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10 marzo 2012

PENSION BALNEARIA 27

Cara Monika,
ti ho già raccontato delle realizzazioni dello stalliere, nella “stalla”dobbiamo indossare sempre le mutande col plug. Poi, se siamo a riposo, ci viene spesso fatto indossare uno strettissimo corsetto, che don Pedro ci allaccia strettissimo, tanto che si fatica a respirare. Serve ad addestrarci ad un portamento elegante. Se invece dobbiamo trottare, niente corsetto, che ci sarebbe d’impaccio, però una serie di morsi e cinghie. Particolarmente umiliante il morso, che ti costringe a sbavare già normalmente. Ma pare che gli appassionati del genere considerino particolarmente eccitante una puledra che, trottando o galoppando, faccia la schiuma dalla bocca come i cavalli. Detto fatto, il sellaio ha subito inventato un accessorio per causare abbondante schiuma dalla bocca: ha preso un panetto di sapone, il mitico Jabon Lagarto, una sorta di sapone di Marsiglia locale, vi ha praticato un foro attraverso cui ha fatto passare il morso. Così, quando ti mettono il morso sei costretta a addentare il sapone. Figuratevi cosa vuol dire tenere per interminabili ore una saponetta tra i denti, che impedisce di chiudere la bocca e di deglutire la saliva. Ben presto si sbava e, costrette a trottare, ben presto si forma la schiuma. Inutile dire cosa soffriamo noi “puledre”, con il sapone costantemente in bocca che ci irrita gola e stomaco, e che, inghiottito, ci disturba anche la pancia.
Don Pedro intende portarci ad una sfilata clandestina di “puledre”, per cui intende allenarci a trottare a lungo in maniera elegante. Però trottare con le nuove calzature non è certamente facile, in particolare quando non si può guardare dove si poserà il piede, infatti non possiamo abbassare la testa, cosa considerata poco elegante. Inoltre in caso di gare ci verrebbe messo il paraocchi, che comunque impedisce la visuale. Così, dopo qualche ruzzolone, Don Pedro ha fatto installare un aggeggio simile alla noria, che ti costringe a girare in tondo, impedendoti di cadere se inciampi. E stiamo allenandoci a girare in tondo bendate, in un trotto esasperato, sollevando moltissimo il passo. E’un esercizio massacrante, ma se osiamo fermarci veniamo prontamente sollecitate dallo scudiscio di Don Pedro.
Ma come se non bastasse, bisogna che le nostre cosce e le nostre natiche (i quarti posteriori) si sviluppino armoniosamente. Per allenarci (ma spesso per punirci) don Pedro ha una sua versione del potro, un cavalletto molto alto, dove vieni messa a cavalcioni su due assi che formano un cuneo. Sul vertice del cuneo, in pratica dove appoggerai tuo malgrado la … patata ha fissato una spazzola con setole vegetali rigide. Quando vieni issata sul potro l’unico modo per non farsi pungere dalla spazzola è fare forza sulle assi del potro stringendo le cosce. Così si esercitano i muscoli, sostiene Don Pedro, ma secondo me è che gli piace guardarci mentre cerchiamo, contorcendoci a cosce aperte, di resistere ed alla fine cediamo, fra lamenti e lacrimucce.
C’è poi un'altra cosa che ci può capitare, una cosa vergognosa. La prendo un po’ alla lontana, in questa regione , gli animali vivono in maniera naturale, legiumente vengono possedute dallo stallone Questa cosa è così sentita nella civiltà contadina che nelle fattorie viene fatta una festa, in cui la giumenta viene presentata allo stallone eccetera. Dove va a parare questo discorso? Nei giorni fertili don Pedro ed il sellaio si divertono ad umiliarci, utilizzando la mano, un po’ come fanno i veterinari con le giumente, per stimolarle, durante la fecondazione artificiale.
Ciao Monika.
Puledra e sguattera Nadia.
(27- continua)

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