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25 novembre 2012

LA PUNIZIONE DI SGUATTERA SUDICIONA 3/4

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drawing by slave Elisabeth Mandile ©Annika Kapyzska

LA MIA PUNIZIONE - 3
di sguattera sudiciona

Accovacciata sul secchio di zinco, mi è stato permesso di svuotarmi. La panciona si è sgonfiata, mi sento esausta e madida di sudore che sulla schiena si raffredda lentamente.
- Bene, bene bene, fra non molto l'olio di ricino dovrebbe cominciare a far effetto sul serio... è tempo di preparare la nostra bestia da soma sudiciona, vero Rose? 
Sogghignando, la possente infermiera altoatesina mi afferra di nuovo per un orecchio e bruscamente mi solleva dal secchio. Mi ordina di denudarmi completamente, poi sempre tenedomi saldamente per un orecchio mi spinge sotto la doccia per un'energica strigliata a base di acqua gelata. Indossando un grembiule di gomma bianca e guanti dello stesso materiale e colore, la donna mi strofina con una specie di spugna che in realtà è costituita da urticante crine di cavallo avvolto attorno a una mattonella di legno. 
L'effetto dello strofinìo sulla mia povera pelle è terribilmente irritante, e in breve la cute si arrossa nonostante sia costantemente innaffiata dall'acqua freddissima. 

Terminata la “pulizia della schwein”, come dice Rose M. l'infermiera altoatesina, vengo fatta rivestire in fretta, senza che mi sia permesso di asciugarmi. Questa volta devo indossare la divisa da fatica, sulla quale mi devo allacciare un pesante grembiule di gomma verde; ai piedi, zoccoli di gomma dello stesso colore e niente calze. 
Sotto, ecco pronto per me pannolone e doppie mutande: prima un paio di normali mutande di gomma da incontinenza; sopra quello, mi infilerò il mio ormai abituale paio di robustissime e impermeabili mutande da contenzione. 
Ma prima di indossare la doppia mutanda, l'infermiera mi ordina di piegarmi, di afferrare i glutei saldamente e di divaricarli. Poi in tono brusco mi grida di “spingere”, come se dovessi defecare. Per fortuna non ho più acqua nella pancia: in questo modo l'operazione non ha spiacevoli conseguenze. Ho appena iniziato a spingere, ed ecco che un grosso plug di gomma a forma conica mi viene bruscamente inserito nello sfintere: con tre colpi progressivi, di intensità crescente, l'esperta infermiera inserisce il tappo che non va a finire dentro il mio intestino solo grazie alla base di gomma, un disco circolare che lo blocca all'esterno impededogli di proseguire il suo cammino all'interno delle mie miserabili viscere di sguattera. 
Purtroppo non posso fare a meno di notare che il mio sfintere è decisamente dilatato, e ripensando alle minacce dell'infermiera, comincio a preoccuparmi davvero. Nonostante sia stata allargata parecchio, le dimensioni e la forma del tappo sono tali per cui nulla mi distoglie dal pensarci in continuazione: di fatto la presenza del plug nel mio retto diventerà nella prossima ora una delle due ossessioni su cui rimarrò costantemente concentrata.

Mentre l'infermiera chiude il lucchetto delle mutande contenitive, un orribile gorgolìo improvvisamente si scatena dentro la mia pancia e un'ondata di nausea mi sopraffà: il deleterio effetto dell'olio di ricino comincia a farsi sentire. 
L'infermiera altoatesina Rose M. sembra apprezzare particolarmente la cosa: sorridendo, mi massaggia ruvidamente la pancia e la comprime, compiaciuta. Madame Janine si siede comodamente su una poltroncina tutta rivestita di cuoio nero, accavalla le gambe, spinge leggermente indietro la testa, socchiude gli occhi, infine si accende una sigaretta e mi fissa.

- Mani sopra la testa, sudiciona! - sibila. Eseguo, mentre dentro la mia pancia avvengono sobbolimenti e movimenti a dir poco imbarazzanti. - E ora, sudiciona, per completare la tua punizione, accompagnerai Rose al supermeracato e porterai a casa la spesa. Rose M., l'infermiera altoatesina, intanto si è preparata per uscire. Indossa un meraviglioso cappotto extralungo in scintillante pvc nero che nasconde parzialmente la divisa da infermiera, anche se la sua qualifica è resa evidente dalla cuffia bianca inamidata su cui spicca la croce rossa. Al posto degli zoccoli bianchi, calza un paio di stivali in pelle dal tacco vertiginoso.

Così abbigliate, usciamo: lei davanti, io dietro nella mia divisa da fatica, sporca e macchiata di sudore, il ventre che comincia a gonfiarsi di nuovo, fasciato nel grembiule di gomma da sguattera, e il sapore dell'olio di ricino che lentamente dallo stomaco ricomincia a invadere la mia bocca. A ogni passo, lo “slosh, slosh” delle mutande di gomma si fa sentire, e il tappo di gomma sembra volersi perfidamente fare strada fra le mie viscere. Per fortuna il disco esterno lo blocca, altrimenti il mio intestino sconvolto lo inghiottirebbe senz'altro. Camminiamo per strada e io mi sento morire di vergogna al pensiero di dovermi mostrare in pubblico in queste miserabili condizioni. Sul marciapiede, fra la gente che passa frettolosa e ignara, non vengo notata più di tanto. 
La divisa e il grembiule in effetti attirano l'interesse occasionale di qualcuno, ma nell'insieme per mia fortuna passo abbastanza inosservata. Le spesse mutande di contenzione, all'aperto, diventano ancora più rigide e pesanti, ma lo sfregamento della gomma sulla mia vulva è ridotto al minimo, e comunque non abbastanza da farmi provare piacere: con queste mutande addosso, ne sono consapevole, mi attende ormai una vita completamente priva di qualsiasi tipo di soddisfazione sessuale. Ho paura, non è che per questa continua infinita frustrazione diventerò matta? E l'essere quotidianamente, perennemente ingravidata dall'infermiera che effetti collaterali avrà? Vivere in questo modo mi sembra insopportabile... eppure non ci sono alternative. 
Mentre penso furiosamente, per distrarre il mio intestino dalla pressione dolorosa e dai crampi che comincio a sentire, senza accorgermene siamo arrivate proprio davanti all'entrata del supermercato. Il mio ventre è di nuovo bello gonfio, e tende il grembiulone di gomma.

L'infermiera con un sorrisetto mi tende la lista degli acquisti, stilata nella calligrafia precisa e minuta di Madame Souillon. È una lista assai lunga, copre quasi tutta la pagina color crema, strappata da uno dei preziosi taccuini di Madame. Due signore ben vestite, belle e sulla quarantina, vicine alla cassa. hanno notato la scena. Si guardano fra di loro con sottili cenni d'intesa, una mi scruta da capo a piedi, l'altra per un attimo sembra sorridere all'infermiera
(3- continua)

18 ottobre 2012

LA PUNIZIONE DI SGUATTERA SUDICIONA 2/4

nota di Janine Souillon:
serva sudiciona è stata costretta dall'infermiera a correggere il suo primo indecente report in ginocchio e a scrivere il secondo ben gravida e sigillata nelle sue mutande di contenzione.
Devo dire che la gravidanza, in una sguattera che ha passato i 50 anni (seppur da poco), è davvero commovente.
JS
disegno della schiava Elisabeth Mandile © Annika Kapyzska

LA MIA PUNIZIONE – 1
di sguattera sudiciona

12 ottobre 2012

ore 5,00 del mattino
Mi hanno fatta alzare verso le cinque del mattino svegliandomi bruscamente e traendomi dalla mia posizione prona, ormai quella abituale per me. Tutte le notti infatti vengo assicurata a un lettino a pancia sotto, tenuta ferma al letto da polsiere e cavigliere che mi mantengono in una posizione dalla quale posso essere riempita a piacimento con un clistere notturno dall'infermiera Rose M., donna di fiducia di madame Janine.
L'infermiera ha infilato dei guanti di gomma, si è messa il grembiule di gomma da lavoro e ha controllato con la mano lo stato delle mie mutande di contenzione, le ha aperte con la chiave, ha controllato e ispezionato il pannolone e ha poi richiuso il tutto, non senza avermi dato un forte pizzicotto alle grandi labbra. Madame Janine aveva fatto preparare dalla sua infermiera Rose M. un carrello con un bicchiere di metallo e una brocca da due litri e mezzo di acqua: in piedi, a intervalli di 5 minuti, ho dovuto bere il contenuto della brocca. Gradualmente sentivo la vescica gonfiarsi, finchè la pressione, terminato il contenuto della brocca, è diventata quasi insopportabile. Anche lo stomaco era gonfio, sembravo già gravida.
Gli ultimi bicchieri sono stati difficili da mandar giù, ma se la serva sudiciona avesse vomitato, avrebbe dovuto leccare dal pavimento la sua deiezione, e quindi per la paura ha cercato di controllarsi fino alla fine.
L'infermiera ha poi controllato bene la chiusura della mie mutande di contenzione, mi ha fatto allargare le gambe, ha sollevato la divisa da fatica sulle mie reni, mi ha fatto tendere le braccia dritte in avanti, le palme rivolte in alto. Poi mi ha fatto accovacciare, in equilibrio sugli zoccoli di gomma, il sedere ben sporto in fuori. L'infermiera, sotto lo sguardo impassibile di Madame Janine, si è seduta su un basso sgabello a fianco dlla serva sudiciona. Dapprima ha compresso il ventre della serva sudiciona, ha dato alcuni colpi secchi sotto le mutande di contenzione, poi, ho sentito un sibilo: stava per inziare la fustigazione.
Il primo colpo è stato forte, secco e bruciante. Per chi non l'abbia mai provata, la canna della fustigazione produce sulle natiche della punita un dolore intensissimo e acuto, a metà fra una scossa elettrica e un morso. A intervalli regolari, la serva sudiciona ha subito 25 colpi, contandoli ad alta voce. Contare, come Madame Janine ha sempre detto, aiuta la serva a sopportare i morsi della canna, la tiene vitale e concentrata, le impedisce di soccombere completamente al dolore e all'umiliazione. Il difficile per la serva sudiciona è non lasciar sfuggire il piscio di cui la serva sudiciona è completamente piena. L'infermiera Rose M. ad ogni colpo mi ricorda che il piscio prodotto da serva sudiciona dovrà essere raccolto in un apposito contenitore, e che quindi non una goccia deve andare perduta dalla serva sudiciona.
Io mi concentro come posso e sono convinta di avercela fatta: il sedere brucia terribilmente e la testa mi gira, ma riesco a rimanere nella mia posizione di squatting fino alla fine degli interminabili 25 colpi. L'infermiera si ferma, posa la bacchetta e prendendomi per un'orecchia mi tira su. Mi ordina di mettere le mani sulla testa e di tenere la gambe larghe. Apre il lucchetto delle mie mutande di contenzione, estrae l pannolone e una smorfia di disgusto si disegna sul suo bel volto di altoatesina. Tocca con un dito il pannolone e mi mette l'indice sotto il naso: è bagnato. Brutalmente schiaccia il pannolone sulla faccia della serva sudiciona, che avverte l'odore della propria orina. Il pannolone viene assicurato con un robusto nastro adesivo alla faccia della serva sudiciona, come se fosse una maschera. Le mutande di contenzione mi vengono reinfilate sopra, e nuovamente chiuse. Sento il contatto della gomma spessa e solida sulla mia passera.
Voce di Madame Janine: - A quest'età può essere un problema di incontinenza?
Voce dell'infermiera Rose M.: - Dipende, la sua serva ha avuto molte gravidanze?
Madame Janine: - Che io sappia, una soltanto. Ma d'ora in poi, mia cara, questa sudiciona sarà quasi sempre gravida!
Madame Janine e Rose M., l'infermiera altoatesina, ridono di gusto.
(1- continua)

LA MIA PUNIZIONE – 2
di serva sudiciona

12 ottobre 2012

L'infermiera, istruita dalla padrona Janine Souillon, mi ordina di eseguire 30 squatting a gambe ben divaricate, a ritmo sostenuto. Con il pannolone bagnato del mio piscio attaccato alla faccia, respiro con difficoltà e il ritmo dell'esercizio presto diviene insostenibile. - Forza sudiciona, più ritmo! - incalza l'infermiera. Appena mostro di rallentare, Rose M., la rigida infermiera altoatesina mi “sculaccia” la passera con un largo cucchiaio di legno. Poichè ben presto si accorge che i colpi di incoraggiamento sono attutiti dalle mutande di contenzione, mi ordina di toglierle per tutta la durata delle flessioni.
I colpi di cucchiaio a questo punto diventano dolorosissimi, e la stanza della punizione accoglie solo tre rumori: l'affannoso respiro della serva sudiciona e il “ciaf! ciaf!” dei colpi di cucchiaio sulla sua vagina seguiti da degli squittii di dolore.
I muscoli delle gambe si irrigidiscono, rallento sempre di più, il dolore mi confonde, in prossimità del ventitreesimo colpo ho un cedimento.
L'infermiera si arrabbia molto, dice delle cose in tedesco che non capisco, si piazza davanti a me a gambe divaricate, i suoi zoccoli di gomma sono saldamente ancorati al pavimento di linoleum della saletta delle punizioni, mi afferra per le orecchie e gli ultimi squatting me li impone tirandomi per i padiglioni. Mi gira la testa, faticosamente arrivo alla fine del penoso esercizio.
Madame Janine mi ordina di accovacciarmi, mi tolgono il pannolone dalla faccia e l'infermiera mi mette davanti un contenitore di plastica e mi ordina di pisciare. Devo riempirlo velocemente. Non ci metto molto, la mia vescica scoppia, ma devo stare molto attenta a non versare fuori dal contenitore il mio "prodotto" color giallo paglierino.
Mi dicono che una Signora ha consigliato di raccogliere 500-600 cc del mio “prodotto”, e l'infermiera preme sulla mia pancia per accelerare quella che cheima la “mungitura della sudiciona”.
Finito di pisciare nel contenitore, l'infermiera mi sculaccia la pancia e dice “Das ist gut, sklavin schwein!”.
Il pannolone lo devo rimettere bagnato nelle mutande di contenzione, e subito dopo devo reindossare lo strumento col quale sarà per sempre corretta e impedita la mia odiosa e sudicia abitudine. Mi fanno mettere in ginocchio.
La divisa di punizione, mai lavata in tre anni, è bagnata sotto le ascelle, sotto i seni, sulla pancia dove è a contatto col grembiule di gomma, e sulla schiena.
- È l'ora della poppata, pisciona sudiciona! -
L'infermiera prende dal vassoio di acciaio un biberon pieno di olio di ricino.
Mi afferra il naso col pollice e l'indice, mi infila in bocca il beccuccio di gomma del biberon e mi ordina di poppare. Il sapore è disgustoso, e più volte sono scossa dai conati di vomito.
Dietro di me Madame Janine si è posizionata impugnando una canna di bambù, e mentre poppo come una disperata, mi rifila altri dieci colpi sulle gambe.
- A queste bestie da soma il sedere alla fine si incartapecorisce, così almeno dice il Marquis De Sade! Meglio quindi passare, ogni tanto, alle gambe! - dice la padrona fustigandomi fra un sorso e l'altro.
© Georges Pichard
Finito il disgustoso contenuto del biberon, vengo messa a quattro zampe per terra e mi ordinano di pulire il pavimento accuratamente. La puzza di sudore della divisa da punizione, unita al terribile oleoso sapore del contenuto del biberon mi stordiscono.
Ogni volta che ho finito di pulire il pavimento strofinandolo con uno straccio, devo prima vuotare e poi riempire nuovamente il secchio e ricominciare da capo. Lavo e rilavo per circa un'ora, sono stremata, intanto la pancia comincia a gogogliare. Al termine dell'ultima lavatura vengo rimessa in piedi dall'infermiera altoatesina Rose M. che a questo punto mi ordina di bere il mio stesso piscio. “Forza pisciona, bevi tutto fino all'ultima goccia!”. Tremante, bevo: l'orina fredda è disgustosa, anzichè sciacquarmi la bocca, il suo sapore si sovrappone al terribile gusto dell'olio di ricino. Ora sono convinta di essere davvero piena: nella vescica si è formata altrà pipì, nello stomaco ho quella che mi hanno fatto bere, insieme all'olio di ricino. Ma non basta: l'infermiera mi ordina di togliere le mutande di contenzione e il pannolone, poi mi fa salire sul lettino di ferro delle punizioni, a pancia sotto. Accanto al lettino è posizionato un grosso contenitore per clisteri in plastica bianca, da tre litri: sarò ingravidata. -Preparati, sudiciona: sarai ripulita da un vero clistere da punizione! - l'infermiera armeggia con tubi e ugelli mentre io vengo legata con le cinghia a pancia sotto dalla stessa Madame Janine. La divisa da punizione viene sollevata e rimboccata sopra le reni. L'infermiera lubrifica la mano guantata di gomma, infila una mano sotto il mio geembiule di gomma, all'altezza del ventre, poi unisce le dita della mano guantata e la infila nel mio sfintere, per allargarlo a dovere. Gradualmente la mano di Rose M. si fa strada nel retto mentre la donna mi ordina di non serrare per nessuna ragione i muscoli, altrimenti per punizione sarò resa incontinente per sempre! La mano dell'infermiera è entrata quasi per intero nel mio povero retto, lo sfintere è tesissimo, all'improvviso senza rendermene conto reagisco istintivamente all'intrusione e stringo. L'infermiera impreca in tedesco poi aggiunge in italiano: - Se Madame Janine me lo permette, ti farò un lavoretto di cui porterai le conseguenze per sempre, brutta sudiciona! Janine Souillon sibila: - Certo, ma ogni cosa a suo tempo, Rose. Ogni cosa a suo tempo.
Intanto la mano guantata e lubrificata è stata estratta dal mio sedere, per essere sostituita da quello che sembrerebbe un enorme dildo di acciaio.
In realtà è l'ugello del clistere, davvero enorme, ma io sono ancora dilatata dalla mano dell'infermera, ragion per cui il mostro d'acciaio si fa strada facilmente nel retto.
Una volta entrato, l'enorme ugello viene aperto da Rose M. e improvviso un fiotto di acqua tiepida invade il mio intestino.
La sensazione all'inizio è quasi piacevole, ma dopo quello che potrebbe essere un buon litro d'acqua, ecco che la temperatura del liquido diminuisce gradualmente. I crampi iniziano subito mentre il mio pancione tende il grembiule.
L'infermiera ogni tanto “saggia” il mio pancione per controllare lo stato di tensione, mentre I crampi aumentano e sale la nausea.
Quando i tre litri del clistere sono finiti tutti dentro di me, l'infermiera mi massaggi vigorosamente la pancia, mi slega e mi fa alzare. Mi muovo con cautela, la pancia è grossa e i crampi sono terribili, la voglia di evacuare mi ossessiona, ma l'ugello d'acciaio è rimasto in... sede e ora, chiuso ermeticamente, fa da tappo.
Vengo portata in cucina, sembro davvero incinta, il grembiule di gomma è teso sulla pancia, cammino a passettini sui miei zoccoli di legno, vengo messa al lavello.
A ondate i crampi scuotono le mie povere viscere mentre sento gorgogliare nello stomaco l'olio di ricino. Dovrò resistere in questo stato, tappata e ingravidata, per almeno 30 minuti.
Poi, se avrò lavato bene tutti i piatti e pulito il pavimento, potrò scaricarmi davanti all'infermiera. Non so come, fra atroci dolori e rivoli di sudore, riesco a portare a termine il lavoro, aiutata mio malgrado dal tappo d'acciaio.
Presa per l'orecchio vengo fatta accovacciare su un grosso secchio di zinco.
- Al mio via, toglere il tappo! - dice l'infermiera sogghignando. Io sono rossa vergogna, l'umiliazione è davvero troppo grande. “
- Via! - grida l'infermiera.
Tiro, ma l'ugello d'acciaio è molto grosso, e non esce.
L'infermiera si spazientisce, comincia a premere le mani sul mio pancione. Presa dal panico e in preda ad atroci dolori, tiro e tiro finchè il tappo viene via di colpo. Da quell'istante, inizio a scaricarmi violentemente fra i crampi, mentre l'infermiera divertita e disgustata allo stesso tempo, si gira dall'altra parte turandosi platealmente il naso.
- Che parto indecente! - commenta Madame Janine.
(2- continua)

17 ottobre 2012

DA FRAU JULIA IL VOCABOLARIO DEI CLISTERI PER LA SERVA SUDICIONA

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drawing by slave Elisabeth Mandile, property of Annika Kapyzska
Serva sudiciona,
ti invio un utile vocabolario, che ti aiuterà a capire che tipo di clisteri ti vengono imposti dalla tua signora.
FrauJulia

Serva sudiciona,
per facilitarti nel sopportare i castighi che ti attendono ti invio un intervento che meditavo da tempo:
i modi di dire utilizzati da Signore ed Infermiere per definire un clistere. Deriva da colloqui avuti, tempo fa, con una anziana infermiera austriaca, di quelle di una volta con la divisa inamidata ed un carattere inflessibile.
Pera: con questo termine si intende la vecchia pera di gomma, di varie grandezze. Attualmente poco usata.
Peretta: si intende la peretta già preparata, dai 100 ai 200 cc. Molto usate perchè pratiche. Non eccezionalmente dolorose, fatto salvo quelle di bisacodyl, detto anche Dulcolax. Questo nome ricordalo, le perette sono poco reperibili ma hanno effetti dirompenti. Un po’ meno le supposte.
Perettina o microclisma: delle micro perette di glicerina. Attenta, se ne usano 2 o 3 e te le fanno tenere a lungo danno dei bei mal di pancia, nonostante il volume irrisorio.
Clistere: il classico clistere da 2 litri. E' il clistere di base, fastidioso ma sopportabile. Diciamo che viene usato solo a scopo salutistico..
Buon clistere: intende un clistere molto abbondante, che ti gonfia parecchio. Non vengono però adottati gli accorgimenti che ti illustro in seguito, per renderlo estremamente punitivo.
Bel clistere, detto anche bel clisterino, oppure clisterone: con queste parole, in gergo, la signora comanda un vero e proprio clistere punitivo.
Preparati, le tue viscere verranno distese a dismisura. Vengono adottati tutti i perversi accorgimenti per renderlo il più possibile crampigeno. Te ne elenco alcuni:
temperatura dell’acqua bassa (acqua di rubinetto), o peggio ancora, prima parte del clistere piacevolmente calda, nel finale uno o due litri di acqua fredda di rubinetto. L’intestino si contrae, i crampi ti accompagnano inesorabili fino all’ultima goccia. Ti assicuro che urlerai.
Ma se hai fatto incazzare anche l'infermiera con le tue suppliche e piagnistei, lei durante il clistere ti inietterà anche un pò di aria. Ne basta poca, basta iniettarne una pera od una peretta vuote. Sentirai gorgogliare nella pancia. Da questo momento il liquido che entra sarà lentissimo e tu avrai dolori da partoriente, inoltre i gorgoglii della tua pancia divertiranno infermiera e signora. Ed alla fine, dopo un interminabile periodo di ritenzione supplicherai di poterti scaricare, fosse pure in pubblico ed in una bacinella!
E se tu avessi il cattivo gusto di non trattenere? Tieni conto che vi sono un infinità di cannule enormi ed altre gonfiabili, con appositi palloncini che faranno tenuta e non ti lasceranno perdere una goccia. La ritenzione, poi viene assicurata da dolorosissimi tappi che ti verranno inseriti a forza, mentre ti concentri a non perdere neanche una goccia!
E quando ti potrai accosciare per liberarti, i dolori ti accompagneranno a lungo!
Mia cara, cerca di far buon viso a cattivo gioco e sopporta da brava serva, forse la tua Signora si commuoverà e ordinerà di farti solo il normale clistere.
Auguri pisciona.....

Grazie Signora FrauJulia, la serva sudiciona si inginocchia e ringrazia. 
Questa sera dopo le punizioni e i lavori scriverò la seconda parte della descrizione della mia punizione.
serva sudiciona

drawing by slave Elisabet Mandile, property of Annika Kapyzska © Annika Kapyzska

13 ottobre 2012

SERVA SUDICIONA: LA MIA PUNIZIONE 1/4


NOTA DI MADAME SOUILLON
Per volere di Madame Janine, serva sudiciona stilerà il resoconto della sua punizione in quattro parti. Ogni parte sarà valutata dalle Signore, dalle lettrici e dai lettori del blog, e alla fine si tireranno le somme e si stilerà il giudizio finale sull'esito del resoconto della serva sudiciona.
JS

LA MIA PUNIZIONE – 1
di serva sudiciona

12 ottobre 2012

ore 5,00 del mattino
Mi hanno fatta alzare verso le cinque del mattino svegliandomi bruscamente e traendomi dalla mia posizione supina, ormai quella abituale per me. Tutte le notti infatti vengo assicurata a un lettino a pancia sotto, tenuta ferma al letto da polsiere e cavigliere che mi mantengono in una posizione dalla quale posso essere riempita a piacimento con un clistere notturno dall'infermiera Rose M., donna di fiducia di madame Janine.
L'infermiera ha infilato dei guanti di gomma, si è messa il grembiule di gomma da lavoro e ha controllato con la mano lo stato dellae mie mutande di contenzione, le ha aperte con la chiave, ha controllato e ispezionato l'assobente e ha poi richiuso il tutto, non senza avermi dato un forte pizzicotto alle grandi labbra. Madame Janine aveva fatto preparare dalla sua infermiera Rose M. un carrello con un bicchiere di metallo e una brocca da due litri e mezzo di acqua: in piedi, a intervalli di 5 minuti, ho dovuto bere il contenuto della brocca. Gradualmente sentivo la vescica gonfiarsi, finchè la pressione, terminato il contenuto della brocca, è diventata quasi insopportabile. Anche lo stomaco era gonfio, sembravo già gravida.
Gli ultimi bicchieri sono stati difficili da mandar giù, ma se la serva sudiciona avesse vomitato, avrebbe dovuto leccare dal pavimento la sua deiezione, e quindi per la paura ha cercato di controllarsi fino alla fine.
L'infermiera ha poi controllato bene la chiusura della mie mutande di contenzione, mi ha fatto allargare le gambe, ha sollevato la divisa da fatica sulle mie reni, mi ha fatto tendere le braccia dritte in avanti, le palme rivolte in alto. Poi mi ha fatto accovacciare, in equilibrio sugli zoccoli di gomma, il sedere ben sporto in fuori. L'infermiera, sotto lo sguardo impassibile di Madame Janine, si è seduta su un basso sgabello a fianco dlla serva sudiciona. Dapprima ha compresso il ventre della serva sudiciona, ha dato alcuni colpi secchi sotto le mutande di contenzione, poi, ho sentito un sibilo: stava per inziare la fustigazione.
Il primo colpo è stato forte, secco e bruciante. Per chi non l'abbia mai provata, la canna della fustigazione produce sulle natiche della punita un dolore intensissimo e acuto, a metà fra una scossa elettrica e un morso. A intervalli regolari, la serva sudiciona ha subito 25 colpi, contandoli ad alta voce. Contare, come Madame Janine ha sempre detto, aiuta la serva a sopportare i morsi della canna, la tiene vitale e concentrata, le impedisce di soccombere completamente al dolore e all'umiliazione. Il difficile per la serva sudiciona è non lasciar sfuggire il piscio di cui la serva sudiciona è completamente piena. L'infermiera Rose M. ad ogni colpo mi ricorda che il piscio prodotto da serva sudiciona dovrà essere raccolto in un apposito contenitore, e che quindi non una goccia deve andare perduta dalla serva sudiciona.
Io mi concentro come posso e sono convinta di avercela fatta: il sedere brucia terribilmente e la testa mi gira, ma riesco a rimanere nella mia posizione di squatting fino alla fine degli interminabili 25 colpi. L'infermiera si ferma, posa la bacchetta e prendendomi per un'orecchia mi tira su. Mi ordina di mettere le mani sulla testa e di tenere la gambe larghe. Apre il lucchetto delle mie mutande di contenzione, estrae l'assorbente di sicurezza e una smorfia di disgusto si disegna sul suo bel volto di altoatesina. Tocca con un dito il tampone e mi mette il suo indice sotto il naso: è bagnato. Brutalmente schiaccia il tampone sulla faccia della serva sudiciona, che avverte l'odore della propria orina. Il tampone viene assicurato con un robusto nastro adesivo alla faccia della serva sudiciona, come una maschera. Le mutande di contenzione vengono reinfilate sopra, e chiuse. Sento il contatto della gomma spessa e solida sulla mia passera.
Voce di Madame Janine: - A quest'età può essere un problema di incontinenza?
Voce dell'infermiera Rose M.: - Dipende, la sua serva ha avuto molte gravidanze?
Madame Janine: - Che io sappia, una soltanto. Ma d'ora in poi, mia cara, questa sudiciona sarà quasi sempre gravida!
Madame Janine e Rose M., l'infermiera altoatesina, ridono.
La serva sudiciona, con il tampone stretto in faccia, la vescica tesissima e lo stomaco pieno d'acqua, sta per vomitare.
( 1/1 - continua)

illustrazione della schiava Elisabeth Mandile (©Annika Kapyzsca)

11 ottobre 2012

PENSION BALNEARIA 54


Serva sudiciona, ti invio il racconto che avevo già preparato. Alcune mie frasi potrebbero nuovamente turbarti, spero che la lezione che stai ricevendo ti sconsigli nuove infrazioni.
E veniamo al racconto: ci eravamo lasciate … al pit-stop!
Purtroppo la pausa dura piuttosto poco, il tempo di riprendere il fiato, fare pipì e bere un bicchier d’acqua.
INGENIERA> “bateria lista” al lavoro, serve!
NADIA> E così ricominciamo: scosse, dolori, orgasmi, mancati orgasmi, sudore e soprattutto mal di piedi e di schiena, ce ne è per tutti!
FRRRR – FRRRR- FRRRR “Listado de tè, mesa 10”
Mi affretto, sono 4 donne, inequivocabilmente Padrone ….. devo comportarmi bene o sono guai…
(porgo le liste dei tè)
PRIMA SIGNORA> Hola chica, mostrame, mostrame.
NADIA> Mi rialza la gonna e guarda con curiosità i vari fili. Mi ordina di abbassare le mutande e saggia con un dito. DI FRONTE A TUTTI!!!!
PRIMA SIGNORA> Ritira il dito umido degli umori, me lo mette sotto al naso e poi mi costringe a succhiarlo: “QUE ES ESTO? SUCIA PUTA? CAMBIATE EL TAMPON Y LUEGO LAVA BIEN LAS MANOS!!!!”. Ovviamente questa umiliante frase viene gridata in modo che la sentano anche per strada!
NADIA> Non mi aspettavo una cosa del genere, in particolare qui, di fronte a parecchi maschi! AVVAMPO, vorrei potermi sotterrare…..
SECONDA SIGNORA> “RAPIDO, RAPIDO o al reves …… (ed indica lo schermo dello smartphone)
NADIA> Piangendo per la cocente umiliazione mi fiondo in bagno, sono una stupida, non solo mi sono bagnata, eccitandomi in maniera indecente, ma non ho pensato a sistemarmi durante l’intervallo. E devo anche andare dall’ Ingeniera a chidere se, cortesemente, mi fornisce qualche altro maxi tampone.
Finito…..., mi lavo accuratamente le mani.
FRRRR _ FRRRRR – FRRRRR …… AIAAAA…… AIAAAA…. “llleggo llego señora”
TERZA SIGNORA> “Tè con lemon y tarta por quatro”
NADIA> Questa è l’ordinazione da incubo, mi immaginate con un vassoio su cui ho teiera, zuccheriera, quattro tazze, piattini, forchettine, cucchiaini e 4 porzioni di torta? Facile? Beh facile se non portassi i tacchi alti e soprattutto se non fossi trasformata in una specie di centrale telefonica….
FRRR – FRRR- FRRRR …. maledizione, dal tavolo vedono che sono stracarica ed iniziano con la corrente, formicolii al basso ventre ed ai capezzoli. Mi mordo le labbra e, sempre bilanciando il pesante vassoio faccio lo slalom tra i tavoli. Riesco nella missione. Il vassoio giunge al tavolo senza troppi danni.
QUARTA SIGNORA> Tocca la teiera, “demasiado fria, mas mas caliente, RAPIDA!”
NADIA> E mi devo riportare indietro la teiera, Mi scaldano ulteriormente l’acqua, riparto in direzione del tavolo
FRRR --- FRRR ---- FRRRR ---- AIAAAA --- AIAAAA le scosse arrivano dapprima deboli e poi sempre più forti, dapprima su un lato del torace e poi sull’altro, alternativamente. Mi torco, proprio come fanno le lucertole camminando, mordendomi le labbra, sempre tentando disperatamente di bilanciare la pesante teiera bollente. Finalmente riesco a posarla a destinazione.
QUARTA SIGNORA> Sorridendo, “Brava, gracias”
NADIA> De nada…FRRR --- FRRR – FRRRR …. MMMMHHHH ….. MMMMHHHHHH ……. MMMMMHHHHHMi mordo le labbra, il flusso di corrente mi sta stimolando profondamente …….. e sul più bello….. CLICK….. basta, la Signora riattacca. Diciamo che la Signora mi ha dato una piccola mancia per il servizio ……….avrei preferito una mancia più prolungata!!
E presto, spronate dall’esempio, altre Signore, sedute ad un tavolo vicino ordinano,
SIGNORE> “Tres cervesas”
NADIA> Naturalmente quando le servo, nonostante i bicchieri siano appannati e ci siano due dita di schiuma:
SIGNORE> “Demasiado caliente, Parece PIS!” ….. CLICK
NADIA> MMMMMHHHH…….AIAAAA …..NOOO ….. DESCULPE …
SIGNORE> Pobre nina no no. (una di loro si allontana un attimo e torna con un bicchiere colmo)
“Toma, toma una cerveza con nosotros”
NADIA> (penso) Meravigliata, un attimo fa se la sono presa per niente, però mi invitano con loro, che gentili!
Mi siedo, ringrazio e assaggio la mia bevanda. E’ calda acre e schifosa, un bicchiere di pipì. Guardo le Signore e gli sguardi non promettono niente di buono, se obbietto. E così, un sorso dopo l’altro, con le Signore che si raccomandano di non bere troppo in fretta, devo inghiottire. Ora, non è la prima volta che mi puniscono così, ma è sempre sconvolgente. Tremo nel cercare di controllare la nausea, non oso pensare a cosa mi succederebbe se vomitassi qui, in mezzo ai clienti…..
SIGNORE> Brava chica, ahora AL TRABAJO
NADIA> E così riprendo il servizio, traballando sui tacchi alti e cercando di non farmi punire.
Finalmente l’ondata di clienti si attenua e anche gli ultimi ubriachi vengono buttati fuori. E ovviamente io e la povera Pilar, che ha subito più o meno le mie stesse esperienze, dobbiamo pulire i tavoli e pulire e lucidare il pavimento. Ringrazio il cielo che qualcuno abbia inventato la lavastoviglie e ne abbia imposto l’uso nei bar, altrimenti avremmo dovuto pure passare la notte a lavare bicchieri!

PERRA> magnifico, un successone, complimenti! Ora cara Ingeniera deve trovare delle batterie con maggiore durata, queste putas le consumano troppo in fretta! E prepari altri telecomandi, altri bar sono interessati alle nostre serve, come animatrici….. tutti cercano di rubarsi la clientela.
NADIA> Poi, mentre noi serve possiamo finalmente bere, rigorosamente acqua, e mangiare gli avanzi, e qui vi assicuro che mangiamo tutto quello che capita, anche le cose più rovinate e schifose, vista la fame arretrata. Le ultime parole della perra con il cronista e l’ingeniera, mentre ci riportano alla pension mi fanno pensare ad altri sviluppi: “iphone …webcam … mando a distancia, numero de telefono internacional muy caro”. Si, temo proprio che alla Pension le sperimentazioni della folle Ingeniera e della perra non si fermeranno……. vedremo il seguito…….
Fatti coraggio,
Sguattera Nadia
(54- continua)

Nota di JS
Questa puntata la pubblico direttamente io: serva sudiciona in questo momento è impegnata a trattenere il clistere notturno, sdraiata sulla sua panciona e assicurata al suo lettino. Chi l'avrebbe detto che alla sua età sarebbe tornata ad essere gravida?


9 ottobre 2012

FRAUJULIA RISPONDE A SERVA SUDICIONA

Serva sudiciona,
prima di accettare le tue scuse attendo di leggere le tue relazioni sulla o sulle punizioni ricevute. Proporrò a Madame Janine un voto per il tuo elaborato, meglio per te ottenere almeno 8/10, altrimenti seguiranno ulteriori bigliettini di punizione.
FrauJulia

Cara FrauJulia, proposta accettata.
Nel frattempo ho deciso che le manipolazioni della serva sudiciona saranno inibite, oltre che dalle mutande contenitive permanenti, da due clisteri al giorno, l'ultimo dei quali sarà praticato prima di porre la serva in posizione supina per la notte.
JS

JS RISPONDE A FRAU JULIA

Carissima FrauJulia,
ho letto la sua lettera: grazie, questo conferma i miei sospetti: la serva sudiciona da tempo mostra segni di disattenzione. La grave mancanza nei suoi confronti, mia cara, sarà punita con severità. Le sarei grata se d'ora in poi mettesse sempre in copia anche me e appellasse monika con un "serva sudiciona". È l'unico epiteto che d'ora in poi le sarà concesso. Per inciso, le mutande di contenzione le verrano tolte solo per le sue luride evacuazioni o per praticarle quotidiani, pesanti clisteri.
Sua JS

8 ottobre 2012

LA SERVA SUDICIONA SI SCUSA CON FRAU JULIA

On Oct 9, 2012, at 6:20 AM, giulia tedesco wrote:

Serva Monika, ti scrissi, mesi fa, chiedendo consigli su come punire la serva per essersi praticata un tatuaggio non autorizzato.
Mi rispondesti,  di non essere autorizzata a dare consigli in merito alle punizioni e che avresti subito girato la mail a Madame Janine.
Siamo poi sicuri che hai eseguito e non te ne sei dimenticata? Peggio ancora, non stai cercando di coprire la tua svergognata collega?
Desidero una pronta risposta, privata e/o pubblica.
Invio la mail anche a Madame Janine perchè prenda, eventualmente, opportuni e severi provvedimenti.
FrauJulia



Questa serva sudiciona ha trascurato il suo dovere
questa serva sudiciona chiede scusa alla Signora FrauJulia
questa serva sudiciona e buona a nulla sarà punita come merita
questa serva sudiciona e pigra rimarrà nelle mutande di contenzione per sempre, notte e giorno
 

serva sudiciona