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12 giugno 2011

VILLA PENITENZA: LE SGUATTERE IN "VACANZA"


UNA BREVE VACANZA

Cara Monika,
oggi aria di vacanza a Villa Penitenza. Appena alzate ci ordinarono di lavare immediatamente tutto il nostro corredo, e così le quattro misere serve, nude lavarono, chine sulla fontana in giardino, i loro panni e li stesero poi al sole sulle frasche. Dobbiamo lavarci accuratamente anche noi, sotto una doccia gelida, usando il sapone del bucato. Si attende che i vestiti asciughino al sole, fortissimo, intanto, sempre nude facciamo le pulizie “di fino” in tutta Villa Penitenza. Bancaria ci controlla e ci  riprende più volte, se un oggetto ha la minima traccia di polvere dobbiamo pulirlo nuovamente. Il solito pastone costituisce il nostro pasto. Finalmente le divise sono pulite, ci fanno rivestire e poi, in fila indiana ci fanno uscire. Barbara viene mandata a guidare la fila con l’ordine di farci marciare il più spedite possibile e ci facciamo a piedi i tre chilometri che ci separano dal paese. Qui  ci fanno prendere una corriera fino alla città più vicina. Ci chiediamo a che scopo siamo state portate in città, sogno che magari, ci portino a prendere una pizza o un gelato. Niente di tutto questo, la gita è a scopo culturale, ci portano a visitare il “Museo della Tortura”. Un cupo edificio, già utilizzato nei secoli passati come prigione. Qui sono esposti e illustrati tutti i mezzi utilizzati per far soffrire, Dai più raffinati ai più sanguinari. Mi sento quasi svenire, ma le nostre sorveglianti ci costringono a vedere tutto fino in fondo. L’umore è ora molto più cupo, nonostante il sole.
Ma la cosa che ci fa più soffrire sono i tre chilometri a piedi. Anziché le nostre calzature, ci costringono ad indossare degli zoccoli di legno, al cui interno, a contatto della pianta del piede, sono stati montati numerosi bulloncini a forma di piramide tronca. Sono messi ogni mezzo centimetro e coprono tutta la suola. Non sono pungenti e sono relativamente morbidi, essendo di materiale plastico. Ma vi ricordate il fastidio ed il dolore quando, camminando vi finisce un sassolino nella scarpa? Ecco, qui si tratta di almeno una trentina di sassolini. Camminiamo come papere, come se dovessimo camminare sulle uova. Barbara deve sempre dirigere la fila, se all’andata ci avevamo messo meno di un ora, visto che eravamo in discesa, al ritorno ci mettiamo tre ore. A tratti togliamo gli zoccoli, per cercare un po’ di sollievo, ma il terreno è sassoso e pieno di spine. Inoltre due delle Signore ci controllano da vicino dal loro SUV e ci impediscono di fare soste.
Rientrate a Villa Penitenza, la Signora Infermiera viene a cercarmi e mi dice che mi aspettano per proseguire la mia riabilitazione intestinale. E io che avevo sperato di cavarmela almeno oggi!
Vengo fatta mettere sul lettino, però stavolta a quattro zampe. Inginocchiata fino ad appoggiare le mammelle sul piano. Mi dicono di non preoccuparmi , non mi faranno soffrire troppo. Viene preparato il solito gigantesco apparecchio da clistere pieno di acqua. Prendono una sonda di gomma rossa, che ha all’estremità due palloncini della grandezza di un uovo. Mi preoccupo pensando che sono ancora troppo stretta e non entreranno, ma Infermiera mi mostra ch i palloncini sono sgonfiabili ed entrano anche da un buchetto molto piccolo. Intanto Victoria ricomincia a stimolarmi con il vibratore. Sento che Infermiera mi inserisce qualcosa, un po’ di fastidio e mi dicono “ecco fatto!”. Ora Infermiera mi mette in mano una pompetta, mi dicono serve a gonfiare i palloncini. Lasciano che sia io a farlo. Stimolata a quel modo do un paio di pompate, la sensazione del palloncino interno che si ingrossa non è poi dolorosa, anzi, do altre due o tre pompate. Tanto che a un certo punto Infermiera mi dice, che per le prime volte basta così. Inizia ad entrare il liquido, sento il suo tepore. Anche la sensazione di pieno contribuisce ad eccitarmi. Passano i minuti, sto sempre godendo come una porcella. Ora fermano l’acqua, ho già preso i regolamentari due litri. Mi dicono di rilassarmi pure, coi palloncini non  uscirà una goccia. Dopo un po’ mi dicono di cercare si “stringere”, in modo da riprendere il controllo dei miei sfinteri. Si continua così per un buon quarto d’ora, alternando rilassamento a “strizzate”.  Ora mi accompagnano sul secchio, dove potrò scaricarmi, sgonfiano e tolgono la sonda. Victoria è soddisfatta, le cose sono andate come pensava e da domani potrò subire i regolamentari clisteri punitivi come tutte le altre, senza che ricomincino quelle spaventose coliche.
Non è finita, per espiare il godimento che mi è stato devo sopportare 15 colpi di elastico. Vi assicuro che se non mi avessero fissato saldamente al lettino, sarei saltata giù, un dolore terribile!
Stiamo per coricarci quando Le Signore, capitanate da Bancaria arrivano nel nostro garage – dormitorio. Ci viene detto che questa giornata di riposo è quella di metà corso. Da domani tutto riprende come prima e la Signora Victoria presenterà le punizioni tramite elettroterapia. Ci viene ricordato che siamo, comunque tutte in punizione, Anne e Brune ai lavori forzati, io e Barbara che dobbiamo scontare la condanna per favoreggiamento. Pertanto da domani riprenderanno le punizioni.
È con queste parole che ci spengono la luce. Siamo tutte ancora turbate dalle scene e dagli oggetti visti al museo, perché tanta cattiveria?

Un saluto dalle sguattere Lucia e Barbara

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Spero che, passato il giorno di vacanza, Villa Penitenza torni alla tradizionale severità e che i suoi lugubri corridoi risuonino dei gemiti e delle preghiere delle serve educande.
Un saluto alle Nobili Dame
Fulvio

Anonimo ha detto...

Un grazie alle Nobili Dame della Villa: la loro opera meritoria, la scrupolosa educazione alla quale sottopongono le sguattere pigre e sciatte, non ha prezzo.
Luisella Corbaglioni