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6 maggio 2012

PENSION BALNEARIA 37

Cara Monika,
ed eccomi rientrata a tutti gli effetti al lavoro nella Pension Balnearia. Come mi avevano anticipato le mie compagne, il lavoro è parecchio cambiato. Poiché non ho nessuna abilità di massaggiatrice od altro, oltre al solito massacrante incarico di fare da somaro trainando la noria, mi hanno inaricato di fare la pedicure ad un cliente. Ora, contrariamente a quanto si usa per noi serve, mi è stao ordinato di mettere del profumo, da quattro soldi, e Gog si è incaricata di mettermi del rossetto, facendo un pessimo lavoro, oltretutto. Tanto che quando mi sono guardata allo specchio sono inorridita, magra come mi hanno fatta diventare e così truccata sembro pronta per andare a lavorare sul marciapiede!
Mi reco nel camerino del cliente, con tutte le mie carabattole ed inizio il lavoro. L’uomo è un anziano grassone tutto sudato, e neppure si è lavato i piedi!
Lavoro un po’ e, ad un tratto questo tipo dà in escandescenze, chiamando a gran voce la perra e lamentandosi che gli ho fatto male. La perra arriva, arrabbiata come una biscia e mi ordina di alzare la divisa di fatica. Mi abbassa le mutande e dice al cliente di aiutarla a punirmi. Il grassone, ben contento inizia a sculacciarmi. Non so che tipo di lavoro faccia, ma dalla forza del braccio deve fare lavori manuali che richiedano una grande forza! Ben presto urlo come una aquila. Ed è con il sedere ben rosso che si conclude il mio primo incarico “particolare”. Mi devo poi rialzare le mutande, sprofondandomi in scuse, e vengo rimandata a girare la noria assieme a Pilar. Anche qui, comunque, non c’è pace, dobbiamo fare in due il lavoro di quattro serve, inoltre non mi ricordavo quanto sia stancante lavorare alla noria. Alla sera sono distrutta. Nei giorni successivi continuo a fare la pedicure a molte persone. Un altro vergognoso episodio è quando un cliente mi vede mentre pulisco il corridoio. Nonostante io sembri uno spauracchio si eccita ed inizia a palpeggiarmi. Mi divincolo e gli tiro l’acqua gelida del secchio, cogliendolo proprio lì e smorzandogli istantaneamente l’erezione. Anche in questo caso vibrate proteste con la perra, che mi condanna a bere un bicchiere di pipì.
Il cliente è ben contento di fare da … donatore. Ed è così che inginocchiata davanti a tutti devo scusarmi umilmente e bere, a piccoli sorsi la pipì calda. E sai che sfortuna? Il cliente si era mangiato i famosi asparagi “cojonudos”, quindi puoi immaginarti che sforzi ho dovuto fare per non vomitare e quanti colpi di frustino mi ha dato la perra per costringermi a sorbire l’immonda bevanda fino in fondo, ho ancora i brividi di ribrezzo pensandoci.
Ciao cara collega di grembiule,
sguattera Nadia.
(37- continua)

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