LA VITA SI FA ANCORA PIU’DURA
Cara Monika,
e siamo arrivati alla temuta ripresa dei corsi. La Signora Bancaria ci ha tenuto un breve discorso. Oggi riprendono i corsi, con un argomento non ancora toccato: l’elettroterapia. E’molto in voga, anche nel campo medico e sportivo. Inoltre ci ha ricordato che sarebbero continuate le punizioni già da noi meritate. Una novità, invece, riguarda Barbara: le Signore hanno deciso di presentare la sua candidatura come Postulante. Per farla breve ripassiamo i vari gradi organizzativi: al gradino più basso la sguattera, poi la domestica e poi la femme de chambre, che è il grado più alto a cui può aspirare una donna di servizio, a meno che non frequenti appositi corsi. Esistono poi due gradini intermedi: postulante e sorvegliante ed infine la laurea a Signora. Non credetevi che i passaggi a postulante e sorvegliante siano semplici: innanzitutto le postulanti sono sottoposte alla stessa identica disciplina delle altre serve, solo che a loro toccano sempre le punizioni più lunghe e dolorose ed i lavori più pesanti. Se dimostrano di saper sopportare, e se alle Signore piace l’idea, passano a sorveglianti. Ora cambia lo status sociale, sorvegliano noi serve e ci somministrano le punizioni. Non sopportano la nostra disciplina, ma vengono punite in privato, molto duramente, se le serve non si comportano bene o se i lavori lasciano a desiderare. Solo un convegno di Signore può assegnare il titolo di Signora. Solitamente si promuove solo una per volta, per cui la mia riabilitazione è in forse. Però sono felicissima per Barbara, le parlerò per dirglielo e per esortarla a non aver alcuna pietà quando si tratterà di punirmi, poiché le signore controllano anche questo.
Ma veniamo alla giornata. Dopo una esaustiva lezione teorica, tenuta dalle tre tedesche, ci vengono presentati i due apparecchi procurati da Infermiera ed in dotazione a Villa Penitenza. Il primo è un apparecchio ad alta tensione, genera un alone luminoso rosa-violetto ed emette un sinistro crepitio. Ci viene avvicinato alle mani, partono lunghe scintille che paiono aghi. L’altro apparecchio è invece una scatoletta per la elettrostimolazione, proprio come quella degli sportivi, è stata potenziata da un amico di Severa, un genio dell’elettronica. Vengono spiegati estesamente i rischi connessi all’uso di questi apparecchi, se non si conoscono a fondo possono presentare rischi gravissimi, per cui “DON’T TRY THIS AT YOUR HOME!”.
La prima che avrà il dubbi piacere di sperimentare il tutto è Barbara, nel suo nuovo ruolo di postulante. Viene legata al lettino, inizia Victoria con l’apparecchio ad alta tensione. Nel suo globo di vetro si vedono scariche viola. Victoria inizia ad avvicinarlo ai seni di Barbara che si lamenta a gran voce. Passa poi alla zona genitale, le grida aumentano. Continua così per un buon quarto d’ora.
Finalmente smette e libera Barbara, che deve ringraziare, rivestirsi e raggiungere il suo posto.
Tocca ora ad Anne, Victoria cambia apparecchio, quello che utilizza ora è molto più complicato, dotato di display, molte manopoline ed una serie di lucette. Le vengono incollati una serie di elettrodi all’interno delle cosce e sul ventre. Vengono collegati dei fili e la torturatrice accende lo strumento. Anne inizia a dare segno, prima di fastidio e poi di sofferenza. Si vedono chiaramente i muscoli che , sotto l’effetto della corrente, si contraggono ritmicamente. Ora l’aguzzina mette delle pinzette ai seni ed inizia a mandare delle scosse anche lì. Aumenta gradualmente l’intensità degli impulsi e la vittima inizia prima a lamentarsi a gran voce, poi ad urlare. Piange e si dimena, ma i legacci sembrano d’acciaio Ma le urla belluine iniziano quando le infila in vagina un grosso dildo, collegato alla scatola delle scosse. Urla e si dispera fino a che la torturatrice non si stanca di sentirla.
E’ora il turno di Brune. Ha assistito al tormento della sua amica e trema di paura. Viene fatta accomodare sul lettino e legata. L’aguzzina le infila un elettrodo davanti ed uno dietro. Per buona misura le mette una specie di bavaglio che pinza la lingua, impedendo di parlare, ma lascia respirare. Anche questo aggeggio è collegato alla scatoletta. Iniziano le scosse. Brune si agita scompostamente , ma può solo mugolare. Victoria spiega che inizierà a mandare scosse anche alla lingua. Bastano cinque minuti e la povera Brune si fa la pipì addosso dal male.
Vorrei potervi raccontare di essermi comportata meglio delle altre, ma quando è stato il mio turno ho urlato, sbavato, mugolato e pianto senza ritegno. La cosa più terribile è che le scosse lanciate dalla scatoletta non sono continue e neanche ripetute con un certo ritmo, no, arrivano di sorpresa, quando meno te l’aspetti e vanno dalla più leggera che ti fa contrarre tutta, fino alla scarica che ti toglie il respiro. Insomma, mi devono far scendere dal lettino ed accompagnarmi al mio posto dove mi accascio sul tappetino punitivo, non ho neanche la forza di stare inginocchiata.
A sera io e Barbara dobbiamo sottostare alla punizione per l’aiuto dato alle due tedesche. Riceviamo una dozzina di scudisciate a testa, date con tutta la forza della Rottermayer.
Ci pratica poi un clistere di acqua e sale, sono solo 2 litri, ma il sale impedisce che l’intestino assorba il liquido, che così ti tormenta per un tempo infinito. Veniamo poi impannolinate e ci fanno mettere le mutande impermeabili. Ci ordinano di tenere tutto e di non perdere neanche una goccia.. Ci fanno mettere gli zoccoli puntuti e dobbiamo salire e scendere la scalinata, a pancia piena. Ci fanno continuare a camminare, preda delle contrazioni peristaltiche. A un certo punto non ce la faccio più, cerco di stringere, come mi ha insegnato Victoria ed in effetti per dieci minuti ci riesco. Ma è una battaglia persa ed alla fine riempio le mutande. Le Signore se ne accorgono e mi prendo una nuova dozzina di frustate sulla schiena.
Dovremo restare bagnate, sporche e puzzolenti fino al mattino. Ora sto digitando inginocchiata sul tappetino di punizione. Ho avuto modo di parlare con Barbara, di nascosto. Mi sono felicitata sinceramente per la sua nomina. Se c’è una che merita è lei, l’avevo promossa io a femme de chambre. Le ho chiesto, comunque vadano le cose, che noi si possa restare insieme, che sia io o sia lei la Signora. Poiché so come vanno le cose, soprattutto quando diventerà sorvegliante, le ho detto di non fare favoritismi,. Anzi di trattarmi in maniera giusta ma molto dura, non vorrei che pregiudichi la sua carriera per causa mia.
Ciao Monika, ora mi ritiro. Cosa pensi della situazione?
Un saluto dalla postulante e dalla sguattera.
Un saluto dalle sguattere Lucia e Barbara
Lucia, penso che dal tuo racconto stiamo emergendo spunti molto interessanti e che, inequivocabilmente, il regime e le punizioni a cui sei sottoposta mettano in luce una tua naturale predisposizione al servizio e alla schiavitù domestica. Forse mi sbaglio, ma sarà il tempo a dircelo (e le Signore che sovaintendono alla tua educazione).
Ti abbraccio e nel farlo ringrazio le signore di Villa Penitenza che ti permettono di tenerci informati sugli sviluppi del vostro affascinante percorso educativo e punitivo.
Monika, domestica
Monika, domestica