Nobili Signore, serva sudiciona,
mi accorgo che il mio racconto si è,
per ora, focalizzato solo sulle ben meritate disavventure della
perra. Non fatevi trarre in inganno, né io né la perra contiamo
nulla qui al campo. Vi sono molte detenute e atre punizioni, per
nostra fortuna.
La gallina ripiena.
Mi si permetta questo insolito titolo
che richiama un delizioso piatto dei tempi andati.
Al Centro giungono detenute di tutte le
razze e tutte le condizioni. Un gruppo di detenute di colore è
arrivato direttamente dai bassifondi di Brooklin. Si tratta delle
componenti di una vera e propria banda di serve che sono stata
spedite da Madame Rocio da un altro istituto di correzione. Le
componenti della banda sono segnalate come estremamente pericolose,
aggrediscono e schiavizzano anche le compagne di prigionia.
Infatti ben presto anche nell’istituto
di Madame iniziano le aggressioni alle altre detenute da parte della
banda. La banda è comandata da Fatty, una gigantesca nera, una
lottatrice di wrestling mancata. Fatty, durante le risse a cui
partecipa fa largo uso di colpi “proibiti”, neanche fosse Chuck
Norris. Prima di finire la propria vittima ormai semisvenuta con un
micidiale colpo di gomito sferrato all’addome oppure schiacciarla
sedendosi sopra, Fatty ha preso l’abitudine di fare un a specie di
balletto, imitando le mosse di un pollo. Le altre componenti della
banda, giunte a questo punto, esortano Fatty a fare “el baile del
pollo”.
E veniamo agli avvenimenti, Fatty e la
sua banda se la stanno prendendo con una delle loro vittime
preferite: una povera cinesina che tormentano e vessano in tutti i
modi. La poveretta, ad un certo punto si rifiuta di fare non so che
cosa, causando una brutale aggressione da parte di Fatty. La
gigantessa non si limita a pestare la poveretta ma aizzata ed
applaudita dalle altre inizia la “danza del pollo”, preparandosi
a finirla. Ma Fatty ha fatto male i propri conti: improvvisamente
appare Madame Rocio con numerose sorveglianti. I due gruppi si
fronteggiano. Le sorveglianti, però sono armate. Nonostante si renda
conto di avere perso Fatty utilizza la solita tattica utilizzata
negli altri istituti di correzione: aggredisce verbalmente la
direttrice e di fronte al suo silenzio passa ad accusarla di
razzismo. In altre situazioni la mossa può riuscire ad intimorire
una direttrice senza pieni poteri. Ma Madame Rocio, l’ho già
detto, ha su di noi detenute diritto di vita e di morte, come dicono
“no question asked”.
E così le sorveglianti ammanettano
rapidamente tutte le componenti della banda.
Madame Rocio è categorica: a tutte
toccherà una settimana di “canile”, più un mese di lavoro
forzato straordinario. “Vi assicuro che tra un mese striscerete,
invece di camminare” sono le parole di Madame alle componenti della
banda. Ora che le fiancheggiatrici sono sistemate, Madame Rocio passa
ad occuparsi della capobanda. Per lei Madame annuncia un “tratamiento
especial”.
Ed il trattamento ha un inizio
graduale: Fatty viene rinchiusa in una stretta gabbia bene in vista
di tutte noi. Per lei deve essere una bella sofferenza, grossa come è
stare così ripiegata.
Il trattamento “di ammorbidimento”
prevede che alla ingabbiata si somministri dapprima una “robusta”
dose di olio di ricino. Di seguito vengono praticati tre grossi
clisteri al giorno per tre giorni di seguito, in cui viene tenuta
ingabbiata e completamente a digiuno. La somministrazione di uno dei
clisteri viene mostrata a tutte noi tramite il “teatrino”. E
vediamo la gigantessa lamentarsi e smaniare durante l’introduzione.
Appena tolto il cannello Fatty, incurante dell’ordine di
trattenersi, inonda rabbiosamente gabbia e pavimento. Ma sta solo
aggravando la propria posizione. Alla fine dei tre giorni di
“pulizia”, la gigantessa è un po’ meno aggressiva. Ma ora deve
assaporare fino in fondo le terribili punizioni per cui è famosa
Madame Rocio. Due robuste sorveglianti legano Fatty, completamente
nuda, alle cinghie di un lettino ginecologico. Fa un po’
impressione vedere una grassona come lei legata ed impotente. Il
lettino è posto nel “teatrino”, in modo che tutte possano
seguire la punizione di Fatty, in particolare le componenti della sua
banda, ben ammanettate e ben sorvegliate.
Ed arrivano Madame Rocio, accompagnata
da una sorvegliante-infermiera. L’infermiera indossa un completo in
latex bianco, con vistose croci rosse. Madame, al contrario, indossa
una preoccupante mise in latex nero.
L’infermiera costringe la castigata
ad aprire la bocca e le applica tra le arcate dentarie un apribocca
metallico a scatto che le permette solo di mugolare e sbavare. Una
ulteriore cinghia blocca la testa, in modo che non posa essere
ruotata in alcun modo. Di seguito l’infermiera avvicina un carrello
coperto da un lenzuolo verde. Ad un ordine di Madame l’infermiera
toglie, con una mossa ad effetto, il lenzuolo. Sul carrello una
preoccupante distesa di attrezzi medici: siringoni, cateteri,
sacchetti per urina, tubi.
Madame si avvicina a Fatty che, a
dispetto della propria pelle, è impallidita. “Bene cara, adesso io
e te avremo una approfondita discussione a proposito della poca
educazione che dimostri.
Per prima cosa voglio occuparmi della
tua puzzolentissima patata”.
E la solerte infermiera porge a Madame
Rocio un preoccupante plug vaginale: un cetriolone di plastica, dalla
cui superficie sporgono numerosi bitorzoli arrotondati, una pompetta
permette di gonfiare ancora di più il già ragguardevole oggetto. Il
cetriolone viene accuratamente spalmato di un unguento balsamico che,
come dice Madame, profumerà l’ambiente e irriterà le mucose.
Poi Madame palpa ben bene il voluminoso
ventre della punita: “ottimo è proprio morbido, brava infermiera,
ottima preparazione. La vescica è però ben piena, non vorrei che
questa pisciona ci spruzzasse di orina durante il trattamento,
mettile un catetere del 14.” L’infermiera seleziona tra i
cateteri disponibili quello richiesto. Si avvicina alla punita e,
sorridendo le fa l’occhiolino: “sei fortunata è il più grosso
che abbiamo”. Ed inesorabile il tubicino si fa largo, bruciante,
fino alla vescica. Un sacchetto si incaricherà di raccogliere la
pipì di Fatty.
Ed è il momento adatto per
l’introduzione del cetriolone, vediamo che la punita sera occhi e
labbra, la faccia che mostra il male che sta soffrendo a causa
dell’azione combinata di bitorzoli e pomata irritante. Quando il
voluminoso oggetto è ben inserito, Madame prende la pompetta, e lo
gonfia ulteriormente. Fatty si lascia sfuggire un lungo lamento,
Madame le ingiunge di risparmiare il fiato.
Ora Madame apre un cassetto del
carrello ed estrae un lungo serpente nero: un endoscopio. Lo mostra,
con la punta che emette luce e muovendolo in vari modi alla punita,
poi con fare colloquiale: “Ecco qua, poiché tu sei una vera dura
non ti annoierò somministrandoti dei sedativi, sono sicura che
apprezzerai di poter dimostrare il tuo coraggio. Ora fai la brava ed
inghiotti questo senza fare storie”.
Vediamo gli occhi di Fatty dilatati
dalla paura. Madame continua: “Pensa le mie colleghe in clinica
hanno cambiato questi endoscopi ancora nuovi per sostituirli con
altri più sottili, ecco da dove arrivano gli sprechi nella sanità.
Io comunque li ho ritirati volentieri, sono sempre oggetti molto
interessanti, sei d’accordo?”
Fatty, impedita dall’apribocca,
risponde solo con un mugolio terrorizzato. Madame lubrifica
l’attrezzo ed inizia ad infilarlo, lentamente nella gola della
punita. Punita che, dal canto suo, delizia noi tutte con gorgogli,
conati, mugolii e disperati colpi di tosse. Ma l’attrezzo, guidato
dalle spietate mani di Madame, avanza inesorabile. La punita cerca in
tutti i modi di divincolarsi, ma le robustissime cinghie la bloccano
inesorabili, vediamo scendere lacrime che si mescolano ai goccioloni
di sudore che dal viso scendono sul corpo della punita.. Madame segue
il percorso del doloroso tubo su di un monitor. L’avanzamento è
volutamente lento, anzi a tratti Madame ritira di alcuni centimetri
il tubo, per poi tornare ad inserirlo ancora più profondamente. Il
castigo dura una buona mezz’ora. Ormai il tubo è inserito
completamente dalla bocca della punita fino allo stomaco ed ancora
più giù.
Fatty è ormai semisvenuta. Madame si
fa portare una secchio di acqua freddissima su cui galleggiano dei
pezzi di ghiaccio, nel prosieguo ne avrà bisogno più volte per
impedire a Fatty di svenire. Ne tira un mescolo in faccia alla
punita, la sferzata di freddo la risveglia ben bene, pronta per
proseguire. Madame annuncia “Poiché vedo lo hai apprezzato, adesso
facciamo un altro giochetto, molto molto più bello”. Naturalmente
l’unica risposta possibile è un mugolio.
Madame apre un secondo cassetto ed
appare un endoscopio di calibro maggiore ed ancora più lungo. Credo
lungo addirittura un metro e mezzo.
A quella vista vediamo la punita
agitarsi e mugolare disperata. Ma nulla, le cinghie sono rinforzate
con fili di acciaio.
Madame impugna l’oggetto
serpentiforme ed inizia a strofinarlo, lascivamente con del
lubrificante. Poi mostra alla sua vittima quanto è lungo l’oggetto:
“lo mando ad incontrare l’altro” dice Madame. Non so quali
cognizioni abbia la punita di fisiologia, evidentemente crede alla
minaccia perché rotea disperata gli occhi edi suoi tentativi di
divincolarsi si fanno ancora più forti
Ma ora Madame è pronta, lubrifica con
attenzione l’ano della vittima, entrando ed uscendo con prima una
poi due ed infine tre dita guantate, ben spalmate di lubrificante
chirurgico. Vedo che Madame si sta eccitando, questi giochi
sado-erotici le piacciono immensamente. Quanto a Fatty sentiamo solo
i mugolii ed il respiro terrorizzato. Ed ora il nero serpente, da
cui già esce un potente fascio di luce, viene posto sotto gli occhi
della punita perché veda cosa la sta per invadere.
Se prima l’operazione era stata
lunga, stavolta, tenendo conto delle curve e controcurve che
l’oggetto dovrà fare faremo notte. E ben presto Fatty scopre le
curve del proprio intestino. Scopre anche un giochetto che piace
molto a Madame: attaccata allo strumento c’è una pompetta: serve a
mandare aria per “gonfiare” la strada da percorrere, un pulsante,
poi permette, volendolo, di fare uscire l’aria in eccesso. Bene,
Madame si diverte a pompare la pancia della vittima con cinque o sei
pompate, scatenando forti lamenti. Poi, improvvisamente Madame preme
il pulsante permettendo all’aria di uscire. Vediamo che Fatty dal
dolore apre e chiude i pugni e muove disperatamente le dita dei
piedi: gli unici movimenti concessi. Lo strumento si fa strada
inesorabile. Ogni tanto un po’ dell’aria pompata in eccesso
riesce a sfuggire dall’ano della punita, con un rumore gorgogliante
di scoreggina. Madame ha fatto disporre bene in vista della punita
una lavagnetta magnetica con un disegno schematico dell’intestino.
Di tanto in tanto un magnetino viene spostato in avanti
dall’infermiera, per segnare fin dove si è arrivati, purtroppo per
Fatty il budello ancora da percorrere pare infinito!
E mano a mano che lo strumento avanza i
dolori della vittima si fanno ancora più forti. Dato che non le è
stato dato alcun calmante per il dolore, ogni tanto Fatty viene colta
da un principio di svenimento,. Cosa che non sfugge a Madame,
un'altra generosa dose di acqua ghiacciata in faccia e sul torace
della punita la risvegliano prontamente. L’ultimo tratto da
superare, poi strappa addirittura delle urla alla vittima. E
finalmente Madame è soddisfatta, ordina che venga acceso un monitor,
posto in modo che la vittima possa vedersi, una impietosa telecamera
mostra i due strumenti profondamente inseriti e la sua faccia
stralunata. A questo punto Madame Rocio si rivolge alla povera
panzona, chiedendole se non le pare di essere diventata un tacchino
…. ripieno. E finalmente la punizione termina, i dolori per la
punita non ancora, visto che ora Madame estrae, sempre lentamente i
due strumenti, provocando ulteriori terribili conati di vomito e
coliche intestinali, un'altra buona mezz’ora di sofferenze. Alla
fine la barcollante Fatty viene rimessa in piedi dall’infermiera.
Tutte guardiamo con attenzione e vediamo la panzona inginocchiarsi
davanti a Madame Rocio, baciarle i piedi ed iniziare a fare il
richiesto bidet con la lingua.
Madame accetta l’omaggio di Fatty,
poi le annuncia quale sarà la vita nei prossimi mesi: Fatty verrà
messa ad una dieta feroce, tutti i giorni, oltre a dei lavori
punitivi, dovrà fare da pony trainando il carrettino di Madame per
tutta la proprietà: “Grazie alla rigorosa dieta ed all’esercizio
fisico presto tornerai ad avere un peso normale, dovresti esserne
contenta” dice Madame.
Inoltre Fatty non dovrà mai più
scambiare neanche una occhiata con le componenti della sua banda,
pena la ripetizione del trattamento odierno per tutti i giorni di una
intera settimana.
“Quanto alle tue prepotenze verso le
altre detenute”, conclude Madame, “quando non lavori avrai sempre
le mani incatenate tra loro e collegate alla cintura ed ai piedi,
voglio proprio vedere quanto ti divertirai a venire pestata dalle
altre detenute” dice Madame.
Fatty che ha terminato il suo lungo
lavoro di lingua, abbassa la testa e bisbiglia un “Si Signora”,
meritandosi un colpo di scudiscio, infatti dovrà ripetere la formula
di obbedienza a voce ben alta.
Che differenza rispetto alla tracotante
ed aggressiva capobanda di neanche una settimana fa!
(5- continua)