le mie disgrazie continuano. La perra,
per punire l’insolenza nei confronti di un cliente non perde
occasione per umiliarci in tutti i modi. L’umiliazione più
terribile è capitata a Pilar, quella di dover servire due coppie di ragazze e ragazzi ventenni. Sono venuti ufficialmente qui per un
trattamento rilassante, quindi il suo compito sarebbe stato quello di
fare in modo che arrivi acqua alla temperatura corretta e di
rifornire le stanze di fango termale. Ma da subito Pilar si è
accorta che lo scopo per cui il gruppo è qui è ben diverso, lo
scopo è di divertirsi ad umiliare e tormentare noi serve. Infatti,
da subito è un continuo pizzicare e palpeggiare, sia da parte dei
maschi che delle femmine. Ora, ovviamente Pilar non è una verginella
di primo pelo, però a tutto c’è un limite e visto che data la
differenza di età potrebbe essere coetanea delle loro madri,
distribuisce un paio di sonori ceffoni, a scopo didattico. Ora, non
si pensi che una serva debba accettare di tutto, se vi fosse la
Signora questo sarebbe considerato un peccato veniale, se non
addirittura un comportamento lecito. Naturalmente la Signora non
c’è, ed i pivelli, anziché affrontare la nerboruta Pilar in
quattro come sono, vanno immediatamente a protestare dalla perra. La
reazione non si fa attendere: arriva la perra e si accorda con i
giovinastri, saranno loro a punire Pilar con un memorabile clistere.
La poveretta arrossisce di rabbia e di vergogna e cerca di
divincolarsi per riprendere a schiaffeggiarli, ma arrivano Gog e
Magog che la ammanettano. Poi trainano il potro e lo posizionano al
centro della stanza. Pilar viene denudata lì davanti a tutti, e
legata al potro. Portano poi un grosso apparecchio da clistere “el
irrigador”, molto più grande dei soliti apparecchi. I giovinastri
sono entusiasti: l’apparecchio viene riempito con acqua caldissima
ed iniziano a sciogliere nell’acqua un grosso pezzo di sapone.
L’acqua sembra ormai latte. Mostrano alla punita il beccuccio che
tra un po’ verrà usato nel suo povero posteriore, un pezzo da
museo, di ebanite nera, con una punta grossa come un uovo, e a
seguire una serie di quattro ingrossamenti sferici, prima di una
piastra che, evidentemente, impedirà di introdurre ulteriormente
l’arnese. Pilar tenta di dimenarsi ma è legata come un salame. Può
solo urlare la sua rabbia e insultare quesi maledetti. Magog trascina
uno specchio, in modo che la punita possa vedere lo spettacolo che
sta dando a tutti.
Una delle ragazze, Consuelo, si
impossessa della cannula, la collega al tubo dell’apparecchio, si
lubrifica il dito medio con dell’olio di oliva e lo infila più
volte nel posteriore di Pilar, bene a fondo. Si fa silenzio nella
stanza, gli occhi di tutti sono fissi su Consuleo che ora gioca come
il gatto con il topo, ora inizia ad infilare la sonda, tra i lamenti
e le lacrime di Pilar. Ora Consuelo apre di poco la chiavetta,
l’acqua inizia ad entrare. Lascia entrare circa mezzo contenitore,
poi chiude la chiavetta. Spiega a Pilar che ora faranno una pausa, in
modo che il sapone inizi ad agire, ovviamente più è lunga la pausa
più si irriterà l’intestino e più sarà penoso prendere il resto
del liquido. La pausa durerà fino a che Pilar non terminerà di
soddisfare Felipe, il ragazzo di Consuelo, con la bocca. Sono
scioccata da quanto siano grossolane le ragazze di oggigiorno!
Per farla breve, dopo qualche tentativo
di resistenza Pilar deve arrendersi. Ma Felipe è ben dotato, molto
ben dotato ed infila a fondo la bocca della poveretta, che lacrima e
cerca di non vomitare. Per fortuna Felipe non dura più di 5 minuti.
Pilar sputa, disgustata e si becca un paio di schiaffoni! Consuelo
dice che prima di potersi scaricare dovrà leccare alla perfezione il
pavimento. Ora la stronzetta riapre il rubinetto, ricominciando a
gonfiare la pancia alla povera Pilar, che ormai mugola ed è coperta
di sudore. Non so bene quanto sia il liquido, sicuramente almeno 3 o
4 litri. Questo significa una buona decina di minuti di strazio e
ondate di dolore per la povera Pilar, che ha il ventre appoggiato e
legato al potro e quindi è premuto, proprio quando l’acqua lo
dilata. Finalmente il supplizio giunge alla fine, Pilar urla che non
ce la fa più, ma anche l’altro ragazzo vuole essere soddisfatto
dalla bocca di Pilar che è costretta ad eseguire ed inghiottire. Poi
la slegano, sempre con l’enorme cannula infilata, e deve leccare lo
sperma di Felipe dal pavimento. Ma non è finita, le due ragazzette
pretendono che Pilar baci loro il sedere, cosa che ormai la poveretta
fa senza più avere la forza do obbiettare. E ora Gog porta un
secchio, così Pilar è costretta a scaricarsi davanti a tutti.
Pensate, scaricarsi in queste condizioni significa che tutti sentono
gli scrosci, ed i rumori emessi dalla pancia, non parliamo poi degli
odori! Roba da nascondere la testa in un sacco!
Ecco Monika, ti ho raccontato quella
che temo stia per diventare una delle nostre giornate tipo qui alla
Pension Balnearia, a meno che non cambino il nome in “Postibulo
Balneario”.
Tante volte noi serve ci lamentiamo
della vita che ci tocca fare, ma facciamo male, dovremmo ringraziare
la sorte perché cambiare può voler dire trovarsi in queste
situazioni.
Ciao, un abbraccio in mutande di gomma.
sguattera Nadia
sguattera Nadia
(38- continua)
1 commento:
Vorrei incoraggiare la sguattera Nadia e le sue compagne ad esercitare la dovuta modestia. La serva non mostrerà le parti intime per nessun motivo, se non costretta dalle superiori, per ragioni punitive. Anche in tal caso la serva farà in modo di fare almeno simbolicamente un gesto di pudore nascondendo per qualche istante, con le mani, le parti vergognose. Inoltre la serva punita cercherà di ridurre il più possibile le urla, sono molto più adatti mugolii e lacrime. E mi raccomando, la divisa di fatica va tenuta pulita ed indossata con orgoglio, al contrario della divisa di punizione, che non deve essere lavata e va indossata con timore e vergogna.
FrauJulia
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