Dedicato alla Gentilissima Madame Janine, musa ispiratrice di questa sguattera sudiciona.
Mie Signore,
la mia detenzione medica prosegue, tra orripilanti “cure” e disciplina estrema. Mi hanno trasformata in una larva, che giace sonnecchiando su letto di contenzione, immersa nella immaginabile puzza, visto che la vaschetta igienica sottostante viene scaricata solo una volta al giorno. Per evitare altre terribili punizioni mi adeguo e gradatamente mi abituo al cibo e a sopportare i quotidiani clisteri. Passata la settimana di regime di punizione, rimango comunque a letto per un'altra settimana. Poi, secondo le indicazioni mediche, posso iniziare ad alzarmi e verrò sottoposta da Carmen alla riabilitazione. Questa Signora è multiforme, oltre che fare l’infermiera fa anche da fisioterapista e mi sottopone per alcuni giorni a massacranti sedute di stretching passivo, in cui è lei a forzarmi gambe e schiena in angolazioni impossibili per una vecchia sguattera. E i miei lamenti e le mie suppliche fanno ridere le aiutanti. Ma Carmen, dopo essersi spalmata un altro po’ di olio sulle palme delle mani, inizia nuovamente ad impastare, battere e storcere cosce, polpacci e muscoli. Finalmente abbandono il letto e la poltrona a rotelle, mi illudo che sia finita, ma Carmen è pronta a ricordarmi che abbiamo pattuito quattro settimane. “Sudiciona, adesso che ti abbiamo guarita e rimessa in piedi non vorrai fare qualcosa per noi?”. Sento il cuore accelerare, ormai conosco Carmen, passerò sicuramente dei guai, ma la fascinazione di questa Signora è tale che farei di tutto, mi butterei anche nel fuoco, se solo lo chiedesse. Niente di tutto questo, mi spiega l’Infermiera, sai sudiciona, vorrei fare un po’ di pubblicità ai miei estudios, ma desidero qualcosa di originale. Mi occorrono due sguattere con una cara de bronce ovvero una faccia di bronzo. Non mi posso esimere, assicuroCarmen che alla mia età non so più cosa sia il pudore. Così mi spiega la sua idea: due donne, una giovane e prestante che impersonerà la dominante e la seconda, una vecchia bardata ci cuoio che impersona la sottomessa, che girano per le ramblas e poi, fattasi sera , si portano nella zona accogliente di locali, ristoranti ed hotel che espongono orgogliosi la bandiera LGBT. Confesso a Carmen che non credo di essere nelle condizioni migliori, vi ricordo che mi ha fatto rapare e che, anche a causa dei lockdown, di sole non ne ho preso affatto. “vale, sudiciona, vamos a la peluqueria “d’accordo sudiciona andiamo dalla parrucchiera”. Ebbene, parrucchiera ed estetista, una bella parrucca e qualche rapido e chissà quanto costoso trattamento, fanno miracoli, da vecchia sguattera paio una milf! Poi torniamo agli estudios dove Carmen mi fa indossare uno stretto corsetto di cuoio, un capo costoso che, anziché comprimerlo, valorizza ed arrotonda il mio pancione. Per le zinne c’è poco da fare e, al contrario della mia giovane compagna che le mostra orgogliosa, le mie saranno imprigionate in un robusto reggiseno di cuoio molto imbottito. Tutto qui? No, essendo la sottomessa mi toccano un collare da cagna, due paraocchi ed un morso tra i denti, a cui sono collegate le briglie con cui mi guideranno. Dato il mio recente incidente, Carmen mi esime dall’indossare tacchi alti e mi fa indossare dei sandali da schiava romana. Inutile dire che corsetto e paraocchi riportano la scritta fluorescente Estudios Carmen. Quanto alla mia “driver”, anche lei indossa corsetto di cuoio da dominatrice, sempre con la scritta “Estudios Carmen”. Oltre a tenere tra le mani le briglie, la mia driver ha anche un frustino. Veniamo istruite su quali Ramblas percorrere (si, sono più di una), e di recarci anche all’affollatissimo mercato nella zona universitaria, ed anche nel tipico malfamato quartiere del Raval. Inoltre Carmen ci istruisce su quali sono i bar ed i locali davanti a cui dobbiamo sfilare, mescolandoci ai variopinti personaggi che popolano le serate. Infatti non siamo le sole a fare pubblicità, in queste vie potete vedere famose artiste ma anche drag queens che prima dello spettacolo, stazionano di fronte al locale, per invogliare i clienti ad entrare. Che dirvi di questi giorni? Al principio mi sento un po’ umiliata e ringrazio il cielo di essere a 1000 km da casa, nessuno potrà riconoscermi. Ma passata qualche ora, a parte il mal di piedi, inizio a divertirmi. Invece dei soliti sguardi schifati che una vecchia sguattera nota sempre, vedo sguardi piacevolmente sorpresi. Nessuno che si scandalizzi, come succederebbe da noi, anzi capita di scambiare qualche battuta coi passanti tutti sinceramente interessati a divertirsi! Passa qualche giorno, è lunedi, serata un po’ morta se paragonata ai fine settimana e alla tanto celebrata Movida. Io, con Oxa, la sguattera che impersona la mia dominatrice, siamo come al solito in giro pubblicitario davanti ai locali variopinti, per sole donne ma anche davanti a quelli per soli maschietti. Come dicevo, stiamo camminando che ad Oxa suona il telefonino: è Carmen che ci ordina di raggiungere un piccolo locale accogliente che lei frequenta. Ubbidiamo prontamente. Sul fondo del locale c’è un salone “particolar”, aperto solo ad una selezionatissima clientela femminile. “Sudiciona, ho un nuovo compito per te, poiché stasera non c’è nessun artista ad esibirsi e la serata langue, ho deciso di fartilanciare una sfida”. Ebbene, Carmen ha deciso che sfiderò le presenti a sopportare un clistere meglio di me. Arrossisco, va bene che noi sguattere ci prestiamo a tutto, ma ricevere un clistere come forma di spettacolo poi? Ma da vera sudiciona, questa sconcezza in fondo mi solletica, così, detto fatto, la presentatrice lancia la sfida: “mia care Signore, la sguattera sudiciona sfida chiunque di voi a sopportare un clistere meglio di lei. Per incoraggiare la sudiciona e la sfidante vi invito a fare delle offerte che costituiranno la “borsa” della gara. Le presenti restano un attimo interdette, vedo coppie di ragazze che si guardano tra loro, poi l’ambiente si scalda, un cestino, che viene fatto girare, si riempie rapidamente di banconote, varie centinaia di euro raccolti, saranno il premio per la vincitrice, anzi, come negli incontri di boxe, spiega l’annunciatrice ¾ andranno alla vincente ed ¼ alla perdente. Mi illudo che nessuna delle Signore presenti vorrà subire questa umiliazione pubblica, ma dimenticavo che ci sono coppie di Domina e Schiava! Così una Signora dà di gomito alla propria compagna, che si alza, ecco la sfidante per la sudiciona. E non è finita, l’annunciatrice ci incita a decidere quanto liquido riceveremo. Partiamo da un litro ed ognuna di noi rilancia, proprio come in una partita di poker, sperando che l’avversaria si arrenda senza dover ricevere il lavaggio. Ebbene, arriviamo alla proposta di quattro litri. L’annunciatrice dice che va bene così ed illustra a tutte le presenti le modalità della sfida: riceveremo contemporaneamente un clistere di quattro litri ben caldo, di acqua e sapone. Poi potremo scegliere un plug di ritenzione, sta a noi decidere la misura e se infilarcelo o meno. Dopo di che, a suon di musica, ci sfideremo ad eseguire balli, esercizi ginnici eccetera. Non potremo ovviamente, in nessun caso allontanarci dal palco: la prima che espellerà il clistere dovrà poi subire una penitenza. Mormoriidi eccitazione dal pubblico di Signore, altro che serata morta, scommetto che la voce correrà e nei prossimi giorni…, ma mi rendo anche improvvisamente conto che io e la mia sfidante saremo le protagoniste di un degradante spettacolo! La mia avversaria si chiama Felipa, ed ovviamente è una sottomessa. Una bella donna trenta o trentacinque anni, capelli lunghi corvini. Ci dobbiamo spogliare lì sul palco improvvisando uno spogliarello. Prima si spoglia Felipa, con classe, seguendo la musica. Un corpo statuario, due tette sode con due capezzoli da mordicchiare, una bella pancia piatta. Poi mi spoglio io, figuratevi: tolte le bardature di cuoio appare una vecchia colle tette cascanti ed il pancione, sento delle risatine di scherno dalla platea. Due cameriere del locale, bardate con lunghi grembiuli e guanti lunghi di gomma, portano due grandi sacche di silicone, da quattro litri, pesanti e gonfie di acqua lattiginosa, sovrastata da un dito di schiuma. Dalle sacche scendono due lunghi tubi, chiusi da una clip e dotati di una lunga cannula con una grossa punta ovoidale. L’annunciatrice ci invita a testare la temperatura dell’acqua, poi ci consegna un tubetto di crema in modo che ci possiamo lubrificare. Decido di lubrificarmi per bene anche dentro ed incurante delle spettatrici mi infilo un dito e le risatine continuano. Ora ci dobbiamo mettere a quattro zampe, le due cameriere ci infilano le cannule ed appendono ogni sacca ad una piantana già regolata molto alta. Al via dell’annunciatrice la clip che bloccava il tubo viene aperta completamente. Sento un fastidioso torrente d’acqua saponata caldissima. All’inizio è quasi piacevole, ma il liquido è troppo veloce e la pancia comincia a dolere. Muovo il sedere con un movimento circolare, cercando di distribuire meglio il liquido, dal pancione provengono gorgoglii. Ma non sono la sola a soffrire, sento il respiro affannato di Felipa che a tratti mugola “dueleeee”. Le cameriere ci incoraggiano, siamo già a metà, dopo un tempo infinito siamo a tre litri. Poi quando ormai sono in un bagno di sudore e mugolo per il mal di pancia, mi dicono manca solo mezzo litro. Continuo a dimenare il sedere e finalmente sento togliere la cannula. So che ho un solo modo di resistere e scelgo il plug più grosso dei tre che mi vengono presentati e, ben ammaestrata dal ricovero presso Carmen, infilo subito il plug. Nel frattempo anche Felipa ha assorbito tutto il liquido. La guardo, bene, finalmente la sua pancia non è più piatta, è abbastanza gonfia, ma ancora niente in confronto alla mia, sembro incinta! La vedo titubante, sceglie il plug più piccolo ma, dopo un tentativo di infilarselo, lo tiene in mano. Ora l’annunciatrice ci fa rialzare, la musica cresce di volume, dobbiamo ballare e, a nostra scelta, possiamo fare degli esercizi, che l’avversaria sarà costretta ad eseguire a sua volta. Immaginatevi due donne, col pancione dolorante che fanno qualche movimento di danza e poi si massaggiano la pancia. Ammaestrata dalle vicende di una schiava di mia conoscenza, inizio a fare degli esercizi: una serie di squat, tenendo prudentemente il plug saldamente in posizione con una mano. Felipasi sforza di eseguirli a sua volta, poi capisce che per farlo deve assolutamente infilarsi il plug. Lo fa dando un urlo di dolore, poi esegue lentamente gli squat. Capisco di avere l’iniziativa, così inizio a fare una lunga serie di saltelli sul posto, dal pubblico parte un applauso, immagino che vedere una vecchia con pancione e tette ballonzolanti li diverta. Felipa esegue i saltelli dando un lamento ad ogni rimbalzo. La osservo bene, è coperta di sudore e vedo bene le contrazioni del suo pancino. Mi stavo dimenticando il passo della papera! Così ma accoscio e faccio questo sconcio e passo per decine di volte, sempre tenendomi ben tappata. Felipa, che non sa quanto sia devastante l’esercizio, si accoscia a sua volta e fa un paio di passi, si sente un rumore come se qualcuno avesse stappato una magnum di Dom Perignon ed il plug di Felipaviene proiettato giù dal palco! Una fiumana di liquame inonda la scena. Felipa abbassa la testa: ha perso! Da parte mia sto tenendomi una mano sul plug, anche io sono allo stremo! Le due cameriere fanno strisciare Felipa in bella vista, la obbligano a mettersi supina. Poi sulla sua faccia viene messo uno sgabello, la cui “seduta” è costituita da un asse di water. Ora le cameriere mi sorreggono, una per braccio, e mi fanno sedere sullo sgabello. Cerco di resistere, ho pietà di Felipa, ma una mano guantata mi massaggia pesantemente la pancia ed all’improvviso mi tolgono il plug! Nobili Signore, potete immaginare cosa succede, ormai non ho alcuna possibilità di resistere e ho le budella che si torcono.Cerco di non pensare a Felipa e mi svuoto a fondo. Finalmente la pancia è vuota e gradatamente anche lo stimolo se ne va. E Felipa, direte voi? Nonostante sembri un gattino bagnato, non ha accettato l’umiliazione e, quando la sua Domina si avvicina, inizia a gridare e si fa prendere da un attacco isterico, lì in pubblico! Tutte ammutoliscono, si tratta di una infrazione terribile, ribellarsi pubblicamente alla Domina. Così attacco isterico o non attacco isterico Felipa subirà una punizione pubblica. Il pubblico, costituito, come dicevo da Signore e da qualche sguattera, inizia a battere le mani a tempo, dicendo “potro… potro… potro. Allibisco, si tratta di una delle torture dell’inquisizione, sono passati 400 anni, non può essere. Invece due cameriere arrivano, spingendo un cavalletto di legno, su rotelle. Guardo l’attrezzo: delle assi di legno formano una struttura triangolare. Il vertice superiore del triangolo è accuratamente arrotondato e rifinito fino a farlo diventare lucido. La cameriera vi mette sopra una salvietta di cotone. Evidentemente l’arrotondamento del vertice, unito ad un paio di strati di cotone servono ad evitare che lo strumento di tortura possa fare danni permanenti. Felipa, terrorizzata, viene obbligata a mettersi a cavalcioni, riesce a farlo a malapena, reggendosi sulle punte dei piedi. Tenta anche di sorreggersi con le mani. Ma le Signore del pubblico iniziano a ululare, così non vale! Ora le due cameriere legano le mani di Felipa dietro la schiena, poi la obbligano a piegare le ginocchia e le legano le caviglie a due appositi anelli del potro! Ora il peso di Felipa si regge solo sulla sua regione perianale e vulvare! Sono vicinissima e sento salire dentro di me una malsana eccitazione, per un paio di minuti pare che Felipa regga bene, poi inizia a lamentarsi “mi coño me duele!” Sento chiaramente l’odore dei liquami quasi asciutti che la ricoprono si mescola con la puzza di sudore e di adrenalina. Felipa sofferente, viene colta da un attacco isterico ed inizia ad insultare la sua Domina e un po’ tutti. Così la presentatrice si fa dare uno scudiscio ed inizia a colpirla. E ad ogni colpo Felipa sussulta, peggiorando la situazione. Il mio sguardo affascinato osserva là, dove il cavalletto scava e segna le delicate carni. Ma poi noto che la salvietta di cotone posta sullo spigolo su cui appoggia Felipa sta inumidendosi ed impregnandosi delle secrezioni, quella vacca di Felipa sta godendo durante la punizione! Naturalmente non siamo più ai tempi dell’inquisizione ed anche le corride sono passate di moda, così dopo un tempo ragionevole la punizione termina. Le caviglie e le mani di Felipa liberate, finalmente può rimettersi sulle punte e sollevarsi dal Potro. Una delle cameriere mostra a tutte la salvietta inzuppata dei succhi di Felipa. La presentatrice mi dichiara vincitrice e consegna a Carmen la mia parte della borsa. Quanto a Felipa, la sua Domina sale sul palco e la bacia appassionatamente, non curandosi minimamente di puzza e lordure. Torniamo agli Estudios, dove ho un altro momento di gloria, tutte vengono a complimentarsi: la “sudiciona” ha contribuito validamente alla fama ed agli affari degli estudios. Quanto ad Oxa, dice Carmen sarà bene che si alleni a dovere poiché dovrà emulare la sudiciona che se ne torna, purtroppo, a casa!
Vostra sguattera sudiciona N.