Cara Monika,
ho trovato un nuovo bigliettino nel nascondiglio della serva.
Anche stavolta ha scritto una poesia autobiografica,
te la giro, in modo che tu possa pubblicarla.
FrauJulia
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Tempo d’estate
La serva rinchiusa in cantina,
un banchetto ha preparato in cucina.
La Signora riceve l’amante,
la serva nel buio circostante.
Udirà la serva ogni orgasmo,
la mano sfiorerà fino a causare lo spasmo.
Ed infine, a cose finite,
le colpe non passeranno impunite.
Toccarsi per le serve è peccato,
e sicuramente non sarà dimenticato.
Penitenza lunga e dolorosa,
quella che attende la smorfiosa.
Per calmare le serve eccitate,
prima l'ortica e poi le nerbate.
Ed infine sul sedere rosseggiante,
la rea lacrimando rialzerà le mutande.
Bacerà la mano giustiziera e
di servire la Signora andrà assai fiera.
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© JANINE SOUILLON, LUGANO, CH
23 luglio 2012
POESIA DELLA SERVA DI FRAU JULIA
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PENSION BALNEARIA 48
Cara Monika,
inutile dirti che con la fame niente
affatto placata dallo yogurt, il mal di pancia dato dal trattamento
subito e dalll’olio di ricino che mi era restato giù, non ho
dormito affatto, ho passato parte della notte sul secchio destinato
ai bisogni.
Né mi ha aiutato a rilassarmi il
pensiero che la cosa si sarebbe ripetuta all’indomani. Alla mattina
ci alziamo e dobbiamo svolgere parte dei nostri lavori, poi veniamo
nuovamente convocate “por l’hydroterapia”. Veniamo nuovamente
fatte mettere in posizione e legate ben strette. Sono la prima per
il trattamento. Vedo la perra portarsi davanti a me con una larga
scatola piatta, contiene un assortimento di sonde di gomma.
Trasecolo, sono tutte lunghissime, di tre misure diverse. La più
corta sarà sui 20 – 30 centimetri, grossa come un mignolo, con una
punta arrotondata e un paio di fori posti leggermente prima della
punta. La media è preoccupante: lunga 50 – 60 centimetri ed è
larga come un dito medio. La lunga è spaventosa: lunga 80 – 90
centimetri e larga come un dito pollice. La perra gioca come il gatto
col topo, fingendo di fare una immaginaria conta, per la scelta della
sonda. Viene scelta la seconda, stavolta la piantana sostiene due
enormi contenitori, delle vere e proprie botticelle, dotate di
rubinetto e di un tubo ad Y che le riunisce e si collega alla sonda.
La perra si mette allegramente i guanti, lubrifica ammiccando la
sonda e si porta dietro di me, vedo l’azione nel monitor. La sonda
viene inserita e spinta lentamente. E’molto fastidiosa. La sento
scorrere in punti inarrivabili dentro di me. Ad un tratto non avanza
più ed allora la perra fa aprire l’acqua, un fiotto caldissimo mi
invade e, aiutata da questo, la sonda riprende la inesorabile e
dolorosa marcia, a tratti viene estratta un pezzo e poi affondata
dolorosamente ancora di più. E finalmente la sonda è tutta dentro
di me, l’acqua inizia a gonfiarmi. Ben presto non ne posso più, ma
inutile contrarre la pancia, il getto della sonda è inarrestabile.
Finalmente la perra ritira la sonda, ammonendomi che se non terrò
l’acqua sufficientemente a lungo dovrà ripetere l’operazione.
La frase ti mette in agitazione,
vorresti obbedire per evitare altri dolori, ma poi iniziano i dolori
e tua a stringere e soffrire … fino a che cedi, e subito l’aguzzina
a dirti che dovrà ripetere il clistere con ancora più acqua, visto
che non collabori. Comunque la perra mi annuncia che potrò riposarmi
un po’, mentre passa al trattamento di Pilar.
Anche a Pilar, ora, tocca il
trattamento tradizionale e anche per lei la sonda da 60 cm. Anche per
lei la dolorosa introduzione e l’interminabile fiotto di liquido.
Inutile dire che neanche lei riesce a soddisfare la perra come tempo
di ritenzione.
Veniamo fatte rialzare un momento. La
perra ci guarda e confabula a lungo con Caridad e la venditrice degli
apparecchi di idroterapia. Si vede che sono abbastanza contrariate,
sento dei brandelli di frasi, “estan gordas”, “vientre
flacido”, “parecen un barril”. A quanto pare i trattamenti non
hanno raggiunto l’obbiettivo e le donne si innervosiscono.
Dobbiamo svuotare le tinozze poste
sotto di noi. Tra purghe e clisteri il liquido è ormai abbastanza
pulito.
Ora la perra inserisce la sonda più
lunga, la inserisce come prima con un fastidioso e doloroso va e
vieni, che rende l’operazione lunghissima. Giurerei che si sta
divertendo, io un po’ meno! Poi viene aperta l’acqua caldissima
come prima, però giunti a metà riempimento la perra chiude il
rubinetto di un contenitore ed apre l’altro. Dopo pochi istanti
sento nell’intestino una lama gelata. L’acqua del secondo
contenitore è fredda e provoca dei fortissimi crampi. Non posso che
piangere e supplicare che si fermi. La perra mi massaggia lungamente
la pancia, beandosi delle contrazioni che mi sta provocando. Poi
diminuisce un po’ l’apertura del rubinetto. Ma la situazione è
ancora peggiore, infatti il riempimento diventerà interminabile, con
crampi gorgoglii e dolori. Sempre con la perra che preme
dolorosamente la pancia un po’ da una parte un po’ dall’altra e
divertendosi a sentire lo sciacquio. Stavolta, non fidandosi della
mia tenuta, la perra mi tappa utilizzando una specie di suppostona
intagliata nel jabon “hiel de vaca”, un sapone da bucato molto
irritante. Infatti, dove il buchetto stringe la base assottigliata
del tappo, brucia moltissimo. E così mi trovo tra incudine e
martello, per trattenere il mare di liquido che mi gonfia come un
otre devo stringere disperatamente il buchetto ma questa operazione
provoca un terribile bruciore. Inoltre il sapone che, a contatto con
l’acqua del clistere, si scioglie contribuisce ad aumentare il mal
di pancia.
E non mi consola il fatto che mentre io
sono preda della nausea per l’acqua che sento risalire fino in gola
e smanio per i dolori, anche Pilar riceva il medesimo trattamento.
Resistiamo per una buona mezz’ora, da brave pazienti, con i
pancioni gonfi, gorgoglianti e dolori da partorienti.
Ma un altro stimolo doloroso supera
ormai tutti gli altri: tutta l’acqua ricevuta mi ha riempito la
vescica e ormai se non faccio pipì esplodo. E quando dico alla perra
che non ce la faccio più mi guadagno una altra bella schiacciata di
pancia proprio in corrispondenza della vescica!
Sembra che abbiano aperto una diga, le
contrazioni sparano fuori il tappo e un fiume di acqua va a riempire
la tinozza e finalmente posso dolorosamente liberarmi.
A cose fatte le nostre tormentatrici
non si capacitano: le pance sono ancora gonfie e l’acqua emessa è
ancora perfettamente limpida.
C’è sconcerto tra la perra e le
altre, evidentemente il messaggio che si vuol dare è che per
risolvere i problemi di pancia gonfia basti venire alla Pension
Balnearia e sottoporsi ad un trattamento idroterapico, ma le nostre
pance le contraddicono.
Nell’attesa di una loro decisione
veniamo rimandate barcollanti, tremanti e prede dei morsi della fame,
a lavorare.
Ciao Monika, prossimamente ti racconto
le ultime dolorose invenzioni di perra & C per trasformarci con
un ventre sgonfio e tonico.
sguattera “vaciada” Nadia.
(48- continua)
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14 luglio 2012
PENSION BALNEARIA 47
Cara Monika,
e così, come ti raccontavo, ci
troviamo in procinto di essere nuovamente punite, in presenza della
televisione, che riprenderà ogni istante e che poi realizzerà
pubblicità, documentari e, temo, filmetti a luci rosse.
Veniamo spintonate dalle simpatiche Gog
e Magon fino alla sala di hydroterapia. E’un ambiente incredibile,
vale quasi da solo una puntata del mio racconto: un enorme sala
liberty, dotata di ampie vetrate, però con i vetri smerigliati. Al
centro della sala delle pareti di legno, alte un paio di metri,
delimitano una stanza più piccola, le pareti di questa saletta hanno
dei fori, in corrispondenza dei quali è disposto una versione più
comoda del potro, una specie di mezzo lettino. In pratica chi occupa
questo lettino si trova prono, con la testa ed il torace nella
saletta interna e il resto del corpo nella sala esterna, messo a 90
gradi, con i piedi a terra, appoggiati in una grossa tinozza. Al
centro della saletta interna un elegante tavolino da tè. In pratica,
viene spiegato dal documentario realizzato, che ho avuto occasione di
vedere, questo era il “salon de enema”. Qui le ricche clienti
porgevano il posteriore alle energiche cure idrauliche di robuste
infermiere, mentre dall’altro lato del muro, chiacchieravano
amabilmente con le compagne di cura, leggevano, sentivano musica
classica ed addirittura, veniva servito loro il tè. Insomma, un
modo di salvare la faccia e di ignorare tutto il corollario di
spiacevolezze associato al trattamento. Da non credere!
Ma veniamo a me, poiché come dice la
perra ho “cometido la felacion” verrò punita anche attraverso la
bocca. Mi fanno mettere su di un inginocchiatoio e mi legano con le
apposite cinghie. A questo punto la perra, che per l’occasione si è
data un look da dottoressa, mi si avvicina con una bottiglietta scura
ed un cucchiaio. Capisco subito che intende purgarmi. Mi dice di non
pensare neanche a disobbedire, altrimenti mi farà pentire di essere
nata. Versa un cucchiaio di purga e mi costringe ad inghiottirla.
Ora, come già raccontato, non è la prima volta che subisco questa
punizione, ma stavolta l’odore ed il sapore sono mille volte
peggio. Non sono passati neanche cinque secondi e sono squassata dai
conati di vomito. Evidentemente se lo aspettavano, le cinghie mi
trattengono, altrimenti cadrei anche per terra. Appena ripreso fiato
la perra ghigna e mi dice “te gusta? Es el aceite de ricino
tradicional, no es desodorizado”. E giù una seconda cucchiaiata.
Tra un conato e l’altro mi costringe ad “disfrutar” il
contenuto della bottiglietta fino a che non giudica che me ne sia
restato giù abbastanza!. La intera operazione dura un interminabile
quarto d’ora. Non mi reggo in piedi, gog e magog mi tirano su e mi
legano su uno dei lettini. Lo stesso accade a Pilar.
Poichè abbiamo il torso affacciato nel
salottino non vedremmo niente di cosa stanno preparando per noi. La
perra, però, generosa come sempre, si premura di far portare un
monitor in modo che non ci perdiamo il vergognoso spettacolo delle
nostre parti posteriori. Poi la perra dice che bisogna rispettare la
tradizione, ma, anziché del tè fa portare dello spumante e, sotto
l’occhio delle telecamere dobbiamo brindare più volte con lei. Lo
spumante ci dà inevitabilmente alla testa, inoltre una delle
aguzzine si premura di stimolarci intimamente con un aggeggio
vibrante. Comprendo subito che lo scopo è di avere un filmato in cui
pare che noi ci si diverta e si venga eccitate, durante i trattamenti
che ci verranno inflitti. Comunque che vergogna, ora la perra ha
costruito una prova televisiva in cui pare che noi si sia sue, se non
complici almeno collaborazioniste!
A proposito del salottino, non capisco
una cosa, se le clienti della Pension erano così rilassate durante
questi trattamenti, da addirittura ascoltare musica e prendere il tè,
a cosa servivano le robuste cinghie imbottite con cui siamo state
legate? Inoltre, una volta che i trattamenti avessero sortito
l’effetto desiderato, essendo legate come potevano “ir a los
aseos?”.
Ma ecco che nel monitor vedo la perra,
nel suo camice che armeggia con una gigantesca “pera de goma”.
Spiega, a beneficio della televisione che, poiché soffro di una
forte stitichezza, inizierà con una bella “pera de aceite de oliva
por lubricar”. E ben presto sento penetrare il beccuccio. L’olio
tiepido è piacevole, ma dalla perra ci si deve sempre aspettare il
peggio, la “pera” è stata riempita solo a metà ed alla fine,
con forte gorgoglio mi inietta, anzi direi che mi “spara” dentro
una grossa bolla d’aria, sicuramente molto meno confortevole
dell’olio tiepido. E ad operazione eseguita resto lì, legata.
Nessun effetto particolare, ma l’olio è subdolo, nonostante io
stringa ben bene, lo sento colare pian piano dal buchetto lungo
l’interno delle cosce, la cosa è ben documentata dai cameraman.
Passata una mezz’ora, la perra torna alla carica, spiega che ora
c’è bisogno di un “tratamiento radical” per iniziare a
sbloccarmi, e viene consigliato “un robusto enema de jabon”.
Ben presto viene portato un antico
marchingegno, una piantana con un apparecchio di vetro, pieno fino
all’orlo di acqua talmente carica di sapone da parere latte, dalla
parte superiore trabocca della schiuma. E qui la perra mostra la
cannula di ebanite nera: la punta è ingrossata quanto un oliva. La
cannula viene inserita senza toppi complimenti ed il rubinetto viene
aperto. L’acqua è caldissima, la avverto distintamente entrare. E
l’effetto della mistura non si fa attendere, inizio a sentirmi
piena e a sudare come una fontana. Nel monitor vedo che l’apparecchio
è stato messo piuttosto basso, segno che la perra vuole che la
somministrazione sia lunga, interminabile. Ma ha fatto male i suoi
conti sulla mia resistenza. Dopo aver implorato che mi sleghino, che
devo andare in bagno eccetera, cedo ignominiosamente, non è entrata
neanche metà dell’acqua. Sento il getto di liquido ancora
caldissimo scendere lungo le gambe, nella tinozza entro cui appoggio
i piedi. Le riprese mostrano vergognosamente che non è più solo
acqua! Che vergogna! E cerco di non pensare che chissà in che mani
finiranno le riprese che stanno facendo!
Mi aspetto chissà che castigo, ma non
ho tenuto conto dei tempi televisivi, è ora il turno di Pilar. Lei
la fortunata è destinata ai tanto pubblicizzati trattamenti moderni,
quelli che la perra intende pubblicizzare. Poi la perra mostra la
cannula destinata alla povera Pilar, è decisamente molto grossa, un
piccolo pene, da cui si dipartono due grossi tubi che finiscono in un
avveniristica macchina di plastica bianca, tutta lucette e
pulsantini, mi viene in mente che, dato il colore e la moda del
momento potrebbero battezzarla iEnema!
Ma non è il momento di scherzare, un
minimo di lubrificazione e la cannula viene lentamente inserita in
Pilar, che dai gemiti, non gradisce affatto l’intrusione. Il tutto,
come spiega la voce di una presentatrice, assicura un “tratamiento”
piacevole, indolore ed inodore. E la perra schiaccia bottoncini e
regola rubinetti, ma ci sono difficoltà, ripete più volte la
sequenza di operazioni ma niente. Vediamo la produttrice del
marchingegno che riprova senza successo, poi estraggono la cannula da
Pilar, si è intasata! E così alla perra viene consegnata una nuova
cannula, se la precedente era grossa, questa ha quasi le dimensioni
di un pene! E, dopo una bella lubrificata, Pilar è costretta ad …
inghiottire anche questa. Nuova sequenza di pulsanti e rubinetti e
l’apparecchio si mette in moto. Ora, viene presentato come un
piacevole lavaggio, ma lì, legate sui lettini sento distintamente
Pilar ansimare e cercare di respirare come un cagnolino. Le chiedo
come va e mi risponde sussurrando che è un continuo sentirsi
pienissima e che ha parecchi crampi. L’operazione dura una buona
mezz’ora. Poi la perra, inquadrata dalle telecamere, annuncia che
il trattamento preliminare del primo giorno è terminato e che nei
giorni successivi vi saranno dei “tratamientos mas eficaz”.
Ovviamente, una volta spente le telecamere, veniamo slegate e
dobbiamo ripulire, inginocchiate, le tracce della nostra vergogna
dalle tinozze, nonché lucidare il tutto per il giorno dopo.
Veniamo rinchiuse in due stanzette tipo
clinica. La perra ci annuncia che ci verrà dato solo dello yogurt.
Ora, qui è tradizione che i pasti principali finiscano con il
“postre”, il dolce che spesso è sostituito da yogurt,
sicuramente più salutare. Dall’arrivo della perra non abbiamo più
assaggiato alcun postre, sono contenta della notizia, ma poi capisco
che per chissà quanti giorni vivremo solo di quel vasetto di yogurt
“mugnificamente” concessoci.
Cara Monika, un abbraccio
“paciente” Nadia
(47- continua)
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7 luglio 2012
PENSION BALNEARIA 46
Cara Monika,
mi accorgo di non averti descritto la
troupe televisiva. La regista si chiama Caridad, una morettina di
Barcellona, piccola e tutto pepe. I suoi aiutanti sono due ragazzoni
un po’ timidi che unici tra tutti chiamano anche noi serve
“senorita”.
Per qualche momento avevamo sperato che
la presenza della televisione avrebbe limitato la cattiveria della
perra nei nostri confronti, invece è ancora peggio. Inoltre, poiché
tutto viene registrato la perra ha la possibilità di vedere anche
cose che prima ignorava. Una di queste è l’ “omaggio alla
Signora”, in pratica in uno dei corridoi c’era una foto della
Signora e noi serve, passando di lì facevamo un inchino. Come la
perra se ne è accorta, guardando le riprese, siamo state tutte
punite tenendoci a digiuno due giorni e la foto della Signora è
stata rimossa e bruciata davanti a noi.
Altra novità: anziché l’uso di un
normale wc, ora dobbiamo usare un wc “alla turca”. La cosa è
particolarmente fastidiosa perché, essendo usato anche dai giocatori
è sempre molto sporco e puzzolente. Così non possiamo più sederci
neanche durante la pausa bagno e abbiamo sempre il pensiero che
qualcuno ci stia guardando anche in quei momenti.
Come richiesto sul blog, ho avuto una
deroga alla regola di raccontare tutto in ordine di tempo.
Accadde , un mesetto dopo l’arrivo
dei televisivi, che io e Pilar venissimo destinate alla sala da
gioco. Come già accaduto, uno dei clienti è riuscito a battere il
banco, tenuto dalle cinesine. Inevitabile la richiesta di
accompagnarsi alle serve e .. di usare il lato B.
Io e Pilar ci guardiamo ammiccando e
seguiamo il vincitore in una saletta privata. Nascosta nella tasca
della divisa da fatica ho la miracolosa cremina anestetica. Il
cliente ordina di spogliarci l’una con l’altra ed inizia a
pastrugnare il posteriore di Pilar. Gli suggeriamo di utilizzare una
cremina lubrificante, ma non ne vuole sapere, mi dice di
lubrificarglielo con la saliva, dovrò succhiarlo e poi, al momento
giusto Pilar dovrà accoglierlo. Cerchiamo di fargli cambiare idea ma
niente, allora faccio la pensata di mettermi la cremina sulla lingua,
in modo da spalmargliela ben bene ed ottenere l’effetto “crollo”
da noi già sperimentato. La cremina è amarissima, ma sopporto e mi
do da fare (arrossisco ancora al pensiero di cosa avranno pensato gli
aiutanti di Caridad, che ci vedono sui loro monitor in ogni momento).
L’effetto non si fa attendere, il membro di affloscia
clamorosamente ed il cliente, abbastanza imbarazzato, accenna a
salutarci ed andarsene.
Non avevamo, però incluso nei nostri
piani la perra. Questa, evidentemente, seguiva la scena sui monitor
e ci accusa di avere barato. Il sospetto diviene certezza, quando io
riesco a rispondere solo biascicando le parole, perché l’anestetico
ha fatto effetto anche sulla mia lingua, una rapida perquisizione fa
trovare il corpo del reato, e purtroppo la scritta crema anestetica è
inequivocabile!
La perra si sprofonda in scuse con il
cliente e gli assicura che, tra qualche giorno, quando si sentirà
nuovamente in forze potrà aiutarla nella nostra punizione.
Quanto a noi, dovremo sfruttare questo
tempo per la “Limpieza interna”. E’un termine che ignoravo,
purtroppo scoprimmo presto di cosa si trattava, infatti, come ci
aveva già minacciato la perra ci ha destinate alla sperimentazione
delle antiche procedure medico-igieniche, praticate alla Pension.
Ma prima ancora, per alcuni giorni
dobbiamo bere un infuso, fornito da un erboristeria. Questo infuso ci
blocca completamente, intendo … andiamo in bagno ma … niente
risultati. Caridad e la sua troupe seguono il gonfiarsi dei nostri
pancioni, riprendendoci tutte le mattine. In capo a 4 giorni abbiamo
le pance gonfie e stiamo malissimo.
E’la mattina del quinto che veniamo
portate in un ala della Pension destinata alle cure idroterapiche.
Qui i nostri destini si dividono, io che, secondo la perra, sono la
più colpevole dovrò sperimentare su di me le procedure di
purificazione adottate un secolo fa. Pilar, invece, sarà sottoposta
al trattamento di una modernissima macchina di idroterapia.
Ovviamente la troupe televisiva realizzerà un servizio pubblicitario
riprendendo il tutto.
Ecco Monika, presto ti invierò
l’umiliante racconto di cosa ci è capitato nell’ala “Tratamiento
de idroterapia” della pension.
sguattera “costipada” Nadia
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