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25 aprile 2015

LANCY 17 - LA PETOMANE


LANCY 17 – LA PETOMANE
di sguattera sudiciona
La Dottoressa ha deciso di sottoporre la promettente vacca 14 a nuovi esperimenti. Tale decisione deriva anche dalla segnalazione di una delle Infermiere Mungitrici, relativa alla abbondante emissione di peti della vacca 14. Ora, dato il regime a cui sono sottoposte, non è affatto insolito che le vacche emettano potenti scorregge, ma la vacca 14 ha trovato il modo di farsi notare anche stavolta.
Benissimo, si dice la Dottoressa, questa è una buona occasione per allenare la vacca 14 a trattenere il più possibile i gas intestinali.
Una breve telefonata ordina di portare la vacca 14 in ambulatorio. La sudiciona non si aspettava affatto di essere portata nuovamente in ambulatorio e, quando capisce dove si trova delle lacrime di paura scorrono lungo le guance. Lacrime che indispongono alquanto la Dottoressa. “stupida vacca, io ti onoro delle mie cure e tu piangi senza motivo”, grida schiaffeggiando ripetutamente guance e mammelle della sudiciona.
La dottoressa ha ideato un altro doloroso esperimento a cui sottoporre la sudiciona. Innanzitutto la vacca 14 viene denudata e fatta “accomodare” su di una bicicletta da camera, posta nell’ ambulatorio. Le mani della sudiciona trovano posto in “guanti di contenzione” fissati al manubrio, i piedi sono fissati ai pedali. La sella è simile a quella per prevenire problematiche alla prostata dei maschietti: una specie di “V” che non preme sulle parti intime ma che, in questa applicazione permette libero accesso agli sfinteri della “vacca ciclista”. La dottoressa, ora, si arma di una spugnetta estremamente abrasiva e “tratta” capezzoli, ventre, ed interno cosce della sudiciona. Qui vengono incollati grossi elettrodi che sono poi collegati ai cavi di una sofisticata centralina. La Dottoressa ordina alla sudiciona di iniziare a pedalare. Lo sforzo richiesto, sia pur non enorme, è abbastanza notevole. La Dottoressa istruisce la vacca 14 su di una specie di “semaforo” a led. La pedalata dovrà tenere acceso il led verde posto al centro. La sudiciona potrà far accendere impunemente il led giallo di velocità eccessiva, ma ad ogni accensione del led rosso di bassa velocità si avvierà un generatore di dolorose scosse. La sudiciona, che pedalava svogliatamente, ha subito un assaggio che la fa torcere e le strappa un grido di dolore. Ma la dottoressa ha in serbo altro per la sudiciona: preleva una grossa “pera” di gomma da un carrello. La dottoressa preme la pera, sorridendo soddisfatta al rumore dell’aria che esce e rientra dal cannello. Cannello che, in men che non si dica finisce tra le natiche della sudiciona. Ora la Dottoressa preme gradualmente la pera, immettendone l’aria nell’intestino della sudiciona. Ma una sola pera non basta, la Dottoressa ne spremerà ben tre nella pancia della vacca 14. La sudiciona sente l’intestino dolorosamente pieno di aria. La Dottoressa estrae la pera, la sudiciona stringe spasmodicamente lo sfintere, sforzandosi di continuare a pedalare alla velocità prescritta. Un gorgoglio segnala che l’aria si è distribuita un po’ meglio e la sudiciona sente scomparire il dolore. Sollevata si concentra sulla pedalata. Dea un po’ ha iniziato a sudare. Ma la Dottoressa non è soddisfatta, una seconda pera di aria strappa un mugolio alla sudiciona, che rallenta visibilmente la pedalata. Ahhhh è la reazione alla inevitabile scossa. La sudiciona, per paura delle scosse, accelera nuovamente, ma la Dottoressa le scarica una terza pera di aria. La pancia ora duole moltissimo. La sudiciona, però, con le mani bloccate non può neanche massaggiarsela. Un nuovo gorgoglio segnala che il gas si è trovato una strada nei meandri della pancia della ciclista. Ma ora la Dottoressa avverte la sudiciona che sta per indurire la pedalata. La sudiciona si sforza disperatamente, si sente il cuore in gola. Ma gli sforzi per pedalare stanno causando un altro problema, i movimenti peristaltici, uniti alla pressione dei muscoli, tesi per assecondare lo sforzo delle gambe, hanno spostato una parte del gas fino all’ano della sudiciona. La sudiciona ha ora un urgente bisogno di scoreggiare. Bisogno che si ingigantisce ad ogni pedalata. La pedalata della sudiciona, tormentata dal mal di pancia si fa irregolare. Sulla faccia si legge tutta la fatica ed il dolore. Concentrata come è sui propri problemi, la sudiciona non sente neanche l’incoraggiamento della Dottoressa che la dice che manca solo mezz’ora alla fine della prova. La sudiciona prova a rilasciare un poco alla volta lo sfintere, se le andrà bene riuscirà ad liberarsi almeno di una parte del gas senza che la Dottoressa se ne accorga. Ma purtroppo per la sudiciona “il cul fece trombetta”, nel silenzio l’osceno rumore risalta ancora di più, facendo infuriare la Dottoressa.
La sudiciona viene fatta scendere dal sellino le viene ordinato di restare in piedi, una impietosa speciale sonda di gomma rossa, fornita di fori per fare uscire i gas le viene profondamente inserita nell’intestino e la mano della dottoressa preme di piatto sul ventre svuotandolo dolorosamente.
Ma la Dottoressa vuole, in qualche modo, castigare la Mucca 14 per l’irriverenza. Scrive su di una delle sue ricette: Sottoporre la mucca 14 a clistere di 2 litri di latte e melassa. Applicare plug numero 4. Ritenzione 20 minuti. Se vi fossero coliche gassose ripetere il clistere una o due volte. Ora, dovete sapere che il latte e melassa, era una antica formula curativo-punitiva utilizzata nel periodo vittoriano, appunto per le serve scorreggione. L’effetto non solo è fortemente purgativo ma, appunto, genera moltissimi gas intestinali
La sudiciona viene rimandata, accompagnata dalla ricetta punitiva alla stalla. Qui giunta viene presa in carico da una infermiera mungitrice che si incarica di farle passare una serata indimenticabile. Alla mucca 14 viene applicata una specie di gogna che blocca assieme polsi e caviglie, in pratica è “incaprettata”. Senza fretta l’infermiera avvicina una piantana su di cui fa bella mostra un antico irrigatore di vetro, un pezzo da museo. L’irrigatore è pieno di una mistura del colore di un cappuccino: latte con melassa nera, la più potente. Al termine della gomma troviamo una sonda, sempre vintage, di ebanite nera. La forma è piriforme, facile ma dolorosa da infilare, poi tappa abbastanza bene ed è difficile da espellere involontariamente. L’infermiera infila senza troppi complimenti la cannula alla sudiciona e al lamento che segue all’operazione commenta “vacca 14, stasera avrai modo di abituarti ben benino a questo cannello!”.
La sudiciona ora è tutta concentrata, cosa le riserverà questo clistere, stranamente poco abbondante? E cosa è quel liquido dallo strano colore?
Lo scoprirà ben presto, infatti la Mungitrice apre del tutto la chiavetta. Un fiotto di liquido caldissimo fa sussultare la sudiciona. Il liquido entra senza dare poi quel gran fastidio. La sudiciona è contenta, credeva molto peggio. Ma ha fatto i conti senza l’oste, ancora prima che il liquido finisca dal suo pancione iniziano a sentirsi imbarazzanti gorgoglii. E a cannula chiusa, ma col cannello ben inserito a fare da tappo, i gorgoglii continuano, ora la sudiciona sente l’intestino che si gonfia e rilascia fastidiosamente. Insomma il latte e melassa sta facendo effetto. Il viso della sudiciona ora mostra chiaramente che il fastidio sta trasformandosi in dolore, non un dolore localizzato ma un dolore che è dappertutto, si muove in sincronia con le bolle di gas che smuovono il liquido purgativo causando l’emissione di ulteriore gas. In pratica è una reazione a catena. Dolorosamente, mosso da potenti movimenti peristaltici, il gas si fa strada …. verso l’uscita. Uscita che però è sbarrata dal plug. Non so se la sudiciona debba ringraziare l’Infermiera di madame Janine per averle risparmiato lo sfintere o dolersi di questo fatto. Alla fine l’inevitabile accade, un geyser spara all’esterno la cannula, seguita da liquidi e gas innominabili. La Mungitrice, evidentemente avvezza a questo tipo di castighi,. sculaccia fortemente la sudiciona e infila nuovamente un plug di misura superiore, infatti vi sono ben quattro misure di plug . “Questo ti costerà la ripetizione di questo clistere dall’inizio”, sono le sue parole ad una sudiciona ormai sconvolta dal mal di ventre.
E la ripetizione del clistere avviene puntualmente non appena la sudiciona ha dolorosamente e rumorosamente smaltito il precedente.
La mucca 14 capisce che stavolta sarà anche peggio: le duole ancora la pancia per i maltrattamenti precedenti e l’Infermiera Mungitrice è già lì con l’enteroclisma pieno fino all’orlo di caldissimo liquido sconvolgente. Ed a giudicare dal colore, la dose di melassa nera è stata pure aumentata. La sudiciona, da brava vacca, cerca di commuovere la mungitrice, ma questa mossa a Lancy non può funzionare, anzi, frutta alla sudiciona alcuni colpi di scudiscio.
E presto la sudiciona si torce nell’accogliere nelle budella il plug attraverso cui la irrigano col terribile latte purgativo. I brontolii ed i dolori sono ancora più forti di prima ma, per fortuna della sudiciona, il suo intestino si è ben vuotato con il clistere precedente. Per cui, sia pure con una mongolfiera al posto della pancia, la sudiciona stavolta non “spara” via il plug. Il tempo di attesa pare eterno, ma finalmente la Mungitrice apre la gogna che teneva incaprettata la sudiciona. Ma il tormento non è finito, la sudiciona sempre tappata deve eseguire la marcia punitiva fino alla stalla. Vi giunge stravolta dai dolori e dalla nausea. Qui giunte, finalmente la mungitrice le dà una pacca sul sedere e le permette di “spingere”. Potete immaginare quale sia l’effetto, visto la quantità di gas che deforma grottescamente il ventre della mucca 14.
Vostra stupida vacca sudiciona.
(17- continua)

14 ottobre 2014

PENSION BALNEARIA 88 / IL PARTO DELLA PERRA


Nobili Signore, serva sudiciona,
ho dormito male, la notte, mi chiedevo della perra, riuscirà a mettersi nei guai? All’inizio della lezione del giorno dopo ho la conferma, la perra è proprio nei guai: è riuscita a rovesciare e rompere una intera infornata di piatti. Ora, se tenete conto che per un piatto rotto una detenuta riceve una mezza dozzina di nerbate, di quelle buone, immaginiamoci quale potrebbe essere l’effetto di molte centinaia di nerbate. La Badessa, questo è il titolo della Direttrice di questo istituto, commuta la pena della perra in un molto più compassionevole “parto completo”.
Abbiamo così modo di vedere di persona l’applicazione di questo castigo. La perra, soprannominata ora “embarazada” viene fatta entrare nell’aula.
L’antico portamento insolente è ormai quasi completamente cancellato.
Vi descrivo la sua figura. Indossa un “saio di penitenza” di un tessuto di spessa juta marrone. Se le togliessimo, per un istante il saio vedremmo, al di sotto, una robusta mutanda, sempre di un doppio o triplo strato di juta. Ancora al di sotto una robusta e spessa mutanda di gomma completa il corredo.
Viene utilizzato di questo tessuto poiché non costa nulla, viene donato da un grossista di caffè che, altrimenti, non saprebbe dove smaltire i sacchi vuoti. Alcune detenute, abili sarte, preparano il saio e le mutande per le novizie. Poiché il tessuto è per sua natura abbastanza ruvido, in particolare se bagnato, nei momenti liberi, si vedono le detenute cercare di tenere i luridi tessuti sollevati dalla pelle, nella vana speranza di riuscire a farli asciugare e diminuire così il terribile prurito che, diffuso su tutto il corpo, le porta quasi alla follia.
Ma veniamo alla punizione: due sorveglianti portano l’inginocchiatoio di fronte alla classe. La perra viene obbligata ad inginocchiarsi. La Badessa in persona presenzia al castigo. Una sorvegliante porta una bottiglia di liquido giallastro. Ne viene versato un bicchiere in una ciotola per cani e la perra deve lapparlo da lì. Dalle smorfie capisco che si tratta di olio di ricino.
Le viene ingiunto di non vomitare per alcun motivo, ci mette buoni 15 minuti prima che la ciotola sia perfettamente ripulita. A seguire viene obbligata a bere alcuni bicchieroni di acqua calda, la Badessa la invita a berne il più possibile, le verranno defalcati dai clisteri successivi.
Mentre la perra ingurgita il suo buon litro di acqua calda, Alejandra ci mostra “el muñeco”, non si tratta di una bambola, bensì di un ingegnoso plug, costituito da uno spesso “preservativo” di gomma, gonfiabile, al cui interno sono poste numerose lamine sagomate di acciaio mosse da una ingegnoso sistema di leve, comandate da una manopola. “El muñeco”, tramite un condotto collegato ad un tubo, è una impressionante cannula per clistere. La manopola permette di muovere le lamelle, permettendo al muñeco di passare dalla forma di una piccola pera, alla forma di un fungo, di diametro all’incirca di un grosso pugno. La gomma esterna segue la forma imposta dalle lamelle, inoltre un ulteriore tubicino collegato ad una pompetta permette di gonfiare il preservativo esterno, in modo da arrotondare un po’ la forma.
“El muñeco”, fu inventato da un ingegnoso chirurgo. Vediamone il funzionamento: con la manopola di comando in posizione 0 la forma è di una piccola pera, l’aggeggio viene leggermente lubrificato ed inserito nell’ano della “embarazada”. L’”embarazada” sa che fino a che dura la sua collaborazione riuscirà a ritardare la fase successiva. Nella fase successiva la manopola viene lentamente girata, facendo assumere al muñeco la forma di un fungo, in cui il gambo è la cannula che esce dall’ano. Il bordo della “cappella” del fungo, della dimensione di un pugno, preme all’interno, sigillando perfettamente. Data la forma è impossibile l’espulsione, non importa che contrazioni e che sforzi si facciano. L’”embarazada” deve quindi soffrire tutte le fasi del “travaglio”, senza poter perdere neanche una goccia. Quando l’aguzzina deciderà che è il momento buono, alcune pompate di aria, gonfiano il “fungo”, trasformandolo in una grossa sfera. La forma, associata ad opportuna lubrificazione, permette un doloroso “parto”.
Ma lasciamo da parte la teoria, veniamo alla nostra perra che ha bevuto anche il suo litro di acqua calda. E’ giunto il momento del muñeco. Alejandra lo lubrifica e, con decisione lo inserisce nell’ano della perra. Un lamento rivela l’inaspettato dolore dell’introduizione. Ora la perra dovrà attendere, inginocchiata, il decorso del suo “embarazo”. Per renderle meno noiosa l’attesa, la superficie su cui è inginocchiata è tutta a bitorzoli, come se fosse inginocchiata sui ceci. Il tempo passa, l’acqua calda, bevuta in quantità, le riempie rapidamente la vescica. Giunge il momento in cui non resiste più ed è costretta a chiedere ad Alejandra il permesso di orinare. Permesso che, inaspettatamente, le viene accordato ma a prezzo dell’azionamento della manopola che dilata dolorosamente “el muñeco” fino alla massima dimensione. Una volta fatta la pipì iniziano gli effetti purgativi del ricino. Sordi gorgoglii rivelano che l’effetto non si farà attendere a lungo. Alejandra scambia uno sguardo con la Badessa e fa portare una piantana con un grosso clistere. Si tratta di acqua limpida. Il tubo viene collegato al muñeco che, vi ricordo, è già dilatato al massimo. La pancia della perra viene ben presto dolorosamente riempita. Nel frattempo anche la vescica si è nuovamente riempita, per cui il pancione è già notevole, riempito da un buon 3 litri di liquido. Alejandra accarezza e preme di tanto in tanto il pancione. Quando giudica che sia il momento fa legare la perra al lettino in posizione ginecologica. Il buchetto della perra è ancora ben stretto attorno allo stelo del muñeco. Ma sta per iniziare il travaglio, dato dapprima dall’effetto del ricino. La perra inizia a sospirare ed uggiolare. Lo stimolo deve essere prepotente, ma “el muñeco” fa una tenuta perfetta. Le contrazioni, sempre più lunghe e dolorose, tentano di dilatare il buchetto, ma la forma a fungo rende assolutamente impossibile qualsiasi espulsione. Alejandra scambia una nuova occhiata con la Badessa, si arma di un siringone e lo riempie dalla famigerata bottiglietta rossa. Per la perra si annunciano momenti duri! Infatti Alejandra, di tanto in tanto, inietta nel tubo del muñeco un bel getto del liquido rosso puro. Di lì a pochi secondi una impressionante serie di contrazioni squassa la perra. Di conseguenza una nuova serie di ululati e lamenti, ma da una classe di future sorveglianti non deve aspettarsi nessuna pietà. Pian piano il buchetto sui dilata, il processo richiede un tempo infinito, scandito di tanto in tanto, da una nuova iniezione di liquido rosso da parte di Alejandra.
Dopo alcune ore di urla e pianti, la Badessa ne ha abbastanza, dice ad Alejandra di affrettare “el periodo expulsivo”. Alejandra riempie nuovamente il siringone, ormai vuoto, di liquido rosso. Da un'altra bottiglietta prende con un'altra siringa, del liquido azzurro. Ci viene detto che quest’ultimo è un potente lubrificante naturale, unito a prodotti lenitivi come l’aloe. Alejandra stantuffa con decisione tutte e due le siringhe all’interno dell’intestino della perra. Questa, se non fosse lì legata ed esposta alla nostra vista, si contorcerebbe come una biscia. Ha ormai finito la voce per urlare.
Alejandra prende ora la funzione di “partera”, cioè di levatrice, tiene la mano alla perra e la invita a spingere, respirare a fondo e spingere ancora di più. Ma, come già detto è impossibile che la perra posssa dilatarsi a sufficienza. Una buona ora di agonia e, ad un occhiata della Badessa, Alejandra, finalmente gonfia “el muñeco”. La forma sferoidale, unita al lubrificante ed alle mostruose contrazioni provocate dal liquido rosso, rende ora possibile l’espulsione. Ci vogliono ancora quindici minuti di pianti e sforzi, prima che l’ano della perra sia dilatato a sufficienza per permetterle il “parto”. E quando “el muñeco” viene finalmente espulso è come se venisse “sparato via” il tappo di una magnum di champagne, un getto di liquido riesce addirittura ad uscire dalla vasca che circonda il lettino ginecologico. Da qui il commento della “Badessa”: “proprio un parto da scrofa”.
E veniamo alla perra, sicuramente l’esperienza la ha molto provata ed umiliata. Due detenute la devono sostenere fino all’infermeria, dove la Badessa verificherà gli eventuali danni provocati dal parto. La Badessa inizia una dolorosa ispezione manuale, seguita dall’introduzione di un grosso tampone di ovatta, una specie di tampax gigante, imbevuto in allume di rocca. La soluzione astringente fa urlare la perra a pieni polmoni, visto che brucia come il fuoco, risolve però alcune emorragie capillari, provocate dall’enorme dilatazione. Inutile vi racconti il pianto della perra. La Badessa ammonisce la perra, per stavolta ti è andata bene, ma attenta potresti trovarti “el muñeco” regolato alla massima ampiezza ed allora sarebbero guai grossi, intendo guai permanenti …….
Per fortuna della partoriente, di lì a qualche ora la dilatazione del buchetto, man mano si riduce. In capo ad una settimana i danni fisici sono rimediati. Spero invece il terrore di ripetere il parto duri ben più a lungo.
Ma non preoccupatevi, ne vedremo ancora delle belle…..
Vostra umile sorvegliante Nadia. 
(88- continua)

21 maggio 2014

LANCY 15 - L'INGRAVIDAMENTO


LANCY 15 – L’INGRAVIDAMENTO
di sguattera sudiciona

Non è una buona giornata per le mucche di Lancy. Il tempo piovoso, infatti ha messo di cattivo umore la Dottoressa Helga e qualche mucca sta per farne le spese. La Dottoressa, per distrarsi sta leggendo per la millesima volta la relazione del medico del 700. Fa anche delle ricerche su internet ma, salvo un articolo scritto nel 1965 da un oscuro medico statunitense che descriveva un “retrograde enema” non trova altre indicazioni. Leggendo racconti di varie Signore che relazionano su clisteri imposti a lamentevoli serve diventa via via sempre più evidente che queste serve sono delle inguaribili porcelle e che i lamenti non sono altro che urla di libidine mascherate. Da qui l’enorme variabilità di “capacità” riscontrate nelle serve.
La Dottoressa decide di focalizzare la propria attenzione sulla mucca 14: un perfetto case-study. Tale mucca, pare, abbia una ridotta capacità. Ma la Dottoressa è sicura che la mucca 14 dia chiari segni di alterarsi quando sottoposta a tali pratiche. E qui la Dottoressa picchia un pugno sul tavolo: “la vedremo”. Ed è guardando una di quelle caraffe per filtrare l’acqua che alla Dottoressa viene una idea: se la mucca 14 non collabora al “riempimento dal basso”, ricavando un indebito godimento ebbene, subirà un bel “riempimento dall’alto”. La Dottoressa sorride, in questo modo riuscirà a stabilire scientificamente quale è la capacità della pancia della mucca 14. La Dottoressa pensa di riempire la mucca 14 con un purgante a base di acqua con disciolti dei Sali, telefona per consigli ad una sua amica Veterinaria. “Therese, vorrei un consiglio per …. una purga da cavalli o, per meglio dire, una purga per una vacca”. Ed è così che ben presto la Veterinaria fornisce una chiara ricetta. Si tratta di una potente purga uguale a quella usata per la preparazione agli interventi chirurgici o ad una colonscopia negli umani, ma visto l’uso veterinario non servono insaporitori o dolcificanti. Sarà costituita da litri e litri di acqua con dei sali. Unica aggiunta sarà dell’olio di ricino che, ben emulsionato lubrificherà ben bene le budella della mucca 14. “Ti assicuro che mucche e cavalli sono assolutamente contenti di bere questa mistura salata ed oleosa, tanto che bisogna fermarli prima che ne bevano troppa “ è la conclusione della veterinaria Therese.
Ottimo pensa la Dottoressa, ma per fare in modo che la mucca 14 abbia ancora più spazio in pancia andrà tenuta a digiuno per un paio di giorni.
Ed è così che la sudiciona, pardon, la mucca 14, sempre con le tette doloranti vede le altre mucche ricevere il pasto. Sarà pure un modo indegno di nutrirle ma almeno quello riempie lo stomaco, la sudiciona ha fame, una gran fame, ma niente, nessuno la nutre. Può solo muggire di disappunto.
E il fatto di essere tenuta a digiuno non la esime dalle applicazioni mammarie del tiralatte che, anzi vengono man mano intensificate e prolungate.
Passato il periodo di digiuno la Dottoressa Helga si sente pronta. Indossa una immacolata divisa bianca di morbidissimo cuoio, calza lunghi guanti di gomma neri. Ha già fatto preparare un grosso secchio di zinco, da 6 litri pieno di acqua. Pesa accuratamente le opportune quantità di Sali che, assieme ad una capace bottiglietta di olio di ricino non deodorato, vengono aggiunti al beverone. La Dottoressa immerge una specie di mini-pimer, allo scopo di sciogliere i sali ed emulsionare l’olio alla perfezione. Frau Helga immerge due dita nella soluzione e le sfrega tra loro: perfetta, untuosa al punto giusto. Appoggia il dito sulla lingua e fa una smorfia: che schifo l’acqua ha un gusto terribilmente salato e il sapore dell’olio di ricino non deodorato, fa la sua parte. Vedremo se la mucca 14 apprezzerà il beverone, come affermato dalla Veterinaria, si dice la Dottoressa. Poi riflette, la mucca 14 dovrà bere ad un ritmo costante. Anzi, per creare un riflesso pavloviano dovrà bere tutte le volte che suonerà un campanello. La Dottoressa prende una grossa tazza di stagno, tiene quasi mezzo litro, perfetta. Sta per stilare l’Ordine di servizio con le minuziose istruzioni per la mungitrice, poi ci ripensa: per una volta sarà lei in prima persona a castigare la mucca 14, dopotutto Madame Janine si è tanto raccomandata per un trattamento speciale ….


PURGATIONEM
La mucca 14, sempre a digiuno ha anche molta sete. Sente il rumore dei tacchi degli eleganti stivali della Dottoressa Helga, seguita da due delle mungitrici, una spinge un carrello, coperto da un telo verde, l’altra spinge una piattaforma a ruote con sopra un inginocchiatoio, dotata di una specie di grosso orologio a lancetta: si tratta di una bilancia portatile per veterinari. La sudiciona si meraviglia. La Dottoressa vede il suo sguardo interrogativo e le dice: “Si mucca 14, per la tua comodità ho deciso di risparmiarti la salita fino all’ambulatorio, oggi hai una visita domiciliare”. La sudiciona viene fatta alzare e salire sulla bilancia, di fronte a lei il carrello che la Dottoressa scopre con un gesto deciso. La sudiciona vede il grosso secchio, colmo di acqua e la tazza. Oltre a questo un cronometro meccanico “Longines”, di quelli usati da cronometristi ed allenatori fino agli anni ’70, prima dell’avvento dell’elettronica, inoltre un campanello, di quelli usati per chiamare le domestiche ed un preoccupante scudiscio di quelli di cuoio intrecciato.
“Ora stai bene attenta, mucca 14, non voglio doverti ripetere gli ordini”, dice la Dottoressa, “quando suono il campanello tu immergi la tazza nel secchio e la riempi fino all’orlo, poi la bevi tutta d’un fiato, mi hai capito bene? Tutta d’un fiato. Puoi rispondere..”, “Si, Dottoressa, ho capito.”, “Stupida vacca, non devi capire, DEVI OBBEDIRE, MARSH!”.
La Dottoressa si annota coscienziosamente il peso iniziale della mucca 14 poi suona il campanello. La sudiciona immerge la tazza nel liquido, si chiede come farà a bere una tazza così grossa tutta d’un fiato. Avvicina la tazza alle labbra, tira un ultimo respiro ed inizia a bere. La sorpresa data dal gusto terribilmente salato, misto al retrogusto dell’olio di ricino è tale che il sorso le va per traverso. Mente è piegata in due dai colpi di tosse sente la Dottoressa al telefono con Madame Janine: “Mia cara, le annuncio che sono costretta a somministrare una purga drastica alla serva che mi ha inviato. Voglio proprio vedere se oltre a svuotarle le budella riesco a svuotarle il cervello dal pernicioso vizio di cui è schiava”. Poi la Dottoressa si rivolge alla sudiciona, che ha finalmente finito di tossire: “hai proprio ragione, manca la schiumetta, ho dimenticato un ingrediente base”. E la sudiciona vede la Dottoressa aggiungere due cucchiaiate di polvere bianca e mescolare intensamente. Subito si sparge un odore di sapone e la superficie del liquido si copre di schiuma. “Hai fatto bene a ricordarmelo”, celia la Dottoressa, “dimenticavo che sei passata dal settore mule ed hai imparato ad apprezzare il nostro ottimo sapone di Marsiglia, un toccasana per le budella”.
Ed il supplizio della mucca 14 riprende.
La Dottoressa si è messa comoda, su una poltroncina. Con cadenza cronometrica suona il campanello. La sudiciona , obbedisce prontamente. Avvicina nuovamente la tazza alle labbra e si sforza di bere il tutto in apnea. Ma la quantità è tale che ci vogliono tre lunghi sorsi. Tra un sorso e l’altro si sente la sudiciona tirare un rapido respiro. La Dottoressa ha volutamente fatto inginocchiare la sudiciona, infatti ben presto la mucca 14 è scossa dalla più monumentale nausea mai provata e vomita in un bacile posto di fronte all’inginocchiatoio dalla previdente Dottoressa.
Dottoressa che si mostra inflessibile: di fronte ad una supplichevole occhiata della sudiciona, che si è svuotata lo stomaco la Dottoressa dà disposizioni che preparino un secondo secchio da 6 litri di purga. “Vediamo chi la vince” dice minacciosa la Dottoressa alla mucca 14, suonando il campanello. La sudiciona vede che la Dottoressa ha già in mano lo scudiscio, abbassa gli occhi e inizia nuovamente a bere. Dobbiamo dire che la mucca 14 è coscienziosa e si sforza con tutte le sue forze di tenere giù la vomitevole mistura. Infatti la Dottoressa nota che la sudiciona, nonostante non riesca a trattenere tutti i conati, sta lentamente crescendo di peso, chiaro sintomo che una parte della purga resta giù. Ma diamo una occhiata alla sudiciona, suda freddo, pallidissima, gli occhi inondati di lacrime, le cola pure il naso. Durante i conati riesce a non cadere a terra unicamente grazie all’inginocchiatio.
La Dottoressa segue attentamente il riempimento della sudiciona, siamo già ad un litro e mezzo. La Dottoressa preme, con la mano guantata, il ventre della sudiciona, è ancora presto, il liquido non ha ancora abbandonato lo stomaco. Il supplizio della sudiciona prosegue, ormai la poveretta è in stato di trance. La Dottoressa prosegue col suonare il campanello. Ormai l’acqua inizia a riempire il ventre della sudiciona. La Dottoressa osserva attentamente la sudiciona, apprezza il viso contratto dallo sforzo di “tenere giù il liquido”. Verifica il peso, proprio come pensava, la sudiciona ha già assorbito due litri di acqua e la pancia ancora ben morbida è un chiaro sintomo che la mucca 14 può assorbire molto, molto di più, basta che la stupida sudiciona non svenga….
Ma per la sudiciona si sta avvicinando un altro problema: bevi e ribevi e la vescica è ormai piena. Cerca di resistere stringendo le cosce ma…. prima poche gocce, poi un rivoletto inizia a scendere lungo le gambe, diventando ben presto un inarrestabile getto. La Dottoressa, accortasi della cosa, decide di concedere una breve pausa alla mucca 14. Una volta che la vacca ha orinato, la Dottoressa preme profondamente il pancione in via di riempimento, c’è ancora posto e siamo già a quattro litri. La Dottoressa riprende a suonare il campanello e la povera sudiciona ad inghiottire tazze su tazze di purga. Dei brontolii si fanno sentire dal pancione della mucca 14, che inizia a dare segni di …. insofferenza. La Dottoressa guarda la bilancia, niente male, cinque litri. La panciona della mucca è ora molto distesa, se viene premuta, sia pure leggermente, la sudiciona si lamenta pietosamente. Bene, si dice la Dottoressa, con un po’ di allenamento è possibile che questa porcella riesca a ricevere tutti i sei litri previsti dalla “formula aurea”, questa sarebbe finalmente la dimostrazione che la formula è corretta e che qualunque Signora possa stabilire in maniera incontrovertibile la capacità della pancia di una serva, a patto di non permetterle di eccitarsi.
Si, si dice la Dottoressa, bisognerà proprio rivedere le modalità di somministrazione dei clisteri, in modo da ridurre le stimolazioni derivanti da un modo di procedere troppo delicato, grazie a questa stupida vacca si apre un nuovo mondo di sperimentazioni . E credo, pensa ancora la Dottoressa, che la vacca 14 non apprezzerà per niente questo mio prodigarmi per la scienza!
Ma per la sudiciona non è finita col termine del liquido da inghiottire, al pari del tradizionale clistere, anche col riempimento “dall’alto” esiste un periodo di ritenzione obbligatorio. Anzi, per renderlo più efficace, la Infermiera Mungitrice si incarica di far camminare la sudiciona in tondo attorno alla stalla, in modo da servire da monito anche per le altre vacche. E così la Dottoressa fa nuovamente partire il cronometro, mentre la sudiciona, tirata per la cavezza, cammina col pancione ben in fuori. Verrà costretta a compiere giri su giri, un passettino dopo l’altro, tra nausee e contrazioni, per un tempo infinito. La mucca 14 è coperta di sudore gelato, la terribile purga ha ormai …. fatto il suo corso ed alla fine la sudiciona terrà fede al proprio appellativo, scaricandosi così all’impiedi, mentre continua a camminare di fronte a tutte le sue compagne. E come premio la Dottoressa la sottopone ad una dolorosa ispezione vaginale con uno speculo maggiorato, constatando con soddisfazione la secchezza delle mucose, chiaro indicatore che stavolta la cura funziona e la sudiciona non si è eccitata.
Bene, commenta la Dottoressa, vediamo di stancare un po’ la vacca 14 con un po’ di sano esercizio fisico, prima di sperimentare un bel riempimento mediante clistere. La Dottoressa si dice: “sono sicura che questa vacca , dopo quello che le farò passare, non si permetterà più di godere durante un clistere, neanche se stimolata a bella posta”.
Ed è così che termina la dura giornata della mucca 14. 

(15- continua)