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Nobili Signore, sguattera sudiciona,
in questa puntata vedremo le “avventure” della perra, seguite
alla umiliazione pubblica. Ci sono stati degli strascichi, la Signora
ha dovuto chiamare un medico che ha curato la gastroenterite
provocata dal purgante. Ma di lì a tre giorni, sono state dichiarate
completamente guarite. La Signora ci ha riunite per la “vestizione”
delle nuove serve. Dagli armadi della Pension sono così spuntate
delle nuove divise da fatica, ancora piegate ed inamidate. Abbasso lo
sguardo sulla mia divisa macchiata e stracciata e scambio alcune
parole con la Signora che assente entusiasta. Mi porto davanti alla
perra ed inizio a sbottonare la divisa e me la sfilo, restando con i
mutandoni di servizio. Mi dico che la perra va umiliata fino in
fondo. Tolgo anche le mutande, le raccolgo e le porgo alla perra
indicandole di annusarle. Inizierà a capire cosa vuol dire dover
vivere circondate dai propri odori: il sudore che lascia aloni
bianchi di cristalli di sale sotto le ascelle, la puzza di orina
delle mutande, perché ci veniva razionata anche la carta igienica e
non ne potevamo usare per asciugarci dopo la pipì. Mutande lavate
solo una volta alla settimana, dietro suo preciso ordine. La obbligo
ad indossare la mia puzzolente divisa e indosso quella nuova che
sarebbe andata a lei. Lo stesso accade alle russe, le mie compagne,
Pilar in testa mi imitano.
La Signora ride soddisfatta alla scena, ci annuncia che , seppure
restiamo serve, nei confronti delle neo sguattere punite saremo
“supervisores”, sorveglianti insomma.
Non via avevo mai parlato di una cosa: perra è il nome “in
codice” con cui la chiamavamo noi, mai ci saremmo azzardate a dirlo
in sua presenza: letteralmente significa cagna ma anche puttana. Da
adesso la Signora ha stabilito che non solo noi la si chiami così,
ma anche la perra, risponderà a quel nome.
A proposito di perra: la Signora ci ha ordinato di non sfogare
subito la nostra rabbia su perra e compagne: abbiamo anni a
disposizione per rendere loro la vita difficile.
E veniamo ai lavori: la noria, ovviamente, ha il posto d’onore.
Ricordate il campanello che suona se non si va alla velocità
programmata? E’tutto un offrirsi volontarie, tra noi sorveglianti,
per supervisionare, armate di frustino, il lavoro delle sguattere,
purtroppo tale ambito incarico ci tocca a turno, gli interminabili
corridoi dalla Pension attendono i nostri stracci per essere
lucidati….
Ed è una gioia, per me mentre passo lo straccio, vedere la perra
trascinare per i corridoi i carrelli di fango bollente. La guardo,
nuove macchi di sudore segnano la divisa sotto le ascelle e sotto i
seni, il fazzoletto da testa è zuppo e dai capelli cadono gocce di
sudore. Fingo pietà, la costringo a bere molta acqua, scoprirà
presto che per le sguattere in punizione di rigore non è permessa
alcuna pausa pipì, che si pisci pure addosso. Cominci a capire cosa
vuol dire sentire la propria puzza, lei che era sempre elegantina e
profumatina!
E veniamo ai pasti, dubito che le sguattere sperassero in pasti
luculliani, ma di sicuro non si aspettavano questo: un tozzo di pane
ed una cipolla. Sì, la Signora ha deciso di metterle a dieta
strettissima fino a che saranno dimagrite in maniera soddisfacente,
quello che viene negato a loro finisce nei nostri piatti che, in loro
presenza, possiamo sfamarci a dovere!
Devo dire che perra e compagne si impegnano nel lavoro, ma
ovviamente noi sorveglianti non siamo mai contente, fioccano i colpi
di scudiscio su sederi, gambe e schiene. La Signora ci ha ordinato a
limitarci a quello. Trasgressioni più gravi vanno segnalate a Lei
che disporrà in merito.
E poi le piccole cattiverie, attendere quando hanno l’attesissimo
permesso di usare il bagno e passare davanti a loro, occupando lo
stanzino per tutto il tempo a loro disposizione.
Tra l’altro abbiamo realizzato, a beneficio delle neo-sguattere,
la nostra versione della “bofetada del soldado”, lo “schiaffo
del soldato”. La sguattera “sotto” deve allargare la cosce,
flettendo le ginocchia. Così “aperta” deve mettersi le mani
sugli occhi. Da dietro le altre sguattere e sorveglianti, devono, a
turno random, dare un forte schiaffo sulla vulva alla vittima. Il
“gioco” prevede che la vittima, ancora dolorante indichi una
delle presenti, se indovina verrà sostituita, altrimenti continuerà
ad essere “sotto”. Va da sé che se si azzarda ad indicare una
delle sorveglianti resterà “sotto” molto ma molto a lungo. Un
altro gioco molto gettonato è quello di mettere delle mollette ai
“pezones” di una delle sguattere e poi scommettere su chi
riuscirà a staccare la molletta dando un buffetto con il dito medio,
usato come se di dovesse lanciare una biglia. Sono solo piccole
cattiverie, per vedere di rendere loro la vita difficile e cercare di
farle ribellare. A quel punto la Signora penserà ben lei a punizioni
ben più adeguate.
E di lì ad un paio di giorni ci siamo, la perra tenta di
ribellarsi!
Tutto inizia alla noria, la perra è aggiogata assieme a Gog.
Approfittando della stazza della compagna tenta di battere la fiacca.
Per sua sfortuna la sorvegliante sono io. La richiamo un paio di
volte, senza ottenere risultati. Così stacco dal giogo Gog, a
proposito: per evitare rischi le gigantesche russe sono costantemente
incatenate con corte catene che limitano i movimenti delle braccia. E
così la perra, da sola, dovrà impegnarsi. Ben presto il sudore
macchia profondamente la divisa. Ma il campanello continua a suonare,
la perra non gira con velocità sufficiente. E così posso finalmente
riempire di segni rossi le chiappe della perra! Perra che ad un
tratto ha una reazione rabbiosa e nonostante le catene con cui è
aggiogata, tenta di strapparmi lo scudiscio. Chiamo Pilar ed insieme
portiamo la perra a suon di scudisciate fino alla studio della
Signora. Signora che si arrabbia parecchio, la perra in una
settimana, non solo dimostra scarso impegno nel lavoro, ma
addirittura dà segni di ribellione. Ci sono tutti gli estremi per
una punizione pubblica.
Nel frattempo la perra viene rinchiusa in una celletta, fatta
costruire dalla Signora su mio suggerimento: un cubo di lastre di
cemento di quelle ricoperte da sassi arrotondati. Diventa così
impossibile per chi è rinchiusa riposare o dormire, i sassi premono
dolorosamente le carni e si deve continuare a cambiare posizione. A
sera la Signora fa riunire tutte: le nuove sguattere da una parte e
le nuove sorveglianti dall’altra. In mezzo la perra. Perra che deve
denudarsi davanti a tutte. Devo dire che la stronza ha un bel corpo,
è sovrappeso, ma sicuramente perderà i chili superflui. Ed ora la
Signora si fa avanti, la perra mantiene uno sguardo di sfida.
E’proprio stupida, nelle sue condizioni lo sfidare, sia pur con lo
sguardo, la Signora può portare solo guai, grossi guai…..
A presto
Sguattera Nadia
(71- continua)
PENSION BALNEARIA 72
Nobili Signore, sguattera sudiciona,
ed infatti i guai per la perra cominciano in men che non si dica:
la Signora, infastidita dallo sguardo di sfida le fa applicare il
“toro”, qualcuna ricorderà la maschera che trasforma le urla in
muggiti. E subito due di noi sorveglianti, già istruite, allacciano
alle caviglie della perra due strette cavigliere imbottite, collegate
a due corde che scendono dal soffitto. Quattro di noi sono pronte a
tirare le corde. La perra si trova appesa per i piedi, a cosce
divaricare. Qui ho rispettosamente insistito con la Signora per
essere io a trattare” la perra. Ricordate il “cuero”, la
pesante cinta di cuoio? Ecco, me ne sono costruita una. La impugno e
picchio, con forza moderata sull’interno coscia della perra. Dà
subito uno scatto che la fa oscillare e dalla maschera esce un
grugnito. La Signora verifica lo stato della parte colpita, grazie al
fatto che il cuero è molto largo, il colpo, sia pure doloroso, non
ha quasi lasciato segno. La Signora sorride e mi fa segno di darci
dentro. Ma anziché tirare una gragnuola di colpi, lo ho imparato
proprio dalla perra, tiro forti colpi, intervallati da pause
irregolari di decine di secondi. La punita ha così modo di
assaporare il dolore a fondo, mentre le contrazioni le fanno fare
l’altalena. E, soprattutto, non mi metto a massacrarle subito la
vulva, gioco come il gatto col topo e faccio in modo di averle ben
arrossato le cosce. Gli ultimi colpi, invece, dritti sul bersaglio.
Avreste dovuto sentire i muggiti che uscivano dalla maschera, chapeau
a chi ha inventato “el toro!”.
Ed una piccola invenzione, per la gioia di perra e compagne, la ho
fatta anche io: guardavo le travi di legno del tetto della Pension ed
ammiravo i chiodi di ferro. Non i chiodi che trovereste in ogni
“ferreteria” no, chiodi importanti, forgiati uno ad uno da
antichi ignoti fabbri. E vedendo le “teste” di questi chiodi che
noto la loro forma: una specie di piramide tronca.Poco dopo,
camminando sui sentieri del giardino mi capita una delle solite
fastidiose inezie: un sassolino entra tra piede ed i miei zoccoli da
serva (si, perché la promozione ottenuta non ha cambiato nulla nelle
nostre calzature). Inizio immediatamente a zoppicare, mi risulta
doloroso fare un altro passo e devo fermarmi e togliere il sassolino.
Ideona: se potessi avere dei mini chiodi forgiati, potrei piantarne
qualcuno nelle suole degli zoccoli della perra, non per impedire che
scivoli, ovviamente, le capocchie a contatto col piede. La forma
piramidale tronca, non riuscirebbe a rompere la pelle, ma camminare
diventerebbe un tormento. Chiedo il permesso alla Signora,
spiegandole il motivo. E così mi reco presso il maniscalco del
paese, proprio vicino alla Plaza de Toros. L’artigiano ci conosce
benissimo ed è ben disposto. Spiego la mia idea e con quattro
martellate ecco pronto il prototipo. Meglio ancora di quanto
pensassi, la capocchia è ben larga a piramide smussata con gli
spigoli ben arrotondati, nessun pericolo che buchi la pelle, ma come
mi dice il fabbro “haceran muy mal” ed inoltre “brotan ampollas
como setas” e cioè “spunteranno vesciche come funghi”. Ben
presto cinque chiodi vengono posizionati sulla pianta degli zoccoli.
Voglio proprio vedere la perra ad utilizzarli.
Ed al ritorno sostituisco subito gli zoccoli della perra. Una
gioia vederla soffrire e camminare come se cercasse di non rompere
delle uova! Ad ogni passo fa delle smorfie che danno un idea di cosa
stia soffrendo. Poiché non sono poi così cattiva,. le restituisco
gli zoccoli lisci per farla lavorare alla noria, non voglio possa
accampare ferite od infermità per sfuggire alla nostra vendetta!
Inutile dire che, visto il successone, anche le altre sono state
fornite di bellissimi “zuecos con clavos” e via, a marciare per
le strade del paesino tra due ali di donne divertite che le
sbeffeggiano turandosi il naso, per ricordare la figuraccia dell’olio
di ricino!
Insomma, grazie alla posizione di sorveglianti da noi raggiunta
possiamo esercitare un po’ di “nonnismo” unito alla nostra
strameritata vendetta su queste stronze, capitanate dalla perra, la
più “de mierda” di tutte!
E non è finita qui, abbiamo pensato di riperendere a sperimentare
gli ormai ben più che “vintage” impianti ed oggetti medicali
antichi della Pension. La Perra era così interessata a questi
oggetti, mi sembra giusto permetterle di continuare in proprio gli
studi sui loro effetti.
A presto
Sguattera Nadia
(72- continua)