNNNN…………….
MUAAAAAAAAA…………IIIIIIHHHHHHHHHH …….. AHHHHHHHHHHH…
(urla disperatamente ma riesce a non
far cader il vassoio)
PERRA> “SILENCIO, CALLATE, PUTA,
TRANQUILA!”
NADIA> ……………………mmmmm………..
mmmmmmm
PERRA> Brava, non gridare, ora cerca
di camminare a chiappe strette e tette in fuori, un po’ di eleganza
femminile, perbacco. Dai serva, forza, ancora un quarto d’ora e
tocca alla tua collega
INGENIERA> KLIK…. KLICK
NADIA> ………….. mmmm…………..anf
………mmmmmm..
PERRA> Ecco vedi? Ci voleva tanto?
Brava, ora sii più naturale, rilassati, non guardare l’acqua nel
bicchiere, guardati attorno, dovrai camminarci a lungo portando un
vassoio
.NADIA> Finalmente, la Ingeniera mi
toglie gli ovetti e mi stacca le pinzette dai seni, provocandomi
fortissimo dolore.
PERRA> Di che ti lamenti? Ecco, un
bel massaggio ti darà un buon motivo per lamentarti!
NADIA> AIAAAA che male! (il sangue
torna a scorrere nelle parti pinzettate, con forti dolori)
CRONISTA> Già finito? Il tempo è
proprio volato. Signora Perra spero che mi inviti anche domani ……
PERRA> “Tranquilo sucio”
Ed ecco mia cara Monika il racconto di
un altro giorno di electroterapia alla Pension..
La cosa venne ripetuta più giorni,
alternando le parti del corpo tormentate. E restammo ad un regime di
jogurt e minestrine, fino a che la perra e Caridad non furono
contente della muscolatura e della piattezza guadagnate dalle nostre
pance.
Ma sfortunatamente non era
completamente finita qui con l’elettroterapia, dovevamo ancora
scoprire la funzione delle tasche sui corpetti, e lo scopo
dell’allenamento a portare vassoi. Ma ti racconterò tutto più
avanti.
Per ora mia cara Monika ti saluto.
Sguattera “en corsé” Nadia
(52- continua)
Etichette:
castighi,
correzione della serva,
donne che puniscono donne,
elettroterapia,
Pension Balnearia,
punizioni,
Serva Nadia
donna di servizio & artista
(maid & artist)
monikarubbermaid@gmail.com
Iscriviti a:
Post (Atom)